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Di Meccagri 26 marzo 2020 - FederUnacoma, la federazione dei costruttori di macchine per l’agricoltura, prende atto della decisione del governo di non inserire fra le attività produttive ritenute essenziali, in questa fase di emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando, il proprio comparto modificando quanto precedentemente deciso, sulla base delle pressioni delle rappresentanze sindacali.
 
VIA DALL’ELENCO DELLE ATTIVITÀ ESSENZIALI, UNA SCELTA CON PESANTI CONSEGUENZE

Alessandro-Malavolti-Presidente-Federunacoma.jpg«L’elenco dei nuovi codici Ateco stilato ieri (il 25 marzo, ndr) dal MISE – commenta il presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti (nella foto) – esclude di fatto dalle attività ritenute essenziali le nostre produzioni, unico caso in Europa, ponendo un segmento produttivo da 11,4 mld di fatturato in gravissima difficoltà».

FederUnacoma ritiene pertanto doveroso fare alcune precisazioni a tutela del settore perché in gioco c’è certamente la massima attenzione nei confronti dei lavoratori, della loro salute ma anche la tenuta di un tessuto industriale che “serve” il Paese e il mondo.
L’agricoltura è da sempre il “bene primario” di ogni territorio, e in questa fase emergenziale è ritenuta giustamente, insieme alle attività sanitarie e farmaceutiche, un asset strategico al quale il mondo dei costruttori di macchine agricole appartiene interamente in un’ottica di filiera.
 
IL TRATTORE E LE MACCHINE AGRICOLE CHE NON VEDI AL SUPERMERCATO

In questo periodo dell’anno sono molti gli ordini in corso di ricambi e macchine, in particolare quelle stagionali come le seminatrici, le tante attrezzature per la lavorazione del terreno, le macchine per la raccolta, le macchine per i trapianti che, in particolare, avviano adesso la stagione agraria per la produzione di tanti nostri alimenti. Tutto quello che nei supermercati non si vede ma che è indispensabile a monte della filiera agro-alimentare e la cui possibile difficoltà di reperimento potrebbe rendere ancora più critica l’attività di molte aziende agricole.
 
ALCUNE AZIENDE AVEVANO CHIUSO MA ALTRE STAVANO CONTINUANDO A LAVORARE, NEL PIENO RISPETTO DELLE NORMESUPERMERCATO_TRATTORE.jpg
Alcune delle imprese aderenti a FederUnacoma – che accoglie piccole, medie e grandi aziende – sin dall’inizio delle restrizioni resesi necessarie per il contenimento del contagio, avevano già deciso la chiusura degli stabilimenti per difficoltà logistiche dovute anche all’incertezza su quelle che sarebbero state le decisioni governative.
Ma molte altre realtà aziendali stavano cercando di continuare a lavorare – seppur con linee produttive estremamente ridotte – nel rispetto di tutte le norme emanate dal governo e della sicurezza dei propri dipendenti, per non bloccare del tutto un comparto già pesantemente segnato da cali di fatturato senza precedenti.
 
PRONTI A PROSEGUIRE LA PRODUZIONE IN SICUREZZA, CON SENSO DI RESPONSABILITÀ
«Siamo dotati di un grande senso di responsabilità e di servizio per il nostro Paese, dichiara il presidente Malavolti, ma è difficile comprendere la mancanza di consapevolezza dell’importante ruolo svolto da questi mezzi meccanici soprattutto in un momento complesso come questo».
La Federazione sottolinea poi il rischio di una concorrenza sleale da parte di competitor internazionali in considerazione del fatto che molti altri Paesi ritengono essenziali attività produttive analoghe alle nostre, che hanno quindi la facoltà di continuare a commercializzare al posto delle nostre imprese.
Impossibile per FedeUnacoma pensare che il blocco imposto possa andare oltre il 3 aprile; la Federazione auspica quindi un confronto urgente con le parti politiche competenti per ripristinare, dopo questa data e secondo una gradualità adeguata, le produzioni delle nostre aziende.
 
Fonte: FederUnacoma
Fonte immagini: Maschio Gaspardo, Pixabay elaborazione Meccagri, e Nobili spa (lgc)

 

 

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L’emergenza causata dalla diffusione del Covid-19 ha imposto restrizioni e procedure di sicurezza ma non ha fermato l’attività dei settori manifatturieri.

Tratto da  meccagri 13 marzo, 2020  - FederUnacoma in una nota stampa sottolinea come le industrie italiane della meccanica agricola abbiano mantenuto in funzione le proprie linee di produzione per fare fronte alla domanda di macchinari e di componentistica “made in Italy” proveniente soprattutto dai Paesi esteri.

