La flessione è accompagnata da un aumento dell'export e dei consumi natalizi. Soddisfazione per la riapertura del mercato della Corea del Sud.
Reggio Emilia, 8 gennaio 2015 - "La decisione delle autorità della Corea del Sud, che ha consentito la riapertura delle esportazioni, è significativa non semplicemente per le quantità assorbite da quel Paese, pure interessanti, ma soprattutto perché consente la ripresa di un percorso di incremento costante che si è registrato in questi anni e che riguarda anche diversi altri Paesi dell'area asiatica".
A sottolinearlo è il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che evidenzia anche il fatto che la riapertura delle frontiere coreane cade in un periodo che ha visto il sistema Parmigiano Reggiano segnato da altri elementi positivi.
La produzione, a dicembre, è infatti diminuita dell'1,1%, segnando un'inversione di tendenza che assicura al 2014 una chiusura all'insegna di una sostanziale stabilità (circa 15.000 forme in più).
"Un segnale importante per i mercati", sottolinea il Consorzio. "In attesa delle decisioni dei singoli produttori circa la riduzione del 5% approvata dall'Assemblea dei caseifici per il 2015 e in linea con quanto già fatto da altri Consorzi di dop italiane, si è infatti in presenza di un calo che indica la via per il ripristino di un migliore equilibrio tra domanda e offerta".
Contemporaneamente, le esportazioni nei primi nove mesi 2014 sono apparse in aumento a livelli superiori al 5%, mentre per il mercato interno si è registrato, in occasione delle festività natalizie e di fine anno, un incremento delle vendite del 7% rispetto allo stesso periodo del 2013.
Proprio in vista delle festività, sono state così collocate 285.000 forme di Parmigiano Reggiano, che rappresentano il 15% dell'intera produzione destinata in pezzi al mercato interno.
(Fonte CFPR)
Aumenti produttivi contenuti per il Parmigiano Reggiano nello scorso mese di novembre. Complessivamente per l'intera categoria dei formaggi duri di latte bovino la flessione dei consumi domestici nel medesimo periodo è stata del 5,7%
Reggio Emilia 24 dicembre 2014 -
LA PRODUZIONE: La produzione dello scorso mese di novembre ha segnato un aumento contenuto allo 0,8% su base mensile, in linea con l'andamento tendenziale rilevato nel corso dell'annata casearia 2014 che sta volgendo al termine (+0,7%). Sostanzialmente stabili le produzioni delle province di Reggio Emilia, Parma e Mantova. I caseifici di Modena e Bologna hanno segnato dall'inizio dell'anno un aumento pari rispettivamente al 2,8 e al 3,8%.
I PREZZI ALLA PRODUZIONE: In dicembre non si è registrata alcuna variazione nei listini del Parmigiano Reggiano di 12 mesi ed oltre, fermi a quota 7,45 €/kg (CCIAA di Parma). Stabili a 8,83 €/kg anche le quotazioni del Parmigiano Reggiano di 24 mesi. Gli undici contratti pubblicati dalle sezioni provinciali relativi alle vendite del terzo lotto 2013 si sono chiusi ad un prezzo medio nominale di 7,27 €/kg.
LE GIACENZE: L'indagine condotta alla fine di novembre presso il campione di magazzini generali mostra un aumento tendenziale delle giacenze totali del 4% (una variazione di uguale entità era stata rilevata al termine del precedente mese di ottobre). Se si considerano le sole scorte di Parmigiano Reggiano di oltre 18 mesi, il confronto con la situazione a novembre dell'anno passato indica una differenza pari a +9,6% (+10,8% lo scostamento rilevato alla fine di ottobre).
