E' stata presentata la nuova sede milanese de La Scuola della Cucina Italiana, un tempio dove cimentarsi con ricette gourmet guidati da docenti di primo piano che accompagneranno in un percorso affascinante fatto di gusto, tecnica, profumi, design ed emozioni sensoriali
Di Chiara Marando -
Sabato 25 Giugno 2016 -
Amanti della buona tavola, ma anche delle sperimentazioni ai fornelli, è appena stato presentato uno spazio nuovo e all'avanguardia che ospita una realtà storica del territorio nazionale: la Scuola de La Cucina Italiana si è trasferita nella nuova sede milanese di Piazza Cadorna.
Un ampio salone dotato di bancone bar attrezzato per eventi e degustazioni, ma anche una cucina centrale munita con ogni tipologia di strumentazione professionale, insieme ad una seconda cucina dedicata ai corsi base e pronta ad accogliere fino a 25 persone per volta. Ovviamente, non poteva mancare l'area interamente dedicata alla pasticceria dove dare corpo a golose delizie realizzate con i preziosi segreti dei maestri pasticceri.
Insomma, un vero e proprio tempio della cucina dove chiunque potrà cimentarsi con ricette gourmet guidato da docenti di primo piano ed esperti del mondo food, che accompagneranno in un percorso affascinante fatto di gusto, tecnica, profumi, design ed emozioni sensoriali.
“La cucina è senza alcun dubbio uno dei temi più caldi degli ultimi anni, e in molti pensano che sia dovuto solo ed esclusivamente alla mediaticità, al parlarne continuo della televisione e della stampa, ma non è così -spiega Emanuele Gnemmi, direttore della Scuola e direttore del corso in Manager della ristorazione della scuola internazionale di cucina italiana Alma. – In realtà alla base di questa stagione di grande popolarità del cibo c’è tantissima ricerca, con un alto valore scientifico, che va a influenzare tanto la creazione dei piatti quanto la ricerca dei giusti ingredienti.
E poi ci sono i nuovi influssi del design, di cui l’Italia è sicuramente uno tra gli esponenti più importanti a livello internazionale. La cucina italiana è cultura, e noi siamo felici di trasmetterla anche agli amatori grazie ai nostri corsi”.
Quindi un'attenzione particolare nei confronti della “cultura gastronomica” colta in senso più ampio ed in continua evoluzione. Non più solo i tradizionali corsi dove imparare i rudimenti per preparare la pasta fatta in casa, i risotti, i dolci oppure le tecniche migliori per trattare la carne o il pesce, ma anche lezioni dedicate al food design, alla cucina salutare, al finger food vegetariano ed alla food fotography.
L'obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento nazionale nella formazione culinaria in campo amatoriale.
Per info su corsi, orari e costi: scuola.lacucinaitaliana.it/
Quando decidiamo di concederci una bella cena soprattutto in totale relax a cosa diamo la priorità nella scelta del posto? Forse al luogo più vicino o alla location più suggestiva o al piacere di scoprire un menù nuovo che sia di carne, pesce o vegano? VERONICA VOLPI, sempre attenta alle nuove tendenze, può darvi qualche suggerimento ulteriore per una cena davvero speciale che unisce al piacere dei sapori e del gusto il piacere della vista tra arte e cultura.
Di Veronica Volpi
Quando arriviamo in un qualsiasi ristorante, veniamo invasi dai profumi della cucina e dei piatti degli altri commensali, distendiamo l'orecchio al chiacchierio della gente circostante e al piacevole tintinnio delle posate nel piatto, ci rilassiamo alla morbidezza al tatto delle tovaglie e delle sedute; e se a tutto ciò non si aggiungesse un'ulteriore piacere che ci faccia sognare, fantasticare e distogliere totalmente dal "mondo di fuori"?
E' a questa corrente di pensiero che si allaccia la nascita sempre più diffusa dei "RistorArt" in Italia: il ristorante non è più solo piacere edonico del palato, ma diventa anche esperienza edonistica della cultura, facendoci accompagnare durante i nostri pasti da vere proprie gallerie d'arte.
