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A San Valentino, il Laboratorio Gastronomico dei Fratelli Spigaroli, a Polesine Parmense (PR), diventa un laboratorio romantico

Parma, 10 febbraio 2014

In un mondo che ci propone giorno dopo giorno cambiamenti radicali ed innovazioni tecnlogiche che si riflettono sulla mutazione genetica di usanze ed abitudini radicate nelle culture, la tradizione di San Valentino – forse perché fondata su una base solida come l'amore – è ancora difficile da pensare scollegata da un immaginario in cui per poche ore tutto si ferma e al centro rimangono solo gli innamorati.

La stessa idea di arrestare gli ingranaggi del tempo è la base che da sempre ispira il ristorante "Al Cavallino Bianco", Laboratorio Gastronomico dalle svariate identità fortemente voluto da Luciano Spigaroli, fratello dello chef Massimo, i cui nomi sono inevitabilmente legati a quello dell'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR).
Per offrire un San Valentino all'insegna della tradizione di un territorio, il ristorante "Al Cavallino Bianco" propone una serata di buona cucina accompagnata dalle più belle canzoni d'amore italiane e da un repertorio internazionale da pelle d'oca, nell'interpretazione del duo Francesco ed Alessia, che, a conclusione della serata, lasciano il microfono a chi desidera cimentarsi in un gran finale karaoke.
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Il menu – proposto al costo di 55 euro a persona, tutto compreso – si apre con un brindisi che vede, protagonisti nel bicchiere, le bollicine rosate del "Rosa di Corte", lo Strologo brut metodo classico e analcolici alla frutta, a bagnare un antipasto di piccole stuzzicherie sfiziose, Culatello di Zibello con pane bianco, spalla cotta calda con le focaccine, gran gentile con torta salata, Parmigiano Reggiano di Collina. Si prosegue con gamberi d'acqua salmastra con germogli d'orto al condimento Spigaroli oppure tortino di parmigiano e tartufo, risotto allo Champagne o tagliolini allo storione, filettino di salmone con spinacine e croccante di carciofo o faraona ricoperta di Culatello e cotta nella creta del Po con le sue verdure. Per concludere, gran buffet di frutta, gelati e dolci di San Valentino, Caffetteria e digestivi con piccolo bar.
Ad innaffiare l'intera serata, Sorriso di Cielo Malvasia Quieto – La Tosa, Ronco delle Ginestre 2006 – Castelluccio e Tanit Passito di Pantelleria.

(Fonte: ufficio stampa Ella studio)
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Sabato, 08 Febbraio 2014 11:16

Voi mangiate...al resto ci pensa la Musica

 Di Chiara Marando – Parma 08 Febbraio 2014

La cornice è quella del Castello di Torrechiara, in provincia di Parma, con la sua atmosfera dal fascino immortale, le sue colline silenziose e rasserenanti, un angolo da fiaba fermo nel tempo. La storia è quella della famiglia Vicari, una storia semplice, fatta di legami forti e tanta passione per il proprio territorio. Era il 1981 quando Gianquinto sostenuto dal fratello Maurizio, propone ai genitori Maria e Mario di rendere viva la loro abitazione, farne un ristorante che potesse essere un punto di riferimento dove incontrarsi, mangiare e sentirsi come a casa. Da questa semplice idea è nato il Ristorante “Al Mulino”, piccola oasi all’ombra del castello, luogo che conserva ancora oggi un’anima genuina, avulsa dalla modernità dirompente. Un’attività tutta in famiglia, Maurizio in  cucina dove mette in pratica i preziosi insegnamenti di mamma Maria, e “Quinto” in sala, perfetto oste ed intrattenitore dalla vitalità spiccata.

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L’immagine è quella di una costruzione deliziosamente rustica, alle cui spalle si estende la storica vigna, piacevole location estiva per spettacoli ed eventi a tema. L’interno è arredato con accogliente semplicità:  tavoli in legno, luci calde ed avvolgenti, quadri e foto alle pareti ed un continuo via vai di affezionati clienti che non perdono mai una serata in compagnia, magari allietata da contributi musicali. Già, perché non è raro sentire le dolci note di una chitarra accompagnate dalla morbida voce di Gianquinto, oppure dei tanti artisti che improvvisano coinvolgenti concerti, un mix capace di rendere una cena speciale. La musica è da sempre parte integrante del “Mulino”, non a caso Quinto ha seguito questa sua vocazione fondando , insieme al figlio Emilio, le “Anime Salve”, una realtà composta da musicisti che insieme danno vita ad un vero e proprio tributo in memoria del  grande poeta Fabrizio De Andrè. Ormai da quindici anni si esibiscono in tutta Italia, trascinando il pubblico e dando corpo a quelle emozioni che solo la musica sa creare.