I CONSUMI DOMESTICI: Dal 1° gennaio al 31 di ottobre di quest'anno gli acquisti di Parmigiano Reggiano nei punti vendita della distribuzione moderna e nei negozi del dettaglio tradizionale hanno registrato un calo tendenziale del 2,9% in volume. Negli iper e supermercati la diminuzione è risultata pari al 2% a fronte di una contrazione del 6,2% rilevata nei canali della distribuzione tradizionale. Complessivamente per l'intera categoria dei formaggi duri di latte bovino la flessione nel medesimo periodo è stata del 5,7%.
(fonte SiPR - 24 dicembre 2014)
Domenica 7 dicembre il caseificio S. Maria di Cinghianello, aderente a Confcooperative Modena, inaugura i nuovi locali -
Modena, 5 dicembre 2014 -
È rimasto l'ultimo caseificio attivo a Polinago (in passato ce n'erano otto) e, nonostante la crisi dei prezzi alla produzione del Parmigiano Reggiano, investe e si amplia. Il caseificio S. Maria di Cinghianello, aderente a Confcooperative Modena, inaugura i nuovi locali con una festa in programma dopodomani – domenica 7 dicembre. L'appuntamento è alle 11 per la celebrazione della messa, seguita dall'inaugurazione delle nuove strutture per la produzione e la vendita.
Intervengono il presidente della cooperativa Arnaldo Tollari, quello di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco, il presidente della sezione modenese del Consorzio Parmigiano Reggiano Aldemiro Bertolini, il sindaco di Polinago Giandomenico Tomei, il presidente dell'Unione dei Comuni del Frignano Romano Canovi, l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni, i consiglieri regionali Luciana Serri e Giuseppe Boschini. Ai partecipanti sarà offerto un buffet con prodotti tipici locali.
Costituito nel 1965, il caseificio S. Maria di Cinghianello ha incorporato nel 2007 il S. Urbano di Brandola di Polinago. I soci sono dieci allevatori che conferiscono quasi 31 mila quintali di latte annui, trasformati in burro, ricotta, ma soprattutto Parmigiano Reggiano: l'anno scorso sono state prodotte 5.800 forme. Il caseificio ha investito complessivamente 700 mila euro (finanziati in parte con i contributi del Piano regionale di sviluppo rurale). Il grosso (450 mila euro) è servito per ampliare e ristrutturare le sale di lavorazione latte e affioramento, apportando nuove tecnologie e abbattendo i dislivelli tra i locali per offrire maggiore sicurezza ai lavoratori.
«L'introduzione di innovazioni tecnologiche nei processi di lavorazione consentirà di migliorare la qualità delle produzioni, contenere i costi e valorizzare il prodotto – afferma il presidente della cooperativa Arnaldo Tollari – Ne beneficeranno i soci conferenti, perché vedranno il loro prodotto maggiormente remunerato, con positivi riflessi sull'economia agricola della zona». Il nuovo punto vendita, invece, consentirà al caseificio di aumentare la quota di prodotto collocata sul mercato al dettaglio. «Questo sarà un vantaggio sia per i soci della cooperativa, che potranno spuntare un prezzo maggiore, - continua Tollari – che per i consumatori, i quali potranno acquistare un prodotto di qualità a un prezzo inferiore rispetto ad altri canali di vendita, avendo eliminato tutti gli intermediari. L'offerta del negozio – conclude il presidente del caseificio S. Maria - comprende altri prodotti agroalimentari della zona in modo da fornire una gamma completa». Progettazione, direzione lavori e gestione finanziamenti delle opere effettuate dal caseificio sono state fornite dalla cooperativa Italprogetti di Modena.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 47 23 novembre 14
SOMMARIO Anno 13 - n° 47 23 novembre 14
1.1 editoriale L'Anacronistica politica della Merkel italiana
3.1 meccanizzazione Le nuove frontiere del Contoterzismo.
4.1 Lattiero caseario Lattiero caseari, prezzi stazionari
5.1 biodiversità Patrizio Roversi verrà premiato a Parma.
5.2 HO.RE.CA. Quando l'alta cucina si unisce allo sport, a favore della beneficienza.
5.3 vino Vino. Decennale dell'Istituto Grandi Marchi a Milano.