Non siamo più circondati da nature morte o raffigurazioni anonime prive di contenuto, ma da vere proprie opere d'arte, sculture e quadri di epoca contemporanea, le cui forme e colori spesso si miscelano in un connubio perfetto con l'architettura dei nostri piatti.
La struttura e i colori delle portate rispecchiano le opere dell'ambiente circostante. Un'esperienza, quindi, non solo edonistica ma anche cultura e di arricchimento di noi stessi.
CREDITS : -Tripadviser.it
Con l'arrivo di un nuovo weekend FLASHON MAG vi propone una novità assoluta tra le sue Rubriche.
La proposta di cucina di ILARIA BERTINELLI, oggi con una nuova ricetta golosissima e adatta anche a chi ha problemi col glutine, è abbinata alla selezione di un ottimo vino scelto per voi dalla nostra giornalista-sommelier CECILIA NOVEMBRI.
Di Ilaria Bertinelli e di Cecilia Novembri
La Ricetta
Quando le farfalle iniziano a colorare i nostri giardini, è giunta l'ora di vedere nei nostri piatti un formato di pasta che ha sempre portato la primavera e l'estate nei miei piatti.
Un'altra verdura che, nonostante la lunga disponibilità, porta il sole nel piatto è la zucchina, tanto più se il giallo del sole ce lo regala lo zafferano: quindi quale migliore combinazione per prepararci alla bella stagione!
Inoltre, se deciderete di preparare la pasta all'uovo in casa, ricordatevi di coinvolgere i vostri ragazzi nella realizzazione delle farfalle: si divertiranno sicuramente di più che a giocare con plastilina o altre paste modellabili acquistate in negozio!
In alternativa, acquistate la vostra pasta preferita in negozio, ma al momento non esistono farfalle senza glutine già pronte: magari a breve troveremo la sorpresa sugli scaffali!
Questa ricetta generalmente contiene glutine, quindi troverete indicate le farine per realizzare la pasta all'uovo senza glutine contraddistinte da un doppio asterisco **, mentre alla fine della ricetta troverete le indicazioni per realizzarla con farina tradizionale.
48,7 g CHO per 100 g di farfalle crude senza condimento
Ingredienti per 6 persone
500 g pasta all'uovo** fresca (300 g farina Preparato senza glutine Dallagiovanna speciale per pasta fresca**, 3 uova, 30 g acqua, 10 g olio extra vergine di oliva)
3-4 zucchine
150 g latte parzialmente scremato (pari a 1 bicchiere colmo)
20 g maizena*
30 g burro
30 g scalogni
2 bustine di zafferano
q.b. sale e pepe
q.b. olio extra vergine di oliva
q.b. burro
q.b. Parmigiano Reggiano grattugiato
PREPARAZIONE
L'Abbinamento Vino
Pasta, latte, burro, scalogno, parmigiano e poi zafferano.
Le sensazioni gustative da prendere in considerazione in questo piatto sono sicuramente la tendenza dolce della pasta, l'aromaticità e lo speziato dello zafferano, con la conseguente persistenza gusto-olfattiva.
Il vino in perfetto abbinamento è certamente un bianco che dovrà avere una buona acidità e intensità, con note vegetali che possano ricordare le zucchine. Perfetto un SAUVIGNON BLANC, uno tra i vini più diffusi al mondo, infinite sono infatti le interpretazioni di questo nobile vitigno che si pensa sia nato nella Loira, anche se alcune teorie lo vogliono originario di Bordeaux.
Ai profumi vegetali si affiancano ricordi di mughetto e bergamotto e frutta come lime, mandarino, mela verde, banana, melone e pompelmo.
Al gusto presenta una buona mineralità, freschezza e aromaticità, note verdi di erbe aromatiche (salvia, timo, maggiorana), agrumi, cenni di mandorla.
Quelli affinati in legno sviluppano rotondità e i profumi sono maturi e virano verso la buccia caramellata di agrumi, la frutta secca, la mela cotta e i fichi.
La gran diffusione di questo vino consente un'ampia scelta: il suo habitat naturale sono la Loira, specialmente vicino a Sancerre e Pouilly-sur-Loire e Bordeaux.
