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"Bambinopoli" quest'anno è green. Imparare, giocando, sul tema "Pianeta è vita". Sabato 7 e domenica 8 settembre a Vignola (Mo) la 18esima edizione. Giochi, animazioni, spettacoli per gli under 13 e incontri per i genitori su alimentazione, territorio ed educazione ambientale. 

Modena –

Tanti laboratori per imparare, giocando, la lezione della sostenibilità e dell’educazione alimentare, e poi incontri sulle abitudini a tavola rispettose dell’ambiente e della salute, l’economia circolare, il riuso, gli orti scolastici
Ruota intorno al tema “Pianeta è vita” la 18esima edizione di “Bambinopoli”, la manifestazione patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna e dedicata al mondo degli under 13, che animerà la città di Vignola (Mo) nel fine settimana del 7 e 8 settembre 2019.

“Un grande laboratorio di idee e di creatività per i più piccoli- ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli presentando oggi la manifestazione assieme al sindaco di Vignola Simone Pelloni-, che avrà come filo conduttore l’attenzione nei confronti dell’ambiente e delle sue risorse. Educare alla sostenibilità, promuovendo un'alimentazione consapevole e avvicinando giovani e adulti alla campagna è uno degli obiettivi che perseguiamo con progetti significativi come le oltre 400 Fattorie didattiche accreditate e le imprese agricole che la Regione nel 2017 e nel 2018 ha sostenuto con circa 700mila euro attraverso due bandi del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020. Obiettivo: dare gambe a progetti di educazione alimentare indirizzati alle scuole e alle famiglie, orientare i consumi e la scelta consapevole degli alimenti, far conoscere a bambini e ragazzi di tutte le età il mondo rurale, le sue tradizioni e culture, l’attività agricola che sta dietro prodotti e alimenti tipici del territorio regionale”. 

Negli anni scorsi le presenze a "Bambinopoli" si sono attestate a quota 30mila, quest'anno si punta a 50mila visitatori. Oltre 14 le associazioni sportive convolte, 10 laboratori e un convegno con formatori di Palo Alto (California, Stati Uniti) su “Educare i bambini alla felicità”.
Tra gli eventi, quelli dedicati al riuso e un mercatino organizzato da mamme e papà per dare “nuova vita” a tutto ciò che serve per i bambini tra indumenti, libri e giochi. Anche l’attività fisica avrà uno spazio dedicato nella manifestazione, con il Villaggio dello Sport, dove i bambini potranno cimentarsi in diverse attività sportive, dal calcio alle arti marziali.
Tra i convegni segnaliamo l’incontro su “Alimentazione e ambiente nelle scuole” che si terrà giovedì 5 settembre presso la Rocca di Vignola (Mo). Qui, alcuni esperti come Roberto Cavallo, agronomo e attivista ambientale, Annalisa Renzi, esperta in formazione ed educazione ambientale, Mara Ramploud, medico e nutrizionista, Lia Cortesi, referente del progetto Orto in Condotta nelle valli forlivesi e Alberto Tripodi, dell’Ausl di Modena, interverranno per mettere in luce le esperienze e le prospettive possibili di una didattica dove le scelte alimentari vadano di pari passo all’attenzione nei confronti del territorio e dell’ambiente in cui i bambini crescono./OC

Pubblicato in Dove andiamo? Modena

Editoriale:  - Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato - Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità. - Cereali e dintorni. “Weather Market” - Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio - Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Prince -
SOMMARIO Anno 18 - n° 29 21 luglio 2019


1.1 editoriale
Il “mercato degli affidamenti”. Lo schifo che era già noto ma “tollerato”
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Panna in crescita unica novità.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. “Weather Market”.
5.1 bonifica Bonifica Parmense, bilancio ok: avanzo positivo per un milione di euro presto reinvestito sul territorio
5.2 turismo ambientale Anche il BMW club di Como e Varese in visita al Molato
5.3 pomodoro Pomodoro - Al via la campagna 2019: l’impegno di Princes
6.1 ambiente sostenibilità Sostenibilità in ufficio: come ottenerla?
7.1 bracconaggio PO “Boom del biologico sul territorio reggiano”
8.1promozioni “vino” e partners
9.1 promozioni “birra” e partners

