Scade lunedì 17 novembre termine per partecipare a Imprendocoop, progetto per occupazione e imprenditorialità -
Modena, 14 novembre 2014
Ultimi giorni per partecipare a Imprendocoop, il progetto che favorisce l'occupazione e l'imprenditorialità ideato da Confcooperative Modena e Fondazione Democenter-Sipe con il patrocinio e sostegno del Comune di Modena ed Emil Banca. Lunedì 17 novembre scade il termine per inviare la propria candidatura. A oggi sono una ventina le idee imprenditoriali che hanno chiesto di partecipare a Imprendocoop e usufruire del supporto offerto dai promotori: percorso formativo di alto livello, assistenza, consulenza e servizi gratuiti per un anno. Il progetto si sviluppa tra l'autunno 2014 e la primavera 2015. È prevista la selezione finale di tre idee d'impresa che saranno premiate con 2.500, 1.500 e 1.000 euro. L'erogazione dei premi e servizi è vincolata alla costituzione di un'impresa in forma cooperativa aderente a Confcooperative Modena. Info: www.modena.confcooperative.it; www.democentersipe.it
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
Al confronto sono particolarmente interessati i giovani tra i 15 e i 29 anni che intendono avviare un percorso formativo/lavorativo e le imprese che vogliono accedere ai bonus occupazionali erogati dall'Inps a fronte dell'inserimento lavorativo di giovani -
Reggio Emilia, 14 novembre 2014 -
Le opportunità che derivano nel nostro territorio dal Piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile (garanzia Giovani) e il ruolo della Camera di Commercio nell'attuazione del programma saranno al centro del seminario promosso dalla stessa Camera di Commercio per martedì 18 novembre nella sala convegni dell'Ente (piazza della Vittoria, 3).
Al confronto sono particolarmente interessati i giovani tra i 15 e i 29 anni che intendono avviare un percorso formativo/lavorativo e le imprese che vogliono accedere ai bonus occupazionali erogati dall'Inps a fronte dell'inserimento lavorativo di giovani.
I lavori, in programma alle 14,00 e realizzati in collaborazione con Ifoa, saranno aperti dal segretario generale della Camera di Commercio, Michelangelo Dalla Riva, cui seguirà l'intervento di Luciana Borellini (consulente Ifoa ed esperta in materia di politiche pubbliche e servizi per il lavoro) che, a partire dal progetto europeo, parlerà della Garanzia Giovani e delle sue ricadute in Italia e in Emilia-Romagna.
Francesca Lusenti parlerà poi dello sportello Ifoa dedicato al piano per la lotta alla disoccupazione giovanile.
Info e iscrizioni: www.re.camcom.gov.it
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
L'Associazione Confesercenti Terre dei Castelli solleva la questione rivolgendosi alle Amministrazioni dell' area: "Il meccanismo di calcolo per determinare la tassa grava sulle imprese. Opportuno concordare col gestore costi inferiori per il servizio erogato" -
Modena, 15 novembre 2014 -
"Si può e si deve fare di più, visto e considerato il periodo di forti difficoltà economiche. I costi sono ancora troppo elevati e ci sono categorie che risultano molto penalizzate". È Confesercenti Terre dei Castelli a sollevare la questione rivolgendosi alle Amministrazioni dell' area. Aggiungendo: "Crisi dei consumi ed incremento dell'imposizione fiscale stanno mettendo in ginocchio le attività imprenditoriali. Riconosciamo l'attuazione di alcune agevolazioni in proposito, messe in campo dai Comuni. Ma dato l'evolversi della situazione generale si tratta di misure che al momento incidono purtroppo poco."
La tassa sui rifiuti, è dovuta da chiunque a qualsiasi titolo occupa locali, indipendentemente dall'uso: siano uffici, capannoni, negozi, etc. Viene calcolata in base ai metri quadri della struttura o dell'area e alla categoria di appartenenza dell'attività svolta nei medesimi spazi. E' composta da una quota fissa legata ai costi sostenuti per l'erogazione del servizio e una quota variabile, legata alla quantità di rifiuti prodotti e smaltiti. "Non è certo un mistero che il meccanismo di calcolo scelto per la determinazione della TARI – fa notare Confesercenti - finisce per gravare su alcune tipologie di imprese in modo molto significativo. Senza contare la disomogeneità di applicazione che varia da Comune a Comune sia per le tariffe applicate alle stesse categorie, sia per i meccanismi adottati per calmierare le categorie particolarmente penalizzate dalla tassa sui rifiuti. Basti pensare che le differenze tariffarie in alcuni casi sono anche di oltre 14 €/mq per le stesse categorie."
