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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 ottobre 14

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SOMMARIO Anno 13 - n° 42 20 Ottobre 2014

1.1 editoriale Ebola, è vero allarme?
2.1 mercati agricoli Ismea, prezzi agricoli in ripresa a settembre
3.1 Lattiero caseario Il Parmigiano scende più del Padano
4.1 mipaaf MIPAAF, 40 milioni di intervento a sostegno degli indigeti.
5.1 export vini Le Eccellenze vitivinicole a Melbourne
5.2 norme sementiere ASSOSEMENTI: per la selezione del seme aziendale occorre la licenza sementiera
6.1 eventi Speriamo ci sia la nebbia. Tutti pronti per il November Porc.
7.1 turismo Vacanze Slow sul Grande Fiume

Dall'Ara: "Siamo soddisfatti per questa decisione"

 - L'attività di selezione meccanica della granella aziendale destinata ad essere reimpiegata come seme, svolta con attrezzature mobili presso gli agricoltori, è lecita solo se autorizzata dal competente Servizio fitosanitario regionale. Infatti, con una ordinanza del 21 luglio scorso, il Tribunale di Mantova, a seguito di un ricorso presentato da Assosementi insieme a tre aziende associate, ha inibito in via cautelare una ditta locale dedita a tale lavorazione mobile "dal proseguire l'attività in assenza dell'autorizzazione di cui alla legge 1096/71 e successive modifiche".
Il regolamento di esecuzione della legge sementiera nazionale n. 1096/71 prescrive che tutti i prestatori di servizi, qualora svolgano attività di lavorazione delle sementi, debbano possedere la licenza sementiera prevista dall'articolo 2 della legge del 1971. Una volta di competenza delle Camere di commercio, i compiti di accertare l'idoneità delle attrezzature impiegate e la presenza dei requisiti di professionalità necessari sono stati trasferiti con una legge del 2007 ai Servizi fitosanitari regionali.
"Siamo soddisfatti per questa decisione che ribadisce qualora ce ne fosse stato bisogno – ha dichiarato il Presidente di Assosementi, Guido Dall'Ara – la necessità di dotarsi di questa autorizzazione per operare nel pieno rispetto della legalità, soprattutto in campo sementiero e dei materiali da riproduzione dove le norme debbono essere viste quali strumenti posti a difesa degli utilizzatori finali, cioè degli agricoltori".

(Fonte Assosementi 7 ottobre 2014)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

Il settore sementiero contribuisce attivamente alla biodiversità

 

Roma,  dicembre 2013

Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere in Italia, registra negli ultimi giorni un acceso dibattito a proposito del processo di revisione europeo della disciplina sementiera. Diverse ONG e noti opinion leader come Carlo Petrini si sono schierati contro una proposta di regolamento della Commissione UE che a loro parere metterebbe a repentaglio la biodiversità e favorirebbe le multinazionali del settore. Per Assosementi si tratta in realtà di un allarmismo ingiustificato, frutto di una lettura superficiale, o peggio strumentale, di una proposta che dovrebbe semplificare e razionalizzare il quadro normativo esistente.

“La proposta di nuovo regolamento sulle sementi e gli altri materiali di moltiplicazione, che dovrebbe sostituire le vecchie direttive oramai in vigore da quasi cinquant’anni, non accontenta – sottolinea Marco Nardi, direttore di Assosementi - né le aziende sementiere, per le ulteriori aperture assicurate ai materiali eterogenei e di nicchia, né il mondo ambientalista, che mal sopporta i vincoli in materia di registri varietali e di certificazione dei prodotti commerciali. La proposta della Commissione non scalfisce quindi in alcun modo la tutela delle risorse fitogenetiche in quanto salvaguarda le norme specifiche adottate negli ultimi anni dalla Ue, anzi tende ad assicurare maggiore libertà all’utilizzo delle cosiddette varietà locali e da conservazione ampliandone addirittura le possibilità di commercializzazione. La proposta non tocca poi per nulla il tema della  tutela varietale, oggetto di un altro processo di revisione”.

Per il settore sementiero è vitale poter attingere a un’ampia diversificazione al fine di realizzare il miglioramento genetico. Esso è quindi interessato a partecipare attivamente alla conservazione della biodiversità, da un lato preservando i materiali vegetali antichi nelle proprie raccolte o in banche genetiche, dall’altro immettendo ogni anno sul mercato un elevato numero di nuove varietà, che sono il motore dell’innovazione della produzione agricola.

Assosementi insieme a ESA, l’Associazione europea delle sementi, ritiene comunque che una razionale forma di tutela delle nuove varietà – nel rispetto dei principi della Convenzione UPOV (International Union for the Protection of New Varieties of Plants), la quale attenua la portata dell’esclusività varietale con due deroghe, una a favore del ricercatore, l’altra verso l’agricoltore che reimpiega come seme parte del proprio raccolto - sia indispensabile per garantire il lavoro di ricerca vegetale.

(Fonte assosementi)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia