Visualizza articoli per tag: agricoltura

Sarà la prossima assemblea di ottobre a segnare lo spartiacque tra il passato e il futuro. Bezzi: "voglio portare a casa tutti gli associati".

di Lamberto Colla Parma (PR), 29 luglio 2016 -
Alessandro Bezzi, il nuovo presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, sembra avere le idee molto chiare circa la strada che il Consorzio deve intraprendere.

47 anni, sposato e con tre figli, Alessandro Bezzi è subentrato, il 9 maggio scorso a Giuseppe Alai alla guida del Consorzio che, molto probabilmente, genera il maggiore appeal in Italia e all'estero. Ed è proprio da questa forza, anche organizzativa, da "macchina da guerra" come lo etichetta Bezzi stesso, intende progettare, nel più breve tempo possibile, le fondamenta sulle quali consolidare e sviluppare il futuro del settore.

"Il compito che mi sono dato da presidente è quello di portare a casa tutti i nostri associati. Dobbiamo riportare nel nostro alveo tutto quello che è nel nostro sistema perciò avremo una assemblea già fissata a ottobre dove verrà portate avanti una riforma molto importante."

Non ha perso tempo il Presidente e, già dal giorno dopo la nomina, seguendo il principio che sono i primi 4-5 mesi quelli da sfruttare per disegnare l'impronta del cambiamento, ha promosso tutta una serie di incontri con tutti gli operatori mettendo sul tavolo i fondi che il consorzio ha da investire per promuovere dei progetti che vadano nella direzione delle convergenza degli interessi. Un tavolo rotondo promosso subito dopo Cibus per "fare il punto su Cibus e sul mercato".

Gli obiettivi nel mirino del Presidente sono: qualità e catene distributive.
"Dobbiamo collaborare - sottolinea Bezzi - con tutti perché, se una volta che siamo stati bravissimi a fare quella bellissima forma di formaggio e poi di là non abbiamo chi ce la commercializza e ce la paga, è inutile che stiamo qui a parlare: la collaborazione è una cosa fondamentale".

Sulla questione di mercato, in effetti, qualche problema ancora esiste e lo dimostra qualche operazione di compravendita che, nei giorni scorsi, ha fatto "chiacchierare" gli operatori per il prezzo particolarmente basso con il quale, una delle più importanti e aggressive catene distributive, è riuscita a accaparrasi il Parmigiano Reggiano.
"La questione di quella vendita, è una cosa che non è nella logica della commercio del nostro prodotto. Quella vendita online, rimarca Alessandro Bezzi, è stato un esempio che, probabilmente dalla parte loro l'avranno presa in positivo, non è sicuramente in positivo da parte di chi gli ha venduto il prodotto."

Al di là dell'episodio il prezzo "della grande distribuzione, secondo me, dovrebbe avere lo spazio per riconoscere qualcosa in più ai commercianti, il che vuol dire che anche noi avremmo lo spazio per ottenere qualcosa in più."

In sostanza, nonostante la crisi del settore lattiero caseario, il Parmigiano Reggiano ha tutti i presupposti per poter aumentare ancora un po'. "Non salti mortali" ma prezzi sufficientemente stabili per offrire agli allevatori quella indispensabile tranquillità per operare al meglio.

"Io sono molto ottimista. Abbiamo fatto delle politiche molto centrate, prosegue Bezzi, i piani produttivi, il disciplinare, abbiamo messo in pista delle cose che stanno andando molto bene. Il mercato è ancora a nostro favore, in una contingenza, in un settore lattiero caseario che, in tanti anni che rappresento il settore, non avevo mai visto. Perciò avere un mercato tendenzialmente positivo in un contesto come stiamo vivendo adesso, mi autorizza a pensare che siamo veramente il numero uno."
"Noi ci troviamo oggi con un prezzo che ha ancora un margine per poter salire. Abbiamo un export che tira, i consumi vanno bene e leggo che mese per mese c'è un incremento del nostro prodotto. A livello nazionale abbiamo cambiato strategia e abbiamo fatto un progetto importantissimo che coinvolge Operatori, GDO e Consorzio. Un progetto fatto e mirato con un discorso pubblicitario e vendita sul posto."