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Un luogo dove poter lasciare da parte la stressante quotidianità e salutare per qualche ora pensieri e problemi facendosi coccolare da un ambiente rassicurante, un concetto che De Andrè esprimeva al meglio nella sua meravigliosa canzone “Amico Fragile”:  “…Potevo attraversare litri e litri di coralloper raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci…” 

E dato che anche il cibo concilia il buonumore ecco che potrete scegliere tra i piatti della cucina parmigiana per completare al meglio il quadro di una serata da ricordare. Il mio consiglio è quello di provare i profumati salumi misti accompagnati dall’intramontabile Torta Fritta e dalla specialità della casa, la sfiziosa Salsa Egisto, a base di cipolle rosse di Tropea, un vero e proprio must del locale. Poi potrete continuare con i classici tortelli di zucca, erbetta e patate con la gustosa variante al sugo di funghi oppure speck, e ancora la Bomba di riso ripiena di carne di vitello e maiale oppure la pasta del giorno condita con sugo di soffritto e salamino. Se passiamo ai secondi allora largo alla carne con le grigliate oppure il saporito Filetto “Rosa di Parma” magari servito con patate arrosto. Come sempre questi sono solo alcuni esempi per stuzzicare l’appetito. Ma non dimentichiamoci dei dolci: Semifreddo del Mulino, da scoprire, e Torte della casa come quella di mele, limone e la classica crostata con marmellata di prugne.

Qui la tradizione si sposa con l’evoluzione dei tempi che cambiano conservando quel tocco di romanticismo che non guasta mai. A pensarci bene si sta avvicinando San Valentino…provate a cliccare qui.

 

Bar Ristorante Al Mulino

Strada Mulino, 12, 43010 Torrechiara Parma

Tel. 0521 355122

www.mulinoditorrechiara.it

www.animesalve.it

 

 

 

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Sabato, 01 Febbraio 2014 11:16

Storie di cucina

 Di Chiara Marando – Parma 1 Febbraio 2014

Ci sono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, piccoli scrigni della memoria dove il passato viene gelosamente custodito e tramandato. Spazi nei quali si respira un’atmosfera come sospesa, dove gli occhi delle persone raccontano una storia, la loro storia, fatta di piccole abitudini, tradizione, tanto lavoro e passione. Sono lì, immutati e sicuri, quasi nascosti ad osservare una modernità che non li scalfisce.

 La Trattoria da Antonia è uno di questi “angoli antichi”, una realtà che porta avanti la cultura gastronomica parmigiana ormai da quarant’anni. Era il 1973 quando Antonia e suo marito Sergio hanno deciso di aprire il ristorante lavorando con tenacia giorno e notte. Antonia ai fornelli, dove ha fatto tesoro dei preziosi insegnamenti di sua madre, ricette di famiglia che ricalcano fedelmente la parmigianità genuina delle cose buone, e Sergio in sala, perfetto intrattenitore e gestore, capace di creare un legame quasi famigliare con la clientela. Il menù è quello tipico, piatti dal sapore corposo  che parlano del territorio, cucinati come una volta, lentamente, quando le cose si facevano “come si deve”.

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Oggi come ieri nulla è cambiato, tutto è rimasto uguale, le piccole stanze del locale profumano ancora di tradizione, trasmettono una tranquillità casalinga, ed in sala continua ad accogliere e servire gli avventori Paola, fedele collaboratrice da ormai vent’anni.  Anche il menù non è mutato e gli affezionati sanno che il mercoledì è la giornata dei bolliti da gustare con le salse, mentre il giovedì trionfa la Trippa alla Parmigiana, uno dei cavalli di battaglia. Tutti i giorni la sveglia è alle sei del mattino, si prepara il necessario, si impasta  e si stende la sfoglia  fresca, consapevoli che i favolosi Tortelli di Zucca,  Patate ed Erbetta non possono mai mancare, esattamente con i Cappelletti ed i Passatelli in brodo. Anche le golose Tagliatelle al ragù di salamino sono ormai diventate un appuntamento fisso per i clienti, costretti poi a decidere se proseguire il pasto con una succulenta Punta Ripiena accompagnata da sfiziose patate al forno, Brasato di Manzo, Stracotto di Puledro oppure Coniglio alla cacciatore e Anatra all’arancia.

