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Sabato, 05 Settembre 2015 10:55

Visit Expo 2015: ecco perché prepararsi è meglio

Visitare Expo: più facile a dirsi che a farsi. Ecco una carrellata di situazioni per capire cosa aspettarsi veramente da una giornata tipo tra i padiglioni di questa Esposizione Universale.

Di Chiara Marando – Sabato 05 Settembre 2015 - (guarda la gallery in fondo all'articolo)

Decidere quando andare ad Expo è un po’ come scegliere il giorno e l’ora giusti per una ”partenza intelligente”: si tirano i dadi e si tenta la fortuna. Solo che la fortuna non è utile esclusivamente all’ingresso, che anzi può essere addirittura rapido, bensì nel corso dell’intero giro turistico.

Ma andiamo con ordine e proviamo ad analizzare una giornata tipo da visitatore all’interno di questo enorme “parco giochi” mediatico.

Non si discute sull’impatto scenico che conquista già ad una prima occhiata, ci si trova catapultati in un universo parallelo che racchiude parte del mondo, un brulicare di nazionalità che si avvicendano tra i vari padiglioni, bandiere di culture che si esprimono in architetture originali e fantasiose. La parola d’ordine non è tanto “essere”, piuttosto “stupire” per raccontare l’eccezionalità racchiusa in ogni Paese.

Quindi, ecco che dopo un momento di panico da smarrimento si afferra la cartina e si decide da dove cominciare. Bene, prima di buttarsi nel turbinio di gente il percorso quasi obbligato giunge in aiuto e conduce nel Padiglione 0, quello dell’ONU. Un’enorme biblioteca in legno a parete accoglie i visitatori e mostra loro una metafora visiva del “Sapere Universale” per poi lasciare spazio, nelle sale successive, ad un excursus sul genere umano ed il suo rapporto con il cibo: conservazione, coltivazioni protette, consumismo e spreco.

Ma la cartina con l’elenco delle “attrazioni” è ancora lì tra le mani e, terminato questo giro iniziale, è praticamente impossibile non consultarla, pena l’essere recuperati chissà dove da un cane San Bernardo verso l’orario di chiusura.

Photo by Lorenzo Moreni

Certamente chi decide di esplorare Expo ci arriva già con qualche idea su quali padiglioni visitare ma, ahimè, la realtà potrà dimostrarsi molto più crudele: le code non perdonano.

No, non si tratta di un bollettino di guerra ma è giusto evidenziare una mancanza estremamente importante in fatto di organizzazione, ovvero che non può essere umanamente sostenibile il sopportare ore di coda in piedi sotto il sole per riuscire ad entrare in quelli che vengono considerati i padiglioni più meritevoli. Tutto questo non solo riduce drasticamente le possibilità di visita, ma è causa di veri e propri collassi. E poi diciamolo, che cosa ci sarà mai di così strepitoso da vedere per meritare una tale fatica?

A onor del vero, molti Paesi sono riusciti a realizzare dei veri e propri capolavori emozionali, racconti che parlano di territori, usi e costumi, popolazioni ed , ovviamente, cibi tipici e specialità strettamente legate alla loro terra. Per farlo sono stati scelti strumenti diversi:  pannelli descrittivi, foto, filmati, ologrammi, musica, composizioni create con elementi naturali, proiezioni e spettacoli. L’innovazione si sposa con la tradizione e da vita ad un viaggio della conoscenza.

Quindi quali sono i padiglioni da visitare?

In realtà non c’è una vera e propria regola, ma il consiglio è di non escludere a priori i meno vistosi e monumentali perché possono regalare piacevoli esperienze, nonché far scoprire caratteristiche meno conosciute delle diverse nazionalità. E’ il caso dell’Inghilterra che ha scelto un alveare gigante per raccontare l’importanza delle api nel suo ecosistema, oppure dell’Austria che propone una camminata tra i boschi che caratterizzano le sue montagne, un inno all’aria pura ed all’attenzione verso la natura.

Inutile dire che la via dedicata alle regioni italiane non può mancare. La carrellata si conclude con il Padiglione Italia e, soprattutto, con l’ormai famoso Albero della Vita, simbolo di questa Esposizione Universale. Ecco, il vederlo illuminato ed assistere allo spettacolo serale di luci, acqua e musica fa venire la pelle d’oca.

Albero della Vita - Photo by Lorenzo Moreni

Ritornando al tour, una menzione particolare, anche per l’organizzazione e le tempistiche, va alla Corea del Sud che, grazie a straordinarie trovate tecnologiche, è riuscita a trasformare poeticamente il suo personale concetto della filosofia “Nutrire il Pianeta”. Segue il Marocco che, con grande sensibilità, narra la storia delle sue tradizioni passando tra i vari territori e prodotti che ne rappresentano l’identità.

