Di Coopservice - Alcune informazioni utili per una maggiore chiarezza sul tema dei rifiuti speciali.
Si definiscono rifiuti tutte le sostanze o gli oggetti derivanti dalle attività umane o dai cicli naturali di cui il proprietario decida di disfarsi.
Si distinguono i rifiuti in base alla provenienza:
- I rifiuti urbani sono quelli che provengono dalle abitazioni civili, e vengono gestiti dalla Pubblica Amministrazione;
- I rifiuti speciali sono invece quelli che provengono dalle attività produttive delle industrie e delle aziende, e vengono gestiti da aziende autorizzate allo smaltimento.
Ancora diverso è il caso dei rifiuti pericolosi, ossia quelli che contengono una concentrazione elevata di sostanze inquinanti, e per questo motivo devono essere trattati prima di essere smaltiti.
Per lo smaltimento dei rifiuti speciali, le aziende devono attenersi a precise normative per non incorrere in sanzioni e per ridurre al minimo il loro impatto ambientale.
Il registro di carico e scarico per i rifiuti speciali
Le aziende hanno l'obbligo di annotare su un apposito registro le caratteristiche e la quantità di rifiuti prodotti entro 10 giorni lavorativi dalla produzione, per la comunicazione annuale al Catasto.
Se però la produzione annua di rifiuti non supera le 10 tonnellate per quelli non pericolosi e le 2 tonnellate per quelli pericolosi l'azienda si può rivolgere alle organizzazioni di categoria per la compilazione dei registri con cadenza mensile.
Sono obbligati a compilare il registro anche i produttori di rifiuti esonerati dal MUD (Modello Unico Dichiarazione Ambientale), ossia:
- Gli imprenditori agricoli con un volume di affari annuo inferiore a 8.000€;
- Le aziende che raccolgono e trasportano i rifiuti non pericolosi;
- Le aziende con meno di 10 dipendenti.
Anche in questi casi quindi, sebbene si sia esonerati dalla compilazione del MUD non lo si è da quella del registro di carico e scarico.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali
L'accumulo di rifiuti presso il luogo in cui sono stati prodotti è chiamato deposito temporaneo, e deve seguire norme specifiche, in particolare per quanto riguarda la conservazione dei rifiuti pericolosi, affinché non mettano a rischio la salute delle persone.
L'area di deposito dei rifiuti deve infatti essere appositamente segnalata, con anche l'indicazione della pericolosità dei rifiuti in essa contenuti, avendo cura di imballare e dividere nel modo corretto tutte le categorie di rifiuti.
Prima di tutto, ogni tipo di rifiuto deve essere classificato, per poterne definire la pericolosità, e l'analisi dovrà essere ripetuta nel caso in cui ci siano variazioni della composizione o per dimostrare la persistenza della non pericolosità.
Lo smaltimento dei rifiuti speciali può avvenire in due modalità:
Avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento ogni 3 mesi, indipendentemente dalla quantità accumulata;
Avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento entro un anno dalla produzione, se in quantità inferiore di 20 metri cubi se non pericolosi e di 10 metri cubi se pericolosi.
L'impegno ecologico di Coopservice.
Nel corso degli anni Coopservice ha sviluppato un approccio green per ridurre al minimo l'impatto ambientale delle sue attività.
Seguendo le direttive europee e internazionali riguardanti gli aspetti ambientali l'azienda ha definito un percorso finalizzato all'erogazione di un servizio sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.
Lo scopo principale di Coopservice è quello di una graduale riduzione degli sprechi, ottimizzando le risorse impiegate tramite una gestione integrata di tutti gli aspetti del servizio.
È in questo modo che l'azienda si impegna al raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali:
- Efficienza e risparmio nell'uso delle risorse, in particolar modo dell'energia, e di conseguenza una notevole riduzione delle emissioni di CO2;
- Riduzione dell'uso di sostanze pericolose;
- Riduzione in termini quantitativi dei rifiuti prodotti.