"Anche se, su richiesta in particolare della nostra associazione, sono stati apportati nei vari regolamenti comunali diverse agevolazioni, i costi restano troppo alti per alcune tipologie d'imprese. La priorità pertanto - continua l'Associazione - diventa quella di un impegno, oltre che di una capacità oggettiva, da parte dei Comuni dell'Unione Terre dei Castelli, di arrivare a concordare col gestore, è solo Hera) costi inferiori per il servizio erogato. Non può esserci e qui ribadiamo la nostra ferma e netta contrarietà, un riversamento automatico di questi costi sui cittadini e le imprese. Il problema non è destinato ad esaurirsi, quanto piuttosto ad riaprirsi nuovamente in sede di predisposizione dei Bilanci Comunali di previsione per il 2015. Da parte nostra ci attiveremo unitamente alle altre Associazioni imprenditoriali nei confronti delle Amministrazioni Comunali, al fine di evitare ulteriori e nuovi aumenti ed arrivare ad una riduzione per le categorie più penalizzate", conclude Confesercenti.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)
I numeri relativi al primo semestre 2014 esaminati da TrendER, l'osservatorio di CNA validato dall'Istat e elaborato in collaborazione con la Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo: tutti gli indicatori registrano decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013 -
Modena, 7 novembre 2014 -
Sono stati presentati nei giorni scorsi a Bologna i numeri relativi al primo semestre 2014 esaminati da TrendER, l'osservatorio di CNA validato dall'Istat e elaborato in collaborazione con la Federazione regionale delle Banche di Credito Cooperativo, che si basa su una banca dati di migliaia di imprese con meno di venti addetti della nostra regione. Una situazione, quella fotografata da CNA, ben poco rosea: tutti gli indicatori registrano decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013: il fatturato complessivo cala dell'8,6%, quello estero del 21,1%, quello interno dell'8,3%, quello per conto terzi del 10,2%. Insomma, dal 2008, anno in cui è esplosa la crisi, quelli del 2014 sono i dati peggiori. Ed è poco consolante sapere che in questo scenario negativo Modena se la passa meglio di altre province.
Andamento fatturato imprese con meno di 20 dipendenti – primo semestre 2014
(percentuale rispetto allo stesso perido dell'anno precedente)
La tenuta del nostro sistema produttivo è ancora più evidente se si analizza il livello di fatturato a giugno 2014, facendo pari a 100 quello del primo semestre 2014. In questo Modena è la seconda provincia, dietro Ravenna, in termini di recupero del fatturato pre-crisi.
Le altre province, insomma, stanno peggio, ma ciò non significa che Modena goda di buona salute, anzi.
MALE SERVIZI E COSTRUZIONI, TIENE IL MANUFATTURIERO. La decisa caduta che interessa il fatturato complessivo (-6,4%) è ancora più pronunciata per la componente in conto terzi (-9,3%) che era entrata in forte crisi già nella seconda metà del 2013 e che, dunque, caratterizza in negativo le dinamiche recenti dell'economia provinciale.
Si arresta e si inverte il processo di crescita delle spese per retribuzioni (da +6,5% a -5,9%). Un andamento preoccupante, quest'ultimo, perché individua un calo dell'occupazione (nelle rilevazioni precedenti, iniziate nel 2008, quest'ultima era sostanzialmente stabile). Continuano a calare le spese per consumi (-6,9%), cioè materie prime ed energia, e crollano quelle per la formazione (-34,1%), diminuzione particolarmente preoccupante, perché determina un arretramento del nostro sistema produttivo in termini di competitività.
La forte diminuzione del fatturato totale è dovuta soprattutto al calo registrato dal terziario e dalle costruzioni (oltre il 10% in meno in ambedue i casi); assai più contenuto è il ridimensionamento registrato nel manifatturiero (-1,8%), ridimensionamento che, tuttavia, configura un preoccupante stop al processo di ripresa del comparto che si era avviato a fine 2012.
