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La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al prossimo 4 maggio, è composta da centinaia di immagini, documenti e mappe d'archivio con didascalie informative, racconta la genesi delle protezioni antiaeree realizzate per difendere la popolazione civile nel corso dei conflitti del XX secolo. -

Parma, 21 aprile 2015 -

"A 70 anni dalla fine della guerra, sui muri delle nostre città sono ancora ben visibili i segni della paura del conflitto: indicazioni di rifugi antiaerei, di idranti, pozzi e cisterne, degli impianti di ventilazione, tutti simboli della crudeltà del conflitto mondiale. Abbiamo deciso di riproporre la mostra al pubblico in modo da ricordare l'orrore della guerra, le paure di ieri e quelle di oggi, con Paesi nostri vicini che vivono ogni giorno autentiche barbarie. E un pensiero va a chi soffre, a chi cerca una nuova vita, al rispetto delle persone e alla necessità che l'Europa assuma le decisioni giuste, nella consapevolezza che il mondo va al di là dei confini europei. Oggi, con questa iniziativa, vogliamo dare un senso sempre maggiore ai valori della Resistenza e della Liberazione, grazie ai quali gli italiani misero fine alla Seconda guerra mondiale, conquistando la libertà e riscattando la dignità del proprio Paese".

La presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, ha inaugurato questa mattina negli spazi all'ingresso della sede dell'Assemblea, in viale Aldo Moro 50, a Bologna, la mostra "Memorie sotterranee - I rifugi antiaerei a Bologna", realizzata in collaborazione con l'Ibc, l'Istituto regionale per i beni culturali. L'apertura della rassegna avviene oggi, 21 aprile, in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione di Bologna e in vista del 25 aprile, 70esimo anniversario della Liberazione d'Italia. Con Saliera, Angelo Varni, presidente dell'Ibc, i membri dell'Ufficio di Presidenza, il vicepresidente dell'Assemblea, Fabio Rainieri, e Matteo Rancan, i consiglieri regionali Luciana Serri, Massimo Iotti, Giuseppe Paruolo, Silvia Prodi e Francesca Marchetti, i curatori della mostra, Vito Paticchia e Massimo Brunelli.

La mostra, che resterà aperta al pubblico fino al prossimo 4 maggio, è composta da centinaia di immagini a colori e bianco e nero e documenti e mappe d'archivio con didascalie informative e racconta la genesi delle protezioni antiaeree realizzate per difendere la popolazione civile nel corso dei conflitti del XX secolo. Ne emerge - segnalano i curatori - "una convinta escalation della guerra ai civili, una sorta di modalità militare che si affianca purtroppo alle strategie di volta in volta adottate dai comandi dei vari eserciti che si combattevano. Da un certo periodo in poi, la guerra non sarà solo scontro diretto e violento tra soldati, ma coinvolgerà in maniera calcolata e brutale tutta la popolazione civile". "70 anni di pace- ha aggiunto Angelo Varni- non ci devono far dimenticare che la guerra è attorno a noi. La vitalità della storia e l'eredità del passato continuano a dirci di non ricadere negli errori già fatti".

All'inaugurazione della rassegna hanno partecipato anche studenti di scuole superiori bolognesi e studenti delle scuole per adulti e stranieri. "È fondamentale tenere viva la memoria- ha sottolineato Saliera- per tramandare i valori costituzionali e democratici nati nella Resistenza e nel rifiuto della guerra. Bisogna ricordare che la Resistenza diede vita ad una Costituente che varò la nostra Costituzione, la carta fondamentale dei diritti e dei doveri per la convivenza, nata appunto da una convergenza fra persone che la pensavano diversamente ma che già nell'aver combattuto a fianco degli alleati si erano uniti in nome dei valori della libertà e della democrazia; una Costituzione in cui ogni cittadino si può riconoscere. Valori- ha chiuso la presidente dell'Assemblea legislativa- che sono ancora ben vivi oggi e che rappresentano un faro sicuro per la travagliata vita del nostro Paese".

