Roma, 15 giugno 2016 - Risultano in ripresa, a maggio, i listini agricoli dopo il picco negativo registrato ad aprile.
Lo rileva l'Ismea sulla base dell'indice dei prezzi agricoli alla produzione che si è attestato, nel mese in esame, a 108,3 (base 2010=100), registrando un incremento del 4,1% su base congiunturale. Tale crescita, sottolinea l'Istituto, ha attenuato la tendenza deflativa dell'indice riducendo a -4,6% il gap negativo con maggio 2015.
Sul fronte dei prezzi al consumo, nonostante il dato negativo diffuso dall'ISTAT sul livello generale dei prezzi (il NIC segna un calo del -0,3% su base annua), l'indice relativo ai beni alimentari registra un avanzamento dello 0,4% rispetto ad aprile e dello 0,2% su base annua. Una ripresa trainata dalla crescita dei prezzi al consumo dei beni alimentari non lavorati, che a maggio aumentano dello 0,4% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e dell'1,1% rispetto ad aprile.
L'Indice "core" - elaborato dall'Ismea escludendo i gruppi di prodotti "ortaggi" e "frutta fresca" - scende invece a quota 107,1 (2010=100), registrando una sostanziale stabilità rispetto ad aprile (-0,3%) e una contrazione del -6,7% su maggio dell'anno scorso, più accentuata quindi di quella evidenziata dall'indice generale. La versione "core" dell'indice, essendo depurata dalle dinamiche dei prodotti maggiormente influenzati da fattori stagionali e quindi caratterizzati da forti oscillazioni nei prezzi, ha il pregio di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli.
Guardando ai singoli comparti, i dati di maggio mostrano una congiuntura positiva per le coltivazioni (+9,7% rispetto ad aprile) a fronte di una moderata situazione deflativa su base annua (-3,8%). Il calo tendenziale riflette la flessione dei prezzi della frutta (-14% su base annua, determinata da cali significativi nelle quotazioni di agrumi e frutta a guscio), ma soprattutto il calo generalizzato dei prezzi degli olii e grassi vegetali (-30,9%) e in particolare dell'olio extravergine di oliva (-37,7%).
Negativo il confronto con maggio 2015, seppure in misura più contenuta, anche per i prezzi dei cereali (-3,8%), mentre segnano una variazione annua positiva le colture industriali (barbabietole, tabacchi) e gli ortaggi (rispettivamente 8% e 11,8% su base annua). Per quanto riguarda la dinamica congiunturale, tutte le coltivazioni riportano variazioni nulle, ad eccezione di frutta e ortaggi che registrano una crescita significativa rispetto ad aprile (23,7% e 12,2%).
Anche per il comparto zootecnico, la tendenza resta deflativa (-5,3%) a fronte di un dato congiunturale di relativa stabilità (-0,6% rispetto ad aprile). La flessione tendenziale è sintesi dei segni meno registrati dal bestiame vivo (-3,1%), latte (-6,8%) e uova, che segnano un -15,4% rispetto a maggio 2015.
Roma 26 maggio 2016 - Le vendite al dettaglio per i prodotti alimentari aumentano su base annua in tutte le forme distributive dai discount (+4,6%) alle piccole botteghe (+2,8%), ma anche negli ipermercati (+1,9%) e supermercati (+3,5%).
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati sul commercio al dettaglio dell'Istat relativi a marzo 2016 rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
L'alimentare - sottolinea la Coldiretti - cresce complessivamente ad un tasso del 3,7% su base annua anche se la variazione congiunturale è negativa dell'1,2%. L'aumento della spesa alimentare su base annua è un segnale positivo poiché si tratta - precisa la Coldiretti - la seconda voce del budget familiare dopo l'abitazione.
L'auspicio è che ora gli aumenti di spesa nella distribuzione alimentare si trasferiscano anche al settore agricolo che - continua la Coldiretti – si trova in piena deflazione con i compensi riconosciti per molti prodotti che non coprono neanche i costi di produzione, dal latte alla carne fino alla frutta e verdura.
I prezzi nelle campagne italiane - conclude la Coldiretti - sono crollati dal -24 % per il grano duro al - 57% per i peperoni ma si riducono le quotazioni del 34% per il latte, del 48% per i pomodori e del 54% per le arance ad aprile rispetto allo scorso anno.
