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Non vi è stata truffa e l'assoluzione è piena perché il "fatto non sussiste". I giudici della Corte Suprema di Cassazione hanno annullato le pesanti condanne comminate agli allevatori lombardi nei due precedenti gradi di giudizio.

di Virgilio - Parma, 21 gennaio 2015 - E' stata depositata in cancelleria nei giorni scorsi la sentenza di assoluzione della Corte di Cassazione che riabilita gli allevatori lombardi in precedenza condannati per truffa e peculato grave.
La storia infinita della penosa vicenda trentennale delle "quote latte all'italiana" si arricchisce di un nuovo pesante capitolo di storia giudiziaria tutto a favore delle storiche frange contestatrici.

Una sentenza che, nonostante l'importanza, non ha ricevuto la pubblicità che meritava fors'anche per il fatto che dal 16 ottobre scorso, solo quasi 3 mesi dopo è stata depositata in cancelleria.

La sentenza della Corte Suprema esclude categoricamente la sussistenza del reato di peculato in quanto "non è configurabile già in base alla contestazione formale. va, però, osservato che il peculato non risulta configurabile anche perché, in ogni caso, non sussiste neanche la condizione di ipossessamento di denaro della pubblica amministrazione - tale precisazione è necessaria per poter escludere che sussista, comunque il reato di appropriazione indebita che, pur laddove prescritto, andrebbe valutato al fine della conferma delle statuizioni civili".

I giudici della Corte ivanno oltre e sottolineano come l'"Assenza di di fondaemento normativo e di ragioni logiche smentiscono gli argomenti dei giudici di merito che, del resto, sono apodittici ed appaiono basati piuttosto che sulla valutazione delle disposizioni di riferimento , sulla esigenza di fondare l'ipotesi di accusa".

I condannati dai da primi due gradi di giudizio vengono totalmente assolti anche dalla accusa di truffa. "In realtà - si legge nella sentenza - in base alla ricostruzione dei fatti da parte delle sentenze di merito, è certamente escluso che possa ritenersi integrato il reato di truffa. Non è stata confermata affatto l'ipotesi di accusa, come detto. Le due sentenze di merito procedono ad una ricostruzione tra loro differenti e ricorrono palesi illogicità delle motivazioni della sentenza impugnata che non individua affatto gli elementi di truffa. E' allora chiara l'inconsistenza dell'ipotesi si accisa e la palese forzatura della decisione impugnata per farvi corrispondere le vicende accertate".
In conclusione quindi la Corte Suprema di Cassazione Sesta sezione Penale "Annulla senza rinvio la sentenza impugnata nonché quella emessa in primo grado dal Tribunale di Milano in data 29/9/2011 perché il fatto non sussiste."

Un respiro di sollievo da parte dei ricorrenti che oggi hanno la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo lo scongiurato pericolo.
Come è stato il caso di Giampaolo Maloberti il quale, all'indomani della sentenza, attraverso Piacenzasera.it dichiarava che sulla vicenda "Quote latte, giustizia è fatta". Maloberti, già consigliere provinciale della Lega e leader dei cosiddetti Cobas latte, attraverso le colonne del giornale piacentino ha fatto sapere che verranno intraprese azioni legale, per danni morali, nei confronti della Federazione provinciale Coldiretti di Milano-Lodi, promotrice di un esposto che ha fatto avviare l'inchiesta, e di tutti coloro Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Agea che si sono costituti parte civile contro gli allevatori. "La richiesta di danni morali – sottolinea Maloberti – la dobbiamo soprattutto ai familiari dei tre allevatori che si sono suicidati non sopportando il peso dell'inchiesta e delle maldicenze". Conclude le dichiarazioni rammentando le polemiche suscitate dall'opposizione quando entrò per la prima volta, in qualità di indagato, in Aula provinciale "ma anche da quelle sollevate da qualcuno dall'interno del Carroccio che aveva stilato un manifesto degli onesti. Il risultato? Un boomerang".

Staremo a seguire gli sviluppi di questa sentenza che, di fatto, riapre il fuoco incrociato tra "cobas latte" e organizzazioni professionali agricole proprio alla vigilia dell'entrata in vigore delle nuove regole comuni di mercato.

