Grande Reggio e Progetto Reggio in un convegno incontrano i protagonisti della cultura reggiana e le loro idee -
Reggio Emilia, 25 marzo 2014 -
La vivacità culturale di Reggio sarà protagonista del terzo convegno tematico organizzato dall’alleanza civica Grande Reggio – Progetto Reggio, che avrà luogo giovedì sera, alle 20:30 presso il palazzo del Capitano del Popolo. L’evento, organizzato e presentato da Stefano Maccarini insieme a Maria Giulia Tartaglione, entrambi membri del direttivo di Grande Reggio, sarà l’occasione per conoscere meglio una parte del vasto panorama di associazioni e gruppi che operano nel mondo della cultura, ma anche capire come un’amministrazione comunale può aiutare nel miglior modo possibile il fervore culturale di Reggio Emilia e metterlo a sistema.
“Con questo convegno vogliamo fotografare il panorama culturale reggiano e capire esigenze e potenzialità di un patrimonio creativo che bisogna valorizzare e saper coordinare – spiega Stefano Maccarini – per questo motivo mostreremo un breve documentario con le testimonianze di esponenti di diverse realtà culturali cittadine e poi discuteremo di esigenze, opportunità e prospettive dal punto di vista di chi la cultura la costruisce dal basso, con entusiasmo e partecipazione. Vogliamo che quest’incontro sia un po’ una vetrina e un po’ un volano di discussione tra chi la cultura in città la vive e la crea”.
“Reggio Emilia è da sempre una città colta e curiosa, dove le arti e lo spettacolo hanno sempre trovato casa – ribadisce Cinzia Rubertelli, candidato sindaco dell’alleanza civica Grande Reggio–Progetto Reggio – Proprio per questo motivo deve avere un ruolo forte e trascinante nell’operazione di rinascita che vogliamo per la nostra città. Uno dei punti cardine del nostro programma è l’ascolto delle esigenze e dei pareri dei cittadini, ed anche per la cultura sarà così. Tra i nostri primi provvedimenti in materia ci sarà infatti la creazione di una Consulta della Cultura, in cui esponenti di associazioni, gruppi e movimenti diventeranno un supporto permanente per la programmazione e la pianificazione degli eventi e dei programmi culturali della città”.
(Fonte: ufficio stampa Cinzia Rubertelli)
CNA offre consulenza e assistenza per la presentazione delle domande dal 31 marzo 2014 -
Reggio Emilia, 18 marzo 2014 -
“Finalmente una buona notizia per le PMI (da 1 a 250 addetti) che intendono investire in macchinari, attrezzature, impianti, hardware, software per ottenere credito con costi contenuti”. Nunzio Dallari, Presidente provinciale CNA commenta così la notizia della nuova Legge Sabatini 2014 che prevede la concessione da parte delle banche di finanziamenti agevolati finalizzati a investimenti in beni strumentali delle PMI.
Con l’approvazione della nuova Legge Sabatini 2014, infatti, le banche e le società di leasing aderenti alla convenzione stipulata fra Ministero, ABI e CDP, potranno concedere finanziamenti per gli investimenti delle PMI con il relativo contributo, avvalendosi delle risorse messe a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti quantificate nel triennio 14/16 in 2,5 miliardi di Euro.
“Le domande possono essere inviate a partire dal 31 Marzo 2014 – spiega il Presidente Dallari - all’Istituto di credito prescelto, su moduli e con modalità definite dalla convenzione. Considerata la complessità e i tempi lunghi delle procedure, al fine di assistere le imprese, CNA ha organizzato un servizio di consulenza e assistenza”.
Nello specifico CNA di Reggio Emilia offre un servizio di: consulenza di ammissibilità dell’investimento e del beneficiario, prevalutazione parziale del merito creditizio, assistenza alla scelta e alla relazione con la banca o la società di leasing, redazione della domanda e redazione della dichiarazione di fine investimento e richiesta di primo contributo.
“Riteniamo fondamentale – conclude Nunzio Dallari – mettere gli imprenditori a conoscenza di questa importante opportunità e aiutarli ad ottenere i finanziamenti necessari allo sviluppo della propria impresa, specialmente in un momento così difficile per l’accesso al credito”.
Per informazioni e accesso al servizio rivolgersi a CNA tel. 0522 356309 oppure 0522 356389/336/251, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
(Fonte: ufficio stampa CNA RE)
Domani, martedì 18 marzo, la presentazione in CNA -
Modena, 17 marzo 2014 -
Quando acquistate pensate di scegliere veramente? Pensate di essere voi a comprare le cose, oppure qualcuno ve le sta vendendo? L'arte di persuadere, comunicare efficacemente e rendere piacevole un concetto o un prodotto, è una scienza che si può apprendere: si chiama Neuromarketing & Neuroselling e la si può imparare nel corso che Ecipar organizza a partire dal mese di aprile: 16 ore di lezioni utili per massimizzare l'impatto della comunicazione con i clienti, aumentare l'efficacia commerciale e marketing del team di lavoro, individuare le leve che inducono all'acquisto. Il corso insegnerà anche ad applicare le idee del neuromarketing ai vari strumenti della comunicazione (mail, pubblicità stampate, sito web,social, telemarketing).