(Fonte coldiretti 26 maggio 2016)
Latte: accordo su sistema di indicizzazione del prezzo e firmato decreto per ripartizione dei 25 milioni di euro Ue agli allevatori. Il meccanismo di indicizzazione del prezzo del latte.
Roma - Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che si è svolta a Roma la prima riunione del Comitato consultivo previsto dall'accordo di filiera per il sostegno al comparto lattiero caseario siglato al Ministero a novembre. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni agricole, dell'industria, delle cooperative e della grande distribuzione.
È stato definito il sistema base di indicizzazione del prezzo del latte, attraverso un meccanismo oggettivo che tiene conto dei costi di produzione e dell'andamento dei prezzi del latte e dei formaggi sul mercato interno ed estero. L'industria lattiera ha confermato l'impegno a definire un modello di contratto standard e di promuovere tra i propri associati l'utilizzo degli indici elaborati sul sistema base nei contratti che verranno stipulati per l'acquisto di latte.
Per quanto riguarda i 25 milioni di euro previsti per il settore zootecnico dall'intervento straordinario europeo, il Ministro Maurizio Martina ha firmato il decreto per la ripartizione degli aiuti diretti alle imprese di allevamento per il latte prodotto e commercializzato nei mesi di dicembre 2015, gennaio e febbraio 2016. L'impatto stimato della misura è di 1 centesimo per litro di latte venduto alla stalla. Il decreto è stato già trasmesso ad Agea per l'erogazione dei contributi a circa 36 mila allevatori.
Al tavolo la Grande distribuzione ha presentato un programma delle attività di promozione straordinaria dei prodotti lattiero caseari italiani, che sarà caratterizzata dall'utilizzo di un marchio che consenta di individuare in maniera chiara e omogenea i prodotti lattiero caseari di origine 100% italiana sugli scaffali.
"Continuiamo a lavorare concretamente - ha detto il Ministro Maurizio Martina - per sostenere tutto il sistema lattiero caseario italiano. Dopo l'accordo di novembre, siamo passati alla fase operativa, mantenendo gli impegni presi per interventi strutturali, a partire dalla definizione del meccanismo di indicizzazione del prezzo. Un punto centrale, atteso da anni, per tutelare meglio il reddito dei nostri allevatori, tenendo in considerazione parametri reali come i costi di produzione. La collaborazione tra le componenti della filiera va avanti e può diventare un fattore determinante per la ripresa del settore. Ora sarà importante applicare le decisioni prese e rispettare la durata minima dei contratti che deve essere di almeno un anno. Sul fronte degli aiuti europei, ho firmato il decreto di ripartizione dei 25 milioni di euro che Agea provvederà a erogare già dalle prossime giornate. C'è tanto da fare, ma stiamo gettando le basi per rendere più competitivo questo comparto strategico. Al primo posto viene la giusta remunerazione del lavoro dei nostri allevatori".
IL MECCANISMO DI INDICIZZAZIONE DEL PREZZO DEL LATTE
Il sistema base elaborato da Ismea prende in considerazione 4 gruppi di riferimento selezionati:
1- prodotti a medio-bassa stagionatura (Provolone Val Padana fresco e maturo, Mozzarella, Gorgonzola, Italico)
2- prodotti a elevata stagionatura (Parmigiano Reggiano e Grana Padano in vari gradi di stagionatura)
3- prodotti esteri (Latte scremato in polvere Francia, Oceania e Germania, Edamer Germania, Latte intero in polvere Germania)
4- input di produzione (mais, farina di soia, sorgo, crusche, farinacci).
All'interno delle 4 componenti sono stati scelti i primi 5 prodotti con il coefficiente più alto, per un totale di 20 prodotti. L'ampiezza dei panieri e la loro articolazione rappresenta un elemento importante in termini di stabilità dell'indicatore in quanto evita che fluttuazioni impreviste o indotte di singoli componenti possano determinare variazioni consistenti. Il sistema individuato è:
- oggettivo, in quanto elaborato attraverso l'applicazione di tecniche statistiche che escludono ogni criterio di soggettività nella scelta dei parametri di ponderazione e dei prodotti che compongono i singoli componenti;
- affidabile, perché costruito attraverso l'individuazione di fonti non influenzabili dalle parti in causa; con un aggiornamento dei dati immediato (il mese successivo a quello di riferimento) e continuativo;
- articolato, in modo da comprendere tutte le variabili in grado di influire su costi di produzione del latte e i suoi derivati e sufficientemente complesso da non subire "shock" da parte di fluttuazioni repentine e improvvise di prezzi puntuali.