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Antonia è rimasta a sorvegliare la cucina e continua a dispensare i suoi consigli ma le redini dell’attività ora sono nelle mani della figlia Giovanna e suo marito Roberto, responsabile  del banco  e della contabilità. Come si dice in questi casi “tale madre tale figlia” perché Giovanna è una cuoca eccezionale ed ha carpito i segreti culinari mettendoli prontamente in pratica. Inoltre è lei la vera pasticcera di casa, l’unica a preparare le squisite varietà di torte da cui farsi tentare, da quelle tradizionali come le crostate, alla cheese cake, a quella limoncello oppure ricotta e cioccolato. Vi consiglio di provare il suo speciale Tiramisù, più che goloso.

E ricordatevi che la Trattoria è aperta dal lunedì al venerdì e solo a pranzo, perché è vero che bisogna lavorare, ma per farlo al meglio è necessario anche riposare.

 

Bar Trattoria Da Antonia

Strada Pomponio Torelli, 54, 

43123 Parma, Italia

Tel. 0521 460557

 

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L'esposizione nella Pasticceria Remondini di Largo San Giorgio, s'arricchisce con due nuove figurine d'epoca: protagonista il cioccolato -

Modena, 18 gennaio 2014 -

"Quando anche l'occhio vuole la sua parte...". Dolci che catturano lo sguardo, immagini che fanno lo stesso. Binomio azzeccato quello proposto dalla storica Pasticceria Remondini in collaborazione col Museo della Figurina di Modena. Messo a punto in occasione delle appena trascorse festività natalizie, l'originale allestimento di preziose quanto ricercate immagini d'epoca raffiguranti prelibatezze dolciarie di fine XIX° ed inizio XX° secolo, all'interno dello storico locale di largo San Giorgio, non ha mancato di suscitare curiosità ed interesse tra gli avventori della pasticceria abituali e non, alcuni dei quali anche stranieri.

Il buon esito della collaborazione – che prosegue - ha contribuito ad arricchire ulteriormente l'esposizione, variando i soggetti. Un paio di nuove immagini hanno di fatto sostituito quelle più tipiche del Natale presenti fino a qualche giorno fa; e il nuovo protagonista da ammirare è in questo caso uno degli ingredienti principe dell'arte pasticcera: il cioccolato.

Le stampe rimarranno esposte fino al periodo di carnevale.

(Fonte: ufficio stampa Nevent)

 

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Sabato, 18 Gennaio 2014 11:13

"Street Food" mania!

 

Di Chiara Marando – Parma 18 Gennaio 2014

Street Food, ovvero il cibo da strada, quello che si mangia camminando. Non una semplice moda passeggera, ma una vera e propria arte di proporre sfiziose specialità locali, un’alternativa  veloce e stuzzicante di concepire l’alimentazione, nonché il biglietto da visita della tradizione gastronomica di ogni Paese. Si può dire di conoscere realmente la quotidianità di un popolo e la sua cultura solo facendosi catturare dai profumi inebrianti e dal gusto invitante delle leccornie vendute lungo la strada. In poche parole città che vai Street Food che trovi.

Che si visiti una metropoli cosmopolita come New York, Vienna o Londra, oppure città più conservatrici, il concetto non cambia, ovunque si possono assaggiare cibi diversi ed apprezzarne la storia di cui sono silenziosi interpreti. Poche le caratteristiche principali: economicità, comodità e facile reperibilità. Ma non deve mancare l’elemento dominante, quello della territorialità delle materie prime, baluardi di una tradizione da conservare e promuovere. Esiste addirittura un decalogo del “Buon Artigiano del Gusto” dove vengono sancite le regole per un perfetto Street Food.

