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Matteo Iori, presidente del Conagga - Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d'Azzardo - che da 15 anni si occupa di interventi sulla dipendenza da gioco d'azzardo attraverso attività di cura, prevenzione, informazione e trattamento, ha risposto alle domande della Gazzetta dell'Emilia -

- di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 19 marzo 2015 –

Accattivanti, affascinanti e insidiose. Sono le centinaia di pubblicità sul gioco d'azzardo alle quali siamo sottoposti, attraverso ogni tipo di mass media, ogni giorno. L'invito al gioco, con la promessa di vincite allettanti rischia di divenire una trappola nella quale molte persone finiscono, assieme ai loro risparmi, ai loro beni, ai loro affetti, alle loro vite. Di ludopatia, gioco d'azzardo e aiuto ai giocatori patologici ne abbiamo parlato con Matteo Iori, presidente del Conagga, da sempre in prima linea in aiuto di chi, nella trappola, c'è finito.

Presidente, cos'è una ludopatia e quando si comprende di essere "malati" di gioco?
Innanzi tutto è opportuno partire da una specifica sui termini. La parola "ludopatico" esiste solo nel nostro Paese e non è sicuramente adeguata. Non esiste una patologia da gioco (ludo), ma esiste da "gioco d'azzardo" ed è per questo che il termine più adatto è "gioco d'azzardo patologico" (o GAP), come chiamato nella comunità scientifica internazionale. Rispetto alla sua domanda, in estrema sintesi, la patologia subentra quando una persona perde il controllo sul gioco d'azzardo e quando questo diventa dannoso per la sua vita: rispetto alle sue possibilità economiche, rispetto al tempo che dedica al gioco, rispetto alle relazioni famigliari o sociali.

Chi è il "giocatore medio"?
Rispetto alla nostra esperienza è, molto frequentemente, un uomo, anche se iniziano ad aumentare le donne rispetto al passato. È, inoltre, una persona frequentemente spostata e con figli, è un lavoratore, e ha mediamente sui 40-45 anni.

La ludopatia crea problemi di carattere sociale, come ad esempio persone che si divorano uno stipendio alle slot. Che tipo di problemi affrontate in quest'ottica voi del Conagga?
Cerchiamo di offrire un trattamento sulla dipendenza da gioco e un supporto alla famiglia; ma al tempo stesso diamo consulenze su temi che molto spesso sono legati a questa dipendenza, quali il sovraindebitamento e l'eventuale usura. Non dimentichiamo, però, l'importanza della prevenzione e dell'informazione e per questo facciamo attività rivolte alla cittadinanza.

Rispetto al resto d'Italia, come vive la provincia di Reggio Emilia la questione della dipendenza da gioco d'azzardo?
La provincia di Reggio è sicuramente un territorio particolarmente fortunato e mi permetto di pensare che la nostra Associazione che già da 15 anni sensibilizza il territorio su questo tema possa avere aiutato una maggior consapevolezza. Ad oggi tutte le maggiori istituzioni territoriali sono ingaggiate su questo tema: la Provincia di Reggio Emilia ha fatto materiale di informazione sul gioco d'azzardo, il Comune ha fatto variazioni specifiche al Piano regolatore, l'Ausl collabora quotidianamente con noi e la nostra Associazione ha aperto cinque gruppi settimanali e una comunità residenziale per giocatori.

Cosa dovrebbero fare le istituzioni locali, regionali e nazionali, per contrastare il trend in aumento dei giocatori seriali?
Informare tutti i giocatori e non solo quelli patologici, sui possibili rischi, mettere in rete e diffondere i luoghi nei quali è possibile trovare un sostegno per la patologia, aiutare i referenti istituzionali del territorio, ossia Comuni e Regioni, a legiferare sul tema per limitare i danni per le fasce più deboli della popolazione, pur nel rispetto di un quadro legislativo uniforme.