Analizzando le prosuzioni manifatturiere, mentre la meccanica registra l'arresto del processo di ripresa che si era avviato a fine 2012 (-0,2% la variazione tendenziale di fatturato), per legno mobile e sistema moda prosegue il trend negativo. Solo le trasformazioni alimentari registrano una (modesta) crescita di fatturato (+0,9%). Tra le attività di servizio, le dinamiche più negative interessano ancora i servizi a persone e famiglie (-12,9%) e le riparazioni veicoli (-15,7%).
Le considerazioni finali non rappresentano una novità: regge meglio chi esporta e chi produce in conto proprio (non a caso, il calo del fatturato totale è direttamente correlato a quello del fatturato interno e all'andamento del fatturato in conto terzi). Al solito, ci si aggrappa alla meccanica, vera spina dorsale del nostro sistema produttivo, mentre torna in crisi la moda. Nel settore legno si produce la metà di quanto si faceva nel 2008, mentre continua la crisi del settore costruzioni.
LE RETI. Nel corso della presentazione dei dati si è parlato anche di reti, una delle modalità per affrontare la crisi. Da questo punto di vista le imprese dell'Emilia Romagna non sono state con le mani in mano, tanto meno quelle modenesi. La nostra regione, infatti, è la seconda in Italia per numero di contratti di rete: sono 1.107 le imprese che hanno utilizzato questa nuova forma di aggregazione, solo la Lombardia fa meglio con 1.997 imprese. I benefici del fare network tra imprese sono invece testimoniati dai risultati del progetto "Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici 2" avviato nel 2011 da diversi soggetti, tra cui Cna Innovazione, col finanziamento della Regione Emilia Romagna e il Ministero dello Sviluppo Economico. Questo progetto ha prodotto 93 nuove reti che hanno coinvolto complessivamente 281 imprese, di cui 118 micro e piccole aziende. Questa iniziativa ha consentito l'assunzione di quasi 300 ricercatori e ricercatrici nelle imprese delle reti, dei quali 170 con contratti non occasionali. Le reti sono nate praticamente in tutti i settori, per quanto riguarda le province, 85 le imprese modenesi che hanno partecipato al progetto, 81 quelle di Bologna, 42 di Reggio Emilia, 34 di Ravenna, 31 di Forlì Cesena, 23 di Rimini, 17 di Parma, 14 di Piacenza, 11 di Ferrara.
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
Il direttore CNA, Fabio Bezzi: "Serve più dialogo tra fisco e imprese e un sistema sanzionatorio che punisca i veri evasori e non penalizzi i più piccoli" -
Reggio Emilia, 6 novembre 2014 -
È di pochi giorni fa la notizia annunciata dal nuovo direttore dell'Agenzia nazionale delle Entrate Rossella Orlandi dell'arrivo della "cooperative compliance", un nuovo strumento che prevede la possibilità, tramite adesione "volontaria", di essere seguiti dal fisco per avere certezze tributarie sui comportamenti da seguire. "Una bella idea – commenta il Direttore generale CNA Fabio Bezzi – se non fosse che questo strumento è destinato solo alle grandissime imprese. Non bisogna dimenticare che in Italia su oltre 4,4 milioni di imprese extra-agricole, il 99,9% è costituito da Micro PMI e di queste la quasi totalità (95%) hanno meno di 10 dipendenti.
Nelle Micro PMI italiane trova impiego l'81% dell'occupazione totale e si produce il 71,3% del valore aggiunto. Perché non andare incontro anche ad artigiani, professionisti e pmi che più delle grandi imprese sono penalizzate da crisi, difficoltà di accesso al credito, mancanza di liquidità, elevata pressione fiscale e caos negli adempimenti burocratici?".
Negli ultimi anni chi fa impresa non ha solo subito la crisi, sta ancora facendo i conti con un nuovo modo di stare sul mercato, dove calano i fatturati, il portafoglio ordini è a "vista" o nel migliore dei casi a breve, le marginalità si riducono giorno dopo giorno. In questo contesto i parametri di controllo risultano per lo più inadeguati, quando non dannosi. Se il mondo è cambiato per le imprese, deve coerentemente cambiare anche nei meccanismi di controllo.
"Avevamo accolto con interesse – continua il direttore Bezzi - le dichiarazioni di Rossella Orlandi al momento del suo insediamento su un cambio di rotta nella gestione dei controlli sull'evasione fiscale per un atteggiamento più equo del fisco nei confronti delle imprese. Purtroppo nell'ultimo anno stiamo assistendo a controlli a tappeto, che utilizzano parametri non adeguati alla realtà che vivono gli operatori, rischiando di mettere a rischio imprese e posti di lavoro".
