Letteratura e Cultura in un contesto originale: IL COMPLESSO MONASTICO DI SAN PIETRO.
L'Associazione di scrittori I SEMI NERI interviene dopo la sua partecipazione a BUK e le polemiche sollevate da alcune case editrici. Le dichiarazioni della Presidente Daniela Ori. L'Associazione di Scrittori I SEMI NERI ha partecipato anche quest'anno a Buk, Festival della Piccola e media editoria, su invito del direttore artistico dottor Francesco Zarzana.
"Siamo stati soddisfatti ancora una volta e ringraziamo Zarzana per la fiducia che accorda da anni alla nostra Associazione. Abbiamo presentato il nostro ultimo libro collettivo "La casa dei segni" e questa è stata forse la migliore presentazione del tour, che stiamo conducendo in varie location per questo libro" – così ha commenta Daniela Ori, Presidente dell'Associazione I Semi Neri.
L'Associazione ha proposto quest'anno un reading con la conduzione del giornalista Francesco Folloni, coinvolgendo gli studenti del Liceo delle Scienze Applicate Fermo Corni e gli studenti-attori che hanno preparato le letture si sono molto divertiti e il pubblico li ha seguiti con attenzione ed emozione. Per questo ha destato un po' di dispiacere leggere di qualche polemica di alcune case editrici sulla location e sull'organizzazione di questa manifestazione.
Certo è che il Chiostro delle Colonne del Monastero di San Pietro è un luogo di certo non progettato per ospitare manifestazioni di grande affluenza di pubblico, ma indubbiamente si tratta di una location insolita e di assoluto fascino, che ha purtroppo sofferto del maltempo, che ha impedito di godere appieno della bellezza del luogo.
Tuttavia, vedere il Chiostro pieno di libri e di gente ha di certo consentito a far conoscere un luogo di grande bellezza della nostra città anche a chi, magari, non lo conosceva. E se pure qualche disagio può esserci stato, resta il fatto che BUK, il Festival della Piccola e Media editoria di Modena, da dodici anni costituisce ormai un appuntamento fondamentale nella vita culturale della nostra città, che consente a tanti autori ed editori indipendenti la possibilità di farsi conoscere e presentare i propri lavori.
L'Associazione I Semi Neri ringrazia pertanto Buk per l'invito e il Padre Priore del Monastero, don Stefano De Pascalis, per la grande disponibilità e per aver acconsentito di aprire le porte di un luogo così bello a questa manifestazione e alla cultura dei libri.
Il ritrovo è all’ingresso della Ghirlandina, via Lanfranco, alle 14.15 per l'acquisto dei biglietti. La visita organizzata da Archeosistemi col Servizio Promozione città e Turismo del Comune inizia dalla Torre coi suoi 200 gradini e dall'alto, nella “Sala dei Torresani” dove abitavano le guardie, si possono ammirare i tetti del centro storico, la piazza e il panorama.
La guida accompagnerà quindi il gruppo a Palazzo Comunale, nelle Sale Storiche. In queste Sale un tempo si riuniva il Consiglio Comunale, vi erano gli archivi civici e lo studio del sindaco. Ospitano splendide decorazioni pittoriche di Ludovico Lana, Nicolò ed Ercole dell'Abate, Bartolomeo Schedoni, Francesco Vellani, Girolamo Vannulli, Francesco Vaccari e Adeodato Malatesta.
La visita dura circa un'ora e sarà riproposta giovedì 25 aprile e mercoledì 1 maggio con le stesse modalità di partecipazione e negli stessi orari.
Per partecipare servono i biglietti della Ghirlandina (3 €, ridotto 2 € per studenti da 6 a 26 anni, over 65, gruppi di almeno 10 persone) e delle Sale Storiche (2 €, gratuito fino a 5 anni, guide turistiche e interpreti, giornalisti, insegnanti che accompagnano classi, disabili e accompagnatori). Oppure biglietto Unico Unesco a 6 € senza scadenza, che include Ghirlandina, Sale Storiche, Musei del Duomo, Acetaia Comunale (visitabile venerdì pomeriggio, sabato e festivi mattina e pomeriggio, previa prenotazione allo Iat in Piazza Grande, 14).
La Ghirlandina apre da martedì a venerdì 9.30-13 e 15-19. Sabato, domenica e festivi 9.30 - 19. Dal 29 aprile a tutto luglio anche lunedì 9.30-13 e 15-19. La biglietteria chiude sempre mezz'ora prima dell'orario di chiusura indicato.
Sabato 27 aprile è in programma una vista tematica dedicata tutta alla Torre simbolo di Modena.
La prenotazione è obbligatoria via mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) per massimo 25 persone.
Per informazioni: IAT, Informazione e Accoglienza Turistica, piazza Grande 14 sotto i portici del Municipio, tel. 059 2032660 www.visitmodena.it.
Villa Levi a Reggio Emilia, una delle più affascinanti dimore storiche seicentesche della regione, a rischio crollo e abbandono: la denuncia di Gabriele Arlotti.
Reggio Emilia -
Sette milioni, presunti, di valore abbandonati a se stessi. Ma, soprattutto, uno dei beni immobiliari, storici e affettivi dei reggiani. Infiltrata d’acqua e muffe, vittima dei ladri, abbandonata al suo destino è una delle più affascinanti dimore storiche seicentesche della regione.
E’ Villa Levi che nel Settecento sarebbe passata proprio alla storica famiglia ebrea di cui porta ancora il nome. Una villa che comprende i due fabbricati annessi (Guado e Augusta), terreni per 20 ettari, l’oratorio Besenzi del 1840, ma che soprattutto ha un meraviglioso corpo centrale neoclassico e le dipendenze attorno.