Per questo motivo Coopservice utilizza la Certificazione EPD (Environmental Product Declaration), uno strumento innovativo di trasparenza che permette al cliente di essere pienamente informato per quanto riguarda le performance ambientali dei prodotti e dei servizi forniti, come ad esempio i consumi ridotti di materie prime, l'assenza di sostanze pericolose, il risparmio di acqua ed energia.
(Reggio Emilia 17 Maggio 2019)
L'Emilia-Romagna spegne l'inceneritore di Ravenna. E avanti con la raccolta dei rifiuti in Adriatico, per difendere il nostro mare. Il presidente Bonaccini: "Qui iniziamo a chiuderli davvero, un passo vero e concreto verso il superamento dei termovalorizzatori". Il lavoro di squadra con il Comune di Ravenna e Hera. La decisione senza intaccare l'autosufficienza regionale nella gestione e smaltimento, garantiti dalla programmazione condivisa sugli altri impianti e dall'impennata della raccolta differenziata.
Bologna –
L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto.
È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.
E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.
Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).
Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna è sempre più impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare.
Sono queste le novità principali annunciate oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale.
“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.
Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.
“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, si conferma quanto sempre sostenuto dalla Regione: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più a soddisfare le necessità di cittadini e imprese, secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena: un dato positivo, frutto delle politiche regionali e dell’impegno delle comunità locali”.
“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti- spiega il sindaco, De Pascale-. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata. I dati sulle percentuali vanno letti con attenzione. Ravenna- prosegue il sindaco- è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.
Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.
“L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte- sottolinea Gazzolo- mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto”.
“Il monitoraggio- chiude l’assessore- evidenzia risultati importanti raggiunti dal Piano regionale dei rifiuti: ora avanti per introdurre in tutti i Comuni la tariffazione puntuale”.
Lotta alla plastica
La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.
“L’ho già detto e voglio ripeterlo qui- prosegue il presidente Bonaccini- vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free: domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori. Altri si aggiungeranno e noi, come Regione, faremo la nostra parte. Ma già oggi diamo un segnale importante verso quella direzione, senza perdere tempo”. /BB
Editoriale: - E' proprio vero che mangiano i bambini? - atte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita. - Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole. -Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!" -
SOMMARIO Anno 18 - n° 26 30 giugno 2019
1.1 editoriale - E' proprio vero che mangiano i bambini?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati instabili e probabili sorprese dagli acreaggi USA.
7.1 vino e agrofarmaci Vino, l'Informatore Agrario: per i vitigni resistenti meno della metà degli agrofarmaci usati sui convenzionali
7.2 sport eventi Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!"
8.2 meccanizzazione e fiere Querelle Eima-Sima: FederUnacoma fa esposto al Cema
9.1 ambiente Consorzio Emilia Centrale, bilancio ok passa all'unanimità l'esame-voto del nuovo Consiglio
9.2 mangimi Emilcap, anno da record di produttività e ricavi per il non OGM
10.1 ambiente Bonifiche, gli interventi in montagna
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Editoriale: - . Più popolare di lui, solo George Washington - Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa. - Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea -FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool". - Nuovi Obblighi del Made in Italy-
SOMMARIO Anno 18 - n° 25 23 giugno 2019
1.1 editoriale
Più popolare di lui, solo George Washington
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte sempre più su, il burro non arresta la caduta. Grana: qualche novità
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. I fondi cavalcano la ripresa.
7.1 sicurezza alimentare Un altro richiamo precauzionale per Curcuma e Echinacea
7.2 sport eventi FarmRun, tra sport, divertimento e intrattenimento. Si allunga la lista dei partner per un evento sportivo sempre più "cool".