Il catalogo della mostra è on line sul portale dell'Assemblea legislativa, al link: www.assemblea.emr.it/pdf/rifugi/view

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Habitat Pubblico 2015 inaugura la sezione Corpo Politico con la tragedia La Gloria, al Lenz Teatro dal 21 al 23 aprile. Aspettando lo spettacolo Bruno Longhi, dedicato a una figura fondamentale del movimento di resistenza antifascista di Parma. -

Parma, 20 aprile 2015 -

«Tutto quel che è terribile ed ignoto somiglia alla tua maschera. Ma chi sei tu? Chi sei tu? Non t'ho conosciuta mai. Morirò di te, senza conoscerti. Sei viva? Sei estranea? Hai il tuo respiro?»: in quest'opera pochissimo conosciuta, Gabriele D'Annunzio crea una partitura drammatica che, oltre a evidenti coincidenze storiche con la condizione attuale del nostro Paese, richiama elementi portanti della ricerca artistica contemporanea. «I titoli degli episodi basteranno forse a dare una chiara idea del mio intendimento: La Fame, La Pestilenza, La Paura, La Ribellione, La Vittoria». Il Vate scrisse La Gloria tra febbraio e marzo del 1899 a Villa Marmalus, a Corfù. «Qualcosa del mio cervello si scompose», disse Eleonora Duse, prima interprete della tragedia, sofferente di violente crisi di nervi e sull'orlo della follia. Da questa "scomposizione" nacque la figura di Elena Comnèna: D'Annunzio disse di averne concepito il personaggio dopo averne «udito la voce nel vento che passava sul deserto arabico, mentre spingevo il mio cavallo al galoppo sotto il gran sole omicida».

Lenz Fondazione opera per via scultorea, "in sottrazione": «Per restituire all'opera la sua profonda ed inesaurita modernità linguistica» spiega Maria Federica Maestri, che dello spettacolo cura installazione e regia, «ne è stato smantellato l'impianto originale, riducendo la pluralità dei personaggi ad una sola coppia scenica. Scrostata la superficie dai manierismi primonovecenteschi, è emersa la crudezza e la violenza quasi patologica del poeta più inquieto e contraddittorio della letteratura italiana. Ne è rimasto un 'al di qua' pietrificante, un monumento alla fisica fascista del potere che prefigura l'altra notte luttuosa degli anni settanta, quella dello stragismo nero, rimossa dalla nostra memoria quanto quella del terrorismo brigatista».

La Gloria è interpretata da Valentina Barbarini e Roberto Riseri, che interagiscono con le musiche composte ad hoc da Andrea Azzali. Maria Federica Maestri in merito all'attrice-icona di Lenz Fondazione aggiunge: «Valentina Barbarini è da anni una trasduttrice gloriosa del disegno e dei segni che contraddistinguono la nostra estetica teatrale. Nel suo corpo minuto e solitario grandeggia scarnificato il monumento testuale eretto da D'Annunzio per glorificare la decadenza della funzione eroica. La retorica del potere dittatoriale, la necessità della guerra civile permanente ammorbano questa opera, che continua – come una premonizione – il racconto di un epos tragico anticipatore del nostro presente».

La Gloria sarà in scena da martedì 21 a giovedì 23 aprile: il 21 e il 22 alle ore 21.00, il 23 alle ore 22.00. In questa ultima data, La Gloria sarà presentata in dittico serale con Bruno Longhi, lo spettacolo dedicato a una delle figure più importanti del movimento di resistenza antifascista a Parma realizzato in collaborazione con l'Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Parma e riallestito in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della Lotta di Liberazione.

Entrambi i lavori abiteranno gli spazi di Lenz Teatro, in via Pasubio 3/e a Parma. Per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.lenzfondazione.it. 

(Fonte: Ufficio stampa Lenz Fondazione)

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E’ uscito “DUE” il nuovo singolo di Gian Luca Naldi, noto cantautore bolognese

Di Chiara Marando -  Domenica 19 Aprile 2015

Lui è Gian Luca Naldi, bolognese doc, nato in un quartiere di periferia al confine tra città e campagna, un luogo che fin da subito gli trasmette una sensazione di totale libertà. Ed è proprio questa sensazione che influenzerà in modo significativo la sua esistenza.

