“Esprimiamo il nostro pieno supporto ideale e fattivo al percorso di accoglimento e sistemazione delle persone “richiedenti protezione internazionale” arrivate a Piacenza negli scorsi giorni”.
Piacenza, 14 aprile 2014 -
La Camera del lavoro di Piacenza in una nota a firma del segretario Gianluca Zilocchi ha teso la mano ai 50 profughi la cui posizione è in corso d'esame da parte degli uffici competenti. Lo Spi, il sindacato pensionati, si è già attivato: i 9 profughi inviati a Coli riceveranno lezioni gratuite di italiano due volte la settimana grazie alla disponibilità di un insegnate in pensione. “Un risultato importante” commenta il segretario Spi Tamer Favali.
“Gente sventurata proveniente dall’Africa centrale: una situazione che non può certo definirsi nuova o inedita. Non si può essere indisponibili a queste richieste di aiuto e solidarietà che provengono da chi fugge da guerre, violenze e miseria” scrive Zilocchi, in una nota. La Cgil si dice convinta che solo “con i valori solidaristici di accoglienza, del dialogo e dell’apertura e non con le chiusure razziste, si possa costruire una comunità forte e coesa”.
Zilocchi sottolinea come occorrano “soluzioni organizzative che favoriscano la dislocazione in piccoli gruppi in diversi siti e Comuni della nostra Provincia” per evitare “il ripetersi di esperienze di recente memoria con un unico posto di accoglienza che provocò disagio a tutti”, chiaro riferimento alla gestione del FerrHotel.
Zilocchi non evade il tema di quello che chiama “intollerabile e scandaloso parapiglia” avvenuto presso i locali dell’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Piacenza. “Non c'è giustificazione verso comportamenti che minano la convivenza civile e non rispettano le persone ne la città stessa.
Il sostegno nei confronti di chi ha bisogno deve essere comunque ripagato da comportamenti che si incanalino nel rispetto e in reciproca disponibilità al confronto e al dialogo”. Per questo “non possono essere tollerate azioni al limite del minaccioso con pretese intimidatorie”.
Il tema dell’immigrazione e dell'aiuto internazionale se non gestito con la dovuta attenzione, rischia di innescare dinamiche razziste e xenofobe. “Per questo la collettività piacentina deve costruire con gli stranieri presenti nel nostro territorio la coscienza di una nuova “casa comune”: lo ius sanguinis per la cittadinanza è anacronistico e dannoso, chi nasce sul territorio italiano deve avere pieno diritto di cittadinanza”. “E’ inoltre evidente – conclude Zilocchi - che gli enti locali solidali e disponibili all’accoglienza non dovranno essere lasciati soli ma supportati dal Governo Nazionale tramite fondi appropriati, in questa straordinaria forma di ospitalità”.
E già concretamente i pensionati dello Spi si sono mossi: 9 profughi inviati a Coli, sistemati presso l'agriturismo le Tre Noci, avranno un insegnanti di italiano due volte la settimana grazie allo Spi e al Comune di Coli.
(Fonte: Uff.stampa CGIL Piacenza)
I sindacati sottolineano che, nonostante reiterate richieste, Fiumalbo e Montecreto sono le uniche amministrazioni dell'Unione del Frignano a non averli incontrati prima di approvare i bilanci.
Modena, 9 aprile 2014
Dure critiche di Cgil e Cisl di Pavullo ai Comuni di Fiumalbo e Montecreto, colpevoli di non aver accettato alcun confronto con le parti sociali sui bilanci preventivi 2014. I sindacati sottolineano che, nonostante reiterate richieste, Fiumalbo e Montecreto sono le uniche amministrazioni dell’Unione del Frignano a non averli incontrati prima di approvare i bilanci.
«Non siamo in grado di esprimere alcun giudizio sulle misure adottate - affermano Augusto Casagrandi e Vincenzo Tagliaferri, responsabili pavullesi rispettivamente di Cgil e Cisl – Dal quel poco che abbiamo letto sui giornali non si capisce quanto peserà la Tasi su cittadini e attività commerciali, a quanto ammontano l’Imu sulle seconde case e la Tares, se sarà applicata l’addizionale Irpef e con quale aliquota. Non è dato sapere se c’è stato un incremento delle tariffe per i servizi, se sono stati mantenuti o incrementati gli investimenti sul sociale. Quanto al progetto del polo scolastico, ci permettiamo di osservare che un ragionamento a livello di Unione o sub ambito avrebbe permesso di investire le risorse disponibili in una logica più ampia e di prospettiva».
