Mercoledì, 09 Febbraio 2022 06:52

Continua la strage sul lavoro. In evidenza

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foto di repertorio - infortunio sul lavoro Novellara RE foto di repertorio - infortunio sul lavoro Novellara RE

Decessi sul lavoro persino nell’alternanza scuola lavoro. Non c’è che dire, anche il 2022 si è aperto con una sequenza di notizie tragiche provenire dagli ambienti lavorativi.  Il confronto 2020 su 2021 e altri dati sui quali riflettere.

Di  Redazione Emilia, 8 febbraio 2022 – L’ultimo incidente mortale, di cui si è avuto notizia, risale al 6 febbraio in quel di Ravenna. Era un muratore di origine romena di 52 anni, deceduto in seguito a un incidente sul lavoro verificatosi in un cantiere edile di via Carso a Ravenna.

Ma le statistiche raccontano di un fenomeno che non può appartenere a una società civile che , almeno in via teorico – burocratica, ha emanato norme preventive e di sicurezza che dovrebbero assicurare una mortalità occasionale e non di 3 decessi quotidiani.

Poi ci sono gli incidenti “spettacolari” che richiamano l’attenzione sull’argomento per qualche giorno in più, come la Gru che ha “sepolto” tre operai a Torino nel bel mezzo di gennaio scorso, piuttosto che il caso del giovane che perse la vita all’ultimo giorno di stage obbligatorio nel percorso alternanza scuola lavoro. L’episodio è accaduto, in quel di Udine solo pochi giorni dopo la tragedia di Torino che commesse l’Italia intera. Ma ben presto tutto rientra sino al successivo episodio particolarmente toccante. 

Una soluzione va trovata, ma non può essere solo di carta. Le norme, possiamo facilmente constatare dai dati storici, non riescono a contrastare questo drammatico fenomeno che colpisce più di 1.000 famiglie all’anno. Il tutto dovrebbe partire da una approfondita educazione alla sicurezza, alla consapevolezza del rischio che ci si assume  per sé stessi e per i colleghi di squadra, soprattutto quando le operazioni di certa pericolosità sono ripetitive e ci si affida all’istinto e alla esperienza lasciando invece decantare il fattore “prudenza”.

Sarebbe unicamente un aggravio di burocrazia, utile solo a intercettare “responsabilità”, vera o presunta, ma certificata.

I NUMERI

Nel 2021 sono 1.221 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 973 (– 8 % rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 248 (+ 16 % rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. A fine 2020 le vittime totali erano 1.270 (49 in più del 2021), ma il confronto tra i due anni deve tener conto del contributo dato dagli infortuni mortali connessi con il COVID19, che si possono stimare in circa il doppio nel 2020 rispetto al 2021.

Il 2021 si chiude con un tragico bilancio per le morti sul lavoro. Sono 1221 le vittime. E, purtroppo, siamo consapevoli come in questo drammatico bilancio restino fuori molti altri decessi. Quelli che appartengono all’economia sommersa e tutti i lavoratori che non sono assicurati Inail. Ma, come teniamo sempre a precisare, i numeri non definiscono l’emergenza nel Paese. È infatti l’indice di incidenza della mortalità - cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa, che a livello nazionale nel 2021 è pari 42,5 infortuni mortali ogni milione di occupati - a descrivere correttamente e obiettivamente l’emergenza, regione per regione. Ed è così che la Lombardia - che conta il maggior numero di vittime in Italia, ma anche il maggior numero di persone occupate - è anche quella più sicura, perché l’incidenza di mortalità, pari a 26,3, è la più bassa d’Italia”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, apre così l’esplorazione e il commento all’ultima indagine e zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese (vedi allegato) che fotografa, alla stregua della pandemia, l’emergenza morti bianche in Italia nel 2021.

A finire in zona rossa al termine del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 42,5 morti ogni milione di lavoratori) sono: Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta.

In Zona Arancione: Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche, Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna.

In Zona Gialla: Lazio, Sicilia, Veneto e Sardegna.

In Zona Bianca: Lombardia, Toscana e Calabria.

I cambi di zona rispetto al mese scorso.

La Liguria e l’Emilia Romagna escono dalla zona gialla ed entrano in zona arancione; la Toscana lascia la zona gialla ed entra in zona bianca.

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I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A DICEMBRE 2021

La doppia faccia della Lombardia. Tant’è che a guidare la classifica del maggior numero di vittime, seppure registri l’indice più basso di IM (Incidenti Mortali), in occasione di lavoro è la Lombardia (116). Seguono: Campania (111), Piemonte (92), Lazio ed Emilia Romagna (85), Veneto (78), Puglia (75), Toscana e Sicilia (48), Abruzzo (38), Marche e Liguria (28), Friuli Venezia Giulia (27), Trentino Alto Adige (24), Umbria (23), Sardegna (19), Basilicata (16), Molise (15), Calabria (14) e Valle D’Aosta (3).

Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

 

Il CONFRONTO 2020 - 2021

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LEGENDA

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I GIORNI PIU’ “NERI

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SINTESI

Inail, 1.221 persone sono morte sul lavoro nel 2021

  • 555.236 denunce di infortunio sul lavoro nel 2021.
  • +0,2% rispetto al 2020.
  • 1.221 delle quali con esito mortale.
  • -3,9% rispetto al 2020.
  • 55.288 patologie di origine professionale denunciate.
  • +22,8% rispetto al 2020.

 

(Fonti dati: INAIL e OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO DI VEGA ENGINEERING)

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