Il suo amore per la musica inizia prestissimo, quando la mamma canta in casa sui brani della radio che risuonano nelle varie stanze. A tredici anni arriva la prima chitarra, una passione da autodidatta che cerca di emulare i grandi cantautori del periodo, primo fra tutti Fabrizio De Andrè, colui che rimarrà la principale fonte di ispirazione nel suo futuro artistico.

Ma il mondo della musica è costellato di ostacoli ed inevitabili tentativi, non proprio gratificanti, gli fanno comprendere la difficoltà di emergere e lasciano in lui un senso di amarezza che spegne il desiderio di continuare a scrivere i testi.

Sarà il fortunato incontro con la grande Iskra Menarini a spronarlo nell’insistere su questa strada e provare a cantare lui stesso i propri brani, indirizzandolo verso la San Luca Sound etichetta indipendente bolognese di Manuel Auteri & Renato Droghetti, dove Gian Luca ha finalmente l’opportunità di avviare il suo progetto cantautoriale. Nel giro di un paio di anni  entrerà nelle classifiche dei brani più trasmessi dal circuito delle radio indipendenti e non solo.

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Lo scorso giugno, con l’ultimo brano registrato alla San Luca Sound dal titolo “ Di notte “,Gian Luca si fa notare dall’ editore bolognese Raffaele Ottavio ( AFOM edizioni ) con il quale firma il suo primo contratto discografico e pubblica il nuovo singolo “DUE”, uscito proprio in questi giorni e già disponibile su iTunes.

Un brano forte ed incisivo in memoria di un’amica caduta nel tunnel della droga e morta di AIDS quando ormai era adulta e mamma. Si tratta di una vera e propria richiesta di perdono nei suoi confronti per non essere stato in grado di salvarla dal suo destino, immagini e stati d’animo che escono di getto e ne descrivono l’ inevitabile percorso di autodistruzione.  

Gian Luca descrive così le sue parole in musica: “Ho dedicato questo brano ad un’amica di infanzia morta di AIDS quando ormai era adulta, e mamma. Le nostre strade ad un certo punto si divisero, non poteva essere altrimenti, il suo incontro con la droga l’aveva portata lontano da noi, in un altro mondo fatto di personaggi e situazioni che ci facevano paura – e continua - Così anch’io come altri, sono rimasto ai margini, a guardare il suo lungo e travagliato percorso di autodistruzione senza riuscire a fare qualcosa di concreto per salvarla. Questa impotenza ha fatto nascere in me un latente e ricorrente senso di colpa che mi ha spinto a scrivere “ DUE “ semplicemente per chiederle perdono. A distanza di tanti anni capisco che la tossicodipendenza era quasi un epilogo inevitabile per questa ragazzina lasciata quasi sempre sola ad affrontare la vita e la strada, così bella da non poter passare inosservata, così indifesa, fragile e sensibile da poter essere facilmente circuita. La rivedo ancora, bambina, seduta davanti al portone di casa a mangiare da sola e vorrei semplicemente essere lì con lei, parlarle e riuscire a cambiare la sua vita”.

In contemporanea con l’uscita del singolo sui digital stores è diventato disponibile su YouTube anche il video ufficiale girato completamente a Bologna dal noto regista romano Giulio Mentuccia (https://www.youtube.com/watch?v=dfBgTKHYXuM ). La produzione è di Raffaele Ottavio AFOM EDIZIONI S.r.l Bologna.

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Di Chiara Marando – Sabato 18 Aprile 2015

Cucina, convivio, piccoli rituali legati al cibo visti con gli occhi della creatività: “Arts & Foods. Rituali dal 1851 non è una semplice esposizione ma un viaggio nella storia e nell’arte che interpreta il tema del nutrimento. Una grande mostra curata da Germano Celant  con il contributo architettonico dello Studio Italo Rota che, fino al 1 novembre, trasformerà gli ambienti della Triennale di Milano in un percorso nel quale lo spettatore potrà lasciarsi trasportare tra opere d’arte, disegni, film, oggetti particolari, documenti, menù e copertine d’annata a partire dal 1851 ad oggi.