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Parmigiano Reggiano, Guidi all'audizione al Senato: "E' crisi per uno dei prodotti simbolo del made in Italy nel mondo. Più ruolo agli allevatori, riduzione dei costi e promozione"
Roma 20 gennaio 2015 -"Le scelte di politica internazionale continuano a condizionare l'economia. E' il caso del Parmigiano Reggiano, la cui crisi di prezzo rispecchia, anche se con diverso impatto, quella di tutto il settore lattiero caseario, tra calo dei consumi e squilibri conseguenti all'embargo russo". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, nel corso dell'audizione in Commissione Agricoltura del Senato, sulle difficoltà del Parmigiano Reggiano.
Confagricoltura ha posto in evidenza come la stragrande maggioranza dei formaggi Dop vaccini italiani stiano vivendo un momento di difficoltà, con diminuzioni dei prezzi che, per il Parmigiano Reggiano, proseguono da alcuni anni e che arrivano anche al 6-9% su base annua ed al 16-19% su base mensile a gennaio di quest'anno.
"Le decisioni strategiche del comparto devono tenere conto delle esigenze degli allevatori in un quadro di regole che, forse, dopo tanti anni va riformato – ha sottolineato Mario Guidi - . Le quotazioni vanno alzate dove i mercati lo consentono, perché la politica dei prezzi bassi per un prodotto come il Parmigiano Reggiano non può reggere; va fatta poi una riflessione sul contenimento dei costi di produzione e sulla politica di promozione dei consumi sul mercato interno ed all'estero".
"Senz'altro – ha concluso il presidente di Confagricoltura - bisognerà continuare a spingere sull'export, differenziando la strategia di marketing in funzione delle diverse tipologie di prodotto ed eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie, ad esempio cogliendo la prossima occasione dell'accordo TTIP tra USA ed UE. Il tutto con la consapevolezza che il Parmigiano Reggiano è un prodotto unico, ambasciatore del made in Italy nel mondo".
(Fonte Confagricoltura)


Alai, "non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema".

Reggio Emilia, 20 gennaio 2015 - Si è aperto con un ampio spaccato sulla situazione del comparto l'intervento del presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Giuseppe Alai, nel corso dell'audizione avvenuta oggi in Commissione Agricoltura del Senato sulle problematiche della filiera nell'ambito della più ampia situazione lattiero casearia italiana.
Alai ha evidenziato, in primo luogo, l'eterogeneità delle caratteristiche degli allevamenti e delle diverse condizioni produttive che connotano (anche in termini di costi) le imprese del territorio.
Nelle aree montane - ha sottolineato il presidente del Consorzio - la media produttiva annua di un allevamento è pari a 2.900 quintali rispetto ad un dato medio comprensoriale pari a 4.900 quintali. I primi 5 allevamenti - ha aggiunto - producono 535.000 quintali di latte, cifra pari a quella che realizzano, insieme, i 750 allevamenti più piccoli; una situazione analoga si registra anche a livello di strutture di trasformazione, laddove i primi 6 caseifici producono 360.000, corrispondenti a quelle che annualmente escono dai 130 caseifici più piccoli del comprensorio.
"In una situazione che registra pesanti difficoltà a carico di tutti gli allevamenti, ma con aggravi specifici per quelli operanti in montagna e per i giovani allevatori che si sono insediati più recentemente – ha proseguito Alai – non è pensabile che possa essere lasciata al mercato una selezione fra allevatori e caseifici che indebolirebbe tutto il sistema, perché non esistono condizioni che possano avvantaggiare un modello o una dimensione rispetto ad un'altra in una filiera in cui il protagonista è un prodotto artigianale, alle cui quotazioni si legano le prospettive di reddito di ogni tipologia d'impresa".
Il presidente del Consorzio ha poi sottolineato la delicatezza del passaggio che sta avvenendo sul versante produttivo: da una parte, infatti, con la cessazione del regime delle quote latte si passerà da una produzione contingentata per trent'anni ad un regime libero le cui ripercussioni segneranno profondamente il futuro del settore in Europa, mentre dall'altra si è già arrivati, nell'ambito del sistema Parmigiano Reggiano, alla gestione volontaria di una regolazione dell'offerta legata direttamente ai produttori, visto che proprio il Consorzio del Parmigiano Reggiano è l'unico ente di tutela che ha assegnato le quote latte da trasformare in formaggio direttamente agli allevatori.
A fronte della debolezza che i caseifici scontano sul versante della commercializzazione diretta (con il passaggio del prodotto a commercianti stagionatori che a propria volta si relazionano con il mondo della distribuzione), proprio il governo della produzione – ha detto Alai – è un elemento strategico, attraverso il quale, come se fossimo di fronte ad un'unica "fabbrica" – si punta ad orientare e governare il mercato, con una diretta ricaduta sull'esito delle contrattazioni e delle quotazioni, i cui andamenti sono positivi o negativi proprio in base all'entità quantitativa dell'offerta.
Nel successivo dibattito (interventi dei senatori Ruta, Latorre, Pagliari, Gaetti, Vaccari) sono stati poi affrontati diversi temi (dalle iniziative per l'export alla modulazione dell'offerta, a eventuali funzioni del Consorzio nel campo degli acquisti collettivi), riprese ampiamente, e con ulteriori richieste di approfondimento, dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura del Senato, Leana Pignedoli, con particolare riguardo alle funzioni istituzionali del Consorzio, alla possibilità di costituire società commerciali, alla convivenza, all'interno del Consorzio, di produttori e stagionatori-commercianti.
Nel corso dell'audizione si è parlato anche delle azioni a supporto dell'export che possono essere messe in atto da parte del Governo e dell'esigenza di nuove azioni di coordinamento della filiera che consentano al sistema legato al Parmigiano Reggiano di presentarsi sul mercato in modo più compatto e coeso.
(Fonte Centro Stampa Comunicazione Integrata)