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di Mario Vacca Parma 21 luglio 2019 -


Il Decreto Ministeriale del 7 maggio 2019 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 05 luglio ha rinnovato l’articolo 1, comma 66, legge 232/2016 disciplinando le agevolazioni fiscali spettanti alle persone fisiche e ai soggetti Ires che effettuano conferimenti in denaro a favore di start-up innovative e piccole medie imprese innovative effettuati nel corso del 2019.
Destinatari delle agevolazioni sono sia i soggetti passivi Irpef sia quelli Ires (quindi sia soggetti privati che giuridici) che effettuano investimenti agevolati in una o più start-up innovative o Pmi innovative durante il corso del 2019, anche indirettamente tramite organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società di capitali che investono prevalentemente in start-up o Pmi innovative.
Le agevolazioni spettano per i conferimenti in denaro iscritti alla voce del capitale sociale e della riserva da sovrapprezzo delle azioni o quote delle start-up innovative, delle Pmi innovative . Per conferimento in denaro si considera anche la compensazione dei crediti in sede di sottoscrizione di aumenti del capitale, ad eccezione di quelli risultanti da cessioni di beni o prestazioni di servizi diverse da quelle previste dall’articolo 27 del Dl 179/2012. Le agevolazioni spettano fino ad un ammontare complessivo dei conferimenti non superiore a 15 milioni di euro per ciascuna start-up innovativa o Pmi innovativa,
Ai soggetti Irpef spetta una detrazione dall’imposta lorda di ammontare pari al 40% dei conferimenti effettuati, fino a un massimo di 1 milione di euro, in ciascun periodo d’imposta. Nell’eventualità la detrazione superasse l’imposta lorda, l’eccedenza potrebbe essere utilizzata per l’Imposta dovuta nei periodi successivi, ma non oltre il terzo, fino a concorrenza del suo ammontare.
I soggetti Ires che acquisiscono l’intero capitale sociale della start-up innovativa, mantenendolo per almeno tre anni, possono dedurre dal reddito complessivo un importo pari al 50% . Anche in questo l’eccedenza potrà essere utilizzata negli anni successivi non oltre il terzo.
Per poter beneficiare degli incentivi gli investitori devono procurarsi e conservare:
 una certificazione della start-up o Pmi innovativa che attesti di non avere superato il limite di 15 milioni di euro ovvero, se superato, l’importo per il quale spetta la deduzione o detrazione.;
 copia del piano di investimento della start-up o Pmi innovativa, contenente informazioni dettagliate sull’oggetto dell’attività, sui relativi servizi/prodotti e sull’andamento della gestione.

Il diritto ai benefici decade se, entro tre anni dalla data in cui rileva l’investimento, si verifica anche non congiuntamente una delle seguenti ipotesi:
 la cessione a titolo oneroso, anche parziale, delle partecipazioni o quote ricevute in cambio degli investimenti agevolati;
 la riduzione di capitale nonché la ripartizione di riserve o altri fondi costituiti con sovrapprezzi di emissione delle azioni o quote delle start-up o delle Pmi innovative o delle altre società che investono prevalentemente in start-up o Pmi innovative e le cui azioni non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione;
 il recesso o l’esclusione degli investitori;
 la perdita di uno dei requisiti previsti dall’articolo 25, comma 2, del Dl 179/2012, da parte della start-up innovativa;
 la perdita di uno dei requisiti previsti dall’articolo 4, comma 1, del Dl 3/2015, da parte della Pmi innovativa.

