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A trovare i corpi senza vita dei due coniugi sono stati i figli. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe ucciso la moglie con alcune coltellate.

Parma, 29 marzo 2017

Tragico ritrovamento questa mattina a Felegara, in provincia di Parma. I corpi senza vita di due coniugi di 75 anni, sono stati scoperti all'interno della loro abitazione. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo avrebbe ucciso la moglie con alcune coltellate, forse spinto dalla grave malattia di cui soffriva la moglie, e poi si sarebbe tolto la vita. Un gesto estremo dettato dalla disperazione. Su entrambi i corpi i segni di ferite procurate probabilmente con un coltello da cucina. La donna pare fosse da tempo costretta a letto in gravi condizioni di salute. Sul posto i carabinieri della stazione di Medesano che hanno eseguito i rilievi e la Compagnia di Salsomaggiore, alla presenza del pm Andrea Bianchi.

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Sgominata la scorsa notte dai Carabinieri banda che trafficava in armi, droga e che organizzava sequestri e rapine. Trovate nel Parmense oltre 100 armi da guerra. 45 le persone coinvolte fra quelle arrestate, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciate. La banda stava progettando di rubare la salma di Enzo Ferrari

di Alexa Kuhne

Parma, 28 marzo 2017

Il canale grazie al quale si smistavano armi da guerra e droga e si organizzavano sequestri era quello che partiva dalla Sardegna e arrivava a Parma, centro nevralgico del traffico, fino a raggiungere Lombardia, Veneto e Calabria.
Un filo diretto continuo, da anni, quello che collegava 45 persone, cadute ieri notte nella rete dei carabinieri, dedite al traffico illegale di mitragliatrici, fucili, bombe a mano e sostanze stupefacenti. Più di un centinaio sono state le armi sequestrate, stipate in abitazioni del Parmense, soprattutto a Traversetolo.
L'indagine è partita nel 2007 dalla Sardegna e ha coinvolto cittadini dell'isola residenti nella nostra provincia.
Cinque le persone finite in manette, uno ai domiciliari, due con obbligo di dimora, ma sono 45, complessivamente, i coinvolti fra arrestati, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciati.
La banda si era specializzata in spaccio di droga ed estorsioni, con il Parmense come nodo cruciale di smistamento e la Sardegna come luogo effettivo dello spaccio. I protagonisti, finiti agli arresti, sono alcuni pregiudicati barbaricini che si sono stabiliti da tempo, per ragioni di lavoro, in Emilia Romagna ma che non hanno mai interrotto i rapporti con i sodali residenti sull'Isola.
Figura di spicco Giovanni Antonio Mereu, 47 anni, di Orgosolo, ma da anni trapiantato a Parma.
Mereu si era legato con personaggi della criminalità calabrese - per quanto attiene il traffico di stupefacenti - e con trafficanti di armi operanti tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna.
La banda stava progettando anche il furto a scopo di estorsione della salma del costruttore automobilistico Enzo Ferrari, sepolta nel cimitero monumentale di Modena. Era già stato tutto definito: modalità di custodia della salma e gestione dei contatti con i familiari. 
Un disegno criminale impedito in tempo dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Nuoro che si è coordinato con la Compagnia dell'Arma di Modena.

L'organizzazione era anche specializzata in rapine a portavalori, istituti di credito ed attività commerciali. In particolare, nel 2013, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Nuoro e della Compagnia di Viadana (Mantova) il latitante Severino Satta, di 39 anni, residente a Lula (Nuoro), sorpreso all'interno di un appartamento con altri due pregiudicati di ordine sarda. Gli inquirenti hanno accertato che stava pianificando una rapina a mano armata. L'obiettivo dei malviventi era l'assalto ad un furgone portavalori o il caveau di un istituto di vigilanza privata.
Il filone investigativo era partito nel 2007 con il sequestro-lampo, a scopo di rapina, dei coniugi Giampaolo Cosseddu e Pietrina Secce, conclusosi con un bottino di 50mila euro portati via dalla filiale della Banca Intesa di Orosei di cui Cosseddu era direttore e nella quale venne accompagnato dai banditi per il prelievo. I tre malviventi, dopo aver intascato i soldi, fuggirono liberando gli ostaggi. Le successive indagini portarono gli inquirenti a mettere sotto controllo alcuni sospettati che sono risultati anche legati a traffico di droga.