Corea del Sud - Photo by Lorenzo Moreni

Poi ci sono i più ricercati, e qui la pazienza per l’attesa non è mai troppa: parlo ad esempio del Giappone, dove la delicatezza di una narrazione ricercata accompagna in un cammino alla scoperta delle radici culturali e gastronomiche; degli Emirati Arabi Uniti, la cui struttura ha pareti in sabbia increspata dal vento alte 12 metri; della Francia, che ricorda nella forma quella del mercato coperto, luogo simbolo della cultura alimentare francese; della  Cina, il cui padiglione rispecchia l’atteggiamento di integrazione e rispetto del popolo nei confronti della natura.

Padiglione Cina - Photo by Lorenzo Moreni

A tutto questo si aggiunge la possibilità di gustare le diverse specialità perché, alla fine di ogni tour, ad attendere gli avventori ci sono ristoranti e bar che propongono cibo tipico take away, oppure pietanze più elaborate da mangiare comodamente seduti al tavolo.

Purtroppo, anche in questo caso, una scelta meticolosa  è d’obbligo perché alla domanda frequente «Offrono qualcosa da mangiare giusto come assaggio?», la risposta è un secco «NO». Fin qui però nulla di strano, solo che i prezzi esposti risultano veramente esagerati a fronte di porzioni estremamente ridotte che possono essere considerate dei veri finger food. Quindi, un controsenso in piena regola che ben dimostra la volontà di sfruttare in tutto e per tutto quella che costituisce la “gallina dalle uova d’oro” del momento.

Ma poi, sarà oro zecchino oppure splendida e vistosa bigiotteria?

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Il piatto, capace di unire le tre tipologie di pasta tipica del territorio piacentino, è stato preparato dello chef Isa Mazzocchi sotto lo sguardo attento del Maestro Gualtiero Marchesi, ospite d'eccezione. -

Piacenza, 2 settembre 2015 -

E' stato un successo il secondo appuntamento del ciclo "Chef & Friends", format tutto dedicato ai cuochi piacentini e ai loro ospiti d'eccezione, che ieri ha visto cimentarsi ai fornelli Isa Mazzocchi, chef del ristorante La Palta di Bilegno (Piacenza) con la partecipazione, in qualità di ospite d'onore, di Gualtiero Marchesi, Maestro della cucina italiana e Ambassador di Expo Milano 2015.

Nel corso della serata, moderata da Andrea Sinigaglia, Direttore Generale di Alma, la Scuola Italiana di Cucina Internazionale Isa Mazzocchi ha proposto al pubblico i "Tortelli di pisarei ripieni di anolini", un piatto preparato per l'occasione e capace di unire le tre tipologie di pasta tipica del territorio piacentino. Al piatto, rinominato Oro di Piacenza, lo chef piacentino ha aggiunto una foglia d'oro, in onore dell'amico e maestro Gualtiero Marchesi.

Il format "Chef & Friends" nasce dalla volontà di accendere un riflettore su Piacenza e sulla sua ricca cultura enogastronomica e prevede il coinvolgimento di uno chef e di un ospite di rilevanza nazionale e internazionale piacentino di nascita o di adozione che ricordi qual è il sapore di Piacenza che lo riporta a casa.

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"E' un'emozione indescrivibile essere a Expo, una delle cose più belle al mondo e di cui dovremmo essere molto fieri - dichiara Isa Mazzocchi - sono felice di poter proporre un piatto che unisce i tipi di pasta del territorio in questa splendida cornice e di fronte al grande Gualtiero Marchesi".

"Sono stato molto onorato di poter moderare questo incontro - afferma Andrea Sinigaglia, Direttore Generale di Alma - avvenuto, alla presenza del maestro Marchesi, in un'eccezionale cornice di unicità all'interno del quale Piazzetta Piacenza rappresenta una nicchia di eccellenza e di valori territoriali molto forti".

