Ultimo appuntamento e nuova location: mercoledì 10 settembre alle ore 17.30 "IL PO RICORDA. Storie di confine. Trasformazioni e incontri tra Acqua e Terra, Nord e Sud, Antico e Nuovo", la rassegna di incontri a cura dell'Associazione culturale Arti e Pensieri, chiude alla Galleria Ricci Oddi (via San Siro 13, Piacenza).
Piacenza, 8 settembre 2014 -
L'appuntamento, a ingresso libero e rivolto a interessati di tutte le età, intitola "Il paese immaginato" e inizierà con una visita guidata a cura degli storici dell'arte Raimondo Sassi e Noemi Pisati di Arti e Pensieri.
I dipinti collezionati da Giuseppe Ricci Oddi mostrano come nel periodo tra Otto e Novecento gli artisti raccontino la "modernizzazione", che in Italia coincide con lo sforzo per la costruzione del Paese unito, esprimendo al contempo un nuovo modo di intendere il rapporto con la natura e lo spazio circostante. Ne sono una testimonianza lo splendido dipinto di Antonio Fontanesi raffigurante "Il Po a Torino", oppure brani pittorici di grande intensità come "Abisso verde" e "Il roveto", rispettivamente di Aristide Sartorio e Giuseppe Pellizza da Volpedo. Se il primo intende rappresentare il Po come lo vedono i suoi occhi, i due pittori più vicini alle istanze simboliste, invece, propongono rappresentazioni di paesaggio fortemente idealizzate, evocando una dimensione naturale mitica. Più in generale, riscontriamo come gli artisti nel dare forma alla loro idea di paesaggio moderno non siano particolarmente interessati alle trasformazioni portate dalla cosiddetta civiltà della macchina o ai simboli della tecnologia. Nelle loro rappresentazioni, infatti, prevale quasi sempre il tema della natura, a volte intesa come forza originaria e mitica, come per i simbolisti, a volte evocatrice di atmosfere esotiche, come negli orientalisti.
Le scelte collezionistiche di Ricci Oddi sono indicative del bisogno insito nella società di questo periodo di ristabilire un contatto con la dimensione naturale, che appare irrimediabilmente perduto; anche se, d'altra parte, nella stessa Galleria piacentina si possono individuare significative vedute di città, cuore pulsante della nuova civiltà industriale e luogo per eccellenza della Belle Epoque, pensiamo per esempio alle opere di Federico Zandomeneghi e di Luigi Gioli. Gli artisti, dunque, evidenziano come i confini del concetto di "modernità", siano in fondo sfuggenti e come mutino continuamente in relazione con le dinamiche sociali e culturali.
I bambini invece potranno divertirsi in un percorso dedicato che si concluderà con un laboratorio creativo, volto alla ricerca della propria "identità artistica". Elisabetta Nicoli di Altana svelerà loro alcune curiosità sui quadri conservati nella Galleria, per poi lasciarli liberi di dare vita al loro estro con colori e materiali di vario tipo: "E tu che artista sei? Modernista, orientalista o divisionista?".
L'immersione in un'altra epoca, e nelle tendenze orientalistiche che la caratterizzano, proseguirà nel giardino della Galleria con una performance di Danza Orientale a cura di Martina Fontanesi, egittologa e insegnante di Danza Orientale. Il raqs sharqi (o Danza Orientale) si diffuse in Occidente tra il XXIX e il XX secolo, grazie al fascino con cui il mondo orientale intrigava pittori, scrittori e non solo: la riscoperta dell'Egitto e del mondo arabo, la contaminazione della maladie d'Orient nella moda, nelle arti e nel cinema. Alcune famose danzatrici infatti iniziarono a esibirsi nelle Fiere più importanti, nei teatri e soprattutto nei primi film.
In omaggio alla tendenze in voga, sarà possibile gustare una merenda in stile con tè alla menta e dolcetti arabi: come nelle migliori corti ottomane, i partecipanti potranno sdraiarsi su tappeti e cuscini per essere serviti da odalische.
In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà ugualmente.
