Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»." (Giovanni 20, 21-23) e l'evangelista Paolo nella sua lettera scrive:
"Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio." (2 Corinzi 18-20)
La confessione, che nella chiesa cattolica è uno dei 7 sacramenti, per un credente è fondamentale come processo di salvezza dell'anima ma soprattutto ristabilisce l'amicizia con Dio (Siracide 6, 16-17) che nella Sua paterna misericordia ci aiuta, durante la nostra vita, nella trasformazione del cuore.
Il sacramento della riconciliazione apre le porte alla Grazia nel nostro percorso terreno di conversione e santificazione donandoci la pace.
Per riconosce le nostre mancanze dobbiamo guardare a noi stessi, con un esame di introspezione che corrisponde "al ritornare in sé", come spiegato nella parabola del figlio prodigo che si allontana da casa nell'illusione di trovare la felicità, per farci esclamare: " Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio" (Luca 15,21); quante volte inutilmente abbiamo pensato di trovare gaudio lontani da Dio; e come il padre commosso, che spalanca le braccia a quel figlio perso ma contrito per la sua condotta, anche noi, durante la confessione, siamo accolti e perdonati da nostro Dio Padre.
Essendo lieti che Gesù ha dato conferma dicendo: «Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». (Luca 15,10)