Casagrandi e Tagliaferri sottolineano che il tavolo dell’Unione del Frignano, che si è riunito qualche giorno fa, serve per un confronto costruttivo e responsabile di tutti gli attori del territorio, dalle parti sociali alle istituzioni, dalle imprese al sistema del credito. L’indisponibilità delle amministrazioni locali di Fiumalbo e Montecreto, chiuse in un campanilismo incomprensibile e impegnate in progetti singoli che non hanno più senso oggi con le limitate risorse a disposizione dei Comuni, rischiano di non favorire un più ampio rilancio del territorio. «Riforma del welfare locale, tutela idrogeologica, sviluppo di un turismo che duri tutto l’anno: sono alcune delle priorità che – continuano Cgil e Cisl di Pavullo – alcuni sindaci del Frignano condividono con noi. Abbiamo apprezzato l’approccio con cui alcuni Comuni hanno confermato i servizi senza aumentare le tariffe. Tuttavia avremmo preferito una maggiore uniformità delle aliquote Tasi e dei regolamenti d’attuazione con le relative detrazioni. L’Unione del Frignano deve servire per compiere passi avanti sull’omogeneità di trattamenti e regolamenti, semplificare burocrazia e modulistica, produrre sinergie, rendere efficienti le macchine amministrative per ridurre i costi e – concludono Casagrandi (Cgil) e Tagliaferri (Cisl) – erogare servizi sempre più efficienti alle nostre comunità».
(Fonte: ufficio stampa Cgil e Cisl)
La nota congiunta di Cgil e Cisl Piacenza (comparto Funzione Pubblica) sulla vertenza C.R.I. Emerge che una parte degli ex dipendenti pubblici di Croce Rossa siano stati ri-assunti, dopo la privatizzazione della Croce rossa, tramite Agenzie Interinali. Inoltre, da un'assemblea avvenuta oggi emerge che le perdite salariali siano intorno al 30%.
Piacenza, 8 aprile 2014 -
Si è tenuta oggi, martedì 8 aprile, una partecipata assemblea del personale della Croce Rossa di Piacenza, nell'ambito del percorso di mobilitazione iniziato dopo che l'amministrazione nazionale della C.R.I. ha disatteso gli accordi firmati con i sindacati riguardanti il passaggio dei lavoratori dal contratto pubblico a quello privato Anpas a causa della privatizzazione della Croce Rossa.
Il progetto di riorganizzazione al completo ribasso mette a rischio retribuzioni e posti di lavoro e di conseguenza i servizi di emergenza e soccorso forniti ai cittadini dal personale dipendente della C.R.I., altamente specializzato e professionalizzato.
Il Ministero della Salute in una lettera al presidente nazionale Cri aveva chiarito che il passaggio dei lavoratori al contratto privato sarebbe potuto avvenire solo in seguito a un decreto interministeriale che deve stabilire le norme di raccordo tra il vecchio e il nuovo contratto per garantire i livelli occupazionali e salariali. Ma dopo poche ore con un voltafaccia inaudito, la stessa Ministra ha dichiarato che il contratto poteva già essere applicato senza le tutele dovute.
Nel frattempo il passaggio al nuovo contratto Anpas ha già causato una perdita del 30% del salario, mentre la Cri continua a lucrare sulle convenzioni in essere e con il mancato rispetto degli accordi sono a rischio i posti di lavoro, in particolare del personale a tempo determinato, in servizio in media da 15-20 anni e che rappresenta quasi la metà della forza lavoro.
Inoltre, dal 1°gennaio 2015 con la completa privatizzazione dell'associazione, potrebbe aprirsi lo scenario di nuovi esuberi.