L'argomento specifico de IL PO RICORDA di quest'anno (in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il patrocinio del Francigena Festival e con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Selecar) ha voluto sviscerare la conoscenza della nostra identità culturale quale esito della posizione geografica "di confine" del territorio piacentino: fin dalla Preistoria mode, idee e culture si sono incontrate, incrociate e fuse nel nostro territorio per arrivare a dare vita alla ricchezza culturale peculiare della tradizione di Piacenza.
Informazioni all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o ai numeri 340.6160854, 333.6738327, 339.5411031. www.artiepensieri.com
(Fonte: Arti e pensieri Piacenza)
Giullari e conti di un'epoca remota hanno accompagnato la rievocazione storica alla consueta sagra di Castello Querciola -
Reggio Emilia, 2 settembre 2014 - Giulia Rossi -
Nascosto tra i boschi di Querce, alla fine di una stradina mezza sterrata, isolato tra i campi e le fattorie, sorge un vecchio borgo in sasso, fatto di poche case, una raffinata chiesina e una torre rustica: un angolo incantato di mondo a due passi dalla città.
Sembra l'inizio di una favola e forse di una favola si tratta davvero, perché sabato 30 e domenica 31 agosto alla consueta sagra di Castello Querciola, organizzata dal'Associazione per la valorizzazione di Viano, dal Comune e da molti volontari del querciolese, i protagonisti delle due serate sono stati giullari e conti di un'epoca remota che hanno accompagnato la rievocazione storica, eseguita ogni anno a fine agosto per ricordare quando, nel 1233, il feudo in questione passò dalle proprietà del vescovo di Reggio alla potente famiglia Fogliani.
LA SAGRA DI CASTELLO QUERCIOLA. Basta scendere dall'auto parcheggiata in un campo a pochi metri dal borgo per sentire già in lontananza il rombo delle trombe e il tumulto dei tamburi ed essere richiamati con la mente a un ritmo passato.
Mentre ci avviciniamo all'ingresso della festa, vediamo spiccare tra banchetti di ghirlande floreali che le dame indossavano sul capo, scudi di legno per bambini e gioielli in ferro battuto, il classico stemma medievale e una fila di persone che vestono abiti d'epoca in attesa di iniziare la parata: ci sono i villici, sporchi di terra e con vesti strappate, i religiosi tra cui il vescovo in vesti d'orate, gli arcieri, i musici, gli sbandieratori in calzamaglia e i nobili bardati di stole eleganti con il primo conte del Querzola.
Ma qual è la storia di questo feudo?
IL FEUDO. "Le prime notizie del feudo risalgono al 980 quando questa struttura venne costruita per proteggere il vescovo di Reggio Emilia dalle scorrerie barbariche che in quel periodo si susseguivano senza sosta nel territorio emiliano - racconta Isabella Valcavi, insegnante della scuola media di Viano e promotrice dell'iniziativa - . Il feudo rimase residenza vescovile estiva fino a quando, precisamente il 23 agosto 1233, il vescovo di allora decise di donarlo a una potente famiglia guelfa che aveva difeso la chiesa, i Fogliani, i quali ne mantennero la gestione fino al sedicesimo secolo. Così ogni anno, l'ultima settimana di agosto, organizziamo questa sagra per rievocare e celebrare quell'investitura avvenuta tanti secoli fa".
"Questa festa richiama sempre molti turisti - prosegue l'insegnante - , soprattutto per la visita della torre, recentemente ristrutturata, in cui sono custoditi i preziosi affreschi di Lelio Orsi, noto pittore del '500, originario di Novellara (Reggio Emilia). Per noi è molto importante questo momento perché in questo modo abbiamo l'opportunità di far conoscere il borgo e la storia medievale a un grosso numero di persone, dando loro modo di riscoprire le nostre radici e la nostra identità, soprattutto in una società dove i valori autentici sono sempre più dimenticati. E, visto che si parla di valori, nell'organizzare sagre come questa, si riscopre davvero il piacere e la ricchezza dell'amicizia. Ho lavorato duramente per un mese, certo è stato impegnativo, ma ho avuto modo di stringere legami con persone di tutte le età che prima nemmeno conoscevo, ed è stato molto bello", conclude Valcavi.
