I listini agricoli rimangono su livelli inferiori rispetto a quelli del 2015 (-3,7% su base annua), risentendo anche di una congiuntura sfavorevole (-2,1% rispetto a maggio). La tendenza deflattiva è più accentuata secondo l'indice core (-6%).
Roma, 19 luglio 2016 - Il mese di giugno chiude con un ulteriore ribasso dei prezzi in campagna, dopo il timido segnale di ripresa evidenziato a maggio. È quanto rende noto l'Ismea, sulla base dell'indice dei prezzi agricoli, che si è attestato, nel mese in esame, a 105,8 (base 2010=100), registrando una flessione del 2,1% su base mensile e del 3,7% su giugno di un anno fa.
Ancora più marcata la tendenza deflativa che emerge dall'analisi dell'indicatore "core" - elaborato dall'Ismea escludendo le componenti più stagionali e quindi suscettibili di forti oscillazioni de prezzi quali: "ortaggi" e"frutta fresca". Tale indicatore, che ha il pregio di cogliere la dinamica di fondo dei prezzi agricoli, mostra una sostanziale stabilità congiunturale (+0,9 % rispetto a maggio) a fronte di una significativa riduzione su base annua ( -6%), di riflesso al deprezzamento di frumento, olio d'oliva, latte e avicoli.
Con il dato di giugno, quindi, la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intero 2016 scende ulteriormente in territorio negativo: dal -7,3% registrato nel mese di maggio il confronto con il dato medio 2015 si porta al -8,5%. Resta grossomodo stabile, invece, la variazione acquisita calcolata per l'Indice "core", che passa dal -7,3% di maggio al -6,8% di giugno.
Andando più nel dettaglio, il comparto vegetale evidenzia nel complesso una congiuntura negativa (-6% rispetto a maggio) associata a una tendenza deflativa (-2,7% rispetto a giugno 2015). Secondo le elaborazioni Ismea, il calo annuo riflette le riduzioni dei cereali (-4%, per lo più determinato da ribassi di frumento e riso), degli oli e grassi vegetali (-29,6%), mitigate dalla lieve crescita dei prezzi delle altre coltivazioni. In particolare, i listini della soia e delle altre oleaginose segnano una crescita del 9,2% su base annua. Il dato di giugno, come per i precedenti mesi, è positivo anche per le colture industriali, che registrano una crescita di 8 punti percentuali rispetto a giugno 2015, soprattutto per la crescita del prezzo del tabacco (+11%).
L'analisi congiunturale indica prezzi sostanzialmente stabili nel segmento dei vini, oli, colture industriali e i cereali (nell'ambito dei quali va evidenziato l'effetto compensatorio tra le variazioni positive del mais e quelle negative del frumento). Variazioni negative, si evidenziano invece, per i prodotti frutticoli e, soprattutto, orticoli, mentre i semi oleosi spuntano un più 4,3% su maggio.
Nel comparto zootecnico, la tendenza è deflativa (-4,6%) nonostante il dato congiunturale positivo (+1,4%). Il dato tendenziale riflette il deprezzamento di tutti i prodotti e in particolare di latte e derivati (-7,2%, dovuto al calo dei prezzi del burro e dei formaggi molli e semiduri) e delle uova (-14,7% rispetto a giugno 2015).
In termini di prezzi al consumo, i dati diffusi dall'Istat indicano una tendenza generale ancora deflativa (l'indice NIC segna un calo dello 0,4% rispetto a giugno 2015), mentre risultano in lieve rialzo i prezzi dei beni alimentari.
Il loro livello, monitorato dall'indice FOODXT, registra un timido + 0,2% su base annua: in particolare è in ripresa la componente relativa ai beni alimentari non lavorati, il cui indice segna un avanzamento dello 0,4% rispetto a maggio e dello 0,7% su base annua.
(Fonte Ismea Roma 19 luglio 2016)