Il corso sarà presentato martedì 18 marzo alle 18:30, presso la sala Arcelli di CNA provinciale di Modena, nel corso di un utile e divertente seminario per scoprire assieme quali sono le leve che inducono l'essere umano ad acquistare, e quale parte del nostro cervello decide veramente. La partecipazione all'incontro è gratuita.
I titolari di imprese con dipendenti che versano regolarmente i contributi all'EBNA/EBER da almeno cinque anni, avranno anche l'opportunità di richiedere la restituzione dei costi per la partecipazione al corso di formazione (150 euro più iva per le imprese associate, 300 per i non associati).
(Fonte: ufficio stampa CNA MO)
Aumenta dell’1,8% l’export della provincia di Reggio Emilia nel corso del 2013.
Reggio Emilia, 14 marzo 2014 -
Una variazione inferiore a quella registrata dalla regione nel suo insieme (+2,6%) ma che ha portato il valore esportato della nostra provincia all’importo record di 8,6 miliardi di euro.
“Il risultato ottenuto dalle esportazioni delle nostre imprese – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi - conferma l’importanza dell’indirizzo assunto dall’Ente che nel 2013 ha investito più di 1,2 milioni di euro per l’internazionalizzazione”.
“E proprio con la finalità di incrementare la competitività delle imprese sui mercati esteri – prosegue Landi – la Camera di Commercio ha stanziato 600.000 euro con i quali assegnare, tramite bando, contributi per la partecipazione delle PMI a fiere internazionali”.
Oltre la metà dell’export reggiano continua ad essere rappresentato dai prodotti metalmeccanici con 4,4 miliardi di euro fatturati oltre frontiera, il 2,9% in più rispetto al 2012.
In aumento anche l’export dei prodotti elettrici/elettronici (+5,1%) arrivato a quota 650milioni, il 7,6% del totale e dei prodotti ceramici (+8,4%) che con un valore di 899 milioni di euro rappresentano il 10,4% del nostro export.
Quasi stazionario (con una crescita che si limita ad un +0,3%) l’esportato dei prodotti alimentari e delle bevande: 606 milioni di euro, il 7% del totale, mentre si osserva un calo del 5,1% per il fatturato estero del comparto abbigliamento che pur scendendo a 1,4 miliardi di euro, rappresenta il 16% delle nostre esportazioni.
Esportazioni per merce in provincia di Reggio Emilia
Anni 2012 e 2013- valori in euro
Merci |
2012 |
2013 |
Variazione % |
Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca |
13.446.356 |
11.581.572 |
-13,9 |
Prodotti delle attività manifatturiere |
8.414.646.241 |
8.573.072.406 |
1,9 |
di cui: |
|||
- Alimentari e bevande |
604.537.782 |
606.082.553 |
0,3 |
- Tessile-abbigliamento |
1.443.500.673 |
1.370.215.032 |
-5,1 |
- Ceramica |
828.780.130 |
898.630.166 |
8,4 |
- Metalmeccanica |
4.273.641.487 |
4.399.325.465 |
2,9 |
- Elettrica-elettronica |
618.484.636 |
650.174.958 |
5,1 |
- Altre Manifatturiere |
645.701.533 |
648.644.232 |
0,5 |
Altri prodotti e attività – Merci varie |
22.530.060 |
15.490.006 |
-31,2 |
Totale |
8.450.622.657 |
8.600.143.984 |
1,8 |
Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di commercio Reggio Emilia su dati Istat
Pur con comportamenti diversificati fra i settori Reggio Emilia continua a confermarsi una provincia in grado di mantenere alti i livelli competitivi sui mercati internazionali continuando ad occupare saldamente il terzo posto per valore esportato fra le province dell’Emilia Romagna preceduta da Bologna e Modena.
Il miglior andamento dei comparti metalmeccanico, elettrico/elettronico e ceramico inducono a presupporre che gli imprenditori reggiani siano stati in grado di intercettare ancora una volta in anticipo i segnali di ripresa in quei Paesi, soprattutto al di fuori dell’Unione Europea, che necessitano in particolare di prodotti strumentali (senza però retrocedere dalle posizioni acquisite nei mercati dell’Unione Europea). A fronte della stazionarietà di vendite nell’UE28 si osserva un incremento del 10,6% verso il mercato russo e del 4,6% verso quello turco. Al di fuori dell’Europa (che nel suo insieme registra un incremento dello 0,9% ed il 71% dell’export complessivo) si osservano andamenti positivi per tutti i continenti: +8,2% per l’Oceania che con 144milioni di acquisti si limita ad acquisire – per la distanza che ci separa – solo l’1,7% del nostro export; +6,9% per l’America che con 979 milioni di acquisto assorbe l’11,4% delle nostre vendite all’estero; +3,4% per l’Africa (395milioni di acquisti pari al 4,6% del totale); +1% per l’Asia (997milioni di euro, l’11,6% del totale).