L'INTRATTENIMENTO DEL BORGO. Intanto, sul paco allestito nel cuore del borgo antico davanti a una folla di persone, la cerimonia d'investitura volge al termine. È arrivato il momento dell'esibizione degli sbandieratori che dilettano il pubblico con numeri complessi e mozzafiato, sempre a ritmo di tamburi. C'è chi fa volteggiare due bandiere, chi persino quattro, chi ne lancia una in aria scambiandola con quella del compagno, chi la alza con l'abilità dei piedi verso l'alto.
Dopo di loro lo spettacolo continua con le affascinanti performance dei mangiafuoco che lasciano il pubblico a bocca aperta.
E dopo un dettagliato ripasso della nostra storia medievale e l'applaudito intrattenimento, è giunta l'ora di gustare le tante pietanze tradizionali della cucina emiliana. Polenta, gnocco fritto, erbazzone, il tutto accompagnato da una buona bottiglia di lambrusco, oppure due.
Presente sotto i tendoni del ristorante con un tavolo riservato anche il sindaco di Viano, Giorgio Bedeschi, che non si è voluto perdere una delle manifestazioni più importanti della zona.
UN RAPACE PER AMICO. E tra un pezzo di ciambella casereccia, inzuppata nel vino bianco come da tradizione, e l'altra, può capitare a qualche visitatore intento a deliziare il suo dolce, di ritrovarsi un rapace sulla testa. Lo splendido Barbagianni in questione ha sette anni e si chiama Kiss, "perché è fatto a cuore", ci spiegano, non arriva dal bosco ma dalla mano di Alba Favalesi, una stravagante e pittoresca signora appassionata di questo genere di uccelli crepuscolari.
Kiss non ama i flash e spesso non offre il suo viso ai tanti obbiettivi delle macchine fotografiche di quei curiosi che vorrebbero immortalarlo. Lui preferisce guardarsi le spalle, ma tutto sommato, per essere un animale selvatico, sembra trovarsi quasi a suo agio in mezzo a tante persone, e non disdegna di dominare la festa medievale dalla cima delle testa di qualche sconosciuto, salvo poi al richiamo, tornare sulla mano della sua padrona.
GLI ABITANTI DEL BORGO. Al termine della festa gli abitanti del borgo, gli Stefani, si svestono degli abiti medievali e tornano ad indossare quelli dei giorni nostri.
Una ragazza ci spiega che lei è nata e cresciuta tra quelle mura antiche, così come era stato per suo padre e suo nonno. Per loro, oggi tre famiglie in tutto, trascorrere l'anno quasi isolati non è poi così strano. "Forse in inverno è un po' più scomodo muoversi in auto perché gli spazzaneve puliscono solo la stradina principale - afferma - alla nostra salita di accesso al borgo pensa mio zio con il trattore, altrimenti non usciamo più di casa. Del resto qui è molto tranquillo. A noi piace. Così come amiamo ogni anno organizzare questa festa che abbiamo visto nascere 12 anni fa. Pensate, tutto è partito da una classe delle medie della signora Valcavi che ha fatto realizzare ai suoi ragazzi un breve documentario sulla storia del feudo. Poi pian piano la festa ha preso forma e oggi rappresenta un appuntamento imperdibile soprattutto per chi vive dalle nostre parti".
Il Po ricorda: "Bonjour Monsieur Courbet", Mercoledì 3 settembre alle 17.30 la Belle Époque sul Lungo Po -
Piacenza, 1 settembre 2014 -
Mercoledì 3 settembre alle ore 17.30 penultimo appuntamento sul Lungo Po (sull'argine in zona Canottieri Vittorino da Feltre, all'altezza della banchina di attracco Città di Piacenza) de "IL PO RICORDA. Storie di confine. Trasformazioni e incontri tra Acqua e Terra, Nord e Sud, Antico e Nuovo", con gli ultimi incontri a cura dell'Associazione culturale Arti e Pensieri.