Dall'attività investigativa dei carabinieri sono emersi, sostanzialmente, due distinti (seppure tra loro collegati) filoni d'indagine: da un lato quello riguardante le attività illecite di Graziano Mesina (condannato a 30 anni nel dicembre scorso per essere a capo di una banda di trafficanti di droga), dall'altro i traffici sempre di stupefacenti di esponenti campidanesi e barbaricini. 
Sequestrate, in tutti questi anni, ingenti quantità di cocaina e marijuana.

Dello smercio delle armi, in particolare, si occupava la figura di spicco dalla banda, Antonio Mereu, di Orgosolo. Tutto arrivava tramite un noto armaiolo/perito balistico che a sua volta, sfruttando la sua professionalità e le sue conoscenze, era riuscito a attivare un ininterrotto canale di approvvigionamento di armi da una struttura dell'Esercito, grazie alla complicità di un militare ed un impiegato civile del ministero della Difesa. Il sistema criminale - hanno sottolineato i carabinieri - era incentrato sulle procedure di rottamazione delle armi del 15/o Ce.Ri.Mat. (Centro Rifornimenti e Manutenzione) dell'Esercito di stanza a Padova. L'armaiolo Renato Bazzan e suo figlio Willy (entrambi arrestati), il primo capo squadra dei Vigili del Fuoco di Padova ed il secondo pompiere, attraverso il luogotenente Giuseppe Mattei ed il dipendente Paolo Paris, entrambi in servizio al 15/o Ce.Ri.Mat., trafugavano armi intere o parti che poi venivano consegnate a Renato Bazzan. Questi a sua volta le rendeva clandestine modificando la matricola. Successivamente le armi venivano cedute anche a Mereu che a sua volta le immetteva nel mercato clandestino sardo e calabrese. Le armi venivano utilizzate anche quale corrispettivo per il pagamento di partite di droga acquistate dalla 'Ndrangheta ed inviate per lo smercio in Sardegna.

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Sabato 25 marzo, nell'ambito dell'operazione "Scorpione", la Polizia Municipale ha effettuato ulteriori attività di controllo mirate a contrastare l'abusivismo commerciale e il degrado in occasione del mercato bisettimanale. Cinque pattuglie – tre in divisa e due in borghese – sono state impegnate in piazza Duomo e nelle limitrofe via Chiapponi, via XX Settembre e via Legnano, provvedendo non solo al servizio antitaccheggio ma anche a quattro sequestri di merce venduta senza regolare licenza.

In piazza Duomo sono stati sequestrati 5 portafogli, 73 tra marsupi e pochette, 7 borse in pelle, 72 paia di occhiali da sole, 8 bastoni da selfie, 2 power bank e 11 cuffiette audio. L'apparecchiatura elettronica e gli occhiali da sole erano privi del marchio CE, comportando potenziale pericolo per la salute.
Sono stati inoltre sequestrati 15 kg di carciofi e 3 kg di limoni, il tutto privo di tracciabilità.
I venditori, di nazionalità extracomunitaria, si sono dati alla fuga.

Piacenza, 28 marzo 2017

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La raccolta di firme per installare telecamere nei parchi e nelle aree cani di Parma, che ha raggiunto quota 500, è stata lanciata sulla popolare piattaforma Change.org alla luce delle recenti vittime tra i nostri amici a quattro zampe. Ecco come riconoscere i sintomi, come correre ai ripari e presentare denuncia.

Di Manuela Fiorini

Parma, 23 marzo 2017

"Considerando la gravissima situazione relativa alla diffusione estremamente allarmante di bocconi avvelenati nella gran parte delle aree verdi della città di Parma, molto spesso in prossimità di scuole e asili, chiediamo che vengano al più presto installate telecamere di sorveglianza nei parchi e nelle aree cani. Ricordiamo che gli animali che ingeriscono le esche avvelenate subiscono una morte atroce o, nel migliore dei casi, danni fisiologici permanenti. Ci sono già state numerose vittime, quindi la situazione è di estrema grave urgenza, capace di mettere a rischio anche l'incolumità dei bambini. Consideriamo quindi come unico deterrente l'installazione di telecamere a sorveglianza continua".

Ha raggiunto ormai oltre 1.000 firme la petizione lanciata sulla popolare piattaforma Change.org indirizzata al Sindaco di Parma per arginare il crudele fenomeno dei bocconi avvelenati, spesso lasciati nei parchi o, addirittura, nelle aree cani, quando poi non vengono gettati direttamente nei giardini dei privati con l'intento di nuocere non solo agli animali domestici, le principali vittime, ma anche alla fauna selvatica.

