Il musical "Un Americano a Parigi" è liberamente ispirato all'omonimo film di Vincent Minnelli. In scena fino a domenica 19 marzo al Teatro Nuovo di Milano.
Di Piero Razzini
13 marzo 2017
Al Teatro Nuovo di Milano fino a domenica 19 marzo, "Un americano a Parigi" si dimostra un musical accattivante, coinvolgente, interessante per giovani e meno giovani. Le musiche di Gershwin portano gli spettatori in un limbo senza tempo, la bravura degli attori offre l'occasione di estraniarsi dalla realtà. E poi c'è Parigi con la sua atmosfera, il suo carisma, la sua impareggiabile sensualità. Il palco si trasforma in Montmartre, nel Lido, nel lungo Senna, riproponendo un mondo magico: quello unico della Ville Lumiere.
NOVITA' - E' "Un americano a Parigi" differente rispetto a quello portata in scena da Christian De Sica nel 2001: è più legato al film e meno a quella comicità e a quella battuta frizzante che un maestro della commedia italiana come De Sica sa proporre. La pellicola di Vincente Minnelli viene usata come pretesto per omaggiare il mondo di Gershwin. Gli arrangiamenti, le caratteristiche singole degli attori unite nel creare una efficace proposta corale e il ritmo dello spettacolo sono solo alcune delle caratteristiche che esaltano lo show e rendono il pubblico parte integrante di esso.
TRAMA - La storia narra le vicende di Gimmy (Michele Carfora), pittore americano ed ex soldato, che alla fine della guerra decide di vivere nella Parigi degli anni '50 in cerca di fortuna. Nella metropoli francese vivrà un'intensa storia d'amore con Fanny (Arianna Bergamaschi), una commessa di una profumeria, a sua volta corteggiata da Jean Marie (Danilo Brugia), famoso chansonnier del Lido. Personaggio di rottura nell'idillio tra Gimmy e Fanny è Patricia (Barbara Terrinoni), miliardaria innamorata di Gimmy.
IL CAST - Presentato al Teatro Nuovo con un cast di quindici elementi, "Un americano a Parigi" è un musical liberamente ispirato all'omonimo film di Vincent Minnelli. Campione d'incassi nella stagione teatrale 2000/2001, prende origine da un'opera sinfonica del compositore americano George Gershwin e si ispira al soggiorno che egli stesso fece a Parigi alla fine della prima guerra mondiale. Il cast è formato da Michele Carfora, Arianna Bergamaschi, Danilo Brugia, Barbara Terrinoni, Jean Michel Danquin. Carfora, in particolare, regala emozioni con la sua presenza in scena. Notevole, ma non è una novità, la performance di Arianna Bergamaschi: una voce splendida per un musical che esalta una città senza tempo.
Una mostra e tante iniziative per celebrare l'artista emiliano del Seicento. La cerimonia inaugurale a Palazzo Farnese, il sostegno e il patrocinio della Regione. Dal 12 marzo ogni domenica visite guidate.
Piacenza, 7 marzo 2017
Sino al 4 giugno la mostra "Guercino a Piacenza - tra sacro e profano" celebra una delle massime personalità artistiche del '600, il centese Giovanni Francesco Barbieri, meglio noto come il Guercino. L'inaugurazione si è tenuta sabato scorso nell'importante cornice storica e artistica di Palazzo Farnese. Presente il presidente della Regione Stefano Bonaccini.
Fulcro di tutta la manifestazione è la Cattedrale di Piacenza, la cui cupola ospita lo straordinario ciclo di affreschi realizzato da Guercino tra il 1626 e il 1627 e che si presenterà in tutta la sua bellezza con una nuova illuminazione realizzata da Davide Groppi.
Eccezionalmente, per tutta la durata dell'evento, i visitatori avranno la possibilità, quasi unica e irripetibile, di ascendere all'interno della cupola del Duomo, per ammirare da vicino i sei scomparti affrescati con le immagini dei profeti Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, le lunette in cui si alternano episodi dell'infanzia di Gesù - Annuncio ai Pastori, Adorazione dei pastori, Presentazione al Tempio e Fuga in Egitto - a otto affascinanti Sibille e il fregio del tamburo.
La visita è introdotta da una sala multimediale che permette di leggere in modo innovativo il capolavoro del Guercino e di provare un'inedita esperienza immersiva attraverso particolari visori 3D.
