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Un «Green Deal» per Fieragricola 2020, sempre più internazionale al convegno inaugurale focus sull’agricoltura di Italia e Africa

Dieci padiglioni occupati, 900 espositori, due aree esterne, 800 capi di bestiame, oltre 130 convegni ed eventi in quattro giorni, per un evento che punta su innovazione, sostenibilità ed economia circolare.
Delegazioni estere provenienti da 30 nazioni. Croazia «Paese ospite» e visita ufficiale della ministra dell’Agricoltura, Marija Vučković, che presiederà il Consiglio dei ministri agricoli dell’Ue nel primo semestre 2020.
Inaugurazione mercoledì 29 con la ministra italiana delle Politiche agricole Teresa Bellanova e un approfondimento sul sistema agricolo nazionale nel contesto europeo, sul settore primario africano e sulle opportunità di agribusiness fra Italia e Africa.
Il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate: «Non distogliere i fondi della Politica agricola comune per il Green Deal».

Roma, 22 gennaio 2020 – Numeri in crescita per la 114ª edizione di Fieragricola, rassegna internazionale di agricoltura in programma a Verona da mercoledì 29 gennaio, presentata questa mattina a Roma, insieme a uno studio dell’Osservatorio Fieragricola Nomisma su «L’agricoltura italiana di fronte alla sfida del Green Deal europeo».
All'incontro hanno partecipato il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, il direttore generale Giovanni Mantovani e il direttore commerciale Flavio Innocenzi, Giuseppe L'Abbate, sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole, e Denis Pantini, responsabile Agroalimentare Nomisma.

La rassegna si conferma una delle manifestazioni più rilevanti nel panorama europeo: 10 padiglioni occupati, 900 espositori (+8,2% sull’edizione 2018), una superficie netta di 67.600 metri quadrati netti (+18,7%), due aree demo esterne di 9.500 metri quadrati allestite per gli «special show», 800 capi di bestiame in esposizione (+14,3%), oltre 130 convegni, approfondimenti e corsi di formazione in calendario nei quattro giorni di manifestazione.
Il Green Deal a Fieragricola. «Fieragricola 2020 accende i riflettori, in particolare, sulle grandi sfide alle quali l’agricoltura è chiamata a dare risposte, a partire dal Green Deal illustrato dalla Commissione Ue presieduta da Ursula von der Leyen e che coinvolge anche il sistema agricolo in maniera articolata – ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –. Conseguire la neutralità climatica entro il 2050 richiede sforzi congiunti su scala mondiale e un impegno netto da parte di tutti gli attori della filiera agricola in termini di lotta ai cambiamenti climatici, biodiversità, agroecologia, sostegno alle energie rinnovabili e all’economia circolare, secondo il progetto Ue “Farm to Fork”. L’appuntamento di Verona vuole come sempre offrire spunti di riflessione e soluzioni pratiche per accompagnare il mondo imprenditoriale e le filiere agro-zootecniche verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale».

Esposizione specializzata trasversale. Grandi temi e offerta espositiva trasversale, che asseconda, ha ricordato il direttore generale Giovanni Mantovani, «l’evoluzione dell’impresa agricola, sempre più multifunzionale e orientata all’innovazione».

Fieragricola dal 1898 accompagna gli imprenditori e le aziende verso le sfide della competitività e delle sostenibilità.
Grande attenzione a meccanizzazione agricola, zootecnia (con un forte rilancio anche di suinicoltura e avicoltura), vigneto, frutteto e colture specializzate, energie da fonti rinnovabili, attività forestale, agrofarmaci, fertilizzanti e sementi, multifunzionalità dell’impresa agricola, gestione del verde, servizi per l’agricoltura, aree dinamiche per le prove dal vivo di macchine, mezzi agricoli, mezzi telescopici.
Il sottosegretario L’Abbate: «Innovazione fondamentale». Per il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate, «Fieragricola con la sua dote di innovazione e l’attenzione alla sostenibilità e alle nuove tecnologie dimostra l’importanza di questa manifestazione per il primo settore, anche dal punto di vista della crescita culturale.