Piazzetta Piacenza a Expo 2015

Piazzetta Piacenza è la vetrina di Piacenza – tra le poche provincie italiane ad avere uno spazio dedicato all'Esposizione Universale di Milano – e del Piacentino a Expo 2015. Un luogo che ha come fulcro la "Grande Zolla", progettata da un gruppo di giovani architetti piacentini under 35 del Politecnico di Milano e dell'Ordine degli Architetti di Piacenza, che riproduce idealmente una zolla di terreno locale con le stratificazioni geologiche e il cui pavimento mette al centro il fiume Po e i suoi affluenti, offrendo ai visitatori l'impressione di poterci camminare sopra. Piazzetta Piacenza è lo spazio in cui il territorio piacentino si racconta, svelando al mondo le sue eccellenze enogastronomiche, il suo patrimonio storico-culturale e un tessuto economico-sociale pulsante. La Piazzetta è il cuore del progetto "Piacenza per Expo per Piacenza" ideato dall'Associazione Temporanea di Scopo Piacenza per EXPO 2015, composta da 18 Associazioni di categoria del sistema economico piacentino, e a cui partecipano Istituzioni Pubbliche, Enti, Istituti Bancari, Organizzazione economiche e Università con l'obiettivo di promuovere il territorio piacentino sfruttando l'irripetibile opportunità offerta da Expo 2015.
Per saperne di più: www.experiencepiacenza.it 

(Fonte: Ufficio stampa Piacenza per Expo)

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Il tortellino tradizionale di Castelfranco Emilia incontra le eccellenze modenesi dei consorzi di Piacere Modena. -

Modena, 2 Settembre –

Dopo il successo della prima edizione tenutasi lo scorso anno, domenica 27 settembre si terrà la seconda edizione di "Pomplaza: il tortellino dall'alba al tramonto" nella zona limitrofa a Piazza della Pomposa, organizzata dalle attività della zona con la collaborazione di Modena a Tavola e Modenamoremio.

A partire dalle ore 12.00 prende il via quella che sarà una rassegna delle eccellenze del gusto modenese, in collaborazione con "Piacere modena" e l'Associazione "La San Nicola". Il pranzo avrà luogo in Piazza Pomposa e prevede due turni: il primo inizierà alle ore 12.00 mentre il secondo alle ore 13.30.

Fino a sabato 26 settembre i ticket saranno acquistabili al costo di 20 euro:

- on line sul sito di www.modenamoremio.it 
- presso l'ufficio di Modenamoremio, via scudari 12
- presso le attività coinvolte all'evento (Osteria D'amare, Al Goblet, Resét, Salumeria del Cardinale, Trattoria Pomposa)

Durante la giornata della manifestazione sarà possibile ritirare i biglietti acquistati online (prima dell'inizio dei due turni fissati alle 12.00 e alle 13.30) e acquistare gli eventuali biglietti ancora disponibili. Verrà inoltre dato un braccialettino identificativo, il quale verrà usato per accedere ai servizi della manifestazione e potrà essere tenuto come ricordo da ogni avventore.

Questo secondo pranzo domenicale in Pomposa sarà aperto da un tipico antipasto composto da: affettati misti, Parmigiano Reggiano e aceto balsamico, gentilmente offerti da Piacere Modena e Salumificio San Celestino, cotechino con fagioloni gentilmente offerti da Piacere Modena e pane offerto dal Forno Cristini.
Si prosegue con un piatto di Tortellini tradizionali di Castelfranco Emilia serviti in brodo di Cappone, per poi essere deliziati da un dolce ideato dall'Osteria D'Amare e dalla Gelateria Slurp, come da tradizione. Per finire si potrà degustare il Nocino gentilmente offerto dall'Ordine del Nocino di Spilamberto e il caffè di Mokador.
Il tutto sarà accompagnato da una selezione di Lambruschi offerti dal Consorzio di Modena, Azienda Agricola Ca' Sparse e Pentabevande oltre che da acqua naturale e/o gasata.

Le attività partecipanti all'evento saranno: Osteria D'amare, Al Goblet, Resét, Salumeria del Cardinale, Trattoria Pomposa.

Durante la giornata si avrà il piacere di ospitare uno stand di Zona No Tax Area e Terremotiamo, saranno presenti anche i ragazzi dell'Istituto Statale Spallanzani che contribuiranno a servire le pietanze durante il pranzo domenicale. Il pezzo forte della giornata sarà la presenza delle "Sfogline", in Piazzale Muratori, le quali insegneranno la loro arte e tutti i segreti del "tortellino perfetto" a grandi e piccini.

Novità di questa edizione 2015 è il: Tortellino Street Food!
Sempre domenica 27 settembre in Piazza Pomposa, non si può perdere, dalle ore 18, l'aperitivo con il tortellino preparato sul momento dall'Associazione La San Nicola.
Si potrà degustare pertanto un cocktail, un bicchiere di vino o una pinta di birra accompagnati dal tradizionale piatto emiliano. Ad arricchire la serata, sarà anche la scuola di danza "Centro la Fenice" che si esibirà, dalle ore 19.00, in una coinvolgente danza urbana.

La qualità, bandiera inconfondibile di "Pomplaza, il tortellino dall'alba al tramonto", è tutelata dall'Associazione La San Nicola e da tutti i consorzi del gusto riuniti in Piacere modena, i quali ci permetteranno di assaporare le eccellenze eno-gastronomiche del territorio.

