L'azienda, di nuovo ostaggio dei blocchi fuorilegge perpetrati ieri pomeriggio da poco più di una decina persone, si difende e conferma la propria linea
Italpizza non siede né mai siederà al tavolo con rappresentanti di organizzazioni che agiscono al di fuori della legalità. Ad un giorno dalla ripresa dei blocchi illegali perpetrati da poche decine di persone – appena una quindicina i soci-lavoratori operanti presso il cantiere Italpizza – davanti ai cancelli dell'unica sua sede a San Donnino di Modena, il colosso internazionale delle pizze surgelate ribadisce con coerenza la posizione già espressa in precedenti occasioni, ovvero l'assoluta contrarietà a dialogare con soggetti che non possono essere riconosciuti perché riuniti in una organizzazione che non risulta firmataria di alcun contratto nazionale, oltretutto autrice di azioni prepotenti e illegali e contraria, per proprio stesso Statuto, ai principi della libera impresa e del sistema economico di cui Italpizza è espressione ed entro cui agisce nel pieno rispetto delle regole.
Procede, invece, come condiviso con i Sindacati Confederali, le due cooperative appaltatrici Cofamo ed Evologica e Confindustria-Emilia, il percorso a tappe verso la definizione di un piano programmatico e di sviluppo pluriennale che combini le relazioni sindacali lungo un orizzonte duraturo e costruttivo, con gli elementi di una crescita aziendale possibile, oltre che auspicabile per il territorio. Un percorso che potrebbe essere compromesso dalle azioni illegali portate avanti ancora in queste ore con effetti ogni volta imprevedibili.
Effetti che anche opinione pubblica, automobilisti e i numerosi clienti dello spaccio dimostrano di aver colto rivolgendo alla stessa azienda manifestazioni di insofferenza e disagio. Manifestazioni che si aggiungono a quelle, ancor più condivisibili e preoccupanti, espresse più volte da lavoratori, autotrasportatori e operatori dell'indotto, che vedono minacciata la propria attività dalle azioni violente con cui gli autori dei blocchi illegali impediscono il libero passaggio di persone e mezzi.
La piena operatività dell'azienda, fiore all'occhiello di un territorio da cui ogni anno partono milioni di euro di pizze surgelate alla volta di 55 Paesi nel mondo, appare dunque strettamente connessa alla presenza delle forze dell'ordine che, limitatamente alle proprie disponibilità, presidiano i cancelli dell'azienda garantendo la piena applicazione del diritto di libera circolazione e libera attività.
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