«L’agricoltura è strategica contrastare i cambiamenti climatici – ha sostenuto L’Abbate – ma dobbiamo fare in modo che le risorse annunciate per il Green Deal della Commissione europea verso la neutralità climatica non vengano distolti dai fondi della Politica agricola comune, anche perché gli agricoltori, se nella prossima programmazione comunitaria entrerà in vigore l’eco-schema obbligatorio, dovranno già rispettare misure ambientali».
Sono giorni cruciali per l’agricoltura anche dal punto di vista normativo. «Il 31 gennaio sarà licenziato il collegato agricolo alla legge di bilancio e sarà l’occasione per introdurre norme di sburocratizzazione per il settore», ha annunciato il sottosegretario L’Abbate.

Mantovani sull’internazionalizzazione. «Con 30 delegazioni ufficiali, delle quali 17 provenienti dall’Africa, e dall’Europa Orientale e Sud Orientale, e dall’area Asean, Fieragricola si apre con forza all’internazionalizzazione per sostenere le aziende presenti e per un dibattito sul futuro dell’agricoltura, che attraversa i temi fondamentali della produzione sostenibile, della sicurezza alimentare, della crescita verde – ha spiegato Mantovani -. Anche il convegno inaugurale si sofferma sulle opportunità e le prospettive di business per l’agricoltura nel continente africano, dove la presenza cinese è molto significativa, ma dove ci sono spazi per l’Unione europea e l’Italia. Nel 2018 l’Italia, secondo le elaborazioni di Ice-Agenzia, ha esportato complessivamente in 49 Paesi dell’Africa Subsahariana 5,46 miliardi di euro rispetto ai 5,08 dell’anno precedente».

Fra i relatori di «Agribusiness in Africa e le relazioni commerciali con Ue e Italia: opportunità e prospettive». Fra i relatori interverranno la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova; la ministra dell’Agricoltura della Croazia Marija Vučković; il professor Giulio Tremonti, giurista, già ministro dell’Economia e delle Finanze e presidente di Aspen; padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi, Roberto Ridolfi, direttore generale aggiunto FAO; Denis Pantini, responsabile Area Agricoltura e Industria alimentare di Nomisma.
L’analisi di Nomisma, in particolare, fornirà indicazioni strategiche per inquadrare il sistema agricolo italiano nel contesto europeo e le relative opportunità di interscambio commerciale con il continente africano, esaminando l’evoluzione dell’agricoltura italiana in termini di valore della produzione agricola e zootecniche, flussi di import/export agricolo, produzione industriale italiana di macchine per l’agribusiness.
Croazia Paese ospite. La Croazia sarà il «Paese ospite» di Fieragricola 2020 e avrà un’area dedicata per promuovere il proprio sistema. È prevista la visita ufficiale del ministro dell’Agricoltura della Croazia, Marija Vučković, che proprio nel periodo gennaio-giugno 2020 sarà a capo del Consiglio Ue dei ministri agricoli nel semestre di presidenza croato in Europa.

Fieragricola, manifestazione in crescita. «Fieragricola dovrà affrontare la sfida di una popolazione mondiale in crescita, mentre la superficie coltivabile rimarrà costante a 1,5 miliardi di ettari – ha specificato Flavio Innocenzi, direttore commerciale di Veronafiere -. Sarà determinante produrre di più e farlo in maniera sostenibile, con una logica di minore impatto ambientale estesa anche alla logistica e ai trasporti. Per questo Veronafiere ha lanciato due start up come B/Open dedicata al biologico dall’1 al 3 aprile e una nuova rassegna sulla logistica intermodale sostenibile dal 21 al 25 marzo».
Meccanica agricola. Fieragricola ospiterà la meccanica in cinque padiglioni (1, 2, 6, 7, 8), «con tutti i top player del settore presenti e una crescita rispetto alla precedente edizione del 20 per cento», ha dichiarato Innocenzi. Saranno raddoppiate le aree dinamiche esterne per gli «Special Show» di trattori, mezzi specializzati e telescopici.
L’agricoltura specializzata: vigneto e frutteto. Fieragricola prosegue la propria vocazione alla trasversalità e alla specializzazione delle filiere. Nei padiglioni 4 e 5 saranno previste le aree per il vigneto e il frutteto, colture ad alto valore aggiunto e simbolo dell’agricoltura mediterranea.