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Ogni chiosco riesce a trasmettere la passione per la cucina e per la sua semplice genuinità legata alla storia popolare, quella più verace e dai sapori corposi ed avvolgenti.  Esempi lampanti dello Street Food all’italiana sono l’irrinunciabile Trancio di pizza al taglio ed il più antico cono gelato artigianale, ideali per uno spuntino consumato passeggiando. Inutile dire che l’Italia vanta molteplici specialità di cibo da strada: Arancini di riso, Piadina Romagnola, Torta Fritta di Parma, Focaccia di Recco, Borlengo Modenese, Panino con Lampredotto fiorentino, Arrosticini Abruzzesi, Olive all’ascolana e Mozzarelline fritte. Questi sono solo alcuni esempi di quello che lo Stivale può offrire, e non è un caso se nella Top Ten delle città nelle quali si trova il miglior Street Food, stilata dalla celebre rivista “Forbes”, Palermo è al quinto posto nel mondo ed al primo in Europa con le sue squisitezze. Se desiderate qualche informazione in più potete cliccare su www.streetfood.it , e per qualche idea utile qui www.streetfooditalia.it

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Ma anche l’Europa propone una gastronomia “Street” di tutto rispetto. Che cosa sarebbe Parigi senza le sue Baguette fragranti, ottimo spezza fame per qualsiasi ora del giorno? Poi c’è la Germania, in una parola sola Bradwurst, il simbolo della cucina tedesca da accompagnare con una birra fresca ed aromatica. E se capitate in Grecia non potete farvi mancare il Gyros pita, un panino ripieno di carne di maiale condito con la salsa tzatziki a base di yogurt.

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Di origine asiatica, ma presenti  da tempo nelle grandi capitali europee, sono gli ottimi Noodles, ossia spaghettini saltati con verdure, pesce o carne, gli Involtini primavera, le Omelette a base di ostriche ed ovviamente il Riso alla cantonese. Londra è un mix fantastico di tutte queste culture e nei suoi mercati si possono trovare influenze di ogni nazionalità, qualsiasi desiderio mangereccio potrà essere soddisfatto dalla ricca offerta di bancarelle e chioschi tra i quali gli aromi si confondo in un turbine di colori e voci. La stessa energia contagiosa si può respirare nel Mercato della Boqueria di Barcellona, una location affascinante nel centro cittadino, un cuore pulsante dove lasciarsi tentare da pesce, prodotti tipici come la Paella, e dal prelibato Prosciutto Spagnolo tagliato al coltello, un lusso per il palato.

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Ultimo giorno domani mercoledì 15 gennaio per iscriversi all'evento che arricchisce in modo originale la kermesse sul wedding riservato a tutti gli uomini che si sposeranno tra il 2014 e il 2015 e che hanno un certo talento per la cucina -

Bologna, 14 gennaio 2014 -

Una divertente sfida culinaria pensata per tutti gli uomini con la passione per i fornelli ed una ricetta originale al loro arco, che convoleranno a nozze tra quest'anno e il prossimo. Giudice d'eccezione, il pluristellato chef Bruno Barbieri, direttamente dalla trasmissione di successo "Masterchef".
C'è tempo ancora solo fino alle ore 18.00 di domani mercoledì 15 gennaio per iscriversi al talent show per futuri mariti "Se cucini... ti sposo!" che avrà luogo nell'ambito della manifestazione dedicata al Wedding 'Bologna Sì Sposa – edizione Primavera' organizzata dal Circuito Fiere Sì Sposa di bussolaeventi, sabato 18 e domenica 19 gennaio prossimi, nella location prestigiosa di Palazzo Albergati a Zola Predosa.
Cinque i finalisti scelti tra tutti gli iscritti che sabato 18 alle ore 11.30 dovranno cucinare il loro piatto, dolce o salato, facendolo poi assaggiare al giudice, lo chef Bruno Barbieri, che alla fine decreterà il vincitore.
Per iscriversi, è necessario compilare il modulo di partecipazione scaricabile sul sito www.circuitosisposa.it, ed inviarlo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.assieme alla ricetta che si intende eseguire. Tutti gli iscritti riceveranno 2 biglietti omaggio per accedere alla manifestazione.
"Bologna Sì Sposa – edizione Primavera" avrà luogo presso Palazzo Albergati a Zola Predosa (BO), via Angelo Masini 46, sabato 18 e domenica 19 gennaio 2014 dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Biglietto d'ingresso unico 5 euro. Per informazioni: www.circuitosisposa.it- telefono 051.6053705

(Fonte: Ufficio stampa Nevent srl)

 

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Sabato, 11 Gennaio 2014 11:08

Il Mondo di “Ratatouille”