 

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 18 Luglio 2019 16:24

"Boom del biologico sul territorio reggiano"

Erika Iori (Cia Reggio): "Negli ultimi 5 anni l'incremento di aziende è stato superiore al 60%". L'analisi del presidente Cervi

Più forte dei cambiamenti climatici, della crisi e della burocrazia. È l'agricoltura biologica 'made in Reggio', un settore in continua espansione che fa segnare un boom di aziende e superfici coltivate.

"Non siamo dinnanzi a una moda passeggera ma a una solida realtà che ha forti radici nella nostra tradizione agricola ed è destinata ad avere una decisa crescita negli anni a venire", sottolinea Cervi (presidente Cia di Reggio). E poi presenta i numeri. Le aziende agricole bio di Cia sfiorano le trecento unità. La parte del leone la fa la montagna con oltre 132 imprese, seguita da Reggio (84), Val d'Enza (65), e Bassa (18). Negli ultimi cinque anni l'incremento di aziende ha superato il 60% sul territorio reggiano, mentre quello di ettari arriva al +65%.
Erika Iori, responsabile del settore per Cia Reggio, entra quindi nel dettaglio: "La parte preponderante dell'agricoltura bio è rappresentata dai seminativi (80%). Al secondo posto vengono prati e pascoli (12%), poi la vite (3%) e la frutta (3%). Ma l'ascesa del biologico sta contagiando anche il settore zootecnico. Basti pensare che a Ventasso un'azienda Cia vende carni fresche e produce ragù da chianine. Mentre in città assistiamo a una decisa crescita di apicoltori".

"Ormai il biologico rappresenta una fetta importante del comparto dell'agroalimentare e i margini di espansione sono davvero notevoli - aggiunge Cervi -. Ma deve essere evitato l'errore di metterlo in contrapposizione con l'agricoltura integrata e sostenibile e con il contributo che essa porta alla sicurezza alimentare: si tratta di due realtà che devono camminare di pari passo nel reciproco rispetto".
Una cosa è certa: la scelta 'biologica' è etica ma anche di mercato. "Sta mutando molto velocemente la mentalità dei consumatori - sottolinea Iori -. Basti pensare che otto cittadini su dieci hanno comprato bio nell'ultimo anno. Oltre il 40% di loro è 'frequent user' e compra bio ogni settimana. Per ragioni salutistiche, per caratteristiche di sicurezza e qualità, perché il biologico viene ritenuto più rispettoso dell'ambiente. E a questa domanda crescente assistiamo in prima linea. La nostra associazione è di frequente contattata da reggiani che chiedono indirizzi di aziende della loro zona dove comprare bio. Addirittura, nei giorni scorsi, un'associazione di neomamme ha voluto una lista completa di imprese di tutto il territorio reggiano...".

Per gli imprenditori bio non mancano però le difficoltà. Tra tutte spiccano la burocrazia – gli adempimenti sono stati semplificati ma si deve fare di più – e il meteo. "Il settore agricolo è quello che, più di tutti, subisce gli effetti dei cambiamenti climatici e il biologico in particolare – conclude il presidente -: avendo limitate possibilità d'intervento con trattamenti, le colture sono infatti più esposte alle bizze della stagione. E, negli ultimi mesi, ne abbiamo viste davvero troppe".

Cia sarà protagonista alla 31esima edizione di Sana - il Salone internazionale del biologico e del naturale, che si terrà a Bologna dal 6 al 9 settembre – con lo stand D68 nel Padiglione 29. Nei 24 mq di area espositiva, in linea con l'obiettivo 'plastic free' dell'edizione 2019 del Sana e con le buone pratiche dell'economia circolare, Cia opta per allestimenti in cartone e materiali ecocompatibili. Spazio anche all'innovazione con l'utilizzo della Realtà Aumentata: speciali totem ecofriendly a forma di alberi proietteranno immagini virtuali per veicolare i messaggi degli Agricoltori Italiani, in particolare i contenuti della Carta dei Valori del Biologico Italiano.