Contemporaneamente, la Cappella ducale di Palazzo Farnese accoglie la mostra, curata da Daniele Benati e Antonella Gigli, insieme con un comitato scientifico composto da Antonio Paolucci, Fausto Gozzi e David Stone, che presenterà una selezione di 20 capolavori del Guercino, in grado di restituire la lunga parabola che lo ha portato a essere uno degli artisti del Seicento italiano più amati a livello internazionale.
A corollario dell'intera manifestazione, nel marzo del prossimo anno, nei Musei civici di Palazzo Farnese, si terrà un convegno con i maggiori esperti di Guercino che comunicheranno i più recenti studi sull'opera del maestro di Cento.
Visite guidate
Partiranno il 12 marzo, proposte dal coordinamento guide turistiche Scopripiacenza, che oltre alla capofila Atlante riunisce Altana, Educarte, Eventi e Turismo di Claudia Marchionni, in collaborazione con professionisti del settore.
Un percorso di un'ora, ogni domenica alle 15.30, alla scoperta dell'allestimento di venti capolavori dell'artista di Cento nella cornice della Cappella Ducale. Il costo di partecipazione è di cinque euro a persona, non comprensivi del biglietto di ingresso, che i partecipanti dovranno acquistare autonomamente. E' necessaria la prenotazione, rivolgendosi direttamente all'ufficio Iat di piazza Cavalli 10, scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonando allo 0523-492001.
All'iniziativa, promossa a seguito del rinnovo del Protocollo d'intesa tra Scopripiacenza e l'Amministrazione comunale, si aggiungeranno tra settembre e dicembre nove visite guidate a tema, in un ciclo intitolato "Piacenza oltre Guercino". Invariati il costo e le modalità di partecipazione, gli itinerari saranno dedicati di volta in volta a suggestioni diverse, valorizzando – tra gli altri beni del patrimonio storico e culturale – i mosaici zodiacali di San Savino, le storie di "santi, imperatori e cavalieri" in San Lorenzo, o le "chiese per Madonna povertà": San Francesco e San Giovanni in Canale.
Sito ufficiale dell'evento: www.guercinopiacenza.com
Esce per Artestampa un libro che raccoglie 36 liriche della poetessa e scrittrice modenese. L'anteprima al Salotto Aggazzotti, giovedì 9 marzo. Abbiamo incontrato l'autrice.
Di Manuela Fiorini
Modena, 4 marzo 2017
Un viaggio dell'anima in sette stazioni, Amore, Magia, Donna, Ricordi, Figlia, Ironia, Incanto. Sono i gruppi tematici che raccolgono le trentasei liriche de "Il giorno che non c'è", la raccolta della poetessa e scrittrice modenese Daniela Ori, uscito in questi giorni per Edizioni Artestampa.
Il libro, che sarà presentato in anteprima, giovedì 9 marzo, alle 19, presso il Salotto Culturale Aggazzotti di via Martiri della Libertà 38, nell'ambito delle iniziative per la Festa della Donna, anche gli splendidi dipinti della pittrice sassolese Beatrice Riva.
È invece dello scrittore Fabio Clerici la voce maschile che introduce ogni gruppo poetico e accompagna il lettore nell'universo intimistico dell'autrice, fatto di emozioni, sogni, impressioni, riflessioni e dialoghi evocativi, ora con una bambina, reale o immaginaria, ora con una persona cara scomparsa, o, ancora, con una nobildonna del passato.
Abbiamo incontrato l'autrice.
"Il giorno che non c'e" nasce più di dieci anni dopo "L'ala nord del castello". Nel frattempo, ti sei messa alla prova come narratrice. Da dove nasce questa esigenza di tornare alla poesia?
"Ho sempre scritto poesie. Non ho mai smesso di scriverne. Ma dopo anni di racconti e collaborazioni in testi di narrativa, mi è venuta voglia di raccogliere in un libro nuovo le liriche degli ultimi dieci anni e oltre della mia vita. Anche se alcune mie poesie sono inserite in libri recenti di narrativa a cui ho partecipato: "L'Enigma del Toro", un romanzo collettivo scritto con I Semi Neri, associazione di scrittori di cui faccio parte, ha una mia poesia nella copertina e nel testo; un'altra mia poesia apre il racconto "Uniti per sempre" all'interno di "Soglie", un' antologia scritta con altri "Semi Neri".