Cosa fare in caso di sospetto avvelenamento

Se si sospetta che il proprio cane o gatto abbia ingerito un boccone avvelenato, la prima cosa da fare è allertare il veterinario o la Guardia Veterinaria, se presente, in modo che si prepari al vostro arrivo. Si devo poi cercare di far vomitare l'animale per cercare di limitare i danni, somministrandogli con l'aiuto di una siringa priva di ago abbondante acqua ossigenata o salata per indurre il vomito. In nessun caso si deve somministrare il latte. I veleni utilizzati nei "bocconi" agiscono tra i 30 minuti e le 2 ore, anche se alcuni possono avere un effetto più lento, anche di un paio di giorni. Per questo è fondamentale riconoscere i sintomi che possono essere diversi a seconda della sostanza ingerita.

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                                                             polpette con veleno per topi

I tipi di veleno e e i sintomi del cane 

Uno dei veleni più utilizzati per confezionare le "polpette" è il topicida che si acquista facilmente in numerosi esercizi e si può trovare in granuli, in pasta, in cialde o liquido. Il suo effetto è molto subdolo, perché i sintomi possono manifestarsi anche non immediatamente, inducendo il proprietario a tergiversare o a ritardare l'intervento del veterinario. L'animale presenta una respirazione difficoltosa, ha le mucose pallide e versa in stato di grande prostrazione. Se non si interviene, muore a causa di emorragie interne.

Un altro veleno molto utilizzato è la stricnina, che si trova sotto forma di polvere bianca e viene in genere utilizzata contro i topi. Agisce sul sistema nervoso centrale e provoca la morte in pochi minuti. I sintomi da avvelenamento sono: convulsioni, irrigidimento degli arti, pupille dilatate, guaiti esagitati che compaiono circa 10 minuti dopo l'ingestione. Fondamentale è cercare di far vomitare l'animale e precipitarsi dal veterinario.

Sintomi assai simili, ma possono anche comparire diarrea, tremori e soffocamento, sono dati dalla metaldeide un fitofarmaco lumachicida che ha l'aspetto di granuli colorati. I sintomi si manifestano un paio d'ore dopo l'ingestione ed è l'unico veleno per cui ancora non esiste un antidoto specifico. Il veterinario può intervenire con un cocktail di farmaci per ogni sintomo. Infine, nei bocconi si può trovare anche dell'antigelo, nome con cui si identifica il glicole etilenico. Si trova in forma liquida e incolore e provoca nausea e vomito dopo circa 30 minuti dall'ingestione. L'animale tende a bere e urinare di più. Dopo 12 ore possono insorgere difficoltà di respirazione, tachicardia, complicazioni renali che portano alla morte. È necessario intervenire nel giro di poche ore affinché l'antidoto possa fare effetto.

L'importanza di denunciare l'episodio

È poi importante denunciare la presenza di bocconi avvelenati rivolgendosi alla Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Polizia Provinciale, al Corpo Forestale dello Stato o alla Guardia di Finanza, indipendentemente dall'avvenuto avvelenamento. Si devono allegare alla denuncia delle prove, per esempio la fotografia del boccone, oppure il boccone stesso, dopo averlo prelevato con le dovute cautele (guanti monouso, sacchetto). La denuncia in forma scritta può essere fatta anche contro ignoti e consentirà alle Forze dell'Ordine di bonificare la zona. Se il proprio animale è invece stato avvelenato, sarà utile allegare il referto del veterinario che include l'identificazione della sostanza. Si può denunciare, infine, anche la minaccia di avvelenamento.

Clicca qui per firmare la petizione

Pubblicato in Cronaca Parma
Giovedì, 23 Marzo 2017 10:08

Attentato a Londra: gli ultimi aggiornamenti

Attentato a Westmister nel pomeriggio di mercoledì 22 marzo, il bilancio parla di 4 morti e 30 feriti. Sono 7 gli arresti effettuati nella notte a Birmingham. Ancora ignota l'identità del killer.

Di CM 

Giovedì, 23 Marzo 2017 

Un'auto sulla folla, una dozzina di passanti investiti sul ponte di Westmister, a pochi metri dalla torre dell'orologio che sormonta il Parlamento britannico, poi un uomo che scende dalla vettura e si avventa contro gli agenti in servizio fuori dalla Camera dei Comuni: è questa la terribile scena dell'attentato terroristico che ha colpito Londra nella giornata di ieri, mercoledì 22 Marzo 2017.