6.1 eventi Parmigiano Reggiano, la Dop più premiata grazie alla Nazionale.
6.2 Lattiero caseario Parmigiano Reggiano: nel 2015 produzione ridotta
7.1 quote latte PR Grandi manovre al Parmigiano Reggiano
Al World Cheese Awards 2014 che si è tenuto a Londra con 3000 formaggi da 33 paesi. Il riconoscimento di Supergold al formaggio dell'Azienda Agricola Granadoro di Cavriago
(Londra, 15 novembre 2014) – "Al più grande concorso al mondo di formaggi ed alla più numerosa missione del Parmigiano Reggiano è corrisposta la più grande premiazione italiana; ben 21 medaglie e un Supergold per la Nazionale del Parmigiano Reggiano, che distribuisce premi a Bologna, Modena, Parma e Reggio Emilia". Questo la dichiarazione di Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano, nel commentare la partecipazione al concorso World Cheese Awards 2014 di 21 caseifici, riuniti nella Nazionale del Parmigiano Reggiano, che si sono confrontati con produttori e distributori da tutto il mondo. Complessivamente erano infatti 3000 i formaggi provenienti da 33 paesi, dall'Australia, agli Usa, dal Sud Africa, al Nord Europa, giudicati da oltre 250 giurati provenienti da 26 nazioni.
"Il 'Re dei formaggi', con 7 ori, 7 argenti, 7 bronzi e il Supergold, è risultato così il formaggio Dop più premiato dell'intero concorso. Una grandissima soddisfazione, testimoniata dalla gioia di una nutrita delegazione di produttori dal comprensorio, saliti nella capitale inglese per vivere questo momento" spiega Gabriele Arlotti, ideatore del gruppo di caseifici pluripremiati. Nel mentre all'Olimpya di Londra si svolge il Bbc Good Food Show, in cui è presente uno spazio di promozione e vendita del tipico prodotto, curato dal Consorzio Conva in collaborazione col Consorzio del Parmigiano Reggiano.
Il Bath Blue, tipico erborinato del Regno Unito, è stato premiato quale vincitore assoluto dell'edizione 2014 che, comunque, ha visto il campione delle vacche rosse della Nazionale del Parmigiano Reggiano dell'Azienda Agricola Granadoro (Cavriago, RE) giungere tra i selezionati migliori del mondo, con il riconoscimento di "Supergold".
Di seguito il dettaglio delle 18 medaglie:
Categoria oltre i 24 mesi:
Medaglie d'Oro per l'Azienda Agricola Grana d'Oro (Cavriago RE), che è risultata altresì tra i Supergold della manifestazione, portando il Parmigiano Reggiano in finalissima; i caseifici Sociale Fior di Latte (Gaggio Montano, BO), Cooperativa Casearia Agrinascente (Fidenza, PR), Società Agricola Giansanti (Parma), Fattoria Fiori (Vetto, RE), Querciola (Lizzano in Belvedere, BO), Nuova (Bibbiano, RE);
Medaglie d'Argento per i caseifici Querciola (Lizzano in B., BO), Dismano (Montese, MO), Punto Latte (Concordia sul Secchia, MO), Coduro (Fidenza, PR), Cavola (Toano, RE), Urzano (Neviano Arduini, PR), Del Parco (Ramiseto, RE).
Medaglie di Bronzo: Cooperativa Casearia Agrinascente (Fidenza, PR), Castellazzo (Campagnola, RE), Cavola (Toano, RE), San Girolamo (Guastalla, RE), San Giorgio (Casina, RE).
Categoria sotto i 24 mesi: Medaglia di Bronzo per i caseifici Cavola (Toano, RE), Urzano (Neviano Arduini, PR).
