Confagricoltura a sostegno delle imprese agro energetiche con un'azione legale contro lo "Spalma Incentivi".
Roma – Con il deposito al TAR del Lazio il 9 dicembre scorso del primo ricorso contro lo Spalma Incentivi, si è avviata l'azione legale di Confagricoltura volta a impugnare le disposizioni introdotte dall'art. 26 del d.l. 91/14 relative alla riduzione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW.
Le azioni giudiziarie, alle quali hanno aderito più di 350 imprese agricole socie di Confagricoltura, sono dirette a contestare la costituzionalità della norma e quindi ad ottenerne l'abrogazione. La rimodulazione degli incentivi prevista dalle norme di legge destabilizza profondamente il settore dal punto di vista economico ed ha fatto venir meno la certezza del diritto, dal momento che, il provvedimento, agendo retroattivamente, incide pesantemente su tutte le convenzioni siglate tra i produttori ed il GSE.
Confagricoltura evidenzia che sono migliaia le imprese agricole a cui si applicherà, a partire dal 1 gennaio 2015, la riduzione degli incentivi. Nel settore agricolo, infatti, sono stati installati più di 1500 MW, calcolando i soli impianti di potenza superiore a 200 kW, con circa 9 miliardi di investimenti.
Nei prossimi giorni sarà conclusa la fase di presentazione dei ricorsi promossi su iniziativa di Confagricoltura ed Assorinnovabili, che vedono complessivamente la partecipazione di più di 1100 operatori.
(Confagricoltura 11 dicembre 2014)
Negli Stati Uniti da lungo tempo sono operative cooperative di utenti. Per esempio, cooperative elettriche rurali procurano elettricità a 26 milioni di soci a prezzo di costo e rappresentano più della metà delle linee di distribuzione di energia elettrica degli Stati Uniti.
Modena, 17 dicembre 2014 --
La cooperativa è senza ombra di dubbio l'espressione più autentica della "pubblic company". Acquisti collettivi e vantaggi equamente distribuiti tra i soci sono i plus che hanno contribuito al proliferare di questa forma societaria.
In campo energetico, POWER ENERGIA Società Cooperativa, dal 2006 sta consolidandosi nel campo della distribuzione elettrica ed opera al fine di offrire le migliori condizioni economiche consentendo, perciò, di conseguire un significativo risparmio per tutti coloro che scelgono di diventarne soci.
Una novità per l'Italia ma una radicata e vantaggiosa esperienza fuori dai confini del Bel Paese. Negli Stati Uniti, ad esempio, le cooperative elettriche rurali procurano elettricità a 26 milioni di soci a prezzo di costo e rappresentano più della metà delle linee di distribuzione di energia elettrica.
Analoghe esperienze si stanno sviluppando in Portogallo mentre nel Regno Unito una cooperativa telefonica è stata creata per acquistare "traffico telefonico" a tariffe vantaggiose e trasferire i benefici ai soci sotto forma di utilizzo del servizio a basso costo o dividendi basati sull'uso del servizio.
Power Energia rappresenta quindi un'occasione importante per sviluppare un'opportunità di risparmio concentrando il consumo di energia attraverso la forma cooperativa approfittando dell'occasione concessa dalla liberalizzazione del mercato elettrico nazionale.
Per informazioni maggiori:
https://www.facebook.com/pages/Power-Energia/289916561099662
(segui il Video allegato)
I dati Terna elaborati dall'Ufficio Studi di CNA Modena.
Modena, 23 agosto 2014. Al di là dei parametri aziendali (fatturato, produzione e via dicendo) ci sono dati oggettivi che consentono di valutare l'andamento dell'economia. Uno di questi è senz'altro quello dei consumi elettrici, quelli che l'ufficio studi di CNA Modena ha preso in esame per verificare, sulla base appunto di numeri "reali", come si sono comportate le aziende del nostro territorio nel 2013, ultimo dato storico disponibile.
Ebbene, il 2013 ha visto una crescita complessiva dei consumi elettrici del 3,8%. Attenzione, però, perché se si vanno a indagare i numeri, si rileva come questo aumento si concentri nel consumo domestico (62%) ed il rimanente net terziario, mentre il settore manifatturiero, che da solo rappresenta la metà del consumo elettrico modenese, ha visto una riduzione del 3,8%, segno inconfutabile delle difficoltà del nostro sistema produttivo.
Il grafico mostra in giallo l'incidenza sui consumi complessivi dei singoli macrosettori, ed in azzurrino la variazione misurata mettendo a confronto i consumi 2013 con quelli dell'anno precedente.
Affinando ancora l'analisi, il comparto che, consumi alla mano, appare più in difficoltà è quello alimentare (-7,3%), seguito dalla lavorazione di materie plastiche (-4,6%) e dalla meccanica (-1,7%), con la sola eccezione, nell'ambito di quest'ultima, dei mezzi di trasporto (+2,8%).
