La testimonianza di una delle 88 donne che hanno utilizzato la cuffia refrigerata che contrasta la caduta dei capelli durante i trattamenti chemioterapici -
Modena, 10 marzo 2015 -
La paziente: "Potrebbe sembrare un aspetto secondario della malattia, ma non perdere i capelli, soprattutto per una donna, è un aiuto importante per continuare a vivere 'fuori'. Ti senti meno malata e non hai continuamente paura dello sguardo degli altri".
Bianca è insegnante d'inglese in una scuola media di Modena. Ha 48 anni e quasi un anno fa le è stato diagnosticato un tumore al seno. "Un fulmine a ciel sereno – racconta – che ha cambiato per sempre la mia vita. Dopo un percorso di cura durato diversi mesi, ho smesso di chiedere ai medici se ne uscirò. Perché fortunatamente sono guarita ed è tempo di guardare avanti".
È lei una delle 88 donne che, da maggio 2013, a Carpi, hanno utilizzato la cuffia refrigerata Paxman, una strumentazione innovativa che serve a contrastare l'effetto alopecizzante – perdita di capelli – causato da alcuni farmaci durante i trattamenti chemioterapici. Il Day Hospital Oncologico dell'ospedale 'Ramazzini' è una delle due strutture in Italia a essersi dotata di questa particolare cuffia ed è il primo centro a livello nazionale per numero di pazienti reclutati.
"Quando ho scoperto di essere malata – prosegue la donna – volevo tenere nascosta la mia condizione di salute per non far soffrire le persone a me più vicine. Un attimo dopo, però, ricordo di aver pensato: perderò i capelli e così tutti verranno a sapere che ho un tumore". Anche per questo Bianca, il nome è di fantasia, dopo essere stata operata a Bologna, ha deciso di rivolgersi all'ospedale di Carpi e affiancare il trattamento chemioterapico all'utilizzo della cuffia Paxman. "Non sapevo della sua esistenza. È stata mia sorella a cercare su internet, dopo che le venne in mente Caro Diario di Nanni Moretti, un film dove il protagonista mette una cuffia da pallanuoto in freezer prima di fare chemioterapia".
"Per certi aspetti, se possibile – confessa Bianca – ho vissuto peggio questo problema che non dover affrontare il percorso di cura. Potrebbe sembrare un aspetto secondario della malattia, ma non perdere i capelli, soprattutto per una donna, è un aiuto importante per continuare a vivere 'fuori'. Ti senti meno malata e non hai continuamente paura dello sguardo degli altri".
A gennaio Bianca ha finito la terapia e ha deciso di raccontare la propria storia, perché spera di poter far conoscere ad altre persone, grazie alla sua testimonianza, la cuffia Paxman. "Certo non è come andare dal parrucchiere – ironizza – perché si sente molto freddo (la cuffia porta la temperatura del cuoio capelluto a meno 4°gradi per circa tre ore) e si prova una forte sensazione di costrizione. Durante le prime sedute guardavo continuamente l'orologio e non riuscivo a fare niente. Era come se dicessi a me stessa: concentrati, funzionerà meglio. Per fortuna ho incontrato persone straordinarie, che mi hanno seguito passo dopo passo. Infermiere preparatissime, come Emilia, che ogni volta sapevano regalarmi un sorriso, una parola di incoraggiamento. Guardando indietro, oggi, mi sembra di aver intrapreso un percorso di miglioramento prima di tutto interiore. E se potessi parlare con le persone che si trovano a dover affrontare malattie come questa, mi piacerebbe ricordare loro una frase che ha pronunciato di recente Emma Bonino, dopo aver detto pubblicamente di avere un tumore: io non sono la mia malattia".