8.2 italian sounding Nuovi Obblighi del Made in Italy
9.1 sanità e zanzare Sanità. Stop alle zanzare
10.1 eventi export Il Parmigiano Reggiano vola a New York
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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Per il tratto medio padano del Grande Fiume che unisce ben 85 Comuni il sogno della candidatura coordinata dall’Autorità di Distretto è diventato realtà grazie alla proclamazione avvenuta oggi a Parigi dove il Segretario Generale Meuccio Berselli ha ricevuto il riconoscimento nella sede dell’UNESCO.
Parigi, 19 Giugno 2019 –
A poco più di un anno dalla presentazione pubblica della candidatura a Riserva Biosfera Mab UNESCO del tratto medio padano del Po è arrivato oggi a Parigi – nella prestigiosa sede dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura – l’ambito riconoscimento che promuove grazie alla proclamazione ufficiale il progetto italiano coordinato dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po e sostenuto dal Ministero dell’Ambiente e dal Governo in quest’ultimo decisivo sprint finale verso il traguardo ora raggiunto.
La decisione della promozione a Riserva Mab di PoGrande è arrivata nel corso della trentunesima sessione del Consiglio Internazionale di Coordinamento del Programma MaB che si sta svolgendo nella capitale francese dal 17 al 21 Giugno e l’ufficialità è stata comunicata direttamente al Segretario Generale del Distretto Po Meuccio Berselli in rappresentanza dell’ente ministeriale, di tutto lo staff tecnico che ha redatto il dossier posto successivamente all’attenzione e alla vigilanza della Commissione Internazionale e dei qualificati ed imprescindibili partners che hanno contribuito alla realizzazione della proficua intesa territoriale.
Inizialmente infatti i comuni che avevano aderito con entusiasmo la candidatura erano una sessantina ed in soli dodici mesi quell’elenco, già corposo, ha raggiunto 85 amministrazioni locali in possesso delle caratteristiche ambientali più idonee per poter rappresentare a pieno titolo e con autorevolezza PoGrande all’interno della Riserva MaB UNESCO; gli stessi 85 comuni si distribuiscono lungo il tratto medio del Po in 3 regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto e 8 province (Cremona, Lodi, Pavia, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rovigo).
L’iter burocratico del dossier PoGrande ha avuto un sostegno decisivo e fattivo da parte dei compagni di cammino verso l’ottenimento del riconoscimento a partire, tra gli altri, dalle Regioni Lombardia, Veneto Emilia Romagna Legambiente Emilia Romagna, Università degli Studi di Parma, Fondazione Collegio Europeo.
“Da oggi - ha commentato dalla sede UNESCO il Segretario Generale Meuccio Berselli – i territori che abbiamo messo in rete hanno uno strumento di straordinario valore per migliorare il loro ambiente e renderlo attrattivo in forma collettiva a beneficio comune sia di chi abita questi luoghi suggestivi sia per i migliaia di turisti ed interessati che fino ad ora hanno vissuto habitat, paesaggio e ricchezze culturali e produttive in modo disomogeneo. Ringrazio sentitamente il Ministero dell’Ambiente, il Governo, le Regioni Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, i comuni e tutti i partner a partire da Legambiente Emilia Romagna, Fondazione Collegio Europeo e Università di Parma e tutti coloro che hanno creduto nell’impresa. Con PoGrande vogliamo infatti unire con una progettualità concreta ciò che il fiume divide, comprensori territoriali confinanti che, pur mantenendo singolari caratteristiche da area ad area, sono inscindibilmente legati da valori comuni connessi all’habitat, alla biodiversità, alla cultura, alle tradizioni ai mestieri e ai rilevanti valori delle produzioni di eccellenza agricola ed industriale”.
Piacenza,18 giugno 2019 - Tante le richieste di visite guidate agli impianti gestiti dal Consorzio: scolaresche, famiglie e gruppi di amanti del territorio e con la voglia di conoscere più da vicino la nostra provincia e le realtà e potenzialità degli impianti strategici per l'irrigazione e la difesa idraulica delle vallate.