Mercoledì, 21 Gennaio 2015 08:40

Lattiero Caseario. Leggero rimbalzo per il latte spot


Tenui segnali di ripresa per il "Parmigiano" che registra un segno positivo. Inalterati i listini del burro e del Grana Padano. Contraddittori i segnali provenienti dalla crema a uso alimentare.

di Virgilio, 21 gennaio 2015 -

LATTE SPOT Leggero rimbalzo per il latte spot sulla piazza di Verona sia per il crudo nazionale sia per il pastorizzato d'origine estera (Germania e Austria). Con un +2,94% e un +3,28% le due tipologie di latte spot recuperano, almeno parzialmente, le perdite registrate in chiusura 2014. Tra 36,57 e 36,60€/100 litri di latte sono le quotazioni rilevate per il crudo nazionale alla borsa scaligera e tra 31,96 e 32,99 . /100 litri di latte quelle relative al pastorizzato estero.

BURRO E PANNA Nessuna nuova sul fronte del burro dopo il crollo dello zangolato di Parma (-14,29%) registrato nella prima seduta (9/1) del nuovo anno che registrò il prezzo a 1,20€/kg. A Milano sono stati perciò confermati i prezzi di tutte le referenze oggetto d'analisi. Nello specifico, il burro CEE rimane fermo 2,60€/kg e a 2,80€/kg il burro da centrifuga, così come pure inalterati i listini del pastorizzato (1,80€/kg) e dello zangolato (1,60/kg). Sensibile invece il rimbalzo registrato dalla crema a uso alimentare sulla piazza di Milano che con un +4,35% riposiziona il prezzo a 1,44€/kg. In totale controtendenza invece la panna a uso alimentare quotata a Verona che perde altri 10 centesimi, dopo i 10 della settimana precedente, fissando il prezzo all'interno della forbice tra 1,35 e 1,40€/kg.

burro CEE

GRANA PADANO La quarta settimana ha lasciato alterate le quotazioni dei listini del Grana Padano. Mantova e Milano hanno replicato i prezzi della precedente ottava. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. L'ultima rilevazione negativa alla borsa milanese risate allo scorso 27 ottobre. Nello specifico le quotazioni settimanali rilevate all'ombra della madonnina hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Piccoli e tenui segnali di ripresa per il Re dei formaggi. Dopo avere registrato il calo dell'1,1% di produzione a dicembre, finalmente i primi segnali positivi si manifestati. Alla piazza di Parma, borsa di riferimento per tutto il comprensorio del consorzio, 5 centesimi sono stati guadagnati sia per il 12 che per il 24 mesi di stagionatura. Ieri audizione in Senato per il "Parmigiano "Reggiano". Alai ha evidenziato, in primo luogo, l'eterogeneità delle caratteristiche degli allevamenti e delle diverse condizioni produttive che connotano (anche in termini di costi) le imprese del territorio.