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In mostra più di 15 ambienti, in 7.000 metri quadri, dedicati ai luoghi del cibo, alla sua preparazione, distribuzione e condivisione sia nella sfera pubblica che in quella privata.  L’obiettivo di  Arts & Foods è quello di offrire una camminata attraverso il tempo  e le sue diverse tendenze, dallo storico al contemporaneo, attraverso tutti i livelli di comunicazione, espressività e creatività. Per farlo è stata realizzata  un’armonica fusione tra linguaggio visivo, plastico, oggettuale ed ambientale a partire da una data tutt’altro che casuale: il 1851 è  l’anno della prima Expo tenutasi a Londra.

Un modo diverso ed originale di documentare sviluppi e soluzioni scelte per relazionarsi  con un argomento che accomuna tutti i popoli e le culture: dagli strumenti in cucina, alla tavola imbandita di tutti i giorni, al pic-nic, ai bar e ristoranti, fino ai mutamenti nelle abitudini alimentari in viaggio ed alla progettazione di edifici interamente dedicati alla produzione del cibo. Ad arricchire ulteriormente la mostra sono molteplici capolavori concessi da musei, istituzioni pubbliche e private,  nonché da artisti e collezionisti di  portata internazionale.

quadri Triennale

La presenza di Arts & Foods in Triennale, ovvero nel cuore cittadino, ed il collegamento diretto  con Expo Milano 2015 rappresentano un’occasione unica per porre il lato artistico a contatto con un pubblico ampio  e variegato, ma anche di caratterizzare l’ambiente circostante. La volontà è quella di portare la narrazione storica nel presente, costruire un senso di identità perduto attraverso testimonianze nelle quali riconoscere sé stessi e ritrovare un passato di semplicità comune. 

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Per il cinquantenario della morte di uno dei più geniali artisti del Novecento italiano, nel ristrutturato palazzo Bentivoglio a Gualtieri, in mostra dipinti, disegni, incisioni e sculture tra cui alcuni inediti. -

Reggio Emilia, 16 aprile 2015 –

Una grande mostra antologica su Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 - Gualtieri, 1965), a cinquantanni dalla morte, vedrà esposti dipinti, disegni, incisioni e sculture tra cui alcuni inediti provenienti da collezioni private, dal 31 maggio all'8 novembre 2015.
La città della bassa reggiana vuole così preservare e diffondere la memoria di uno dei più geniali e originali artisti del Novecento italiano, che ha soggiornato a Gualtieri per oltre quarant'anni, dal 1919 al 1965.

La mostra 

Curata da Sandro Parmiggiani e Sergio Negri, col patrocinio della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Reggio Emilia, del Comune di Gualtieri, è la prima iniziativa della neonata Fondazione Museo Antonio Ligabue. La sede dell'esposizione e del Museo permanente è il magnifico contesto del ristrutturato Palazzo Bentivoglio. 


La rassegna, che si apre proprio nei giorni in cui cade il cinquantesimo anniversario della morte di Ligabue, proporrà oltre 100 opere, alcune mai presentate prima, tra cui 80 dipinti, 15 disegni, 10 incisioni e altrettante sculture in bronzo e terracotta. I dipinti esposti, molti ritenuti massimi capolavori dell'artista, saranno suddivisi nei tre periodi nei quali si è soliti ripartire l'opera di Ligabue (1928-1939; 1939-1952; 1952-1962) e copriranno tutti i motivi della sua pittura: animali domestici e feroci, paesaggi svizzeri e padani, interni, ritratti, autoritratti.

Quest'importante appuntamento costituirà un punto fermo da cui partire per una corretta valutazione critica e storica del lavoro di Ligabue, in grado di sottolineare il grande valore di Ligabue nell' ambito dell'arte italiana ed europea, al di là della fuorviante definizione di "naïf" che l'ha troppo a lungo accompagnato e ne ha mortificato la comprensione.