L'appuntamento di mercoledì 3 settembre, a ingresso libero e rivolto a interessati di tutte le età, intitola "Bonjour Monsieur Courbet" e inizierà con una conferenza a due voci a cura degli storici dell'arte Raimondo Sassi (Arti e Pensieri e GDSU Firenze) ed Elena Fava (Università di Parma).
Tra la seconda metà dell'800 e l'inizio del secolo successivo, con l'Unità d'Italia, il Po non costituisce più un confine ma un'opportunità di sviluppo. Con la costruzione dei due ponti sul fiume e l'intervento della tecnologia nelle opere di bonifica, lo skyline piacentino cambia e va delineandosi un nuovo paesaggio "moderno". La componente arcaica della civiltà contadina, tuttavia, non scompare e, al di là della retorica "modernista", l'avanzare del nuovo si incontra con la persistenza di antiche tradizioni.
In questo nuovo contesto i due mondi si confondono, come attesta, per esempio, la sopravvivenza di magiche credenze e di rituali apotropaici nei carri agricoli tardo ottocenteschi e primo novecenteschi diffusi nel territorio padano e riccamente decorati, 'arma' nella quotidiana battaglia fra diavoli e contadini.
Alle conversazioni seguirà la dimostrazione di lavorazione del ferro a cura di Massimiliano Bertuzzi (architetto e fabbro d'arte) che forgerà in loco una maledisiòun, ferro battuto a uso protettivo-magico posto sui carri agricoli da parata.
Dedicato ai bambini invece sarà il laboratorio per la creazione di un piccolo libro con animazioni pop-up ispirate a uno dei protagonisti dell'incontro, il ponte.
In omaggio alla pittura tardo ottocentesca, si organizzerà un pic-nic sull'erba: i partecipanti possono portare un cestino da casa e progettare il menù del proprio pic nic, dove accomodandosi su grandi tovaglie a quadretti gusteranno pane e salame, uova sode, verdure in pinzimonio, torte casalighe, vino e succo di mela.
Il pomeriggio sarà animato dalla presenza di personaggi abbigliati secondo la moda della Belle Époque: tutti i partecipanti sono invitati a indossare abbigliamenti o accessori a tema!
Non mancherà la consueta navigazione fluviale per piccoli gruppi grazie alla collaborazione della società Canottieri Vittorino da Feltre. In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà ugualmente in luogo da definirsi.
L'argomento specifico de IL PO RICORDA di quest'anno (in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il patrocinio del Francigena Festival e con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Selecar) vuole sviscerare la conoscenza della nostra identità culturale quale esito della posizione geografica "di confine" del territorio piacentino: fin dalla Preistoria mode, idee e culture si sono incontrate, incrociate e fuse nel nostro territorio per arrivare a dare vita alla ricchezza culturale peculiare della tradizione di Piacenza. La rassegna tornerà con l'ultimo appuntamento il 10 settembre presso la Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi.
Informazioni all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o ai numeri 340.6160854, 333.6738327, 339.5411031. www.artiepensieri.com
(Fonte: Arti e Pensieri)
Recuperati oltre 300 metri quadri di superficie. Il collegamento da Ghiare lunedì 1° settembre alle 9.40 su Rai Uno all'interno del programma "Dolce Casa".
Parma, 30 Agosto 2014 – Gli studenti delle facoltà universitarie di Ingegneria e Architettura che hanno partecipato a "Recuperiamo la fornace", il workshop-cantiere che si è svolto dal 28 luglio al 1° agosto a Ghiare di Berceto, saranno i protagonisti lunedì prossimo, 1° settembre 2014, del programma "Dolce Casa", contenitore estivo del programma "Unomattina" che andrà in onda su Rai Uno dalle ore 9.40 circa alle ore 10.00.
All'interno della trasmissione, condotta da Veronica Maya, i ragazzi – guidati da Francesco Fulvi, ingegnere a capo del progetto – racconteranno la splendida esperienza vissuta questa estate in merito al loro operato sul recupero antropoculturale dell'ex-fornace Marchino di Ghiare di Berceto; l'argomento trattato durante la puntata sarà infatti il decoro urbano e come cambiano le città. In studio saranno presenti: l'assessore alla Roma Produttiva, Marta Leonori; lo storico Arnaldo Colasanti, l'architetto Massimiliano Fuksas, il conduttore radiofonico Stefano Piccirillo, la cantante Ylenia Lucisano; e in collegamento dalla sede Rai di Londra il corrispondente Marco Varvello.
