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Animali nel fango e aziende allagate e senza corrente.

 

Roma, 21 gennaio 2014 -

 

Intere aziende finite sott’acqua con stalle allagate e animali nel fango, coltivazioni di frutta e verdura distrutte, serre sommerse, trattori e attrezzature fuori uso, vigneti doc allagati, piante di olivo travolte dalle frane e dagli smottamenti che stanno ostacolando la viabilità. E’ quanto emerge dal primo monitoraggio sugli effetti del maltempo effettuato dalla Coldiretti che chiede di avviare le procedure per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità nei territori colpiti, dalla Liguria alla Toscana fino all’Emilia dove a Modena l'alluvione con l’esondazione del Secchia ha colpito la culla del Lambrusco di Sorbara DOC e delle Pere dell'Emilia Romagna IGP, una delle zone dove si ottengono le produzioni di maggior pregio dell'agricoltura locale e regionale. A Modena - rileva la Coldiretti - si contano oltre duemila ettari di coltivazioni sommerse con grano e altri cereali spazzati via dalla furia delle acque che hanno invaso anche le stalle dove si lavora per mettere in salvo gli animali. Ma nelle campagne manca anche la corrente elettrica nelle abitazioni, nelle cantine e negli stabilimenti di frigoconservazione con il rischio di perdita dei raccolti. Le strutture della Coldiretti si sono attivate per le richieste di soccorso e il monitoraggio dei danni per verificare le condizioni per la dichiarazione di calamità. Il maltempo – precisa la Coldiretti - si è infatti abbattuto su un territorio fragile con la percentuale di comuni con parte del territorio a rischio frane ed alluvioni che varia dal 98 per cento in Toscana e Liguria al 95 per cento in Emilia Romagna colpite dall’ondata di maltempo. Siamo di fronte - continua la Coldiretti - ai drammatici effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con il moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi ma intense ed il repentino passaggio dal sereno al maltempo con vere e proprie bombe d'acqua che il terreno non riesce ad assorbire. Nell'82 per cento dei Comuni italiani sono presenti aree a rischio idrogeologico per frane e/o alluvioni ed oggi ben 5 milioni di cittadini vivono in zone di pericolo. A questa situazione - denuncia la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata. Ogni giorno - conclude la Coldiretti - viene sottratta terra agricola per un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento.

 

 

Rabboni: "Una scelta strategica a sostegno di un settore di eccellenza del made in Italy. Lunedì 27 gennaio a Bologna la Regione chiama a raccolta tutto il mondo agricolo" -

Bologna, 23 gennaio 2014 -

Un miliardo 190 milioni di euro per l'agricoltura emiliano-romagnola. Sono le risorse in arrivo grazie al nuovo Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 dopo l'accordo Stato-Regioni dei giorni scorsi. Si tratta di 131 milioni in più rispetto al precedente settennato, oltre che del budget più alto tra le Regioni del centro nord. Un aumento determinato da maggiori risorse europee, ma soprattutto dalla crescita del cofinanziamento regionale, che praticamente raddoppia, passando da 106 a 203 milioni di euro nei sette anni. "Si tratta della quota più alta mai destinata da questa regione all'agricoltura – ha spiegato oggi a Bologna l'assessore regionale all'agricoltura Tiberio Rabboni – l'esito di una scelta strategica della Giunta regionale a sostegno di un' agricoltura di eccellenza, tra i protagonisti del made in Italy".
"L'obiettivo principale – sottolinea Rabboni – sarà aumentare e stabilizzare la redditività del settore, allargando la platea dei beneficiari. Senza trascurare le iniziative di qualità delle singole aziende, punteremo in particolare sulle reti di impresa. Per ridurre i costi, fare sistema ed essere più competitivi".
Reti di impresa dunque come destinatarie privilegiate dei finanziamenti del nuovo Psr per il trasferimento tecnologico; gli investimenti di filiera "dalla terra alla tavola"; l'ammodernamento delle imprese di un medesimo comparto; la logistica e il mercato. Senza dimenticare cooperative, organismi interprofessionali, organizzazioni di produttori.
Su 1 miliardo 190 milioni di euro, le risorse che arrivano dall'Europa ammontano a 513 milioni di euro (il 43% del totale, 29 milioni in più rispetto al Psr 2007-2013), mentre la quota statale è di 474 milioni (il 40% del totale, circa 6 milioni in più).
Ulteriori risorse arriveranno al territorio emiliano-romagnolo dai quattro Piani nazionali (per i quali non è previsto cofinanziamento regionale) che rappresentano una delle novità della nuova Pac 2014-202: il Piano per la gestione del rischio contro le calamità naturali e le crisi di mercato che potrà contare su 1 miliardo 640 milioni di euro; il Piano irriguo cui sono destinati 300 milioni di euro; il Piano per la biodiversità animale e quello per la Rete Rurale Nazionale che avranno a disposizione, rispettivamente, 200 e 100 milioni di euro.
Il nuovo Programma di sviluppo rurale sarà al centro dell'incontro di lunedì 27 gennaio a Bologna (Sala A, Terza Torre, Viale della Fiera, 8) "Nuovo Psr 2014-2020: il documento strategico." L'appuntamento chiamerà a raccolta l'intero mondo agricolo e non solo, prima della messa a punto del documento conclusivo che essere approvato da Bruxelles entro l'estate.