Da tempo CNA chiede un fisco più semplice e più attento al valore sociale del fare impresa, un sistema fiscale che attragga gli investimenti e faciliti le aggregazioni d'impresa, che permetta agli onesti di pagare il giusto e impedisca agli evasori di professione di continuare nel loro atteggiamento che danneggia i mercati e crea concorrenza sleale.
"Quello che non funziona – sostiene Fabio Bezzi - è il rapporto tra fisco e contribuente: gli imprenditori hanno il diritto di non sentirsi "aggrediti" dal Fisco". Serve più dialogo e un sistema sanzionatorio meno schizofrenico. L'incertezza di norme e regole con cui hanno a che fare i contribuenti e i loro consulenti, con correzioni e modifiche dell'ultimo momento vicino alle scadenze per i pagamenti, addirittura dell'ultima ora a fine anno, costituisce un dispendio notevole per le imprese in termini di tempo e di maggiori oneri economici".
"Come Associazione – conclude il direttore della CNA provinciale - siamo in prima linea per la legalità; questo non ci deve impedire di scendere al fianco dei nostri imprenditori nel sottolineare le difficoltà e gli ingranaggi non funzionanti di un sistema che è ancora lontano da quel principio di equità e trasparenza fondamentale per non penalizzare sempre i più piccoli con un livello di prelievo fiscale divenuto ormai insostenibile. Nei giorni scorsi abbiamo presentato le nostre istanze alla direzione provinciale dell'Agenzia. Le rassicurazioni verbali ci hanno fatto piacere, ma non sono più sufficienti. Ci aspettiamo che alle parole corrisponda un vero cambio di rotta nei fatti".
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Ristrutturazioni e risparmio energetico: la manovra raddoppia l'importo della ritenuta sui bonifici bancari -
Modena, 6 novembre 2014 -
CNA lo aveva sottolineato, commentando la Legge di Stabilità: una manovra in grado di rappresentare un'inversione di tendenza rispetto al passato, a patto che gli investimenti previsti non vengano alimentati da nuove tasse e meccanismi in grado di penalizzare le imprese. Purtroppo, invece, questo rischio si va materializzando ai danni delle pmi dell'edilizia, il settore che più sta pagando la crisi.
La Legge di Stabilità, infatti, ha raddoppiato dal 4 all'8% la ritenuta applicata sui bonifici bancari collegati alle operazioni di ristrutturazione ed efficientamento energetico delle abitazioni e degli immobili delle imprese, l'unica modalità di pagamento ammissibile per avere diritto alle relative detrazioni fiscali. "Una sberla da 920 milioni di euro – commenta Paolo Vincenzi, presidente di CNA Costruzioni di Modena, che mina una situazione di liquidità già precaria per le imprese dell'edilizia".
La gravità di questo prelievo è testimoniata paradossalmente dallo stesso fisco. "La banca dati degli studi di settore dimostra che su 100 euro di ricavi il reddito per l'impresa è intorno ai 10 euro. Portare all'8% la ritenuta significa, per le imprese, anticipare l'80% di quest'ultima allo Stato. Reddito che dovrebbe servire, tra l'altro, a pagare i dipendenti ed i fornitori. L'effetto di questo provvedimento, dunque, potrebbe essere quello di costringere le imprese a presentarsi in banca per reperire la liquidità necessaria ad onorare i propri impegni, con le difficoltà ed i costi ben noti a tutti".
"Un dubbio sorge spontaneo – chiosa Vincenzi – che si voglia creare un credito d'imposta a favore delle imprese talmente elevato da renderne difficile e costoso il recupero, visto che lo Stato è un attento riscossore ma un poco puntuale pagatore. E non vengano a raccontare che l'aumento della ritenuta serve a combattere l'evasione. Per combattere l'evasione è sufficiente una ritenuta dello 0,1%: tanto basta alle banche per comunicare all'Agenzia delle entrate il pagamento effettuato all'impresa".
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
A Reggio nel primo semestre 2014 calano ancora fatturato complessivo (-8,3%) e investimenti (-16,1%). Il settore manifatturiero quello più in perdita (-16,3%), crescono i trasporti (+7,6%)
Reggio Emilia, 5 novembre 2014 -
Se le imprese che hanno fatto rete sorridono, per il resto le piccole aziende dell'Emilia Romagna hanno ben pochi motivi per essere soddisfatte in questo 2014: tutti negativi gli indici di fatturato complessivo (-8,6%), investimenti (-1,3%), export (-21,1%) e consumi (-7%). E' questa la sintesi dei risultati del progetto "Distretti 2" e dell'analisi congiunturale sull'Osservatorio regionale di CNA Emilia Romagna Trender per il primo semestre 2014, presentati in un convegno promosso dalla CNA regionale al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna.