 Di Chiara Marando  - Parma 11 Gennaio 2014

“Siamo quello che mangiamo”. Se ci si pensa attentamente è vero perché il cibo, ed in generale il modo in cui decidiamo di nutrirci, spesso rappresenta le nostre necessità, i nostri desideri. Non è un caso se oggi più che mai le scelte nel campo dell’alimentazione sono legate a vere e proprie filosofie di vita. C’è chi ama provare di tutto senza privarsi di nulla, chi si nutre misurando e calcolando ogni alimento, chi ha deciso di diventare Vegetariano, e chi ancora ha intrapreso la strada del Veganismo. Finalmente il mondo  si sta adattando a questi cambiamenti sempre più frequentemente dettati dall’etica, dalla morale e da necessità di salute.

Senza pensare di dover stravolgere a tutti i costi le nostre abitudini quotidiane, è bello sentirsi liberi di scoprire altri modi di concepire il nutrimento, assaggiare nuove pietanze e sorprendersi di una bontà fatta di cose semplici, pochi ingredienti armoniosamente combinati. Quindi non dovete rinunciare alla carne, al pesce, ai lattici o alle uova, ma solo farvi incuriosire.

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 Sono sempre di più i negozi specializzati che aprono i battenti e nel mio girovagare alla ricerca di leccornie ho scoperto La Gastronomia “Ratatouille”, una vera e propria casa della cucina vegana a pochi km dal centro storico di Parma. Qui tutto è preparato seguendo fedelmente i dettami di un’etica  basata sul rispetto verso se stessi , nei confronti dell’equilibrio naturale e sul rifiuto di ogni tipo di sfruttamento animale. Quindi spazio a verdura, frutta, cereali e legumi rigorosamente biologici. Una cucina naturale, legata alla stagionalità delle materie prime, insaporita da spezie ed erbe aromatiche che esaltano i profumi ed i sapori delle pietanze senza snaturarne l’essenza.

Barbara e Matteo, vegani da ormai 4 anni, da quando si sono avvicinati a questa filosofia non l’hanno più abbandonata. Sono loro l’anima di “Ratatouille”, Barbara alle preparazioni salate e Matteo impegnato con impasti e dolci, un mix di fantasia, esperienza, passione e tanto studio.

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Un menù diverso ogni giorno per una ricca scelta di piatti invitanti e sfiziosi come lo Sformato di orzo e zucca con crema di noci, il Seitan con patate arrosto, oppure Tempeh con zucca e carote, Farinata di ceci con cipolle rosse oppure porri, e ancora il cavallo di battaglia ovvero Involtini di verza ripieni con Seitan, carote e cipolle ricoperti con besciamella di soia. Poi tanti contorni di verdura come il Cavolfiore con semi di girasole e aceto di riso, oppure Finocchi con olive nere sedano e carote.

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E se pensate di dover dire addio ai dolci avrete una piacevole sorpresa.  Qui si pensa anche al dessert. Il modo migliore per  finire un pasto è con un’ottima fetta di crostata alla marmellata preparata con farina semi integrale, olio di mais, malto per dolcificare e marmellata senza zucchero fatta in casa, oppure con una torta al cacao, alle carote o alla nocciola, un po’ più compatte delle nostre classiche torte lievitate ma altrettanto golose.

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Gastronomia Ratatouille

Via Giovenale, 15, Parma
 Tel. 0521 199 8419

 

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Sabato, 28 Dicembre 2013 11:17

Il rimedio giusto? Naturale

Di Chiara Marando  - Sabato 28 Dicembre 2013

Il tour de force di pranzi e cene natalizie è terminato e come sempre non ci siamo fatti mancare nulla, ma d’altronde la condivisione è fatta anche di cose buone, quelle legate alle tradizioni di famiglia, ed in questi  giorni possiamo accantonare qualsiasi rinuncia. Non dimentichiamo che ci sono degli ottimi rimedi naturali che possono correre in nostro soccorso, piccole coccole per ritrovare il giusto equilibrio. Prepararsi una gustosa tisana non è solo un modo per godere di un momento di relax ma anche la soluzione migliore per depurarsi.  Insomma i vecchi “rimedi della nonna” alla fine sono sempre i migliori.