Gli obiettivi del nuovo Psr: competitività, ambiente, innovazione, territorio rurale, giovani e meno burocrazia

Competitività, ambiente, innovazione, salvaguardia del territorio rurale. Ma anche giovani e una riduzione degli adempimenti burocratici. Questi alcuni degli obiettivi del nuovo Psr.
Circa il 44% delle risorse saranno indirizzate ad aumentare la competitività del sistema agricolo e agroalimentare emiliano-romagnolo, attraverso il sostegno, come si è detto, alle aggregazioni di imprese e alle diverse forme di agricoltura organizzata. Alle misure di carattere ambientale e all'agricoltura biologica andranno il 38% delle risorse. Rientrano in questo ambito anche gli interventi per la riduzione dei consumi idrici, il contrasto ai fenomeni di dissesto e di erosione del suolo, la lotta al cambiamento climatico, lo sviluppo delle bioneregie. Altro capitolo importante: il trasferimento della conoscenza e dell'innovazione (8% delle risorse) attraverso i Gruppi operativi per l'innovazione che rappresentano una delle novità della nuova programmazione 2014-2020. Anche in questo caso si tratta di vere e proprie reti di impresa tra aziende agricole, centri di ricerca e di assistenza tecnica.
Alla salvaguardia del territorio rurale andrà il 7,5% delle risorse, con un'attenzione particolare alla montagna e all'agricoltura periurbana per trasformare – ha spiegato Rabboni – "la contiguità tra città e campagna da elemento di degrado a elemento di vantaggio". Verranno finanziate l'agricoltura sociale, la vendita diretta, la multifunzionalità delle aziende, oltre a iniziative per valorizzare i prodotti di montagna rispetto a quelli di pianura e a forme di tutoraggio per i giovani che vogliono insediarsi nelle zone appenniniche. Il 2,5% delle risorse del nuovo Psr sarà destinato all'assistenza tecnica.
Già al centro del precedente Psr, che aveva destinato agli under 40 ben il 26% del totale (a fronte di un'incidenza reale sul totale degli imprenditori agricoli del 7,8%) i giovani restano dunque una priorità trasversale anche della nuova programmazione, con una corsia privilegiate per tutti gli interventi.
Quanto allo snellimento burocratico, Rabboni ha sottolineato come il Sistema informativo agricolo e il Registro unico dei controlli, a regime a giugno, permetteranno di alleggerire gli adempimenti a carico delle aziende. Inoltre la Regione ha messo a punto un meccanismo che permetterà di ridurre la documentazione necessaria per le misure di investimento.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

I dati dell'annuale Conferenza Organizzativa Territoriale delle bonifiche evidenziano un incremento dell'emergenza nelle zone montane. Numeri positivi sul fronte dell'irrigazione a pieno sostegno all'agricoltura -

Bologna, 16 Gennaio 2014 –

La conferenza annuale organizzativa dei Consorzi di bonifica dell'Emilia-Romagna, che si è svolta quest'oggi in via Ernesto Masi 8 a Bologna, segna periodicamente l'appuntamento con la diffusione di dati assai rilevanti per il monitoraggio delle condizioni del territorio in cui viviamo.

Nell'occasione di confronto tra i diversi Consorzi riuniti oggi all'URBER, che hanno la competenza del governo delle acque nei rispettivi comprensori all'interno della regione, si evidenzia un generale incremento del valore allarmante del rischio di dissesto idrogeologico.

Nell'anno appena trascorso sono stati moltissimi gli interventi effettuati ad opera dei diversi enti territoriali e delle stesse bonifiche, ma l'ammontare complessivo del valore economico del rischio è balzato in avanti sfiorando il miliardo di euro (985 milioni) solo in Emilia-Romagna, rispetto al totale complessivo italiano di sette miliardi. Solo un anno fa il valore delle stime del rischio regionale era di 835 milioni di euro e il dato in sé chiarisce una volta di più quanto sia repentino il peggioramento che sarebbe da arginare al più presto.

