Redazione

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Di Nicola Comparato 8 agosto 2018 - La cassa d'espansione sul torrente Baganza, in provincia di Parma, è un progetto voluto dall' AIPO, l'Agenzia Interregionale per il fiume Po.

Questa costruzione, la diga artificiale che molti amano definire EcoMostro, sta dividendo le persone tra favorevoli e contrari. La cassa, dalle dimensioni di 16 metri di altezza, con una lunghezza di 1,3 km e una capienza di 4,7 milioni di metri cubi d'acqua, pensata per prevenire le alluvioni, in realtà può provocare seri danni all'ambiente, procurando forti disagi alle persone. In più, secondo il parere di molti, questa mega costruzione, dal costo di 55 milioni di euro non garantisce massima sicurezza alla località parmense di Colorno. A detta di alcuni cittadini, il ponte di Colorno è di dimensioni ristrette, ragion per cui l'acqua potrebbe fuoriuscire inondando il paese abitato. A conti fatti, la cassa può portare vantaggi solo alla città di Parma, penalizzando i cittadini e i comuni di Felino e Sala Baganza.

Tra gli abitanti c'è comunque chi si dice favorevole al progetto senza considerare le gravi conseguenze che comporta tutto ciò. Nella frazione di Casale di Felino, paese dove sorgerà la cassa, c'è molta preoccupazione riguardo all'impatto ambientale e paesaggistico del progetto  Nessuno dei residenti vuole dire Addio al paesaggio che da sempre li accompagna, per colpa di un muro di 16 metri che si eleva dinanzi alle loro case. Per questo i cittadini hanno proposto come soluzione , la costruzione della diga di Armorano, sopra Calestano . Un'altra valida opzione potrebbe essere la costruzione di tre casse più piccole , minor spesa e maggiore tutela ambientale . Altre località a rischio , oltre a quelle già citate sono Berceto e Terenzo. Sulla cassa d'espansione si è espressa anche la Dottoressa Rosina Trombi, storica Socialista ed ex vicesindaco del comune di Felino:

"Il PSI di Pedemontana ha espresso la sua posizione in un ordine del giorno posto al Consiglio dell'Unione da Manuel Magnani, consigliere del PSI a Collecchio ... in sostanza a tutti sta a cuore la tutela di Parma e Colorno ma nello stesso tempo vorremmo la tutela delle popolazioni a monte della cassa .... Quando nel 2011 si è votato il protocollo tra i vari comuni interessati non vi era l'ipotesi di un'opera così mastodontica, impattante sull'ambiente e sull'abitato a monte.... Nel progetto presentato nel marzo 2017 a Felino si è constatato il costo esorbitante ma non sono state previste tutele lungo tutto l'asse che con l'alluvione dell'ottobre 2014 si sono rese evidentemente necessarie per la tutela del territorio e delle industrie di Felino, Sala Baganza, Calestano e Collecchio.... La preoccupazione a Felino è inoltre legata alla gestione della cantieristica e realizzazione dell'opera relativamente ai disagi alla viabilità e all'ambiente dove sorge l'abitato di Casale.... Speriamo che la recente costituzione del Patto di fiume possa prendere in considerazione e rispondere alle preoccupazioni di cui sopra"

 

Il programma delle ricerche illustrato da Nicola Mancassola, docente dell'Università di Bologna, archeologo ed esperto medievista, che condurrà sempre l'iniziativa, della durata di due settimane

Toano. Lunedì (6 agosto) sono ripresi gli scavi archeologici alla pieve di Santa Maria in Castello, che avranno la durata di due settimane. "E' un'iniziativa di notevole importanza - rileva Vittorina Canovi, assessore alla cultura - che fa seguito alla campagna della scorsa estate, il cui successo ci ha spinti a proseguire in nuove ricerche sul campo per fare ulteriore luce sulla storia del nostro territorio, con particolare riferimento al castello scomparso e alla chiesa romanica che è giunta fino a noi, seppur tra tante vicissitudini, e che un tempo ne faceva parte".

La nuova indagine "sarà sempre condotta - continua l'assessore Canovi - dall'Università di Bologna, Dipartimento di storia culture civiltà, sotto la guida del professor Nicola Mancassola, archeologo ed esperto medievista, in accordo con Ufficio diocesano per i beni culturali, diretto da monsignor Tiziano Ghirelli e con la Parrocchia del capoluogo, nonché con il supporto e il finanziamento del Comune, della 'Antica fabriceria', di Panaria Group e di altri soggetti privati. Ringraziamo inoltre il Coro matildico Valdolo, che offrirà alloggio agli archeologi e ai volontari".

Il programma prevede "da un lato - spiega Nicola Mancassola - la prosecuzione dello scavo all'esterno dell'abside della pieve, con l'obiettivo di indagare le fasi medievali della chiesa e poter determinare, attraverso lo studio delle sepolture presenti in quell'area, il primo periodo di frequentazione del colle a scopi religiosi. Parallelamente si procederà nella valutazione del deposito archeologico in nuovi settori della sommità, in particolare nel grande spiazzo a nord dell'area perimetrale settentrionale del luogo di culto ed eventualmente nei pressi della facciata dello stesso. In tal modo sarà possibile avere un'idea di come fosse articolata quella porzione del castello, di cui allo stato attuale delle ricerche non si conosce nulla".

Sottolinea poi il docente universitario: "Una parte dei ricercatori procederà infine nel rilievo e nello studio analitico degli alzati della pieve, in modo da porre in evidenza le varie fasi costruttive, dall'età medievale a quella moderna, e definire così con precisione i settori ricostruiti dall'architetto Baldini a partire dal secondo dopoguerra quando la chiesa, in abbandono e fortemente danneggiata, venne restaurata e ripristinata nella forma attuale".

L'Amministrazione comunale "è grata al professor Mancassola, alla sua équipe e a tutti gli enti, associazioni e gruppi che, in vari modi e sotto diversi aspetti, contribuiscono alla nuova campagna archeologica - conclude Vittorina Canovi - con la certezza che emergeranno nuovi significativi elementi sul passato del toanese".

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Un volo Jet Airways sbaglia pista di decollo. Strage sfiorata a Riad. Aereo tenta di decollare dalla via di rullaggio. Illesi i 148 occupanti del Boeing 737. L'inchiesta federale saudita

"Sta decollando sulla via di rullaggio": ancora pochi secondi e sarebbe stata una strage. Con un velivolo che sbaglia pista e cerca di decollare dalla pista di rullaggio, pieno di passeggeri e carburante. Forse fretta di partire o un pericoloso disorientamento? Cosa sia successo e soprattutto chi abbia sbagliato, lo chiarirà l'inchiesta avviata su un incidente avvenuto all'aeroporto di Riad Succede tutto quando un Boeing 737, finito su un'area sterrata dello scalo, stava tentando di alzarsi in volo da una via di rullaggio anziché dalla pista di decollo.

L'incidente, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", è avvenuto venerdì alle 00.30 locali al King Khalid International Airport, nella capitale saudita. Il volo JAI 523 dell'indiana Jet Airways, diretto a Mumbai, è uscito improvvisamente da una via di rullaggio e uno dei suoi motori è andato a fuoco. I 141 passeggeri e i 7 membri dell'equipaggio sono stati fatti evacuare senza riportare ferite. Ora l'Aviation Investigation Bureau (AIB), l'autorità d'inchiesta sull'aviazione saudita, fa sapere che, nel momento in cui è uscito di pista, il velivolo stava addirittura tentando di decollare dalla via di rullaggio, che corre parallela alla pista di decollo.

Su quella striscia di asfalto, normalmente destinata solo a collegare l'area di stazionamento alla pista, il Boeing «ha accelerato a tutta velocità di decollo» finendo poi sullo sterrato. In quel momento, precisa l'AIB, sulla via di rullaggio c'era «un'elevata visibilità e non c'erano ostacoli». Le autorità saudite stanno indagando le cause dell'errore con la collaborazione dell'Aircraft Accident Investigation Bureau of India.

(7 agosto 2018)

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