Come si aiuta un ludopatico? Quanti, dopo l'aiuto, ricadono nella trappola del gioco?
Ogni persona è a sé e anche la terapia deve essere personalizzata. Molto dipende dalle caratteristiche personali, sociali, culturali e famigliari della persona che chiede aiuto. Generalizzando molto, potremmo dire che comunque l'aiuto passa da una grande comprensione del tema, dall'individuazione di ciò che spinge la persona a giocare, dai bisogni a cui il gioco risponde, del recupero delle risorse proprie della persona e da una forte motivazione nel portare avanti questo impegnativo lavoro. Impegnativo anche perché parecchi giocatori ricadono nella patologia del gioco, ma occorre essere pronti a gestire senza giudizio anche questa situazione dalla quale si potrà ripartire con rinnovato slancio per un trattamento risolutivo.

Che opinione ha in merito alla presenza mediatica del richiamo al gioco d'azzardo, con pubblicità accattivanti proposte in svariate fasce orarie?
Ovviamente la pubblicità spinge molte più persone a giocare d'azzardo e non posso che vederla deleteria, soprattutto per coloro che sono più fragili e più vulnerabili e più facilmente possono sentirsi attratti dalla "grande possibilità di ricchezza".

Presidente, che consiglio si sente di dare in generale rispetto al gioco?
Il gioco d'azzardo esiste da sempre e non credo nelle politiche proibizionistiche, ma al tempo stesso il nostro Paese ha avuto uno sviluppo eccessivo e con l'inserimento di giochi particolarmente aggressivi. Sul gioco d'azzardo vorrei poter tornare a vent'anni fa, pochi giochi, in pochi luoghi e spesso vissuti come momenti socializzanti, come ad esempio quando si faceva la schedina insieme. Quindi, come consiglio, direi di fare il possibile per tornare un po' indietro.

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Arresto del patron gialloblù nelle prime ore del mattino per reimpiego di capitali illeciti trasferiti a diverse fondazioni nonché al Parma stesso. In totale coinvolte 22 persone. -

Parma, 18 marzo 2015 – di Maria Caterina Viscomi -

La data cruciale per definire la situazione del Parma Calcio sarebbe dovuta essere il 19 marzo, scadenza fissata per l'udienza fallimentare del club ducale. Più sconcertante dell'ormai quasi scontato destino della società emiliana è però la notizia giunta da poche ore: l'arresto del patron gialloblù per il reimpiego di capitali illeciti trasferiti a diverse fondazioni nonché al Parma stesso.

L'operazione della Guardia di Finanza di Roma, denominata GFB-Oculus e guidata dai procuratori Nello Rossi e Michele Prestipino, è ancora in corso e vede coinvolte altre 21 persone a cui vengono contestati, a diverso titolo, i reati di associazione a delinquere, uso di carte di credito clonate, frode informatica e riciclaggio.

Le indagini hanno portato alla luce anche il modus operandi che prevedeva la complicità di alcuni operatori di banche, disposti a coprire l'hackeraggio in cambio di tangenti. Il denaro trasferito veniva poi ricevuto come donazione nel caso delle fondazioni e, nel caso del Parma Calcio, come sponsor. Al momento gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria stanno procedendo con una sessantina di blitz e perquisizioni in tutta Italia.


Manenti è presidente del club ducale dallo scorso febbraio dopo averlo acquistato al valore simbolico di un euro da Rezart Taci, proprietario della Dastraso.

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Mercoledì, 18 Marzo 2015 10:00

Novi di Modena - Truffa del massaggio ad un'anziana

Dopo avere convinto l'anziana vittima della truffa a farsi fare un massaggio è scappata col bottino -

Modena, 18 marzo 2015 -

Sulla truffa ai danni di un' anziana stanno indagando i Carabinieri della Stazione di Novi di Modena dopo la denuncia per furto.

E' successo ieri pomeriggio, quando una donna di circa 50 anni si è presentata alla porta dell'abitazione per poi convincere la signora, che vive con il marito ed il figlio ma era sola in casa, a farsi fare un massaggio. Al termine del quale però ha chiesto all'anziana il pagamento del corrispettivo pari a 250 euro e al suo diniego, approfittando di un momento di distrazione, le ha preso il portafoglio, con all'interno 40 euro, oltre a collanina e orecchini tolti e messi sul tavolo per consentire il massaggio. Preso il bottino, la donna è fuggita a bordo di un'auto. 