L'evento è patrocinato dal Comune di Modena e ha visto la gentile collaborazione di Modena a Tavola e Modenamoremio, società di promozione del centro storico.

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(Fonte: ufficio stampa Modenamoremio)

Il ‘cibo da passeggio’ del grande nord conquista gli italiani che scelgono come meta la Scandinavia e le sue delikatessen a base di pesce. Sorpende vederne tanti che  decidono di rimanere a cucinare il pesce tra i banchi del mercato

di Cigno Nero - 29 Agosto 2015 (sfoglia la galleria di immagini in fondo all'articolo)

Pesce e frutti dei boschi norvegesi: poche materie prime e tanti modi per combinarle fra loro. La fantasia dei popoli nordici nel creare cibo che non annoi e inviti alla degustazione per strada è davvero sorprendente e sta conquistando i palati esigenti degli italiani.

I norvegesi amano approfittare delle lunghissime giornate estive per vivere all’aperto, nei grandi spazi verdi di città come Oslo, o tra le case di legno del centro storico, come nella cittadina di Bergen.

Ed è proprio quest’ultima, inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco, che affascina per la sua bellezza e rapisce per i suoi colori e i suoi odori intensi, che dal porto attirano per molti mesi all’anno una folla di turisti e gourmet in cerca di sapori nuovi.

In un viaggio nella penisola scandinava la tappa obbligatoria deve essere questo porto che un tempo fu il più importante di tutta la Norvegia. Bergen era un luogo sicuro in cui ripararsi, un centro commerciale di fondamentale importanza dove si concentravano tutte le merci che poi venivano smistate in tutto il Nord. Il suo punto più antico, la banchina di Bryggen, distrutta tante volte dagli incendi, è ricco di botteghe e di piccoli ristoranti che si sviluppano all’aperto e, da esso, proseguendo, si arriva al grande mercato del pesce.

Decine di banchi gestiti dagli stessi pescatori mostrano i prodotti di quel mare che sembra freddo e ostile ma che, in realtà, offre da secoli nutrimento e che rappresenta la principale fonte di ricchezza per i norvegesi che esportano merluzzo e salmone, ma anche gamberi, granchi reali, aringhe, halibut di ottima qualità, in tutto il mondo.

Nel mercato del pesce ci si può fermare a mangiare, scegliendo tra il pescato e facendolo preparare al momento, consumandolo mentre si passeggia o sui banconi sparpagliati per la grande piazza dei prodotti ittici. A offrire i prodotti del mare spesso ci sono italiani che hanno scelto di fare questo lavoro in questa città, che è accogliente, a dimensione d’uomo e in forte espansione, grazie al turismo delle navi da crociera.

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E’ anche questo un modo di proporre dello street-food: il cibo è di qualità e freschissimo, dalle eccellenti proprietà nutrizionali e il prezzo è ragionevole. Si tratta di pietanze semplici ma ricche di gusto e profumate di mare.

Oltre al classico fish and chips, tipico della cultura gastronomica nord europea e anglosassone, l’occhio cade sulla carne di balena che viene servita a fettine, affumicata (o, nei ristoranti, preparata come un filetto di bovino). Il periodo migliore di pesca non deve superare maggio – spiegano i pescatori – altrimenti la carne non è buona. Il suo colore è molto scuro e intenso; il suo sapore ricco: si percepisce l’affumicatura e, alla fine, un sapore dolciastro. Irresistibili, per chi ama pesce e crostacei, sono gli spiedini di merluzzo, gamberoni, salmone, preparati e cotti sotto lo sguardo di chi deve mangiarli. Oppure le enormi cozze che vengono cotte sulla piastra. Tutto innaffiato dalla birra norvegese, nella produzione della quale i popoli nordici sono dei maestri da secoli. Dai ritrovamenti nei siti archeologici emerge che i vichinghi erano grandi produttori di orzo con cui preparavano enormi quantità di birra da conservare nei freddi mesi invernali e da esportare.

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Tra le bancarelle del molo il colore contrasta il mare grigio. Non sono solo le case del borgo medievale, sono i banchi di frutta. Sembra strano trovarne tanta in posti dove se ne produce poca, ma per i norvegesi è alla base dell’alimentazione e normalmente viene combinata con il pesce e con ricche insalate. E il risultato è davvero piacevole. Ovunque, le bancarelle propongono grossi bicchieri take-away riempiti di frutti di bosco. In questi territori abbondano mirtilli e lamponi, fragole e more.

