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Mercoledì, 22 Gennaio 2014 17:14

Modena, attenzione falsi emissari di Epasa - CNA

Due segnalazioni da Vignola: persone che sostengono di fornire servizi "porta a porta" per conto dell'Associazione entrano nelle case e derubano i malcapitati con l'inganno -

Vignola, 22 gennaio 2014 -

Sfruttando lo stratagemma più classico per derubare o truffare persone "a domicilio", a Vignola una o più persone si sarebbero spacciate per addetti EPASA CNA a scopo di furto. Evidentemente ben informati, i due si sono presentati come "colleghi di Claudio e Chiara del patronato EPASA CNA" – dove Claudio e Chiara sono effettivamente i nomi di due dipendenti della struttura – e avrebbero portato a termine due furti, tentando nuovamente il colpo in almeno due occasioni. Le scuse fornite per entrare in casa variavano di episodio in episodio: dalla necessità di effettuare controlli sul bollettino della pensione, alla proposta di tariffe scontate per il calcolo della dichiarazione dei redditi.
Totalmente estranea ai suddetti episodi e alle persone che li hanno portati a termine, CNA sta già provvedendo alle verifiche del caso per presentare denuncia contro queste persone.
Nel frattempo, l'Associazione tiene a precisare che non esiste personale CNA o EPASA incaricato di proporre prodotti o servizi "porta a porta": pertanto raccomandiamo caldamente di non fare entrare nessuno che dovesse presentarsi come emissario di CNA, patronato EPASA o qualunque altra società facente parte del gruppo. Se questo fatto dovesse verificarsi, preghiamo di comunicarlo quanto prima alle forze dell'ordine.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA MO)

 

Domani, Martedì 21 gennaio presso la sede provinciale CNA (ore 18.00) un incontro dedicato alla riforma che armonizza i pagamenti in Euro -

Modena, 20 gennaio 2014 -

I sistemi di pagamento nell'area di utilizzo dell'Euro sono da sempre un incomprensibile arcobaleno: strumenti di una varietà non necessaria, che spesso creano confusione e comportano costi di adeguamento rilevanti, sia economici che di tempo. Dal 1 febbraio 2014 verranno uniformati: un importante cambiamento che promette di rendere le cose più semplici, e al quale è bene arrivare preparati.
Il sistema SEPA mira a estendere il processo d'integrazione europea ai pagamenti al dettaglio in euro effettuati con strumenti diversi dal contante, con l'obiettivo di favorire l'efficienza e la concorrenza all'interno dell'area dell'euro. Grazie a SEPA tutti i pagamenti al dettaglio in euro saranno considerati "domestici", venendo meno la distinzione fra pagamenti nazionali e transfrontalieri all'interno dell'area dell'euro.
Domani, martedì 21 gennaio a partire dalle 18.00, presso la sala Arcelli della sede provinciale CNA (via Malavolti 27, Modena), si terrà l'incontro dal titolo: "SEPA, come cambia il meccanismo di pagamento per imprese e cittadini". RIBA, RID, bonifici, carte di pagamento: in un'efficace panoramica verranno descritti tutti i cambiamenti di maggior rilievo.
Nel corso dell'incontro, che si svolge in collaborazione con la Banca Popolare dell'Emilia Romagna, verrà concesso ampio spazio alle domande dei partecipanti.
Per informazioni: CNA Modena - Tel. 059 418.579 - E' gradita la conferma di partecipazione compilando questo form online.