I Carabinieri raccomandano che le vittime siano messe al corrente che persone senza scrupoli possono approfittare della loro buona fede e derubarli ed è importante che i parenti più prossimi svolgano nei loro confronti un'adeguata sensibilizzazione, convincendoli a non lasciar entrare in casa gli sconosciuti, anche se hanno modi gentili ed affabili.

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Inchiesta giudiziaria per la realizzazione della Cispadana. Tra gli indagati anche l’ex assessore regionale Alfredo Peri

Parma 17 Marzo 2015 -

Maxi inchiesta sulle Grandi Opere che vede indagati l'ex assessore regionale  alla Mobilità e Trasporti Alfredo Peri, Mirko Fiammenghi ex consigliere regionale, e Graziano Patuzzi Presidente di ARC (Autostrada Regionale Cispadana).

Ombre nelle procedure di realizzazione, molte ombre sulle quali è importante fare luce, esattamente come sostiene l’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini:  "Esprimo totale fiducia nel lavoro dei magistrati e il convincimento che Alfredo Peri, ex assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Emilia-Romagna, Miro Fiammenghi, ex consigliere regionale, e Graziano Patuzzi, presidente di ARC (Autostrada Regionale Cispadana), possano dimostrare la loro estraneità dalle accuse contestategli e l’assoluta correttezza dei comportamenti tenuti nello svolgimento dei loro incarichi – e continua - per noi la Cispadana è un'opera strategica e va realizzata, ma nelle procedure non deve esserci nessuna ombra. Questa amministrazione regionale si è impegnata fin dal suo insediamento, nel gennaio scorso, a richiedere la conclusione della procedura di VIA e il passaggio della concessione allo Stato”.

Insomma, un’opera considerata strategica sia per il valore trasportistico, che per dare maggiore competitività ad un territorio nel quale sono insediate migliaia di imprese e lavoratori.

Anche il Movimento 5 Stelle si è fatto sentire sull’argomento chiedendo di congelare l’iter di approvazione ed i lavori della Cispadana, almeno fino a quando le inchieste giudiziarie che riguardano la realizzazione dell’autostrada regionale non saranno concluse. Una richiesta che arriva dopo l’ennesimo scandalo giudiziario che sta mettendo sotto la lente degli inquirenti gli intrecci tra politica ed appalti per la realizzazione dell’opera che dovrebbe attraversare per 67 km la Bassa emiliana, da Reggio Emilia a Ferrara.

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I venditori ambulanti fermavano gli automobilisti per vendere gioielli in apparenza d'oro: denunciati per truffa quattro Rumeni. -

Modena, 17 marzo 2015 -

Sono stati denunciati per truffa quattro Rumeni di età compresa tra i 30 e i 20 anni che fermi sulla SS12 alle porte di Medolla, cercavano di vendere gioielli falsi. Fermando con una scusa gli automobilisti dicevano di avere necessità di contanti e proponevano la vendita di alcuni anelli in oro.

Grazie ad alcuni passanti che hanno avvisato i Carabinieri dell'anomala vendita, i militari si sono recati sul posto e li hanno bloccati. Dalle perquisizioni, effettuate anche sul veicolo, sono stati trovati alcuni oggetti apparentemente in oro, ma che in realtà erano in metallo.

I quattro, senza fissa dimora, sono stati denunciati e allontanati con foglio di via e divieto di ritorno nel comune.

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Identificato e sanzionato un senegalese che nel posteggio di viale Malta indirizzava i veicoli nei posteggi liberi per poi chiedere con insistenza denaro -

Piacenza, 16 marzo 2015 -

L'altro giorno la Municipale ha effettuato diversi interventi presso i parcheggi di via Campagna, via XXI Aprile e viale Malta, nell'ambito dei controlli predisposti per contrastare la presenza di posteggiatori abusivi.
Gli agenti, una volta terminati senza alcun riscontro gli accertamenti nelle aree di parcheggio nei pressi dell'ospedale, si sono recati nel posteggio di viale Malta dove hanno notato immediatamente tre venditori che si sono allontanati precipitosamente per sottrarsi al controllo.

