In un comparto lattiero caseario che sta attraversando uno stato di crisi fortemente preoccupante, il Parmigiano Reggiano prosegue la sua corsa al rialzo trascinando però un aumento della produzione che potrebbe, il condizionale è d'obbligo, compromettere la durata del periodo di positività se la domanda non fosse in grado di assorbire la maggior disponibilità di prodotto.
di Virgilio Parma, 05 marzo 2016 – (grafici in galleria immagini)
Il comparto lattiero caseario non sta certamente attraversando uno delle suoi più floridi periodi.
La prima campagna lattiera (aprile 2015- marzo 2016) oefana dal "pendizio" delle quote latte è stata contraddistinta dal crollo del valore del latte e dei suoi derivati.
Una caduta libera che ha contribuito a consolidare la crisi delle due principali DOP, Grana Padano e Parmigiano Reggiano in particolare.
Questo almeno sino a ottobre scorso quando, sorprendendo un po' tutti gli operatori ormai scoraggiati, i mercati delle due eccellenze si sono lievemente distaccati dalla curva flessiva invertendo la tendenza negativa.
Mentre il Parmigiano Reggiano non ha più interrotto il costante percorso di risalita, il Padano si è mosso molto più modestamente.
Dove andrà a finire il prezzo del Parmigiano Reggiano è difficile da prevedere, tant'è che tutte le volte che qualcuno ha tentato delle previsioni si è infranto contro la dura legge del mercato.
In questi giorni due sono gli elementi che fanno pensare e che teoricamente sarebbero in conflitto soprattutto per un prodotto assoggettato a domanda pressoché rigida:
1. le quotazioni rialziste;
2. l'incremento produttivo.
E' dei giorni scorsi la notizia (26 febbraio) che i grandi player del comparto si sono dati battaglia nell'aggiudicarsi i 19 lotti in cui erano suddivise le 40mila forme andate all'asta a seguito della procedura concordataria dei Magazzini Emiliani e della Bergamaschi di Suzzara.
Alla fine dalla vendita all'incanto si è realizzato un ricavo sensibilmente più alto delle previsioni portando all'incasso ben 22 milioni di euro che potranno soddisfare il ristoro dei crediti delle aziende in concordato. Presenti direttamente all'asta erano infatti i rappresentanti dei Big del settore, della Boni spa di Parma, della Zanetti Spa di Bergamo, della Mulino Alimentare spa anch'essa di Parma seppure la proprietà del reggiano Claudio Guidetti, la Parma Reggio Spa di Reggio e Modena, la Nuova Castelli di Reggio e la Colla Spa di Piacenza. Nessuno ha voluto sottrarsi allo scontro per assicurarsi una quota del prezioso prodotto.
Proprio la massiccia presenza dei grandi commercianti, che hanno battuto prezzi con punte anche superiori ai 10 euro (media 9€/Kg.), lascia intendere che la curva discendente non si dovrebbe innescare troppo presto.
Se questo episodio, che vede tutti i grandi operatori disponibili a mantenere elevato il prezzo, non vi fosse stato sarebbe invece il caso di cominciare a allarmarsi per l'incremento produttivo che il risveglio del mercato ha stimolato. Già dai primi segnali di ripresa - come può evincersi dal grafico CLAL in galleria immagini - dello scorso mese di ottobre, gli allevatori hanno ricominciato a incrementare sensibilmente la produzione.
+2,7%, +3,3%, 5,2% e +5,7% la scala di crescita da ottobre a dicembre 2015 per giungere a gennaio 2016 (ultimi dati ufficiali) mese nel quale si sono registrate 297.493 forme di Parmigiano Reggiano, quasi 16.000 più del gennaio 2015 e quasi 40.000 in più rispetto al novembre 2014.
Un'euforia che potrebbe essere pagata a caro prezzo se il mercato domestico non dovesse riprendersi e soprattutto se i Big Player non riuscissero a incrementare le esportazioni.
Su quest'ultimo fronte i segnali sono positivi, dal Canada alla Cina il Parmigiano è nei sogni di tanti consumatori e sarebbe sufficiente erodere una piccola quota di mercato al "Parmigiano Fake" (solo negli USA sono 100.000 le tonnellate di prodotto prodotti venduti con il termine "parmesan" e in confezioni che palesemente richiamano l'Italia) per annullare ogni timore di una prossima pesante crisi.