Altra scelta importante è stata l'istituzione della "Commissione Marca". Un progetto che possa andare "a mordere sempre più fette di mercato", facendo convergere nel progetto idee e finanza.
"E' un progetto operativo, prosegue Bezzi, e nei prossimi giorni partiranno le lettere ai commercianti ai quali chiediamo la loro adesione. Sono convinto che è un progetto sul quale vorranno montare su tutti. Se il progetto funziona, come io penso, abbiamo spazio per inserirlo nel piano quadriennale che andremo a proporre alla assemblea di ottobre"

Insomma a ottobre, se l'Assemblea l'approverà, il Consorzio del Parmigiano Reggiano verrà sottoposto a una vera e propria riforma che lo lancerà, ancor più, nell'olimpo delle istituzioni maggiorente influenti nel contesto lattiero caseario.

10-marchio-fuoco-prre

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Anche nel mese di giugno, i costi per la produzione agricola risultano essere complessivamente inferiori rispetto a quelli sostenuti dagli agricoltori e allevatori nazionali nel 2015.

Roma, 28 luglio 2016
E' quanto emerge dall'indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione elaborato dall'Ismea, che assume nel mese in esame valore pari a 105,1 (base 2010 = 100) evidenziando a una flessione di 1,8 punti percentuali su base annua a fronte di una tenuta rispetto a maggio.

Sul calo tendenziale pesa il corso deflativo dei prodotti energetici, che cedono a giugno il 10,5% su un anno fa, malgrado la ripresa mostrata negli ultimi due mesi, di riflesso al lieve incremento del prezzo del petrolio.

Risultano in calo, sempre su base tendenziale, anche le voci dei fertilizzanti e dei fitosanitari (rispettivamente -2,5% e -1,2%), mentre, con riferimento alle spese sostenute dagli allevatori, si evidenzia una lieve riduzione dei mangimi (-0,6%) a fronte di un moderato incremento dei capi di allevamento (+1,3%).

Sono soprattutto le aziende del settore vegetale a trarre vantaggio della riduzione dei prezzi degli input produttivi: il confronto con i costi sostenuti l'anno scorso rimane infatti favorevole (-3,3% rispetto a giugno 2015), anche se la dinamica mensile fa registrare una lieve crescita (+0,3%). Significativo il risparmio per le imprese specializzate in cereali e in semi oleosi, che beneficiano di una contrazione dei costi del 4,3%, per entrambe, su base annua. Nel complesso gli allevatori sono interessati solo da una riduzione annua dei costi più moderata (-0,5%).

Con il dato di giugno, infine, la variazione acquisita dei prezzi dei mezzi correnti di produzione per l'intero 2016 resta in territorio negativo: il confronto con il dato medio 2015 si porta al meno 1,1% per l'indice generale e a meno 2,2% per le coltivazioni. Resta pressoché nulla (-0,2%) la variazione acquisita calcolata per l'indice per i prodotti zootecnici.

(allegato documento Ismaea 28 giugno 2016)

 

Mercato sempre volatile e confuso, mercoledi sera il mercato ha dato segni di recupero specie sul comparto soia. Previsioni meteo confermano temperature medie sopra la medie e scarse precipitazioni.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 28 luglio 2016 -
Le ragioni sono sempre da ricercare nelle previsioni del tempo che persistono nell'indicare, relativamente al Mid West, temperature sopra le medie stagionali e scarse precipitazioni. A questo si aggiungano gli acquisti della Cina e il desiderio dei fondi di marginalizzare.

Cereali-28lug16


Sul mercato nazionale occorre segnalare il perseverare di una certa resistenza al vendere da parte dei produttori di cereali, frenati dalle basse quotazioni, di orzo, grano, triticale.

Il mercato dei cruscami continua il suo cammino al rialzo ma si sta avvicinando alla soglia di resistenza/sostituzione a 130/135 euro alla tonnellata.
L'imminente campagna maidicola sta promettendo bene e sembrerebbe scongiurato l'incubo tossine.

I prezzi bassi dei cereali tendono una mano alle filiere zootecniche che, come è noto, stanno vivendo una profonda crisi, seppure un più consistente sostegno potrebbe arrivare nel periodo pre autunnale (settembre-ottobre) per effetto di un auspicabile ridimensionamento dei proteici. A incidere sulle perplessità resta comunque l'incognita del tasso di cambio Euro/Dollaro che potrebbe essere condizionato anche dalle imminenti elezioni statunitensi.

Per il mercato delle bioenergie, in corso di trinciatura sui precoci, sembra che le cose possano andare per il meglio e si registra una corsa all'accaparramento di aree di raccolto, nella consapevolezza che la superficie investita sia inferiore alle attese.