Ieri, 17 aprile, sono andati via per sempre i pochi tecnici di laboratorio rimasti, con rientro all’Università di Bologna.
Villa Levi ha ospitato per quasi mezzo secolo il Corso di Laurea in Scienze della Produzione Animale (il triennio applicativo finale).
Nel 1968, in piena contestazione studentesca, i presidi delle facoltà di Veterinaria e di Agraria dell'Università di Bologna, fondarono per la prima volta in Italia il corso di Laurea di Scienze della Produzione Animale, collocando il biennio propedeutico a Bologna e quello applicativo a Reggio Emilia, con sede a Villa Levi-Coviolo. Nel 1970 la Villa venne acquista, con firme dei professori Zucchi e Zambonelli, dall’ultimo proprietario del tempo, l’avvocato Pelosi.
All'inizio, tutte le attività reggiane di Scienze della Produzione Animale si svolsero per diversi anni in una sede provvisoria, successivamente all’acquisto, operato dall'Università di Bologna con anche un contributo della Cassa di Risparmio di Reggio, si trasferirono qui definitivamente nel maggio del 1978 con il restauro fatto dall’Università di Bologna con contributi per la gestione degli enti locali reggiani Camera di Commercio, Provincia, Comune di Reggio Emilia.
Da allora fino all'aprile del 2011 in cui venne chiusa definitivamente, (per trasferire tutte le attività presso la sede di Bologna) ha laureato oltre 1500 professionisti.
Negli ultimi anni però è stata completamente trascurata per motivi economici dall'Università di Bologna, “fino a renderla a quasi un rottame”- commenta un ex docente, come dimostrano le diverse foto. Acqua infiltrata nei tetti, grondaie in rame rubate e sostituite con quelle in plastica, alberi monumentali caduti nel meraviglioso parco accanto.
“lo spreco di danaro pubblico equivale a un furto aggravato, perché trattasi di quattrini degli italiani. La morte di Villa Levi non é un danno economico solo per Coviolo, ma per tutta l'Università italiana”.
Perché Villa Levi venne abbandonata? “Ai primi anni Duemila a Reggio Emilia c’erano 3 facoltà di agraria oltre a questa di Produzione Animale di Bologna, con Modena e Parma. Nel mentre a Reggio Emilia era iniziata già a fine anni Novanta la battaglia per essere sede di Università e non solo distaccamento. Creata la nuova Università di Unimore risultava superfluo mantenere a Reggio un distaccamento di Bologna”.
Nel 2011 a Villa Levi cessarono funzioni didattiche, col rientro di ricercatori, insegnanti e studenti a Bologna, che, qui a Coviolo, erano svolti negli istituti di allevamenti zootecnici, di zooeconomia, microbiologia e industrie agrarie, istituto di produzione foraggere e di edilizia zootecnica. Qui sono nate, oltre a numerose analisi economiche, alcune tra le più grandi scoperte scientifiche del tempo, ad esempio, su Parmigiano Reggiano e suinicoltura.
Inutilmente, per 7 milioni di euro, l’Università di Bologna ha cercato di vendere questo luogo che è protetto da vincolo della Soprintendenza.
Gabriele Arlotti
Inaugurata da Iva Zanicchi, la mostra in corso presso Spazio Gerra a Reggio Emilia, dedicata alla canzone italiana femminile degli anni ‘70 e facente parte del circuito Fotografia Europea.
Reggio Emilia -
Confessare un sentimento, esprimerlo per liberarsene o per riuscire a rileggerlo, cercare le parole per tradurlo e interpretarlo. Questo è ciò che la canzone ha saputo fare più e meglio di qualsiasi altra espressione artistica, diventando per almeno cinquant’anni il principale strumento di identificazione popolare per intere generazioni di italiani.
Nei primi anni '70, cantanti che hanno dominato la scena televisiva e discografica si sono esibite in disarmanti interpretazioni, intense, profonde e talmente sincere da abbattere talvolta i confini fra performance e vita reale. Mia Martini, Mina, Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Patti Pravo… hanno saputo esprimere stati d’animo e sentimenti intensamente legati alla sensibilità femminile, impossessandosi in prima persona di melodie e testi, trasformandoli appunto in vita vissuta. Brani scritti però – sia nella composizione musicale che nei testi – esclusivamente da uomini, quali Mogol, Franco Califano, Paolo Limiti, Cristiano Malgioglio e molti altri. Brani nei quali si è quasi magicamente creata un’irripetibile fusione tra il sentire maschile e femminile, quasi non ci fossero resistenze preconcette o separazioni di genere nel momento in cui si parlava d’amore.
Questo il tema, della mostra in corso presso Spazio Gerra a Reggio Emilia, dedicata alla canzone italiana femminile degli anni ‘70 e facente parte del circuito Fotografia Europea, fino al 9 giugno 2019.
Ad inaugurare l'esposizione, a cura di Associazione ICS – Innovazione Cultura Società, venerdì sera, una delle protagoniste di quegli anni: Iva Zanicchi, in un incontro in cui si é racconatata ai presenti.
In mostra, oltre a fotografie e filmati d’epoca e testimonianze dei protagonisti, i testi e le emozioni trasmesse dalle canzoni sono stati interpretati dai lavori di due giovani fotografe, Giulia Bersani e Alessia Leporati, che si interrogano su quanto la sincera e non filtrata confessione di sé possa essere elemento generatore di legami, relazioni e intimità tra le persone.