Se poi si focalizza l’attenzione sui singoli Paesi si registrano aumenti significativi nei mercati statunitense (+16,6%) e brasiliano (+7%) in America, sudafricano (+6,7%), algerino (+52,6%) ed egiziano (+1,6%) in Africa; cinese (+5,2%) in Asia. In Oceania, l’Australia registra un +5,5%
Esportazioni della provincia di Reggio Emilia per aree territoriali
Anni 2012 e 2013 (valori in euro)
Aree territoriali |
2012 |
2013 |
|
EUROPA |
6.032.229.078 |
6.085.226.128 |
0,9 |
di cui: |
|||
- Unione europea 28 |
5.253.578.536 |
5.255.502.376 |
0,0 |
- Uem17 |
3.803.237.246 |
3.793.648.936 |
-0,3 |
- Russia |
345.224.274 |
381.869.758 |
10,6 |
- Turchia |
132.606.186 |
138.644.599 |
4,6 |
AFRICA |
381.743.899 |
394.904.025 |
3,4 |
di cui: |
|||
- Sudafrica |
87.574.158 |
93.465.790 |
6,7 |
- Algeria |
33.459.526 |
51.068.380 |
52,6 |
- Egitto |
43.188.631 |
43.859.288 |
1,6 |
AMERICA |
915.568.417 |
978.587.598 |
6,9 |
di cui: |
|||
- Stati Uniti |
465.971.367 |
543.504.689 |
16,6 |
- Canada |
107.101.031 |
100.067.701 |
-6,6 |
- Brasile |
83.767.316 |
89.661.531 |
7,0 |
ASIA |
987.674.223 |
997.128.812 |
1,0 |
di cui: |
|||
- Cina |
186.271.446 |
195.944.477 |
5,2 |
- Giappone |
125.847.761 |
120.210.336 |
-4,5 |
- Arabia Saudita |
79.155.891 |
77.974.553 |
-1,5 |
- Hong Kong |
74.070.727 |
67.649.971 |
-8,7 |
- India |
59.298.046 |
57.546.317 |
-3,0 |
OCEANIA |
133.407.040 |
144.297.421 |
8,2 |
di cui: |
|
|
|
- Australia |
114.966.602 |
121.270.804 |
5,5 |
TOTALE |
8.450.622.657 |
8.600.143.984 |
1,8 |
Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di commercio Reggio Emilia su dati Istat
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Dalla Camera di commercio il primo report sull'economia locale nel 2013
Parma 27 febbraio 2014 ----
Uno scenario che, secondo il World Economic Outlook FMI, vede l’Italia concludere il 2013 con un PIL in contrazione dell’1,8% rispetto a un valore medio dell’area Euro in calo dello -0,4% (ma con Germania a +0,5% e Francia a +0,2%) e con la prospettiva di raggiungere nel corso del 2014 un +0,6% su scala nazionale e +1% in area Euro. Questa la cornice entro cui la Camera di commercio colloca l’analisi congiunturale dell’economia parmense nel 2013, dandone una prima fotografia che riflette la situazione del periodo gennaio-settembre.
Nei primi mesi l’economia di Parma vede rallentare la contrazione di tutti i principali indicatori: fatturato, produzione e ordini che, però, continuano a segnare dati negativi ormai da otto trimestri consecutivi. Le variazioni tendenziali risultano meno pesanti di quelle rilevate nei primi 9 mesi del 2012.
A livello nazionale e regionale, l’andamento degli indici congiunturali è più pesante rispetto al parmense.
Particolari riflessioni sono da riservare all’edilizia, che a livello provinciale, regionale e nazionale ha visto appesantire una situazione già profondamente critica.
Si contrae di 686 unità il numero delle imprese attive nel parmense: nascono in numero molto contenuto (2.670, il più basso degli ultimi 11 anni) mentre oltre 3mila vengono cessate. Al 31 dicembre sono poco più di 42mila rispetto alle quasi 43.700 del 2008. Si assiste a una progressiva terziarizzazione dell’economia territoriale, una tendenza che tuttavia non garantisce lo stesso valore aggiunto procapite, perso nella contrazione della manifattura.
Le ore di cassa integrazione in crescita di quasi il 30% rispetto al 2012 e un tasso di disoccupazione che dovrebbe arrivare a 7,8 nel corso del 2014 sono ulteriori segnali di allarme di un’economia i cui contorni sono stati ridefiniti ormai in modo strutturale dalla crisi.
Segnali positivi giungono dai dati sulle esportazioni provinciali sempre relativi al periodo gennaio-settembre 2013, che segnano un +3,8% in accelerazione rispetto al 2012 (+2,2% nel 2012) e più vivaci anche della media regionale (+2%) e nazionale (-0,3%).
L’analisi è stata presentata oggi dal presidente della Camera di commercio, Andrea Zanlari, e dalla responsabile dell’Ufficio studi, Giordana Olivieri.
«Anche i numeri dimostrano che la crisi sta incidendo profondamente sulla struttura della nostra economia e la recessione è nel nostro territorio ormai da 8 trimestri consecutivi – ha commentato Zanlari – mentre chi ha scelto di orientare la propria strategia commerciale verso i mercati esteri sta raccogliendo risultati incoraggianti. Questa capacità di leggere le varie dimensioni dell’economia di un territorio è un vero e proprio bene pubblico che le Camere di Commercio mettono a disposizione della collettività unitamente alle garanzie sull’affidabilità degli operatori economici, al sostegno alle imprese, all’accesso al credito, all’export, alla giustizia alternativa, per citare solo alcune delle nostre attività. In questa fase storica l’ente camerale può svolgere un ruolo determinante nella restituzione della fiducia alle imprese e ai lavoratori».