Gli interventi segnalati dai Consorzi, dopo le opportune verifiche tecniche ultimate alla fine dell'anno passato, sono ben 1018 e richiamano prepotentemente l'attenzione della comunità e della politica verso questo tipo di emergenza di cui spesso ci si accorge solo a giochi fatti. Mettere in sicurezza preventiva il territorio significa risparmiare dalle 5 alle 7 volte il denaro pubblico speso per l'intervento a emergenza avvenuta e soprattutto dare certezze maggiori a chi vive e fa impresa in questi territori e quindi creare i presupposti per creare economia più stabile.

« Il Piano per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico nazionale – ha commentato Massimo Gargano, Presidente Anbi – indica chiaramente migliaia di interventi prontamente cantierabili che oltre, a dare qualche sicurezza territoriale in più a chi vive nell'eterna incertezza, porterebbero un significativo incremento occupazionale. Pensate che a livello italiano è stato speso solo lo 0,1% delle risorse all' epoca destinate dal CIPE alla salvaguardia del territorio. I numeri dell'Emilia Romagna certo non rincuorano. A questo si aggiunge un' urbanizzazione spesso incontrollata ».

Il dato di un rischio crescente preoccupa anche Massimiliano Pederzoli, Presidente di Urber: « A fronte di questo numero Urber ha di recente messo in campo un'utile convenzione con la Regione Emilia Romagna e con l'Uncem per spendere dove serve, ma per gli eventi straordinari capite che la portata dei lavori per la messa in sicurezza complessiva è ben diversa e si impone uno sforzo corale che deve partire da ben più lontano e prima che sia troppo tardi ».

Sul fronte dell'irrigazione i dati sono del tutto positivi. In una regione a forte vocazione agricola come l'Emilia-Romagna occorre infatti che l'acqua venga trattata come risorsa esauribile più che mai preziosa. Garantirle perciò la corretta distribuzione attraverso l'irrigazione ed il governo dei flussi delle acque è basilare per le aziende agricole e per il sostegno costante ai prodotti tipici del "made in Italy" del paese.

I consorzi di bonifica dei singoli comprensori territoriali, uniti all'interno dell'Urber, nel corso del 2013 hanno prelevato (dal fiume Po e da altri corsi minori) e distribuito nella rete circa un miliardo e 100 milioni di metri cubi d'acqua (di questi, quasi 240 milioni solo dal Cer). Un dato che appare in lieve calo rispetto all'anno precedente, dove la diffusione a sostegno dell'agricoltura da parte del sistema di bonifica a livello di irrigazione si era attestata ad un miliardo e 400 milioni di metri cubi d'acqua. Ciò evidenzia come le condizioni climatiche del 2013 siano state certamente meno "stressanti" per l'attività dei singoli consorzi rispetto a quelle dell'anno prima, dove le scarse precipitazioni l'avevano segnato come uno dei più siccitosi degli ultimi 100 anni. Nel 2013 invece le piogge più abbondanti hanno permesso di far girare gli impianti a pieno regime soltanto da Giugno (e non dall'inizio della primavera). « Ma questo inizio tardivo non deve trarre in inganno – tiene a sottolineare Pederzoli – perché con l'inizio dell'estate abbiamo comunque lavorato a pieno regime e il dato complessivo di bilancio lo dimostra. Abbiamo distribuito grandi quantità di acqua a sostegno delle colture, rientrando alla fine perfettamente nelle medie degli ultimi anni ».

(Fonte: ufficio stampa URBER Unione Regionale delle Bonifiche Emilia Romagna)

 

 

 

Credito per le aziende agricole - Finanziamenti per 106 milioni di euro a tasso agevolato. Rabboni: dal 2008 a oggi 8,6 milioni dalla Regione per abbattere la stretta creditizia. In Emilia-Romagna il maggior incremento di accesso al credito agricolo negli ultimi cinque anni. Le domande entro il 14 marzo