La Nazionale del Parmigiano Reggiano 2014/2015 è risultata complessivamente composta da 21 caseifici: 5 di Parma (Cooperativa Casearia Agrinascente, Caseificio Sociale Coduro, Latteria Sociale Costa di Bazzano, Società Agricola Giansanti, Caseificio Sociale di Urzano), 3 di Modena e provincia (Caseificio Dismano, Caseificio Sociale Nuovo Malandrone, Punto Latte), 2 di Bologna e provincia (Caseificio Sociale Fior di Latte, Caseificio Sociale di Querciola), 11 di Reggio Emilia e provincia (Caseificio Sociale Allegro, Caseificio Sociale Castellazzo, Caseificio Sociale Cavola, Caseificio Sociale del Parco, Fattoria Fiori di Fiori Pier Paolo, Latteria Sociale Migliara, Latteria Sociale Moderna, Latteria Sociale Nuova, Latteria Sociale San Giorgio, Latteria Sociale San Girolamo, Azienda Agricola Grana d'Oro). Il palmeras complessivo del gruppo, dalla fondazione nel 2001, annovera così 72 premi internazionali.
800.000 quintali di latte in meno con la produzione che passa a 3.150.000 forme (-5%)
Reggio Emilia, 19 novembre 2014 - Scenderà del 5%, nel 2015, la quota di latte destinato alla trasformazione in Parmigiano Reggiano. Circa 800.000 quintali in meno, in sostanza, che porteranno la produzione di formaggio a 3.150.000 forme rispetto ai 3,3 milioni con i quali si chiuderà il 2014.
"Una rimodulazione dei piani di regolazione dell'offerta – ha detto il presidente del Consorzio Giuseppe Alai, nell'ambito dell'assemblea dei caseifici aderenti (poco meno di 370) – che non rappresenta soltanto una misura di carattere congiunturale".
"Il riequilibrare l'offerta rispetto alla domanda per ridare fiato ai redditi dei produttori a fronte di quotazioni che hanno pesantemente risentito di un aumento produttivo che in tre anni è stato pari al 9,5%, oggi è una delle misure di carattere strutturale che debbono essere messe in atto per rispondere a cambiamenti di analoga natura avvenuti sui mercati mondiali del latte e dei formaggi e a ciò che la crisi economica ha generato a carico delle famiglie".
"Dall'inizio della crisi economica – ha proseguito Alai – il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 13,1% e i consumi di formaggi sono scesi del 6,3%. Ciò nonostante, i consumi interni di Parmigiano Reggiano, apparsi in calo all'inizio del 2014, negli ultimi tre mesi sono aumentati del 4%; contemporaneamente, però, le quotazioni all'origine sono apparse i continua discesa (-14% in un anno) e proprio questi dati dimostrano che a prezzi bassi si può vendere di più (tanto che da due anni sono in sensibile diminuzione anche le importazioni di similgrana) e che la produzione tende naturalmente a diminuire, ma siamo ben lontani da elementi strutturali che possano garantire quel reddito ai produttori che sta invece diminuendo".
"A fronte dell'ormai imminente termine del regime delle quote latte in Europa – ha aggiunto il presidente del Consorzio - si profila un mercato in cui la produzione aumenterà mentre non cresceranno i consumi: a questo scenario ancora più complesso e competitivo, o si risponde come sistema, regolando i flussi, o il rischio è quello di non essere piloti, ma passeggeri del mercato, e quindi trasportati da eventi ingovernabili".
Dopo gli aumenti del 2011 (+174.000 forme), del 2012 (+225.000 forme) e del 2013 (173.000 forme) e il +0,7% che si registra a novembre 2014, per il 2015 l'Assemblea dei caseifici aderenti al Consorzio del Parmigiano Reggiano ha dunque deciso il taglio del 5% della produzione 2015, ma anche una "spending review", proposta dal Consiglio, che porterà ad un taglio, sulle sole spese di struttura, di 700.000 euro e ad un calo complessivo del bilancio per 3,5 milioni, mentre nessun aumento è previsto sui contributi versati dai caseifici, fermi dal 2003.