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Editoriale: - Forse Trump non è un "Orco".- Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento. - Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0 - Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense -

SOMMARIO Anno 18 - n° 28 14 luglio 2019
1.1 editoriale
Forse Trump non è un "Orco".
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stop burro e crema, panna di nuovo in aumento.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercato a guida "meteo".
5.1 maltempo Sospesa l'erogazione dal Brugneto
5.2 cerealicoltura Cerealicolo e titolo di studio in Agraria: ecco l'identikit dell'agricoltore 4.0
6.1 ambiente acque Report qualità acque bonifica lab: migliora la qualità dell'acqua per l'agricoltura del parmense
7.1 bracconaggio PO Bracconaggio nel Po, individuati 166 punti di imbarco lungo tutta asta.,
8.1promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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Domenica, 14 Luglio 2019 06:45

Fallibilità Agricola

di Mario Vacca Parma 14 luglio 2019 - Il nuovo codice della Crisi d'impresa e dell'insolvenza, pur modificando o introducendo determinati articoli non cambia la lettura dell'articolo 1 della legge fallimentare secondo il quale l'imprenditore agricolo non è fallibile.

Siffatta lettura è genesi di una desueta tradizione culturale che vedeva l'imprenditore agricolo alle prese con ridotti capitali necessari all'esercizio dell'attività e ritenuto, dal legislatore del '42, economicamente non pericoloso per i terzi creditori.

Cambiati i tempi, con l'evoluzione dei mercati l'attuale imprenditore agricolo è sempre più spesso vicino a quello commerciale e l'obbligo di adeguarsi alle nuove tecnologie comporta investimenti rilevanti di capitali un tempo impensabili. A tal riguardo è sempre più evidente all'interno di una stessa impresa esercente attività agricola ai sensi dell'art. 2135 una commistione tra tale attività e quella commerciale ed una continua prevalenza dell'una sull'altra.

Proprio tale commistione è oggetto della sentenza n. 5342 depositata il 22/02/19 con la quale la Corte di Cassazione evidenzia che ai fini dell'infallibilità dell'imprenditore agricolo non sia sufficiente la mera iscrizione di un'impresa nel Registro delle Imprese in qualità di soggetto esercente attività agricola al momento del deposito della domanda di fallimento ma è necessario procedere ad una verifica dell'effettiva attività esercitata.

Tale verifica deve dovrà essere svolta in modo compiuto non soltanto limitata alla verifica del rispetto dei requisiti formali, ma un accertamento dell'effettiva attività svolta ed il rispetto degli eventuali parametri richiesti dal Legislatore nell'eventualità l'impresa non si limiti a svolgere attività agricole ex se ma siano esercitate anche attività connesse per le quali è richiesto sempre il rispetto del parametro della prevalenza.

La recente sentenza afferma anche che "una volta accertato in sede di merito l'esercizio in concreto di attività commerciale, in misura prevalente sull'attività agricola contemplata in via esclusiva dall'oggetto sociale di un'impresa agricola costituita in forma societaria, questa resta assoggettabile a fallimento nonostante la sopravvenuta cessazione dell'esercizio di detta attività commerciale prevalente al momento del deposito di una domanda di fallimento a suo carico".

A questo punto quindi si può affermare che l'iscrizione dell'imprenditore come agricolo non di per sé non rappresenta uno schermo sufficiente contro la fallibilità nel caso in cui sia rinvenibile lo svolgimento effettivo e reale di un'attività commerciale.

Pubblicato in Economia Emilia

Parametri rispettati e indagini approfondite su oltre 50 campionamenti consegnano un quadro positivo della risorsa irrigua nel comprensorio consortile. Rispetto allo scorso anno migliorate anche le acque dei canali Galasso e Naviglio Navigabile.

Parma –

La qualità delle acque irrigue del Parmense che scorrono all’interno della rete artificiale dei canali di bonifica è migliorata ulteriormente rispetto allo scorso anno: è quanto emerge dal Report annuale redatto dai ricercatori tecnico-scientifici del Consorzio della Bonifica Parmense.