Valore aggiunto provinciale
Il valore aggiunto provinciale, secondo le stime Prometeia-Unioncamere, cala nel 2013 di meno che nel 2012 passando da -2,6% a -1,4% e con la prospettiva di riportarsi con segno positivo nel 2014 (+1%). La dinamica è leggermente più pesante di quella regionale (-1,1% nel 2013 e +1,1% nel 2014) e in linea con quella nazionale (-1,5% e +0,8%).
Distribuendo il valore aggiunto tra i settori dell’economia parmense, si evidenzia l’aggravarsi della situazione nell’edilizia, che perde l’11,4% nel 2013 contro un valore, pure in decrescita, del 7,7% nel 2012 con la prospettiva nel 2014 di una crescita zero. L’andamento del valore aggiunto nell’industria e nei servizi (comprendenti commercio, turismo e servizi in senso stretto) è abbastanza simile: la prima dal -3,5% del 2012 passa a un -2,2% nel 2013 e dovrebbe arrivare a +0,4% nel 2014; i secondi perdono l’1,2% nel 2012, lo 0,5% nel 2013 e guadagnerebbero un + 1,2% nel 2014. All’interno dei “servizi” però, per il commercio il 2014 confermerebbe un andamento critico: vi sarebbe ancora una contrazione, sia pure dello 0,5% rispetto a quella (- 2,8%) del 2013. Invece i comparti “altri servizi” e “intermediazione finanziaria” si avvicinano allo 0 nel 2013 (-0,5% i servizi, -0,1% l’intermediazione) e dovrebbero tornare a crescere nel 2014 (rispettivamente dell’1,2% e dell’1,4%).
Osservando la dimensione del valore aggiunto provinciale dal 2008 al 2013, si nota una contrazione complessiva del 6,9%. Tutti i settori presentano valori negativi nel quinquennio, con un allarmante -35,5% nelle costruzioni, un pesante -12,1% nel commercio e un altrettanto grave -9,9% nell’industria.
Nello stesso arco temporale, il valore aggiunto procapite passa da quasi 29mila euro a poco meno di 26mila euro.
Industria
Per l’ottavo trimestre consecutivo la variazione della produzione è negativa (-2,5%). La nuova fase recessiva iniziata a fine 2011 ha condotto l’attività dell’industria provinciale a nuovi pesanti minimi. Particolarmente accentuata è la contrazione della produzione nei comparti della lavorazione dei minerali non metalliferi (-6%), del tessile (-5,5%) e del legno e mobili (-4,7%). Il calo produttivo grava maggiormente sulle imprese fino a 9 dipendenti (-3,7%) e sulle imprese con 50 e fino a 500 dipendenti (-3,5%) rispetto alle aziende di medie dimensioni, tra i 10 e i 49 dipendenti (-2,1%).
Il fatturato, la cui contrazione era andata allentandosi tra la fine del 2012 e metà 2013 (da -6,2% a -1,5%), è tornata ad appesantirsi (-2,9%) nel terzo trimestre. Anche in questo caso il dato complessivo rispetto al 2012 riporta una variazione negativa del 3%. A soffrire di più anche in questa dimensione sono la lavorazione dei minerali non metalliferi (-5,2%), il tessile (-4,7%) e la lavorazione del legno e mobili (-3,6%) cui si deve aggiungere il trattamento dei metalli, in calo del 3,7%. La contrazione dei fatturati si concentra maggiormente nelle imprese di piccole dimensioni (1-9 dipendenti) dove tocca il -3,3%; si allenta a -2,5% per le imprese tra i 10 e i 49 dipendenti e arriva a -2,2% per le aziende tra 50 e 500 dipendenti.
Andamento del tutto simile al fatturato ha avuto la dinamica degli ordini: si contraevano del 6,3% a fine 2012 e sembravano essersi stabilizzati (-0,4%) a metà dell’anno scorso; purtroppo sono invece ulteriormente diminuiti (-2%) tra luglio e settembre 2013. Lavorazione dei minerali non metalliferi (-6,2%), tessile (-5%) e lavorazione del legno e mobili (-3,8%) anche in questo caso sono i comparti a rallentare in modo più evidente. Analogamente al fatturato, ma con scarti più marcati, anche negli ordini la contrazione investe in modo più accentuato le imprese di piccole dimensioni (-3,2%), seguono le medie aziende (-2,3%) e si limita a -1,4% per le imprese più grandi.
Artigianato manifatturiero
Nell’artigianato si assiste a un lieve allentamento di una situazione critica, dove tutti gli indici congiunturali sono in contrazione da fine 2011. A partire dal primo trimestre dell’anno scorso si assiste al rallentamento della caduta di fatturato, produzione e ordini che, tra luglio e settembre si sono attestati a valori tra il -3% e il -4% (rispettivamente, -3,6%, -3,1% e -3,1%). La domanda estera è apparsa in crescita del 3,6% e segna un’inversione di tendenza rispetto al trend negativo dei dodici mesi precedenti (-1,2%). Ciononostante i dati complessivi dei primi tre trimestri 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 danno atto che l’artigianato manifatturiero ha subito e continua a subire gli effetti della crisi in misura più pesante dell’industria nel suo complesso.