Al taglio della produzione, ora, i singoli allevatori saranno chiamati ad aderire individualmente in quanto possessori delle quote latte trasformabile, assumendo così l'impegno a riorganizzare un sistema il cui obiettivo è quello di raggiungere un equilibrio di mercato che non si limiti a non generare scorte, ma che garantisca reddito ai produttori. Un sistema, peraltro, alle prese con una situazione del comparto che si inserisce in un contesto nazionale ed internazionale senza precedenti e che vede altre prestigiose Dop italiane alle prese con gli stessi problemi di governo della produzione.
Alai: servono strategie condivise. Il Parmigiano è in un mercato che non è il suo. La strada della polverizzazione del latte potrebbe essere il prossimo obiettivo da porsi all'interno del comprensorio.
di LGC - Parma 19 novembre 2014 --
Modulazione della produzione, qualità e distintività sono le leve sulle quali convergere le forze di tutti per riprendere in mano i mercati tipici del Parmigiano Reggiano.
Questi i punti emersi dalla relazione del presidente del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, illustrati al folto pubblico di operatori presenti all'incontro organizzato, ieri mattina alla sala civica del municipio di Noceto, dal centro di consulenze Agriverde.
E' la preoccupante situazione in cui versa il re dei formaggi il motivo scatenante del confronto tra gli imprenditori di settore e il presidente del Consorzio di Tutela. Il presidente, in più circostanze, ha inteso sottolineare quanto sia indispensabile individuare e condividere delle scelte strategiche da portare avanti tutti, nessuno escluso. "Il Consorzio è in grado di guidare la volontà delle persone? - sottolinea il presidente - No, il consorzio fa delle delibere che poi si traducono in buoni consigli che se uno vuole li rispetta e se non vuole non li rispetta. E veniamo all'esempio più pratico. I piani produttivi 2011- 2013 dicevano produzione 2010 + lo 0,8%. Si partiva con 3.040.000 forme e si arrivava con 3.100.000 unità. Questo era quello che aveva detto di fare il consorzio. La soglia delle 3,1 milione di forme fu superata di 200.000 forme. Allora non abbiamo fatto quello che ci aveva detto il consorzio." Una quota che, evidentemente, il mercato non ha potuto assorbire a discapito perciò del prezzo del prodotto.
"Il consorzio, rimarca Alai, è una associazione di caseifici in cui si aderisce volontariamente e ci si impegna, non ci si obbliga, a fare quello che viene stabilito. Oggi per me il tema è quello di costruire una mentalità che ci faccia vedere la situazione nella complessità."
E' opinione del presidente la necessità di lavorare sul prodotto esaltandone gli aspetti di tipicità e di territorialità che siano distintivi e unici, quindi ben riconoscibili rispetto al Padano e ai prodotti similari.
La quota eccedente di produzione che il mercato, in questi ultimi anni, non è stato in grado di assorbire è un'importante concausa della crisi di valore del re dei formaggi.
La rimodulazione dell'offerta, con una riduzione del 5% della produzione di formaggio, è la proposta alla quale l'assemblea consortile sarà chiamata a esprimersi nelle prossime ore.
"In questo momento abbiamo la necessità di smaltire le scorte, prosegue Alai, quindi si dice produci 95% e se fra due anni l'economia si riprende diremo produci il 102%. Ma le quote non le ridurremo ai produttori. Chiederemo quindi una modulazione della produzione di formaggio, momentanea di un anno soltanto, e il latte che si produrrà in più cercheremo di dargli un'altra destinazione accompagnato da un'indennizzo che va da 4 a 10€ al quintale. I 4 euro servono per indennizzare il 5% di minor trasformazione casearia che pagherebbe 5,6€ per la di marchiatura differenziata e fanno 9,6 euro. Se qualcuno può offrire latte alimentare gli diamo 10€ in aggiunta al valore di mercato (46€ circa totali - ndr). Facciamo questa differenza consapevoli che non tutti i caseifici sono attrezzati per la vendita del latte."