GARANTITI BUONI RITMI PRODUTTIVI, NEL PIENO RISPETTO DELLE NORME DI PREVENZIONE
L’associazione dei costruttori italiani di macchine agricole sottolinea la vocazione internazionale di questo comparto della meccanica, che esporta oltre il 70 per cento della produzione (circa 11 miliardi di euro il valore del fatturato complessivo) con quote molto consistenti in mercati pregiati come quelli di Germania, Francia e Stati Uniti; e segnala il rischio che informazioni non corrette, relative ad una presunta sospensione delle attività produttive e ad una difficoltà nella movimentazione delle merci, possano danneggiare le normali relazioni commerciali.
Le fabbriche – rassicura FederUnacoma – proseguono la propria attività, sia pure sulla base di nuovi criteri organizzativi e nell’osservanza scrupolosa delle norme di prevenzione stabilite dal Governo e dalla comunità scientifica.

MARCIA A PIENO REGIME L’ORGANIZZAZIONE DI EIMA INTERNATIONAL, IN SCENA DALL’11 AL 15 NOVEMBRE
Superata la fase critica, torneranno in primo piano le fiere internazionali specializzate, con tutte le novità di prodotto e le tecnologie avveniristiche che questo comparto dell’industria è in grado di realizzare.
Prima fra tutte la rassegna di Eima International, la grande fiera della meccanica agricola che FederUnacoma organizza a Bologna e che celebrerà dall’11 al 15 novembre prossimo la sua 44esima edizione.
La macchina organizzativa marcia a pieno ritmo – comunicano le strutture operative della Federazione – perché Eima 2020 si possa confermare un evento di formidabile portata, e possa essere vissuta da tutti come un simbolo di rinascita per l’economia e per le comunità di cittadini.
 
Fonte testo: FederUnacoma
Fonte immagine: Argo Tractors.

(Per approfondimenti: Meccagri  del 13 marzo 2020)
 
 

 

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Con 12.333 unità immatricolate nel 2019 contro le 12.102 dell’anno precedente, equivalenti ad una crescita dell’1,9 per cento, il mercato trattoristico del Regno Unito chiude in positivo per il terzo anno consecutivo.

Tratto da  meccagri 27 Febbraio, 2020  - di Barbara Mengozzi - Le cifre fornite da The Agricultural Engineers Association (AEA) e relative ai trattori sopra i 50 cavalli necessitano però di alcune precisazioni sia per non rischiare di avere un quadro distorto sia per cercare di valutare  i potenziali impatti della Brexit sul settore ora che la Gran Bretagna ha detto ufficialmente addio all’Unione Europea.

TREND DIVERSIFICATI NEI DUE SEMESTRI DEL 2019

 

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(Tabella: Immatricolazioni trattori agricoli (>50 HP), in unità – Anni 2019-2018 e Var.%, fonte: AEA)

Dati alla mano, si evidenzia un picco primaverile delle immatricolazioni (1.843 unità in marzo, in aumento dell’11,7% rispetto allo stesso periodo del 2018, e 1.744 unità in aprile, ben 555 in più dell’aprile 2018), che viene messo in relazione all’introduzione di macchine nel Paese prima della Brexit, inizialmente prevista per il 29 marzo.
Assistiamo invece nella seconda parte dell’anno ad un’inversione del trend, che si fa particolarmente evidente nell’ultimo trimestre, con cali nel confronto con il  2018 del 3,6, 21,5 e 22,6 per cento relativi rispettivamente a ottobre, novembre e dicembre.

Complessivamente nel periodo maggio-dicembre 2019 le immatricolazioni di trattori hanno fatto registrare una flessione del 6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018.
Occorre tener presente, avverte AEA, che quelle del 2018 erano cifre sottostimate che non riflettevano le dimensioni reali del mercato a causa dell’impennata delle immatricolazioni che aveva caratterizzato gli ultimi mesi del 2017 da ricollegare all’entrata in vigore della Mother Regulation. Eliminata la distorsione introdotta da quest’ultima il mercato nel 2019 evidenzierebbe un calo piuttosto che un incremento.

PARTENZA IN NEGATIVO NEL 2020

Un trend negativo che trova conferma anche all’inizio del 2020. Infatti, sempre da fonte AEA nel mese di gennaio sono stati immatricolati 477 trattori, vale a dire il 31 per cento in meno rispetto a gennaio 2019 (693 unità), e questa cifra, sulla quale potrebbero aver influito provocando una riduzione degli ordini  le condizioni atmosferiche sfavorevoli  registrate nell’autunno 2019, caratterizzato da abbondanti precipitazioni, rappresenta il peggior avvio dell’anno dal 2001 a oggi.
Va inoltre tenuto presente  che a partire dall’inizio del 2020 AEA ha rivisto la metodologia utilizzata per calcolare le immatricolazioni dei trattori agricoli e il sito dell’associazione contiene anche una tabella con i dati dei 2019 ricalcolati con la nuova metodologia.

(... Continua - Per approfondimenti: Meccagri  del 28 febbraio 2020)
 
 

 

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