Bologna - Credito più facile per le aziende agricole dell’Emilia-Romagna grazie alla Regione.
Su proposta dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, la Giunta regionale ha infatti stanziato 1 milione 600 mila euro che permetteranno di abbattere il costo del denaro per il credito di conduzione fino a 1,50 punti percentuali rispetto ai tassi applicati normalmente dalle banche e di attivare un volume complessivo di finanziamenti per circa 106 milioni di euro.
Il programma operativo è rivolto all’insieme delle imprese, senza distinzioni tra settori di produzione, attraverso la concessione di un aiuto de minimis sotto forma di concorso interesse sui prestiti di conduzione richiesti dagli agricoltori alle banche per il tramite degli Agrifidi, gli Organismi di garanzia che operano in agricoltura.  Vi è tuttavia una priorità, riservata alle aziende agricole condotte da giovani imprenditori, under 40,  così come a quelle che nel corso della precedente campagna agraria hanno già contratto prestito di conduzione in regime de minimis.
“Con questo intervento la Regione porta a 8,6 milioni di euro  le risorse  destinate dal 2008, anno d’inizio della crisi mondiale,  ad oggi  all'abbattimento del tasso di interesse bancario per il credito d'esercizio – spiega l’assessore Rabboni –  ciò significa che attraverso le garanzie degli Agrifidi  sono stati attivati prestiti a tasso ridotto per  oltre 516 milioni di euro. Grazie a questi interventi regionali una parte importante degli agricoltori emiliano-romagnoli ha potuto reagire alla pesante stretta creditizia messa in atto dalle banche negli ultimi anni. Tanto è vero che le rilevazioni periodiche di Ismea hanno evidenziato che l'Emilia-Romagna è la regione che ha registrato il maggior incremento di accesso al credito in agricoltura negli ultimi 5 anni."
Una situazione migliore rispetto al resto d'Italia dunque, resa possibile dal dinamismo delle imprese agricole emiliano-romagnole, ma anche dal sostegno della Regione e dal processo di fusione degli Agrifidi che ha portato alla nascita di 3 sole solide realtà interprovinciali in grado  di affiancare  validamente le imprese nel rapporto con il sistema bancario. La riprova e' in un tasso di insolvenza pari allo 0,1% del credito attivato attraverso gli Agrifidi che risulta, peraltro, raddoppiato in volume proprio negli ultimi anni.
Le imprese potranno presentare domanda al proprio Istituto di credito e all’Organismo di Garanzia di appartenenza fino al 14 marzo 2014.

Da 6 mila  a 150 mila  euro gli importi previsti, per una durata massima di 12 mesi
L’importo massimo del prestito per azienda è di 150 mila euro ed è calcolato attraverso parametri definiti con riferimento alle superfici coltivate, ai capi allevati o alle attività svolte. Sono ammesse le imprese che presentano richieste non inferiori a 6 mila euro. Oltre all’abbattimento del tasso di interesse di 1,5 punti percentuali, i prestiti potranno contare sulla garanzia offerta, con capitali propri, dagli Agrifidi nonché sulle condizioni di favore ricomprese all’interno delle convenzioni che gli stessi Agrifidi hanno stipulato con gli istituti bancari.

Come funziona il prestito alle imprese agricole
Gli Agrifidi provvedono direttamente all’istruttoria dell’istanza, alla concessione e alla liquidazione del contributo in conto interesse all’impresa beneficiaria, utilizzando le risorse assegnate dalla Regione. I prestiti, che sono a breve termine con durata fino a 12 mesi, coprono le spese che l’imprenditore agricolo deve anticipare per il completamento del ciclo produttivo-colturale, fino alla vendita dei prodotti.  Il sistema degli  Organismi di Garanzia agricoli è attualmente costituito, a seguito di alcune fusioni, da tre cooperative che operano a livello interprovinciale. Si tratta degli Agrifidi interprovinciali di Bologna-Ravenna-Forlì-Cesena e Rimini,  Parma-Piacenza e Ferrara-Modena-Reggio Emilia./PF

 Info: Interventi sul credito a breve termine in regime "de minimis" (delibera 2106 del 30 dicembre 2013, pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione n. 11 del 13 gennaio 2014) 

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/aiuti-agevolazioni/doc/normativa/interventi-sul-credito-a-breve-termine-in-regime-de-minimis/interventi-sul-credito-a-breve-termine-in-regime-de-minimis

LEGAMBIENTE EMILIA ROMAGNA E CONSORZIO DI BONIFICA PARMENSE, UNA FIRMA CONTRO IL CONSUMO DEL SUOLO

 

 

Parma 12 Gennaio 2014 --

 