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)

Impossibile l'utilizzazione della strada che collega Tagliole a Pievepelago: aziende ormai prossime alla chiusura. CNA: "In attesa di soluzioni definitive, tagliare le imposte locali" -

Pievepelago, 16 gennaio 2014 -

Ormai è un problema ricorrente: un po' di pioggia, perché per ora di neve non se ne parla, e le frane rendono impossibile l'utilizzazione della strada che collega Tagliole a Pievepelago. Una situazione ormai insostenibile per la comunità del nostro Appennino, in particolare per quelle realtà economiche che svolgono la propria attività a Tagliole. "Per questi imprenditori – commenta Andrea Lenzini, direttore della locale sede CNA – non si tratta di un semplice disagio ma, dopo anni di crisi economica e di difficoltà logistiche causate da frane che rendono impraticabile una strada già obsoleta, di una vera e propria questione di sopravvivenza".
"Di là dall'attribuzione delle responsabilità – prosegue Lenzini – oggi a noi, sull'immediato, interessa l'individuazione delle soluzioni". Alcune di queste, in grado di contribuire da subito alla sopravvivenza di queste imprese, sono sull'agenda di interventi che CNA propone alla politica locale.
"Le prime azioni che ci vengono in mente – commenta il funzionario CNA – sono l'esenzione dalle imposte comunali, provinciali e regionali per i cittadini e le imprese, a cominciare dall'Irpef. Poi, per le aziende, la sospensione degli studi di settore. Il tutto in attesa di un intervento risolutivo per il territorio" Infine l'esenzione dall'Irap.
"Si tratta – prosegue Lenzini – d'interventi che non incidono certo sui bilanci delle istituzioni e delle amministrazioni coinvolte, ma che, al contrario, possono davvero rappresentare un grande, importante aiuto ai singoli contribuenti, non solo una testimonianza di solidarietà, ma un sostegno concreto".
Sono queste le ragioni anche hanno spinto CNA ad avanzare una richiesta in questo senso agli enti coinvolti.

(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
 MO)

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

 

Il progetto creerebbe nel quartiere Braida la terza struttura alimentare oltre a spazi commerciali ridondanti con le attività già presenti

 

Sassuolo, 11 gennaio 2014. 

Potrà anche essere l’unica soluzione possibile contro il degrado, come l’hanno definita Sindaco e Assessore competente, ma occorre che per salvaguardare una zona non si creino disagio e danni ad altre. Stiamo parlando del cosiddetto “Diamante”, area che senza dubbio necessita di una radicale operazione di recupero, situata nel quartiere Braida. Il progetto, recentemente presentato ai cittadini, prevede la nascita di un piccolo centro commerciale – circa 800 metri quadri – e di una struttura alimentare di medie dimensioni, al posto del vecchio “ecomostro”, che verrebbe demolito. L’assemblea civica riunita per la presentazione ufficiale lo scorso 8 gennaio al Centro per le Famiglie di Sassuolo ha espresso, per la maggior parte, parere favorevole.

Tuttavia quella che viene definita “l’unica ipotesi possibile, ad oggi, per riqualificare l’area ed eliminare il suo ecomostro” dal Sindaco Caselli e dall’Assessore Severi, rischia invece di costituire un danno netto per tutte le attività commerciali nei dintorni. CNA ha ribadito la sua contrarietà ad ampliare l’offerta di negozi o medie strutture non alimentari che andrebbero a colpire gli esercenti di Sassuolo, già provati da un drastico calo nei consumi: all’Assessore è stata avanzata la richiesta di valutare, invece, la possibilità di vincolare i nuovi locali ad attività di servizio alla comunità (palestra, ristorante, laboratori artigiani), e di non autorizzare locali con slot machine e giochi d’azzardo. Sulla media struttura alimentare, inoltre, CNA nutre grandi perplessità in quanto nel giro di poche centinaia di metri ci sono altri due ipermercati. Ma non solo: una terza struttura sorgerà non lontana, quando entrerà in funzione il comparto ex Cisa-Cerdisa.

“Condividiamo coi cittadini di Sassuolo la necessità di un intervento di recupero del cosiddetto ecomostro: antiestetico, vera e propria calamita per il degrado, rappresenta un’opportunità da sfruttare – sottolinea Francesco Stagi, direttore della CNA di Sassuolo - Ben venga anche l’investimento privato, provvidenziale nell’epoca dei grandi tagli ai bilanci comunali. Ma un intervento di questa entità, se attuato senza una visione d’insieme e regole precise, rischia di condannare definitivamente altre attività economiche che versano in condizioni precarie, finendo per danneggiare il territorio circostante anziché risollevarne le sorti”.