In controtendenza il settore tessile (+4,4%) e la ceramica (+0,6%, a fronte, però, di un'incidenza piuttosto elevata sul totale dei consumi, il 22,4%, anche a causa dei processi produttivi).
Da segnalare il -2,5% del commercio, ma anche il +12,2% del settore costruzioni, sul quale con ogni probabilità ha inviso l'attività di ricostruzione nell'Area Nord, colpita dal sisma 2012.
"Risparmioso", potremmo definirlo così, il consumo pubblico, con una diminuzione del 2,3% fatta registrare sia dalla pubblica amministrazione che dall'illuminazione pubblica.
"Sono numeri – commenta Umberto Venturi, presidente di CNA Modena – che offrono un'ulteriore chiave di valutazione dello stato di salute della nostra economia, e da questo punto di vista certo non rassicura il fatto che, su base nazionale, tra luglio 2014 e luglio 2013 sia stato registrato un calo dei consumi di energia elettrica dell'1,6%".
Cibus Agenzia Stampa Elettronica Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 30 28 Luglio 14
SOMMARIO Anno 13 - n° 30 28 Luglio 14
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SOMMARIO Anno 13 - n° 30 28 Luglio 14
1.1 editoriale Mentre l'Italia si spegne...
2.1 ambiente Maltempo Emilia Romagna: prorogata al 8 agosto la scadenza per le domande
3.1 fotovoltaico Fotovoltaico, No a rimodulazione obbligatoria degli incentivi
3.2 ambiente Aumenta il verde in città
4.1 Lattiero caseario "Parmigiano", leggero calo per il 24 mesi.
5.1 consumi CIA, il 65% delle famiglie taglia anche sul cibo
5.2 export vino Bene il vino italiano all'estero
6.1 Mais e Soja Mais & Soia: dati previsionali. Luglio 2014
7.1 meteo e crisi Il meteo fa strage
Confagricoltura chiede la soppressione della rimodulazione obbligatoria degli incentivi al fotovoltaico.
Roma – 24 Luglio 2014 –
Confagricoltura chiede alle Commissioni riunite Industria ed Ambiente del Senato di intervenire in sede di conversione in legge del decreto legge 91/14 (Competitività), sopprimendo l'art. 26 che prevede la rimodulazione obbligatoria degli incentivi per il fotovoltaico, che provocherebbe effetti devastanti sull'intero settore ed in particolare sulle imprese agricole. Anche perché le proposte di emendamento di modifica dell'art.26, in discussione al Senato, non solo non migliorerebbero l'attuale impostazione, ma in alcuni casi la peggiorerebbero.
Confagricoltura sottolinea come i diversi interventi normativi degli ultimi mesi introdotti dal Governo e dal Parlamento stiano destabilizzando il settore delle rinnovabili senza alcun tipo di strategia e quindi di prospettive future.
Dopo gli interventi che hanno riguardato l'abbattimento dei prezzi minimi garantiti attraverso la loro equiparazione ai prezzi zonali medi e la tassazione della produzione di energia riconducibile alle imprese agricole, ora tocca alla rimodulazione degli incentivi, che coinvolge obbligatoriamente gli impianti fotovoltaici di potenza superiore a 200 kW e che a breve potrebbe interessare le altre fonti rinnovabili volontariamente. Tutte disposizioni palesemente retroattive, che incidono su contratti di diritto privato già stipulati, e che costringono le imprese a rinegoziare con gli Istituti di credito le condizioni di finanziamento.
L'organizzazione degli imprenditori agricoli rimarca che si tratta di un problema che riguarda un numero significativo di imprese agricole.
Almeno uno dei circa 18 GW di potenza attualmente installata è relativo ad aziende agricole con impianti di potenza compresa tra i 200 kW ed 1 MW, anche perché, ai sensi della normativa vigente, fino allo scorso aprile, tali impianti erano riconducibili al reddito agrario; motivo per cui gli imprenditori agricoli, spinti dall'esigenza di diversificare i propri redditi, hanno investito in innovazione ed energia verde, utilizzando legittimamente uno strumento di incentivazione dello Stato che oggi, nonostante i contratti siglati con il Gestore dei Servizi Energetici, rischiano di veder fallire non solo l'attività energetica, ma più in generale l' azienda.
"Per questo – conclude l'Organizzazione agricola - è indispensabile escludere quantomeno dalle misura gli impianti di potenza inferiore ad 1 MW, con particolare riferimento a quelli realizzati dalle imprese agricole, tenendo fuori in ogni caso dalla rimodulazione gli impianti realizzati sugli edifici, incluse le serre, a prescindere dalla potenza". (Fonte Confagricoltura)
Con spalmaincentivi non verranno più pagati convenzioni, tributi e affitti
Milano, 30.06.14
AssoRinnovabili ha scritto all'ANCI (Associazione Nazionali Comuni Italiani), a Coldiretti, a Confagricoltura e a Federfondiaria per chiedere un supporto nelle azioni che avvierà per impedire la conversione in legge del decreto spalma incentivi.