Gli eventi zootecnici. Uno spazio significativo a Fieragricola lo occuperà la zootecnia, consolidato pilastro della manifestazione con tre padiglioni (9, 10, 11). Fra gli eventi di respiro internazionale sono in calendario il 19° Dairy Open Holstein Show per la razza Frisona, la 52ª Mostra nazionale del Libro genealogico della razza Bruna, il Confronto europeo della razza Bruna (con animali provenienti da Italia, Svizzera, Francia e Austria), il premio speciale «Coppa delle Nazioni» e il concorso Bruna Originaria.
Una nuova area, fortemente potenziata, sarà dedicata alla Rassegna nazionale di avicoltura, con aree espositive e per il dibattito e la consegna del premio «Avicoltore dell’anno».
Complessivamente saranno rafforzati tutti i settori: bovini da latte e da carne, suini, equidi, avicoli, cunicoli, ovini e caprini, persino chiocciole.
Il «Milk Day». Visto il successo della precedente edizione, sarà replicato a Fieragricola 2020 l’evento «Milk Day», che affronterà il tema della formazione degli allevatori per sviluppare l’attività del caseificio aziendale, a partire dalla qualità del latte.
Il «Nutrition Forum». All’interno del Nutrition Forum (padiglione 9), dedicato alla mangimistica, si inserisce invece il «Premio Assalzoo», che è rivolto agli studenti universitari e viene assegnato al miglior elaborato per Laurea Magistrale e per Dottorato di ricerca, a conferma dell’attenzione del mondo produttivo alla ricerca scientifica in un settore strategico come la nutrizione animale.
Economia circolare ed energie rinnovabili. L’economia circolare sarà uno dei temi cardine di Fieragricola, alla luce delle enormi potenzialità che le filiere agricole possono sviluppare: dalla valorizzazione dei reflui zootecnici alle energie rinnovabili, fino al riutilizzo, alla riduzione degli sprechi e alla valorizzazione degli scarti.

 

 

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By meccagri at Ottobre 30 2019 - L’innovazione è una delle principali leve per l’acquisto di nuove macchine per le costruzioni, secondo gli utilizzatori: i requisiti chiave sono l’efficienza e il contenuto green, in termini di emissioni e rumorosità.
Un ruolo sempre più centrale, nel comparto, lo vanno acquisendo le macchine intelligenti: il 16 per cento degli utilizzatori e il 31 per cento dei noleggiatori le ritengono un criterio di scelta rilevante per l’acquisto. Quasi il 4 per cento degli utilizzatori (con punte del 16% nel settore estrattivo), inoltre, ha sostituito mezzi tradizionali ancora funzionanti in favore di modelli smart.
 
L’INDAGINE DI SAMOTER-VERONAFIERE PRESENTATA AL SAMOTER DAY3-Dg-Giovanni-Mantovani.jpg

Sono alcuni degli aspetti che emergono dall’indagine a cura di SaMoTer-Veronafiere, in collaborazione con Prometeia e realizzata con il supporto di Ance Verona, Anepla, Assodimi – Assonolo, Nad, Unacea, presentata lo scorso 29 ottobre al Centro Congressi di Veronafiere durante la sesta edizione del SaMoTer Day.
La ricerca fornisce una mappatura aggiornata del parco macchine per costruzioni attivo in Italia e mette in luce i cambiamenti intercorsi nel decennio 2008-2018 con riferimento alle sue dimensioni, alle caratteristiche tecnologiche, all’età media e ai principali aspetti connessi alle modalità d’uso dei macchinari, in proprietà e a noleggio.

«Con il SaMoTer Day, giornata di incontro e confronto per la community di SaMoTer, vogliamo mettere a disposizione delle imprese un vero e proprio strumento di market intelligence con cui affrontare gli scenari economici attuali e futuri, sempre più in rapido mutamento», è stato il commento del direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani (nella foto sopra). «Un moderno operatore fieristico, infatti, oggi deve affiancare alla promozione di prodotto il ruolo di fornitore di soluzioni ai propri clienti».
 