Il workshop-cantiere per la riqualificazione locali dell'ex-cementificio Marchino, esperimento più unico che raro in Italia, è stato un vero successo. L'instancabile ed intenso lavoro portato a termine dai ragazzi nei cinque giorni della sua prima fase può facilmente essere messo a confronto con lo stato di fatto iniziale i lavori – ovvero prima che partisse il cantiere dello scorso 28 luglio – in una photogallery visibile sulla pagina Facebook del progetto e costituita dalle immagini di alcune zone della Fornace prima e dopo i lavori, oltre alle tavole del nuovo stato di fatto della struttura pubblicate dallo stesso Fulvi; più precisamente infatti le operazioni di "stonacatura", demolizione e pulizia del cantiere effettuate dagli studenti hanno fruttato in dettaglio: +135 mq al piano terra, +95 mq al piano primo, + 80 mq al piano terzo, per un totale complessivo di 310 mq di superficie coperta fruibile (cioè la superficie recuperata, messa in sicurezza ed ora calpestabile).
Alla puntata di "Dolce Casa" in onda su Rai Uno lunedì 1° settembre a partire dalle 9.40 parteciperanno, oltre ad una folta rappresentanza degli 80 studenti che hanno preso parte al cantiere e all'Ing. Fulvi, anche il team di architetti composto da Elisa Adorni, Giulia D'Ambrosio e Roberto Bruni, oltre ai due studenti della Facoltà di Architettura dell'Università di Parma vincitori del workshop, Francesca Sercia e Nicola Riccò. Sarà inoltre presente il sindaco di Berceto Luigi Lucchi.
Una serata gratuita in onore del grande Maestro Luciano Pavarotti che in Piazza Grande vedrà ripercorrere la sua carriera e il suo impegno solidale -
Modena, 30 agosto 2014 -
Il sei settembre, Modena rende omaggio al grande Maestro Luciano Pavarotti, con uno spettacolo gratuito in Piazza Grande. Nel settimo anniversario della morte, la serata, condotta da Milly Carlucci, ripercorrerà la carriera e l' impegno solidale del Maestro attraverso letture e canti.
Sul palco saliranno anche volti noti del cinema che si alterneranno in letture di brani sulla pace e la salvaguardia dei diritti umani, un tema caro al Maestro e, purtroppo, di stringente e drammatica attualità.
A intervallare questi contributi saranno le performance di giovani tenori, che si esibiranno in canzoni o arie che hanno fatto parte del repertorio del Maestro e sono considerate capisaldi della sua carriera.
(Fonte: Comune di Modena)
Testi e oltre 650 immagini per raccontare storia e curiosità delle figurine attraverso il patrimonio dell'istituto modenese. La pubblicazione sarà in vendita dal 12 settembre -
Modena, 27 agosto 2014 -
Dagli "antenati delle figurine", piccole stampe in serie, alla cromolitografia. Dall'uso pubblicitario associato più che a ogni altra ditta alla Liebig, all'avventura dell'azienda Panini. Oltre 650 immagini e testi specifici per comprendere un medium tanto amato quanto, probabilmente, poco conosciuto: la figurina.
Il nuovo catalogo generale del Museo della figurina, edito dalla Franco Cosimo Panini, dal titolo "Il Museo della figurina: dagli antecedenti alla figurina moderna", dal 12 settembre sarà in vendita al bookshop del Museo a Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) e disponibile nelle librerie. La data coincide con la riapertura degli spazi espositivi dove si inaugura "Celebrity, icone in figurina", la nuova mostra collegata al Festival filosofia, che sarà visitabile fino al 22 febbraio 2015.
La pubblicazione racconta la storia, le tecniche, gli artisti, le curiosità che ruotano attorno a questo mondo, senza dimenticare di individuare il contesto in cui si sviluppano, i mutamenti sociali che derivano dal loro uso, le caratteristiche proprie di ogni singola tipologia di oggetto, con le conseguenti specificità collezionistiche.