Non solo: in questo quadro già abbastanza sconfortante, a Piacenza i lavoratori a tempo determinato non sono stati trattati tutti allo stesso modo: una parte è stata inquadrata con il nuovo contratto Anpas, diventando quindi dipendente a tutti gli effetti della C.R.I. privata pur senza le norme di raccordo con il vecchio contratto pubblico. A un'altra parte, invece, è andata ancora peggio: è stato proposto un contratto di somministrazione tramite un'agenzia interinale.
Non possiamo che denunciare questa situazione, questa incomprensibile disparità di trattamento tra lavoratori che da moltissimi anni prestano la propria opera al servizio della Croce Rossa e dei suoi 7 principi e che sono stati costretti ad accettare un contratto capestro - che prelude forse al licenziamento? - perché hanno una famiglia da mantenere e un affitto da pagare.
Lo stato di agitazione nazionale proseguirà fino a quando non avremo ottenuto una soluzione concreta: il Ministro della Salute deve chiarire la posizione in merito alle sorti dei 4000 dipendenti della croce rossa, ai possibili rischi occupazionali e alla pesante perdita salariale che già stanno subendo.
Senza risposte chiare e tempestive sarà sciopero.
(Fonte: ufficio stampa CGIL Piacenza)
La nota stampa della CGIL relativamente alle dichiarazioni rilasciate al termine della Giunta dal Sindaco e dall'Assessore al Bilancio a proposito delle decisioni assunte sulla Tasi per l'anno 2014 -
Piacenza, 20 marzo 2014 -
Relativamente alle dichiarazioni rilasciate al termine della Giunta dal Sindaco e dall'Assessore al Bilancio a proposito delle decisioni assunte sulla Tasi per l'anno 2014, le scriventi OO.SS. precisano che in data 12 marzo si è svolto un incontro puramente informativo che non ha visto nessuna forma di partecipazione nei percorsi decisionali con il Sindacato come previsto dal Protocollo Relazioni Sindacali stipulato con il Comune di Piacenza.
In tale incontro venivano fornite indicazioni completamente difformi a quelle poi deliberate dalla Giunta e in particolare si esprimeva la volontà di mantenere ferma la Tasi al 2,5 per mille e di non voler procedere a detrazioni.
In quella sede il Sindacato valutava positivamente il tentativo di tenere ferma la Tasi al minimo previsto ma evidenziava che in assenza di detrazioni l'aggravio di costi, specie su alcune tipologie di famiglie, sarebbe stato elevatissimo.
Si richiedeva pertanto, anche con un documento trasmesso nella stessa giornata al Comune (che trovate in allegato, ndr), di attivare un percorso di confronto e di agire su un' attenta analisi dei capitoli di spesa nell'ambito del Bilancio comunale per ricavare risorse utili a strutturare, senza ulteriori incrementi nella tassazione, un sistema di detrazioni con approfondite simulazioni sulla reale ricaduta in termini di costi per le famiglie.
Il completo cambiamento di rotta da parte del Comune, con un repentino passaggio da una Tasi al 2,5 per mille ad una Tasi al massimo previsto (3,3 per mille), sembra essere frutto di valutazioni estemporanee ed evidenzia la volontà di non voler nemmeno tentare il recupero di ulteriori risorse nelle voci di Bilancio.
Le scriventi OO.SS. quindi non avvallano in alcun modo le decisioni assunte dalla Giunta in totale difformità con le informazioni ricevute e richiedono l'attivazione urgente di un percorso di confronto sia sui capitoli di spesa per ridurre i costi delle famiglie attraverso l'applicazione di detrazioni sia per definire la modalità di applicazione di tali detrazioni a tutela delle fasce più deboli della popolazione.
Solo in seguito a questo confronto che dovrà essere supportato con dati chiari e certi, le OO.SS. potranno avere piena consapevolezza della sostenibilità economica dell’intervento, e dell’eventuale esistenza di condizioni, a tutt’oggi indimostrate, che al fine di garantire le detrazioni rendano inevitabile il ricorso a correttivi da introdurre alla quota inizialmente prevista del 2,5 che nel caso dovranno comunque risultare ben al di sotto della quota massima prevista dello 0,8 per mille.