L'attenzione della pattuglia della Municipale si è poi spostata su un quarto uomo che, appoggiato alla colonnina del parchimetro posizionata vicino all'incrocio con via Palmerio, indirizzava i veicoli che accedevano al parcheggio negli stalli liberi, per poi richiedere con insistenza ai conducenti denaro in aggiunta al regolare biglietto. L'uomo, un cittadino di nazionalità senegalese, domiciliato a Piacenza, è stato identificato e sanzionato per esercizio abusivo dell'attività di parcheggiatore-guarda macchine. Infine è stata anche applicata la sanzione accessoria del sequestro dei proventi dell'attività abusiva: 226 euro.

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E' questa la cifra raccolta dal Gruppo Culturale Porte Vinciane e divisa tra 52 esercenti dei comuni di Bastiglia e Bomporto colpiti dall'alluvione del gennaio 2014. Durate la cerimonia di domenica 15 marzo al teatro di Bomporto sono stati consegnati a ognuno 630 euro. -

 - di Manuela Fiorini - 

Modena, 16 marzo 2015 -

32.760 euro. E' di questo importo l'assegno che è stato "staccato" domenica 15 marzo, al Teatro Comunale di Bomporto dagli undici componenti del Gruppo Culturale Porte Vinciane in favore di 52 commercianti dei Comuni di Bastiglia e Bomporto le cui attività sono state danneggiate dall'alluvione del 19 gennaio 2014. A ogni esercente sono andati 630 euro, frutto del ricavato del progetto "Terre Forti", nato nell'immediato post alluvione proprio con il fine di raccogliere fondi in favore di chi aveva visto i sacrifici di una vita portati via dalle acque del fiume Secchia.

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In un teatro gremito, alla presenza dei sindaci di Bomporto e di Bastiglia, Alberto Borghi e Francesca Silvestri, gli undici componenti delle "Porte Vinciane", hanno ripercorso le tappe del progetto che ha consentito loro di raccogliere una cifra ragguardevole in favore delle attività alluvionate. I proventi derivano dalle vendite di un libro fotografico, Terre Forti, realizzato grazie alla collaborazione di 19 fotografi professionisti che hanno documentato e messo a disposizione i loro scatti di quei giorni drammatici, che sono stati abbinati ai pensieri, alle preoccupazioni e alle speranze degli alluvionati raccolti per l'occasione. Con lo stesso fine è stato realizzato anche il DVD "Forza!" prodotto da Indaco Film & More. Ogni componente del Gruppo Porte Vinciane, composto per lo più da donne, ha messo a disposizione la sua professionalità, chi come grafica, chi come ufficio stampa, chi nell'attività di fundraising, chi partecipando agli eventi per promuovere la vendita del libro e del DVD. Sono stati ben 20, tra sagre e manifestazioni, alcune delle quali organizzate ad hoc, come le festa con in commercianti dello scorso 8 giugno a Bomporto e la mostra fotografica "Questo no! Volti, affetti, oggetti" allestita nella suggestiva cornice del Palazzo Ducale di Modena, sede dell'Accademia Militare, che ha riscosso un grande successo di pubblico.

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«Chiudiamo il cerchio con un bilancio positivo – ha detto Manuela Cavallari del Gruppo Culturale Porte Vinciane- che devolviamo ai 52 esercizi commerciali di Bastiglia, Bomporto, Gorghetto e Villavara. Ringraziamo le aziende e i singoli che hanno gratuitamente fornito le loro competenze, gli sponsor, le persone che hanno contribuito alla realizzazione dei progetti e chiunque voglia celebrare questo traguardo, che non è solo materiale, perché questa esperienza ci ha insegnato che nelle difficoltà possiamo tirare fuori una grande forza».

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I legami del Clan dei Casalesi con l'Emilia Romagna, in particolare con il modenese. Il pentito Roberto Vargas racconta che Nicola Schiavone si voleva trasferire a Modena per sviare le indagini nei suoi confronti. -

Modena, 13 marzo 2015 - di S.P. -

La recente operazione "Spartacus Reset" eseguita dai Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia ha portato nuovamente alla luce i legami del Clan dei Casalesi con l'Emilia Romagna, in particolare con il modenese. In carcere sono finite 42 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsioni, detenzioni di armi e ricettazione, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Sono tutti ritenuti capi e gregari della fazione Schiavone del clan dei Casalesi.