In ospedale a Carpi
All'interno del Day Hospital Oncologico dell'ospedale 'Ramazzini' di Carpi la cuffia refrigerata Paxman è stata installata a maggio 2013 grazie al contributo (30mila euro) dell'Associazione Malati Oncologici (AMO). Il Day Hospital diretto da Fabrizio Artioli ha deciso di concentrare il suo utilizzo sui tumori alla mammella, sia maschile che femminile, perché la maggior parte dei farmaci alopecizzanti sono contenuti nei trattamenti chemioterapici propri di questo carcinoma. Finora sono 89 i pazienti (soltanto un uomo) 'reclutati' per utilizzare la cuffia. Dai dati raccolti finora, il 'Ramazzini' ha ottenuto risultati non solo sovrapponibili ma addirittura migliori di quelli riscontrati in altri ospedali europei dove è in uso la strumentazione. La percentuale di successo del trattamento a Carpi oscilla tra il 55 e il 62% dei casi. L'età media dei pazienti finora reclutati è di 53 anni.
Come nasce la cuffia Paxman
La storia degli imprenditori Paxman inizia negli anni '50, con l'invenzione di un sistema di raffreddamento per la birra. La produzione dell'azienda, però, è destinata a mutare radicalmente. La moglie del figlio del fondatore, infatti, si ammala di tumore al seno. E il consorte Glenn, aiutato dal padre, decide di investire tutta la propria conoscenza nel campo dei sistemi di raffreddamento per plasmarli e renderli utili ai malati di tumore che devono sottoporsi alla chemioterapia. Stando vicino alla moglie, Glenn si rende ben presto conto di quanto sia difficile accettare, soprattutto per una donna, la perdita dei capelli durante i trattamenti chemioterapici. Un dolore che lui vuole riuscire a evitare a chi soffre già per una malattia così grave. La moglie diventa la prima donna a sperimentare la 'cuffia', anche se su di lei lo strumento, ancora 'primitivo', non sortisce l'effetto sperato. Dopo alcuni mesi la malattia, inesorabilmente, strappa a Glenn l'amore della moglie per la quale ha tanto lottato. Ma, ormai, la famiglia ha segnato la propria storia. Dopo diversi studi, nel 1997, Paxman produce il primo prototipo ufficiale della 'cuffia' che viene installata presso la Huddersfield Royal Infirmary. Oggi Paxman è l'unico produttore di questo tipo di tecnologia. Il sistema in Gran Bretagna è usato in più di mille strutture. La 'cuffia' è stata installata anche in Svizzera, Francia, Germania e Giappone. In Italia, ad oggi, è utilizzata soltanto a Carpi, Avellino e Parma.
(Fonte: ufficio stampa Ausl MO)
Sold out imminente per "Buon Compleanno Liga". Tra solidarietà e musica in arrivo un grande evento della rassegna carpigiana per festeggiare Luciano Ligabue -
- di Federico Bonati -
Modena, 10 marzo 2015 –
C'è qualcosa di speciale che rende il pubblico di Luciano Ligabue un pubblico a sé, definito da molti come "il pubblico più bello di tutti". L'educazione ai concerti, la capacità di proiettare nelle sue canzoni parti della propria vita, le emozioni che inevitabilmente scaturiscono brano dopo brano, ma anche la forte coesione nel partecipare a tutti gli eventi riguardanti il rocker di Correggio. Fu proprio con questa intenzione che gli Happy Hour, band tributo a Ligabue, con radici a Carpi ma con un palmarès di concerti in giro per la penisola, cominciarono nel 2011 ad organizzare quello che col tempo è divenuto un evento atteso per molti fan, sia della band che di Ligabue: il "Buon Compleanno Liga".