Il 2016 si apre con una nuova e più severa flessione dei prezzi agricoli. Lo segnala l'Ismea sulla base dell'Indice dei prezzi agricoli all'origine, che si è portato a gennaio a 108 (2010=100) facendo registrare un decremento del 3,5% su dicembre 2015 e del 7,9% su gennaio di un anno fa.
Roma, 4 marzo 2016
L'Indice "core" dell'Ismea - calcolato per evidenziare la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, scorporando dall'indicatore i prodotti ortofrutticoli, più volatili e maggiormente influenzati da fattori stagionali - a gennaio si colloca a 111,7 (2010=100) mostrando al contrario una dinamica mensile lievemente positiva (+0,2%), e una tendenza deflativa più attenuata (-5,5%) rispetto a quella indicata dall'indice complessivo.
Nel comparto vegetale che fa segnare nel suo complesso un meno 6,4% sul mese precedente, pesano ancora una volta le significative flessioni degli ortaggi (-12,6%) accompagnate anche da una caduta delle quotazioni della frutta (-10,2% sempre su dicembre). Più lieve la flessione per i vini (-0,4%), che stentano a riprendere slancio dopo il positivo avvio di campagna e per le coltivazioni industriali (-0,1%). In recupero le quotazioni di oli di oliva (+2,8%) dopo i vistosi ribassi dei mesi precedenti, in un contesto lievemente positivo anche per i semi di soia (+0,3%) e stabile per i cereali.
L'insieme della zootecnia risulta invariato rispetto a dicembre. Mentre recuperano i listini del bestiame vivo (+0,6%) e in misura più attenuata dei lattiero caseari (+0,2%), le uova fresche cedono del 7,4%.
Su base annua, la riduzione complessiva dell'indice (-7,9%) risente di una flessione più marcata per il comparto delle colture vegetali (-12,1%) rispetto all'aggregato zootecnico (-2,4%). Più nel dettaglio, scendono tutte le coltivazioni, con ribassi compresi tra il meno 27,9% degli olii di oliva e il meno 2,6% dei vini. Nella zootecnia guidano i ribassi le uova (20,3%), seguiti dal bestiame vivo (-2,4%) e i lattiero caseari (-0,4%).
(Ismea 4 marzo 2016)
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I dati USDA dello scorso fine settimana hanno preso tutti in contropiede. La previsione di minor produzione, determinate dalle minori semine (-6,6%), sono smentite e tutto sembra congelato anche in ragione di un elevato stock di riporto.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 29 febbraio 2016 -
A chiusura della conferenza del 25-26/2, l'USDA ha pubblicato le stime delle produzioni USA e degli stock per la campagna 2016/17 espressi in milioni di tonnellate. (in parentesi produzioni e stock 2015/16)
corn : 351,2 ( 345,5 ) // stock finali : 50,73 ( 45,66)
soia : 103,7 ( 106,90 ) // stock finali : 11,97 ( 10,69 )
grano : 54,42 ( 55,84 ) // stock finali : 26,91 ( 26,28)
"La cifra che ha fatto più scalpore - è il commento di un autorevole operatore - è stata quella degli stock di fine raccolto del grano: si pensava infatti ad un calo, vista la stima della minor area seminata ( - 6,60% ). Il calo invece non c'è stato perché l'USDA ha aumentato la produzione, stimando un aumento delle rese per acro. Poi ha tenuto conto di un forte stock di riporto del raccolto precedente (causato essenzialmente dalle minori esportazioni di questa campagna). Quindi lo stock del 2016/17 non è diminuito. E questo, nonostante l'USDA abbia aumentato i consumi interni e le esportazioni. Anche se l'aumento di queste ultime potrebbe essere discutibile, se il contesto mondiale sarà ancora quello di adesso. Le quotazioni del Chicago sono già basse, ma questo "messaggio" dell'USDA le ha ancora più appesantite" .
Il mercato domestico. Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti. I cereali girano tutti dal 165 al 175 partenza porti. Valori che non possono non condizionare il mercato interno e le prossime semine.