 


UN PARCO MACCHINE PER LE COSTRUZIONI DA POCO MENO DI 180 MILA UNITÀ

 (Foto - n° 4 - 5 - 6 )

Il campione preso in esame dalla ricerca è di 514 realtà, di diversi settori di attività e dimensioni. Il mercato di riferimento in Italia, che si estende dalle aziende di costruzioni a quelle manifatturiere, estrattive, agricole o specializzate in scavo, conta complessivamente 120.224 imprese e 1,018 milioni di addetti per un valore della produzione di 188,71 miliardi di euro.

Il parco macchine per costruzioni, stimato in 179.224 mezzi, è composto principalmente da macchine per il movimento terra (66,1%), per il sollevamento (20,7%), stradali (8,2%), per il calcestruzzo (4%) e quelle per la perforazione (1,1%).
In media, il 30 per cento di questi mezzi fa capo ai noleggiatori, con rilevanti distinzioni tra le diverse tipologie di macchine: il peso del parco noleggio spazia dal 61 per cento dei mezzi per il sollevamento al 2 per cento di quelli per il calcestruzzo.
 
ALLA RICERCA DI MAGGIORE INNOVAZIONE

Il manifatturiero è il settore che ha maggiormente rinnovato il proprio parco mezzi introducendo macchine intelligenti, seguito dalle grandi imprese di costruzioni. A influire sulla decisione di acquistare queste nuove tecnologie è stata soprattutto la ricerca di modelli più innovativi (67,9%).
Rilevante nella scelta di acquisto è la possibilità di accedere a misure di agevolazione: il 44 per cento degli intervistati ha dichiarato di averne utilizzate per acquistare le macchine in parco, in particolare super ammortamento, nuova Sabatini e bandi ISI.
La caratteristica più diffusa tra le diverse tecnologie di macchine, sia nel parco degli utilizzatori che in quello dei noleggiatori, è la geolocalizzazione, mentre i benefici ritenuti più strategici da parte delle imprese (67,4% degli intervistati) riguardano la sicurezza, ma anche la sostenibilità ambientale, in particolare per le grandi imprese di costruzioni, il manifatturiero, le multiutility e le aziende agricole.
 
MANUTENZIONE PREDITTIVA E MOTORI ELETTRICI IN CIMA ALLE RICHIESTE
Guardando al futuro, le aziende si aspettano un aumento della strategicità delle tecnologie intelligenti nei prossimi anni: la manutenzione predittiva è quella riconosciuta più determinante oggi e in futuro, la motorizzazione elettrica è quella che, invece, secondo gli intervistati, vedrà la crescita maggiore.
 
IL 78 PER CENTO DEL PARCO DEGLI UTILIZZATORI È COSTITUITO DA MACCHINE ACQUISTATE NUOVE

Il parco macchine per costruzioni facente capo agli utilizzatori è stimato in poco meno di 120 mila unità, di cui oltre il 70 per cento è rappresentato dal comparto del movimento terra.
In media, il 78 per cento del parco è costituito da macchine acquistate nuove, il restante 22 per cento da usate. La quota di usato è particolarmente elevata nelle macchine per la perforazione, dove supera il 40 per cento. Per il movimento terra è in aumento al 22 per cento, dal 7 per cento dell’indagine 2008.
 
FA CAPO AI NOLEGGIATORI CIRCA IL 30 PER CENTO DEL PARCO

(Foto n° 8 e 9)

La scelta di ricorrere a macchine a noleggio, rispetto all’utilizzo di quelle in proprietà, ha inciso per circa il 30 per cento nell’ultimo biennio. Le piccole imprese di costruzioni, i vivai, e le aziende agricole sono le categorie di imprese che maggiormente fanno ricorso a servizi di noleggio.

Le macchine di proprietà vengono utilizzate in media per 759 ore annue, contro le 281 delle macchine noleggiate. Per il movimento terra il dato medio (690 ore) è in linea con quello del 2008.
Guardando alla composizione del parco per fasi di motorizzazione, nel campione analizzato si rileva una più alta incidenza di macchine obsolete (Fase I e II) tra le macchine per il calcestruzzo e per la perforazione. Movimento terra e macchine stradali, invece, vantano circa un terzo delle macchine in parco in Fase IV e V (di recente inserimento).
 
