Di Daniele Trabucco Belluno, 22 ottobre 2023 - Sta tornando in auge la discussione sul Mes, ossia il Meccanismo europeo di stabilità (l'Italia ha partecipato per il 17,9137%. È il terzo contributore dopo Germania e Francia).
Ormai siamo in dirittura d’arrivo del piano che, attraverso l’utilizzo dei fondi europei (209 miliardi di euro), porterà l’Italia agli anni ’60 ovvero a una rivoluzione industriale e sociale paragonabile solo a quei gloriosi anni post bellici.
Tiriamo a "campà"! Un Paese prossimo al collasso che vive di rendite, ovvero per dirla alla francese, siamo un popolo di rentier. Infatti, stando ai dati di CGIA di Mestre il volume delle pensioni avrebbe, per la prima volta, superato quello dei lavoratori.
E' passata la linea di Francia, Germania e Italia. Il diritto di veto sembra scongiurato. All'Italia dovrebbe pervenire il 28% a partire dalla prossima primavera.
Riceviamo da MarcoMaria Freddi, radicale e consigliere comunele di Parma, le considerazioni in merito al MES che pubblichiamo integrlmente.
La sleale concorrenza fiscale, interna all'UE, arreca danni enormi ai Paesi che applicano tassi di fiscalità coerenti. L'Italia perde 23 miliardi all'anno (2/3 del MES) mentre l'Olanda, ad esempio, guadagna 57 miliardi. I conticini ripresi da “Milano Finanza” che riporta uno studio di tre docenti universitari di altrettanti istituti universitari europei.
Giuseppe Conte in Tour per l’Europa alla ricerca del consenso sul Recovery Fund e il MES senza condizioni. Riuscirà a piegare la resistenza dei nostri, sempre cari, “splendidi alleati” che ne combinano più di Bertoldo?