Le liriche sono divise in sette gruppi, come le note di un pentagramma, ognuno caratterizzato da un tema. Perchè questa suddivisione?
"La poesia per me è come una musica. Per questo ho immaginato il libro come una partitura e ho pensato di proporre le poesie in piccoli gruppi. Sette gruppi di emozioni, come sette note: Amore, Magia, Donna, Ricordi, Figlia, Incanto, Ironia. All'interno di ogni gruppo, ho inserito una serie di poesie che descrivono frammenti di sensazioni, ricordi, aspettative, dolori, gioie e speranze, in una sintesi: la vita. Cinque poesie per ogni gruppo. Trentacinque poesie. L'ultima, quella che dà il titolo al libro, come Epilogo".
Ricordi, frammenti di vita, episodi di cronaca, sentimenti, emozioni e impressioni ispirano le tue liriche. Come nasce una tua poesia?
"Da un ricordo, da un incontro, da una forte emozione, da un dolore, da un evento che mi ha colpita, da una storia che mi ha emozionata. Ogni poesia è la sintesi di un racconto di vita vera o sognata, vissuta o immaginata, perché non riesco a comporre versi se non ho interiorizzato l'emozione. Prima la vivo, poi la scrivo. Una cosa è costante: non decido mai di scrivere una poesia, mi sorge così nell'anima, io non faccio altro che assecondare l'ispirazione. Poi c'è molta cura, perché la poesia va scritta poi meditata, riletta, sistemata, limata. Insomma si fa editing anche sul testo poetico. Solo dopo molto lavoro, l'emozione descritta diventa coerente, pura e vera. La poesia è sintesi assoluta di un'emozione".
La magia e la storia ritornano spesso nelle tue poesie. Come mai sei affezionata a questo temi?
"È vero, con le mie liriche ho narrato, in versi, tante storie spaziando tra il presente e il passato e dialogando idealmente con creature di epoche antiche o immaginate. La storia è da sempre la mia fonte privilegiata di ispirazione e sono affascinata dalle donne della storia, dai loro sentimenti e dalle loro emozioni che scopro simili a quelli di noi donne di oggi, quel che cambia è solo il contesto in cui nasciamo, il periodo, i valori, ma le gioie, i dolori, le emozioni, i sentimenti sono sempre gli stessi. La magia è parte dell'essere femmina, è per me quel senso arcaico e sconosciuto di mistero che accompagna la donna e la rende impenetrabile ed eterea. E scrivere poesie per me è un dono divino. E anche questo è qualcosa di magico".
Ogni gruppo di liriche é introdotta dalla voce dello scrittore Fabio Clerici e da un dipinto di Beatrice Riva. Come mai hai scelto di farti accompagnare da una voce maschile e dall'arte?
"Ho molta stima per Fabio Clerici, uomo di coraggio e sensibilità. Così a presentare ogni gruppo di liriche, come per la prefazione, ho voluto il cuore e l'anima di Fabio, che è poeta oltre che scrittore. La sua voce maschile fa da contrapposizione all'anima femminile delle mie liriche, come in una sorta di gioco delle parti. Poi le poesie possono essere evocate con immagini, perché l'arte riesce a materializzare sensazioni e pensieri. Così ho scelto assieme a Beatrice Riva, pittrice di grande talento, dipinti da lei stessa realizzati, che sintetizzano ogni gruppo di poesie di questa raccolta. E la scelta più emozionante è stata quella dell'Angelo Convalescente per la copertina, che esprime con forme e colori i contenuti e la poetica del mio libro".
"Il giorno che non c'è" é sia il titolo del libro che quello della lirica che chiude la raccolta. Ma che cos'é il giorno che non c'è e come possiamo ideare il nostro?
"È' un dono che faccio a me stessa e a chi vorrà leggere il libro. Il giorno che non c'è è un sogno in questo tempo frenetico pieno di impegni, è un momento ideale da scoprire, inventando un luogo irreale, dove gustare le poesie immedesimandosi nelle emozioni, uno spazio dove ritrovare il proprio tempo, come se si realizzasse un giorno insolito: il giorno che non c'è appunto. Ciascuno può inventarsi il proprio giorno che non c'è leggendo una poesia. Perché la poesia è un viaggio che accoglie chi vuole ritrovarsi nelle parole di un altro, per comprendere che in fondo siamo tutti parte della stessa grande anima divina".