(CNA Modena)

Sabato, 11 Gennaio 2014 15:08

CNA, Modena merita più attenzione dallo Stato

 

L’Associazione solidale con la denuncia del Procuratore Capo Zincani.

CNA: INDIVIDUIAMO UN’AZIONE COMUNE PER AVERE L’ATTENZIONE CHE MODENA MERITA DA PARTE DELLO STATO

Modena, 11 gennaio 2014. 

“E’ intollerabile che un territorio che, solo di Irpef, versa 10 miliardi all’anno di euro nelle casse dello Stato, l’1,4% del totale, riceva così poca attenzione da parte dello Stato per ciò che riguarda la sicurezza, un termine nel quale rientrano non solo le Forze dell’Ordine, ma anche gli organici del tribunale. Ecco perché siamo disponibili a sostenere ogni azione necessaria per porre all’attenzione del Governo i problemi della nostra provincia recentemente denunciati dal Procuratore Capo Vito Zincani”. Così Umberto Venturi, presidente provinciale di CNA, manifesta la condivisione dell’Associazione modenese nei confronti dell’appello recentemente lanciato, oltre che da Zincani, dal Prefetto Di Bari e dal Presidente del Tribunale Zanichelli.

“I disservizi alla giustizia che opportunamente ha denunciato Zincani – continua Venturi – si ripercuotono non solo in ambito penale, ma anche civile. E non c’è bisogno di sottolineare quanto i tempi di quest’ultima incidano sull’attività d’impresa, ad esempio per quanto riguarda il delicato aspetto della tutela dei crediti”.

Ma è soprattutto il presidio del territorio a rischiare di pagare le conseguenze del sottodimensionamento evidenziato dal procuratore Capo. “Destinare personale a compiti per i quali non ha titoli significa esporre quest’ultimo a rischi professionali ingiusti e, nel caso delle forze dell’ordine, ad impegnare addetti che potrebbero essere impiegati nella lotta al criminalità grande e piccola”.

Modena, infatti, , secondo i dati del Viminale  è al settimo posto, tra città del nord, per presenza mafiosa e, per quanto riguarda la microcriminalità, le cronache sono ormai uno stillicidio quotidiano di furti anche violenti. “Non possiamo chiedere ai giudici e alle forze dell’ordine di fare tutto: operare contro l’abusivismo, controllare il territorio, intervenire tempestivamente. Il prossimo tavolo sulla sicurezza potrebbe rappresentare l’occasione per discutere e valutare l’opportunità di un’azione comune che consenta di rivendicare una maggiore attenzione da parte del Governo. Non può essere sempre il territorio a pagare le conseguenze di una spending review ad oggi applicata a senso unico”.

E per definire la situazione Venturi ricorre ad una metafora già utilizzata, quella della piramide di lattine nei supermercati. “Continuare a tagliare a livello locale è come prendere le lattine dal basso: il rischio è che l’intera struttura crolli e, purtroppo, è proprio quello che sta accadendo, da un punto di vista economico e sociale”.

(CNA Modena)