La nostra regione è la seconda in Italia per numero di contratti di rete, sono 1.107 le imprese che hanno utilizzato questa nuova forma di aggregazione, solo la Lombardia fa meglio con 1.997 imprese. I benefici del fare network tra imprese sono testimoniati dai risultati del progetto "Dai distretti produttivi ai distretti tecnologici 2" avviato nel 2011 da diversi soggetti, col finanziamento della Regione Emilia Romagna e il Ministero dello Sviluppo Economico. Questo progetto ha prodotto 93 nuove reti che hanno coinvolto complessivamente 281 imprese praticamente di tutti i settori, di cui 118 micro e piccole aziende. Ben 42 le imprese di Reggio Emilia aderenti al progetto.
"Un esempio eccellente – commenta il Presidente provinciale CNA Nunzio Dallari - dell'importanza per i più piccoli di unirsi in consorzi e aggregazioni per affrontare e superare la crisi. Anche CNA Reggio Emilia è in prima linea nella promozione delle reti d'impresa, un'arma vincente nel mercato domestico e soprattutto internazionale".
Ma di buone notizie per le piccole imprese dell'Emilia-Romagna non ce ne sono altre. Per le aziende con meno di 20 addetti il primo semestre 2014 segna l'aggravarsi della crisi, tutti gli indicatori registrano decise diminuzioni nel confronto col primo semestre 2013: il fatturato interno cala dell'8,3%, quello per conto terzi del 10,2%. Dal 2008, anno in cui è esplosa la crisi, quelli del 2014 sono i dati peggiori.
Sul piano provinciale il 2014 si apre con un'ulteriore diminuzione del fatturato complessivo (-8,3%), la quinta consecutiva, mentre calano in misura inferiore le componenti del fatturato nazionale (-7,8%) e in conto terzi (-4,1%).
Calano ancora gli investimenti (-16,1%) dopo il crollo di fine 2013 (-44,9%) così come le spese per retribuzioni (-14,2%). Continuano decisamente a crescere, invece, le spese per formazione (+48%) e quelle per assicurazioni (+12,1%).
Il prolungarsi della crisi riguarda soprattutto il manifatturiero (-16,3%) con particolare riferimento ai settori della meccanica (-15,8%) e del sistema moda (-16,5%); per il legno mobile il calo del fatturato è anch'esso intenso (-10,8%) ma segue ad un aumento registrato a fine 2013. Nel terziario, sono in perdita soprattutto le riparazioni veicoli (-12,9%), poi i servizi a persone e famiglie (-1,7%), mentre riprende a crescere il fatturato dei trasporti (+7,6%).
"Uno scenario sconfortante – conclude il Presidente Dallari - che a sei anni dal boom della crisi deve far riflettere su quanto poco è stato fatto e quanto resta da fare in tempi strettissimi per salvare quell'imprenditorialità diffusa costituita da micro e piccole imprese, che pur rappresentando oltre il 90% del Pil italiano, sono agonizzanti sotto il peso di una pressione fiscale altissima e adempimenti burocratici onerosi in termini di tempi e costi. Basterebbe cominciare da riforme sostanziali su fisco e PA per ottenere i primi risultati positivi".
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Difficile la quantificazione dei danni, la situazione viene aggiornata in cooperazione con i Comuni parmensi alluvionati e con le associazioni di categoria. Obiettivo: varare un bando per aiutare le imprese a far fronte ai danni subiti -
Parma, 5 novembre 2014 -
A due settimane dall'attivazione del sondaggio "SOS Imprese" della Camera di Commercio, rivolto a ottenere un primo riferimento sui danni provocati dai recenti eventi alluvionali alle aziende parmensi, sono state censite una trentina di realtà che hanno evidenziato perdite di beni e attrezzature aziendali, scorte, l'inagibilità di strutture immobili e altre conseguenze legate all'inondazione.