In allegato, la lettere inviata dai confederali al Comune
(Fonte: Uff.stampa CGIL www.cgilpiacenza.it )
Il comunicato della CGIL sulle donne che hanno tutte superato gli "anta" da tempo ma hanno ritrovato la passione per la politica: da "nonnine" a "militanti", consultori per la terza età e contrasto al disagio sociale -
Piacenza, 28 gennaio 2014 -
Sono mamme, nonne, ex impiegate, operaie, commercianti oggi pensionate che hanno preso una decisione: affiancare a tutte le attività delle "nonne moderne" impegnate tra nipotini e un aiuto ai figli, un'attività che definiscono di "militanza e attivismo politico". Si chiamano "collettivo", fanno "coordinamenti" e "gruppi di lavoro per azioni di contrasto al disagio sociale e tesi alla progettazione del benessere". Hanno tutte superato gli "anta" da tempo ma hanno ritrovato la passione per la politica e da oggi vogliono far sentire sempre più forte la loro voce: sono le donne del "Coordinamento donne pensionate" dello Spi Cgil di Piacenza, che l'altro giorno si sono date appuntamento, in una quarantina, al caffè letterario Baciccia di via Dionigi Carli per definire il gruppo che coordinerà il lavoro che si rivolge a tutta la cittadinanza, ma alle donne pensionate in primis.
"Oggi vogliamo individuare le proposte di azione per il futuro – spiega Elisa Cavazzuti, portavoce del coordinamento -, lo facciamo partendo dall'interno della Cgil, dello Spi, che sta affrontando il congresso quindi anche noi abbiamo fatto un nostro congresso per ascoltare e scegliere insieme le priorità". Così si sono composti gruppi di lavoro che hanno prodotto proposte di attività che il coordinamento dovrà scegliere. "Sono emerse proposte che possiamo ricondurre a quattro ambiti: violenza sulle donne, memoria, tempo libero e benessere, consultorio-sanità e lavoro di cura" spiega ancora la Cavazzuti. Le proposte emerse sono state una ventina, impresse su un cartellone non a caso a forma di albero "con radici nella storia e i rami tesi verso il futuro dei nostri nipoti", poi discusse attraverso un animato dibattito che ha visto partecipare anche "nonne" non avvezze alle pratiche politiche e di militanza. "Ognuna delle donne del coordinamento, sceglierà tre attività in cui impegnare tempo e intelletto. Crediamo che anche così si inizino a cambiare le cose" sintetizza Tamer Favali, segretario provinciale Spi Cgil che ha tenuto a battesimo l'assise.
"Contrasto alla solitudine attraverso attività culturali", "Corsi di scrittura creativa che portino a fissare la memoria storica della società e del lavoro attraverso i ricordi di una vita", e ancora "In Consultorio, la donna di età avanzata quale aiuto trova? Proposte e analisi del contesto": questi sono solo alcuni degli spunti di lavoro che ora spetterà portare avanti al nuovo direttivo, composto da: Maura Cesena, Elisa Cavazzuti, Maria Teresa Beta, Silvana Trucchi, Brigitte Lovichi, Isa Bobbi, Mara Cenicola, Carmen Rossi, Fulvia Costa, Luisa Carrara, Doriana Soressi, Gigliola Assali e Maria Gozzi.
(Fonte: Ufficio stampa CGIL )
L'assessore regionale Muzzarelli scrive ai Ministri Zanonato e Bonino: "Iniziativa discutibile nel metodo e nel merito, apriamo un tavolo di confronto in sede di Governo"
di LGC --
Emilia 28 agosto 2013 - -
Se non ci fosse di mezzo il futuro di un centinaio di famiglie si potrebbe pensare alla trama di una commedia all'italiana con protagonista una fascinosa svedese.
Invece le due aziende, l'una di proprietà italiana e l'altra, la Dometic, di proprietà svedese sono, purtroppo, accomunate da un incredibile quanto drammatico comportamento. Un vero e proprio tentativo di fuga all'estero con tutti gli armi e i bagagli. Destinazione Cina per Dometic e Polonia per Firem. Comportamenti padronali ingiustificabili e sui quali ci sarebbe non solo da commentare ma da analizzare. La punta di un icberg, molto probabilmente, che dovrebbe segnalare un pericoloso substrato di difficoltà reali ed estese ben oltre l'immaginabile per il tessuto delle piccole e media imprese nazionali. Ed i dati diffusi oggi dall'istat confermano un crollo dei consumi che intacca pesantemente anche gli acquisti presso i discount. Un -3% su base annua che la dice lunga sulla pesantezza della crisi.