E' stato ad esempio un gruppo di amici Rivergaresi, appassionati dei luoghi che hanno fatto da sfondo a una vita di ricordi, a prenotare una mattinata all'Aula Blu - nei pressi di Roveleto Landi- sulle rive del Trebbia:
"Siamo rivergaresi da sempre, qualcuno di noi, negli anni, si è trasferito in città o in altri paesi della provincia, ma in tutti è rimasto forte l'amore per il nostro territorio e per gli elementi che lo caratterizzano, acqua in primis. Questa visita ci ha permesso di rivivere alcuni ricordi e di conoscere meglio la Val Trebbia e il funzionamento di un impianto e di un sistema gestionale di cui non conoscevamo tutti i dettagli. E' importante e lodevole che un Ente come il Consorzio permetta a giovani e meno giovani di vivere momenti di educazione ambientale intesa come relazione tra uomo e territorio. Sicuramente visiteremo altri impianti e il primo sarà la diga di Mignano; ne approfitteremo per godere del lago e delle aree attrezzate in prossimità dell'invaso" è questo il pensiero espresso a più voci dal gruppo.
"Il Consorzio ha in gestione molti beni naturali e l'esercizio di impianti e infrastrutture che tutti dovrebbero conoscere da vicino per apprezzarne il valore. Le vie d'acqua caratterizzano il paesaggio e il nostro motivo di esistere. Come Ente siamo lieti e sempre disponibili ad accompagnare chi ne fa richiesta" commenta Fausto Zermani, Presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza.
L'aula Blu sul Trebbia è una sede didattica a disposizione di scuole e non solo allestita dal Consorzio di Bonifica in collaborazione con il Museo Civico di Storia Naturale di Piacenza e la Società Piacentina di Scienze Natuali. Al suo interno e nelle immediate vicinanze è possibile effettuare percorsi e progetti legati alla storia del territorio alla geologia, ai fiumi piacentini ecc.
Il Consorzio è l'Ente preposto alla valorizzazione dei beni naturali con particolare riferimento alle risorse idriche, sia ad uso agricolo che extra agricolo. Opera in 46 comuni della provincia di Piacenza - su un'estensione territoriale di circa 260.000 ettari - e principalmente gestisce: 2.400 km di canali; 5 impianti idrovori di difesa idraulica e 2 di sollevamento irriguo (lungo la fascia costiera del Po); 3 casse di espansione (a Piacenza, San Nicolò, Borgonovo V.T.); 2 dighe (Molato in comune di alta Val Tidone e Mignano in comune di Vernasca); 132 km di strade e 50 acquedotti rurali in territorio montano.
Editoriale: - Venti di guerra provenienti dal "Golfo" - Lattiero caseari. Shock sui prezzi del latte, Burro e crema ancora in discesa - Cereali e dintorni. Prezzi in forte rialzo -Un violento temporale, con grandinata, si è abbattuto sulla bassa parmense - Molti danni - FOTO - L'Emilia Romagna ancora seconda per export... -
SOMMARIO Anno 18 - n° 24 16 giugno 2019
1.1 editoriale
Venti di guerra provenienti dal "Golfo"
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Shock sui prezzi del latte, Burro e crema ancora in discesa.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Nervosismo sui mercati e recupero 6elle semine statunitensi.