ORARI
dal 20 aprile al 9 giugno
sabato e domenica › 10-19
Aperture straordinarie
22, 25, 26 aprile › 10-19
1, 2, 3 maggio › 10-19
Aperture serali
27 aprile › 10-23
4 e 25 maggio › 10-23
1 e 8 giugno › 10-23
Il docufilm sul clochard Enzo Sicuri nuovamente sullo schermo del Cinema Astra di Parma giovedì 18 aprile alle ore 21
Nuova replica per il docufilm «"Màt" Sicuri l'ultimo Diogene», giovedì 18 aprile 2019 alle ore 21 al Cinema Astra di Parma. Il programma della serata vedrà la proiezione del film su Enzo Sicuri (34 minuti), di testimonianze e aneddoti (18 minuti), di alcuni divertenti "bloopers" e a seguire un dialogo tra il pubblico e gli autori, i giornalisti Francesco Dradi, Fabrizio Marcheselli e Antonio Cavaciuti.
Un'altra particolarità della serata è l'invito ai parmigiani e parmigiane a venire a raccontare il proprio ricordo di Enzo Sicuri: le nuove testimonianze saranno registrate per arricchire la memoria documentale sulla popolare figura del clochard che animò i borghi del centro storico per cinquant'anni. Ulteriori informazioni sulla serata, sull'origine del docufilm, sul trailer e sull'uscita del dvd si trovano sul sito www.matsicuri.it.
Il film documentario su Enzo Sicuri (1907-1988) ha preso forma in 12 intensi mesi, con l'audio inedito dell'unica intervista concessa da lui (negli anni '80 agli Iraia), foto originali, documenti rari e le testimonianze di chi lo conobbe e frequentò, un evocativo trait d'union tra la Parma di una volta e quella contemporanea, dal grande giornalista Giorgio Torelli ai titolari di storici negozi del centro.
Due gli attori: Alvaro Evangelisti, diplomato all'Accademia di belle arti di Bologna, interprete di un Sicuri particolarmente "lirico", e il celebre Alessandro Haber, già protagonista di 130 film, vincitore di un David di Donatello e quattro Nastri d'Argento per il cinema, qui nel ruolo di Dante Spaggiari, incisore di metalli preziosi, filosofo anarchico e autore di aforismi, ma soprattutto mentore di Sicuri. Poi l'amichevole partecipazione "vocale" del noto speaker radiofonico parmigiano Mauro Coruzzi.
Matto o filosofo? Enzo Sicuri era un clochard per scelta, nella sua città, Parma. Dopo un'infanzia normalissima aveva deciso di vivere sotto le stelle, rifiutando qualsiasi imposizione. Tutti, o quasi, lo chiamavano "Màt". Ma Enzo adorava le poesie, i libri e la musica lirica. Trascorreva le giornate e le notti nei borghi tra il Teatro Regio e piazza Duomo, non chiedeva l'elemosina e riciclava cartoni per pagarsi un piatto di minestra. Il suo motto era "Nella vita si può fare a meno di tutto, tranne che dell'aria per respirare", desunto dal "maestro" Dante Spaggiari. Sicuri è l'unico clochard a cui sia stato dedicato un monumento in Italia, con nome e cognome: opera dello scultore Maurizio Zaccardi nel 2004, in centro a Parma, piazzale della Macina.
Per realizzare il docufilm «"Màt" Sicuri l'ultimo Diogene», gli autori Dradi, Marcheselli e Cavaciuti si sono avvalsi del fondamentale supporto di diversi parmigiani, di una settantina di generosi sostenitori attraverso il crowdfunding e di 15 importanti sponsor "made in Parma": Iren Comitato territoriale di Parma, Fondazione Cariparma, Fondazione Monteparma, Emil Banca, Ocme, Cartongraf, Coop Alleanza 3.0 Consiglio di zona Parma Est, Cigno Verde cooperativa sociale onlus, Impresa Allodi, La Giovane, Coop Multiservice, Parma 80, Euro Torri, Scatolificio Magnani e Ad Personam.
L’annuncio del presidente Zanni alla presentazione del programma delle Celebrazioni del IV centenario della Basilica. Provincia protagonista anche l’11 maggio con l’annullo filatelico.
Reggio Emilia -
Presentato questa mattina il programma delle Celebrazioni del quarto centenario dell’inaugurazione della Basilica della Ghiara. Al Chiostro minore della Ghiara, il ricco calendario di iniziative è stato illustrato da monsignor Massimo Camisasca, vescovo della Diocesi di Reggio e Guastalla, dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giorgio Zanni, dal sindaco Luca Vecchi e da Gino Farina, coordinatore del Comitato per le celebrazioni.
Primo appuntamento domenica 28 aprile (ore 17) con la presentazione di un documentario multimediale sul tempio della Beata Vergine della Ghiara e dialoghi con Angelo Mazza e Carlo Baja Guarienti; ultimo appuntamento domenica 8 dicembre (ore 16) con la santa messa episcopale presieduta dal vescovo Camisasca a conclusione del periodo giubilare e di indulgenza che si aprirà lunedì 29 aprile (ore 18.30), sempre con una messa episcopale. Nel mezzo - domenica 12 maggio, proprio nel giorno del quarto centenario della traslazione dell’immagine miracola della Madonna della Ghiara – il Pontificale presieduto dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Papa Francesco.