In Italia il Sauvignon Blanc trova un'eccellente produzione sulle marne e arenarie delle colline del Collio Goriziano e dei Colli Orientali del Friuli, rendendo il Friuli una meta obbligata per ogni amante dei vini bianchi!
CREDITS: -angoris.com – italianwineshop.it – telegraph.co.uk – huffingtonpost.it – naturaequa.com – gustissimo.it – quicosenza.it – cookaround.com – mangiabruzzo.com – cibook.it – principeibleo.it -
Il ristorante “L’Osteria Francescana” dello chef tristellato Massimo Bottura è stato incoronato il migliore al mondo nella classifica internazionale dei "50 Best Restaurant": “Uno chef è come un artigiano, ossessionato da quello che fa e dalla qualità”.
Di Chiara Marando -
Giovedì 16 Giugno 2016 -
Ormai la notizia è sulla bocca di tutti, il Ristorante migliore al mondo è “L'Osteria Francescana” di Modena dello chef Massimo Bottura,(ben 3 stelle Michelin). L'incoronazione è avvenuta nel corso di una cerimonia svoltasi a New York. Si tratta di un vero e proprio successo anche perché è la prima volta che un locale italiano riesce a salire in vetta al "50 Best Restaurant", la classifica internazionale considerata l'Oscar della gastronomia.
Quindi primo posto per L'Osteria Francescana seguono El celler de Can Roca, Girona (Joan Roca); Eleven Madison Park, di New York (Daniel Humm); al quarto posto Central di Lima (Virgilio Martinez); poi Noma di Copenhagen (René Redzepi), Mirazur di Mentone (Mauro Colagreco); Mugaritz di San Sebastian (Andoni Luis Aduriz), Narisawa di Tokyo (Yoshihiro Narisawa), Steirereck di Vienna (Heinz Reitbauer), e infine Asador Extebarri di Axpe (Victor Arguinzoniz).
Un risultato di eccellenza che la Federazione italiana cuochi (Fic) considera un motivo di orgoglio per tutta la ristorazione nazionale.
«La nomina di Massimo in vetta ai 50 migliori ristoranti del mondo - ha dichiarato Rocco Pozzulo, presidente della Fic - era nell’aria, tutti noi lo speravamo. Come cuoco e come italiano, sono molto felice che abbia raggiunto questo importante risultato. Se lo merita senza ombra di dubbio. È un traguardo che arriva dopo tanti anni di duro lavoro e ritengo che, oltre a dare lustro alla cucina italiana a livello mondiale, possa servire anche come stimolo per i tanti giovani che si avventurano nel mondo della cucina. Il messaggio che deve essere colto è che per raggiungere questi risultati ci vuole il giusto tempo. Sicuramente sono fondamentali passione e determinazione, ma occorre saper attendere che i frutti arrivino, senza voler bruciare le tappe».
Ma qual è il segreto della cucina di Massimo Bottura?
Come lo stesso chef ha dichiarato “Un grande ristorante è formativo come un museo...la cultura è anche quello che si mangia….uno chef è prima di tutto un artigiano ossessionato da quello che fa, dalla qualità”.
E a lui questa passione e meticolosità non mancano, ma soprattutto non mancano la curiosità, la voglia di scoprire e continuare a mettersi in discussione. La sua cucina riprende gli ingredienti e le materie prime della tradizione, ne rielabora le ricette in una chiave innovativa e completamente inaspettata. La sua mente viaggia, raccoglie stimoli da altre culture e cucine, li assorbe per arrivare ad interpretarli ed arricchire i piatti di sapori nuovi che si sposano con quelli della sua terra.
Non è un caso se i suoi piatti più famosi derivano proprio dai ricordi d’infanzia, dalle merende che sua madre gli preparava e dalle ricette che le ha visto realizzare: “La parte croccante della lasagna”, ovvero la ricostruzione dell’angolo della teglie delle lasagne, quello che di solito si ruba appena uscito dal forno; “Il ricordo di un panino alla mortadella”, la merenda preparata dalla mamma, una mousse di mortadella alleggerita accompagnata da un quadrato di pane con ciccioli frolli; “Tagliatelle al ragù”, che lo chef voleva riuscire a fare più buone di quelle di sua madre, preparate con vitello e manzo mantenuti in pezzettoni, niente aglio o aromi, se non due foglie di alloro e un po' di basilico, ma anche niente pomodoro così che risalti il sapore della carne.