5.1 cereali e dintorni USDA nel complesso rialzista
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Prezzi in forte rialzo
7.1 meteo Un violento temporale, con grandinata, si è abbattuto sulla bassa parmense - Molti danni - FOTO
7.2 pomodoro Protocollo d'intesa tra OI Pomodoro da industria del Nord Italia e Crea
8.1 export economia L'Emilia Romagna ancora seconda per export
8.2 ambiente acqua L'invaso sull'Enza non sarà l'unico,
9.1 sanità e zanzare Sanità. Stop alle zanzare
9.2 agricoltura Danni maltempo, via libera all'anticipo del 50% degli aiuti PAC
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners
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Editoriale: - I nostri splendidi alleati (8) non si smentiscono ma - Burro e crema giù, latte spot in salita, panna stabile.- Cereali e dintorni. In attesa dell'USDA mercati ancora nervosi - Andalini, ambito riconoscimento ricevuto per lo stabilimento La Sovrana di Puglia - Caro petrolio, o No? -
SOMMARIO Anno 18 - n° 23 09 giugno 2019
1.1 editoriale
I nostri splendidi alleati (8) non si smentiscono mai.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro e crema giù, latte spot in salita, panna stabile.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero tendenze -
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Dal Meteo lo stimolo alla speculazione.
3.1 bis cereali e dintorni Cereali e dintorni. In attesa dell'USDA mercati ancora nervosi
7.1 ambiente Piacenza, Messa in sicurezza di un tratto della condotta Agazzano- Battibò
7.2 ambiente Il segretario del distretto del Po Berselli in rappresentanza italiana sottoscrive l'intesa
8.1 maltempo e frane Le frane in provincia di Reggio Emilia
8.2 Industria Felix Andalini, ambito riconoscimento ricevuto per lo stabilimento La Sovrana di Puglia
9.1 caro carburanti Caro petrolio, o No?
9.2 anguria IGP "L'Anguria Reggiana Igp ha sconfitto gli effetti dei cambiamenti climatici"
10.1 cereali e prove in campo Cereali, prove in campo al CAP Parma.
11.1 Viabilita' Riapertura del Ponte di Casalmaggiore con le 500 del Club Italia e Gazzetta dell'Emilia
11.2 Viabilita' Riaperto il Ponte sul Po di Colorno – Casalmaggiore
12.2 ambiente Giornata mondiale dell'ambiente 2019 (#beatairpollution)
13.1promozioni "vino" e partners
14.1 promozioni "birra" e partners
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Piacenza, 5 giugno 2019 - Conclusi i lavori di messa in sicurezza della condotta irrigua Agazzano- Battibò (adduttore principale del distretto destra Tidone) in località Casa Roveda in comune di Pianello Val Tidone.
Grazie agli interventi di consolidamento è stata realizzata un'opera di difesa a protezione della condotta irrigua messa a nudo a seguito degli eventi alluvionali del marzo 2016 per i quali il Consorzio aveva inviato segnalazione di intervento e relativa richiesta di finanziamento alla Regione Emilia Romagna dopo una prima messa in sicurezza effettuata con fondi interni all'Ente.
Sia per quanto riguarda i primi interventi urgenti di messa in sicurezza, sia per la realizzazione delle opere di difesa, la Direzione Lavori è rimasta in capo all'ufficio tecnico del Consorzio di Bonifica di Piacenza.
PRIMI INTERVENTI URGENTI (con fondi del Consorzio)
Gli interventi di urgenza, effettuati subito dopo i danni alluvionali causati dall'evento di piena del torrente Tidone (anno 2016), consistettero:
• nel ripristino con materiale inerte delle sponde erose del torrente a protezione della condotta;
• nella realizzazione delle selle a supporto delle condotta;
• nella riattivazione dei collegamenti in fibra ottica danneggiati dalla furia delle acque.
INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA (in parte realizzati con fondi del Consorzio e in parte finanziati dalla Regione ER).
Gli interventi terminati da poco e, relativi all'ulteriore e necessario consolidamento spondale a protezione della condotta irrigua, hanno previsto quanto segue.
- INTERVENTI DI MONTE
• consolidamento del bastione in muratura mediante la realizzazione di una berma in massi intasati e di una scogliera in massi;
• riprofiltatura del Torrente Tidone nel tratto prospiciente al cantiere mediante movimentazione di inerti al fine di favorire il deflusso delle acque;
• costruzione di circa 105 metri di scogliera in massi paralleli alla sponda per la ricostruzione del profilo longitudinale a protezione della condotta;
• costruzione di 6 pennelli trasversali in gabbioni aventi dimensioni diverse e lunghezza tra i 10 e i 15 metri ciascuno.