- neutrale, in quanto elaborato e implementato da una parte terza al sistema di contrattazione;
- trasparente, in termini di disponibilità dei dati di partenza, delle elaborazioni e dell'indice stesso.
(Mipaaf - Ufficio Stampa Roma, 28 gennaio 2016)
Prezzo a riferimento del latte industriale per la campagna casearia 2014 II quadrimestre. Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal regolamento e dagli accordi interprofessionali tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall'altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo "a riferimento" del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1/5-31/08/2014 nella misura di:
€ 42,90 il q.le, IVA compresa e franco stalla
Il pagamento del latte sarà corrisposto: 60 giorni dalla pubblicazione (30/10/ 2015)
(La quotazione del precedente quadrimestre era superiore di 1,85 euro al quintale)
Prezzi - Ismea, settembre alza l'asticella dei prezzi agricoli. Più 10,1% su base annua. Resta l'ortofrutta il fronte caldo. Deflativa la tendenza di fondo: indice "core" al -0,5% annuo.
Roma, 21 ottobre 2015
Settembre conferma sui mercati agricoli la svolta positiva già rilevata in agosto. Con un valore pari a 122,1 l'Indice dei prezzi all'origine elaborato dall'Ismea (base 2010=100) registra, per l'insieme dei prodotti agricoli, un aumento sia rispetto ad agosto (+8,6%) sia sul settembre del 2014 (+10,1%).
I prezzi al consumo dei beni alimentari e delle bevande, alcolici inclusi, risultano - dalle indicazioni dell'Istat sempre riferite al mese di settembre - in crescita dello 0,7% su base mensile e dell'1,5% se rapportati ai livelli dell'anno scorso, in forte accelerazione rispetto al più 0,9% di agosto.
L'Indice "core" dell'Ismea - che coglie la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dal calcolo dell'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - si posiziona a settembre a 116,1 (2010=100) e conferma una dinamica mensile in ascesa (+0,5%). La comparazione con il dato corrispondente del settembre 2014 rimane invece negativa, segnalando un meno 0,5%, seppure in forte attenuazione rispetto al -3,3% di agosto.
Nel comparto dei prodotti vegetali l'incremento mensile dei prezzi (+16,3%, dopo il 6,8% registrato ad agosto), riflette principalmente il forte aumento delle quotazioni degli ortaggi di stagione (+49,9%). Positiva, nel mese di analisi, anche la dinamica dei prezzi della frutta (+9,1%) e, seppure marginalmente, quella dei vini (+0,3%). Segnano invece una variazione negativa i prezzi di cereali (-5,5%), semi di soia (-13,6%) e oli di oliva (-0,8%).
Per i prodotti zootecnici, la dinamica mensile osservata nel mese di settembre rivela un'accelerazione al più 2,2%, per effetto di aumenti su tutta la linea del bestiame vivo (+4,3% in media) riassorbiti parzialmente da un'ulteriore contrazione dello 0,3% dei prezzi dei lattiero-caseari.
Su base annua, come evidenziato, la tendenza complessiva si conferma al rialzo (+10,1%), per l'effetto combinato dell'ascesa dei listini del comparto vegetale (+25,1% rispetto a settembre 2014) e del deprezzamento dei prodotti zootecnici (-3%). Al pari di quanto rilevato ad agosto, i forti rincari degli ortaggi (+74,2%), degli oli di oliva (+43,8%) e della frutta (+14,8%) spiegano, ancora una volta, l'inflazione dell'intero aggregato delle coltivazioni, nell'ambito del quale, di converso, viene confermata la tendenza negativa dei vini (-3%) e delle colture industriali (-9,8%). Su base annua spunta invece un più 1,5% l'indice dei prezzi del comparto cerealicolo.
Nell'ambito zootecnico, al 3,6% di aumento tendenziale del bestiame vivo si contrappone la flessione dell'8,7% dei lattiero-caseari.