Bioenergetico. Il settore manifesta le solite preoccupazioni sulla prossima campagna dove le semine a mais saranno ulteriormente ridotte a favore di riso e proteoleaginose. I contratti di crusche e sottoprodotti stanno diventando più difficili da concludere e non si esclude che presto si possa assistere a un recupero dei listini. .
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è risalito a 327 punti, il petrolio ha recuperato un altro dollaro a 33$ e il cambio ruota attorno a 1,09211
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Cereali, si stanno scaldando i motori. Lattiero caseari in crisi. Il glifosato, sollecitazione M5S per vietarlo. Alert Sicurezza per la scodella CARS di Coop e per la plastica nei Mars. Le dinamiche e le tendenze del settore lattiero caseario. Prosciutto e Taiwan, a quando?
SOMMARIO Anno 15 - n° 08 28 febbraio 2016
1.1 editoriale Grecia sottomessa e GB a Statuto Speciale
2.1 cereali Cereali, si stanno scaldando i motori
3.1 cereali Cereali, lieve risalita
4.1 Lattiero Caseario Burro, segno negativo su tutti i fronti
5.1 storia agricola Trattori antichi, mon amour!
6.1 glifosato Agricoltura. Prodotti fitosanitari a base di Glifosato. Dal M5S la richiesta di vietarne la produzione e l'uso.
6.2 Alert Sicurezza La Coop ritira la "Scodella Cars"
6.3 alert alimentare Plastica nei Mars, ritirati anche in Italia.
7.1 vino e export Canada loves italian wines
8.1 lambrusco Pignedoli, Pagliari e Vaccari (PD): bene proposta ritiro atto delegato su vino
8.2 lattiero caseario Lattiero caseario: tendenze e dinamiche recenti
10.1 export prosciutto Taiwan ancora vietata al prosciutto nostrano, ma non all'imitazione.
11.1 promozioni "vino" e partners
I mercati d'origine cominciano a manifestare qualche segnale di ripresa. Sul mercato dei cereali il calo del grano condiziona tutto il comparto e i fondi continuano il loro rischioso gioco di mordi e fuggi con operazione di quasi esclusiva ricopertura. Consumi interni ancora molto limitati.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 26 febbraio 2016 -
Ancora molto deboli i segnali di una potenziale ripresa del comparto cerealicolo. Sul mercato dei cereali il calo del grano condiziona tutto il comparto e i fondi continuano il loro rischioso gioco di mordi e fuggi con operazione di quasi esclusiva ricopertura.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti.
Alcuni valori delle farine: proteica caricabile 306 normale 300 a-m-giugno 305 e 297, secondo semestre 305 e 297 il 2017 306 e 314. (prezzi base partenza porto di Ravenna)
Anche le farine di girasole e di colza hanno cominciato a risentire del calo della regina delle farine proteiche.
I cereali girano tutti dal 165 al 175 partenza porti. Una condizione fortemente condizionante il mercato interno e in particolare modo le prossime semine che non potranno reggere tali valori.
Bioenergetico. Nel settore delle Bioenergie la situazione rimane immutata con una maggiore preoccupazione derivante dalla possibilità di una riduzione di aree investite a mais a favore di riso e proteoleaginose. Intanto è ricomparso sul mercato il polverino di sansa d'oliva denocciolato a valori di 95 euro alla tonnellata reso Lombardia e dei fondi di caffè alla rinfusa su valori di circa 100 euro alla tonnellata.
Indicatori internazionali
l'Indice dei noli è nuovamente salito a 322 punti, il petrolio ha si è stabilizzato da qualche giorno intorno a 32$ e il cambio si è leggermente rafforzato a favore dell'Euro 1,10344
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Una collezione privata di trattori e macchine agricole da fare impallidire per completezza e fascino. Decine e decine di macchine agricole completamente restaurate e perfettamente funzionanti che raccontano la storia della meccanizzazione agricola nel corso degli ultimi 90 anni.
di Virgilio Parma 28 febbraio 2016 - (Galleria immagini a fondo pagina)
Attraversare il portone che dà accesso alle tre nuovissime rimesse appollaiate sulle dolci colline di Siccomonte, è come attraversare la porta dello Stargate.