Indicatori internazionali 28 luglio 2016


l'Indice dei noli è sceso sensibilmente a 679 punti, il petrolio è sceso ancora a 42,10 $ e l'indice di cambio è risalito a1,10834

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Mercato sempre volatile per non dire "confuso". L'estate è ancora lunga e le sorprese possono arrivare. E' opinione diffusa che, con l'avvicinamento del raccolto USA, il mercato possa e ridimensionare i valori.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 25 luglio 2016 -
Venerdi scorso il comparto soia era in forte flessione negativa con la farina in perdita di -15$ e chiusura definitiva a meno 5,80 dollari mentre il seme da -40 cent, per bushels a -26. Esempi che dimostrano come il mercato stia affrontando una soglia di resistenza.

Del resto l'estate è ancora lunga e le sorprese possono arrivare anche se, fondamentalmente, merce non ne manca ed è opinione diffusa che, con l'avvicinamento del raccolto USA, il mercato possa e debba ridimensionarsi nei valori.

Sul mercato interno occorre segnalare la resistenza alla vendita da parte dei produttori di cereali, frenati e spaventati dalle basse quotazioni, di orzo, grano, triticale. Il mais pur riscontrando una quotazione più alta si sta "afflosciando" trascinato dal grano. E' perciò prevedibile che si separeranno due distinti mercati: quello per uso zootecnico che si appesantirà con l'arrivo di molta merce estera e quello invece di qualità superiore che tenderà a rinforzarsi.
Nessuna nuova per l'orzo se non che per quello pesante che sulla nuova campagna difficilmente arriverà dalla Francia. Il mercato dei cruscami continua il suo cammino al rialzo e si prevede una soglia di resistenza a 130/135 euro alla tonnellata. Oltre tale limite si scontrerebbe con i cereali minori. Per le polpe attesa della nuova prossima campagna e merce sui porti a 180 euro tonnellata, buccette di soya sempre ben tenute.
Per i proteici chi deve muovere acquisti sul breve periodo potrebbe approfittare di questi cali mentre sul medio e lungo è diffcile ipotizzare una tendenza attendibile anche in forza delle fluttuazioni del cambio.

Riguardo al mercato dei bioenergetici, cruscami sempre più cari e semola umida contingentata. Sono in corso i primi tentativi di trinciatura dei precoci, che comunque si presentano bene.
Si stanno rendendo sempre più evidenti le ricadute negative dei dettami della G.U. del 18/04/16 che hanno escluso l'uso di diversi prodotti di derivazione industriale del comparto agro alimentari. Ne consegue che attualmente si registra un eccesso di bucce di cacao, pane, pasta residui veri di queste industrie che devono ritrovare la via dell'alimentazione zootecnica.

Indicatori internazionali 25 luglio 2016


l'Indice dei noli è risalito a 718 punti, il petrolio scende ancora e segna 44,15$ e l'indice di cambio scende ancora a 1,09695

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

I listini agricoli rimangono su livelli inferiori rispetto a quelli del 2015 (-3,7% su base annua), risentendo anche di una congiuntura sfavorevole (-2,1% rispetto a maggio).
 La tendenza deflattiva è più accentuata secondo l'indice core (-6%).

Roma, 19 luglio 2016 - Il mese di giugno chiude con un ulteriore ribasso dei prezzi in campagna, dopo il timido segnale di ripresa evidenziato a maggio. È quanto rende noto l'Ismea, sulla base dell'indice dei prezzi agricoli, che si è attestato, nel mese in esame, a 105,8 (base 2010=100), registrando una flessione del 2,1% su base mensile e del 3,7% su giugno di un anno fa.

Ancora più marcata la tendenza deflativa che emerge dall'analisi dell'indicatore "core" - elaborato dall'Ismea escludendo le componenti più stagionali e quindi suscettibili di forti oscillazioni de prezzi quali: "ortaggi" e"frutta fresca". Tale indicatore, che ha il pregio di cogliere la dinamica di fondo dei prezzi agricoli, mostra una sostanziale stabilità congiunturale (+0,9 % rispetto a maggio) a fronte di una significativa riduzione su base annua ( -6%), di riflesso al deprezzamento di frumento, olio d'oliva, latte e avicoli.

Con il dato di giugno, quindi, la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intero 2016 scende ulteriormente in territorio negativo: dal -7,3% registrato nel mese di maggio il confronto con il dato medio 2015 si porta al -8,5%. Resta grossomodo stabile, invece, la variazione acquisita calcolata per l'Indice "core", che passa dal -7,3% di maggio al -6,8% di giugno.