Ad ogni tisana va associata una particolare funzione: Drenante e Depurativa a base di finocchio, tarassaco, betulla , gambo di ananas e passiflora, oppure Disintossicante con cardo marino, lavanda, calendula e ginestra , Energizzante arricchita con rosa canina, ortica e rosmarino, e ancora con effetto Calmante a base di lavanda, valeriana, melissa e biancospino.  Questi sono solo alcuni esempi degli effetti salutari che si possono ottenere grazie alle piante ed alle loro proprietà benefiche sul nostro sistema mentale e fisico.

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Ognuno di noi ha la propria tisana ideale, “la pozione giusta” che può essere preparata ad hoc.  E d’altronde solo il lasciarsi avvolgere dai profumi inebrianti delle piante officinali induce benessere. Anche il perdersi a curiosare tra gli scaffali di qualche caratteristica erboristeria può diventare una piacevole abitudine verso la cura di noi stessi.

Volete qualche consiglio immediato e pratico? Allora cliccate qui www.officinaliserboristeria.it, non solo un sito, ma un portale dove trovare prodotti, idee e suggerimenti utili dettati dall’esperienza e dalla passione di esperti. “Officinalis” è una bottega erboristica nel centro storico i Modena, un mondo fatto di profumi, essenze, olii essenziali, spezie e natura. Una visita sia reale che virtuale, dove tutti potranno chiedere, scegliere e acquistare online curiosando nel ricco catalogo di offerte.

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Oppure potete cliccare qui www.erboristeriamontanari.it per lasciarvi indirizzare dagli esperti dell’Erboristeria Montanari, una realtà nel cuore storico di Bologna che dal 1957 mette a disposizione la propria conoscenza e professionalità.  Anche qui non c’è che l’imbarazzo della scelta in fatto di rimedi naturali, una boutique del benessere.

Ed ora direi di digerire le bontà di Natale con questa semplice tisana fatta di Tarassaco, Rosmarino, Cicoria, Genziana, Finocchio e Liquirizia. Basta miscelare il tutto in modo omogeneo, aggiungere acqua calda e  il gioco è fatto.

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Mercoledì, 18 Dicembre 2013 11:48

A Polesine Parmense, "Pig Full Immersion"

Un corso di approfondimento sui salumi, dedicato a bottegai, salumieri, banconisti o semplici appassionati all'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) -

Parma, 18 dicembre 2013 -

Se Giuseppe Verdi era un grande appassionato degli insaccati, un po' lo si deve anche alla famiglia Spigaroli che, nella persona del bisnonno Carlo, già alla fine del 1800 produceva i salumi che non mancavano mai sulla tavola del Maestro. Uno dei segreti è senza dubbio la passione. Ma ce ne sono tanti altri che, generazione dopo generazione, sono rimasti patrimonio dei familiari e oggi rappresentano uno dei motivi per i quali l'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR), regno di Luciano e Massimo Spigaroli, è un faro nella lavorazione del maiale secondo le antiche tradizioni.
Ora, da gennaio a febbraio 2014, la famiglia Spigaroli ha deciso di svelarne alcuni, attraverso Pig Full Immersion, un corso di 6 giorni, dedicato a professionisti e curiosi, che intende approfondire alcuni aspetti relativi alla salumeria, senza trascurare l'importanza della conoscenza di molte altre variabili, tra le quali la storia dell'agricoltura, con un focus particolare sulla zootecnica suina, le diverse razze e il comportamento delle loro carni una volta macellate, la produzione dei salumi, la loro conservazione e le tecniche di servizio. Una visione olistica e integrata per una maggiore consapevolezza di gestione del prodotto.
Le attività della settimana prevedono la visita completa all'azienda agricola dell'Antica Corte Pallavicina, la lavorazione delle carni di maiale (sezionamento e salatura), la preparazione di salami, cotechini, ciccioli, cicciolata e mariole, la legatura dei culatelli, delle coppe, dei preti, delle spalle, dei lombi, dei fiocchetti e delle pancette e un corso di cucina a tema. Alla fine della settimana, sarà consegnato il diploma "Masalen dal Po".
Il programma del corso – proposto a partire dal prezzo di 2.200 euro a persona per 6 giorni e 5 notti, comprensivo di pernottamento e colazione, e visite, corsi, cene, pranzi e pranzi leggeri – è consultabile sul sito www.anticacortepallavicinarelais.it, e comprende – tra le altre cose – un excursus sulla storia dei salumi e lezioni sulle razze suini, visita completa dell'azienda agricola, seminario su microbiologia e igiene, momenti di pratica nella preparazione del maiale, visita al Caseificio Parmigiano Reggiano, cene tipiche e, naturalmente il "Gran Galà del maiale" con consegna del diploma "Masalen dal Po" con musica contadina e tanta allegria.