Costruzioni
L’edilizia vede nel 2013 l’aggravarsi di una situazione già critica. Il fatturato dell’industria delle costruzioni si contrae nei primi nove mesi dello scorso anno dell’11,6% rispetto al periodo equivalente del 2012, il quale era già in calo del 4,8%. La contrazione del fatturato si è verificata anche a livello regionale, dove la situazione sembra però un po’ meno pesante: si passa infatti dal -2,2% del 2012 al -5,5% del 2013. In Italia, al -11,6% del 2012 è seguita nel 2013 un’ulteriore drammatica frenata (-11,2%). Il volume d’affari dell’edilizia parmense non smette di contrarsi dai primi mesi del 2011, ha toccato la massima decelerazione nel primo trimestre dell’anno scorso (-14,3%). Pesante è anche il calo registrato nell’ultimo trimestre preso in considerazione in questo studio (luglio-settembre 2013), pari a -10,9%, in aggravamento rispetto alla diminuzione del secondo trimestre (-9,5%).
Commercio
La fase recessiva del commercio, iniziata nel secondo trimestre 2008, dall'autunno 2011 è divenuta sempre più ampia e preoccupante ad ogni rilevazione ma aveva segnato un alleggerimento nel secondo trimestre del 2013. Nel terzo trimestre tuttavia la tendenza negativa è tornata ad ampliarsi con le vendite in calo del 7,4% rispetto al -5,4% del periodo aprile-giugno. Complessivamente, nei primi nove mesi dello scorso anno, le vendite si sono contratte del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2012. Gli esercizi minori soffrono maggiormente, con flessioni pari al 9,5% per la piccola distribuzione (1-5 dipendenti) e all’7,8% per la media distribuzione (6-19 dipendenti). La grande distribuzione (20 dipendenti e oltre) registra un calo inferiore alla media (-3,1%). Soffrono in particolare il commercio al dettaglio di abbigliamento (-10,6%), prodotti alimentari (-7,5%), prodotti per la casa ed elettrodomestici (-6,5%) così come la categoria di altri prodotti non alimentari oltre l’abbigliamento e i casalinghi (-7,5%).
La demografia delle imprese
Si contrae il sistema imprenditoriale parmense, fotografato dalla Camera di Commercio attraverso i dati Movimprese e relativi all’interno 2013: l’anno, come il 2012, il 2008 e il 2009, si è concluso con un saldo negativo di imprese. il territorio perde complessivamente 353 aziende, al netto delle cancellazioni d’ufficio. Il tema rilevante appare quello relativo alle nuove iscrizioni: al Registro Imprese della Camera di Commercio di Parma l’anno scorso si sono iscritte solo 2.670 imprese, il dato più basso degli ultimi 11 anni. Di imprese ne sono state cessate ben 3.023, il quarto dato più alto negli ultimi 11 anni.
I dati sulle iscrizioni e cessazioni di imprese si riflettono sulla consistenza complessiva del sistema imprenditoriale della provincia, che al 31 dicembre 2013 è costituito da 46.903 imprese registrate alla Camera di Commercio, di cui 42.163 attive. Quest’ultimo dato esprime la struttura imprenditoriale “effettiva” di Parma che registra 686 unità imprenditoriali in meno rispetto al dato 2012. La contrazione appare ancora più importante se si considera che a fine 2008 le imprese attive contavano 43.696 unità. Parliamo quindi di una perdita del 3,5% del tessuto imprenditoriale effettivo avvenuta negli ultimi 6 anni, vale a dire 1.533 imprese attive in meno.
I settori che hanno perso più imprese nel 2013 sono l’edilizia (-354), l’agricoltura (-268), il manifatturiero (-184) e trasporti e spedizioni (-52). Saldi positivi presentano invece i servizi alle imprese (+100), il commercio (+56), assicurazioni e credito (+32) e il turismo (+12).
Diminuiscono le ditte individuali (-2,8%) e le società di persone (-1,5%), mentre crescono leggermente le società di capitali (+0,8%) e soprattutto le altre forme (+7,5) che tuttavia hanno un peso relativo sulla composizione complessiva dello stock delle imprese attive nel parmense: sono il 2,5%, contro il 57,8% di imprese individuali, il 21,3% di società di capitali e il 18,9% di società di persone. Con l’aumento delle società di capitali, continua ad irrobustirsi la struttura imprenditoriale, ma con maggiore lentezza rispetto al vicino passato. Si tratta della crescita annuale più bassa (+0,8%) dal 2008 (tra il 2008 e il 2009, la crescita delle società di capitale era stata del 2,8%).
Agricoltura, manifatturiero e costruzioni continuano a ridurre il loro peso nella struttura economica locale la quale prosegue nella tendenza verso la terziarizzazione: se nel 2009 i tre settori congiuntamente sfioravano il 50% dello stock delle imprese parmensi, oggi raggiungono il 46,5%. Commercio, turismo e servizi alle imprese e alla persona aumentano invece la loro incidenza. Anche se la crescita numerica del commercio è accompagnata ad un calo dell’apporto al valore aggiunto provinciale.