Bene ha fatto l'assessore regionale Muzzarelli a richiede un tavolo di confronto governativo.
Il Comunicato stampa della Regione Emilia Romagna sul caso DOMETIC.
Delocalizzazione della ditta Dometic di Forlì: l'assessore regionale Muzzarelli scrive ai Ministri Zanonato e Bonino: "Iniziativa discutibile nel metodo e nel merito, apriamo un tavolo di confronto in sede di Governo".
Bologna - L'iniziativa della multinazionale svedese EQT di dislocare in Cina la produzione di generatori elettrici (in prevalenza per camper) svolta negli stabilimenti Dometic di Forlì "appare discutibile nel metodo e nel merito". Lo scrive l'assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli in una lettera inviata oggi ai ministri allo Sviluppo economico Flavio Zanonato e agli Affari esteri Emma Bonino. Muzzarelli precisa che le intenzioni della multinazionale svedese non sono state illustrate alle istituzioni e alla controparte sindacale, ma si sono tradotte in un tentativo (fallito per l'intervento dei lavoratori) di mettere tutti di fronte la fatto compiuto, smobilitando e trasferendo le attrezzature e i materiali durante il periodo di chiusura dell'azienda.
EQT ha giustificato le proprie decisioni adducendo l'alto costo del lavoro e l'insostenibilità della tassazione in Italia, ma secondo le informazioni pervenute all'Assessore risulta che l'azienda presenta un conto economico positivo, dispone di un mercato solido e non ha dato segnali di crisi.
"Siamo consapevoli- precisa l'Assessore - che la penetrazione nel mercato cinese possa richiedere processi di internazionalizzazione e investimenti in loco, ma riteniamo che, come dimostrano altri esempi di imprese regionali, tali processi siano compatibili con il mantenimento delle attività produttive nel nostro territorio, con la loro diversificazione e innovazione". "Peraltro – ha aggiunto - ci pare inaccettabile la prassi dei colpi di mano, che aggiunge ai già gravi pericoli per la produzione e l'occupazione il rischio di distruggere un sistema di relazioni industriali e di alimentare crescenti tensioni sociali".
L'assessore propone quindi di aprire, con la multinazionale EQT, un tavolo di confronto in sede di Governo, dove affrontare la situazione in tutti i suoi aspetti (comprese le prospettive degli stabilimenti di Bologna e Torino di proprietà della medesima) e di segnalare al massimo livello anche del Governo Svedese, l'intenzione del "sistema Italia" di non subire passivamente i processi di delocalizzazione e internazionalizzazione.
Il Comunicato di CGIL Emilia Romagna
Dopo la Firem di Formigine anche la Dometic Italy di Forlì cerca di "scappare" dall'Italia, smontando di nascosto i macchinari, lasciando per strada 80 lavoratori.
Non è possibile che nella nostra Regione e nel nostro paese i lavoratori e le lavoratrici finiscano la loro giornata di lavoro, o inizino il loro periodo di ferie, con il rischio che la mattina dopo, o alla ripresa, non ci sia più la fabbrica.
Questo è quanto è accaduto alla Firem e quanto stava accadendo alla Dometic di Forlì, azienda di 80 dipendenti dei quali la maggior parte operanti nella sede di Forlì (7 lavorano in Piemonte e 10 in provincia di Bologna).
La Dometic è un'azienda che produce condizionatori per camper, economicamente stabile, il cui Amministratore delegato ha pensato bene, insieme ad una decina di soggetti non dipendenti, di tentare di smontare gli impianti nella notte di Venerdì scorso per trasferirli in Cina.
Solo il presidio dei lavoratori ha impedito che il tentativo della Dometic andasse a buon fine.
E' indecente, inaccettabile, che il lavoro continui ad essere trattato in questo modo e che queste azioni possano restare impunite.