Infatti, oltre a minare la salute della green economy made in Italy, il decreto spalma incentivi, che interessa ben 11 mila MW dei 18 mila MW di potenza fotovoltaica installata, rappresenta un grave pericolo anche per tutti i comuni che ospitano impianti fotovoltaici e per i proprietari dei terreni su cui sono installati.
"Aggiungendosi a una serie di provvedimenti di natura normativa, fiscale e regolatoria che nell'ultimo anno e mezzo hanno già eroso in modo considerevole i ricavi dei produttori di energia da fonte fotovoltaica – ricorda il presidente Re Rebaudengo -, la norma, qualora fosse convertita in legge, renderebbe molto probabile il rischio di numerosi default aziendali, con le imprese che si vedranno costrette a ridurre drasticamente i corrispettivi relativi alle obbligazioni assunte nei confronti dei Comuni (convenzioni e tributi comunali) e dei soggetti che hanno ceduto il diritto di superficie (canoni di affitto)."
(Fonte assorinnovabili)
Investimenti delle imprese per migliorare l’efficienza energetica e per lo sviluppo delle rinnovabili. Nuova occasione di presentare domanda al fondo rotativo di finanza agevolata per la green economy della regione Emilia- Romagna.
Emilia, 29 aprile 2014.
Finanziamenti agevolati per interventi di efficientamento energetico nelle pmi, riduzione dei consumi, sviluppo delle rinnovabili.
Dal 14 aprile 2014 è riaperta la possibilità di presentare domanda al fondo rotativo di finanza agevolata per la green economy. Gestito dalla AtiFondo Energia, formata dai consorzi fidi regionali Confidi e Unifidi, il fondo dispone di un plafond complessivo di 24 milioni di euro, 9,5 dei quali a valere sull’Asse 3 del Programma Fesr.
Ad essere agevolabili sono gli investimenti delle imprese destinati a migliorare l’efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili attraverso la produzione o l’autoconsumo, nonché l'utilizzo di tecnologie che consentano la riduzione dei consumi energetici da fonti tradizionali. Scopo ulteriore del fondo è promuovere la nascita di nuove imprese operanti nel campo della green economy, incentivare gli investimenti immateriali volti all’efficienza energetica dei processi o a ridurre il costo energetico incorporato nei prodotti.
Riguardo all’entità e alla durata dei finanziamenti, si confermano le novità introdotte a novembre 2013, alla vigilia della terza call: limite minimo finanziabile ridotto a 20mila euro, con la finalità di sostenere anche piccoli progetti per le microimprese, e limite massimo esteso a 1 milione di euro per sostenere i progetti più strutturati. Mentre la durata massima del finanziamento è stata estesa a 7 anni, per agevolare le imprese nei tempi di rientro dall’investimento. Grazie agli ulteriori incentivi introdotti sulla provvista pubblica, poi, il tasso effettivo praticato alle imprese non supera il 3% agli attuali valori di Euribor.
Possono fare ricorso al fondo le piccole e medie imprese operanti – in base alla classificazione delle attività economiche Ateco 2007 – nei settori dell’industria, dell’artigianato e dei servizi alla persona aventi localizzazione produttiva in Emilia-Romagna. Diversi gli istituti di credito convenzionati con il fondo: tutte le Banche di Credito cooperativo dell’Emilia-Romagna, la Banca Popolare dell’Emilia-Romagna, il Banco Popolare (che comprende l’ex Banco di San Geminiano e San Prospero e l’ex Banca Popolare di Lodi) e la Banca Popolare di Ravenna.
Nelle prime tre call del fondo, sono 123 le domande presentate dalle imprese, che attiveranno investimenti per 37 milioni di euro, di cui 15 milioni a carico del fondo. Riguardo alla tipologia di investimenti, la quota maggioritaria in valore riguarda la realizzazione di impianti o trattamento di biomassa (11,4 milioni), seguiti dagli impianti fotovoltaici (10,3 milioni di euro). In termini numerici, circa un quarto dei progetti insiste sul capitolo “efficientamento energetico dell’industria”, mentre poco più del 28% riguarda la realizzazione di impianti fotovoltaici, seguiti, con il 17%, da interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Nel loro complesso, i progetti già presentati consentiranno di risparmiare, ogni anno, 13.727 di Tep (Tonnellate Equivalenti di Petrolio), pari a 43.564 tonnellate in meno di anidride carbonica immesse in atmosfera.