Andando più nel dettaglio, il comparto vegetale evidenzia nel complesso una congiuntura negativa (-6% rispetto a maggio) associata a una tendenza deflativa (-2,7% rispetto a giugno 2015). Secondo le elaborazioni Ismea, il calo annuo riflette le riduzioni dei cereali (-4%, per lo più determinato da ribassi di frumento e riso), degli oli e grassi vegetali (-29,6%), mitigate dalla lieve crescita dei prezzi delle altre coltivazioni. In particolare, i listini della soia e delle altre oleaginose segnano una crescita del 9,2% su base annua. Il dato di giugno, come per i precedenti mesi, è positivo anche per le colture industriali, che registrano una crescita di 8 punti percentuali rispetto a giugno 2015, soprattutto per la crescita del prezzo del tabacco (+11%).

L'analisi congiunturale indica prezzi sostanzialmente stabili nel segmento dei vini, oli, colture industriali e i cereali (nell'ambito dei quali va evidenziato l'effetto compensatorio tra le variazioni positive del mais e quelle negative del frumento). Variazioni negative, si evidenziano invece, per i prodotti frutticoli e, soprattutto, orticoli, mentre i semi oleosi spuntano un più 4,3% su maggio.
Nel comparto zootecnico, la tendenza è deflativa (-4,6%) nonostante il dato congiunturale positivo (+1,4%). Il dato tendenziale riflette il deprezzamento di tutti i prodotti e in particolare di latte e derivati (-7,2%, dovuto al calo dei prezzi del burro e dei formaggi molli e semiduri) e delle uova (-14,7% rispetto a giugno 2015).

In termini di prezzi al consumo, i dati diffusi dall'Istat indicano una tendenza generale ancora deflativa (l'indice NIC segna un calo dello 0,4% rispetto a giugno 2015), mentre risultano in lieve rialzo i prezzi dei beni alimentari.
Il loro livello, monitorato dall'indice FOODXT, registra un timido + 0,2% su base annua: in particolare è in ripresa la componente relativa ai beni alimentari non lavorati, il cui indice segna un avanzamento dello 0,4% rispetto a maggio e dello 0,7% su base annua.
(Fonte Ismea Roma 19 luglio 2016)

Il mercato delle materie prime rimane sempre molto volatile e "nervoso" e condizionato dai bollettini meteo. Martedi ha accusato il colpo dello spostamento in avanti del temuto fronte di caldo troppo secco e i fondi ne hanno approfittato per alleggerire le loro posizioni

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 20 luglio 2016 -

Ceraeli-MP-20lug16


La novità prevalente, riscontrata sul mercato domestico, risiede nel mercato dei cruscami che si è violentemente ripreso. Per il mais invece si è assistito solo a una timida ripresa peraltro subito svanita. Il grano nonostante la frenata di quello molitorio e zootecnico, più che altro per la resistenza dei produttori a vendere, rimane in zona fortemente critica e sta mettendo in difficoltà circa 300.000 imprese agricole. Per l'orzo la situazione non cambia e la criticità dei prezzi è determinata sia dalla qualità (pesi specifici) sia dalla spinta delle rimanenze provenienti dall'estero. Senza storia il triticale che è offerto a 140 euro partenza Milano.

Intanto i prezzi esteri sulla nuova campagna per il mais comunitario (rumeno, ungherese, bulgaro, serbo) per settembre quotava, nella giornata di martedi a euro 159, l'ottobre a euro157, il novembre euro 157, e il dicembre euro 159 cui aggiungere il nolo navale da 18 a 20 euro tonnellate per navi da 30.000 tonnellate. Quotazioni queste che dovranno scontrarsi con la massa di grano foraggero che verrà ben presto esitata sul mercato. Sempre nella giornata di martedi è stato offerto del mais, sul periodo ottobre 2016 - giugno 2017 a 180 euro arrivo Brescia su camion ribaltabili

Riguardo alle bioenergie, la novità è rappresentata dall'impennata dei cruscami e dai primi tentativi di trinciatura sui precoci. Nel frattempo si stanno rendendo più evidenti le ricadute negative dei dettami della G.U. del 18/04/16 che hanno escluso l'uso di diversi prodotti che derivavano da varie industrie agro alimentari.

Indicatori internazionali 20 luglio 2016


l'Indice dei noli è risalito a 746 punti, il petrolio ruota intorno a 45,60 $ e l'indice di cambio a 1,10137

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

L'assessore regionale Caselli ha incontrato a Faenza (Ra) una delegazione della provincia argentina del Rio Negro per individuare possibili terreni di collaborazione in campo agricolo, in particolare nell'ambito della frutticoltura e dell'innovazione tecnologica. Altri obiettivi il rafforzamento degli scambi commerciali e dei legami istituzionali tra i due territori.