Sabato 11 Giugno si è svolta, presso la sede dell’Academia Barilla, la finale dell’edizione 2016 del Pasta World Championship. Due giurie, una tecnica ed una vip, hanno votato i vari piatti valutando tecnica, originalità, manualità e scelta delle materie prime. Lo sloveno Jure Tomic si è aggiudicato il titolo.
Di Chiara Marando -
Parma 13 Giugno 2016 - (Foto di Chiara Marando)
Quanto studio c’è dietro un piatto di pasta? A giudicare dalle proposte presentate al Pasta World Championship, organizzato da Academia Barilla, si può dire molto. Anche quest’anno, infatti, i cuochi che si sono sfidati, giovani prima e professionisti poi, sono riusciti a creare interessanti variazioni sul tema dai profumi e sapori invitanti.
Tre giorni intensi culminati sabato 11 giugno nella attesissima finale che ha decretato il vincitore di questa edizione. A presentare l’evento Tessa Gelisio, perfetta moderatrice del botta e risposta ritmato tra partecipanti e giurati.
L’ultima giornata ha visto ben due giurie alle prese con i piatti dei 4 finalisti che si sono alternati tra i fornelli con un tempo massimo a disposizione di 30 minuti per ogni ricetta.
Due giurie quindi, una tecnica composta da Andrea Grignaffini, critico enogastronomico, Marcello Zaccaria, chef Barilla, Ollie Lioyd, CEO di Great British Chefs e Daniele Caldarulo, Manager della Nazionale Italiana Cuochi. Con loro anche una giuria vip: lo chef pluristellato Davide Oldani, il padrone di casa Paolo Barilla, l’attrice Vittoria Belvedere e lo chef stellato Paolo Lopriore.
Il loro è stato un compito più che arduo perché ad essere giudicata non era solo la bontà della ricetta, ma anche la selezione e lavorazione degli ingredienti, la scelta del formato di pasta, i movimenti in cucina, l’organizzazione, l’impiattamento ed, ovviamente, l’originalità e la creatività.
A sfidarsi nella Great Chef Competition, Mark Delia (Spagna), con “Cannelloni con ricotta, fave fresche, spuma di tartufo e polvere di fave liofilizzate; Umberto Massimo Gorizia, l’unico italiano in finale, con Cannelloni Emiliane Barilla al Parmigiano Reggiano 30 mesi, crudo di gambero rosso di Gallipoli, melanzana e pesto di basilico, capperi e caffè; Yoshitaka Miyamoto (Giappone) con “Sesamo 150” – Rigatoni romani al pesto di sesamo con polvere di polpa di gamberi; Jure Tomic (Slovenia) con Fusilli integrali, formaggio di capra e zucca.
Ed è stato proprio lo sloveno Jure Tomic ad aggiudicarsi il titolo 2016, sia per la bontà del piatto, sia per la sua capacità di sperimentare. Più che originale la pioggia di granella di albume a completamento della mise en place, un tocco in più curioso che ha colpito i giudici.
Quello che si è potuto ammirare durante questa ultima giornata di gara è stata una vera e propria capacità artistica in cucinaperché, come ha voluto sottolineare Davide Oldani “la cucina è prima di tutto armonia. Per imparare a cucinare bisogna soprattutto imparare a rispettare gli ingredienti e fare pratica sul campo per raggiungere un equilibrio di sapori e profumi che siano in grado di fondersi nel palato”.
A concludere il Pasta World Championship è stato proprio lo chef stellato con uno showcooking estremamente particolare, una lezione sul valore dell’arte culinaria, sull’importanza della pasta come protagonista della cucina italiana: “La Pasta rappresenta l’ingrediente della vera cucina Pop, quella che io porto avanti ed interpreto come la più tipicamente e genuinamente popolare. Saperla usare con creatività, valorizzando la sua identità unica è spesso difficile anche per i più grandi chef. La mia sfida per oggi è stata creare la “D’O, la carbonara 2.0”, nella quale ho voluto unire tradizione e innovazione”.