Visitare Gualtieri


La mostra costituisce inoltre un'ottima occasione per immergersi nella realtà di un paese, Gualtieri, che ha molti motivi di interesse da offrire al visitatore: la splendida piazza centrale, una delle più belle d'Italia, che esplicitamente si rifà ai grandi modelli francesi dell'epoca; il Palazzo della famiglia Bentivoglio, con i cicli pittorici della Sala dei Giganti e quelli delle altre tre sale, con gli affreschi della Storia di Roma e dell'Eneide; la donazione Umberto Tirelli (Gualtieri, 1928 – Roma, 1990), allestita nello stesso Palazzo Bentivoglio, con opere, tra gli altri, di Giorgio de Chirico, Felice Casorati, Giacomo Manzù, Corrado Cagli, Renato Guttuso, Giosetta Fioroni, Mino Maccari, Marino Mazzacurati, Léonor Fini, Balthus, Fabrizio Clerici; la Chiesa dell'Annunciazione nella frazione di Pieve Saliceto, originaria della metà del Seicento; il Palazzo Greppi a Santa Vittoria, il paese dei cento violini; l'archeologia industriale (edifici e impianti realizzati nel Novecento) legata alle opere di bonifica (iniziate nel Cinquecento) e di sollevamento delle acque; il fascino delle golene lungo il corso del Po, nelle quali Ligabue stesso trovò rifugio in alcuni periodi della propria esistenza, e dove avvenne, nell'inverno del 1928-29, l'incontro con Marino Renato Mazzacurati, che tanta importanza avrebbe avuto nell'attività pittorica dell'artista.

Antonio Ligabue


Di Ligabue, nato il 18 dicembre 1899 a Zurigo, è ormai nota la triste odissea esistenziale che segnò profondamente il suo lavoro. Espulso dalla Svizzera per la sua vita turbolenta, Antonio Ligabue arriva nell'agosto 1919 a Gualtieri, paese d'origine dell'uomo, Bonfiglio Laccabue, che la madre, Elisabetta Costa, aveva sposato nel 1901. L'impatto con il nuovo ambiente si rivela da subito triste e doloroso. I primi dipinti di Ligabue – nei quali traspare il suo grande interesse per i musei di scienze naturali e per gli animali in genere - risalgono alla fine degli anni Venti; sono gli anni in cui Ligabue incontra a Gualtieri Marino Mazzacurati.
 La difficile e tormentata vita di Ligabue, segnata da ostilità e incomprensioni, e da ricoveri all'Istituto Psichiatrico San Lazzaro di Reggio Emilia e al Ricovero di mendicità di Gualtieri, è tutta dedicata, fino alla morte, alla pittura e alla scultura, nonostante le diffuse derisioni e i mancati riconoscimenti.


Dopo la personale d'esordio di Ligabue - che ebbe luogo nel 1955 a Gonzaga (Mantova), organizzata da Cesare Parmiggiani - varie esposizioni, a partire da quella di Gualtieri nel decennale della morte, hanno presentato, con crescente interesse del pubblico, l'opera dell'artista. Tra le antologiche più recenti, si ricorda quella tenuta nel 2005 a Palazzo Magnani di Reggio Emilia e a Palazzo Bentivoglio di Gualtieri, in occasione del quarantesimo anniversario della sua scomparsa.

Pubblicato in Arte Reggio Emilia

Domenica 19 nella Basilica di S. Marco Ev. di Boretto alle ore 20.45 concerto ad offerta libera interpretato dal maestro Giacomo Monica e dal Coro Montecastello. -

Reggio Emilia, 16 aprile 2015 -

Questa domenica, la Basilica di S. Marco sarà sede del concerto benefico che vedrà le pietre sonore di Pinuccio Sciola, scultore conosciuto in tutto il mondo, interpretate dal maestro Giacomo Monica - docente di violino al Conservatorio A. Boito di Parma - e dal coro Montecastello, nato a Neviano degli Arduini con l'intento di proporre canti ispirati alla cultura popolare dell'Appennino parmense.

L'evento, ad offerta libera, è a sostegno della prosecuzione dei lavori per il restauro della Basilica.