Nella maggior parte dei casi le imprese non sono ancora nelle condizioni di fornire una stima precisa dei danni subiti, ma quelle che hanno formulato una prima ipotesi quantificano in media circa 100 mila euro di danni. La situazione viene aggiornata di giorno in giorno attraverso un coordinamento attivato con tutti i Comuni parmensi colpiti dall'alluvione e con le associazioni di categoria.
La Camera di Commercio tiene aperta la linea telefonica dedicata e invita le imprese a segnalare la propria situazione, telefonando tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e nei pomeriggi dal lunedì al giovedì dalle 15 alle 17 al numero 0521.210430. E' anche a disposizione l'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. La Camera di commercio ricorda che il sondaggio è realizzato in funzione di un bando per la concessione di contributi a fondo perduto. Obiettivo: mettere le imprese nelle condizioni di far fronte con immediatezza ai danni subiti e riprendere al più presto le normali attività.
(Fonte: ufficio stampa Camera di commercio Parma)
Nasce il Comitato di Imprenditoria femminile di Confesercenti Parma. Sono oltre 350 le imprese al femminile iscritte e oltre 150 le società in cui compaiono quote rosa, una bella realtà che esige attenzione ecco perchè è stato avviato questo nuovo progetto, già presente a livello nazionale ed ora anche su Parma.
Parma, 3 novembre 2014 -
Giovedì 30 ottobre 2014 è stato costituito nella sede provinciale di Parma il Comitato per l'Imprenditoria femminile di Confesercenti. Un momento storico, un nuovo impegno e un nuovo progetto che vuole ricominciare a parlare di "Impresa Donna" anche a livello locale. A Roma è già presente il Coordinamento nazionale costituito per la promozione di azioni di supporto al lavoro autonomo e professionale delle donne, un importante strumento operativo che si è voluto realizzare anche nella sede locale, per meglio rappresentare le realtà del territorio.
«Anni fa c'era stato uno slancio in questo senso con bandi, progetti, fondi e sostegni che poi però furono i primi a essere tagliati, ora vogliamo ricominciare a parlarne, a riportare all'attenzione questa importante parte di imprenditrici, cercando di capire le nuove esigenze con la testimonianza attiva e partecipata di donne che da anni stanno navigando nel mondo del lavoro autonomo, con fatica, ma senza mai lanciare i remi» ha sottolineato Stefano Cantoni, coordinatore del Comitato.
L'anagrafica a Parma parla chiaro: sono oltre 350 le imprese al femminile iscritte a Confesercenti e oltre 150 le società in cui compaiono quote rosa «una bella realtà che esige attenzione perché una vera e propria risorsa di energie. Primo step sarà quello di conoscersi e prendere atto delle realtà già presenti per poter creare partnership, fare squadra e non rimanere realtà isolate» ha evidenziato Francesca Chittolini, vicepresidente Confesercenti e delegata del Comitato.
«Da qui sarà interessante proseguire con un osservatorio dell'imprenditoria femminile, prestando particolare attenzione a bandi nazionali ed europei, quindi divenire punto di informazione e anche promotrici di criticità che si rilevano. Per esempio i bandi sono quasi tutti rivolti a donne entro i 35 anni di età, tagliando via una fetta consistente di persone che magari prima hanno pensato alla famiglia, o allo studio e che in un secondo momento vorrebbero dedicarsi al lavoro costituendo attività autonome».
Presenti 12 imprenditrici - Francesca Chittolini, Ilaria Gradella, Elisabetta Lilieri Dal Verme, Joana Alaves, Ursula Boschi, Cinzia Ferraroni, Benny Parisi, Daniela Moggini, Crisitina Bertolazzi, Alessandra Gezza, Carlotta Freschi, Cristina Conti Parizzi - provenienti da mondi differenti, ma tutte con le idee molto chiare su ciò che vorrebbero poter dire e chiedere per rendere la vita un po' più scorrevole a chi di imprese ne gestisce quotidianamente due, quella familiare in primis.