- INTERVENTO DI VALLE realizzato a monte dei pennelli già esistenti posti a difesa della condotta irrigua:
• realizzazione di 3 pennelli in gabbioni aventi la stessa geometria di quelli dell'intervento di monte;
• adeguamento della difesa spondale in massi sciolti a seguito della realizzazione dei nuovi pennelli per garantire un adeguato livello di difesa idraulica.
La condotta Agazzano Battibò, ultimata nel 2013, è una tubazione in pressione lunga 23 chilometri e fondamentale per la distribuzione irrigua nei comuni di Pianello, Borgonovo e Agazzano.
In Val Tidone, in pratica, l'acqua rilasciata dalla Diga e dal torrente Tidoncello confluisce alla traversa Lentino per essere distribuita nel comprensorio irriguo in parte tramite canali e in parte tramite condotte come nel caso dei comuni sopra citati all'interno dei quali l'acqua viene immessa in condotte sotterranee e indirizzata ai singoli agricoltori che ne fanno uso durante la stagione irrigua.
'L'Angolo di Intesa', rubrica sul sociale. La sfida dell'emergenza ambientale
Le emergenze ambientali ci pongono davanti a sfide radicali. Fino ad ora, almeno per quanto riguarda la questione dell'ambiente, si potrebbe dire che per diverso tempo è stata ai margini della riflessione democratica. Di questi tempi, però, con la costante riduzione delle risorse della terra, la dispersione di sostanze tossiche che corrompono irrimediabilmente la qualità dell'aria, la situazione è molto diversa rispetto a prima.
C'è un grande problema da comprendere e analizzare: le decisioni compiute da ogni generazione ricadono sulla generazione successiva. Lo sviluppo della tecnologia industriale, l'aumento della popolazione e la sovrapproduzione sfrenata ha modificato radicalmente la situazione creando gravi problemi di degrado ambientale e soprattutto di cambiamento climatico. Dunque - cari cittadini - visto che le generazioni che hanno causato questi problemi e quelle che dovranno affrontarle sono le stesse, è necessario, ora più che mai, parlare di clima. In Italia - anche e soprattutto a scuola – si discute dell'argomento ancora pochissimo e, nel dibattito politico, risulta essere un argomento totalmente assente. Nei Paesi del Nord Europa la situazione è molto diversa e l'attenzione all'ambiente non ha una connotazione politica.
Ma forse, questa, è una caratteristica tutta italiana di non valorizzare le risorse che abbiamo: ambiente, paesaggio, cultura, non sono percepiti come qualcosa che ci migliora la vita. Siamo abituati a mettere in relazione lo sviluppo con l'uso di combustibili fossili, come se quanto più si usa il petrolio meglio va l'economia. Occorre mettere in discussione questo modello di sviluppo, perché l'era dei fossili è finita e la strada da imboccare è quella della green economy. Anche a fronte del cambiamento climatico in corso, la Terra non muore; sopravviverà anche con l'innalzamento della temperatura. Il punto è salvare noi stessi, attivandoci da subito, riducendo le emissioni di gas serra per abbatterle nei prossimi anni. In questo secolo - ci dicono i climatologi - le grandi crisi saranno di carattere ambientale. L'acqua sarà il bene più prezioso.
Le tre "ricette base"? Green economy, energie rinnovabili, economia circolare. La spinta deve venire dalla società civile, dal basso, bene quindi la manifestazione per sensibilizzare i cittadini sulla tematica ambientale, che ha visto nelle piazze italiane e di tutto il mondo tanti giovani e non.
Qualche migliaio anche a Parma.
Rino Basili, Segretario Ass. Intesa San Martino