SCHEDA del Libro
Daniela Ori
Il giorno che non c'è
Edizioni Artestampa 2017
92 pag – 13 euro
La nuova biblioteca digitale offre a tutti i cittadini del territorio parmense la possibilità di accedere ad un enorme patrimonio librario con oltre 21mila e-book e più di 5000 tra periodici e quotidiani.
Parma, 2 marzo 2017
La nuova biblioteca digitale emiliana, nata grazie alla volontà e all'impegno del Comune di Parma che per primo ha compreso e sostenuto l'importanza di mettere in rete il proprio patrimonio insieme a quello degli altri comuni emiliani, vede riunite le risorse digitali delle biblioteche di Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia. EmiLib – Emilia Digital Library è la nuova biblioteca digitale che mette a disposizione di tutti gli utenti del territorio di Parma e provincia oltre 21.000 e-book, più di 5800 testate tra quotidiani e periodici in oltre 80 lingue, 158 quotidiani e periodici in sola lingua italiana e i principali quotidiani locali.
Come si accede
Possono accedere a EmiLib tutti gli utenti iscritti ad una delle Biblioteche di Parma e provincia.
E' sufficiente rivolgersi alla biblioteca di riferimento chiedendo username e password per creare un account EmiLib oppure fare la richiesta via email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., specificando dati anagrafici e il codice di iscrizione alla propria biblioteca.
Gli utenti già registrati a MLOL potranno accedere direttamente con le credenziali in già in possesso.
Presso il Punto Servizio Digitale della Biblioteca Civica (Vicolo Santa Maria) è offerta al pubblico consulenza gratuita nelle giornate di lunedì e mercoledì (dalle 14 alle 18), sabato (dalle 9 alle 13).
Quasi giunta al termine anche questa edizione di Moda Donna dedicata alle collezioni che vedremo nella prossima stagione A/I 17-18, FLASHON MAG proporrà in esclusiva una lunga carrellata di presentazioni ed eventi tutta dedicata alla "Fashion Week" di Milano. FEDERICA FASOLI introduce le presentazioni di Sergio Rossi per le calzature e Borbonese per le borse, entrambi brand di alta artigianalità "made in Italy".
Una presentazione che ha il sapore di fashion show quella proposta nei giorni scorsi da Sergio Rossi durante la settimana della moda milanese. All'interno di Palazzo Barozzi, uno degli splendidi palazzi della città meneghina, tra soffitti a volta ed antichi affreschi, il gusto classico dell'architettura diventa l'inaspettato scenario di un futuristico tunnel di vetro all'interno del quale si prende parte ad una solenne marcia di gambe. Gambe fluttuanti, sospese come se fossero staccate dal corpo delle modelle, spogliate di ogni indumento eccezion fatta per le calzature: sfavillanti protagoniste dello spettacolo hi-tech, regine indiscusse della scena.
Per l'autunno/inverno 2017-18, Sergio Rossi ripropone una linea pulita, decisa e rigorosa attraverso sr1, il modello che rappresenta gli albori della storia del brand e ne caratterizza una riscoperta. Booties e stivali over the knee, realizzati in nappa stretch, si ricoprono di borchie argentate applicate a mano mentre pumps, mocassini, slippers e sabot subiscono il fascino dell'ispirazione dal sapore geometrico e del design d'interni, generando un tripudio di toni cangianti e colorazioni variopinte dal radiant green al glitter multicolor.
Il grafismo della collezione viene garantito dalla persistente presenza della linguetta e placca personalizzata, decoro posto sul collo di ogni calzatura e marchio distintivo della nuova serie firmata Sergio Rossi: una celebrazione di stile e maestria manifatturiera, mettendo in risalto l'alta artigianalità e raffinatezza del marchio.
Nello showroom Borbonese, invece, l'ispirazione che c'è nell'aria prende un'allure romantica, con richiami al lusso aristocratico dell'elite russa di fine Ottocento reinterpretato in chiave moderna. Borse capienti, pratiche e versatili, si accostano a volumi extra small generando una collezione completa, accattivante e di ampia scelta che gioca su colori caldi ed avvolgenti, spesso declinati nella variante mat, come il burgundy, il cioccolato, il ginger o l'elephant, un particolare punto di grigio velato di toni blu che ricorda la spessa pelle del pachiderma dalle zanne d'avorio.