Le imprese artigiane rappresentano poco meno di un terzo (32,2%) dell’insieme delle imprese attive in provincia e ammontano a 13.604, valore ridottosi di 543 unità rispetto al dato 2012. Il saldo negativo si concentra tra le imprese artigiane del settore edile (-317 unità) che al 31 dicembre 2013 rappresenta circa il 40% delle imprese artigiane; pesante (-142) pure il saldo tra gli artigiani della manifattura, oggi circa il 25% delle imprese artigiane; in diminuzione anche i servizi (-76 unità) in cui si colloca circa un terzo di questa famiglia di aziende.
L’export
Nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni parmensi sono aumentate del 3,8% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, in accelerazione rispetto all'incremento del 2,2% segnato nello stesso periodo del 2012. Complessivamente le esportazioni del 2013 (4.210 milioni di euro a valori correnti) hanno superato del 19,8% l'importo complessivo del 2008 (3.514 milioni di euro, il valore più alto prima della crisi internazionale).
Considerando i settori che contribuiscono maggiormente alle esportazioni provinciali, si rilevano aumenti significativi per macchinari ed apparecchiature (+6,8 per cento), prodotti alimentari (+5,4%), prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,0%), prodotti chimici (+4,6%), articoli in gomma e materie plastiche (+6,6%) e articoli di abbigliamento (+7,5%). Hanno invece segnato una battuta d'arresto i prodotti della metallurgia (-11%), i prodotti in metallo (-6,4%), computer e prodotti di elettronica, ottica ed elettromedicali (-18,7%) e autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-4,0%).
Per quanto concerne i mercati di sbocco, America, Africa e Oceania registrano aumenti considerevoli (rispettivamente +17,2%, +14%, e +11,5%). In particolare l’export verso gli Stati Uniti cresce del 21,6%. Pur crescendo di poco (+1%) il mercato europeo si conferma tuttavia il più importante, assorbendo esattamente i due terzi delle esportazioni parmensi (rappresentava il 67,6% nel 2012).
Sono sostanzialmente stabili le vendite in Asia (+0,3%), sebbene forti contrazioni si siano registrate in Cina (-12,4%) e in India (-31,2%).
Cassa integrazione e previsioni sulla disoccupazione
Sono oltre 5 milioni e 850 mila le ore di cassa integrazione autorizzate nel parmense nel corso del 2013 (dati INPS riferiti all’anno intero), valore in crescita del 29,5% rispetto al 2012. Ad aumentare è soprattutto il ricorso alla cassa integrazione in deroga (+62,2%), ma crescono pure le ore di cig ordinaria (+13,3%) e straordinaria (+6,7%). A livello regionale, il ricorso alla cassa integrazione si è ridotto complessivamente dell’1,2%, con un’importante frenata delle ore di cig ordinaria (-10,8)%. Crescono invece le ore di cig straordinaria e in deroga, rispettivamente dell’1 e dell’1,5%.
Le previsioni Prometeia-Unioncamere sull’evoluzione dei tassi di disoccupazione mostrano l’appesantimento della situazione tra il 2012 e il 2013, con un 2014 in cui sembra delinearsi un ulteriore leggero aggravio: Parma passa infatti da un tasso di disoccupazione del 6,3% nel 2012 al 7,7% del 2013 con la prospettiva di chiudere il 2014 a 7,8%; l’Emilia-Romagna passerebbe invece dal 7,1% del 2012 all’8,6% del 2013 che dovrebbe arrivare a 8,8% nel corso di quest’anno. A livello nazionale il tasso dovrebbe raggiungere il 13% nel 2014 partendo da un 12,2% riferito al 2013.
(Fonte CCIAA di Parma)
Il presidente Stefano Landi ha rinunciato al compenso legato alle sue funzioni di presidente della Camera di Commercio.
Reggio Emilia, 19 febbraio 2014
Paola Silvi è il nuovo vicepresidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia. La decisione è stata assunta dalla Giunta camerale, che ha così completato il percorso di rinnovo degli organi dell'Ente per il prossimo quinquennio.
Paola Silvi, che affiancherà il presidente Stefano Landi ai vertici della Camera di Commercio, è figura di spicco del mondo del commercio; titolare della Libreria all'Arco e già precedentemente componente la Giunta camerale, anche nel mandato appena avviatosi manterrà la delega alla promozione del territorio.
Conferme, sempre nell'ambito dell'attribuzione delle deleghe da parte della Giunta, anche per Giovanni Teneggi all'Osservatorio economico/Centro studi, per Lorenzo Giberti all'innovazione, formazione, scuola e università, mentre a Ivan Malavasi è stata assegnata la delega all'internazionalizzazione e ad Annamaria Mora quella all'agricoltura.
"Completeremo questi incarichi nei prossimi giorni – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – rafforzando in tal modo il presidio e il lavoro su quei diversi ambiti di lavoro nell'ambito dei quali l'Ente camerale è chiamato ad esprimere un ruolo ancora più efficace a favore delle imprese e del territorio".
Stefano Landi rinuncia al compenso per il presidente
Stefano Landi ha rinunciato al compenso legato alle sue funzioni di presidente della Camera di Commercio.
La decisione è stata comunicata dall'interessato ai componenti la Giunta camerale.