“Per la Provincia è un piacere ed una fortuna poter accompagnare questo percorso, denso di iniziative importanti e significative, per celebrare un luogo di culto che è principalmente, ma non esclusivamente cittadino, perché caro davvero a tutti i reggiani, dall’Appennino al Po”, ha tra l’altro detto il presidente Giorgio Zanni, soffermandosi inparticolare su due eventi che vedranno l’ente provinciale protagonista. “A partire dalla restituzione alla comunità dell’importante affresco raffigurante la Beata Vergine della Ghiara ritrovata nei locali di Palazzo Ducale, ora sottoposto a un’opera di restaura che verrà svelato sabato 7 settembre, alle 10, durante la Giareda”, ha annunciato il presidente Zanni. Una cappella affrescata scoperta per caso, spostando alcuni scaffali durante un trasloco di uffici della Prefettura, sulla quale, coordinato dall’architetto Maria Cristina Costa, sta lavorando da settembre un pool di restauratori formato da Andrea Onsi, Andrea Cremaschi e dall’impresa Franchini per la parte edile. “Un lavoro avviato dalla Provincia durante la presidenza Manghi decidendo di investire, grazie all’avanzo di gestione, parte dei fondi destinati alla manutenzione del patrimonio immobiliare in un momento storico non semplice per questo ente, sottolineando ancora di più l’intenzione di voler partecipare in modo fattivo e concreto a queste importanti celebrazioni per i 400 anni della Ghiara”, ha detto Zanni.
Sabato 11 maggio, dalle 9 alle 12.30, la sede della Provincia di Reggio Emilia, di fronte alla Basilica, ospiterà inoltre le operazioni di emissione del francobollo celebrativo con annullo speciale da parte di Poste Italiane.
Fonte: Provincia di Reggio Emilia
Tutta Parma, e non solo, si stringe intorno al progetto di restauro della chiesa di San Francesco del Prato. Tante le iniziative. Una raccolta fondi e un ricco programma di eventi volti a sostenere la rinascita di quello che è già un simbolo della “Capitale Italiana della Cultura” per il 2020. Dai cofanetti con le sbarre dell’ex carcere, al progetto per la salvaguardia dei nidi di rondone. Eventi musicali, accademici e culturali. Visite guidate in quota tra i raggi del rosone e i decori della formelle, un crowdfunding che premia i sostenitori più generosi con un francescano cofanetto in materiale riciclato, numerato uno ad uno, contenente le sezioni in ferro delle inferriate (la chiesa fu anche prigione), tagliate accuratamente in corrispondenza dello snodo. Il cofanetto diventa così il simbolo di questa rinascita dopo 200 anni di carcere.
Parma -
Con una struttura che eguaglia per dimensioni la Cattedrale di Parma, San Francesco del Prato si prepara a diventare protagonista di un’autentica rinascita, grazie ad un’accurata opera di restauro che mira a renderla uno dei simboli della città eletta “Capitale Italiana della Cultura” per il 2020.
Una rosa di eventi, al motto “Liberiamo San Francesco del Prato”, si pone l’obiettivo di raccogliere fondi per l’intervento e di mettere in luce la lunga e affascinante storia del complesso. Il tutto promosso e coordinato dal “Comitato per San Francesco del Prato”, costituito con lo scopo di promuovere e sostenere il restauro della chiesa e la riapertura alla città e al culto, ad eventi musicali, accademici e culturali. E non ultimo, alla riconsegna di questa meraviglia ai Frati Minori Conventuali, che 800 anni or sono, l’hanno edificata.
La chiesa è stata data in concessione alla Diocesi nel febbraio del 2018, per disponibilità dell’Università. Grazie poi alla costituzione del Comitato si è potuto provvedere al completamento e all’aggiornamento del progetto originale. Il cantiere è stato aperto il 3 settembre 2018 e ad oggi sta proseguendo secondo i programmi prestabiliti, concentrandosi sulla fase di consolidamento strutturale e restauro della preziosa facciata.
Finanziato dalla Fondazione Cariparma, il progetto, redatto dal prof. Paolo Marconi, ed approvato dalla Soprintendenza nel 2004, è stato rivisto e adeguato alle attuali necessità e normative dall’arch. Giorgio Della Longa (già collaboratore del prof. Marconi) che ne ha curato la progettazione architettonica e che svolge il ruolo di supervisore. L’adeguamento sismico è invece opera dell’ing. Giovanni Cangi, progettista e direttore dei lavori strutturali.
UNO “SCRIGNO” PER RACCONTARE UN PEZZO DI STORIA
San Francesco del Prato ha una storia travagliata, dall’epoca napoleonica fino al 1992 da Chiesa fu trasformato in carcere. Un gioiello nascosto a cui finalmente è stato riconosciuto il suo immenso valore storico e culturale, portando così allo sviluppo di un progetto per il suo completo restauro. La prima fase dei lavori ha visto l’eliminazione dalla facciata delle inferriate del carcere, che da oltre 200 anni deturpavano, in più punti, la sobria architettura del complesso architettonico. L’agenzia Areaitalia, che si occupa della campagna di comunicazione per la raccolta fondi, ha voluto dare valore a questo “pezzo di storia” rendendolo il simbolo tangibile della rinascita della Chiesa.
Sono stati creati quindi dei cofanetti contenenti ognuno una sezione delle grate carcerarie. Il messaggio portante della campagna “Liberiamo San Francesco del Prato” viene espresso simbolicamente proprio da questi pezzi di grata, tagliati accuratamente in corrispondenza dello snodo e numerati uno ad uno. All’interno del cofanetto oltre alla grata del carcere troviamo un opuscolo che racconta la storia della chiesa con foto suggestive e frasi francescane e il certificato di autenticità che ne garantisce la provenienza certa e l'unicità. Un cordino sigilla la confezione (che ricorda il cingolo che indossano i frati) fissato con ceralacca marchiata. Infine, per consentire l’esposizione della riproduzione della finestra carceraria sono stati realizzati con i tagli di lavorazione cartotecnica due alloggiamenti che permettono di collocarla agevolmente ovunque si voglia. Il cofanetto è stato realizzato con materiali volutamente poveri e con linee semplici ed eleganti, una confezione "green" che riflette lo spirito francescano. Un progetto che rispetta l’ambiente anche nella scelta del contenitore esterno e degli imballaggi che non contengono plastica ma solo carta riciclata. Realizzati in numero limitato, questi cofanetti saranno consegnati a coloro che avranno donato on-line e che potranno ricevere un segno tangibile del loro contributo (sanfrancescodelprato.it).