Si partì dal Room 77 a Correggio, passando quindi al Palasport Enzo Ferrari di Carpi. Nel 2013 i sei musicisti emiliani (Fabio Azzali, Enrico Magnanini, Alessandro De Filippi, Andrea Po, Francesco Bevini e Francesco Caliendo), reduci da una splendida serata in Piazzale Re Astolfo a Carpi, decisero di non variare troppo la formula vincente dell'anno prima. Nacque cosi' il "Buon Compleanno Liga 3.0", sempre al palazzetto, ma con qualche chicca in più per i partecipanti: spettacoli di ballo, canto e dj set per aprire la serata ad un concerto di quasi 2 ore e 30 minuti. La partecipazione straordinaria del pubblico, nonostante le condizioni meteo avverse, confermò l'ennesimo successo dell'appuntamento annuale. Nel 2014 arrivò poi la svolta. Il 16 marzo di quell'anno, infatti, al Teatro Comunale di Carpi più di quattrocento spettatori assistettero a quello che da molti è stato definito il "Buon Compleanno Liga" migliore di sempre. L'atmosfera dei concerti semiacustici di Ligabue, avvalorati dalla location e dai tre ospiti Josè Fiorilli, Max Cottafavi e Mel Previte, tutti reduci da anni di concerti con il rocker di Correggio, fece si che la serata rimanesse nel cuore dei fan per giorni e giorni. Una scaletta tra vecchi e nuovi successi, intervallati da pezzi di "nicchia", mandò in visibilio i palchi del teatro. L'incasso della serata, fu poi devoluto all'associazione A.P.T. Carpi (Associazione Pazienti Tiroidei Onlus) al fine di finanziare una borsa di studio per uno specializzando in materia. Il nobile intento e la riuscitissima serata, hanno portato gli Happy Hour ad affermarsi nella scena tribute italiana con ampi consensi. L'attesa è ora tutta per venerdì 13 Marzo, quando il "Buon Compleanno Liga" tornerà in teatro con l'ormai consueta formula, arricchito dalla presenza di Josè Fiorilli e dell'ottetto d'archi del conservatorio "Arrigo Boito" di Parma.
Fabio Azzali, frontman e cantante del gruppo, ha accettato di rispondere alle domande della Gazzetta dell'Emilia.
Fabio, come nasce l'idea di "Buon Compleanno Liga? "Nacque nel 2009 per dare, a chi viene in queste terre il giorno del compleanno di Luciano Ligabue, un ritrovo e qualcosa "da fare". L'idea arrivò quando alcuni ragazzi di Correggio ci chiamarono a suonare il 13 Marzo 2009 in centro a Correggio, da lì parti l'idea che oggi ha portato il "Buon Compleanno Liga" ad essere uno degli eventi più attesi dell'anno per noi e per i fan.
Dal Palazzetto dello Sport al Teatro Comunale il passo è importante. Che cosa si prova quando si è su quel palco? Le emozioni sono contrastanti. Si respira la storia in quel teatro e non puoi fare a meno di sentirti piccolo. Nutro grande rispetto e soggezione per quella struttura così importante. Su quel palco hai due momenti distinti: il primo nel quale ti domandi: "Perché lo sto facendo?", il secondo in cui godi ogni attimo di quello che stai vivendo e sai che il teatro, insieme alla gente che lo riempie, sta assorbendo tutte le vibrazioni a braccetto con te. In due parole è pura magia.
Da ormai due anni prosegue il sodalizio con l'APT. Com'è nata quest'unione che rende la musica solidale? Quando capimmo che il "Buon Compleanno Liga" aveva potenzialità grandissime, abbiamo deciso che fare anche del bene in questi eventi, soprattutto per Carpi, non era poi così difficile. APT si è dimostrata subito disponibile ad appoggiarci per quanto riguardava organizzazione e spese, cosa poi ricambiata col grande incasso riscontrato. Speriamo di poter continuare il nostro sodalizio.
Restiamo sull'argomento solidarietà: puntate a superare la quota di donazioni dello scorso anno? La nostra speranza è sempre quella di poter donare il più possibile. Questo dipende da molti fattori quali spese di gestione che purtroppo a volte gravano sul ricavato. Ma fortunatamente quest'anno, sotto quell'aspetto, siamo tutti molto più tranquilli, grazie anche a una quantità di sponsor maggiore rispetto alle edizioni precedenti. E di questo, non possiamo che essere infinitamente grati!