In sintesi l'obiettivo del Consorzio, sempre che domani (19 novembre) venga approvata la proposta, è un programma di scolmatura che dovrebbe consentire una ripresa di prezzi pur senza ridurre la produzione di latte dei singoli allevatori. "Domani andremo quindi a proporre una riduzione della produzione, conclude Alai, cercare una alternativa per il latte trasformato in modo diverso, inoltre cominceremo a tracciare quello che può essere un percorso futuro di quello che è il radicamento del nostro prodotto sul territorio. Dovremo trovare un equilibrio tra il significato di tipicità e il significato di territorialità con l'attenzione ai costi perché ogni vincolo è una quota di costi aggiuntivi". Obiettivo di breve termine sarà perciò quello di individuare il giusto equilibrio tra costi, vincoli e tipicità. Un percorso non semplice che, molto probabilmente, proprio in forza della delicatezza dell'argomento, porterà a innalzare il tasso di discussione tra le diverse anime che compongono il Consorzio di Tutela.
Già la proposta di riduzione produttiva del 5% è frutto di una negoziazione che vedeva una quota di produttori favorevoli a una percentuale maggiore di latte da sottrarre alla trasformazione casearia.
In conclusione, Alai, non vedrebbe male l'introduzione di un polverizzatore di latte che consentirebbe di "fare 15 prodotti diversi" aumentando perciò anche le opzioni di destinazione produttiva degli associati. Una terza opzione che andrebbe aggiungersi alla trasformazione casearia e alla destinazione lattiera.
Lo strumento che consentirà di monitorare la produzione è già operativo e dal 12 novembre scorso è on line il "registro delle quote latte parmigiano reggiano" illustrato dalla vicepresidente Monica Venturini introdotta dal presidente di Agriverde Alessandro Rainieri. "L'accesso è diretto dal sito del Consorzio, illustra Monica Venturini, e la scelta è stata molto importate e complicata da applicare. Una strada però coerente con gli indirizzi comunitari". L'importanza dello strumento, secondo quanto illustrato dalla relatrice, è confermata dall'interesse che ha suscitato nel sistema bancario. "E' un valore capitale che le imprese hanno, prosegue la Venturini, tanto è vero che ci sono già dei pignoramenti sulle quote latte registrate".
La grande novità, unica in europa, è che la quota è di esclusiva proprietà degli allevatori: questo significa che potranno scegliere se utilizzarla per mungere latte da destinare a Parmigiano Reggiano o, eventualmente, per trasferirla a terzi o usarla come elemento di garanzia per ottenere credito.
Al World Cheese Awards, il più grande concorso mondiale per produttori e distributori di formaggi, due caseifici del Consorzio Terre di Montagna tra i vincitori -
Modena, 17 novembre 2014
Ci sono anche due caseifici del Consorzio Terre di Montagna tra i vincitori delle 21 medaglie (sette ori, sette argenti e sette bronzi, più un "Supergold") conquistate dalla Nazionale del Parmigiano Reggiano al World Cheese Awards che si è svolto a Londra dal 14 al 16 novembre.
Si tratta del più grande concorso mondiale per produttori e distributori di formaggi; quest'anno hanno partecipato 3 mila prodotti provenienti da 33 paesi, dall'Australia agli Usa, dal Sudafrica al Nord Europa, giudicati da oltre 250 giurati in rappresentanza di 26 nazioni. Con sette ori, sette argenti, sette bronzi e il Supergold, il Parmigiano Reggiano è risultato il formaggio Dop più premiato dell'intero concorso.