Bologna, 19 luglio 2016

L'Argentina chiama, l'Emilia-Romagna risponde. L'assessore regionale all'Agricoltura, Simona Caselli, e il presidente della provincia di Ravenna Claudio Casadio alla testa di una delegazione formata dal direttore generale dell'assessorato Valtiero Mazzotti e da alcuni funzionari regionali, ha incontrato ieri pomeriggio a Faenza, presso lo stabilimento della coop Granfrutta Zani, il governatore della provincia argentina del Rio Negro, Alberto E. Weretilneck, accompagnato dall'ambasciatore dell'Argentina in Italia Tomàs Ferrari, insieme ad un numeroso gruppo di imprenditori del settore agroalimentare del Paese sudamericano in missione tecnico-commerciale in Emilia-Romagna.

Obiettivi dell'incontro il consolidamento dei rapporti e dei legami istituzionali tra i due territori, l'individuazione di eventuali progetti di collaborazione in campo agricolo sfruttando la complementarietà tra le produzioni argentine e quelle dell'Emilia-Romagna.
"L'incontro- ha sottolineato Caselli– si inquadra nel rafforzamento degli scambi commerciali e della cooperazione tra l'Emilia-Romagna e il Rio Negro, in particolare per la modernizzazione della frutticoltura del Paese sudamericano". Gli imprenditori argentini - è emerso nel corso della visita – sono interessati in modo particolare all'avvio di collaborazioni per lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche in agricoltura. E l'Emilia-Romagna, per il suo alto livello di specializzazione nel comparto, può offrire un valido supporto in questa direzione".

Il Rio Negro è una provincia ad alta vocazione agricola situata nella parte meridionale dell'Argentina, in Patagonia, al confine con il Cile. Un territorio con un' estensione pari a due terzi dell'Italia e che tra l'altro vanta solidi legami con l'Emilia-Romagna per la presenza di una folta comunità di emiliano-romagnoli arrivati in Sudamerica all'inizio del '900 e che hanno dato grande impulso all'agricoltura locale, grazie soprattutto ad un vasto programma di opere idrauliche.

(fonte: ufficio stampa ER)

Domenica, 17 Luglio 2016 10:11

Rivalta, viaggio nella biodiversità.

Alla scoperta del Parco Barboj di "Rivalta", frazione del comune di Lesignano de Bagni, dove nasce il progetto di recupero di razze e frutti antichi di Mauro Ziveri de la "Rosa dell'Angelo". 

di Lamberto Colla 

Parma, 17 luglio 2016

L'appuntamento è a Traversetolo presso il Prosciutto Bar Rosa dell'Angelo. Ad accoglierci Michele Grigolini, che sarà il nostro Cicerone in questo tuffo nel passato della civiltà contadina.

IMG 3920   IMG 4022

Prima di salire sul fuoristrada e dopo un rigenerante caffé di metà mattina non potevamo perdere l'occasione di scoprire cosa c'è nascosto nel "Prosciutto Bar": un prosciuttificio. Infatti il "Bar" è solo la punta dell'iceberg dell'edificio e il tipico profumo di "stagionatura" dei prosciutti che accoglie chi entra nel bar doveva insospettire e non potevano essere i circa 150 prosciutti, peraltro già ben stagionati, che facevano bella mostra in spalliera posta dietro al banco di servizio a rilasciare quell'inconfondibile profumo più connesso al "genius loci" che al prodotto singolo pronto al consumo.

IMG 1712

Attraverso una scaletta si entra nel fantastico mondo del prosciuttificio che contempla anche l'area asettica destinata all'affettamento effettuato rigorosamente con delle meravigliose Berkel che, oltre a far bella mostra di sé nell'area espositiva, sono ancora, come un tempo, lo strumento di lavoro quotidiano che precede il confezionamento nella vaschetta che si troverà sulla scaffalatura refrigerata del supermarket.

IMG 1726

IMG 1717

L'esposizione dei prodotti top di gamma è un tripudio di forme, aromi e sapori. Si va dal tradizionale "Parma" al "Prosciutto di suino nero", dal culatello allo strolghino, dalla coppa alla pancetta di maiale nero.