 

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 3 18 gennaio 2015

SOMMARIO

Anno 14 - n° 3 18 gennaio 2015
1.1 editoriale Parigi, in scena demagogia e insicurezza
3.1 sicurezza alimentare L'Efsa sul latte crudo
4.1 Lattiero caseario Zangolato e crema perdono oltre il 6%. Fermi gli altri derivati e le due principali DOP
5.1 export Parmigiano Reggiano, accordo in Algeria per nuove esportazioni
5.2 eventi Identità Golose, alta cucina al MiCo
5.3 burro Da Marzo il registro del burro passa tramite il SIAN
6.1 OGM le posizioni Positivo l'accordo sugli OGM per la CIA.
6.2 OGM le posizioni Coldiretti, positivo il semestre di presidenza italiano
6.3 OGM le posizioni La posizione del Ministero
7.1 OGM a go-go OGM, l l'UE cala le "brache". Approvata la libera scelta degli Stati membri.

Cibus 3 18gen15 COP

Domenica, 18 Gennaio 2015 11:45

L'Efsa sul latte crudo

In base ai dati forniti dagli Stati membri riguardo ai focolai infettivi di origine alimentare, 27 focolai verificatisi tra il 2007 e il 2013 sono da ricondurre al consumo di latte crudo.

Parma, 13 gennaio 2015 -

Il latte crudo può contenere batteri nocivi che possono provocare gravi malattie. Mettere in atto corrette e moderne pratiche igieniche nelle aziende agricole è essenziale per ridurre la contaminazione del latte crudo, mentre il mantenimento della catena del freddo è ugualmente importante per prevenire o rallentare in esso la crescita dei batteri.

Ma queste prassi, da sole, non eliminano tali rischi. Bollire il latte crudo prima di consumarlo è il modo migliore per eliminare molti dei batteri che possono far ammalare le persone.

Distributore latte crudo

L'interesse dei consumatori dell'Unione europea (UE) verso il consumo di latte crudo è cresciuto, poiché molti credono che esso abbia benefici per la salute. In base alle norme UE in fatto di igiene, gli Stati membri possono vietare o limitare l'immissione sul mercato di latte crudo destinato al consumo umano. La vendita di latte crudo da bere, tramite distributori automatici, è consentita in alcuni Stati membri, ma ai consumatori viene di solito raccomandato di bollire il latte prima di consumarlo.

Nel loro parere scientifico sui rischi per la salute pubblica associati al latte crudo nell'UE, gli esperti del gruppo scientifico sui pericoli biologici (BIOHAZ) giungono alla conclusione che il latte crudo può essere una fonte di batteri nocivi, principalmente Campylobacter, Salmonella, ed Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC).

Il gruppo di esperti non ha potuto quantificare i rischi per la salute pubblica nell'UE connessi al latte crudo a causa di lacune nei dati. Tuttavia, in base ai dati forniti dagli Stati membri riguardo ai focolai infettivi di origine alimentare, 27 focolai verificatisi tra il 2007 e il 2013 sono da ricondurre al consumo di latte crudo.

La maggior parte di tali focolai (21) sono stati causati da Campylobacter, uno di essi è stato causato da Salmonella, due da STEC e tre dal virus dell'encefalite da zecche (TBEV). La grande maggioranza dei focolai è stata causata da latte vaccino crudo, mentre alcuni hanno avuto origine da latte caprino crudo.
"Occorre migliorare la comunicazione ai consumatori sui pericoli e le misure di controllo associate al consumo di latte crudo da bere", ha dichiarato John Griffin, presidente del gruppo BIOHAZ.
Neonati, bambini, donne incinte, anziani e soggetti immunodepressi corrono un rischio maggiore di ammalarsi se consumano latte crudo.
(EFSA 13 gennaio 2015)

EFSA rid0038 copia

Tra il Ministero della Salute e le autorità algerine raggiunto l'accordo di carattere sanitario per consentire le importazioni dall'Italia di prodotti lattiero caseari.

Reggio Emilia, 16 gennaio 2015 -
A pochi giorni dal superamento degli ostacoli alle esportazioni in Corea del Sud, un altro impedimento viene tolto per creare nuovi sbocchi di mercato per il Parmigiano Reggiano.

Il Ministero della Salute ha infatti comunicato che in seguito a lunga negoziazione è stato raggiunto un accordo con le autorità dell'Algeria per definire un certificato sanitario di esportazione dall'Italia di latte e di prodotti a base di latte, tra cui ovviamente i formaggi duri. Si creano così le condizioni per avviare nuovi flussi commerciali di prodotti lattiero caseari nel mercato per paese nordafricano.