In questo percorso tra le vie dello street- food nordico, non si può non rimanere colpiti dai venditori ambulanti di smoothies: vere e proprie bombe vitaminiche ed energetiche sotto forma di frullati. Una moda salutare e naturale che sta prendendo sempre più piede anche nel nord Europa e che prevede la sapiente miscelazione di verdure come spinaci, finocchi, carote, barbabietole con spezie come lo zenzero e il cardamomo e con tutti i tipi di frutta di stagione. Anche questo è cibo da passeggio che rappresenta lo spuntino ideale o un pranzo sostitutivo.

La cucina norvegese stupisce per la varietà di combinazioni grazie alle quali si può gustare il pescato, che altrimenti risulterebbe forse un po’ monotono e stupisce anche l’abitudine di queste popolazioni di fare la colazione con pesci come stoccafisso, salmone e aringhe.

Se si va verso Nord, raggiungendo le spettacolari isole Lofoten, famose ovunque per gli allevamenti di salmone e per la lavorazione del merluzzo, ci si accorge che degustare prodotti del mare, fermandosi strada facendo in un piccolo chiosco che vende prodotti tipici della gastronomia, come Sjomat seafood, a Sakrisoy, nell’isolotto di Reine, non è poi così male, anzi: può diventare una abitudine piacevole per il palato.

Non si può resistere al King crab, ovvero il granchio reale, un enorme crostaceo che pesa 4- 5 chili, che viene lessato sul momento, fatto a pezzi, servito in una baguette, accompagnato da salse e verdure, degustato con una birra.

Una esperienza che va fatta anche alle dieci del mattino e che crea – assicura chi l’ha fatta – una piacevolissima dipendenza!

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Continuano gli incontri dedicati alla tradizione gastronomica piacentina di “Chef&Friends”. I prossimi appuntamenti sono Lunedì 31 Agosto con Isa Mazzocchi e Gualtiero Marchesi, e Martedì 1° Settembre con lo chef  Claudio Cesena e l’attore Nino Formicola

Piacenza – 29 Agosto 2015 -

Martedì 25 Agosto è partita “Chef&Friends” una nuova rassegna dedicata al food che animerà lo spazio di Piazzetta Piacenza ad Expo con showcooking d’eccezione. Una serie di appuntamenti che ogni Lunedì e Martedì fino alla fine di ottobre vedranno ospiti i migliori Chef del territorio piacentino chiamati ad interpretare e riprodurre il ricordo del sapore o dell’aroma che lega particolarmente un noto ospite, anch’esso piacentino, d’origine o di adozione, a queste terre.

Ma non avverrà tutto per caso, la ricetta nascerà da una conversazione dal vivo tra i due protagonisti: si scoprirà Piacenza attraverso un piatto, un gusto  che possa restituire sensazioni di casa quando si è lontani.

Tra i fornelli ci sarà quindi la tradizione enogastronomica del territorio reinterpretata con un tocco personale dai Maestri che si alterneranno in cucina mostrando al pubblico la realizzazione delle pietanze passo dopo passo.

Il prossimo appuntamento con “Chef&Friends” sarà Lunedì 31 Agosto con Isa Mazzocchi del ristorante stellato La Palta di Bilegno, che dovrà tradurre in ricette le parole dell’ambasciatore di Expo Gualtiero Marchesi, Maestro della Cucina Italiana e punto di riferimento del panorama gastronomico nazionale.

Martedì 1° settembre, lo chef Claudio Cesena, originario di Fiorenzuola e titolare insieme al fratello dell’Antica Osteria della Pesa nel Relais di Cascina Scottina, rievocherà gusti e sapori con Nino Formicola, attore italiano e popolare volto della televisione in coppia con Andrea Brambilla nel duo comico “Gaspare e Zuzzurro”. 

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Sabato, 29 Agosto 2015 10:05

Pinsa Romana: non chiamatela pizza

Una ricetta segreta, l’inconfondibile forma ovale, la croccantezza dei bordi ed il soffice interno che si amalgama con i diversi condimenti sono le caratteristiche che fanno della Pinsa Romana una vera e propria golosità tipica.

Di Chiara Marando – Sabato 29 Agosto 2015

Una pasta elastica cotta al forno a legna e condita a piacere con delizie quali mozzarella, pomodoro, olive, capperi, prosciutto crudo, lardo e così via. No, non è quello che pensate…non chiamatela pizza!

Il nome e l’aspetto possono trarre in inganno, ma la Pinsa Romana è una specialità dalla personalità e dal sapore ben definito, il frutto di ingredienti e lavorazioni particolari che nel tempo si sono evolute fino ad arrivare alla ricetta odierna: una miscela di tre farine differenti, frumento, soia e riso, a cui viene aggiunta una parte di pasta madre essiccata che ne determina la corretta lievitazione, morbidezza e soprattutto digeribilità.