In Piazza Garibaldi a Parma sarà presente un’importante installazione dove saranno collocati: una delle inferriate rimosse dalla facciata, uno scrigno con il cofanetto, alcune pannellature di approfondimento sulla storia della Chiesa e le modalità per contribuire alla raccolta fondi popolare.
Crédit Agricole Italia darà visibilità alla campagna stessa, allestendo le filiali cittadine con poster di “Liberiamo San Francesco del Prato” posizionando inoltre totem di comunicazione con il cofanetto, fisicamente inserito in una teca.
Cofanetti contenenti ognuno una sezione delle grate carcerarie credit Francesca Bocchia
VISITE IN QUOTA TRA LE MERAVIGLIE DAI MILLE COLORI
L’intervento di restauro della facciata, che si sviluppa su circa 600 mq, terminerà tra giugno e luglio del 2019. Solo nei weekend, da metà estate fino a cantiere ultimato, sarà possibile partecipare ad una serie di visite guidate per conoscere e ammirare al meglio la facciata, dal basso verso l’alto, con una prima parte propedeutica dedicata all’illustrazione della storia della chiesa e una seconda in quota. Le visite dall’alto offriranno l’occasione eccezionale di ammirare da vicino il grande rosone a 16 raggi e il raffinato decoro delle formelle policrome, ma anche di godere di uno straordinario panorama sul centro storico con un’inedita vista sulla vicina cattedrale. A tal proposito, verrà allestito un ascensore per raggiungere il rosone e un info point sul sagrato per ricevere tutte le informazioni necessarie riguardanti San Francesco del Prato. La visita sarà aperta a gruppi di 10 persone con prenotazione soltanto online sul sito sanfrancescodelprato.it
La quota di 10 euro a persona andrà interamente a sostenere il restauro della chiesa.
San Francesco del Prato - Rosone - Credit Giuseppe Bigliardi
L’OMAGGIO DEL FESTIVAL VERDI APRE UNA SINFONIA DI APPUNTAMENTI
Un progetto così significativo e suggestivo non poteva che ricevere doverosi attestati di stima da parte del mondo della cultura. Grazie al partenariato con la Fondazione Teatro Regio, San Francesco del Prato ospiterà la prima di Luisa Miller, nell’ambito del Festival Verdi 2019, con la regia di Lev Dodin, il cui debutto è fissato per il 28 settembre 2019 (repliche il 5, il 12 e il 19 ottobre). L’opera verrà allestita durante i lavori di restauro, trasformando la chiesa-cantiere in teatro e offrendo un’occasione irripetibile di assistere alla rappresentazione in una scenografia unica, della quale anche i ponteggi saranno parte integrante. Ma quella della rassegna che è a tutti gli effetti diventata un festival lirico di respiro internazionale, capace di richiamare ogni anno un pubblico numerosissimo ed eterogeneo, è solo una delle tante iniziative culturali che circondano un cantiere che promette colpi di scena.
Nel 2019 la Tortellata di San Giovanni del 23 giugno, la visita del Cardinal Ravasi del 29 settembre e il Transito di San Francesco del 3 ottobre si aggiungono per comporre un calendario di eventi che restituisce nuova vita alla pietra di questo gigante per troppo tempo rimasto assopito. È inoltre in corso di formazione un comitato di esperti che avrà il ruolo di curare una pubblicazione sulla chiesa e l’allestimento di una mostra inerente. Ancora da confermare, infine, il concerto di Massimo Quarta e Orchestra su musiche di Niccolò Paganini, con ingresso a offerta libera pro-restauro.
Da qui a fine 2019, gli eventi di promozione o a sostegno dell’iniziativa saranno affiancati dall’allestimento di un gazebo informativo itinerante e “green”. Saranno disponibili volontari che avranno il compito di comunicare aggiornamenti sullo stato del restauro e sulle modalità di donazione.
San Francesco del Prato - Lavori in corso - Credit Francesca Bocchia
ANCHE I RONDONI TROVANO CASA A SAN FRANCESCO
I rondoni sono una specie abituata a stabilirsi nelle buche pontaie dei palazzi antichi. L’intervento sul complesso di San Francesco del Prato ha creato le condizioni per salvare quelli presenti nella struttura della chiesa, che ne conta 300 solo nell’abside. Su suggerimento del prof. Andrea Beseghi (Liceo Ulivi di Parma) e del prof. Francesco Mezzatesta (Gruppo Rondoni Italia) sono stati installati in cantiere nidi artificiali sul ponteggio. Questi permettono ai rondoni - autentici antizanzare naturali e costruttori di nidi troppo piccoli per piccioni e altri uccelli infestanti - di tornare a nidificare anche in questa stagione.
Si tratta delle prime sperimentazioni in Italia su un cantiere attivo. Inoltre, le maestranze hanno ideato una soluzione tecnica e disegnato un’innovativa intelaiatura da inserire proprio nelle suddette buche per consentire la nidificazione, una volta terminati i lavori.
UN ASSIST AL RESTAURO
Sabato 20 aprile 2019, durante la partita di calcio Parma-Milan, un gruppo di giovani scenderà sul terreno di gioco dello Stadio Tardini, al momento dell’intervallo, mostrando con orgoglio un lungo striscione con la scritta “Insieme per San Francesco”.