Pieghevole Est Boretto rid

Domenica, 19 Aprile 2015 10:23

A Mirandola oggi è Festa di Primavera

Oggi si tiene la 35° edizione della manifestazione, organizzata dall'Associazione Principato di Franciacorta. Per le vie della città sfilano carri allegorici, gruppi carnevaleschi, bande e majorettes. -

Modena, 19 aprile 2015 - di Manuela Fiorini – foto Daniela Smerieri -

Si rinnova per il 35° anno consecutivo, a Mirandola, la tradizionale Festa di Primavera, promossa dall'Associazione di volontariato Principato di Franciacorta. A partire dalle ore 15, per le vie del centro sfileranno una dozzina di carri allegorici con oltre 300 figuranti in costume al seguito. Tra i sessanta gruppi carnevaleschi a piedi, provenienti da Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte, spiccano le maschere veneziane, l'Associazione "Barba e Baffi" di Bergamo, con le loro barbe storiche, tra cui quella di Leonardo da Vinci e quella di Garibaldi.

Divertimento e adrenalina, poi, con il gruppo "Bici Pazze" di Verona, che intratterranno grandi e piccoli con le loro acrobazie su due ruote. Per un tocco esotico, ecco tre gruppi di danza boliviani, che propongono le danze tradizionali del Sud America. Su un palco allestito in Piazza Costituente è prevista l'esibizione di alcune scuole di danza mirandolesi, mentre non mancheranno le bancarelle e gli stand gastronomici che proporranno il tradizionale gnocco fritto.

La Festa di Primavera ha tutte le caratteristiche di un "carnevale tardivo", perché, come spiega Enrico Castellazzi dell'associazione Principato di Franciacorta, "il prevosto di allora non voleva che si facessero manifestazioni carnevalesche o feste durante la Quaresima. Solo 35/40 anni fa, gli inverni erano molto più rigidi di adesso e organizzare i carri e le sfilate era impossibile per il troppo freddo. Allora, si è pensato di posticipare i festeggiamenti dopo la Pasqua. La Festa di Primavera è nata così e si rinnova ogni anno, da 35 anni".

Info: www.principatodifranciacorta.it  www.facebook.com/principato.difranciacorta 

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La 35° edizione della manifestazione, organizzata dall'Associazione Principato di Franciacorta porta nelle vie della città sfilate di carri allegorici, gruppi carnevaleschi, bande e majorettes. -

Modena, 18 aprile 2015 - di Manuela Fiorini – foto Daniela Smerieri -

Si rinnova per il 35° anno consecutivo, a Mirandola, la tradizionale Festa di Primavera, promossa dall'Associazione di volontariato Principato di Franciacorta. Domenica 19 aprile, a partire dalle ore 15, per le vie del centro sfileranno una dozzina di carri allegorici con oltre 300 figuranti in costume al seguito. Tra i sessanta gruppi carnevaleschi a piedi, provenienti da Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte, spiccano le maschere veneziane, l'Associazione "Barba e Baffi" di Bergamo, con le loro barbe storiche, tra cui quella di Leonardo da Vinci e quella di Garibaldi.

Divertimento e adrenalina, poi, con il gruppo "Bici Pazze" di Verona, che intratterranno grandi e piccoli con le loro acrobazie su due ruote. Per un tocco esotico, ecco tre gruppi di danza boliviani, che propongono le danze tradizionali del Sud America. Su un palco allestito in Piazza Costituente è prevista l'esibizione di alcune scuole di danza mirandolesi, mentre non mancheranno le bancarelle e gli stand gastronomici che proporranno il tradizionale gnocco fritto.

La Festa di Primavera ha tutte le caratteristiche di un "carnevale tardivo", perché, come spiega Enrico Castellazzi dell'associazione Principato di Franciacorta, "il prevosto di allora non voleva che si facessero manifestazioni carnevalesche o feste durante la Quaresima. Solo 35/40 anni fa, gli inverni erano molto più rigidi di adesso e organizzare i carri e le sfilate era impossibile per il troppo freddo. Allora, si è pensato di posticipare i festeggiamenti dopo la Pasqua. La Festa di Primavera è nata così e si rinnova ogni anno, da 35 anni".