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L’inconfondibile forma ovale, la croccantezza dei bordi ed il soffice interno che si amalgama con i diversi condimenti sono le altre caratteristiche che fanno della Pinsa una vera e propria golosità tipica.

La ricetta originale risale ai tempi dell’Antica Roma, ed è l’eredità lasciata dalle popolazioni contadine che vivevano fuori le mura  e che, grazie alla macinazione di cereali come miglio, orzo e farro, insieme all’aggiunta di sale ed erbe aromatiche, riuscivano a cucinare queste deliziose schiacciate o focacce (il termine Pinsa deriva dal latino Pinsere “allungare-stendere), ormai diventate un cibo quotidiano.

Insomma, si tratta di un prodotto la cui storia ha viaggiato nei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri, una specialità che dal Lazio si è spostata facendo conoscere tutto il suo gusto.

Ecco perché anche a Sarzana, terra di confine tra Liguria e Toscana, è possibile gustare una Pinsa Romana di tutto rispetto.

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Provate a prenotare un tavolo alla “Pinseria Gabarda”, sedetevi e prendetevi qualche minuto per scorrere le varie proposte del menù: una ricca scelta di condimenti che spaziano dal più semplice pomodoro, mozzarella e basilico, passando per quello con pomodoro, speck e mascarpone oppure mozzarella, lardo di colonnata, rucola e pachino, fino al particolare mozzarella, pesto, stracchino e pinoli ma anche fior di latte, pere e gorgonzola.

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E non vi aspettate il classico piatto, ma godetevi la rusticità del tagliere in legno che vi verrà servito direttamente al tavolo con la Pinsa appena sfornata e fumante: un cuore di sapore circondato da una pasta fragrante tutta da addentare.

 

Pinseria Gabarda

Via Variante Aurelia, 66

Sarzana (SP)

Tel. 0187 626085

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Ad ottobre arriva Parma Home Restaurant: case, giardini, ville e terrazzi privati verranno eccezionalmente aperti per mettere a tavola turisti, curiosi ed avventori desiderosi di provare la vera cucina casalinga.

Parma 24 Agosto 2015 -

A Parma è in arrivo un Festival tutto nuovo, da leccarsi i baffi: si tratta del primo festival interamente dedicato alla cucina domestica: case, terrazze e giardini privati, insieme a ville, casali e cortili verranno aperti per l’occasione a turisti ed avventori, divenendo location del gusto e portavoce dei sapori parmigiani.

Ad ottobre, nei weekend del 2-4 e del 17-19 sarà possibile gustare tutta la tradizione e la bontà delle specialità della food valley direttamente sulle tavole dei parmigiani e preparate dai parmigiani.

Un’offerta variegata che permette di scegliere liberamente il luogo, il menù e la casa che più attirano la curiosità e stimolano l’appetito. Ad accompagnare i pasti saranno, in veste di narratori, food blogger, giornalisti, scrittori, critici gastronomici e storici locali, ma anche spettacoli musicali, improvvisazioni e letture.

Inoltre, sarà possibile effettuare visite e degustazioni guidate in stabilimenti, cantine e aziende di produzione dei prodotti tipici di Parma. Si terranno anche 2 convegni , in collaborazione con l’Università di Parma.

Per tutte le info su festival, location e prenotazioni è possibile consultare il sito www.parmahomerestaurant.com

Parma Home Restaurant è organizzato da NTV 3.1 in collaborazione con il Master in “ Web communication e social media “ dell’Università di Parma,  con la partecipazione dell’Accademia Italiana della Cucina, associazioni e comuni del parmense. Oltre che dei vari attori agenti nell’ambito della ristorazione pubblica e del social eating.

L’idea è quella di valorizzare il primato delle produzioni doc e igp di Parma e della tradizione gastronomica della popolazione locale con finalità anche di promozione territoriale e turistica.

Si tratta sostanzialmente di un’iniziativa low cost, poiché la manifestazione può contare sull’opera di risorse umane e professionali che lavoreranno con compensi assimilabili a rimborsi spese.

Il costo di partecipazione ai pranzi/cene sarà riconosciuto, a titolo di rimborso spese, alle case ospitanti. Tale importo sarà decuratato del 20% che andrà in beneficienza a una associazione no-profit ( Itaca, Noi per loro, Ospedale del bambino di Betlemme….). E di un altro 10% per le spese di gestione amministrativo-finanziario.

Il costo della partecipazione ai pranzi/cene è fissato unitariamente in € 25. Le prenotazioni avverranno esclusivamente via web al sito www.parmahomerestaurant.com, con pagamento anticipato.