L’ente consortile – che nella sostanza si preoccupa, per competenza specifica, del trasporto della risorsa idrica e non strettamente della sua qualità – monitora periodicamente lo stato dei flussi irrigui (indispensabili per la produzione della gran parte delle tipicità agroalimentari della nostra provincia) grazie al laboratorio tecnico itinerante Bonifica Lab, struttura itinerante che consente di asserire che le acque irrigue dei canali consortili superano l’esame qualità, dimostrandosi idonee agli usi per l’agricoltura.

Rilevanti e significativi alcuni dei dati emersi dalle relazioni conclusive – redatte dall’ingegnere ambientale consortile Elisa Trombi e dall’esperto consulente in materie ambientali Riccardo Franchini sulla qualità irrigua della risorsa esaminata: le sostanze prioritarie fosfati e fitofarmaci e la sommatoria complessiva delle sostanze rilevate si mantengono inferiori ai valori limite della cosiddetta classe 1, utile per l’impiego irriguo, ovvero la migliore delle classi della tabella A Giardini, universalmente riconosciuta come modello di riferimento per il settore agricolo. Il dato rappresenta l’ultimo anello di una catena di risultati di idoneità confermata già negli ultimi anni in cui l’uso irriguo dell’acqua nel comprensorio è sempre stato ben al di sotto della soglia standard considerata

Importante miglioramento quello nelle aree che presentano alcune criticità, come quelle relative ai canali che attraversano la zona urbana di Parma, in particolare quelle provenienti dal Naviglio Navigabile e dal Canale Galasso: in questi due casi all’azoto e al fosforo si sommano cloruri e salinità elevata, ma pur sempre rientrando nei limiti di utilizzo. Da evidenziare anche l’assenza di sostanze tossiche, compresi pesticidi e fitofarmaci, in concentrazioni significative e per questo motivo le acque dei canali possono essere utilizzate senza particolari problemi perché non sussiste particolare rischio igienico-sanitario che possa incidere sulla salubrità delle numerose produzioni.

Nell’ottica di un perpetuo e continuo miglioramento è da segnalare l’inizio di un percorso di collaborazione condivisa con le aziende conserviere della Provincia di Parma volto a sensibilizzare verso l’importanza del recupero delle acque reflue e la salvaguardia dell’ecosistema: un protocollo di intesa firmato dai Consorzi di bonifica di Parma e Piacenza, OI Pomodoro e da Industria del Nord Italia nel settembre 2018. E la sinergia con Arpae Parma per il trasferimento dei dati ambientali dei loro controlli sulla qualità delle acque dei depuratori comunali.

Proprio in questi giorni è in corso la campagna di rilevazione 2019 con il mezzo mobile di Bonifica Lab che, come nell’anno precedente, prevede di monitorare più di 50 punti stazione distribuiti sul territorio irriguo gestito dal Consorzio, in particolare di pianura commentano Franchini e Trombi – . I primi risultati sono confrontabili con il 2018 e restituiscono un già un primo quadro positivo, stante la forte siccità di inizio anno che aveva favorito la concentrazione di sostanze nell’acqua”.

 

Per la prima volta dall'uscita dello studio dell'Osservatorio Smart AgriFood sul digitale nell'agroalimentare italiano, escono anche i dati sulle regioni del Nord Italia: Lombardia al top per innovazione.

Nel cerealicolo il 73% delle aziende lombarde presenti nel campione adotta soluzioni di agricoltura 4.0, mentre in Emilia Romagna spicca la zootecnia (75%). Veneto e Piemonte sopra la media nazionale per soluzioni digitali nel vitivinicolo (47% e 35%)

Cremona, 10 luglio 2019 – Titolo di studio a indirizzo agrario conseguito dall'imprenditore e appartenenza al settore cerealicolo. Ecco "l'identikit" delle realtà dell'agroalimentare italiano più portate all'adozione di soluzioni di agricoltura 4.0. A completare il quadro, un dato inatteso: l'età dell'imprenditore sembra incidere poco sulla decisione di abbracciare l'innovazione tecnologica.