Info: www.principatodifranciacorta.it  www.facebook.com/principato.difranciacorta 

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Venerdì, 17 Aprile 2015 14:02

MIrandola - Al via la 35° Festa di Primavera

Domenica 19 aprile si tiene la 35° edizione della manifestazione, organizzata dall'Associazione Principato di Franciacorta. Per le vie della città sfilano carri allegorici, gruppi carnevaleschi, bande e majorettes. -

Modena, 17 aprile 2015 - di Manuela Fiorini – foto Daniela Smerieri -

Si rinnova per il 35° anno consecutivo, a Mirandola, la tradizionale Festa di Primavera, promossa dall'Associazione di volontariato Principato di Franciacorta. Domenica 19 aprile, a partire dalle ore 15, per le vie del centro sfileranno una dozzina di carri allegorici con oltre 300 figuranti in costume al seguito. Tra i sessanta gruppi carnevaleschi a piedi, provenienti da Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte, spiccano le maschere veneziane, l'Associazione "Barba e Baffi" di Bergamo, con le loro barbe storiche, tra cui quella di Leonardo da Vinci e quella di Garibaldi.

Divertimento e adrenalina, poi, con il gruppo "Bici Pazze" di Verona, che intratterranno grandi e piccoli con le loro acrobazie su due ruote. Per un tocco esotico, ecco tre gruppi di danza boliviani, che propongono le danze tradizionali del Sud America. Su un palco allestito in Piazza Costituente è prevista l'esibizione di alcune scuole di danza mirandolesi, mentre non mancheranno le bancarelle e gli stand gastronomici che proporranno il tradizionale gnocco fritto.

La Festa di Primavera ha tutte le caratteristiche di un "carnevale tardivo", perché, come spiega Enrico Castellazzi dell'associazione Principato di Franciacorta, "il prevosto di allora non voleva che si facessero manifestazioni carnevalesche o feste durante la Quaresima. Solo 35/40 anni fa, gli inverni erano molto più rigidi di adesso e organizzare i carri e le sfilate era impossibile per il troppo freddo. Allora, si è pensato di posticipare i festeggiamenti dopo la Pasqua. La Festa di Primavera è nata così e si rinnova ogni anno, da 35 anni".

Info: www.principatodifranciacorta.it  www.facebook.com/principato.difranciacorta 

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Mercoledì, 15 Aprile 2015 09:28

A Mirandola torna la Festa di Primavera

Domenica 19 aprile si tiene la 35° edizione della manifestazione, organizzata dall'Associazione Principato di Franciacorta. Per le vie della città sfilano carri allegorici, gruppi carnevaleschi, bande e majorettes. -

Modena, 15 aprile 2015 - di Manuela Fiorini – foto Daniela Smerieri -

Si rinnova per il 35° anno consecutivo, a Mirandola, la tradizionale Festa di Primavera, promossa dall'Associazione di volontariato Principato di Franciacorta. Domenica 19 aprile, a partire dalle ore 15, per le vie del centro sfileranno una dozzina di carri allegorici con oltre 300 figuranti in costume al seguito. Tra i sessanta gruppi carnevaleschi a piedi, provenienti da Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte, spiccano le maschere veneziane, l'Associazione "Barba e Baffi" di Bergamo, con le loro barbe storiche, tra cui quella di Leonardo da Vinci e quella di Garibaldi.

Divertimento e adrenalina, poi, con il gruppo "Bici Pazze" di Verona, che intratterranno grandi e piccoli con le loro acrobazie su due ruote. Per un tocco esotico, ecco tre gruppi di danza boliviani, che propongono le danze tradizionali del Sud America. Su un palco allestito in Piazza Costituente è prevista l'esibizione di alcune scuole di danza mirandolesi, mentre non mancheranno le bancarelle e gli stand gastronomici che proporranno il tradizionale gnocco fritto.

La Festa di Primavera ha tutte le caratteristiche di un "carnevale tardivo", perché, come spiega Enrico Castellazzi dell'associazione Principato di Franciacorta, "il prevosto di allora non voleva che si facessero manifestazioni carnevalesche o feste durante la Quaresima. Solo 35/40 anni fa, gli inverni erano molto più rigidi di adesso e organizzare i carri e le sfilate era impossibile per il troppo freddo. Allora, si è pensato di posticipare i festeggiamenti dopo la Pasqua. La Festa di Primavera è nata così e si rinnova ogni anno, da 35 anni".

Info: www.principatodifranciacorta.it  www.facebook.com/principato.difranciacorta 

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