MODALITÀ DI DONAZIONE
La raccolta fondi ad oggi ha raggiunto 3,5 milioni di euro, grazie all’intervento di Fondazione Cariparma, che ha già messo a disposizione 2 milioni di euro, del Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, Famiglia Chiesi, Barilla, Faac e di numerosi altri partner. Ora si attende la generosità di tutti coloro che hanno a cuore la “rinascita” della chiesa.
Il sostenitore versa una cifra a piacere sul sito sanfrancescodelprato.it tramite carta di credito o bonifico. In base all’importo dell’offerta, oltre alla presenza nel registro dei donors, saranno proposti un oggetto o un’attività come segno di ringraziamento:
- a partire da 10 euro: visita in quota sino al rosone
- a partire da 30 euro: un gadget eco-friendly
- a partire da 200 euro: un cofanetto con taglio dell’inferriata e librettino con foto e frasi francescane.
È possibile sostenere il progetto attraverso una libera erogazione, beneficiando dell’Art Bonus, che consente il recupero fiscale del 65%, in tre anni, dell’importo donato sia da cittadini sia da imprese.
BENEFICIARIO Diocesi di Parma
IBAN IT02N0623012700000038406827 c/o Crédit Agricole Italia
CAUSALE Art Bonus – Diocesi di Parma – San Francesco del Prato – Parma – Codice Fiscale o P. Iva del donante.
San Francesco del Prato - Facciata - Dopo il restauro
La straordinaria Orchestra Pistapòci sabato 13 aprile alle 20.30. Una spettacolare orchestra di duecentocinquanta bambini e ragazzi, dagli otto ai diciassette anni in scena al Teatro Regio di Parma.
Parma -
Sabato 13 aprile, alle ore 20.30, il palcoscenico del Teatro Regio sarà invaso da una spettacolare orchestra di oltre duecentocinquanta bambini e ragazzi, dagli otto ai diciassette anni: l’Orchestra Pistapòci. Si tratterà, in realtà, di quattro gruppi che si alterneranno sul palcoscenico, dato che nemmeno il nostro storico teatro potrebbe contenere tutta insieme una simile massa di musicisti.
Ma che cos’è l’Orchestra Pistapòci?
Si tratta di un originale progetto didattico-musicale nato da un’idea di Francesco Sgorbani all’interno della Scuola di Musica Cem Lira di Parma, e realizzato con il fondamentale sostegno economico della Regione Emilia-Romagna che in questi anni ha deciso di investire sulla musica e sulla diffusione della cultura musicale, appoggiandosi ad una rete di scuole musicali di qualità diffuse sul territorio. Nata tre anni fa, l’Orchestra Pistapòci si rivolge a ragazzi dalla scuola primaria alla secondaria superiore, offrendo a chi lo desidera la possibilità di suonare uno strumento, ma soprattutto di fare subito musica insieme agli altri: lo studio individuale dello strumento viene dopo, non prima della musica d’insieme; per partecipare ad una esecuzione orchestrale basta saper fare anche una sola nota, al momento giusto; ed è proprio il suonare insieme agli altri che crea nei ragazzi la motivazione per approfondire lo studio di uno strumento.
Ma questo non è l’unico punto di originalità del progetto: c’è il repertorio, fortemente connotato dalla modernità, fatto di brani scelti tra quelli che i ragazzi d’oggi ascoltano; c’è lo staff degli insegnanti, formato sia da musicisti di estrazione accademica, ben ferrati sul fronte musicale e didattico, sia da musicisti autodidatti, strumentisti che sono arrivati alla musica attraverso una strada differente, più vicina ai modi di apprendimento spontaneo dei ragazzi; c’è la scelta degli strumenti, che non si limita a quelli della tradizione, ma si apre alla contemporaneità lasciando spazio all’elettronica, alle loop station, e sa dare spazio sia alla vocalità tradizionale sia al beat box e al canto rap. C’è, soprattutto, l’”inclusività” del progetto, che lascia la porta aperta a tutti, senza fare selezioni, che mira a trovare per tutti uno spazio all’interno del progetto e non a far emergere i migliori a scapito degli altri.
Sul palcoscenico del Regio vedremo dunque e ascolteremo ragazzi dell’IC Sanvitale-Fra Salimbene, dell’IC Salvo d’Acquisto, dell’IC Toscanini e della Scuola “A.Chieppi”, di Parma; dell’IC di Torrile; dell’IC di Sorbolo; ed anche del Liceo Marconi e del Liceo Musicale Bertolucci, ragazzi questi ultimi che hanno aderito al progetto con la formula dell’alternanza Scuola / Lavoro, partecipando al lavoro dell’Orchestra sia come musicisti sia come “assistenti” degli insegnanti, e vivendo dunque un duplice ruolo, attivo e passivo, all’interno di un complesso e stimolante percorso educativo.
Sul palcoscenico, ovviamente, i ragazzi saranno guidati dai loro insegnanti: Leonardo Morini, Diletta Longhi e Giusy Di Gerlando - canto corale; Marcello Canuti - percussioni; Renata Orlandoni, Antonio Piccirilli e Luca Sutto - tastiere; Aryuna Iacci, Roberto Balzani, Luca Valerio e Davide Buzzi - chitarre; Gianmaria Dazzi - strumenti a fiato; Fabio Carima e Danilo Puzello (Dank & Dhap) - freestyle e beat-box; ed infine Francesco Sgorbani, direttore dell’intera compagine orchestrale.
In alcuni momenti saliranno sul palco, ad affiancare i ragazzi, anche alcuni ospiti professionisti, che hanno accettato di prestare gratuitamente il loro contributo al progetto: Sara Loreni, Gitta De Ridder (UK), Divi di Hollywood, The Manelly’s, Jasmine Furlotti, Le Nadrettes, Alan Scaffardi, Antonio Benassi, gli R.C.C. Gospel Choir, il Coro Ars Canto G.Verdi e il Coro del Liceo Marconi.