L'istantanea del rapporto tra agricoltura e nuove tecnologie fa riferimento al Nord Italia, nello specifico a Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. I dati regionali, inediti, scaturiscono dalla ricerca dell'Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano* e del Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell'Università degli Studi di Brescia. L'indagine su innovazione digitale e agroalimentare italiano, presentata in febbraio, ha rivelato un vero e proprio "boom" dell'agricoltura 4.0, per un valore di mercato compreso tra i 370 e i 430 milioni di euro nel 2018.

Il campione di riferimento utilizzato come base per l'indagine conta 903 risposte da altrettante aziende agricole. Di queste, 71 sono lombarde, 141 piemontesi, 104 emiliane e 89 venete.

TITOLO DI STUDIO – La ricerca evidenzia che "non sembra che l'età possa essere rilevante al fine di determinare l'adozione o meno di tecnologie di agricoltura 4.0". Più significativo è il titolo di studio dell'imprenditore: "Sembra che un titolo di studio a indirizzo agrario sia associato a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0. Non sembra invece essere rilevante il titolo di studio di per sé. Questa dinamica sembra riflettersi anche nelle singole regioni (salvo che per il Veneto)".

- In Lombardia gli imprenditori agricoli che adottano soluzioni 4.0 hanno una laurea nel 57% dei casi e, nel 64% dei casi, hanno una laurea ad indirizzo agrario.

- In Piemonte gli imprenditori agricoli laureati che puntano sull'innovazione digitale sono il 42% e il dato sale al 56% in relazione alle lauree ad indirizzo agrario.

- In Emilia Romagna i laureati che operano in campo agricolo puntando all'innovazione rappresentano il 50%, mentre gli imprenditori 4.0 con laurea ad indirizzo agrario sono l'80%.

- In Veneto gli imprenditori laureati impegnati nell'agricoltura 4.0 sono il 47%, mentre i laureati con indirizzo agrario rappresentano solo il 29%.

DIMENSIONI AZIENDALI – Di rilievo, per l'adozione di soluzioni 4.0, è la dimensione aziendale: "maggiore è la dimensione dell'azienda agricola e maggiore è la probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0". "Nel caso della Lombardia – rivela la ricerca – tutte le classi di dimensione sono caratterizzate da una maggiore incidenza, rispetto al campione generale, di aziende agricole che hanno scelto di adottare soluzioni di agricoltura 4.0. Incidono in particolare le grandissime superfici e le micro aziende. Nel caso del Piemonte e dell'Emilia Romagna sono invece le sole aziende più grandi quelle caratterizzate da percentuali di adottanti più alte. Nel caso del Veneto sono le aziende di medie dimensioni quelle che hanno un incremento maggiore sulle percentuali di adottanti".

SETTORI – Il cerealicolo è il comparto con le più alte percentuali di aziende che abbracciano l'agricoltura 4.0: 73% in Lombardia, 72% in Piemonte, 67% in Emilia Romagna, 65% in Veneto.

Spicca anche il settore zootecnico, con percentuali più alte rispetto al campione generale nel caso di Lombardia (64%) e Piemonte (54%).

Nell'adozione di soluzioni digitali 4.0 per il vitivinicolo, Veneto e Piemonte (rispettivamente, 47% e 35%) sono caratterizzati da percentuali più alte rispetto al campione generale, mentre l'Emilia Romagna è sotto la media (21%).

Nell'orticolo sono Emilia Romagna (80%) e Lombardia (67%) a trainare, mentre il Veneto si ferma al 40%, poco sotto il dato generale (47%).