Oltre a voi, sul palco ci saranno anche Josè Fiorilli e un ottetto d'archi del conservatorio "Boito" di Parma. In sostanza, che spettacolo si dovrà attendere chi verrà a Carpi a Teatro venerdì sera? Lo spettacolo di venerdì mi piace chiamarlo, parafrasando un noto romanzo, " 50 Sfumature di Liga", perché sarà un live davvero completo. Passeremo dal suono più soft a quello più carico, passando per le "Notti in Arena" al "Quasi acustico". Quindi, chi ama Ligabue, dal più accanito al più radiofonico, troverà pane per i suoi denti. Sarà uno spettacolo di quelli che, speriamo, sarà difficile scordare.
Due uomini incappucciati ed armati hanno minacciato il proprietario fuggendo con il bottino -
Modena, 3 marzo 2015 -
Domenica sera, dopo la mezzanotte, due uomini incappucciati hanno compiuto una rapina in una sala giochi slot di Carpi. Armati di un coltello e di una pistola, hanno minacciato il proprietario, un cittadino cinese, facendosi consegnare l'incasso di circa 1.000 euro custoditi nel registratore di cassa.
I due malviventi, subito dopo, sono fuggiti facendo perdere le proprie tracce. La vittima ha subito chiamato il 112 per dare l'allarme e immediatamente è scattato il piano antirapina con posti di blocco nella città e lungo le arterie principali. I Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Carpi si sono subito recati sul posto per raccogliere indizi e tracce utili alle indagini e sono in corso accertamenti sulle telecamere di videosorveglianza comunale e quelle del locale.
Hanno approfittato del portafogli dimenticato sul sedile del furgone. Risalendo al prelievo ed incrociando le immagini catturate dalla telecamera sono stati identificati e denunciati -
Modena, 26 febbraio 2015 -
I Carabinieri della Stazione di Carpi hanno denunciato due pregiudicati, rispettivamente di 40 e 50 anni, di Modena. I due sono riusciti a rubare il portafogli di un giardiniere, che recatosi in un condominio per eseguire lavori l' ha dimenticato sul sedile del furgone parcheggiato in via Torricelli, con all'interno 1.000 euro.
Immediatamente, dopo essersi accorto del furto, perpetrato infrangendo il finestrino del veicolo, la vittima ha denunciato il fatto ai Carabinieri fornendo anche il numero del bancomat e il codice segreto, custodito incautamente assieme alla tessera.
I due malviventi, approfittando dell'occasione avevano già effettuato subito un prelievo da 250 euro presso una banca in Via Del'Industria. Risalendo al prelievo ed incrociando le immagini catturate dalla telecamera collocata sul bancomat con quelle comunali, nonché con la segnalazione di un cittadino che aveva indicato un parziale di targa della Fiat Punto adoperata dai malviventi, i militari sono riusciti a risalire all'identità dei due, facendo girare le foto dei sospettati tra tutti comandi dell'Arma sparsi nella Provincia di Modena.
I due sono stati denunciati per furto e indebito utilizzo carta di credito.
Controllo del territorio.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Carpi hanno bloccato questa notte due giovani magrebini per furti su auto in via Forlì e via Ravenna.
I militari, allertati da un cittadino che aveva visto aggirarsi con fare sospetto i due, li hanno bloccati proprio in via Ravenna, mentre erano a bordo di una Toyota Yaris. Alla vista della "gazzella" dei Carabinieri, uno dei due ha tentato di accovacciarsi in auto, nascondendosi mentre l'altro ha tentato la fuga a piedi ma è stato bloccato dopo pochi metri, non avendo fatto i conti con la reattività e la prontezza dei Carabinieri.