I capitoli seguono il percorso proposto nella mostra permanente del Museo, prendendo a modello la suddivisione tematico-storica dei sei grandi armadi espositori, e approfondendo alcuni ambiti come la nascita e la diffusione delle figurine nel mondo o la varietà dei materiali ad esse connessi. Si tratta, quindi, di un vero e proprio excursus attraverso la storia della piccola stampa a colori, in particolar modo pubblicitaria, dalla seconda metà del XIX secolo.
A partire dagli "antenati delle figurine", le stampe antiche di piccole dimensioni e in serie che mostrano già tantissime affinità, anche nei soggetti, con le figurine, si procede a indagare la tecnica principe, la cromolitografia. Dalla nascita - più o meno leggendaria - negli anni Settanta dell'Ottocento della prima figurina, si viaggia in Europa e negli Usa per scoprirne le diverse declinazioni nazionali fino ad arrivare alla ditta che più di ogni altra ha associato il proprio nome a questi piccoli cartoncini colorati: la Liebig. La figurina condivide tecniche e funzioni con tanti altri materiali cartacei che, ognuno a suo modo, interpretano con stili diversissimi i temi più disparati: scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, carta moneta, menu, calendarietti, etichette d'albergo, giornalini per ragazzi, album pubblicati dalle ditte per raccogliere le serie o creati per passatempo dai collezionisti seguendo il proprio gusto e la propria fantasia. Gli ultimi capitoli ci portano infine a un passato più recente, quello che tanti ricordano personalmente o hanno sentito raccontare da genitori e nonni: dal dopoguerra agli anni Ottanta e Novanta, passando per la grande avventura dell'azienda Panini.
La pubblicazione presenta, inoltre, una dettagliata bibliografia di riferimento e un'appendice con cenni biografici degli artisti citati.
Il catalogo è a cura di Paola Basile con la collaborazione di Thelma Gramolelli. Il testo dedicato agli anni ottanta e novanta è di Roberto Farné; il progetto grafico di Antonella Battilani. Pur non esaurendo la mole imponente di materiale esposto e conservato in Museo, il volume, spiegano i curatori, rappresenta un punto di partenza per la sistematizzazione dello studio delle figurine e dei materiali affini, pratico per il collezionista o il conoscitore, dilettevole per l'appassionato.
(Fonte: Comune di Modena)
Domani, Martedì 26 agosto, ore 21.00, nel contesto del Cammino di San Pellegrino – da Venerdì 22 a Domenica 31 Agosto da Mantova a Lucca su antiche vie di pellegrinaggio attraverso i luoghi Matildici.
Reggio Emilia, 25 agosto 2014 -
La memoria delle donne nei Vangeli. Reading ispirato al testo "Le tredici lune, la memoria occultata delle donne nei Vangeli" di Maria Soave Buscemi, a cura della Compagnia Istarion con la gentile e preziosa partecipazione del
coro Mundura guidato da Paola Garavaldi, con: Raffaella Bonitatibus, Chiara Goldoni e Valentina Tosi Patrocinato dai comuni di Toano e Vezzano sul Crostolo; Avis, Polisportiva Montalto.
Il progetto nasce dall'incontro con una donna, Maria Soave Buscemi, che vive e lavora in Brasile portando avanti la lettura popolare della bibbia, soprattutto con le donne. Figure femminili del Nuovo Testamento di cui raramente si sente parlare, o son valorizzate e riconosciute.
La compagnia Istarion fa un teatro che cerca di riunire tutto ciò che sta intorno all'uomo: la parte alta, degli incontri e delle relazioni, la parte più profonda, quella della terra.
Un teatro ecologico, non in senso di ambientalismo, ma in senso di ecologia autentica. Da qui l'idea di dare voce ad alcune donne, rivedendo certi testi, in particolare hanno preso ispirazione da un testo che si intitola " Le tredici lune". Nel calendario solare ci sono dodici mesi, ma le lune in un anno sono tredici.