Ridimensionare le previsioni dei piani urbanistici vigenti approvati negli anni passati, penalizzare il consumo di suolo vergine e soprattutto favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente rendendolo maggiormente utile e meno impattante. Sono questi in sintesi i punti principali della proposta lanciata da Legambiente Emilia Romagna contro il consumo indiscriminato del suolo, proposta che ha subito trovato intesa e appoggio nel nostro territorio da parte del Consorzio di bonifica Parmense. La firma per dire stop all’uso del suolo agricolo è stata apposta direttamente dal presidente Luigi Spinazzi e dal direttore generale della Bonifica Parmense Meuccio Berselli alla presenza, nella sede del locale Consorzio, del presidente regionale dell’associazione ambientalista, il parmigiano Lorenzo Frattini. La campagna di sensibilizzazione regionale mira ad ottenere dall’Assemblea Legislativa bolognese il varo di una legge che possa al più presto mettere nero su bianco un freno vero e proprio alla cementificazione già prima della scadenza naturale dell’attuale legislatura nel 2015. “Il Consorzio - ha commentato Spinazzi - ha a cuore il territorio che sostiene quotidianamente con la sua attività legata al governo delle acque e non può non applaudire un’ iniziativa che vuole avere una legge chiara che vada nella direzione di mantenere correttamente il più possibile il terreno. Il tutto è fondamentale per conservare e migliorare di conseguenza i flussi funzionanti delle acque, tra drenaggio e scolo, acque che spesso vengono dimenticate al loro destino e ricordate solo in caso di danni”. L’iniziativa di Legambiente Emilia Romagna si concretizza nell’invio di lettere ai consiglieri  regionali e in una più corposa raccolta di firme in appoggio ad una petizione regolata da sei punti che possano portare alla stesura di un provvedimento di legge ad hoc sulle necessità di un territorio troppe volte violato negli ultimi decenni. Soddisfazione per la firma è arrivata da Frattini che si è detto contento della decisione del Consorzio Parmense e che questo sostegno possa essere emulato da tutti gli altri dell’Emilia Romagna. Il direttore Berselli infine ha posto l’attenzione sul valore assoluto che la pianificazione anticipata dell’inurbamento può avere per migliorare le condizioni di vita della cittadinanza: “Fino ad oggi si è costruito in modo indiscriminato e senza pianificazione che tenesse sempre in conto le risorse esauribili dell’ambiente di cui dobbiamo avere maggiore rispetto. È importante evitare che le costruzioni portino all’impermeabilizzazione dei terreni con l’effetto di tracimazioni e esondazioni. Chiedersi dopo il perché è troppo tardi”. 

Nella Foto il momento della firma: da sinistra Meuccio Berselli, Lorenzo Frattini e Luigi Spinazzi.

(comunicato stampa Bonifica Parmense)

 

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 01 06 Gennaio 14

 

SOMMARIO

Anno 13 - n° 01- 06 Gennaio 14

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SOMMARIO

Anno 13 - n° 01 06 Gennaio 14

1.1 editoriale

Le tasse diminuiranno anche nel 2014:  Vero o falso?

3.1 esselunga

Caprotti in pensione con il ROE-cord

4.1 competitivita’

Legge di stabilità, centralità sull’agricoltura

6.1 Ho.Re.Ca.

Moneta elettronica, preoccupazioni degli esercenti commerciali                                       

6,2 sicurezza alimentare

Il CdA EFSA adotta il programma di lavoro e il bilancio preventivo 2014:

7,3 export vini

Organizzazione Comune di Mercato, pubblicato il regolamento

8,1 latte

In aumento la produzione mondiale di latte nel 2014

9,1 Crisi

Il panettone non va in crisi

10.1 2014 auguri        

 Buon Anno.

Cibus 1 2014 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

 

Legge di stabilità, De Girolamo: lavoro profondo, ora tutti consapevoli della centralità dell’agricoltura 

 

Roma dicembre 2013 --

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha partecipato ad una conferenza stampa alla Camera in cui sono state illustrate le norme in favore del settore agricolo contenute nella Legge di Stabilità. Insieme al Ministro De Girolamo erano presenti alcuni membri della Commissione Agricoltura della Camera: il Presidente Luca Sani, il vicepresidente Massimo Fiorio, Mario Catania, Capogruppo di Scelta civica in Commissione e Nicodemo Oliverio, Capogruppo del Pd.

“Abbiamo portato a compimento un grande lavoro, coerente e profondo, per favorire la competitività del settore agricolo e ci siamo riusciti grazie a una stretta collaborazione con il Parlamento. Il Governo ha mostrato una particolare attenzione all’agricoltura che, finalmente, è tornata ad essere dopo tanto tempo un argomento centrale nell’agenda politica italiana. Abbiamo adottato misure strutturali che, dal 2014, permetteranno crescita e sviluppo del comparto”.

Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, nel corso di una conferenza stampa alla Camera in cui sono state illustrate le norme in favore del settore agricolo contenute nella Legge di Stabilità. Insieme al Ministro De Girolamo erano presenti alcuni membri della Commissione Agricoltura della Camera: il Presidente Luca Sani, il vicepresidente Massimo Fiorio, Mario Catania, Capogruppo di Scelta civica in Commissione e Nicodemo Oliverio, Capogruppo del Pd.