Accanto alla proposta di edizioni inedite di modelli e materiali iconici Borbonese, come la celebre Luna Bag, vengono presentate sei nuove linee, tutte caratterizzate da evidenti novità nei dettagli e nelle personalizzazioni: viti e staffe gommate tono su tono, galvaniche rutenio e oro chiaro, stampe a motivo paisley, logo Borbonese in metallo a rilievo e nuove tracolle double face realizzate accoppiando materiali diversi come pelle, camoscio OP e Graffiti.
A spiccare su tutte le serie proposte per la prossima stagione, vi è la Sexy Wall: una collezione di dodici nuove varianti in versione petite dell'iconica Sexy Bag, cavallo di battaglia del marchio. Piccoli "gioielli" riccamente ricamati o realizzati, in versioni uniche, attraverso l'insolito accostamento di lavorazioni e materiali, dal morbido velluto alla pelle dall'impuntura leggera.
Altrettanto interessante la linea Full Moon che prende le file dall'iconica "mezza luna" diventando una luna a tutto tondo in camoscio mono o tri-colore o nella variante Fur in cavallino con applicazione di morbida pelliccia di capra.
Una collezione, quella di Borbonese per l'autunno/inverno 2017-18, ricca di ispirazioni e particolarità, pensata per una donna femminile e pratica con un sofisticato gusto per colori e materiali ricercati, emblema del saper fare artigianale esclusivamente Made in Italy.
Photo Credits – ENRICO ZIRMANI Photographer
For Maria Carla Magni total look: LC DONNA- Parma; STEFANO SACCANI Parma
Parma OperArt e Circolo Falstaff presentano Le lacrime di Desdemona spettacolo lirico-vocale con la partecipazione di Angela Gandolfo, soprano Antonietta Centoducati, attrice M° Roberto Barrali, pianoforte Coreografie Bianca Costanza Chiapponi e Michele Cosentino Danzatori di "AccademiaDanzaEdintorni" presso il Teatro Verdi di Busseto – Domenica 12 marzo 2017, ore 17.00.
Sapienti, ferite, forti, le protagoniste femminili del repertorio lirico verdiano hanno il coraggio degli eroi e la bellezza fiera delle dee. Il teatro lirico di Verdi è pieno di queste figure affascinanti e intense, basti pensare a Desdemona in Otello o Gilda in Rigoletto e tante altre figure di donne che ci regalano emozioni intrise di forti passioni.
Per celebrare il "mese della donna", e soprattutto la lotta contro il femminicidio, domenica 12 marzo, alle ore 17.00, al Teatro Verdi di Busseto un recital il cui titolo è ispirato ad una delle figure più rappresentative e che meglio esprime il senso e lo scopo dello spettacolo.
Ma Desdemona è anche il nome di una donna, novella sposa nel 2013, uccisa dal suo amore, suo marito Piero. La sua breve storia aprirà lo spettacolo in una pièce dell'attrice Maria Antonietta Centoducati.
Parole, musica, canto e danza, fusi insieme in uno spettacolo che regalerà forti emozioni.
Il soprano Angela Gandolfo, accompagnata al pianoforte dal M° Roberto Barrali, darà voce ad alcune tra le più celebri protagoniste femminili del repertorio Verdiano. Accanto a lei, l'attrice Maria Antonietta Centoducati darà vita ai personaggi femminili nella versione in prosa, attingendo alle versioni teatrali o ai romanzi, ma anche a vere testimonianze. Un percorso accattivante che vede in scena una cantante, un pianista e un'attrice a dar voce alle splendide storie ricche di forza e intrise di suggestioni delle eroine del mondo verdiano, e non, interpretate anche dalle danzatrici di "AccademiaDanzaEdintorni" a rafforzare la poesia dei testi e l'intensità della recitazione, con coreografie di Bianca Costanza Chiapponi e Michele Cosentino.
Informazioni e biglietti: IAT di Busseto, 0524 92487, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., www.bussetolive.com
"Il Clan delle divorziate", sul palco milanese Jessica Polsky, Stefano Chiodaroli (in abiti femminili) e Rossana Carretto.Uno degli spettacoli di maggior successo in Francia. Una divertente commedia al Teatro Leonardo di Milano, fino al 12 marzo.