Dagli immediati accertamenti condotti è emerso che avevano forzato la serratura del veicolo con un coltello a scatto con lama di 12 cm, trovato in tasca ad uno dei due durante la perquisizione personale, e la loro azione delittuosa è stata interrotta dal pronto intervento dei Carabinieri: non è ancora perfettamente chiaro se volevano asportare l'autoradio o qualche oggetto eventualmente trovato nel veicolo o piuttosto rubare direttamente la macchina.
Dal successivo controllo sui veicoli parcheggiati lungo le vie attigue, in particolare in via Forlì, i militari hanno riscontrato segni di danneggiamento delle serrature di altre 4 autovetture, che i malviventi avevano tentato di aprire con il coltello, senza però riuscirci. I magrebini, uno ventenne e l'altro 23enne, con precedenti penali per reati contro il patrimonio, residenti a Carpi unitamente alle proprie famiglie di origine, sono stati arrestati per tentato furto aggravato e continuato e nei prossimi giorni saranno sottoposti a giudizio direttissimo.
Una consistente rete di traffici illeciti di anabolizzanti: sia i quattro che i clienti rifornivano una decina di clienti frequentatori di palestre locali -
Modena, 10 febbraio 2015 -
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Carpi hanno arrestato 4 persone per spaccio di anabolizzanti. L'indagine, partita nel giugno scorso dopo alcuni accertamenti che avevano determinato il sequestro di alcune quantità di testosterone, ha permesso di individuare e mettere fine ad una consistente rete di traffici illeciti di anabolizzanti, con un sequestro complessivo di circa 200 flaconi a base di testosterone, stanozololo, nandrolone, tutte sostanze la cui pericolosità per la saluta umana è notoriamente conosciuta.
Dalle indagini è emerso che i quattro indagati, di cui un 22enne moldavo arrestato in flagranza a luglio scorso e tre italiani di età compresa tra i 30 e i 40 anni, residenti tra Carpi e Modena, non solo vendevano tra di loro gli anabolizzanti, ma soprattutto rifornivano una decina di altri "sportivi". Tutti, sia gli arrestati sia i "clienti", sono ovviamente frequentatori di palestre locali.
Le indagini hanno permesso di accertare che i canali attraverso cui avveniva il "rifornimento" sono riconducibili al mercato moldavo (da qui il citato arresto in flagranza del 22enne straniero residente a Reggio Emilia) e a siti internet da cui i tre italiani effettuavano gli acquisti dei prodotti per poi rivenderli. L'Autorità Giudiziaria modenese ha concordato pienamente con le indagini svolte e i riscontri dell'Arma carpigiana, emettendo un ordine di arresto con detenzione domiciliare a carico dei tre italiani, considerato che il cittadino dell'Est era già stato precedentemente arrestato.
Si trasferisce il negozio che vende capi usati, ma di qualità. La cooperativa riesce a far lavorare persone in difficoltà economiche -
Modena, 29 gennaio 2015 -
Si trasferisce il negozio "Vintage Made" che a Carpi vende capi di abbigliamento, accessori e materiali d'arredo usati, ma di qualità, gestito dalla cooperativa sociale Eortè. Il social shop, aperto dal settembre 2010 in corso Fanti, si sposta in via Pola Interna 13. L'inaugurazione del rinnovato esercizio è in programma dopodomani - sabato 31 gennaio - alle 18.
«Al nostro social shop chiunque può portare i propri capi in conto vendita, purché in ottimo stato, ben conservati e puliti – spiega Federico Tusberti, presidente della cooperativa Eortè - Se il capo viene venduto, il ricavato va in parte alla cooperativa, che lo usa per le sue attività, e in parte al proprietario. Con questo sistema diamo nuova vita a capi firmati dimenticati negli armadi e, nello stesso tempo, offriamo a tutti la possibilità di acquistare un bel vestito a prezzi abbordabili».