Il minimo comune denominatore è la qualità, plus di riconoscimento del marchio "Rosa dell'Angelo". "La qualità, riferisce Michele Grigolini, è il valore distintivo per il quale i nostri clienti acquistano le nostre vaschette. Un fattore distintivo che comporta maggiori oneri e che interviene già nella selezione delle materie prime e, nel caso dei suini autoctoni, in un maggiore mortalità neonatale in quanto non utilizziamo assolutamente farmaci antibiotici. I suini da noi allevati nella azienda che andremo a visitare a Rivalta hanno ben 1000 metri quadrati di terreno a testa". 

maiale nero prosciutto Pama rivalta biodoversita

Finalmente si sale sul fuoristrada e si parte per destinazione "Rivalta", una frazione del comune di Lesignano de Bagni, dove si estende la tenuta agricola che ospita, nel primo week end di settembre, il "Rural Festival" giunto quest'anno alla terza edizione e che attrae circa 30.000 visitatori durante i due giorni dedicati. Un successo ben oltre le aspettative tale da far pensare di organizzare per il prossimo 17-18 settembre la prima edizione in Toscana nella piazza di Gaiole in Chianti.

Raggiunto il crinale, dove a mala pena possono incrociarsi due mezzi, si può osservare un paesaggio straordinario. Da un lato la vallata di calanchi dove a primeggiare è l'asperità, quasi lunare, del terreno franoso, mentre dall'altra la rigogliosità della valle coltivata a cereali, erba medica, qualche vigneto intervallati da boschetti dai colori forti che le piogge dei giorni precedenti hanno reso ancor più vivi e intensi facendo da cornice sull'orizzonte della pianura lasciando vedere ben distintamente l'arco del "Ponte di Calatrava" di Reggio Emilia.

IMG 4019

Un luogo ideale per valorizzare la biodiversità che tanto a cuore sta a Mauro Ziveri, ideatore della "Rosa dell'Angelo" e delle imprese e iniziative collaterali attuali e prossime. "Visto il successo del Rural Festival, sottolinea Grigolini, stiamo pensando di dare vita alla prima edizione del Rural Festival Toscana nel Chianti."

Un'autentica passione che, giorno dopo giorno, si autoalimenta e che non poteva trovare migliore collocazione potendo vantare il riconoscimento MAB dell'UNESCO (Man and the Biosphere) avviato, negli anni '70, allo scopo di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità attraverso programmi di ricerca e capacity-building.

IMG 4014 

IMG 4020

Stiamo arrivando e ancora dalla costa del crinale è Grigolini che ci indica l'appezzamento di terreno dove sono coltivate le sette varietà di uva tra le quali spiccano la Termarina (rischiò l'estinzione a causa della Fillossera -Daktulosphaira vitifoliae - che nel XIX secolo distrusse quasi tutti i vigneti europei) e la Fortana del Taro, sposa perfetta per il pregiato culatello, che nella bassa parmense trovò il clima ideale per diventare il prodotto più pregiato del suino.

Poco prima una sosta alla stalla per ammirare vacche di antiche razze di biodiversità che daranno vita a formaggi monovacca realizzati con latte intero (il Parmigiano Reggiano è invece un formaggio semi grasso ndr) e che saranno presentati, per la prima volta, al prossimo Rural Festival.

IMG 1746 rivalta pecore agricoltura rosa dell angelo

Finalmente si entra nel forziere delle biodiversità, dove è possibile ammirare cultivar razze che hanno radici sul territorio da oltre 300 anni, tra cui il salice bianco, il gelso nero e bianco, l'ontano, il marrone, il noce, l'olmo, il sambuco, il nocciolo, il prugnolo, la rosa canina, le pere antiche e il pomodoro riccio di Parma, l'asino romagnolo e la pecora cornigliese, il suino nero e la gallina romagnola, il tacchino nero e la vacca appenninica.

IMG 3989

Un'enciclopedia all'aperto ideale per soggiornarvi qualche notte ospitati nelle originali "capanne" orientate verso valle, godendosi appieno quanto la natura del luogo può donare. Ma le strutture sono anche adatte a accogliere eventi di Team Building (momenti di formazione aziendale con la base di ludicità: il divertimento come potente acceleratore dei processi di apprendimento).

IMG 4011 IMG 3998

Insomma, se non è un paradiso poco ci manca e comunque, con questa iniziativa, è stato scritto il primo capitolo di quello straordinario libro che riporterà pace tra uomo e ambiente, tra natura e attività antropiche che, non necessariamente, devono essere in contrasto come la storia degli ultimi decenni ha insegnato.