Il caseificio Querciola di Lizzano in Belvedere (Bologna) ha vinto una medaglia d'oro e una d'argento nella categoria "oltre i 24 mesi"; nella stessa categoria il caseificio Dismano di Montese ha ottenuto un argento. Entrambe le cooperative fanno parte del Consorzio Terre di Montagna, al quale aderiscono nove caseifici del crinale appenninico tra Modena e Bologna. Il Consorzio, aderente a Confcooperative Modena, è nato a Montese nel 2008 per promuovere, valorizzare e commercializzare il Parmigiano Reggiano di montagna. Insieme ad altri diciannove caseifici, il Querciola e il Dismano fanno parte della Nazionale del Parmigiano Reggiano, "allenata" dall'agronomo-giornalista reggiano Gabriele Arlotti. Per la cronaca, vincitore assoluto dell'edizione 2014 dei World Cheese Awards è stato il Bath Blue, tipico erborinato del Regno Unito.
(Fonte: ufficio stampa Confcoopertaive Modena)
In tempi di crisi c'è chi ancora decide di investire in montagna.
Toano (RE) 28 ottobre 2014 --
Si è inaugurato nel tardo pomeriggio di sabato 25 ottobre a Toano il "Magazzino di stagionatura Cavazza", alla presenza dell'assessore alle attività produttive, del personale e dei tributi Massimo Albertini, con la benedizione dei parroci di Toano e Monzone, Don Graziano e Don Alpino.
Il proprietario Maurizio Cavazza, espertizzatore e commerciante di formaggio, ha deciso questo investimento in previsione della realizzazione, a breve, del nuovo "Marchio di Montagna".
La struttura è stata ricavata dal vecchio caseificio chiuso sette anni fa. Gli interni sono stati resi completamente antisismici e adeguati alle severe norme igieniche e di sicurezza. Il magazzino è stato dotato dei migliori impianti di antifurto sul mercato, e delle più moderne attrezzature per la gestione delle forme. La capienza della struttura è di 4350 forme.
E' stata inaugurata ieri la struttura del caseificio Roncoscaglia di Sestola con un nuovo negozio e una sala polivalente-museo -
Modena, 27 ottobre 2014 -
Un nuovo punto vendita per reagire alla crisi dei prezzi all'ingrosso del Parmigiano Reggiano e andare incontro alle esigenze anche culturali dei consumatori. È la scommessa del caseificio Roncoscaglia di Sestola, che ha inaugurato ieri – domenica 26 ottobre - un nuovo negozio e una sala polivalente-museo.
Il Roncoscaglia vende su Internet da sette anni, soprattutto ai gruppi di acquisto solidale; la nuova struttura serve per potenziare la vendita diretta ai consumatori e ai turisti che visitano il nostro Appennino. Grazie a un finanziamento del Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, il caseificio ha investito quasi 200 mila euro per costruire un edificio a forma di casello, sul modello dei caseifici che fino ai primi anni Cinquanta caratterizzavano le nostre campagne, soprattutto in pianura.
«L'obiettivo è collegare un prodotto di qualità come il Parmigiano Reggiano di montagna alla cultura rurale e alle tradizioni locali», spiega il presidente del caseificio Michele Lancellotti. La struttura occupa una superficie di 150 mq e comprende una sala polivalente-museo che serve per la presentazione e gli assaggi delle produzioni tipiche; oltre a Parmigiano Reggiano di montagna, burro, ricotta e golosino, si possono degustare i salumi ottenuti dai maiali allevati in caseificio e trasformati in conto lavorazione da un'azienda familiare locale con metodi tradizionali e aromi antichi.
Accanto al nuovo negozio c'è il laboratorio per il confezionamento del prodotto. Il Roncoscaglia, aderente a Confcooperative Modena, è stata una delle prime cooperative casearie nate nell'Alto Frignano; festeggia quest'anno il sessantesimo di fondazione, essendo nato il 7 marzo 1954. Attualmente ha nove soci che trasformano in Parmigiano Reggiano di montagna 17.500 quintali di latte, mentre la produzione si aggira sulle 3.200 forme l'anno.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)