Una carbonara certamente innovativa che della tradizione ha richiamato le materie prime, ma con una preparazione e presentazione completamente inaspettate: crema inglese salata con polvere di guanciale e pepe nero in un bicchierino su cui è appoggiato uno spaghetto fritto spolverato di pecorino.
Emblematica la frase di Tessa Gelisio scelta per l’assaggio: “adesso devo solo capire come mangiarla”.
Eventi e showcooking hanno animato Parma per la tre giorni dedicata al food. Un vero successo per la prima edizione di Gola Gola Festival: una vera e propria festa del cibo, del buon gusto e della tavola.
Tutte le foto di Francesca Bocchia nella galleria in fondo alla pagina
Reinventare un ingrediente come l’avocado per realizzare una salsa particolare: Maiocado, la deliziosa maionese vegana che si sono inventati Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi, i due protagonisti di Gnam Box.
Di Chiara Marando -
Sabato, 11 Giugno 2016 – (foto tratte dal sito GnamBox)
Parliamo di cucina degli esperimenti, quella dove diventa puro divertimento mixare i vari ingredienti e dare corpo a preparazioni nuove e inaspettate con sapori altrettanto curiosi e piacevoli. Si chiama creare e nasce dalla passione per tutto ciò che è food e scoperta.
Perché, alla fine, la cucina è un’arte, una piccola poesia di profumi, gusti ed armonie di colori. Non ci sono limiti agli abbinamenti, si va per tentativi.
Come nel caso della Maiocado, la deliziosa maionese vegana che si sono inventati Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi, i due protagonisti di Gnam Box, il noto blog che detta legge nel mondo del food.
Come si può capire dal nome, l’ingrediente principe è l’avocado, frutto prezioso e perfetto alleato in cucina per la sua versatilità. Ma non solo, è ricco di vitamina A e E, Omega 3 ed ha la proprietà di controllare la glicemia. E quando si parla di versatilità significa che risulta ideale per arricchire piatti freddi e insalate, ma anche per salse e bevande.y
Stefano e Riccardo ne hanno tratto ispirazione e sono riusciti a rielaborarlo in una ricetta estremamente golosa che può dare quel tocco in più a carne, pesce e crostini, il tutto in veste completamente vegana.
Unico accorgimento da tenere bene a mente è la maturazione del frutto perché, come fanno notare i due ragazzi : “Bisogna aspettare che l'avocado raggiunga la giusta maturazione per essere al meglio del suo sapore”.
La Maiocado non è solo buona e originale, è anche facile da fare perché, a differenza della maionese tradizionale, non “impazzisce” ed è leggera, quindi azzera i sensi di colpa di chi sta attento alla linea e non vuole esagerare con i grassi.
Insomma, una delizia da provare subito e da servire durante il prossimo aperitivo tra amici come salsa, ad esempio per cracker integrali o ai cereali, sandwich e tartine.
Ecco la ricetta!
Ingredienti
1 avocado maturo
50 ml olio evo
1 limone
1 cucchiaio di sciroppo d'acero
erba cipollina
coriandolo
tabasco
sale e pepe
Preparazione
Unite tutti gli ingredienti e frullateli fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiustate di sale, pepe, limone e tabasco a piacere (1 limone e 10 gocce di tabasco è il consiglio di Stefano e Riccardo).
Se lo desiderate, potete variare il sapore anche aggiungendo erbe aromatiche.
L’idea è quella di servire la Maiocado come antipasto con pane o craker di semi, ma anche come salsa per crudité di verdure oppure per sandwich e burger.
Dal 10 al 12 Giugno Parma si animerà con il “Gola Gola Festival”, tre giorni di eventi dedicati alla cucina ed alla tavola. Una tavola che deve essere per tutti, ecco quindi che sabato 11, alle 18, i Portici del Grano ospiteranno La Cucina (In)Tollerante, tapas e fingerfood per tutti”, a cura di Francesca Morandin e Ilaria Bertinelli.