L'appuntamento è perciò per il prossimo 3 e 4 settembre al Rural Festival a Rivalta di Lesignano de' Bagni (PR) e per il 17-18 settembre a Gaiole in Chianti (SI).

www.rural.it 

Tutte le foto nella galleria qui sotto

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Positivo l'avvio del 2016 per il settore agroalimentare sulla scia della ripresa evidenziata a partire dal 2015. È quanto emerge dal rapporto AgrOsserva relativo al I trimestre 2016, pur nello scenario di incertezze legato alla frenata dell'economia mondiale dovuta alla crisi di alcune grandi economie emergenti.

Più nel dettaglio il settore agroalimentare italiano - nell'insieme di agricoltura e agroindustria - chiude il 2015 con una crescita più robusta di quella registrata dall'economia nazionale, considerata nel suo complesso: il valore aggiunto del settore registra una crescita del 4,2% a valori correnti e del 2,3% in volume.

Ismea-enterscambio-estero

Per quanto riguarda l'agricoltura, crescono sia il valore della produzione che l'occupazione; quest'ultima segna un tasso incrementale annuo del +3,8%, a fronte di un dato medio nazionale dello 0,8%. Nei primi tre mesi dell'anno in corso tale dinamica positiva risulta ulteriormente rafforzata: il numero degli occupati nelle campagne cresce infatti del 5,8% su base annua, con un contributo particolarmente significativo degli under 35 (+13,8% rispetto ai primi tre mesi del 2015).

La dinamicità del settore agroalimentare nazionale si deve, invece, ancora principalmente alla tonicità della domanda estera: dopo il +7,4% messo a segno dal food&beverage Made in Italy sui mercati esteri nel 2015, l'export del settore registra un ulteriore +1,8% nel primo trimestre 2016, favorito dalla stabilità del tasso di cambio dell'euro e dalle condizioni economiche dei Paesi dell'Area Euro. Nell'area della moneta unica, infatti, nei primi tre mesi del 2016, si è osservata una crescita del PIL (+1,5% su base tendenziale), per l'effetto combinato del rafforzamento della domanda interna, della produzione industriale, della crescita dell'occupazione e anche dell'aumento del reddito disponibile delle famiglie.

In Italia, il miglioramento del mercato del lavoro e il calo generale dei prezzi, stanno determinando una crescita del potere di acquisto delle famiglie. Ma gli acquisti domestici di beni alimentari non manifestano segni di ripresa: a valori correnti, il primo trimestre del 2016 si chiude con una flessione dello 0,5% su base annua, per la contrazione essenzialmente della spesa di prodotti freschi sfusi.

E l'appesantimento del mercato interno finisce con l'avere dei riflessi negativi sulla situazione economica delle campagne. In base alle elaborazioni Ismea, i listini dei prodotti agricoli nazionali, nel primo scorcio dell'anno, restano bassi, di riflesso anche al corso deflativo delle principali commodity a livello internazionale.Nei primi tre mesi si registra, infatti, un calo dei prezzi all'origine del 10,1% (rispetto al livello dei primi tre mesi del 2015) per la flessione dei prodotti zootecnici (-3,4%) ma soprattutto di quelli vegetali (-15,2%).Ad aprile e a maggio la tendenza negativa tuttavia si attenua (rispettivamente, del -7,8% e del -4,6% le variazioni mensili su base annua), grazie alla ripresa mensile delle quotazioni di frutta e ortaggi.

Sul fronte dei costi, l'indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione evidenzia una flessione dell'1,9% rispetto al primo trimestre del 2015.
Da questi dati si evince come, il contesto di riferimento non abbia favorito la fiducia delle imprese agricole che nei primi mesi del 2016 torna su terreno negativo (-9,2 il livello dell'Indice di clima di fiducia dell'agricoltura elaborato dall'Ismea): peggiorano i pareri sulla situazione corrente ma anche quelli sulla situazione aziendale futura.

Per quanto riguarda l'accesso al credito delle aziende agricole, secondo i dati di Banca d'Italia, il settore primario italiano non ha risentito, se non in maniera lieve, nel corso del 2015, della restrizione creditizia che ha colpito gli altri settori. Il livello degli impieghi concessi al settore si è, infatti, assestato sui 44 miliardi di euro, registrando un aumento dello 0,5% rispetto al 2014.Si può, quindi, confermare che anche nel 2015 l'agricoltura italiana è stata interessata in maniera marginale dal fenomeno del credit crunch, che influenza l'economia italiana dal 2012.
La migliore tenuta del settore agricolo rispetto agli altri settori, in termini di credito bancario ricevuto, deve essere letta anche alla luce della fuoriuscita dal settore di un buon numero di imprese. Dal 2012 ad oggi il numero degli operatori agricoli si è ridotto del 9,1% (dati Infocamere), mentre l'ammontare di credito è rimasto pressoché stabile (TVMA 0,4%).