L'idea è quella di vedere un po' tutto con la lente del femminile, per vedere un po' tutto il mondo da vicino, ma continuando a camminare insieme.
Tanto dolore e fatica delle donne, per il solo motivo di esserlo.
Lo spettacolo è un susseguirsi di testi rivisitati del nuovo testamento, per rendere in narrazione ciò che è poesia, mettendo esperienza e cuore delle protagoniste.
La collaborazione da prima con la maestra del coro Mondura, Paola Garavaldi, che dalla nascita della compagnia teatrale ha sempre accompagnato le produzioni con canti dal vivo. Seguito dall'esperimento fatto con il coro femminile per l'occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia, nello spettacolo "Sorelle d'Italia".
Il sodalizio si è poi confermato con il coro al completo, che porta canti che non sono esclusivamente della tradizione religiosa, ma spesso fanno da controcanto alle storie di queste donne brani popolari.
Clara Goldoni e Valentina Tosi hanno fondato la compagnia Istarion, con sede ad Albinea, ma con produzioni su tutti il territorio nazionale. Raffaella Bonitatibus è la terza componente della compagnia
Le loro opere sono esclusivamente scritti e prodotti dalle protagoniste. Questo spettacolo fa una leggera eccezione visto che si basa su testi di una terza persona, ma completamente rielaborati dalle protagoniste della compagnia, inserendo anche parti nuove.
Mercoledì 27 agosto alle 17.30 sul Lungo Po una visione diversa del fiume con Arti e Pensieri
Piacenza, 25 agosto 2014 - Mercoledì 27 agosto alle ore 17.30 ritorna sul Lungo Po (sull'argine in zona Canottieri Vittorino da Feltre, all'altezza della banchina di attracco Città di Piacenza) "IL PO RICORDA. Storie di confine. Trasformazioni e incontri tra Acqua e Terra, Nord e Sud, Antico e Nuovo", con gli ultimi incontri a cura dell'Associazione culturale Arti e Pensieri.
L'appuntamento di mercoledì 27 agosto, a ingresso libero e rivolto a interessati di tutte le età, intitola "Il fiume racconta" e si svolge in collaborazione con il Centro Interculturale e l'Ufficio Stranieri della CGIL. Il fiume è il principale protagonista di fiabe e tradizioni appartenenti a diverse culture, ascoltando racconti letti da rappresentanti delle varie comunità straniere presenti nella città di Piacenza rinnoveremo il nostro modo di intendere il Po. Dall'Ecuador alla Romania, dalla Polonia al Senegal passando per l'Algeria: leggende sull'acqua e tradizioni di feste e antichi mestieri svolti sul fiume ci doneranno nuovi occhi per guardare il Po, mentre incontrare diverse idee di fiume e, quindi altri modi di viverlo, ci permetterà di scoprire come riavvicinarci a esso recuperando la nostra identità fluviale.
L'immersione nelle differenti culture proseguirà con laboratori pratici per ogni età: i bambini potranno creare dei segnalibri con cartoncini colorati dando vita ai personaggi acquatici che animano le fiabe polacche, gli adulti invece si immergeranno nelle tradizioni senegalesi. Sarà possibile dedicarsi a una tecnica artigianale di decorazione della stoffa o cimentarsi nella cucina del cous cous.
Quest'ultimo sarà il protagonista della merenda "esotica" offerta ai partecipanti: sarà accompagnato da altre ricette senegalesi, quali Fataya (polpettine di carne e cipolla), Beignets (frittelle al cocco), Bissap (infusione dei fiori di ibisco) e Bouye (bevanda a base di polpa del frutto di baobab).
La cucina algerina invece proporrà dei tradizionali e gustosi misti di verdure e degli immancabili dolci tipici con frutta e miele, quali Aktayfita e Asamsa, oltre al pane algerino, l'Elcharak. Il tutto si potrà gustare con the alla menta e succhi di frutta sempre di ricetta algerina.