Tra loro anche Carmine e Nicola Schiavone, figli del boss Francesco Schiavone "Sandokan". In particolare il legame emiliano romagnolo si evince quando il clan tentò di organizzare un attentato contro il magistrato della DDA Federico Cafiero de Raho, oggi procuratore capo di Reggio Calabria, ciò nel 2011. Lo ha rivelato il pentito Roberto Vargas che racconta ai pm: "Nel corso del primo incontro tra me e Nicola Schiavone, avvenuto in San Marcellino, questi mi disse che una volta eliminati Iovine e Zagaria, avremmo dovuto fare pulizia interna al clan e successivamente avremmo potuto colpire il pool di magistrati, per primo Cafiero De Raho".

Il collaboratore di giustizia ha spiegato che il piano contro il pm della Dda prevedeva l'utilizzo di terroristi, "mentre noi avremmo fornito gli appoggi logistici". "Secondo quanto diceva Schiavone – afferma Vargas – i terroristi erano stati già addestrati a colpire in quanto avevano preso parte a fatti di sangue all'estero per l'organizzazione terroristica. Siccome i terroristi avevano avuto alcuni problemi, si erano alleati con noi al fine di ottenere dei rifugi sicuri nell'agro aversano. Schiavone mi disse di aver incontrato questi terroristi nell'agro aversano e mi disse che sarei dovuto essere io il contatto diretto con queste persone, mentre lui si sarebbe trasferito a Modena, per sviare le indagini nei suoi confronti. Poi sono stato arrestato e quindi non se ne è fatto più nulla". 

Il fatto che si volesse trasferire a Modena conferma quanto emerso negli ultimi dieci anni circa la presenza e gli appoggi di cui i casalesi godono in Emilia.

 

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Firmato l'esposto da inviare all'Authority per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico. Presente anche una delegazione di primi cittadini del Parmense, guidata dal sindaco di Fidenza Andrea Massari: anche i Comuni del Parmense interessati a sottoscriverlo. All'Autorità si chiede di accertare una serie di inadempienze e adottare i necessari provvedimenti perché quanto accaduto non si ripeta mai più -

Reggio Emilia, 13 marzo 2015 -

A poco più di un mese dai gravi disagi subiti dal territorio reggiano a causa del prolungato black-out seguito alla nevicata del 5 e 6 febbraio scorsi, ieri mattina a Palazzo Allende il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, e tutti i sindaci reggiani hanno firmato un esposto da inviare all'Authority per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico.

L'iniziativa, che era stata annunciata negli stessi giorni del black-out ed è stata successivamente valutata anche insieme alle associazioni di consumatori, denuncia - si legge nella nota - "l'inquietante fragilità della rete di distribuzione dell'energia elettrica e, in generale, la inadeguatezza di un servizio pubblico fondamentale" e chiede all'Autorità di accertare una serie di circostanze e di inadempienze e di adottare "tutti i provvedimenti che dovessero risultare necessari".

L'esposto segue le varie iniziative promosse dalla Provincia di Reggio Emilia, con la collaborazione di sindaci e associazioni dei consumatori. Proprio dei giorni scorsi è l'incontro fra il presidente della Provincia Giammaria Manghi, il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e il presidente dell'Authority per l'energia elettrica, Guido Pier Paolo Bortoni, insieme al parlamentare reggiano Paolo Gandolfi.

"Forse più ancora delle carenze infrastrutturali, è preoccupante anche l'inadeguatezza mostrata dai soggetti gestori durante l'emergenza dal punto di vista della comunicazione istituzionale, circostanza che ha creato non poche difficoltà alle strutture deputate alla tutela della pubblica e privata incolumità – hanno detto il presidente Manghi e il sindaco Vecchi - Pensiamo quindi che l'Autorità, nel rispetto del suo ruolo istituzionale e indipendente, possa efficacemente attivarsi con una indagine conoscitiva, o con gli strumenti che riterrà più opportuni, per ottenere risposte ad una serie di interrogativi, risposte che riteniamo siano dovute con urgenza ai cittadini reggiani, e orientare le reti elettriche verso una maggiore efficienza e sicurezza in modo che quanto accaduto non si verifichi mai più".