DURC e tracciabilità le pratiche più diffuse, SISTRI il più complicato -

Modena, 10 gennaio 2014 -

L'abbiamo ribattezzata "la tassa che non si vede": la burocrazia costa agli artigiani e alle piccole imprese di tutta Italia circa 5 miliardi di euro l'anno. Nell'analisi curata da IPSOS per conto di CNA Nazionale emergono i profili di una piaga che va al di là del denaro che costa direttamente, perché il costo maggiore che comporta è nel tempo che fa perdere agli imprenditori e ai loro dipendenti.
In un anno la "macchina della burocrazia" brucia 47 giorni di lavoro (cioè due mesi) di ogni imprenditore, e consuma 28 giorni dei suoi dipendenti. Totale: 11 mila euro per impresa (senza contare che il tempo, per gli imprenditori e i lavoratori appena citati, ha spesso un valore non quantificabile). La burocrazia costa più della metà dell'IMU pagata dalle imprese stesse, che ammonta a 9 miliardi all'anno, senza contare le spese accessorie per il lavoro di specialisti e consulenze. Un esempio? La richiesta di informazioni, in particolare agli Uffici Pubblici: non solo è eccessiva e complessa, ma spesso costringe a richiedere più volte la stessa informazione, nonostante una legge imponga da circa due anni agli stessi uffici l'obbligo di trasmettersi dati e documenti l'uno con l'altro.
Dividendo gli adempimenti in fasce sulla base della loro diffusione (fascia alta se l'adempimento coinvolge più del 50% delle imprese; media, se riguarda una quota di imprese compresa tra i 30 e i 50 punti percentuali; bassa, se essa riguarda non più del trenta percento delle imprese) emerge che gli adempimenti più diffusi sono quelli dell'area fiscale seguiti, nell'ordine, da quelli del lavoro e dell'area ambiente e sicurezza. Tracciabilità del contante e DURC (la dichiarazione unica di regolarità contributiva) sono le pratiche più diffuse, che interessano rispettivamente il 90% e il 71% delle imprese.
Il "fastidio" degli adempimenti burocratici sulla vita delle imprese deve essere valutato secondo una duplice dimensione: da un lato grado di diffusione, dato dal numero di imprese chiamate ad assolvere l'adempimento; dall'altro la difficoltà, cioè il livello di problematicità dello stesso. Il SISTRI risulta l'adempimento di gran lunga più ostico da assolvere (61,9% delle imprese interessate) seguito a distanza dalla Responsabilità solidale negli appalti (indicato come il più problematico dal 42,9% delle imprese chiamate ad assolverlo).
"Noi crediamo sia possibile liberare risorse per le aziende, in un momento in cui la liquidità rappresenta uno dei problemi principali, è possibile, allentando questi lacci e laccioli che appesantiscono e ostacolano, a volte incomprensibilmente, l'attività d'impresa. La vicenda diventa ancor più grave se si pensa che questa semplificazione non costerebbe nulla. Basterebbe la volontà politica di risolvere questo problema, che invece si concentra su altre discussioni. Importanti, ci mancherebbe, ma che vengono dopo le esigenze più pressanti di imprese e cittadini", commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena.
I dati completi del dossier IPSOS CNA sulla burocrazia sono disponibili sul sito www.cna.it.


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA
 Modena)

Un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in tre anni potrebbe arrivare a "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia" -