UN’ETÀ MEDIA DI CIRCA 11 ANNI

L’età media è di circa 11 anni, seppur con qualche distinzione: macchine stradali e movimento terra mostrano un’età media intorno ai 10 anni, le macchine per il sollevamento oltre i 14.
Tra gli operatori, il parco più “giovane” è detenuto dalle imprese di raccolta e smaltimento rifiuti, scavi e demolizioni e grandi imprese di costruzioni, il più “anziano” dalle piccole imprese di costruzioni.
 
PARCO MACCHINE MOVIMENTO TERRA DIMEZZATO RISPETTO AL  2008

(Foto n° 11)

L’indagine stima che le macchine movimento terra siano 118.402: il parco mezzi risulta dimezzato rispetto al 2008, con un calo più forte per gli utilizzatori (-59%) rispetto ai noleggiatori (-19%), in linea con il ridimensionamento del mercato determinato dalla crisi del settore edile. A fronte di ciò, il peso del noleggio nel movimento terra appare in forte aumento nell’ultimo decennio, salendo al 29.6 per cento dal 18 per cento stimato nel 2008.
Più nel dettaglio, la riduzione del parco è stata nettamente più forte per gli utilizzatori rispetto ai noleggiatori: per gli utilizzatori il calo ha interessato tutte le tipologie di macchine, con una fortissima flessione per le terne (-75%) e solo una piccola correzione (-18%) per i dumpers.
I noleggiatori hanno, invece, dismesso principalmente le macchine più grandi e «tradizionali» (apripista, dumpers, terne, pale cingolate), puntando sulle macchine più piccole e versatili (miniescavatori, minipale, telescopici) che hanno sostanzialmente mantenuto i livelli del 2008.
 
Fonte: Veronafiere
Fonte tabelle: Prometeia.
 

 

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(Nobili spa)

Ricavi a livello mondiale per circa 889 miliardi di dollari USA, una superficie investita, sempre su scala globale, pari a circa 143 milioni di ettari, in crescita del 5,5 per cento nel periodo 2000-2016, con produzione e rese che nello stesso arco di tempo sono aumentate rispettivamente del 24 e del 20,5 per cento, grazie soprattutto alla crescita del livello di meccanizzazione.


Meccagri.it By Barbara Mengozzi - È questo, in estrema sintesi, lo scenario che caratterizza le colture specializzate, protagoniste in questi ultimi anni di un’autentica escalation che ben giustifica la scelta di Agrievolution Alliance – l’organizzazione internazionale nata per promuovere i benefici della meccanizzazione in un’agricoltura globale sostenibile e che riunisce 15 associazioni di produttori di macchine agricole, in rappresentanza di oltre seimila costruttori mondiali del settore ­– di dedicare agli “specialty crops” una delle due sessioni del Summit internazionale svoltosi in Spagna, a Madrid, lo scorso 1° ottobre e seguito da una giornata di prove in campo a Valencia.

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ESIGENZE DI MECCANIZZAZIONE DIVERSIFICATE PER AREE GEOGRAFICHE

La meccanizzazione delle colture specializzate, come ha sottolineato nel suo intervento Carlo Lambro (nella foto sotto), Brand President di New Holland, manifesta livelli ed esigenze fortemente differenziate nelle diverse aree geografiche.

Per quanto riguarda la frutta, ad esempio, mentre in Europa – dove si concentra l’11 per cento delle superfici complessive (9 milioni di ettari) che generano però poco meno di un quarto dei ricavi (114 miliardi di dollari) su scala globale – sono richiesti alti livelli di meccanizzazione e di tecnologie, nelle aree APAC (Asia e Pacifico) e MEA (Middle East and Africa), dove dal 73 per cento delle superfici totali si ottiene il 53 per cento dei ricavi, siamo in presenza di bassi livelli di meccanizzazione e bassa richiesta di tecnologia.