Un tuffo nel passato remoto dell'agricoltura, anche se alla fine sono trascorsi solo 90 anni. Decine di trattori d'ogni marca e dimensioni, verdi, grigi, azzurri, arancioni o rossi, una distesa di fiammanti gioielli da ammirare che, alla pari delle auto d'epoca, raccontano con orgoglio il loro trascorso in attività.
C'è la prima trebbia, una Laverda per intenderci, che fa bella mostra della appesa a una parete che sembra guardare dall'alto il mare di trattori posizionati a terra uno accanto all'altro come lo erano gli agricoltori in ogni piazza di un qualsiasi villaggio intenti a raccontarsi le novità e a scambiarsi merci.
C'è la trattrice a vapore con il suo allungato camino e il Mc Cormick del 1930 che bisbiglia con l'Oto Melara che a sua volta lancia un guanto di sfida al Fordson. L'antico Steyer e l'agile e piccola Fiat che fan bella mostra a fianco dei "Bull-Dog" e dei Fergusson ma anche i cingolati nostrani, che hanno portato la modernità sulle ripide pendici, affiancati agli imponenti Caterpillar che smuovevano invece le montagne mentre i primi le dominavano.
Ogni mezzo quindi rappresentava una specialità, ognuno era stato creato dall'ingegneria europea piuttosto che statunitense per assolvere al meglio a quei compiti che, prima di loro, erano assegnati a intere squadre di contadini.
Macchine inesauribili molte delle quali ancora si vedono lavorare nei campi a sfalciare l'erba piuttosto che a trascinare vecchi rimorchi sui quali sono stipati sacchi di fertilizzanti o cassette d'uva.
Sedili in ferro ammortizzati da balestre, grandi volanti e un paio di lunghe leve posizionate sotto lo sterzo, tre grossi pedali e un misero tachimetro era tutto quella di cui disponevano i pionieri della meccanizzazione agricola per governare queste macchine e farle volare tra i campi e il centro aziendale.
Zigzagando tra le decine di macchine agricole, non si ha la sensazione di essere all'interno di un salone museale bensì di una rimessa di attrezzature pronte a prendere il cammino al primo cenno del loro mecenate. Belle e pronte a tornare al servizio di Lamberto Marvasi, l'appassionato collezionista, che proseguendo la passione del padre, ha donato dignità e bellezza a questi straordinari pezzi che hanno contribuito a innalzare l'Italia a una delle più importanti potenze economiche e leader indiscussa in campo agroalimentare. Una sinergia uomo - macchina i cui risultati sono sotto l'occhio di tutti e motivo di invidia da parte delle altre nazioni anche ben più grandi e organizzate del nostro Paese.
Un tesoro, quello celato tra le dolci colline comprese tra Fidenza e Salsomaggiore che, almeno per ora, rimane nella disponibilità del proprietario o al massimo degli ospiti dell'agriturismo "Innsbruck" all'interno del quale la straordinaria collezione è ospitata.
Chissà che un giorno la collezione possa aprirsi al pubblico dei tanti appassionati alle radici della nostra cultura e un compendio didattico alla convenzionale formazione scolastica oltre che un ulteriore punto di interesse turistico locale.
La Risoluzione sottoscritta dai due consiglieri: Bertani e Piccinini (M5S) affinché la Regione si attivi per il divieto di produzione e uso: "Sostanza cancerogena, la Giunta intervenga in tutte le sedi istituzionali per vietarne il commercio"
Bologna 25 febbraio 2016 - L'utilizzo di prodotti fitosanitari a base di glifosato è oggetto di una risoluzione presentata da Andrea Bertani, primo firmatario, e Silvia Piccinini (M5S).
Nel settembre scorso, ricordano i consiglieri, il tavolo delle associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica ha inviato al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al ministro dell'Ambiente, della tutela del territorio e del mare, al ministro della Salute e a tutti i presidenti delle Regioni "la richiesta di un provvedimento urgente per il divieto della produzione, commercializzazione e uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato nel territorio nazionale, nonché la rimozione del prodotto da tutti i disciplinari di produzione che attualmente lo contengano e l'esclusione da qualsiasi contributo, nei Piani di sviluppo rurali (Psr), per le aziende che lo utilizzino".