Di Pietro Razzini
25 febbraio 2017
Che può succedere a tre donne diversissime tra loro in una stessa casa? Tre donne che hanno in comune solo un aspetto della propria vita (il divorzio)? Tre donne che hanno un unico obiettivo (smettere di essere single)? La risposta sarà chiara al Teatro Leonardo di Milano, fino al 12 marzo. "Il Clan delle divorziate" attende il pubblico italiano dopo aver dimostrato, negli ultimi tredici anni, di essere uno degli spettacoli di maggior successo in Francia. Jessica Polsky, Stefano Chiodaroli (in abiti femminili) e Rossana Carretto saranno le protagoniste sul palco milanese in questa seconda apparizione italiana, dopo gli ottimi risultati ottenuti nel 2014. La commedia scritta da Alil Vardar e portata nel nostro Paese da Bags Entertainment permetterà al pubblico di vivere una serata lontana da stress e tensioni. Una serata in cui l'ironia sottile e piacevole sarà padrona assoluta.
I PROTAGONISTI - Bella, giovane e affascinante, Jessica Polsky porta a teatro la notorietà televisiva legata a tante sit com sui principali canali nazionali italiani (da Camera Cafè su Italia 1 a Piloti su Rai2), conduzioni di programmi come Anteprima Festivalbar e Sputnik, presenze fisse a eventi quali "Capodanno a Venezia" in Piazza San Marco e "Il Concerto di Natale" in Piazza del Duomo a Milano. Rossana Carretto è conosciuta dal grande pubblico soprattutto per le numerose fiction a cui ha partecipato (Il mammo, Il Giudice Mastrangelo 2, Un ciclone in famiglia 4, Medici miei, Benvenuti a tavola). Nel 2014 ha ricevuto il "Premio Comicità Gianni Palladino Iª ed." e nel 2015 il premio "Giorgio Faletti" per la sezione "comicità". "Zelig facciamo Cabaret" del 1999 è stato il trampolino per il lancio della carriera di Stefano Chiodaroli che, nel corso degli anni, ha rafforzato la sua verve comica a "Colorado Cafè", "Stiamo lavorando per noi", "Quorck" e "Saturday Night Live".
LA STORIA - Beatrice è una quarantenne di origini aristocratiche che, dopo il suo primo divorzio, torna in città, nella casa in cui è nata e cresciuta. Non potendo permettersi di vivere da sola, decide di cercare due coinquiline con cui dividere le spese: incontra così Michela, donna sarcastica e cinica, e Mary, di origini inglesi, giovane e svampita. Le tre donne affrontano in maniera diametralmente opposta qualsiasi cosa accada loro. Incontri e scontri si alternano nella loro vita, regalando battute e risate ai presenti in sala.
INFORMAZIONI UTILI - Adattamento Italiano di Alessandra Scotti, regia di Vittorio Borsari, "Il Caln Delle Divorziate" sarà in scena dal martedì al sabato alle 20,30. La domenica alle 16,30.
Biglietto intero al prezzo di 24 euro più prevendita. Per gli Under26 e gli Over65, 16 euro. Siti di riferimento per gli acquisti: www.mtmteatro.it, vivaticket.it e Ticketone.it
Realizzata col sostegno della Regione Emilia-Romagna, mette in rete oltre gli ebook anche 5.800 giornali in oltre 80 lingue, più di 60.000 tracce musicali, 165 audiolibri. L'assessore Mezzetti: "Il nostro impegno per dare sempre più servizi di qualità alle persone"
Bologna, 22 febbraio 2017
Oltre 21.000 ebook, più di 5.800 testate tra quotidiani e periodici in oltre 80 lingue e 158 quotidiani e periodici in sola lingua italiana. E ancora, oltre 60.000 tracce musicali, 165 audiolibri e più di 560.000 risorse disponibili tra cui app, banche dati, immagini, spartiti musicali e video giochi.
È con questo patrimonio che EmiLib, la nuova biblioteca digitale emiliana nata dalla fusione delle risorse digitali delle biblioteche di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza, si presenta ai circa 2 milioni di abitanti dei comuni delle quattro province dell'area per offrire loro un grande archivio da sfogliare online in ogni momento della giornata.