SABATO 13 APRILE
Il Teatro più bello apre le porte per l'Orchestra più acclamata in città!
■ BIGLIETTI
Biglietto Platea: 15 euro
Biglietti Palchi: 10 euro
Prevendite disponibili da mercoledì 10 aprile a sabato 13 aprile, presso Cem Lira - Centro Educazione Musicale
Viale Solferino, 25, 43123 Parma PR
Orari di apertura:
Mercoledì 14.30 - 18.30
Giovedì - Venerdì 9.30 - 18.30
Sabato 9.30 - 11.30
Vendita diretta presso la biglietteria del teatro Regio solo la sera dello spettacolo (fino ad esaurimento posti)
Per chi è alla ricerca di un luogo speciale in cui trascorrere i lunghi ponti di primavera, Parma è la meta ideale. Per chi ama l’arte e la storia, un centro dove l’arte romanica e il Rinascimento si danno la mano. Per chi è alla ricerca di bontà, Parma rappresenta una vera e propria tavola imbandita di ogni sapore. Capitale Italiana della Cultura per il 2020, sta già scaldando “i motori” della creatività. La petite Paris non è mai stata così grande.
MOSTRA IL SORPASSO, DAL FILM ICONA AL BOOM DEGLI ANNI 60
Palazzo del Governatore, nella centralissima Piazza Garibaldi, è il quartier generale di mostre ed esposizioni temporanee. Fino al 5 maggio, ad aprire il programma culturale della primavera della città ducale è una mostra dal nome iconico: “Il sorpasso. Quando l’Italia si mise a correre, 1946-1961”. Oltre 160 fotografie, documentari e video installazioni compongono, in dieci sezioni tematiche pensate da Enrico Menduni e Gabriele D’Autilia, un racconto collettivo per immagini che fa rivivere i tempi duri della ricostruzione del Paese, dopo la devastazione della seconda guerra mondiale e verso il boom economico degli anni ’60.
Dopo il successo di Roma, a Palazzo Braschi, la mostra arriva a Parma dove è stata pensata, grazie alla collaborazione fra lo Csac - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, l’Istituto Luce - Cinecittàe l’archivio Publifoto.
Autori italiani e stranieri a confronto, grandi firme della fotografia e artisti indipendenti: la mostra raccoglie, fra gli altri, scatti di Gianni Berengo Gardin, Fulvio Roiter, Cecilia Mangini, Federico Patellani, Caio Mario Garrubba, Pepi Merisio, Wanda Wultz, Tazio Secchiaroli, Ferruccio Leiss, Romano Cagnoni, Walter Mori, Bruno Munari, Italo Insolera, Italo Zannier e, fra gli stranieri, quelli dei grandi Willian Klein, Alfred Eisenstaedt e Gordon Parks.
Foto e informazioni sulla mostra
VERSO CONTAMINA
Fino al 21 giugno la musica “contamina” la città di emozioni, nel nome dell’integrazione multiculturale. Quattro appuntamenti, 30 artisti – fra cui Paolo Jannacci, Omar Pedrini e Avion Travel - e tre sedi, la Casa della Musica, al centro del distretto musicale di Piazzale San Francesco, il Campus Industry, per le note più rock, con il gran finale del 21 giugno in Piazza Garibaldicon gli Avion Travel.
Ecco il Dna della rassegna “Verso Contamina”, organizzata dal Comune di Parma, in collaborazione con Capas – Centro per le attività e le professioni dell’arte dell’ateneo di Parma. Sabato 20 aprile doppio appuntamento con Paolo Jannacci per un incontro alle 17 presso Casa della Musica e un concerto alle 21 al Campus Industry. Alla Casa della Musica venerdì 10 maggio tocca a Omar Pedrini parlare di hip hop alle 17, per poi raccontarsi al Campus Industry con le sue canzoni in concerto alle 21.
Gran finale venerdì 21 giugno, in concomitanza con la Festa della Musica, con gli Avion Travel che incontreranno il pubblico alle ore 17 alla Casa della Musica, durante la conversazione incentrata su “Il Germe della Ribellione - Le vere armi son la parola, la musica e la poesia” e successivamente si esibiranno in un concerto gratuito in Piazza Garibaldi. Per tutte le informazioni su modalità di ingresso e svolgimento delle iniziative Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
CIBUS OFF E CASEIFICI APERTI
Ad aprile Parma fiorisce, portando in piazza tutti i suoi sapori e i grandi prodotti della Food Valley italiana più golosa, dove si produce un quinto delle Dop e delle Igp del Belpaese. Non bastano? Cooking showe incontri con grandi chef, sia del territorio sia del panorama nazionale, sono una delle migliori ragioni per fare un salto a Parma in questo periodo. Intanto perché torna, per la seconda edizione, Cibus Off, un vero fuori salone del gusto. Dal 6 al 14 aprile, Cibus Off farà da cornice a Cibus Connect, spin off del celebre salone biennale Cibus, dedicato allo sviluppo internazionale del made in Italy.
PARMA 360 REGINA DELLA CREATIVITÁ
Dal 6 aprile al 19 maggio a Parma si parla di idee con la quarta edizione di Parma 360 - Festival della creatività contemporanea che prende il via nel segno di Leonardo da Vinci nell'anno che ne ricorda i 500 anni dalla scomparsa. Con la direzione artistica di Camilla Mineo e Chiara Canali.
L'eredità creativa e tecnologica di Leonardo da Vinci propone al grande pubblico mostre ed eventi diffusi in città, toccando oltre 50 luoghi, fra cui alcuni indirizzi iconici come il ponte Romano, Piazza della Steccata, i borghi del centro, così come le periferie e il suggestivo Oltretorrente, il “Trastevere” parmigiano.