"Esprimiamo particolare apprezzamento - sottolinea il Consorzio - per questo risultato e per l'operato delle autorità sanitarie". "Al di là delle dimensioni assolute del mercato algerino in quanto tale - prosegue l'ente di tutela - è importante registrare il fatto che grazie ad un'azione di sistema si possono superare le barriere che ancora in tanti mercati limitano il nostro export. Infatti, il risultato è stato possibile non solo per l'impegno del Ministero della Salute ma anche grazie alla collaborazione delle autorità sanitarie della Regione Emilia Romagna, della Lombardia e di Assolatte".

Il nuovo file contenente il certificato per l'esportazione sarà inserito sul sito del Ministero della Salute nella sezione veterinaria internazionale alla pagina: http://www.salute.gov.it/veterinariaInternazionale/paginaInternaMenuVeterinariaInternazionale.jsp

(Uffizio Stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)


Il registro in modalità telematica (dematerializzato) sarà disponibile nel portale del SIAN a decorrere dal 1° marzo 2015.

Parma 12 gennaio 2015 -

Si rende noto che è stato pubblicato il Decreto Ministeriale Prot. n. 8 dell'8 gennaio 2015 inerente le disposizioni per la dematerializzazione del registro di carico e scarico per la produzione del burro.

Si informa inoltre che il registro in modalità telematica (dematerializzato) sarà disponibile nel portale del SIAN a decorrere dal 1° marzo 2015 e potrà essere tenuto in formato cartaceo fino e non oltre al 30 giugno 2015.

In allegato oltre al suddetto decreto inviamo le modalità di tenuta del registro di carico e scarico e le modalità di iscrizione e accesso al portale del SIAN.
Consigliamo vivamente di prendere visione degli allegati. (scarica dal link o dal portale Gazzetta dell'Emilia e Dintorni)
(Confcooperative di Parma)

Grana Padano e Parmigiano Reggiano, quotazioni stabili da circa due mesi. Latte spot e burro, dopo la discesa rapida di fine anno nella prima seduta del 2015 confermano i listini.

di Virgilio 14 gennaio 2015 -

LATTE SPOT La prima quotazione veronese del nuovo anno ha lasciato tutto come prima. 34,54 €/100 litri e 35,57€/100 litri latte sono rispettivamente i prezzi minimo e massimo registrati a Verona. Rispetto al medesimo mese del 2014 la perdita che si è accumulata nel corso dl 2014 è del -27,53%. Anche per il latte spot pastorizzato di provenienza estera non ha registrato alcuna variazione di valore.

BURRO E PANNA Crollo dello zangolato a Parma e della crema a uso alimentare quotata a Milano. Invariati tutti gli altri listini il cui valore era già stato abbondantemente ridimensionato nelle ultime tre settimane d del 2014. -6,67% (1,40€/kg) e -6,45% (1,40 - 1,50€/kg) le perdite rispettivamente per lo zangolato e la crema.

GRANA PADANO Niente di nuovo sul fronte del padano. Prezzi fermi da diversi settimane per le due classi di stagionatura rilevate a Mantova e a Milano. Confermati pertanto i listini mantovani sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura: 6,35-6,60€/kg. e 7,05 - 7,30€/kg. Altrettanto vale per la più importante borsa milanese la cui ultima variazione negativa venne registrata lo scorso 27 ottobre. Nello specifico i rilevamenti settimanali hanno registrato la forbice compresa tra 6,35 e 6,45€/kg relativamente al 9 mesi di stagionatura e tra 7,00 e 7,65€/kg. per quanto riguarda il prodotto di 15 mesi d'invecchiamento.

PARMIGIANO REGGIANO Analogamente al Grana Padano anche per il Parmigiano Reggiano i listini non hanno subito variazioni. Alla borsa di riferimento comprensoriale di Parma il 12 mesi è ancora fermo tra 7,25 e 7,65€/kg. mentre tra 8,65 - 9,0€/kg risulta la forbice di prezzo entro cui è stato fissato il prezzo in questa prima seduta del 2015 il 24 mesi di stagionatura.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia


Sbloccata commercializzazione Parmigiano Reggiano e Grana Padano in Corea del Sud. Martina: ottimo risultato del lavoro del Governo per supporto all'export e tutela dei prodotti di qualità italiani

Roma 7 gennaio 2015 -
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministry of food and drug security della Corea del Sud ha riconosciuto l'idoneità all'importazione nel Paese asiatico delle DOP Parmigiano Reggiano e Grana Padano. L'autorità coreana ha verificato che la sicurezza microbiologica di questi prodotti risulta essere equiparabile a quella del formaggio prodotto con il latte pastorizzato. È stata quindi risolta una controversia che aveva arrecato diversi danni alle esportazioni (-21% nei primi undici mesi dell'anno per il codice doganale che comprende anche Parmigiano e Grana) e che bloccava la commercializzazione dei due prodotti dai primi mesi del 2014.