Nell’area NAFTA (USA, Canada e Messico) – con il 3 per cento della superficie e il 10 per cento dei ricavi – alti livelli di meccanizzazione si accompagnano ad una bassa richiesta di tecnologia (grandi compagnie con operatori non specializzati), mentre una situazione completamente contrapposta si riscontra nell’area LATAM (America Latina), con il 13 per cento della superficie e dei ricavi, dove un basso livello di meccanizzazione richiede un crescente livello di tecnologia.

 

 

 



SUPERFICI IN CRESCITA PER GLI SPECIALTY CROPS, A SPESE DEI SEMINATIVI
Trend di medio termine e fabbisogni diversificati in termini di meccanizzazione anche per quale che riguarda le singole colture specializzate ma con un denominatore comune che è quello di una prevista forte crescita degli “High Value Crops” nei prossimi anni.
Previsioni di crescita degli “specialty crops” per il 2030

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Fonte: 2018 – IHS (based on FAO)



Dal 2007 al 2030 il valore della produzione di vigneti, colture orticole e frutteti dovrebbe salire infatti da 772 a 1.056 miliardi di dollari, con prospettive decisamente incoraggianti per i costruttori di macchine.
Si pensi all’alto potenziale di crescita dell’olivicoltura contraddistinta oggi da un bassissimo indice di meccanizzazione (solo il 2 per cento delle superfici investite è interamente meccanizzato), delle piantagioni di caffè (attualmente solo la varietà Arabica brasiliana, vale a dire 2 milioni di ettari a fronte di 11 milioni complessivi, è meccanizzata), della melicoltura, trascinata dalla forte crescita dei consumi in Cina, solo per fare qualche esempio.
A dare la misura del ruolo sempre più importante rivestito dalle coltivazioni specializzate all’interno del comparto agricolo ci sono anche le cifre relative all’export. Tra il 2005 e il 2017 le esportazioni mondiali di frutta sono cresciute del 120 per cento, raggiungendo quota 107 miliardi di dollari, e quelle di verdure del 100 per cento (68,7 milioni di dollari). Incrementi a due cifre anche per olio di oliva (8,1 miliardi di dollari, in crescita del 61,1 per cento) e vino (32,2 miliardi di dollari, in crescita del 70,7 per cento).

LE CONSEGUENZE DELLE NUOVE ABITUDINI ALIMENTARI7-Agrievolution-2019_Morgenstern.jpg
Ad innescare la prevista forte crescita degli “specialty crops” contribuiscono una serie di fattori, tra i quali, un ruolo di primo piano spetta ai cambiamenti in corso nei regimi alimentari con un progressivo calo dell’assunzione di proteine di origine animale ed un aumento dei consumi di frutta e verdura che sono oltretutto in grado di fornire un alto valore nutritivo con un minor impatto ambientale.
Giova ricordare a tal proposito che l’Organizzazione mondiale della sanità e la FAO raccomandano un consumo minimo giornaliero di 400 grammi di frutta e verdura per la prevenzione di malattie croniche specialmente nei Paesi meno sviluppati.

Cifre alla mano, come ha evidenziato Rainer Morgenstern (nella foto sopra), Member of the Management Board Sales and Marketing, SDF, le colture specializzate possono rappresentare una risposta alla sfida di sfamare e nutrire il pianeta negli anni a venire.

L’evoluzione è già in atto e la composizione della produzione agricola mondiale espressa in milioni di tonnellate appare destinata a modificarsi negli anni a venire con una progressiva diminuzione della componente cereali che dal 60 per cento del 2017 dovrebbe scendere al 40 per cento, mentre frutta e verdure dovrebbero salire rispettivamente dal 18 al 30 per cento e dal 22 al 30 per cento.

SPAGNA DOCET

Emblematica di questo trend è proprio la situazione spagnola dove negli ultimi anni,a fronte di una diminuzione di 200 mila ettari di superfici a seminativi, c’è stato un incremento equivalente di superfici a colture arboree, costituite prevalentemente da olivi, mandorli e piante di pistacchio (vedi tabelle qui sopra).
Qualcosa di analogo, su scala ridotta, si è verificato in Portogallo dove le superfici a seminativo sono diminuite di 100 mila ettari mentre quelle a colture arboree sono aumentate di 20.000 ettari.