Modena, 9 gennaio 2014 -

Un'iniziativa nata per ragioni umanitarie offre lo spunto per una riflessione economica più vasta su certe iniquità dell'economia globale. In particolare si parla dei rapporti commerciali tra il Pakistan e l'Unione Europea, riferiti a un settore strategico soprattutto per l'Italia e già fiaccato dalla crisi come quello tessile.
Che cosa è successo: nel recente passato l'UE ha inserito il Pakistan nel cosiddetto 'sistema generalizzato delle preferenze' per consentire alle fabbriche del Paese – nelle quali le condizioni di lavoro sono ancora disumane – di vendere prodotti sul mercato europeo senza pagare dazi doganali, o pagandoli in misura molto ridotta. Il provvedimento, in scadenza lo scorso 31 dicembre, è stato prorogato al 31/12/2017 per voto unanime dell'Europarlamento: 75 prodotti provenienti dal Pakistan continueranno a entrare in Europa attraverso una corsia preferenziale, il 70% con un dazio doganale molto basso e un 20% senza alcun dazio. Peccato che, nel frattempo, il dazio pagato dalle aziende europee in Pakistan rimarrà lo stesso: il 25%.
Non sono le tanto barriere all'ingresso nel mercato pakistano a preoccupare le imprese italiane del tessile: preoccupa, semmai, la persistente concorrenza di un Paese che proprio attraverso lo scarso rispetto delle norme di tutela dei lavoratori pratica già prezzi estremamente competitivi.
Questo trattamento di favore produrrà un danno al mercato interno che il presidente di 'Sistema Moda Italia' Claudio Marenzi stima in "120mila posti di lavoro a livello europeo, 40mila dei quali in Italia". Il Pakistan è il quindicesimo fornitore dell'Italia nell'industria tessile e moda, e quindi un competitor già forte per il mercato interno. Inoltre l'UE premia con dazi minimi anche altri Paesi, quali Armenia, Bolivia, Capo Verde, Costa Rica, Ecuador, Georgia, Mongolia, Paraguay e Perù.
"Tra queste 40.000 posti a rischio, ovviamente ce ne sono anche sul nostro territorio – osserva Tamara Gualandi, presidente di CNA Federmoda Modena – Non sfuggiamo certo alla responsabilità di contribuire all'emancipazione di Paesi economicamente meno fortunati, ma viene da chiedersi perché l'Europa decida di farlo con una norma che penalizza la libera concorrenza tra le aziende e, in ultima analisi, le aziende stesse. Le imprese italiane del settore tessile-abbigliamento, che proprio dall'Europa attendono da tempo segnali sulla tutela di un marchio di qualità assoluta come il 'Made in Italy', si trovano invece a fronteggiare un nuovo ostacolo a una più equa concorrenza".


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)

Sabato, 28 Dicembre 2013 10:14

Terremoto e fisco, finalmente la proroga

 

 

Rete Imprese: “Rimane l’amarezza per la mancata sensibilità dimostrata nei confronti di un provvedimento di buon senso”

Mirandola, 27 dicembre 2013. “Finalmente, dopo tanta attesa, sul filo di lana è arrivata l’ufficialità della proroga al rimborso del finanziamento delle imposte e alla sua dilazione in tre anni”. E’ la dichiarazione di Rete Imprese Italia dopo la definitiva approvazione del Decreto Milleproroghe, nel quale, in fretta furia, sono state inserite le norme per la rateizzazione del pagamento delle tasse dei contribuenti abitanti nei comuni colpiti dal sisma.

“Ringraziamo chi si è prodigato per ottenere un provvedimento vitale per le imprese colpite dal sisma, che di fronte alla rata del 31 dicembre avrebbero davvero rischiato di chiudere. Non ringraziamo, invece, chi ha tergiversato su questo provvedimento che rappresenta niente di più che una norma di buon senso e di equità, dopo un percorso che ha tenuto con il fiato sospeso centinaia di imprenditori complicandone l’attività e la programmazione aziendale”.

“L’esperienza che stanno vivendo i cittadini colpiti, diciotto mesi fa, dal terremoto, dimostra quanto sia necessaria una legge quadro sulle calamità nazionali, per evitare che altre comunità abbiano a vivere lo stato di precarietà, di incertezza con cui ancora oggi stiamo facendo i conti nell’Area Nord”.

 

 

Due corsi avanzati per professionisti dell'edilizia gratuiti perché cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo -

Modena, 27 dicembre 2013 -

Effettuare una corretta diagnosi energetica e progettare reti "Green", non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche da quello finanziario e fiscale. CNA, grazie ai Fondi Europei, attraverso la Provincia, presenta due corsi altamente specialistici e gratuiti, che offrono prospettive occupazionali a lungo termine in uno dei settori in più rapida evoluzione: quello dell'efficientamento energetico degli immobili, sia privati che strumentali.
"Reti Green, Finanza, Incentivi e Fiscalità" è il titolo del corso che fornisce competenze sulle cosiddette reti "Green" dal punto di vista finanziario e fiscale, attraverso una dettagliata panoramica degli incentivi pubblici tuttora in essere per la realizzazione di sistemi energeticamente efficienti. Dodici imprenditori o lavoratori dotati di competenze tecniche specifiche, operanti nel settore impianti, potranno partecipare: il corso si articola su 20 ore di teoria e 4 di project work, un'esercitazione strutturata relativa a uno dei temi trattati in aula. Il corso comprenderà simulazioni strategiche per imparare a valutare la convenienza degli investimenti, le modalità e i costi di finanziamento per le diverse tipologie di intervento. Ma si parlerà anche di aggregazione di imprese, per la condivisione di progetti "Green", nella convinzione che sia dal punto di vista tecnico sia economico, sia la strada per restare competitivi sul mercato.
"Diagnosi e Certificazione Energetica" è il titolo del corso sulla valutazione delle prestazioni energetiche dell'edificio, e sulla successiva progettazione degli interventi di efficientamento. Anche in questo caso saranno 12 i partecipanti ammessi, sempre per la durata di 20 ore più 4 di project work. Analizzare le componenti tecnologiche e ambientali dell'involucro edilizio e dell'impiantistica preesistente è la prima parte del corso, seguita da una ricca panoramica delle tecniche e delle strumentazioni più idonee per eseguire le misurazioni, rilevando i punti deboli
I corsi sono gratuiti perché cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo, e prevedono il rilascio di un attestato di frequenza al raggiungimento del 70% di presenze.
Per informazioni contattate CNI Ecipar, la società del sistema CNA specializzata nella formazione professionale: Tel 059 269800, Fax 059 253488, mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Mo)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Dal 1 gennaio 2014, tutti gli esercizi pubblici sono obbligati ad accettare pagamenti con carte di credito e bancomat. Peccato che, ad oggi, la legge sia del tutto inapplicabile...

Modena, 23 dicembre 2013 -

Per un anno che si chiude ce n'è uno che arriva, con il suo carico di novità. Una su tutte agita le ultime ore del 2013 per gli imprenditori che hanno quotidianamente a che fare con il pubblico: dal 1 gennaio 2014, tutti dovranno dotarsi di strumenti POS, ovvero mettersi in condizione di accettare pagamenti attraverso carte di credito e bancomat. Non si parla solo di pubblici esercizi, quali bar e ristoranti, o delle attività commerciali in genere, ma anche di autoriparatori, estetisti, liberi professionisti quali geometri e avvocati, consulenti del lavoro, commercialisti, eccetera. Una novità chiara e di facile attuazione, una volta tanto?
Assolutamente no, perché – come spesso accade – la legge esiste, ma mancano i relativi decreti attuativi. E finché questi non verranno pubblicati la norma è, di fatto, inapplicabile.
Le questioni ancora irrisolte in merito all'obbligo di dotazione POS sono, infatti, numerose: ad esempio dovrebbe essere introdotto un tetto minimo d'importo, sotto il quale l'obbligo di accettare pagamenti elettronici non vige. Pensiamo al caffè o al gelato: obbligare un bar ad accettare pagamenti con carta di credito per ogni singolo cono o tazzina è semplicemente impensabile. Altro esempio: per chi non si adegua, ad oggi, la legge non prevede sanzioni. CNA, assieme alle altre associazioni, si è già attivata per chiedere ai Ministeri competenti una proroga del termine di entrata in vigore della norma, fino all'approvazione dei decreti attuativi fondamentali: di fatto una proroga tacita esiste già, ma andrà formalizzata onde evitare rischi retroattivi per le imprese che, ad oggi, non hanno una vera normativa di riferimento in base alla quale mettersi in regola.
L'altro aspetto che preoccupa CNA è quello dei costi a carico delle imprese: oggi installare un POS significa pagare prima un canone, e poi una commissione su ogni singola transazione. Un meccanismo non più accettabile ora che il pagamento tramite POS diventa obbligatorio: se infatti è comprensibile sostenere le spese di acquisto e installazione dell'apparecchiatura per il pagamento, è invece assurdo accettare una tassa aggiuntiva, rappresentata dalle commissioni bancarie, per ogni singola transazione conclusa.


(Fonte: L'Ufficio Stampa CNA Modena)

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