"Ho assunto l'incarico di presidente – sottolinea lo stesso Landi – in puro spirito di servizio rispetto alla Camera di Commercio e al tessuto imprenditoriale e sociale al cui sviluppo l'Ente è chiamato a concorrere".
"La rinuncia al compenso – conclude Landi – è la coerente conseguenza di questa scelta e di questa convinzione, così come lo è e lo sarà il mio impegno finalizzato a rendere la Camera di Commercio uno strumento sempre più efficace a fianco delle imprese e per lo sviluppo del territorio".
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio)
Forte crescita dell'export. Operatori stranieri a Reggio il 19-20 febbraio -
Reggio Emilia, 18 febbraio 2014 -
La Camera di Commercio di Reggio Emilia punta al deciso rafforzamento degli scambi commerciali con alcuni Paesi dell'ex Unione Sovietica, con uno specifico focus su Kazakhstan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Sono proprio gli operatori economici di queste nazioni che, il 19 e il 20 febbraio, saranno a Reggio per incontrare una trentina di imprese locali dei settori della subfornitura meccanica, della meccanica agricola e fun-parchi divertimento, per consolidare un rapporto commerciale che negli ultimi due anni ha registrato una vertiginosa crescita dell'export reggiano.
"In Kazakhstan, ad esempio – spiega il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – dopo il +17,9% registrato nel 2011 e il +48,5% del 2012, nei primi nove mesi del 2013 le esportazioni sono salite a oltre 14 milioni di euro, quasi raddoppiando i valori dell'interno 2012".
Buoni andamenti – anche se con valori inferiori – si sono analogamente registrati per Turkmenistan e Uzbekistan, "come del resto sta accadendo – sottolinea Landi – in diverse realtà dell'Asia centrale, che oggi possono rappresentare un traino per lo sviluppo delle esportazioni reggiane in area extra Ue".
Da qui, dunque, l'iniziativa di incoming della Camera di Commercio, che segue di pochi giorni quella realizzata con operatori economici di Algeria e Marocco per il settore delle costruzioni e della filiera dell'abitare.
Una trentina, come si è detto, le imprese reggiane che il 19 e 20 febbraio saranno a confronto con gli operatori di Kazakhstan, Turkmenistan e Uzbekistan. Si tratta di Starpower srl, Irriland srl, Tecotec srl, Argo Tractors, Anceschi Alberto e Paolo snc, Imel Park srl, IE Park srl, Preston & Barbieri, Walvoil spa, Dallai Ernesto srl, Elivent, Braglia srl, Genmac srl, Amusement Project sas, Flexbimec International srl, Igr spa, Amco Veba, M.P. Group srl, F.lli Bonezzi srl, Ompi srl, Electrouno srl, Officine BRG srl, Apollo srl, Rovatti A. & Figli Pompe, Spaggiari Industria Gomma srl, Fbn srl, Carbognani impianti srl, Ma-Bo srl.
(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
"Senza Impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro": le associazioni delle Piccole e Medie Imprese saranno a Roma, riunite sotto la bandiera di R.ETE Imprese Italia -
Parma, 17 febbraio 2014 - di Sara Bondani
E' tutto pronto ormai per scendere in piazza domani, martedì 18 febbraio e far sentire la propria voce. Le associazioni delle Piccole e Medie Imprese saranno a Roma, riunite sotto la bandiera di R.ETE Imprese Italia, per la manifestazione nazionale "Senza Impresa non c'è Italia. Riprendiamoci il futuro", che si terrà in Piazza del Popolo.
L'iniziativa, a cui aderiscono - oltre a Confesercenti - le rappresentanze di imprenditori di Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confcommercio, è stata presentata venerdì in Camera di Commercio alla presenza di tutti i presidenti delle associazioni coinvolte, Corrado Testa, per Confesercenti Parma; Gualtiero Ghirardi per CNA Parma; Leonardo Cassinelli per Confartigianto Apla Parma e Ugo Margini per Ascom Confcommercio Parma.
Un grido di aiuto, che riporta la mente al 6 maggio 2013, quando in Piazza Garibaldi facevano capolino i sacchi di iuta colmi delle chiavi di quegli imprenditori costretti a chiudere.
"Siamo arrivati alla disperazione" - il commento di Ugo Margini, presidente di Ascom Confcommercio Parma, sottolineando una disperazione sorta da un malessere che si protrae da troppo tempo, dopo anni di crisi che hanno sfiancato le imprese.
Ora il cambiamento è obbligatorio e le Associazioni, domani, lo urleranno a gran voce, rivolgendosi a Governo e Parlamento per chiedere un'urgente svolta della politica economica del nostro Paese.
Una richiesta che non può più essere ignorata, che ha bisogno di una risposta concreta, capace di far fronte ad una crisi economica che ha visto crescere in questi anni la disoccupazione e la pressione fiscale a livelli insostenibili. Una situazione gravissima in cui versa il Paese, che vede la drammaticità di questo momento e abbisogna di risposte concrete.