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PIÙ REDDITIVITÀ E SALVAGUARDIA AMBIENTALE


Dalla meccanizzazione per le colture specializzate si attendono concrete risposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto (stress idrici, siccità, desertificazione) ma anche alle esigenze di difesa ambientale che richiedono un sempre minore impiego di mezzi chimici.
Le business opportunity offerte dagli “specialty crop”, ha fatto presente Lambro, esigono soluzioni ad hoc in tema di meccanizzazione e l’innovazione New Holland in questo campo sta cercando di rispondere con prontezza ai fabbisogni e ai mutamenti in corso. In quelle colture, ad esempio, dove è richiesta una riduzione dei costi della raccolta ed un aumento generale della redditività il brand giallo-blu prevede un utilizzo sempre più diffuso di macchine da raccolta capaci di adattarsi, con l’attivazione degli scuotitori a diverse altezze e intensità, a zone fruttifere della pianta molto differenziate, come già avviene con grande successo con le vendemmiatrici Braud New Holland adattate per raccogliere le olive e il ribes nero.
Nell’ottica, poi, di far pervenire al consumatore finale il messaggio di una produzione più ecologica condotta e gestita con criteri di sostenibilità e secondo i dettami dell’agricoltura biologica, si potranno impiegare veicoli a guida autonoma e macchine operatrici robotizzate per operazioni semplici e ripetitive, fino ad arrivare alla raccolta robotizzata grazie a telecamere, sensori e sistemi di visione artificiale in 3D.

AUTOMAZIONE E DIGITALIZZAZIONE12-Agrievolution-2019_Von-Pentz.jpg

John Deere, ad esempio, come ha ricordato Mark von Pentz (nella foto a fianco), presidente della Divisione internazionale Agriculture & Turf di John Deere, crede fermamente nell’intelligenza artificiale al servizio della meccanizzazione agricola e lo ha dimostrato con l’acquisizione della start-up californiana Blue River Technology, alla quale si deve lo sviluppo della tecnologia “See & Spray” (nella foto sopra), uno sprayer ad alto quoziente intellettivo capace di individuare le erbe infestanti o altre avversità all’interno di una coltivazione e di localizzare opportunamente la distribuzione di diserbanti, fungicidi e insetticidi.
«Puntiamo ad avere un sistema di architettura aperta che ci permetta di diventare come l’App Store di Apple dove le App di altri sviluppatori possono girare sul nostro sistema e connettersi alla macchina», ha dichiarato Von Pentz.

E, sempre con riferimento a John Deere, è rivolta espressamente al settore delle colture specializzate la partnership globale siglata dal Cervo con Pulverizadores Fede, azienda spagnola con sede a Valencia, la cui tecnologia H3O è in grado di offrire agli utilizzatori la possibilità di ottimizzare i costi operativi abbattendo i consumi di carburante e di sostanze chimiche, dimezzando l’effetto deriva e riducendo sensibilmente le emissioni acustiche.
Porta la firma di Fede anche la Specialty Crop Platform “SCG” – prezioso “tool” per controllare con assoluta precisione i trattamenti eseguiti– ora integrata nel portale My John Deere.

“MACCHINE SPECIALI PER COLTURE SPECIALI”

Ma anche relativamente ai trattori la meccanizzazione può soddisfare le specifiche richieste delle colture specializzate fabbricando macchine differenti in funzione delle differenti esigenze dei diversi Paesi ma anche delle differenti normative in materia di emissioni per quel che riguarda i motori, tenendo sempre ben d’occhio il rapporto costi benefici. «Le colture specializzate ­– ha concluso Morgenstern facendo riferimento all’accentuata diversificazione che contraddistingue la gamma di trattori specializzati SDF – necessitano di macchine speciali con speciali caratteristiche».

 

 

 

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© Barbara Mengozzi 24 ottobre 2019
Fonte tabelle: relazioni guest speakers Agrievolution Summit 2019 M1/Mechanization of specialty crops T1/Current situation and long-term trend of specialty crops.

 

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