(Fonte: Ufficio stampa: Ella Studio di Carla Soffritti e C.)

 

Grazie a Provincia, Pregel e Gi.Gelati attrezzature del valore di 200.000 euro per pasticceria, gelateria e arte bianca -

Reggio Emilia, 17 dicembre 2013 -

L'istituto superiore "Motti" da oggi arricchisce la propria offerta formativa con un nuovo laboratorio di pasticceria, gelateria e arte bianca allestito grazie alla collaborazione tra la scuola, la Provincia di Reggio Emilia, le imprese Pregel e G.i.Gelati che hanno messo a disposizione attrezzature all'avanguardia.
Il nuovo laboratorio, del valore di almeno 200.000 euro, è stato inaugurato questa mattina al Motti dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, dal presidente di Pregel Luciano Rabboni, dal dirigente scolastico Remo Cesare Fiocchi e dall'assessore provinciale all'Istruzione, Ilenia Malavasi.
"Siete bellissimi con queste divise e soprattutto siete un bell'esempio per tutti i nostri giovani – ha detto la presidente Sonia Masini salutando gli studenti - Siamo molto orgogliosi di voi che state imparando un mestiere e che cercate di darvi da fare, così come sono orgogliosa degli otto trentenni che hanno avuto il coraggio di avviare nuove imprese e che ho incontrato pochi giorni fa in Provincia".
"Vi abbiamo dato la possibilità di trovare una scuola che rispondesse al vostro talento e ai vostri desideri, la Provincia ha costruito in dieci anni dieci nuove scuole con un sforzo consistente di risorse e possiamo affermare che qui, grazie anche a noi, la scuola pubblica funziona – ha aggiunto - Questo è un periodo importantissimo per la vostra vita: dovete studiare tanto e applicarvi, usare il vostro cervello perché ha potenzialità enormi, imparare altre due lingue e se potete, viaggiare all'estero: il mondo è vostro, perché la cucina italiana è unica al mondo".
E che le opportunità, per chi esce dal Motti, siano davvero concrete nonostante il periodo di crisi, lo ha ribadito il dirigente scolastico Remo Cesare Fiocchi sottolineando come "a un anno dal diploma ben l'80% dei nostri studenti oggi stia lavorando con un contratto stabile".
"Dovete essere fiduciosi: il mondo è grande e ha bisogno di giovani preparati, se saprete fare un lavoro non dovrete avere paura di niente", ha detto Luciano Rabboni, presidente di Pregel Spa, "nata nel 1967 come tante aziende in un garage, e oggi la più grande in Europa nel settore dei prodotti per gelati con 12 filiali all'estero". "Oggi si può andare a lavorare dappertutto, ma bisogna avere un mestiere, saperlo fare bene e farlo con tanta passione", ha aggiunto annunciando che al Motti la sua azienda invierà anche i maestri pasticceri che tengono corsi affollatissimi nella scuola aperta da Pregel negli Stati Uniti.
L'impegno della Provincia "che ha voluto riconoscere dignità a tutti gli istituti superiori reggiani perché ognuno potesse trovare la scuola migliore per il proprio talento e le proprie aspirazioni", è stato ribadito dall'assessore all'Istruzione, Ilenia Malavasi, insieme a questa fondamentale "collaborazione virtuosa tra pubblico e privato per un bene comune come la scuola". "Oggi abbiamo un sistema di grande qualità e voi avete il privilegio e l'onore di tutelare e difendere diritti come quello alla istruzione che qualcuno vi ha regalato: e se girerete il mondo, dovrete essere orgogliosi di essere reggiani", ha concluso rivolta agli studenti.
Presente alla cerimonia anche Vittorio Masini, storico ex dirigente del Motti: "Abbiamo iniziato da niente, non avevamo nemmeno un piatto e una forchetta, ma solo una grande volontà perché eravamo convinti che una scuola alberghiera fosse importante per la nostra provincia – ha detto - L'aiuto della Provincia è stato fondamentale per partire e per arrivare dove oggi siamo riusciti ad arrivare".

(fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)

 

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