CNA Modena

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Impossibile l'utilizzazione della strada che collega Tagliole a Pievepelago: aziende ormai prossime alla chiusura. CNA: "In attesa di soluzioni definitive, tagliare le imposte locali" -

Pievepelago, 16 gennaio 2014 -

Ormai è un problema ricorrente: un po' di pioggia, perché per ora di neve non se ne parla, e le frane rendono impossibile l'utilizzazione della strada che collega Tagliole a Pievepelago. Una situazione ormai insostenibile per la comunità del nostro Appennino, in particolare per quelle realtà economiche che svolgono la propria attività a Tagliole. "Per questi imprenditori – commenta Andrea Lenzini, direttore della locale sede CNA – non si tratta di un semplice disagio ma, dopo anni di crisi economica e di difficoltà logistiche causate da frane che rendono impraticabile una strada già obsoleta, di una vera e propria questione di sopravvivenza".
"Di là dall'attribuzione delle responsabilità – prosegue Lenzini – oggi a noi, sull'immediato, interessa l'individuazione delle soluzioni". Alcune di queste, in grado di contribuire da subito alla sopravvivenza di queste imprese, sono sull'agenda di interventi che CNA propone alla politica locale.
"Le prime azioni che ci vengono in mente – commenta il funzionario CNA – sono l'esenzione dalle imposte comunali, provinciali e regionali per i cittadini e le imprese, a cominciare dall'Irpef. Poi, per le aziende, la sospensione degli studi di settore. Il tutto in attesa di un intervento risolutivo per il territorio" Infine l'esenzione dall'Irap.
"Si tratta – prosegue Lenzini – d'interventi che non incidono certo sui bilanci delle istituzioni e delle amministrazioni coinvolte, ma che, al contrario, possono davvero rappresentare un grande, importante aiuto ai singoli contribuenti, non solo una testimonianza di solidarietà, ma un sostegno concreto".
Sono queste le ragioni anche hanno spinto CNA ad avanzare una richiesta in questo senso agli enti coinvolti.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
 MO)

 

 

Il progetto creerebbe nel quartiere Braida la terza struttura alimentare oltre a spazi commerciali ridondanti con le attività già presenti

 

Sassuolo, 11 gennaio 2014. 

Potrà anche essere l’unica soluzione possibile contro il degrado, come l’hanno definita Sindaco e Assessore competente, ma occorre che per salvaguardare una zona non si creino disagio e danni ad altre. Stiamo parlando del cosiddetto “Diamante”, area che senza dubbio necessita di una radicale operazione di recupero, situata nel quartiere Braida. Il progetto, recentemente presentato ai cittadini, prevede la nascita di un piccolo centro commerciale – circa 800 metri quadri – e di una struttura alimentare di medie dimensioni, al posto del vecchio “ecomostro”, che verrebbe demolito. L’assemblea civica riunita per la presentazione ufficiale lo scorso 8 gennaio al Centro per le Famiglie di Sassuolo ha espresso, per la maggior parte, parere favorevole.

Tuttavia quella che viene definita “l’unica ipotesi possibile, ad oggi, per riqualificare l’area ed eliminare il suo ecomostro” dal Sindaco Caselli e dall’Assessore Severi, rischia invece di costituire un danno netto per tutte le attività commerciali nei dintorni. CNA ha ribadito la sua contrarietà ad ampliare l’offerta di negozi o medie strutture non alimentari che andrebbero a colpire gli esercenti di Sassuolo, già provati da un drastico calo nei consumi: all’Assessore è stata avanzata la richiesta di valutare, invece, la possibilità di vincolare i nuovi locali ad attività di servizio alla comunità (palestra, ristorante, laboratori artigiani), e di non autorizzare locali con slot machine e giochi d’azzardo. Sulla media struttura alimentare, inoltre, CNA nutre grandi perplessità in quanto nel giro di poche centinaia di metri ci sono altri due ipermercati. Ma non solo: una terza struttura sorgerà non lontana, quando entrerà in funzione il comparto ex Cisa-Cerdisa.

“Condividiamo coi cittadini di Sassuolo la necessità di un intervento di recupero del cosiddetto ecomostro: antiestetico, vera e propria calamita per il degrado, rappresenta un’opportunità da sfruttare – sottolinea Francesco Stagi, direttore della CNA di Sassuolo - Ben venga anche l’investimento privato, provvidenziale nell’epoca dei grandi tagli ai bilanci comunali. Ma un intervento di questa entità, se attuato senza una visione d’insieme e regole precise, rischia di condannare definitivamente altre attività economiche che versano in condizioni precarie, finendo per danneggiare il territorio circostante anziché risollevarne le sorti”.

(CNA Modena)

 

L’Associazione solidale con la denuncia del Procuratore Capo Zincani.

CNA: INDIVIDUIAMO UN’AZIONE COMUNE PER AVERE L’ATTENZIONE CHE MODENA MERITA DA PARTE DELLO STATO

Modena, 11 gennaio 2014. 

“E’ intollerabile che un territorio che, solo di Irpef, versa 10 miliardi all’anno di euro nelle casse dello Stato, l’1,4% del totale, riceva così poca attenzione da parte dello Stato per ciò che riguarda la sicurezza, un termine nel quale rientrano non solo le Forze dell’Ordine, ma anche gli organici del tribunale. Ecco perché siamo disponibili a sostenere ogni azione necessaria per porre all’attenzione del Governo i problemi della nostra provincia recentemente denunciati dal Procuratore Capo Vito Zincani”. Così Umberto Venturi, presidente provinciale di CNA, manifesta la condivisione dell’Associazione modenese nei confronti dell’appello recentemente lanciato, oltre che da Zincani, dal Prefetto Di Bari e dal Presidente del Tribunale Zanichelli.

“I disservizi alla giustizia che opportunamente ha denunciato Zincani – continua Venturi – si ripercuotono non solo in ambito penale, ma anche civile. E non c’è bisogno di sottolineare quanto i tempi di quest’ultima incidano sull’attività d’impresa, ad esempio per quanto riguarda il delicato aspetto della tutela dei crediti”.

Ma è soprattutto il presidio del territorio a rischiare di pagare le conseguenze del sottodimensionamento evidenziato dal procuratore Capo. “Destinare personale a compiti per i quali non ha titoli significa esporre quest’ultimo a rischi professionali ingiusti e, nel caso delle forze dell’ordine, ad impegnare addetti che potrebbero essere impiegati nella lotta al criminalità grande e piccola”.

Modena, infatti, , secondo i dati del Viminale  è al settimo posto, tra città del nord, per presenza mafiosa e, per quanto riguarda la microcriminalità, le cronache sono ormai uno stillicidio quotidiano di furti anche violenti. “Non possiamo chiedere ai giudici e alle forze dell’ordine di fare tutto: operare contro l’abusivismo, controllare il territorio, intervenire tempestivamente. Il prossimo tavolo sulla sicurezza potrebbe rappresentare l’occasione per discutere e valutare l’opportunità di un’azione comune che consenta di rivendicare una maggiore attenzione da parte del Governo. Non può essere sempre il territorio a pagare le conseguenze di una spending review ad oggi applicata a senso unico”.

E per definire la situazione Venturi ricorre ad una metafora già utilizzata, quella della piramide di lattine nei supermercati. “Continuare a tagliare a livello locale è come prendere le lattine dal basso: il rischio è che l’intera struttura crolli e, purtroppo, è proprio quello che sta accadendo, da un punto di vista economico e sociale”.

(CNA Modena)

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