Si sta progressivamente esaurendo la tendenza strutturale alla diminuzione del numero di imprese agricole, che ha caratterizzato l'economia italiana dal secondo dopoguerra in poi. E' quanto sembrano mostrare i dati del Registro delle Camere di commercio per il primo trimestre dell'anno. Rispetto al marzo 2015, infatti, il saldo resta ancora negativo (-4.275 unità, pari al -0,6% in termini tendenziali), ma è anche il più contenuto da 5 anni. Inoltre, in 5 regioni - per la prima volta dal 2010 -il bilancio è addirittura positivo. Si tratta diToscana (+627 unità; pari al +1,6%), Puglia (+426; +0,6%), Calabria (+383; +1,3%), Trentino-Alto Adige (+207; +0,7%),Molise (+38; +0,4%).

Valori tendenziali ancora piuttosto negativi, invece, si registrano inLiguria (-2,3%), Valle d'Aosta (-2,2%), Marche (-2,0%), Friuli-Venezia Giulia (-1,8%), Abruzzo (-1,5%), Piemonte e Emilia Romagna (-1,2% per entrambi). A fine marzo, quindi, l'agricoltura può contare su740mila imprese registrate(pari al 12,3% del totale delle imprese esistenti), circa 11mila delle quali operanti nella silvicoltura. Entrando nel dettaglio dei territori locali, la graduatoria dei primi dieci comuni per numero totale di imprese agricole, vede la città di Roma raggiungere il primo posto. La capitale accoglie lo 0,6% del totale delle imprese agricole nazionali, pari a 4.562 unità.

A fine marzo 2016, lo stock di imprese alimentari e bevande arriva invece a sfiorare le 70mila unità, pari all'1,2% dell'intero tessuto imprenditoriale nazionale. Positivo il bilancio rispetto allo scorsoanno, con un aumento di +810 attività di produzione ed un incremento del +1,2%. A livello regionale, l'Emilia Romagna è l'unica a registrare un saldo negativo (-5 unità), mentre Sicilia (+193), Campania (+108), Lazio (+83), Lombardia (+79) e Calabria (+54) registrano i maggiori incrementi. Non subiscono invece variazioni le basi imprenditoriali di Friuli Venezia Giulia e Molise mentre, in termini relativi, spiccano positivamente il Trentino Alto Adige (+3,9% di unità produttive) e la Valle d'Aosta (+3,6%). Al di sopra della variazione a livello nazionale (+1,2%), si posizionano infine Sicilia (+2,3%), Sardegna (2,0%), Lazio (+1,8%), Marche (+1,5%), Calabria (+1,4%), Campania (+1,3%), mentre è di poco inferiore la Lombardia (+1,1%)
(fonte Ismea)

Ancora una volta si avverte la regia dei fondi di investimento nel comportamento del mercato delle materie prime.

di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 14 luglio 2016 -

Nonostante i dati USDA non abbaiano dato spunti interessanti, il mercato si è mosso comunque verso il segno positivo.
Le uniche motivazioni che si possono avanzare stanno nelle quotazioni troppo basse per il frumento e il mais mentre per la soia continuano a rincorrersi le preoccupazioni per una estate infuocata.

cereali-13lug16

In generale, sul mercato domestico, fa sensazione il calo del mais dovuto più a un effetto trascinamento del grano, condizionato quest'ultimo dalla forte presenza di grano zootecnico, triticale e orzo, piuttosto che da un eccesso di offerta.

Ma un ulteriore pericolo per questi prodotti potrebbe giungere dall'EST, e non solo, dove i prossimi raccolti si preannunciano abbondanti.
Sul fronte bioenergetico i cruscami stanno lentamente cercando di riprendere quota. Inizia a manifestarsi anche carenza di semola umida e di farinette di mais.

Indicatori internazionali 13 luglio 2016


l'Indice dei noli è risalito a 711 punti, il petrolio ruota intorno a 46,30 $ e l'indice di cambio a 1,10510

___________________________________________________________________

(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

____________________________________________________________________


            Andalini Pasta dal 1936

Andalini logo ritaglio

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
È GRATIS! Clicca qui sotto e compila il form per ricevere via e-mail la nostra rassegna quotidiana.



"Gazzetta dell'Emilia & Dintorni non riceve finanziamenti pubblici, aiutaci a migliorare il nostro servizio e a conservare la nostra indipendenza, con una piccola donazione. GRAZIE"