Non solo cani, gatti, uccellini e piccoli roditori. I reggiani scelgono sempre più spesso animali da compagnia piuttosto ‘originali’ da tenere in casa o in giardino. Qualche esempio? Alpaca, mufloni, maiali thailandesi ma non solo, capre specialmente tibetane, mucche nostrane, pecore di ogni dimensione, e persino l’ariete più piccolo del mondo che “adora ascoltare la radio e si addormenta sulle mie gambe” giura la proprietaria. La loro presenza sul nostro territorio emerge dagli schedari degli uffici di Cia Reggio a cui sempre più cittadini si rivolgono per redigere le necessarie richieste da inviare ad amministrazioni comunali e Asl che devono poi rilasciare le necessarie autorizzazioni. Un centinaio i casi sull’intero territorio reggiano.
“Stiamo registrando un vero e proprio boom di questo fenomeno che una volta riguardava solo le star di Hollywood ma che ora è diventata pratica – quasi – comune anche sul territorio reggiano”, rivela Arianna Mariotti (tecnico forestale di Cia Reggio) che si occupa di informare a 360 gradi i cittadini che vogliono vivere con questi originali animali e poi seguirli nel complesso percorso burocratico che prende il via con la compilazione dei documenti. In genere, le autorizzazioni complete arrivano dopo un mese.
Dalla montagna alla Bassa, dalla zona ceramiche alla Val d’Enza passando per la città, non esiste zona in cui tra le mura domestiche – quando possibile – o nel verde di casa non viva un animale considerato ‘strano’ fino a qualche tempo fa.
“Abbiamo tutti ben in mente le foto di George Clooney con il suo maialino nero in salotto: posso assicurare che questo esempio è stato seguito da tanti reggiani”, sorride Arianna. Ci tiene a specificare che non si tratta di allevatori o persone che utilizzano i ‘pelosi’ per guadagnare soldi “ma di cittadini privati che vogliono avere al proprio fianco questi animali per questioni puramente affettive. E, dopo il lockdown, le richieste sono in ulteriore incremento…”.
“Alla base di tutte queste presenze vi sono le storie più particolari - aggiunge il tecnico Cia Reggio, Veronica Ferrieri -. C’è chi ‘vive’ con un alpaca perché è il suo animale preferito fin da quando era bambino, chi ha optato per due grossi mufloni per utilizzarli come tagliaerba ecologici, chi ha deciso di regalare un asino alla moglie per l’anniversario di matrimonio, chi alleva un vitello ‘da compagnia’ nel giardino e ci gioca ogni giorno, chi ha comprato capre tibetane dopo la pensione per far divertire i nipotini. E potrei andare avanti a lungo…”.
“Tutte queste situazioni - sottolinea Mariotti - sono accomunate da grande attenzione e senso di responsabilità verso i quadrupedi. E questo significa creazione delle condizioni migliori per il loro benessere: spazi adatti, giusta alimentazione, affetto e cure”.
Oltre alle indicazioni e ai controlli di Cia Reggio, sono i sopralluoghi degli esperti Asl ad attestare le condizioni positive in cui vivono gli animali e tutelare dunque anche la sanità degli allevamenti zootecnici e suinicoli reggiani.
“Fino ad ora non abbiamo avuto problemi: chi decide di vivere con questi originali quadrupedi lo fa con la piena consapevolezza che servono impegno, tempo e denaro - conclude Mariotti -. Mai nessuno si è pentito. Ogni animale ha il suo nome registrato ufficialmente e un posto nel cuore di chi l’ha scelto. Una moda passeggera? Non penso: credo si tratti di un nuovo modo di concepire il rapporto con gli animali”.