L'argomento specifico de IL PO RICORDA di quest'anno (in collaborazione con il Comune di Piacenza, con il patrocinio del Francigena Festival e con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Selecar) vuole sviscerare la conoscenza della nostra identità culturale quale esito della posizione geografica "di confine" del territorio piacentino: fin dalla Preistoria mode, idee e culture si sono incontrate, incrociate e fuse nel nostro territorio per arrivare a dare vita alla ricchezza culturale peculiare della tradizione di Piacenza.
La rassegna tornerà a fine estate con gli ultimi due appuntamenti il 3 e il 10 settembre: dal Lungo fiume si passerà alla conclusione della manifestazione presso la Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi.
In caso di maltempo, la manifestazione si svolgerà ugualmente sotto gli archi del ponte ferroviario, nella zona da poco inaugurata dopo la riqualificazione del Lungo Po.
Informazioni all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o ai numeri 340.6160854, 333.6738327, 339.5411031.
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Grandi numeri per la biblioteca comunale "G. Santini" di Pavullo
Pavullo (MO) 23 agosto 2014 --
Macina record di affluenza la biblioteca comunale "Giovanni Santini" di Pavullo. Martedì scorso, 19 agosto, infatti, lo spazio culturale situato all'interno del Palazzo Ducale ha registrato ben 219 ingressi equamente distribuiti fra il mattino dalle 9 alle 13, 110, e il pomeriggio dalle 15 alle 19, 109. Fra questi 158 erano adulti, mentre i rimanenti 61 bambini e ragazzi fino ai 14 anni. Grandi numeri anche per i prestiti effettuati, ben 270, così suddivisi: 34 dvd per adulti; 5 cd per adulti; 129 libri per adulti; 100 documenti della sezione ragazzi (libri, cd e dvd per ragazzi) e 3 prestiti inter bibliotecari
La biblioteca di Pavullo offre i seguenti servizi: prestito e prestito digitale di e-book e altri documenti digitali attraverso la piattaforma Medialibrary on line; prestito inter bibliotecario; bibliografie ed esposizioni a tema; spazi per lo studio, la lettura e la consultazione di libri, quotidiani e riviste; due postazioni video e una postazione audio; quattro computer per la navigazione internet e la videoscrittura; accesso a internet e collegamento wireless gratuiti; fotocopie e stampe da pc; iniziative di promozione della lettura per adulti e bambini e mostre. Su prenotazione, inoltre, è disponibile il Servizio di Facilitazione Digitale, che fornisce un aiuto per l'utilizzo delle risorse informative disponibili in rete agli utenti alle prime armi e che rientra nel più ampio progetto di alfabetizzazione digitale denominato "Pane e Internet", promosso dalle Regione Emilia Romagna.
Il cordoglio del sindaco Dosi per la scomparsa del senatore Spigaroli
Piacenza, 18 agosto 2014 - "Con il senatore Spigaroli, Piacenza perde non solo una delle sue figure più illustri sotto il profilo della politica e dell'impegno culturale, ma ancor prima una personalità che godeva della stima e del rispetto di tutta la cittadinanza". Il sindaco Paolo Dosi, esprimendo il cordoglio dell'Amministrazione comunale per la scomparsa del presidente dell'Ente Farnese, sottolinea "il sentimento di profonda gratitudine della comunità piacentina nei confronti di Alberto Spigaroli, che alla guida della nostra città, come nei suoi mandati al Senato e alla Camera ha saputo interpretare la politica nella sua più alta accezione".
Aggiunge Dosi: "E' stato determinante, per la crescita della cultura del nostro territorio. Il suo impegno e il suo grande trasporto per il restauro di Palazzo Farnese e delle mura farnesiane, con il recente recupero del Bastione di via Campagna restituito alla collettività, rappresentano una testimonianza autentica e incancellabile della sua opera infaticabile per la tutela del patrimonio pubblico. Inoltre – prosegue il primo cittadino – i suoi tratti signorili hanno fatto di lui una persona che privilegiava il dialogo e i rapporti interpersonali. A modo suo, lascia un segno indelebile nella comunità piacentina, che saprà ricambiare con affetto e con grande senso di responsabilità quanto ha fatto il senatore Spigaroli per la nostra città".
(Comune di Piacenza)