Emilia, 17 agosto 2021 - Il mese di agosto ha ormai superato la prima quindicina e queste due ultime settimane si sono rivelate particolarmente “nere” per quanto riguarda le morti sul lavoro. Il 3 agosto, a Camposanto, nel modenese, ha perso la vita la 40 enne Laila El Harim, mamma di una bambina di 5 anni, inghiottita e schiacciata da una fustellatrice nella ditta dove lavorava da un mese e mezzo. Nella stessa giornata, a Fiorano, sempre in provincia di Modena, è morto anche Renato Fratti, 66 anni: mentre controllava i danni del maltempo sul tetto di un capannone, questo ha ceduto e per lui non c’è stato niente da fare. Il 4 agosto, Salvatore Rabbito, 53 anni, residente a Parma, è stato investito da una ruspa in retromarcia mentre lavorava in un cantiere sull’A15. Non ce l’ha fatta nemmeno Giuseppe Rallo, autotrasportatore di 47 anni, deceduto in questa stessa settimana dopo tre mesi di terapia intensiva al Bufalini di Cesena dopo essere rimasto schiacciato tra due camion nel parcheggio di una ditta di dolciumi a Bertinoro (FC).
Abbiamo sintetizzato queste storie perché dietro a ogni nome c’è una storia, una famiglia che piange una mamma, un papà, un figlio, un fratello, una sorella, che un mattino è uscito di casa per andare al lavoro e non è tornato mai più.
I numeri della “strage silenziosa”
I dati INAIL relativi ai primi sei mesi del 2021 parlano di 538 morti sul lavoro, una media di tre vittime al giorno. Un dato in calo (- 5,6%), rispetto allo stesso semestre del 2020, quando le morti bianche erano state 570. Tuttavia, al di là degli infortuni con esito fatale, sono aumentati invece gli incidenti (+ 8,9%), L’Osservatorio indipendente di Bologna ha poi contato, al 9 agosto 2021, ben 864 vittime, includendo anche coloro che hanno perso la vita mentre andavano e tornavano dal lavoro.
Tenendo invece presente i dati INAIL, al 30 giugno 2021, i casi mortali sono stati 128 nel Nord Ovest, 118 nel Nord Est, 102 al centro, 157 al Sud e 33 nelle Isole. In Emilia Romagna, i morti sul lavoro sono stati 35, di cui 4 a Bologna, 3 a Rimini, 3 a Forlì Cesena, 8 a Modena, 3 a Parma, 5 a Ravenna, 5 a Reggio Emilia e 1 a Piacenza. Numeri a cui si aggiungeranno le vittime di questo agosto particolarmente nero.
Se andiamo poi ad approfondire: 487 vittime sono uomini e 51 donne e i settori più colpiti sono l’edilizia, il settore manifatturiero e l’agricoltura. In calo il settore dell’Industria e Servizi (- 11,5%). Per quanto riguarda le classi di età aumentano i decessi nella fascia 20-29 anni (6 in più rispetto al 2020) e in quella 40-54 anni (28 casi in più). Dati in calo per la fascia 30-39 (- 7 casi) e negli over 55 (- 28 casi rispetto al 2020).
Venendo alle cause, le principali sono da ricercarsi nella mancanza o scarsa attenzione alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, alla formazione per la sicurezza, la tendenza al risparmio e all’ottimizzazione della produzione, oltre che alla piaga del lavoro nero. Questi ultimi fattori in crescita nel periodo della pandemia e della conseguente crisi economica.
Le misure
La risonanza mediatica sollevata dalla morte di Laila El Harim ha portato in primo piano il tema degli incidenti sul lavoro. E mentre il premier Mario Draghi, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha dichiarato: “C’è una cosa che sta a cuore a tutti noi e a me in particolare: cercare di fare qualcosa per migliorare la situazione inaccettabile sul piano della sicurezza sul lavoro”, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha promesso che metterà in campo controlli mirati al rispetto delle regole in tema di sicurezza sui luoghi di lavori, ma anche prevenzione, formazione e informazione dall’altro. Intanto, è aperto il bando per l’assunzione di 1541 ispettori del lavoro. Basterà?
Con il contributo di
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