"EmiLib si inserisce in un percorso di crescente coordinamento tra le biblioteche pubbliche sul digitale- afferma l'assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti-, promosso dal nostro Istituto per i beni artistici, culturali e naturali, che stiamo sostenendo con convinzione. L'obiettivo è aumentare la condivisione di risorse digitali tra i poli bibliotecari a livello regionale, promuovendo la collaborazione a favore del cittadino sui servizi digitali, dove si registra un ritardo storico del nostro Paese e dove è forte l'attenzione e l'impegno della Regione".
Capofila dell'iniziativa sono i quattro Comuni capoluogo che hanno definito un progetto e sottoscritto un accordo attraverso il quale è stato realizzato il portale EmiLib: Emilia digital library. Grazie all'impegno di questi Comuni e al sostegno economico e progettuale dell'Istituto beni culturali della Regione Emilia-Romagna, con EmiLib si rafforza l'offerta di servizi in digitale delle biblioteche pubbliche. Attraverso questo portale, gratuito e disponibile per tutti, si consolidano le funzioni della pubblica amministrazione sul fronte dell'accesso alle informazioni e al sapere, si garantisce ai cittadini la disponibilità in termini quantitativi e qualitativi di un enorme numero di documenti digitali e si contribuisce in maniera significativa all'alfabetizzazione informatica e al superamento del digital divide.
Per accedere a EmiLib è sufficiente iscriversi o essere iscritti in una delle biblioteche della propria provincia, poi basta un computer collegato alla rete per poter navigare tra le risorse.
Aspetti interessanti del nuovo servizio sono la fruibilità dei contenuti da parte di cittadini tradizionalmente penalizzati nell'accesso ai documenti fisici come gli abitanti dei piccoli comuni che fruiranno del servizio esattamente come gli abitanti delle città, i cittadini stranieri che potranno trovare libri o quotidiani nella loro lingua di origine o persone con difficoltà di lettura che potranno agevolmente leggere con strumenti come "text to speech" (sintetizzatore vocale).
Le risorse digitali presenti nel portale proverranno da tutto il mondo ma particolare attenzione sarà dedicata ai materiali digitalizzati localmente, mentre sul piano "social" sarà possibile per gli utenti segnalare consigli di lettura o memorizzare i propri percorsi di interesse e lettura./BB
Il portale EmiLib è all'indirizzo: www.Emilib.it
(Fonte: Regione ER)
Presentato in Provincia dai registi Gian Luca Carretti e Stefano Raspini insieme agli attori Silverio Scognamiglio, Silvia Manfredini e Stefano Papa, sarà proiettato all'Uci Cinemas ai Petali da giovedì 23 febbraio.
Reggio Emilia, 20 febbraio 2017
Si intitola "Hide", gli autori lo definiscono un thriller esistenziale ed è il primo film interamente made in Reggio a sbarcare sul grande schermo, quello della sala principale dell'Uci Cinemas ai Petali dove sarà proiettato da giovedì 23 febbraio (première alle 20) fino al primo marzo. Prodotto dalla Gandalf Movie, casa indipendente nata nel 2006 da un gruppo di cineamatori reggiani, "Hide" – primo esperimento di apertura alle produzioni local da parte di un colosso global dell'entertainment – è stato presentato questa mattina in Provincia dai registi Gian Luca Carretti e Stefano Raspini insieme agli attori Silverio Scognamiglio, Silvia Manfredini e Stefano Papa, che è anche autore delle musiche.
Per la Gandalf Movie è il modo migliore per festeggiare il decennale di "Riflesso nell'ombra", il primo lungometraggio prodotto dalla casa indipendente reggiana: un giallo incentrato sul furto del tesoro di Matilde di Canossa proiettato al Rosebud appunto nel 2007. Da allora la Gandalf ha realizzato altri tre film – tra cui "La leggerezza della farfalla" che ottenne una menzione alla mostra cinematografica di Venezia del 2011 – ai quali ora si aggiunge "Hide", che vede affiancarsi nella regia a Gian Luca Carretti l'istrionico Stefano Raspini. Performer, poeta vincitore di numerosi poetry slam in mezza Italia e a sua volta autore di due film in super8, Raspini è anche attore nel film, in un cast che annovera Silvia Piccinini - già componente della compagnia reggiana che porta in scena il format newyorkese "Monologhi della vagina" - un interprete teatrale di lunga esperienza come Antonio Grieco e Martina Forioso, ballerina della compagnia di danza Aterballetto che di "Hide" è la protagonista "con una prova di maturità recitativa davvero notevole". Con loro, tanti altri attori dilettanti reggiani, in gran parte provenienti dalla compagnia teatrale San Prospero, tra cui Stefano Papa, che è anche autore delle musiche: "La colonna sonora, completamente originale e cucita addosso al film, sarà a sua volta uno degli attori di "Hide", oltre ai 14 del cast", ha detto Carretti, mentre Papa ha sottolineato "l'impegno tecnico maggiore che, anche dal punto di vista musicale, il debutto sul grandissimo schermo ha richiesto per adeguarsi agli standard elevati di surround di Uci Cinemas".