“Sono soddisfatta per le misure che sono state approvate – ha spiegato il Ministro De Girolamo – e che consentiranno più occupazione e un maggiore accesso al mercato. È stata condotta un’opera di revisione fiscale profonda, che rende giustizia a un mondo come quello dell’agricoltura che richiede e merita maggiore attenzione. Naturalmente tutto è migliorabile, ma sapevamo che è necessario trovare sempre un equilibrio tra gli obiettivi e la realtà delle cose. I margini che avevamo erano stretti, visto che questa Legge di Stabilità parte da una situazione di crisi”.

Di seguito alcune delle misure adottate:

1- ELIMINATA IMU 2014 SU FABBRICATI RURALI E ALIQUOTA TASI FISSATA AL MASSIMO ALL’UNO PER MILLE
A partire dal 2014 i fabbricati rurali sono esentati dall’Imu e avranno aliquota Tasi fissata con un limite massimo dell’uno per mille.

2- RIDUZIONE IMU 2014 SU TERRENI PER COLTIVATORI DIRETTI E IMPRENDITORI AGRICOLI

È ridotto da 110 a 75 il moltiplicatore per i terreni agricoli di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola.

3- 20% TERRENI AGRICOLI DEMANIALI RISERVATO A GIOVANI UNDER 40 E MISURE PER I GIOVANI

L’emendamento riserva il 20% dei terreni agricoli demaniali per l’affitto agli under 40 e rappresenta un segnale in favore del ricambio generazionale nel comparto agricolo. La norma prevede anche un meccanismo di determinazione del canone in grado di evitare operazioni speculative finalizzate all'innalzamento dello stesso, individuando al contempo un parametro di riferimento certo nell'applicazione della procedura. Il provvedimento prevede che gli interventi per l'accesso al mercato dei capitali gestisti da ISMEA attraverso il Fondo di Capitale di Rischio siano prioritariamente destinati alle imprese agricole ed agroalimentari condotte da giovani.

4- PICCOLA PROPRIETÀ CONTADINA

Vengono ripristinate le agevolazioni tributarie previste per la piccola proprietà contadina e per gli interventi fondiari operati da Ismea. Tali operazioni sconteranno l'imposta di registro ed ipotecaria in misura fissa e imposta catastale all'1%, nel caso in cui il trasferimento dei terreni sia a favore di coltivatori diretti e di imprenditori agricoli professionali. Negli altri casi l'aliquota è fissata al 12%.

5- RIPRISTINATA PER SOCIETÀ AGRICOLE OPZIONE TRA REDDITO CATASTALE O A BILANCIO

Viene ripristinata la facoltà, per le società di persone e di capitali che svolgono esclusivamente attività agricola, di optare per la determinazione del reddito su base catastale anziché in base al bilancio.

6- 5% RISORSE FONDO SVILUPPO E COESIONE PER INTERVENTI DI EMERGENZA CON FINALITÀ DI SVILUPPO NEL SETTORE AGRICOLO

Si consente di utilizzare anche nel settore agricolo il cinque per cento delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione che può essere utilizzato per ‘interventi di emergenza con finalità di sviluppo’.

7- FONDO PER IMPRESE ESPORTATRICI

Viene introdotto un finanziamento di 50 milioni di euro per il 2014 per fondo rotativo per concessione finanziamenti a tasso agevolato alle imprese che esportano. Riservato il 40% in favore imprese del settore agroalimentare.

8- INSERITE ATTIVITÀ AGRICOLE TRA QUELLE FINANZIABILI CON FONDO PER CALAMITÀ

9- RISORSE PER CFS E NAC PER CONTRASTO CRIMINALITÀ AGROAMBIENTALE
Sono state destinate risorse specifiche per riconoscere l’impegno delle forze dell’ordine, incluso il Corpo forestale dello Stato e i Nac, per il contrasto alla criminalità agroambientale.

10- ULTERIORI 5 MILIONI PER FONDO INDIGENTI (ORA 10 MILIONI DI DOTAZIONE)
Ulteriore stanziamento di 5 milioni di euro, per un totale di 10 quindi, in favore del fondo per l’acquisto di derrate alimentari per gli indigenti.

11- RIPRISTINATA A 5 MILIONI LA DOTAZIONE DEL FONDO BIETICOLO SACCARIFERO
Ripristino della quota di 5 milioni di euro per il fondo bieticolo saccarifero, che era stato ridotto a 4 milioni nel passaggio al Senato.

12- 5 MILIONI DI EURO PER FLOTTA AEREA ANTINCENDIO CFS
Per garantire il funzionamento della flotta aerea antincendio del Corpo forestale dello Stato il Programma "Interventi per soccorsi", è previsto lo stanziamento di 5 milioni di euro a decorrere dall'anno 2014.