L'esposto è stato predisposto dall'avvocato Alessandro Merlo della Provincia e condiviso con l'Ufficio legale del Comune di Reggio Emilia: "Si parla tanto dei tempi lunghi della politica, ma in pratica in appena un mese, nonostante la delicatezza e la complessità della materia, siamo passati dalle parole ai fatti, condividendo ogni passaggio con i sindaci ed evitando la strada della class-action, ritenuta legalmente impraticabile", hanno detto Manghi e Vecchi. Il presidente della Provincia ha poi ricordato che "comunque continueremo a partecipare al Tavolo aperto dalla Regione con Enel, dove per correttezza ho anticipato l'esposto, e ci impegneremo ad assistere i cittadini nella delicata e complessa di richiesta di risarcimento danni a Enel".

A tale proposito, il presidente Manghi ha anticipato che i rimborsi "standard" previsti da Enel (fino a 300 euro per le utenze domestiche, fino a 1.000 euro per le imprese) dovrebbero iniziare ad arrivare con le bollette successive ai primi giorni di aprile. "Ma tanti cittadini e tanti imprenditori hanno subito a causa del prolungato blackout danni ben superiori – ha proseguito Manghi – Come istituzioni intendiamo proseguire a lavorare con le associazioni dei consumatori per assistere i cittadini in questa fase ed evitare che, per qualche formalismo, le loro legittime richieste vengano respinte".

La delegazione del Parmense

All'Assemblea dei sindaci di questa mattina a Palazzo Allende era presente anche una delegazione di primi cittadini del Parmense, guidata dal sindaco di Fidenza Andrea Massari: "In 45 siamo disposti a sottoscrivere lo stesso esposto per chiudere una vicenda davvero sgradevole, perché è impensabile che nel 2015 una azienda dalle dimensioni di Enel lasci al freddo al buoi famiglie anche per 105 ore", ha detto sottolineando come "se non come la si intende con il termine inglese, questa sia comunque una azione collettiva a tutela dei cittadini".

Cosa chiede l'esposto

Dopo aver ricordato quanto accaduto in seguito alla nevicata del 5 e 6 febbraio scorsi attraverso il diario di bordo della Sala operativa della Protezione civile, nell'esposto firmato, sindaci e Provincia chiedono all'Authority per l'energia elettrica, il gas ed il sistema idrico di conoscere:

- le ragioni specifiche dell'interruzione dell'energia elettrica nella provincia di Reggio Emilia a partire del giorno 6 febbraio 2015, con riferimento, in particolare, agli aspetti di fragilità della rete di distribuzione, al fine di comprendere quali interventi correttivi possano essere adottati;

- quali sono i gestori di rete coinvolti nel blackout e quali strumenti questi hanno per verificare le interruzioni della fornitura, con particolare attenzione alla rete a bassa tensione, su cui pare non esserci nessun strumento di verifica in tempo reale dei guasti;

- quali azioni, e in che tempi, sono state messe in campo per ripristinare i servizi e quali sono le azioni previste per recuperare una piena funzionalità del sistema;

- come mai Enel non abbia risposto tempestivamente ai Sindaci e ai cittadini a proposito delle mancate erogazioni del servizio elettrico e come mai Enel non sia stata in grado di fornire un quadro della situazione e una previsione attendibile durante tutto il primo giorno dell'emergenza;

- come mai si siano verificate queste estese interruzioni e se si ritiene che queste possano ripetersi, in ragione soprattutto della evidente fragilità della rete;

- quali provvedimenti si intendono adottare per evitare che si ripeta la totale assenza di informazioni da parte dei gestori della rete nelle fasi di emergenza e per evitare che si verifichino interruzioni così estese e prolungate di un servizio pubblico fondamentale;

- quali strumenti hanno i cittadini e le istituzioni locali per essere risarciti dei danni provocati dal blackout;

- se ritiene che l'attuale assetto societario dei gestori di rete e degli erogatori di servizio sia adeguato a garantire il primato della garanzia del servizio pubblico ed in particolare a garantire una pronta reazione nella gestione delle emergenze.