Le informazioni ufficiali prevenienti da Scotland Yard parlano di un assalitore che ha agito in solitaria; poi un bilancio di 4 morti e 30 feriti, alcuni dei quali ricoverati per ferite gravi.
Ad ora, non sono state fornite indicazioni su quale gruppo jihadista sia al centro delle indagini e non è stata resa nota ufficialmente l'identità dell'attentatore, ucciso dagli agenti in servizio a Westminster subito dopo l'aggressione.

Sono 7 gli arresti effettuati durante le indagini che nella notte si sono spostate a Birmingham, un raid all'interno di un appartamento che ha permesso di localizzare e fermare persone coinvolte nella rete dell'attentatore, anche se non con un ruolo diretto nell'accaduto a Westminster. Secondo la polizia, l'uomo era «ispirato dal terrorismo internazionale».

La terribile giornata di ieri arriva esattamente dodici anni dopo l'azione dei kamikaze islamici nel metrò di Londra ed un anno dopo gli attentati all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles. La premier britannica Theresa May, che si trovava a Westminster al momento dell'attacco, lo ha condannato con fermezza in una dichiarazione da Downing Street «un attacco terroristico disgustoso e odioso».

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Mercoledì, 22 Marzo 2017 16:54

Parma - Guida con la patente falsa: denunciata

La patente è stata sottoposta ad una verifica meticolosa dagli uomini della Municiapalr che hanno verificato una serie di anomalie sufficienti per provvedere al sequestro penale del documento.

Parma, 22 marzo 2017

Guidava con la patente falsa, gli agenti della polizia municipale l'hanno scoperta e denunciata. Al momento del fermo la donna si è presentata come cittadina italiana dal 2010, ma nel 2016, a suo dire, aveva seguito un corso presso una autoscuola di Madrid e aveva ottenuto una patente di guida della Repubblica Spagnola. Un fatto che ha insospettito gli agenti e così è partita la verifica nei confronti della donna, una cittadina dominicana di 22 anni fermata nell'ambito di controlli mirati al contrasto della circolazione di veicoli pericolosi per l'incolumità pubblica.
La patente è stata sottoposta ad una verifica meticolosa dagli uomini di via del Taglio che hanno verificato una serie di anomalie sufficienti per provvedere al sequestro penale del documento. La ventiduenne dominicana, residente a Parma, è stata denunciata a piede libero per contraffazione di documento e uso di documento falso, con anche due sanzioni amministrative per un totale di 5.169,00 € e il fermo del veicolo per 3 mesi e la sospensione dalla circolazione fino a revisione effettuata.
Altri 7 automobilisti sono stati pizzicati per infrazioni di vario tipo ed in particolare per 4 di loro, in circolazione privi della revisione periodica obbligatoria, oltre alla sanzione prevista da 169 €, è scattata anche la sospensione dalla circolazione dei veicoli.

Pubblicato in Cronaca Parma

Operazione Whine & Chesse della Polizia di Stato di Modena. Smantellato gruppo dedito al furto di vino pregiato e forme di Parmigiano Reggiano: undici arresti.

Modena, 21 marzo 2017

E' in corso di esecuzione dalle prime ore di questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato di Modena che ha sgominato un'importante organizzazione criminale dedita a furti in caseifici, magazzini e abitazioni in provincia di Modena.
Le indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile modenese coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena, P.M. dott. Enrico Stafani, hanno fatto luce su una serie di episodi criminosi consumati nel 2015 e nel 2016 ad opera del gruppo di pregiudicati provenienti da Cerignola (Foggia) e legati ad esponenti della criminalità comune modenese.

In particolare l'organizzazione si è resa responsabile di un furto di 16.000 bottiglie di vino pregiato e lambrusco, presso la Rayl Logistic Way di Modena per un valore di circa centomila euro e del furto di 168 forme di Parmigiano Reggiano, presso l'istituto d'istruzione superiore per le tecnologie agrarie e servizi "Lazzaro Spallanzani" di Castelfranco Emilia per un valore di oltre ottantamila euro.

Gli investigatori sono arrivati a scoprire l'organizzazione tenendo sotto controllo un modenese che aveva collegamenti con le diverse aziende agricole del luogo per la fornitura di prodotti alle scuole alberghiere. Lui passava le giuste informazioni al resto della banda che poi eseguiva il colpo. I poliziotti sono inoltre riusciti a collegare i furti al gruppo di Cerignola indagando su un incidente stradale avvenuto in Puglia nel corso del quale un furgone, che trasportava bottiglie di vino, si capovolse.