Tutte unanimi nel non perdersi in battaglie alla "Don Chisciotte", ma cercare punti reali da sviluppare e proporre creando progetti fruibili e realizzabili. Prossimo appuntamento sarà il 27 novembre all'Academia Barilla dove verrà ufficialmente presentato il Comitato. In questa data si illustreranno calendario, obiettivi e mission per un nuovo 2015 un po' più femminile.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Parma)
I risultati dell'indagine condotta da CNA che ha coinvolto 2.400 imprese "misurare" l'impatto sulle aziende della burocrazia non tanto in termini economici, ma di percezione degli imprenditori -
Modena, 3 novembre 2014 -
Cosa vuol dire burocrazia? Vuol dire – ed è solo l'esempio più recente - spiegare con due circolari di 65 pagine un comma di sette righe, come accaduto nel caso della norma che impone l'annotazione sul libretto di circolazione del nominativo di chi, non essendone proprietario né parente convivente, utilizzi il mezzo per un periodo superiore a trenta giorni. Una vicenda che ha tenuto impegnati per giorni professionisti e tenuto in ansia imprese ed utilizzatori di mezzi aziendali che ben testimonia nei fatti coa si nasconde dietro questa famigerata parola.
CNA ha cercato di "misurare" l'impatto sulle aziende della burocrazia non tanto in termini economici, ma di percezione degli imprenditori. Un sondaggio che ha coinvolto 2.400 imprese, molte di queste sul nostro territorio, per i tre quarti delle quali la burocrazia è tra i principali fattori responsabili della decrescita economica dell'Italia. Burocrazia intesa, per la maggioranza degli intervistati (il 72%) come complessità degli adempimenti. La difficile comprensibilità delle norme sottrae un tempo rilevante all'attività aziendale: per il 41,8% delle imprese, si arriva fino a tre giorni al mese (24 ore lavorative) ma nel 30,7% dei casi, vengono impiegate fino a 5 giornate al mese (40 ore lavorative). Tempo che significa maggiori costi.
Sistri, responsabilità solidale negli appalti e spesometro sono considerati gli adempimenti più odiosi e complicati (soltanto per l'adempimento degli obblighi inerenti responsabilità solidale le imprese affrontano un costo calcolato in 1,2 miliardi di euro).
Una situazione che negli ultimi anni non è certo migliorata, visto che il 75% delle imprese ha una percezione negativa delle presunte operazioni di semplificazioni introdotte dai governi che si sono succeduti negli ultimi sei anni. Ma c'è fiducia, visto che un'impresa su due ritiene che l'attuale governo potrà ridurre significativamente il carico burocratico che grava sul sistema produttivo.
Di certo c'è che il livello di informatizzazione delle PA è giudicato del tutto inadeguato rispetto alle necessità delle imprese da circa il 53% di esse. L'inadeguatezza del livello di informatizzazione della PA si evince anche dalla capacità di interagire on-line con l'operatore pubblico: in media, solo un'impresa su tre (quasi il 30%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche per via telematica. Ecco perché gli imprenditori sono concordi nel ritenere che la riforma della Pubblica Amministrazione sia tra gli obiettivi da perseguire prioritariamente nei prossimi mesi e che l'innalzamento del livello di informatizzazione non sia rinviabile. Maggiore informatizzazione della PA è sinonimo di agilità e tempestività: oltre a permettere una riduzione dei costi operativi, essa consentirebbe alle imprese di avere innanzitutto risposte più chiare e tempestive da parte dell'operatore pubblico(30,8%), poi maggiore certezza nei tempi di conclusione dei procedimenti amministrativi (27,4%).
Il giudizio critico sulla burocrazia trova conferma quando agli imprenditori viene chiesto di elencare le riforme dell'agenda di Governo ordinandole per priorità in un ventaglio ristretto di materie cruciali nella vita delle imprese: il fisco, il lavoro, la giustizia e, per l'appunto, la PA. In cima alle aspettative delle imprese ci sono le riforme del fisco e del lavoro. Si tratta di un risultato scontato: il peso del fisco sulle imprese italiane (sintetizzato dal cosiddetto total tax rate che, secondo stime CNA, può raggiungere in alcuni casi il 74,4% ) è tra i più alti d'Europa e lo stesso vale per il costo del lavoro. La riforma del fisco risulta poi ampiamente prioritaria tra le imprese con meno di 10 addetti mentre quella del lavoro viene auspicata soprattutto tra le imprese con più di 10 addetti, nelle quali operano più frequentemente lavoratori dipendenti. È invece sorprendente che la necessità di riformare in tempi brevi la PA trovi il consenso di una quota non irrilevante di imprenditori (il 14,4%), a conferma della consapevolezza che lo snellimento della pubblica amministrazione rappresenti un fattore strategico per incrementare la competitività del Sistema-Italia.
Insomma, abbattere la burocrazia non è solo un atto dovuto, ma un'azione concreta per contribuire ad uscire dalla crisi e ridare fiducia alle imprese.
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)