L'esposto chiede infine "che vengano assunti da Codesta Autorità, nell'ambito delle sue competenze, tutti i provvedimenti che dovessero risultare necessari in base alla valutazione dei fatti esposti."

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

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Il dottor Carlo Alberto Romandini è stato nominato comandante del Corpo di Polizia Municipale Bassa Reggiana. Le linee generali che intende mettere in atto in merito alla gestione del nuovo Corpo: "Prossimità, lettura del territorio e lavoro di rete con le altre forze" -

Reggio Emilia, 12 marzo 2015 -

E' stato presentato ieri pomeriggio, nella sala giunta di Palazzo Allende, il dottor Carlo Alberto Romandini, nominato comandante del Corpo di Polizia Municipale Bassa Reggiana. Davanti alla giunta dell'Unione, l'attuale responsabile del presidio di Polizia Municipale del Comune di Maranello e vicecomandante del Corpo intercomunale di Formigine, Maranello e Fiorano (che entrerà in carica ufficialmente il primo aprile, a tempo determinato per due anni) ha illustrato le linee generali che intende mettere in atto in merito alla gestione del nuovo Corpo, individuando alcuni punti salienti.

"La sfida che ci attende – ha spiegato - è nello stesso tempo difficile e stimolante in quanto si tratterà di mettere assieme realtà che provengono da quattro esperienze diverse (due corpi intercomunale e due presidi autonomi). Bisognerà, quindi, da una parte, rafforzare la centralità del Corpo unico, al fine di accrescere gli standard di qualità del servizio ed omogeneizzare le funzioni di presidio del territorio, con la creazione di una centrale operativa unica e la possibilità di estendere la presenza sul territorio, anche negli orari serali. Dall'altra, bisognerà salvaguardare le rispettive peculiarità territoriali rafforzando le funzioni dei presidi sovracomunali al fine di non disperdere i collegamenti già esistenti e le memorie storiche degli operatori. In questo quadro, la scelta effettuata, di dividere il territorio in sub-ambiti risulta quanto mai opportuna perché consente di lavorare contemporaneamente su entrambe le direzioni. Dal punto di vista più operativo l'obiettivo sarà quello di standardizzare l'operatività su tre settori ormai tipici dell'agire della polizia locale: la sicurezza urbana, la sicurezza stradale e la polizia amministrativa".

In merito alla sicurezza urbana, l'obiettivo principale del Corpo Unico sarà quello di operare in un ottica di "prossimità" prevedendo una presenza costante ed attenta degli agenti in tutte le zone del territorio – in "rete" con le altre forze dell'ordine - anche nelle frazioni distanti dai centri storici, con il compito di individuare preventivamente le segnalazioni ed i bisogni, cercando di fornire comunque "risposte" ai cittadini. Per quanto riguarda la sicurezza stradale, un'attenzione particolare sarà riservata al miglioramento delle condizioni di sicurezza infrastrutturale della circolazione stradale, con particolare riferimento alla tutela della cosiddetta "utenza debole" (pedoni, ciclisti e disabili). Infine, nell'ambito delle attività di polizia amministrativa saranno attuati controlli sul commercio, sui luoghi di lavoro e attività di contrasto a fenomeni quali il gioco compulsivo e l'evasione contributiva.

Gli otto Comuni, dall'inizio del 2015, sono stati unificati nello stesso Corpo, articolato in tre sub ambiti: est (Novellara-Reggiolo, con 23.010 abitanti), nord (Guastalla-Gualtieri-Luzzara, con a 31.095 abitanti) e ovest (Boretto-Brescello-Poviglio, con 18.128 abitanti). La dotazione organica attuale di agenti degli otto Comuni è di 55 elementi (di cui 5 vacanti da ricoprire) oltre a 4 amministrativi. La centrale operativa avrà sede a Novellara.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
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