Il social shop Vintage Made gestito da Eortè è aperto dal martedì al sabato grazie a un gruppo di volontari, perlopiù giovani. La cooperativa, che aderisce a Confcooperative Modena, è "figlia" di Venite alla Festa, una comunità di famiglie che si incontrano ogni settimana presso la parrocchia di San Bernardino per educarsi reciprocamente alla fede in Gesù. Oggi la cooperativa conta una novantina di soci, nove dipendenti (sei dei quali a tempo indeterminato) e una ventina di volontari.
«Siamo riusciti a distribuire un po' di ricchezza facendo lavorare per periodi più o meno lunghi persone che si trovavano in difficoltà economiche a causa della crisi», afferma Tusberti. Col tempo Eortè ha ampliato le proprie attività, sempre nell'ottica di aiutare le famiglie. Oltre al social shop di Carpi, Eortè gestisce la Casa del Glicine (un appartamento che accoglie temporaneamente madri in difficoltà), il Pane e le Rose a Soliera (un supermercato solidale per famiglie che faticano ad acquistare beni di prima necessità) e un bar nel centro di Soliera, recentemente rinnovato con uno spazio destinato alla musica live. «Siamo una piccola realtà di economia solidale che – conclude Tusberti - cerca di dare il proprio contributo per creare opportunità di lavoro e di relazioni».
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
A Carpi presentato il libro di Franco Bassi, fondatore dello storico circolo di Taneto di Gattatico -
Modena, 29 gennaio 2015 – di Federico Bonati -
Primo incontro della rassegna "Ne vale la pena" ed è subito un successo. Folla numerosissima per la presentazione del libro di Franco Bassi "Vent'anni Fuori Orario", riguardante il noto circolo Arci di Taneto di Gattatico, a pochi passi dalla casa dei fratelli Cervi, del quale Bassi è stato il fondatore.
La serata è stata condotta dal giornalista di Radio Bruno Pierluigi Senatore, e corredata dalle letture dell'attore e regista Enrico "Chicco" Salimbeni e degli happenings musicali di Cisco, cantautore ex Modena City Ramblers, e del coro delle Mondine di Novi.
Il libro ha una particolarità: comincia con il finale. È il dicembre 2010 quando, per Franco Bassi, nulla fu più come prima: tornando da una serata al Fuori Orario causò un incidente che provocò la morte di un ragazzo di 25 anni. Il mondo sotto i piedi di Bassi crollò e in quel momento tutte le sue certezze e le sue sicurezze furono smontate. Ne uscì grazie all'aiuto di familiari e amici, tra i quali Nicolò Fabi, alla cui associazione in memoria della figlia sarà devoluto l'incasso totale del libro. Ma qualcosa era cambiato e complice la crisi economica, che portò il locale a fare determinate scelte, Bassi decise di lasciare la sua creazione.
La narrazione va poi a ritroso, con racconti di vicende riguardanti i partigiani e le figure storiche del paese, simbolo di valori che hanno connotato la crescita e la vita di Bassi e ciò che è stata l'evoluzione del Fuori Orario.
Quella carpigiana è una serata dal doppio volto: ci sono momenti profondi e toccanti e momenti di pura ilarità. In fondo non è, o non era, questa l'anima del Fuori Orario?
Ai tre ospiti viene poi fatta una domanda comune: qual'era il fascino del Fuori Orario? La risposta è unanime: l'accoglienza. E a spiegarlo è lo stesso autore.
"L'Emilia è una terra di accoglienza e noi, figli di contadini, facevamo di quest'accoglienza il nostro fulcro". Insomma, pane, salame, parmigiano, lambrusco, risate e compagnia non sono mai venute meno nel locale dedicato alle famiglie delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980.
E il futuro?
Bassi ha le idee chiare: "Ho voglia di rimettermi in gioco, perché non smetterò mai di fare ciò in cui credo. Desidero, inoltre, ringraziare quelle persone che mi hanno aiutato a cambiare il mio modo di vedere le cose: Gino Strada e Don Gallo". Per quanto riguarda il futuro del paese, Bassi nutre molta fiducia negli artisti che portano avanti con orgoglio ciò che fanno: gente come Simone Cristicchi, lo stesso Cisco e tanti altri artisti hanno la capacità di portare un vero sussulto culturale e sociale al Paese.