Nel mese di settembre - conclude l'Ismea - la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intera annata 2015 è pari al 3,2%, rafforzando il dato già positivo di agosto. La variazione calcolata a partire dall'Indice core, resta invece negativa segnalando un meno 3% a settembre.
(Ismea 21 ottobre 2015)
Prezzi
L'indice dei prezzi agricoli elaborato dall'Ismea, posizionatosi a 138 (base 2000=100), ha fatto segnare a gennaio una contrazione dell'1,2% su base mensile del 4,4% su base annua
Roma, 4 marzo 2014 -.
Tra le coltivazioni, che nel complesso hanno ceduto l'1,2% rispetto a dicembre 2013, chiudono in deciso ribasso la frutta (-3,2%), a causa prevalentemente del negativo andamento del comparto agrumicolo, e gli ortaggi ( -4,9%). Per il vino (-1,6% sempre sul mese precedente) non si arresta il trend flessivo che prosegue ormai da un anno, dopo i rialzi registrati a cavallo tra il 2012 e l'avvio del 2013, mentre recuperano i listini dell'olio di oliva (+5,2%) e in misura più attenuata i cereali (+0,9%) e le colture industriali (+0,2%).
Per l'insieme dei prodotti zootecnici, che in media hanno ceduto lo 0,4% su dicembre le rilevazioni dell'Ismea indicano andamenti divergenti tra gli animali vivi, con bovini e suini in crescita rispettivamente dell'1,5% e dell'1,3% a fronte di diminuzioni per avicoli (-2,7%), ovi-caprini (-9,7%) e conigli (-4,7%). Anche le uova arretrano del 3,3% mentre si attestano in lieve rialzo i lattiero caseari (+0,2%).
Riguardo alla dinamica tendenziale, il calo generale dell'indice riflette una contrazione su base annua del 10,7% delle coltivazioni vegetali mitigata dall'aumento del 3% dell'aggregato zootecnico.
Nel mese in esame tutte le colture vegetali mostrano un differenziale negativo dei prezzi rispetto a gennaio dello scorso anno con segni meno particolarmente evidenti per cereali (-16,7%), in virtù di un'abbondante offerta globale, vini (-16,8%), oli di oliva (-13,2%) e ortaggi (-11,3%). Più contenuti, ma sempre di un certo peso i segni meno che interessano la frutta (-5,6%) e le colture industriali (-6,2%). Nel comparto zootecnico l'insieme degli animali vivi e uova mostra un incremento dello 0,8% sintesi di dinamiche di segno inverso, con punte positive per avicoli (+6,9%) e negative per le uova ( -8,9%). Buona la dinamica tendenziale dei lattiero caseari che spuntano nel complesso un 5,8% in più rispetto a gennaio dello scorso anno.
(fonte Ismea)
Il mese di settembre ha registrato un calo dei prezzi e una minor spesa per trasporti ma anche per accessori d'abbigliamento. In aumento invece la spesa per la scuola.
di Virgilio--
Piacenza, 1 ottobre 2013 -
L'indice ISTAT relativamente al mese di settembre, diffusi dal Comune di Piacenza, e in attesa di validazione ufficiale da parte dell'istituto di statistica nazionale, indica un sensibile aumento di spese per la scuola (+0,9% sul mese precedente) del 2,7% rispetto il 2012.
Più in generale, l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), calcolato nel mese di Settembre 2013 registra una variazione pari a +0.9% su base tendenziale e -0.5% su base congiunturale.
Crescono anche i prezzi di abbigliamento e calzature (+0,4% rispetto al mese scorso) e spese per abitazione, acqua ed energia elettrica (+0,2%). Deciso calo per i trasporti e comunicazioni; in calo anche prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,3 ).
Sensibile la riduzione di spesa per alcuni prodotti alimentari come Frutta -3.7% e Vegetali -1.5%, mentre un po' meno marcata la riduzione per il caffe',te' e cacao -0.2% e acque minerali,bevande analcoliche, succhi di frutta -0.2%.
Nel settore ricreatività si registrato un deciso crollo per i pacchetti vacanza (-19,7%) ma un notevole incremento per il comparto giochi, e hobby che segna un +9,7% seppure, nel complesso ,l'indice di comparto abbia fatto segnare un -0,7%.
(in galleria immagini alcune tabelle riassuntive)