Per qualcuno forse questo rappresenta il nuovo modello di sviluppo (scappo,guadagno, metto in ginocchio centinaia di famiglie e faccio quello che voglio senza assumermi nessuna responsabilità etica e sociale), ma il resto del territorio, del paese, non può stare alla finestra a guardare: dalle associazioni d'impresa alle istituzioni.
La Dometic deve restare a produrre a Forlì, garantire i livelli occupazionali, spiegare al territorio le ragioni di questo atto irresponsabile
Quanto sta accadendo mette a rischio, soprattutto in questa situazione di crisi, la tenuta sociale, alimentando una tensione i cui effetti sono imprevedibili.
Per queste ragioni vanno isolati, da tutta la rappresentanza sociale e istituzionale, questi soggetti e vanno immediatamente prese iniziative atte ad impedire il saccheggio del nostro territorio.
Il lavoro merita rispetto e dignità!
Antonio Mattioli Responsabile Politiche contrattuali Segreteria Cgil Emilia Romagna
di Virgilio -
Emilia, 22 agosto 2013 - -
Alla fine il titolare della Firem ha disertato l'incontro che FIOM CGIL aveva promosso per discutere la crisi della azienda con Provincia, Comune e proprietà appunto.
Un assenza che ha irritato il sindacato dei lavoratori che chiede l'attivazione della Regione Emilia Romagna e del Ministero dello Sviluppo Economico.
Il Comunicato stampa di CGIL Emilia Romagna
L'atteggiamento irresponsabile del titolare della Firem di Formigine mette in ginocchio decine di famiglie.
Chiudere la fabbrica per ferie, trasferire i macchinari in Polonia durante la chiusura, mettere sul lastrico decine di famiglie, è stata la scelta "illuminata" di uno che si definisce imprenditore come Fabrizio Pedroni, titolare della Firem di Formigine.
Come se ciò non bastasse il Pedroni si permette di disertare gli incontri convocati dalle istituzioni locali adducendo come motivazione la condizione di "poca serenità" con la quale si avvierebbe il confronto: cioè in questo paese uno ti chiude la fabbrica nei denti, "trasloca" in Polonia, produce un trauma sociale di cui è l'unico responsabile, e se la cava dicendo che "c'è poca serenità". Oltre al mancato rispetto della dignità di chi lavora, insopportabile, nei nostri territori siamo di fronte ad un'arroganza senza precedenti che non può essere sottovalutata: da nessuno. Chiediamo l'immediata attivazione della Regione Emilia Romagna per ricondurre il Pedroni ad atteggiamenti civili e per attivare comunque le procedure per garantire la copertura retributiva dei 40 lavoratori rimasti senza posto di lavoro. Chiediamo l'intervento dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, anche in riferimento agli accordi commerciali tra Italia e Polonia, per evitare che tali operazioni piratesche come quelle di Pedroni abbiano a ripetersi. Soprattutto chiediamo che venga ripristinata l'attività produttiva a Formigine. Pedroni ha dichiarato ai giornalisti che in casa sua non deve chiedere permesso a nessuno, ma lui sa benissimo che la Firem si è sviluppata nel nostro paese, nella nostra regione, grazie al contributo fattivo di decine di lavoratori che oggi si trovano fuori dai cancelli con un "calcio nel sedere" Aldilà dell'indagine conoscitiva della Procura di Modena, non ci fermeremo ed osteggeremo in tutti i modi possibili la scelta e l'arroganza dell'azienda. La dignità del lavoro non può essere schiacciata sotto i piedi!
Antonio Mattioli Responsabile Politiche contrattuali Segreteria Cgil Emilia Romagna
Bologna, 21 Agosto 2013
CGIL - Piacenza -
La crescita del numero dei disoccupati osservata in Italia da novembre 2011 ad ottobre 2012 (+ 506 mila) rappresenta più di un quarto (il 27,4%) dell’incremento complessivo dell’Unione Europea a 27 (+ 1 milione 848 mila) nello stesso periodo. L’area della sofferenza occupazionale (disoccupati, scoraggiati disponibili a lavorare e occupati in Cassa integrazione guadagni) nel terzo trimestre 2012 supera i 4 milioni di persone (4 milioni 33 mila),
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