GIARDINI GOURMET
È già uno degli appuntamenti cult della bella stagione di Parma e quest’anno concederà il bis, con una sessione primaverile e una autunnale. Torna l’appuntamento con Giardini Gourmet, il modo migliore per sentirsi bene a casa d’altri, grazie all’apertura di luoghi e spazi di solito off limits al pubblico che, invece, potrà scoprire inediti percorsi d’arte e cultura, affiancandoli a piacevoli occasioni gourmand. Appuntamento nei fine settimana, dal 10 al 12 maggio per quattro date, fino all’1 e 2 giugno e poi di nuovo nei venerdì sera del 6, 13, 20 e 27 settembre.
L’occasione è imperdibile: arte, buon cibo e musica in onore dei parmigiani che hanno reso grande la città anche con le loro note, da Giuseppe Verdi ad Arturo Toscanini. Loro firmano la partitura musicale delle serate, ma in cucina c’è tutto il saper fare di Parma Quality Restaurants, con il coinvolgimento di importanti aziende alimentari e di alcuni consorzi di tutela.
TUTTI PAZZI PER LA MILLE MIGLIA
Dal 15 al 18 maggio scatta la 37sima edizione della 1000 Miglia che, anche quest’anno, passerà per Parma, nella mattinata di sabato 18, nella sua corsa a ritroso da Roma a Brescia. La grande corsa d’epoca farà ben tre passaggi a zonzo per la Food Valley, dalle colline alla Bassa, da Langhirano e Torrechiara, fino a Busseto. Si tratta di una buona occasione per andare alla scoperta di luoghi tanto suggestivi, resi unici dalla sfilata delle 430 eleganti signore, già perfette ambasciatrici del made in Italy nel mondo.
IL LEONARDO DI PARMA: LA SCAPILIATA E LE ALTRE
È una delle ragazze più dolci e raffinate di Leonardo da Vinci, ma anche uno dei rebus più belli della storia dell’arte. Dipinta a terra ombra, ambra inverdita e biacca La Scapiliata è, da sempre, uno dei capolavori più amati, fra quelli custoditi nella collezione del Complesso Monumentale della Pilotta di Parma.
Misure minime – 24,7 cm x 21 cm – immensa dolcezza, questa testa di donna si trova a Parma fin dal Settecento e da allora sono in molti a fare un viaggio in città per ammirare quella ragazza spettinata che Leonardo abbozzò intorno al 1510.
Dal 18 maggio al 12 agosto anche Parma celebra il cinquecentenario vinciano con una mostra disegnata intorno a questo volto di fanciulla. La fortuna de La Scapiliata di Leonardo da Vinci proverà a tracciare il valore di quest’opera con una serie di confronti d’autore, chiamando a raccolta opere di Bernardino Luini, del Maestro della Pala sforzesca che saranno messi a confronto – con la curatela di Pietro Cesare Marani, fra i principali esperti di Leonardo da Vinci – anche con alcuni disegni di Leonardo conservati nelle collezioni di di Windsor.
Modena rende omaggio a Franco Fontana (1933), uno dei suoi artisti più importanti e tra i più conosciuti a livello internazionale.
Fino al 25 agosto 2019, FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE, nelle tre sedi della Palazzina dei Giardini, del MATA - Ex Manifattura Tabacchi e della Sala Grande di Palazzo Santa Margherita, ospita la mostra, dal titolo Sintesi, che ripercorre oltre sessant’anni di carriera dell’artista modenese e traccia i suoi rapporti con alcuni dei più autorevoli autori della fotografia del Novecento.
Le sue fotografie sono state spesso associate alla pittura astratta modernista, per la quale il colore è un elemento centrale, mentre le linee geometriche delle forme dissimulano la rappresentazione della realtà. Questo suo innovativo approccio si è imposto, a partire dagli anni sessanta del secolo scorso, come una carica innovatrice nel campo della fotografia creativa a colori.
FRANCO FONTANA
Franco Fontana è nato a Modena nel 1933, dove vive e lavora. Tra le principali personali si ricordano Vita Nova, Palazzo Ducale, Genova (2014); La luz del paisaje, IVAM, Valencia (2011); Franco Fontana, Museo de Bellas Artes, Buenos Aires (2007); Ombre e colori, Palazzo Reale, Milano (2004); Franco Fontana, Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino (2001); Sorpresi nella luce americana, Galleria Civica, Modena (2000); Varivalokuvia fargfotografier, Finnish Museum of Photography, Helsinki (1990). Le sue opere fanno parte di importanti collezioni museali internazionali tra le quali Maison Européenne de la Photographie, Parigi; International Museum of Photography, Rochester, NY; Museum of Modern Art, San Francisco; Ludwig Museum, Colonia; Pushkin Museum, Mosca; Stedelijk Museum, Amsterdam; Metropolitan Museum, Tokyo; Musée d'Art moderne, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra. Ha tenuto workshop e conferenze al Guggenheim Museum di New York, all’Institute of Technology di Tokyo, all’Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles, all’Università di Toronto. Ha collaborato con il Centre Georges Pompidou, il Ministero della Cultura giapponese e il Ministero della Cultura francese.
FRANCO FONTANA. SINTESI
Modena, FMAV - FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE 23 marzo - 25 agosto 2019
Sedi espositive
Palazzo Santa Margherita, Sala Grande, Corso Canalgrande 103, Modena Palazzina dei Giardini, Corso Cavour 2, Modena MATA - Ex Manifattura Tabacchi, via della Manifattura dei Tabacchi 83, Modena
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