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Domenica 30 agosto il laboratorio didattico-degustativo alla Corte di Giarola. L'appuntamento con Pasta & Pomodoro LAB prevede la visita guidata all'interno dei Musei della Pasta e del Pomodoro, uno speciale laboratorio polisensoriale con Degustazione finale e Aperitivo creativo. Il costo a persona, comprensivo di tutto, è di 15,00 euro. -

Parma, 15 agosto 2015 -

I carboidrati della pasta e le vitamine del pomodoro. Dietro al binomio principe della dieta mediterranea c'è una lunga storia che vede Parma protagonista. Per scoprirla, si potrà partecipare domenica 30 agosto alle ore 16,00 a Pasta & Pomodoro LAB, un evento proposto al Museo della Pasta di Giarola (Parma) dall'Associazione "L'Osservatorio Gastronomico" con il patrocinio del Master COMET - Cultura, Organizzazione e Marketing dell'Enogastronomia Territoriale dell'Università di Parma.

I partecipanti – dopo la visita al Museo della Pasta e al Museo del Pomodoro, guidata da Alice Rossi, Guida turistica di Explora Emilia Travel and Taste e Docente del Master COMET dell'Università degli Studi di Parma – prenderanno parte al laboratorio polisensoriale che stimola la creatività in cucina attraverso la degustazione dei prodotti ai quali la Corte di Giarola ha dedicato due dei Musei del Cibo della provincia di Parma. Il percorso esperienziale, condotto da un gastronomo professionista, toccherà i principi della corretta alimentazione tra storia, coltivazione e trasformazione dei due frutti della terra che si sposano perfettamente nel piatto così come nella location espositiva. Dulcis in fundo si avranno la Degustazione e l'Aperitivo creativo, per un'esperienza stuzzicante che coinvolge i sensi.

Pasta & Pomodoro LAB è inserito del ciclo di laboratori Food LAB Valley, un progetto incluso nelle proposte culturali del Club di Prodotto Parma nel Cuore del Gusto e ogni laboratorio propone un'esperienza didattico-degustativa che permette di entrare in contatto direttamente e conoscere a tutto tondo i prodotti tipici della Food Valley.

La prenotazione è obbligatoria entro il 27 agosto presso il Parma Point (Tel. 0521/931800). L'appuntamento con Pasta & Pomodoro LAB prevede la visita guidata all'interno dei Musei della Pasta e del Pomodoro (40 minuti circa), uno speciale laboratorio polisensoriale con Degustazione finale e Aperitivo creativo. La durata prevista è di circa due ore, dalle 16,00 alle 18,00 e il costo a persona, comprensivo di tutto, è di 15,00 euro.

(Fonte: Ufficio Stampa Musei del Cibo)

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Questa settimana protagonista di "Un mercoledì da food blogger - Cuciniamo sotto la Zolla", Katia Baldrighi con la ricetta della tradizionale sottile schiacciatella piacentina-

Piacenza, 6 agosto 2015 -

E' giunto al suo quarto appuntamento il ciclo "Un mercoledì da food blogger - Cuciniamo sotto la Zolla", che vede food blogger piacentine cimentarsi ai fornelli interpretando ricette tipiche del territorio legate a un tema che cambia di settimana in settimana. Dopo Giulia Golino, Daniela Sippi e Paola Mazzocchi è toccato a Katia Baldrighi del blog "Pappa e Cicci" presentare la ricetta della "burtleina", la tradizionale sottile schiacciatella piacentina che si accompagna solitamente a salumi e formaggi. Il tema di questa settimana è la musica.

Nella postazione allestita all'ombra della Zolla simbolo di Piacenza a Expo, Katia ha preparato la "sua" versione della burtleina, piatto la cui ricetta varia da famiglia a famiglia. L'iniziativa, divenuta ormai appuntamento fisso del mercoledì a Expo, è stata ideata e voluta dal Vivaio Giovani e proprio ai più giovani è rivolta per coinvolgerli nei temi del cibo e della cucina attraverso la condivisione dei contenuti e delle performances sui social network. Ognuna delle food blogger che partecipano al format è infatti presente sui principali canali social come Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest e Youtube.

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La protagonista di questa settimana, Katia Baldrighi, giovane food blogger piacentina, nel suo blog "Pappa e Cicci" ( www.pappaecicci.com ) condivide sfiziose ricette della tradizione e diffonde la cultura della paleodieta, il regime alimentare privo di cereali, latticini e legumi che secondo recenti studi medici avrebbe notevoli risultati nel contrastare le malattie autoimmuni.