Tanti i problemi da affrontare, in primis quelli legati alla burocrazia che rallenta la crescita e lo sviluppo delle aziende, con costi sempre più gravosi e che non calano al calare del fatturato - ha sottolineato Corrado Testa presidente di Confesercenti. Un grido di aiuto che è rimasto troppo tempo inascoltato, sfociando in tragici fatti che hanno riempito le pagine della cronaca nera. Imprenditori costretti a togliersi la vita, vittime di questo sistema, che domani saranno ricordati. Con le principali associazioni PMI, domani a Roma, anche un comitato formatosi a Salsomaggiore e che si allarga a tutta la provincia, il Comitato 580. Un gruppo di commercianti che scenderà in piazza e che nel suo nome fa riferimento, proprio alle 580 persone che si sono suicidate nel 2013.
"Porteremo in Piazza i disagi delle imprese che rappresentiamo, bisogna intervenire con prontezza e urgenza per fermare la recessione e dare respiro alle aziende - ha ribadito Gualtiero Ghirardi, presidente CNA Parma -. Nell'anno appena trascorso l'economia di Parma ha perso poco meno di 700 imprese, in Emilia Romagna hanno chiuso oltre 5.800 aziende, i dati nazionali confermano la cessazione di 372.000 attività e gli occupati sono diminuiti di un milione di unità. Dati allarmanti. Con R.ETE. Imprese Italia presenteremo 10 punti che rappresentano le priorità e che devono entrare al più presto nell'agenda della Politica, del Governo e dei Partiti, a partire dal tema principale del mercato del lavoro che da tempo soffre di un'enorme debolezza strutturale. A Roma vogliamo dare voce alle aziende di Parma, non per abbattere ma per costruire un futuro migliore per le nostre imprese. Serve un cambio di direzione, al più presto".
"Le nostre imprese hanno difficoltà a reperire credito dalla banche - ha proseguito Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianto Apla Parma -. Da un recente studio sui dati della Banca d'Italia, risulta che il credito erogato nel 2013 fino al 30 settembre, è calato notevolmente rispetto agli anni precedenti: 90 miliardi di euro erogati, per un calo del 6.3% rispetto all'anno precedente. Un segnale importante da tenere in grande considerazione. Purtroppo, di questi 90 miliardi, la maggior parte è ad appannaggio delle grandi imprese, a discapito delle piccole, di quelle cioè che hanno meno di 20 addetti e che rappresentano il 97% delle imprese, ma che ricevono circa il 20% del credito erogato".
"Abbiamo bisogno di strumenti per arginare la deriva fiscale di questi ultimi anni, per garantire la flessibilità del lavoro, per fare ripartire i consumi e l'occupazione e invertire questo ciclio economico che ci sta strozzando" - il commento di Ugo Margini, presidente di Ascom Confcommercio Parma.
A Roma domani, non solo una manifestazione di protesta, ma di proposta, con la richiesta di un intervento immediato del Governo per alleggerire la pressione fiscale, rilanciare i consumi e intraprendere una politica vera di sviluppo, perché le imprese e le famiglie hanno bisogno di risposte concrete.
Primo Gonzaga, presidente del comitato: 3 proposte concrete per rimettere al centro chi lavora e produce -
Reggio Emilia, 15 febbraio 2014 -
"Grande Reggio scenderà in piazza martedì prossimo assieme a Rete Imprese Italia". Lo annuncia Primo Gonzaga, presidente del comitato Grande Reggio, che chiarisce: "Non è solo un modo di dire o retorica: molti dei promotori e sostenitori di Grande Reggio sono commercianti, artigiani e imprenditori. Siamo tutti animati dal desiderio di costruire una città amica delle imprese e dello sviluppo. Anche Reggio Emilia ha bisogno di iniziative forti e realmente efficaci, non di qualche iniziativa sporadica o una tantum".
"Nel nostro progetto per la città abbiamo proposte concrete e ben definite – spiega il presidente di Grande Reggio – come l'istituzione dell'Assessorato alle Attività Produttive e allo Sviluppo, affiancato da un comitato costituito da artigiani, commercianti, imprenditori e titolari di partita Iva, che sono i motori dello sviluppo, e che potranno contribuire efficacemente a ideare, sostenere e controllare direttamente le politiche dell'Amministrazione".
Prosegue Gonzaga: "Abbiamo anche intenzione di identificare un dirigente comunale cui affidare come compito specifico quello di semplificare, tagliare, eliminare procedure e adempimenti. Questo obiettivo dovrà essere una priorità per l'intera macchina amministrativa, e in questa direzione definiremo incentivi per gli uffici che sapranno ridurre la burocrazia a vantaggio di cittadini e imprese, scoraggiando la proliferazione di nuove procedure burocratiche".
"Inoltre, analizzeremo tasse e balzelli a carico dei cittadini, allo scopo di verificare se il costo complessivo per incamerarle e per controllarne la riscossione sia inferiore ai proventi che tali tasse comportano. Se così non fosse procederemmo senza indugio alla loro eliminazione".
"L'amministrazione deve essere al servizio dei cittadini – conclude Primo Gonzaga. Non è più accettabile che ogni volta che si verifica la necessità di reperire risorse siano i soliti noti (imprese e famiglie) a pagare. Per realizzare questo cambiamento epocale è necessario anche cambiare il governo della città. Vogliamo restituire le chiavi di Reggio Emilia a chi l'ha costruita e può svilupparne tutte le potenzialità: imprenditori, artigiani e lavoratori".
(Fonte: ufficio stampa Grande Reggio)