Quattro provvedimenti sono stati eseguiti nella cittadina di Cerignola, si tratta di M.P. di anni 47; F.T. di anni 62; A.S. di anni 36 un altro complice di 49 è attivamente ricercato. Tutti i soggetti risultano gravati da precedenti per reati contro il patrimonio. Tre provvedimenti sono stati eseguiti nel bolognese, si tratta di G.F. di anni 62 con precedenti specifici; A.T. e M.M. entrambi con cittadinanza Serba rispettivamente di anni 24 e 49, incensurati sottoposti agli arresti domiciliari presso i rispettivi domicili. Tre provvedimenti sono stati, infine, notificati a modenesi quasi tutti con precedenti per reati contro il patrimonio, si tratta di S.P. di anni 29 residente a Castelfranco Emilia; T.P. di anni 53 ex guardia giurata carpigiano, unico immune da precedenti penali; S.M. di anni 63 residente a San Cesario sul Panaro.

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In occasione del 23° anniversario della morte di don Peppe Diana, si è svolta ieri sera a Parma l'ormai tradizionale fiaccolata in ricordo delle vittime innocenti di mafia. Il corteo, organizzato dal Coordinamento provinciale di Libera insieme ad Agesci, con il Patrocinio del Comune di Parma e la collaborazione di Cgil Parma è partito da Piazza Duomo Domenica alle ore 18:00, attraversando poi via Garibaldi e via Mazzini. 

Don Peppe Diana venne  assassinato a Casal di Principe dalla camorra il 19 marzo del 1994. Il suo "Per amore del mio popolo", documento rivolto alla cittadinanza per incitarla a non chinare il capo davanti ai Casalesi, la sua esperienza di resistenza e sfida alla criminalità organizzata, sono tra gli esempi più radiosi di impegno civile che il nostro Paese abbia mai conosciuto.

MANIFESTAZIONE LIBERA MAFIE 2917 015

La fiaccolata precede di due giorni quella che, grazie alla recente approvazione da parte del Parlamento, è divenuta la "Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie". Il 21 marzo di quest'anno la manifestazione nazionale voluta da Libera si svolgerà a Locri, mentre quella regionale a Rimini.

Sfoglia tutte le foto nella galleria qui sotto cliccando a lato di ogni foto, ph. Francesca Bocchia 

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Il Premio Libertà Parmigiana, giunto alla sua ottava edizione, è stato consegnato questa mattina all'eroe di Rigopiano, durante una toccante cerimonia, presso Palazzo Sanvitale. 
A due mesi esatti dalla tragedia del 18 gennaio scorso, il Maresciallo Capo della Guardia di Finanza Lorenzo Gagliardi, primo ad arrivare con la sua squadra all'hotel sepolto dalla valanga, ha ritirato il premio. 

"Vogliamo premiare un eroe umile e coraggioso e con lui tutti i magnifici operatori dei vari Corpi civili e militari dello Stato che si sono prodigati a Rigopiano. Una pagina già entrata nella memoria del Paese con il suo carico di lutti e di dolore, ma anche di sacrificio e di speranza. Come ci hanno insegnato il Maresciallo Gagliardi e i suoi uomini raggiungendo fra mille rischi il luogo della tragedia e riuscendo così a salvare i primi due superstiti". - ha spiegato il giornalista e scrittore Pino Agnetti presidente dell'associazione promotrice.

Parma, 18 marzo 2019

EROE DI RIGOPIANO PREMIO LIBERTA PARMIGIANA 2017 058

Guarda tutte le foto della cerimonia nella galleria qui sotto, ph. Francesca Bocchia

Pubblicato in Cronaca Parma

Gli episodi in una scuola della Provincia. Vittima una bambina di 8 anni.

Parma 17 marzo 2017

Violenza sessuale nei confronti di una bambina di 8 anni: questa l'accusa nei confronti di un insegnante di educazione fisica 29enne, parmigiano. Ieri i Carabinieri di Parma lo hanno arrestato per violenza sessuale aggravata su minore.

I fatti si sarebbero verificati in una scuola elementare della provincia, dove l'uomo da un paio di mesi lavorava come collaboratore esterno. La bambina sarebbe stata palpeggiata e in un caso l'uomo l'avrebbe fatta spogliare nel bagno della scuola. L'insegnante si trova ora agli arresti domiciliari.

Pubblicato in Cronaca Parma
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