13- FONDO DI SOLIDARIETÀ NAZIONALE
Confermato anche per il 2014 lo stanziamento di 120 milioni di euro sul Fondo di solidarietà nazionale per gli aiuti sulla spesa assicurativa, con i quali sarà possibile coprire integralmente le esigenze di spesa fino all'attuale campagna assicurativa, e partire con la nuova programmazione comunitaria senza soluzioni di continuità che potrebbero mettere a rischio non solo i risultati fino ad oggi ottenuti ma anche i futuri obiettivi di ampliamento del sistema a nuove realtà produttive e territoriali grazie ai nuovi strumenti a disposizione.

14- RIFINANZIAMENTO 499/99

In vista di Expo 2015 e al fine di sostenere lo sviluppo e la competitività del sistema agricolo ed alimentare nazionale, sono previsti 60 milioni di euro (di cui 30 mln di euro per il 2014, 15 mln di euro per il 2015, 15 mln di euro per il 2016) per il rifinanziamento della legge 449/99.

15- FONDI EUROPEI
L'articolo 8 della legge di stabilità stanzia le risorse necessarie per la copertura della quota nazionale dei programmi cofinanziati dall'Unione europea per il periodo 2014/2020, nel settore dei fondi strutturali, dello sviluppo rurale e della pesca. Per quanto riguarda lo sviluppo rurale, la norma prevede l'attivazione di un importo compreso tra 9 e 10,4 miliardi di euro, in funzione del tipo di programmazione che verrà scelto, per il 70% a carico dello Stato e per il restante 30% a carico delle Regioni e Province autonome, che si affiancheranno agli altri 10,4 miliardi messi a disposizione dall'Unione europea attraverso il Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). In questo modo, sarà presto possibile definire, in accordo con le Regioni e i rappresentanti del mondo agricolo, i nuovi programmi di sviluppo rurale, attraverso cui saranno complessivamente resi disponibili 20,8 miliardi di euro nei prossimi 7 anni.

16- 5 MILIONI DI EURO PER EMERGENZA XYLELLA FASTIDIOSA
Nella legge di stabilità è stata data una risposta all'emergenza della xylella fastidiosa, che sta colpendo gravemente gli olivi secolari specialmente in Puglia, attraverso uno stanziamento di 5 milioni di euro per il 2014 per il rafforzamento del servizio fitosanitario nazionale con particolare riferimento all’emergenza provocata dalla xylella fastidiosa.

17- 30 MILIONI DI EURO PER CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA SETTORE PESCA

18- DAL 1° GENNAIO PREZZI SOMMINISTRAZIONI ALIMENTI TRAMITE DISTRIBUTORI AUTOMATICI POSSONO ESSERE AUMENTATI SOLO PER ADEGUAMENTO AUMENTO IVA

Domenica, 29 Dicembre 2013 16:09

SOMMARIO Anno 12 - n° 52 30 Dicembre 13

 

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 12 - n° 52 30 Dicembre 13

 

 

 

SOMMARIO

Anno 12 - n° 52- 30 dicembre 13

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SOMMARIO Anno 12 - n° 52 - 30 Dicembre 13 -- 

1.1 editoriale

Alleggerire lo scafo, non affamare l’equipaggio.

3.1 lattiero caseario

Chiusura in picchiata per il latte spot

4.1 nuova pac

ASSOSEMENTI: eccessivo l'allarmismo nei confronti della nuova proposta comunitaria.

5.1 Km zero

Imporre il “Km 0” è incostituzionale

7.1 GDO

Espansione USA per ALDI nei prossimi 5 anni                                        

7,2 crisi

FIPE: La crisi non morde il pranzo natalizio

7,3 export vini

Boom delle bollicine italiane all'estero (+16% nei primi 9 mesi dell'anno)

8,1 MAIS&SOIA

Dati previsionali dicembre 2013

9,1 Consumi

Codacons: a Natale speso il 42,7% in meno del 2007

10.1 imprese

 Business center: non solo  impresa.

 

 

Cibus 52 dic13 COP

 

 

 

 

 

 

 

 

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Progetto di legge   SEL-VERDI, PD, IDV, FDS, LEGA NORD, M5S E MISTO

 

Bologna 16 dicembre 2013 -

Stop agli allevamenti di animali da pelliccia e sanzioni per chi non rispetta gli obblighi da 1.000 a 5.000 euro per ciascun animale oltre alla sospensione della licenza di allevamento per un periodo dai tre ai dodici mesi. Multe anche per chi non avvia il programma di dismissione degli allevamenti entro i termini previsti.