"Parmigiano Reggiano e Grana Padano potranno finalmente tornare a essere venduti in Corea del Sud. Sono molto soddisfatto - ha spiegato il Ministro Maurizio Martina - per la soluzione positiva di una controversia commerciale che danneggiava l'export di due delle nostre eccellenze più apprezzate nel mondo. Il lavoro condotto in coordinamento con i Ministeri dello Sviluppo economico, della Salute e degli Esteri ha portato a un giusto riconoscimento del lavoro delle nostre aziende e dei loro elevati standard produttivi e di controllo. Il mercato della Corea del Sud per l'agroalimentare italiano ha superato i 124 milioni di euro di valore, con una crescita di quasi il 30% dal 2012, e rappresenta un importante sbocco commerciale per il nostro Paese nel contesto asiatico".
Il successo delle trattative con la Corea del Sud si inserisce in un più ampio contesto di operazioni di supporto all'export e di tutela delle indicazioni geografiche sui mercati dei Paesi Terzi. Su questo fronte, infatti, il Governo sta lavorando intensamente perché le nostre eccellenze siano il più possibile e concretamente salvaguardate anche sui mercati internazionali.

"Nel 2014 - ha proseguito Martina - abbiamo applicato in oltre 140 casi la norma ex officio che ci consente di far rimuovere dal mercato europeo prodotti che violano le norme sulle indicazioni geografiche. Negli anni precedenti interventi di questo tipo erano meno di 10 all'anno. E' così ad esempio che i nostri ispettori della repressione frodi, con la collaborazione delle autorità inglesi, hanno tolto dagli scaffali di Harrod's un finto olio Igp toscano. Abbiamo, poi, insistito fortemente affinché nel mandato negoziale del Trattato di libero scambio con gli Stati Uniti l'Unione europea inserisse tra le priorità la tutela delle indicazioni geografiche alimentari. Continueremo a spingere perché è evidente la necessità di recuperare spazi di mercato ora occupati da falso made in Italy sugli scaffali statunitensi e internazionali. Proprio per questo abbiamo appoggiato negli anni il lavoro diplomatico di Bruxelles per concludere trattati bilaterali che prevedessero il riconoscimento e la tutela delle nostre denominazioni nei Paesi terzi. Recentemente siamo riusciti ad ottenere importanti risultati con l'accordo Ue-Canada, aprendo nuove possibilità per l'export agroalimentare italiano che già oggi vale 34 miliardi di euro".

"Per quanto riguarda l'Asia, è bene ricordare che con la Cina è in vigore dal 2012 il cosiddetto progetto pilota "10+10" che prevede il reciproco riconoscimento di 10 indicazioni geografiche alimentari europee in Cina e di 10 cinesi nell'Ue. Nell'elenco di 10 figurano due prodotti italiani come il Grana Padano Dop e il Prosciutto di Parma Dop. Questo progetto si inserisce in un più ampio schema di collaborazione su questo fronte tra Ue e Cina, con un trattato bilaterale che è alle battute conclusive e che prevede un accordo di protezione per un numero complessivo di 100 denominazioni, tra le quali il Pamigiano Reggiano, l'Asiago, il Gorgonzola, la Mozzarella di bufala e il Pecorino romano. Si tratta di un lavoro diplomatico necessario che va in direzione diametralmente opposta a quello fatto dagli Stati uniti sullo stesso mercato. Insisteremo con la Commissione e con il Parlamento europeo, oltre che in sede di Consiglio, affinché siano adeguatamente tutelati i nostri prodotti su tutti i mercati".
"Con lo stesso obiettivo - ha concluso il Ministro - abbiamo intenzione di aprire un grande dibattito sul tema delle indicazioni geografiche in occasione di Expo Milano 2015. Siamo già al lavoro poi per l'organizzazione del Forum sulla lotta alla contraffazione, che si svolgerà a Lodi nel marzo del 2015, e che vedrà riunite le autorità di controllo europee e internazionali per un confronto sugli strumenti di contrasto alle frodi".

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