CONCLUSIONI – Nel complesso, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono in linea con le percentuali di aziende agricole che hanno adottato soluzioni di agricoltura 4.0 nel campione generale (55% il dato italiano). Risalta il caso della Lombardia (68% nell'adozione di soluzioni improntate all'innovazione), che si discosta nettamente dal resto d'Italia. A seguire, Piemonte (62%), Emilia Romagna (55%). Di poco sotto la media generale è il Veneto (51%).

E mentre dimensioni aziendali, titolo di studio a indirizzo agrario e appartenenza al cerealicolo come settore prevalente "sembrano sempre essere associati a una maggiore probabilità di adottare soluzioni di agricoltura 4.0 – conclude la ricerca –, dall'altro non possiamo trarre delle conclusioni di carattere generale dall'analisi delle altre variabili, che potrebbero trovare un significato maggiore più a livello regionale che a livello nazionale, dove le specificità di ciascuna regione sono necessariamente smorzate".

*La School of Management del Politecnico di Milano, costituita nel 2003, accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo dell'economia, del management e dell'industrial engineering che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili. La Scuola ha ricevuto, nel 2007, il prestigioso accreditamento EQUIS. Nel 2009 è entrata per la prima volta nel ranking del Financial Times delle migliori Business School europee. Nel 2013 ha ottenuto il prestigioso accreditamento internazionale da AMBA. Dal 2015, la Scuola è membro di AACSB International. La Scuola è presente inoltre nei QS World University Rankings. Nel 2017, la School of Management è la prima business school italiana a vedere riconosciuta la qualità dei propri corsi erogati in digital learning nei master Executive MBA attraverso la certificazione EOCCS. La Scuola è membro PRME, Cladea e QTEM.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019 -
Editoriale: - La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità! - Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo. - Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile - Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte - Qualità, EIMA alla pari di Hannover -

SOMMARIO Anno 18 - n° 27 7 luglio 2019
1.1 editoriale
La nuova "resistenza". Sovranisti per necessità!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte scremato pastorizzato estero, crema e panna in stallo.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Un tonfo assolutamente imprevedibile.
7.1 vino e degustazioni Aperitivi formativi al "Marcello Experience Parma"
7.2 rifiuti speciali Rifiuti speciali: facciamo chiarezza. Definizioni, informazioni e dati
8.2 aceto balsamico Focus sul caso aceto balsamico – lo stato dell'arte
9.1 eventi Villaggio Coldiretti: Il Consorzio Parmigiano Reggiano è partner dell'evento che si terrà a Milano dal 5 al 7 Luglio
9.2 sicurezza alimentare Il Ministero richiama tranci surgelati di Verdesca, rischio contaminazione chimica
10.1 meccanizzazione Qualità, EIMA alla pari di Hannover
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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Editoriale: - E' proprio vero che mangiano i bambini? - atte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita. - Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole. -Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!" -

SOMMARIO Anno 18 - n° 26 30 giugno 2019
1.1 editoriale - E' proprio vero che mangiano i bambini?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Latte e burro non cambiano direzione, panna e crema in salita.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Tendenze rialziste ma prezzi mitigati dal cambio favorevole.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati instabili e probabili sorprese dagli acreaggi USA.
7.1 vino e agrofarmaci Vino, l'Informatore Agrario: per i vitigni resistenti meno della metà degli agrofarmaci usati sui convenzionali
7.2 sport eventi Farm Run 2019, l'edizione dei record, dello sport e del divertimento. Gli organizzatori: "GRAZIE di cuore a Tutti!"
8.2 meccanizzazione e fiere Querelle Eima-Sima: FederUnacoma fa esposto al Cema
9.1 ambiente Consorzio Emilia Centrale, bilancio ok passa all'unanimità l'esame-voto del nuovo Consiglio
9.2 mangimi Emilcap, anno da record di produttività e ricavi per il non OGM
10.1 ambiente Bonifiche, gli interventi in montagna
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners
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