È quanto prevede il progetto di legge presentato da Gabriella Meo (Sel-Verdi) e da altri dieci consiglieri dei diversi schieramenti: oltre al collega di gruppo Gian Guido Naldi, hanno firmato Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Roberto Piva e Marco Monari del Pd; Liana Barbati (Idv), Roberto Sconciaforni (Fds), Mauro Manfredini (Lega Nord), Andrea Defranceschi (M5s) e Mauro Malaguti (gruppo Misto).

In tre articoli il progetto di legge sancisce il divieto sul territorio dell’Emilia-Romagna di “allevamento, detenzione e uccisione di animali da pelliccia” e precisa il fatto che in tale categoria debbono essere considerati i seguenti animali: cane, procione, castorino, castoro, cincillà, coniglio, donnola, ermellino, karakul, marmotta, martora, moffetta, ondatra, opossum, procione, scoiattolo, visone, volpe e zibellino.

La proposta normativa prevede un regime transitorio per consentire l’avvio dei programmi di dismissione delle attività e sanzioni per chi non applica i divieti con la previsione che le attività di accertamento competano alle Asl, ai Comuni e alle guardie zoofile. Le somme riscosse sono destinate ai Comuni per l’applicazione della legge, compresa la gestione degli animali in fase di dismissione mediante appositi programmi.

Nella relazione che accompagna il testo si precisa che “in Italia l’allevamento per la produzione di pellicce non è mai stata una’attività di particolare rilevanza economica e negli ultimi quarant’anni ha registrato un continuo e inesorabile trend negativo”. In Emilia-Romagna, si legge ancora nella relazione, questo tipo di attività economica “risulta avere un ruolo ancora più marginale”, con 5 allevamenti complessivamente presenti sul territorio.

Domenica, 22 Dicembre 2013 08:12

PAC nel 2019, 4 scenari possibili

 

 

Pac post 2013: Primi scenari e impatti sul sistema agroalimentare

 

Roma, 16 dicembre 2013


Ismea pubblica uno studio con una prima valutazione degli impatti sul settore agricolo nazionale delle misure contenute della nuova Pac e la simulazione degli scenari che ne derivano. L'obiettivo dello studio è valutare l'effetto sulla redditività delle imprese in relazione al loro orientamento produttivo prevalente e alla localizzazione geografica, tenendo conto anche dei riflessi che le nuove misure potranno avere sui prezzi dei prodotti, sui costi delle materie prime e dei fattori produttivi e sui livelli di produzione finali.

Le simulazioni, riferite al 2019 ovvero alla situazione di fine periodo della nuova programmazione -  quando il budget per i pagamenti diretti in termini reali si ridurrebbe per l'Italia del 20,5% sul 2013 -  portano ad individuare quattro possibili scenari per le aziende del settore primario italiano. Si tratta di scenari non necessariamente alternativi che mirano ad evidenziare gli specifici impatti di alcuni tra i principali elementi caratterizzanti la riforma, quali: la riduzione del budget dei pagamenti diretti in termini reali, l'attribuzione dei premi a livello aziendale in base alla superficie, le scelte di attivazione delle diverse tipologie di premi diretti, il "greening" e la possibilità di reintrodurre premi accoppiati ad alcune produzioni.

Emerge dai risultati generali delle simulazioni, che la redditività delle aziende agricole nazionali, misurata in termini di variazione reale del margine operativo lordo (Mol), potrebbe subire effetti non trascurabili in tutte le tre macro aree geografiche (Nord, Centro, Sud e Isole) con un impatto più accentuato nel Settentrione. Tra i diversi settori, riduzioni significative del Mol si stimano per le aziende specializzate in seminativi, nella zootecnia intensiva (bovini da latte e da carne) e nell'olivicoltura, che potrebbero mettere a rischio anche la sopravvivenza stessa di alcune aziende.
Per le simulazioni degli impatti di questa profonda revisione del regime dei pagamenti diretti vigente in Italia, è stato utilizzato il MEG-R Ismea, un modello di equilibrio generale applicato a 45 settori economici, declinato a livello territoriale (Nord, Centro e Sud Italia) e articolato per otto tipologie di aziende - destinatarie dei contributi diretti -  per le quali sono calcolate le principali variabili del bilancio d'impresa.

Le simulazioni proposte forniscono alcune prime indicazioni di base per valutare singoli aspetti della riforma; altri scenari potranno essere elaborati integrando i diversi strumenti messi in campo e affinando le ipotesi per tenere conto degli orientamenti nell'applicazione a livello nazionale. Infatti, il loro valore predittivo dipenderà molto dal mix di misure che effettivamente andrà a comporre la riforma nella concreta applicazione in Italia, che ancora oggi è impossibile conoscere.
 Ismea

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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