Di Chiara Marando -
Sabato 04 Giugno 2016 -
Tre giorni di gusto, tre giorni all’insegna della cultura gastronomica e della cucina, tre giorni di “Gola Gola Festival”, l’evento che animerà il centro storico di Parma dal 10 al 12 Giugno 2016.
Un appuntamento atteso che si snoderà tra incontri, show cooking, mostre e visite guidate, ospiti illustri, musica e degustazioni per offrire un evento unico nel suo genere.
Un ricco calendario che vedrà il suo apice nella “Notte Bianca dei Golosi”, organizzata da ASCOM, una notte dedicata al sapore, al divertimento, alla musica ed allo shopping tra i borghi e le piazze cittadine, il tutto arricchito dallo splendido patrimonio architettonico medievale e rinascimentale che caratterizza la città.
Filo conduttore della manifestazione, il cibo e la buona tavola, comuni denominatori che legheranno le molteplici iniziative, gli artisti ed il pubblico.
Tanti gli eventi estremamente interessanti in programma, ma tra quelli del sabato, nella suggestiva location di Piazza Garibaldi, sotto i Portici del Grano, si svolgerà una performance: “La Cucina (In)Tollerante, tapas e fingerfood per tutti”, a cura di Francesca Morandin, tecnologa alimentare specializzata nel lievito madre e Ilaria Bertinelli, autrice del libro Uno Chef per Gaia e perfetta chef dell’omonimo blog di consigli e cucina per celiaci e diabetici.
Il loro sarà un vero e proprio aperitivo, durante il quale parleranno della “cucina tollerante”, ovvero senza glutine e a basso indice glicemico, e prepareranno sfiziosi finger food tutti da gustare: Rotolini di Bresaola con ricotta e salsa di mele cotogne, Girelle di farina di ceci ripiene nella versione con Bresaola e Prosciutto Crudo, Crostini di pane al saraceno con salumi e golose mostarde e marmellate tutte da scoprire, Dischetti di pasta brisè aromatizzati e Cracker ai semi.
Ricette equilibrate e golose, realizzate con ingredienti selezionati e offerti da aziende che da sempre lavorano le materie prime con grande attenzione e quella maestria capace di fare la differenza. Aziende come il Salumificio Pedrazzoli, da vent’anni certificato bio con prodotti di alta qualità, Lazzaris, azienda nota per la bontà delle sue mostarde e conserve, ed ancora l’Azienda Agricola Bertinelli, rinomata realtà del territorio di Parma premiata per l’eccellenza del suo Parmigiano Reggiano e, per finire, il Molino Quaglia con le sue ottime farine ed altri prodotti specifici per il senza glutine.
Durante l’evento sarà presente l'unità mobile del senza glutine della protezione civile, che servirà i pasti senza glutine in Piazza Garibaldi, nonché le Associazioni AIC e AGD di Parma.
L’appuntamento è per Sabato 11 Giugno, alle ore 18, sotto ai Portici del Grano in Piazza Garibaldi a Parma.
Ma i tre giorni di questo "Gola Gola Festival" riservano tanti altri incontri da segnare in agenda, molti dei quali su prenotazione. Per saperne di più e non perdere quelli che più vi interessano basta andare sul sito ufficiale http://www.golagolafestival.it/
Tutti i giorni viene sprecata una quantità enorme di cibo, ma combattere questa situazione è possibile. La chef Ada Parellada ne ha dato un significativo esempio con una serata organizzata nel suo noto ristorante di Barcellona: un menù di 10 portate gourmet preparate solo con alimenti di scarto
Di Chiara Marando -
Sabato 28 Maggio 2016 -
Tutti i giorni supermercati, panetterie, negozi di generi alimentari e pasticcerie arrivano a buttare via una quantità considerevole di prodotti che stanno per scadere o che non sono più appetibili e golosi agli occhi del consumatore. Un vero peccato per chi quel cibo lo mangerebbe ma non può permettersi di acquistarlo, una realtà di cui troppo spesso si ignora la reale portata.
Combattere gli sprechi alimentari si può, non esistono regole precise, ognuno può scegliere di farlo in un modo diverso, personalizzarlo e renderlo originale e significativo. L’idea è quella di dare un segnale importante, ma soprattutto un contributo di rilievo che faccia la differenza.