La realizzazione di "Hide" – "un thriller esistenziale dalla trama contorta e dal finale inatteso", come lo definiscono i due autori – ha comportato due anni di lavoro, ma è stato quasi uno scherzo rispetto all'impegno richiesto per poter sbarcare sui maxischermi dell'Uci Cinemas di Reggio Emilia, dove il direttore Fabio Fontana ha deciso di avviare proprio con "Hide" un interessante progetto di apertura della multisala alle produzioni local. "Per settimane abbiamo lavorato in uno studio di riversaggio a Bologna per trasformare la pellicola nel formato dcp, digital cinema package, indispensabile per il grande schermo: è stata una corsa contro il tempo, ma ce l'abbiamo fatta", hanno spiegato Carretti e Raspini. Il risultato è che si vedrà Reggio Emilia bella e...grande come non è mai stata: sul maxischermo dell'Uci Cinemas - dove giovedì alle 20 la prima verrà ospitata nella sala 11, quella principale da 297 posti – scorreranno immagini del teatro Valli, di piazza san prospero e vicolo Trivelli, ma anche della nostra pedecollina, di Marola e Votigno per finire con un misterioso monastero in Asia. Ma soprattutto, per la prima volta, un film indipendente reggiano se la vedrà in un multiplex con kolossal come "The grat wall" con Matt Damon, che debutta proprio giovedì, o con stelle della commedia all'italiana come Paola Cortellesi e Antonio Albanese di "Mamma o papà?".
Top secret, ovviamente, trama e finale del film, nonché il ruolo che avrà l'eclettico Stefano Raspini: "Solo un indizio: seguite l'accappatoio rosa", ha concluso Carretti ringraziando insieme agli attori Uci Cinemas per "questa opportunità davvero straordinaria, frutto di un'attenzione che purtroppo non abbiamo trovato da parte del circuito locale".
HIDE
Una produzione Gandalf Movie
Anno 2017, colore, 115 min. circa
Regia
Gian Luca Carretti
cooregia Stefano Raspini
Interpreti
Martina Forioso
Andrea Bagni
Stefano Raspini
Antonio Grieco
Silvia Piccinini
Stefano Papa
Silvia Manfredini
Silverio Scognamiglio
Silvano Grisendi
Camilla Renzi
Sebastiano Agricola
Luca Zanni
Shanti Grieco
Michela Rivetti
Musiche di Stefano Papa
Computer grafica a cura di Gandalf Magic Light
Il film è incentrato sul successo, sulla depressione, sulla avidità: un thriller esistenziale, un enigma, una soluzione. E' la storia di una ballerina di danza classica preda della depressione e degli oscuri disegni di potere delle persone a lei più vicine: l'amica, il fidanzato, il direttore dei teatri. Il tentativo di guarire e sopravvivere al mal de vivre la porta a contatto con un terapista molto particolare, che usa terapie e filosofie orientali, ma inevitabilmente forze più oscure prendono il sopravvento.
La ballerina, incapace di affrontare la sua malattia, si affida ad un prodotto illegale proveniente da una industria farmaceutica che opera nella oscurità della dark net, la rete internet clandestina. Gli sviluppi della vicenda assumono contorni inquietanti con risvolti drammatici e grotteschi che porteranno ad un finale assolutamente inaspettato. Un dipanarsi della vicenda fra la provincia padana e il Tibet.
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La mostra fotografica dedicata al Palio di Parma è stata inaugurata giovedì presso l'Oratorio Sant'Ilario di via D'Azeglio e resterà aperta tutti i giorni fino al 19 marzo. Trentacinque gli scatti esposti, visibili tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.00.
Le premiazioni e gli attestati per le migliori fotografie saranno consegnati il 19 marzo durante la festa di San Giuseppe.