I prossimi appuntamenti in calendario vedranno protagoniste Sara Fortunati (Il circolo della cucina), Elena Broglia (Zibaldone Culinario), Gloria Tonani (Glo Ricetta)

Ogni performance potrà essere seguita in streaming attraverso l'account Periscope di Branding Piacenza e le ricette, corredate da una gallery fotografica, saranno pubblicate su www.piacenzaterradivalori.com 

Piazzetta Piacenza a Expo 2015

Piazzetta Piacenza è la vetrina di Piacenza – tra le poche provincie italiane ad avere uno spazio dedicato all'Esposizione Universale di Milano – e del Piacentino a Expo 2015. Un luogo che ha come fulcro la "Grande Zolla", progettata da un gruppo di giovani architetti piacentini under 35 del Politecnico di Milano e dell'Ordine degli Architetti di Piacenza, che riproduce idealmente una zolla di terreno locale con le stratificazioni geologiche e il cui pavimento mette al centro il fiume Po e i suoi affluenti, offrendo ai visitatori l'impressione di poterci camminare sopra. Piazzetta Piacenza è lo spazio in cui il territorio piacentino si racconta, svelando al mondo le sue eccellenze enogastronomiche, il suo patrimonio storico-culturale e un tessuto economico-sociale pulsante. La Piazzetta è il cuore del progetto "Piacenza per Expo per Piacenza" ideato dall'Associazione Temporanea di Scopo Piacenza per EXPO 2015, composta da 18 Associazioni di categoria del sistema economico piacentino, e a cui partecipano Istituzioni Pubbliche, Enti, Istituti Bancari, Organizzazione economiche e Università con l'obiettivo di promuovere il territorio piacentino sfruttando l'irripetibile opportunità offerta da Expo 2015.
Per saperne di più: www.experiencepiacenza.it 

(Fonte: ufficio stampa Piacenza Per Expo 2015)

Pubblicato in Cultura Emilia

Inizia la Summer School 2015. Dal 3 al 7 agosto 40 tra i migliori diplomati degli Istituti Alberghieri italiani vivranno l'esperienza della Scuola Internazionale di Cucina Italiana. -

Parma, 1 agosto 2015 -

Per l'ottavo anno consecutivo ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana apre le porte per una settimana ai 40 migliori diplomati degli istituti alberghieri di tutta Italia: 20 di cucina e 20 di sala.
Gli studenti avranno la possibilità di vivere ALMA e la sua esclusiva offerta formativa a 360 gradi con lezioni frontali, lezioni dimostrative, uscite didattiche e approfondimenti sul mondo della cucina, della pasticceria, della sommellerie e della sala.
Le lezioni si terranno nelle aule training e nei laboratori della Scuola, in modo da far vivere agli studenti gli spazi didattici e le tecnologie all'avanguardia che caratterizzano la struttura di ALMA. Entrambi i gruppi saranno inoltre impegnati in uscite didattiche presso i principali siti produttivi dell'Emilia, alla scoperta delle eccellenze gastronomiche della Food Valley toccando per mano le materie prime e capendone la stagionalità. Momento clou per tutti i ragazzi sarà l'incontro con il Rettore di ALMA Gualtiero Marchesi, definito il Padre della moderna Cucina Italiana, che illustrerà alle giovani leve, nel corso di una lezione magistrale, la storia dei suoi piatti e la sua filosofia.
La Summer School diventa per i ragazzi l'occasione di scoprire la realtà di ALMA e pensare ad una possibile iscrizione: una delle ragioni del successo della scuola è infatti l'alto tasso di occupazione dei diplomati. Secondo le statistiche, il 90% di loro trovano lavoro dopo 6 mesi dal diploma, ALMA li assiste nell'ingresso nel mondo della ristorazione, prima con l'esperienza dello stage in una delle oltre 500 strutture di alto livello che compongono il network ALMA e successivamente con ALMAlink, un portale che, tramite il sito www.almalink.it, permette alle imprese del settore di entrare in contatto con i diplomati della scuola.
Novita' di quest'anno di ALMA e' il nuovo Corso Superiore di Sala e Bar, per la formazione dei futuri Restaurant and Bar Manager.
Molti i partner che sostengono la Summer School, da Metro Italia Cash and Carry, al Birrificio Angelo Poretti che terra' una lezione agli allievi sul mondo della birra, all'azienda Toscobosco, che ha lanciato un contest per gli allievi di cucina piu' meritevoli, i quali si misureranno con l'ideazione di ricette sul tema delle radici: gli autori delle migliori creazioni verranno premiati da Toscobosco con agevolazioni economiche che consentiranno loro di frequentare i corsi ALMA.

(Fonte: ufficio stampa ALMA)

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