Un po' come ha fatto un ristorante conosciuto e alla moda di Barcellona, il Semproniana, che ha lanciato l’iniziativa#gastrorecup: solo per una sera, la chef Ada Parellada è riuscita a creare un menu completo e gourmet utilizzando esclusivamente prodotti e materie prime destinate ad essere buttate vie.
Una cena di recupero insomma, ad un costo più che simbolico: 4 euro, escluse le bevande.
Lo spunto arriva dall’osservazione della situazione che vive la Spagna dove, ogni anno, si producono 385 milioni di chili di rifiuti alimentari, ovvero una quantità che potrebbe nutrire 12 milioni di persone.
Le cifre variano di paese in paese ma rimangono altissime, è quindi urgente riuscire a porre un freno a questa situazione, allo sperpero di risorse di beni alimentari e denaro che potrebbero contribuire a salvare i milioni di persone che soffrono la fame.
Un segnale positivo in questo senso è arrivato dalla Francia, che ha approvato una legge che vieta ai supermercati e ipermercati di gettare via il cibo invenduto: si va dalla donazione, alle associazioni all'utilizzo per fini energetici, fino alla trasformazione in alimenti per animali o in compost.
E anche la Chef Ada Parellada ha voluto seguire questa scia e fare sua la lotta contro questo consumo inutile. E’ stata una serata speciale, fatta di cibo raffinato preparato con quegli alimenti non voluti dalla ristorazione e dalla grande distribuzione.
Un menù di dieci portate, cinque primi, cinque secondi e quattro dessert, che hanno deliziato i presenti. Un evento unico nato da una ricerca attenta condotta proprio dalla chef e dal suo team che si sono prodigati in visite a mercati, supermercati ed altri alimentari per recuperare ii prodotti da buttare.
"Il nostro sistema alimentare è marcio – ha spiegato Ada alla rivista El Pais - parliamo di prodotti che non hanno più una vita utile dal punto di vista commerciale, ma che sono ottimi dal punto di vista nutrizionale. E il mio obiettivo è di dimostrare che lo sono anche organoletticamente e gastronomicamente."
Questo appuntamento ha dato il via ad un vero e proprio movimento anti-spreco che si è diffuso sui social media attraverso l'hashtag #gastrorecup: l'idea è quella di spingere altri ristoratori a fare altrettanto.
Mousse di cannellini e tonno: un'idea originale ottima sia come stuzzichino che come seconda portata. Semplice e dalla veloce preparazione è gustosa e priva di glutine.
Di Ilaria Bertinelli
Ospiti all'ultimo momento o semplicemente arrivo a casa all'ultimo minuto, ecco un'idea per evitare di ricorrere ai soliti rimedi.
Uno stuzzichino, ma anche un secondo quando il primo ha svolto il ruolo del protagonista, i cannellini e il tonno sono una coppia inedita che ci regalerà momenti di piacere per il palato, ma anche per la nostra salute.
I legumi sono ricchi di carboidrati, proteine e fibre in una combinazione che rappresenta un'ottima formula per tenere d'occhio l'aumento della glicemia nel sangue proprio grazie alle fibre che rallentano l'assorbimento degli altri nutrienti contribuendo al nostro benessere.
Non vi resta che provare. Questa ricetta è naturalmente priva di glutine.
6 g CHO per 100 g
INGREDIENTI per 6 persone
230 g cannellini in scatola
180 g tonno sott'olio
30 g cipolla
15 g olio extra vergine di oliva
q.b. acqua, sale, rosmarino o timo
PREPARAZIONE
Mettere qualche cucchiaio di olio extra vergine di oliva in una padella antiaderente
Fare soffriggere la cipolla, quindi aggiungere i cannellini e un rametto di rosmarino
Lasciare cuocere per circa 15 minuti
Mettere i cannellini in un frullatore, togliere il rametto di rosmarino, aggiungere alcuni cucchiai di acqua, aggiustare di sale e frullare in modo da ottenere una crema
Servire la crema di cannellini con tonno sott'olio sgocciolato e qualche ago di rosmarino come decorazione.
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