A tutt'oggi, però, né il Governo né le Regioni "avrebbero dato risposta al riguardo e, dato che il glifosato continua a essere incluso nel Piano d'azione nazionale (Pan) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, tutti i Psr gestiti dalle Regioni sono in procinto premiarne l'utilizzo attraverso il finanziamento, nella misura 10, dell'agricoltura integrata e conservativa". L'uso sostenibile dei fitofarmaci, quindi, "paradossalmente promuoverà l'utilizzo di un prodotto ritenuto cancerogeno per gli animali e potenzialmente cancerogeno per l'uomo".
Bertani e Piccinini, pertanto, chiedono alla Giunta regionale "di impegnarsi in tutte le sedi istituzionali, nel rispetto del principio di precauzione e a tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, per sollecitare il Governo a intervenire in ambito europeo al fine di vietare la produzione, la commercializzazione e l'uso di tutti i prodotti a base di glifosato, il cui utilizzo può essere sostituito da buone pratiche agro ecologiche come le coltivazioni biologiche e biodinamiche, e a inserire la ricerca e rilevazione del glifosato nei monitoraggi delle acque, sia ordinari sia straordinari, effettuati da Arpae".
(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(lg)
"Quanto poco fa preannunciato da Paolo De Castro in merito alla proposta di ritiro da parte del direttore generale Joost Korte dell'atto delegato sul vino, è una notizia di importanza straordinaria per i produttori di vini fondamentali per la nostra identità e per il nostro export".
Ad affermarlo sono i senatori Pd Leana Pignedoli, Stefano Vaccari e Giorgio Pagliari che proseguono "distretti come quello del Lambrusco hanno un impatto socio economico dirompente, non solo nelle province di Reggio Emilia, Modena e Parma ma anche a livello nazionale. Il Lambrusco ha fatto una strada ineguagliabile, si è conquistato un posizionamento importante attraverso un processo di miglioramento di qualità, di organizzazione sia per la valorizzazione di un fattore di competizione dell'Europa vitivinicola nel mondo".
"Nell'incontro che si è tenuto poche settimane fa ad Arceto di Scandiano - proseguono i parlamentari emiliani - abbiamo proposto un'azione comune a vari livelli al Ministro Maurizio Martina e a Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale dell'Europarlamento, per sostenere i produttori in questa importante battaglia. Questo primo successo, se confermato, sarebbe un importante volano per dare il via a nuovi progetti per il comparto. Per tutelare e affermare nostro Made in Italy ci servono sempre più garanzia di alta qualità, organizzazione, sistemi".
(uff. stampa Gruppo PD Senato Repubblica - 23 febbraio 2016)
La scorsa settimana è stata contraddistinta da una serie di ribassi che hanno coinvolto tutti i cereali e i semi di soia, nonostante il rimbalzo d'inizio settimana poi rapidamente rientrato. Consumi interni ancora molto limitati.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 23 febbraio 2016 -
I mercati d'origine, come anticipato domenica scorsa, iniziano a dare i primi segnali di ripresa con i fondi che hanno iniziato a allungarsi sul corn, sensibile al mercato dell'etanolo.
Il mercato domestico Situazione invariata da diversi mesi sul fronte dei consumi che si dimostrano sempre molto ridotti. Dall'est e dalla Francia invece proseguono i tentativi di vendita per tutti i cereali e pure per i sottoprodotti.
Alcuni valori delle farine: proteica caricabile 310 €/ton normale 302 giugno 307 e 299, secondo semestre 307 e 299, il 2017 305 e 313. (prezzi base partenza porto di Ravenna).
Sul mercato nazionale, per tutta la scorsa settimana, è proseguita la serie di ribassi equamente distribuita su tutti i cereali a paglia (frumento tenero, frumento duro e orzo) e per i semi di soia. Solo il mais ha dimostrato una maggiore tenuta.
Bioenergetico. Prosegue senza sosta la caccia alle ultime partite di mais con tossine e ai contratti di cruscami che, in relazione alla qualità e posizione geografica, hanno prezzi compresi tra 125 e 135 euro/ton dal pronto a giugno. Si segnala del polverino di sansa d'oliva denocciolato a valori di 95€/ton reso Lombardia.
Indicatori internazionali 22 febbraio 2016
l'Indice dei noli è risalito a 315 punti, il petrolio ha ripreso quota a 32$ e il cambio si è aggiustato a 1,10603
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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