La conclusione è di quelle in puro stile emiliano, o in puro stile Fuori Orario: Cisco, le mondine e in coro tutti i presenti cantano con gioia, e forse con un filo di commozione "Bella Ciao", quasi a voler testimoniare il proprio grazie a quel locale, culla di idee, sogni, speranze, gioia e pensiero: il Fuori Orario.
L'uomo, 36enne carpigiano, è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni. La donna ha confessato ai Carabinieri che non si trattava del primo episodio di violenza -
Modena, 27 gennaio 2015 -
Le grida di aiuto provenienti dall'appartamento hanno salvato la donna, portando all'arresto di un 36enne carpigiano, per maltrattamenti in famiglia e lesioni.
A chiamare i Carabinieri, i vicini di casa allertati dalle grida della vittima. L'altra notte, dopo una lite, l' episodio violento. L'uomo l' ha picchiata recandole ferite al volto, guaribili in dieci giorni. Il tutto davanti alla figlia di sei anni. I militari hanno scoperto che non si trattava del primo episodio di violenza, ma la donna non aveva mai avuto il coraggio di sporgere denuncia verso il compagno. Denunciato, l'uomo è stato arrestato e portato nel carcere di Sant'Anna a Modena.
Di fronte al ripetersi di episodi di microcriminalità, le proposte che Rete Imprese Italia formula all'amministrazione comunale -
Modena, 26 gennaio 2015 -
Presidio del territorio, eventualmente spostando agenti dall'attività di ufficio al pattugliamento, videosorveglianza, integrazione tra le forze dell'ordine. Sono queste le proposte che Rete Imprese Italia formula all'amministrazione comunale, alla quale è chiesto uno scatto di fronte al ripetersi di episodi di microcriminalità che stanno rendendo la comunità di Carpi sempre più insicura.
"E non è solo un problema di percezione della sicurezza e di vivibilità della città. Il fatto è – commentano le Associazioni di riferimento di Rete Imprese, Cna, Confesercenti, Lapam e Confcommercio – che i continui furti stanno rappresentando ormai un costo reale per le tante imprese colpite".
"Nei giorni scorsi – continua la nota di Rete Imprese – il sindaco ha incontrato il Prefetto proprio per parlare della situazione sicurezza a Carpi. Chiediamo che il primo cittadino ci informi degli esiti del colloquio ed eventualmente entri nel merito delle nostre proposte per fronteggiare un problema sempre più pressante per imprese e cittadini. A tal proposito chiediamo la convocazione del tavolo sulla sicurezza con la partecipazione delle forze dell'ordine per comprendere le modalità di intervento e presentare le nostre proposte".
Nell'incontro sul bilancio con il sindaco e la giunta avvenuto a metà gennaio Rete Imprese Italia ha fatto posto alcune domande tra le quali una specifica sulla sicurezza chiedendo una maggiore attenzione sul versante della sicurezza e legalità, sia per i cittadini che per le imprese, soprattutto dopo l'intensificazione, anche in città, di fenomeni malavitosi e di microcriminalità.
"Questo è un problema non più rinviabile e deve entrare nell'agenda dell'amministrazione comunale – sostiene Rete Imprese. I furti in pieno giorno all'interno di negozi e laboratori, denunciano una situazione allarmante e rappresenta un'aggravante economica pesante in un momento già troppo difficile per noi imprenditori".
(Fonte: Ufficio Stampa CNA MO)
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19-07-2016 Vendita immobili
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13-07-2016 Vendita immobili
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27-06-2016 Vendita immobili
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08-06-2016 Vendita immobili
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24-04-2016 Vendita immobili
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20-03-2017 Messaggi Personali
Redazione