Informazioni sul fondo e modalità di presentazione della domanda sul sito: www.fondoenergia.eu
Da Confagricoltura un appello a favore delle energie rinnovabili. DL Destinazione Italia, "Non spegnere le energie rinnovabili, futuro dell'agricoltura e del Paese"
- Roma 11 febbraio 2014 -
“E’ indispensabile evitare, anche alla luce dei nuovi obiettivi al 2030 in materia di clima ed energia in corso di definizione da parte dell’Unione Europea, di destabilizzare un settore come quello dell’energia rinnovabile che, negli ultimi anni, ha contribuito a produrre reddito e a dare occupazione in una congiuntura economica difficile per il Paese”. E’ il commento di Confagricoltura all’approvazione della Camera del disegno di legge di conversione del DL 145/2013 (Destinazione Italia) che passa ora all’esame del Senato.
Confagricoltura, in particolare, stigmatizza la decisione di eliminare nel testo normativo uno strumento di salvaguardia come il sistema dei prezzi minimi garantiti nell’ambito del ritiro dedicato per i produttori di energia elettrica. Ciò inciderà pesantemente sui conti economici delle imprese agroenergetiche; senza contare che è prevista anche una rimodulazione al ribasso degli incentivi per tutto il comparto delle rinnovabili.
“Così si provocano danni – commenta Confagricoltura - non solo agli sviluppi futuri delle rinnovabili, ma anche agli impianti già in produzione nel settore agroenergetico in contrasto con la finalità di una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle imprese agricole, ma anche del Paese”.
L’Organizzazione degli imprenditori agricoli auspica che il Senato intervenga prontamente, eliminando le modifiche introdotte.
Dapprima era un progetto innovativo e all'avanguardia nazionale poi, col passare del tempo e meno dei ricavi, un progetto passivo.
di Lamberto Colla - Correggio, 16 settembre 2013 -
E' la storia di molte attività, a onor del vero sia di diritto pubblico sia di diritto provato, che hanno dato vita a interessanti progetti e conseguenti investimenti negli anni immediatamente precedenti la crisi economica, sociale e finanziaria che stiamo vivendo ormai da sei anni. Quel 2007 che rimarrà nella storia mondiale come la pietra miliare della più profonda e lunga crisi economica.
In questo caso, a lasciarci sotto le dita, è il progetto energetico di Correggio che pose le fondamenta nel 2006.
Sulla spinta di ciò che, a metà degli anni 2000, sembrava essere il nuovo filone d'oro, ovvero l'energia pulita, l'amministrazione di Correggio diede vita, nel 2006, ad un progetto energetico complesso e combinato tra fotovoltaico, gassificazione, cogenerazione e annesso impianto di teleriscaldamento. La costruzione di diverse centrali E.V.A. (Energia per la Valorizzazione dell'Ambiente) avrebbe dovuto garantire una solida rete di produzione e distribuzione energetica.
"Localizzata in via Pio la Torre, EVA , recita il comunicato sul sito internet del Comune, unirà tecnologie già affermate e mature a esperienze di carattere più sperimentale. Per produrre energia EVA sfrutterà il sole, la terra e le biomasse. L'energia elettrica prodotta sarà immessa nella rete ENEL. L'energia termica, invece, in una rete di teleriscaldamento che andrà a riscaldare case, negozi, uffici, scuole, senza necessità di utilizzare altri combustibili fossili. EVA, in sostanza, produrrà energia a "bilancio serra" positivo, utilizzando pannelli fotovoltaici per energia elettrica, pannelli solari termici per acqua calda, geotermia per acqua calda e refrigerata. Per quanto riguarda le biomasse, EVA le sfrutterà tramite due impianti per cogeneratori a syngas da sostanze legnose, un primo cogeneratore a olio vegetale di produzione locale, un secondo a olio da reperire sul mercato e un terzo a biogas da fermentazione a secco di sostanze vegetali."
L'intenzione nobile dell'amministrazione si è trasformata in una sequenza di insuccessi dovuti a varie ragioni - ritardi autorizzativi, continue modifica delle normative, il cambio del regime tariffario, oltre alle più consuete e comuni problematiche connesse alle relazioni con i fornitori e gli installatori - che hanno condotto l'amministrazione a cedere, nella scorsa primavera, la società costituita ad hoc (En. Cor.) a Amtrade Italia srl, società del gruppo Svizero Amtrade Holding Ag.
Una cessione giustificata dalla necessità di rispetto delle norme, "per assolvere - si legge nella nota del Sindaco - ad uno specifico - cogente e privo di alternative - obbligo di legge, posto che l'articolo 14 comma 32 del decreto legislativo 78/2010, nel testo vigente, impone ai Comuni con popolazione inferiore a 30.000 abitanti di mettere in liquidazione le proprie società partecipate, già costituite alla data di entrata in vigore del decreto, ovvero di cederne le partecipazioni se le società stesse abbiano riportato perdite in due esercizi."
E' da questo preciso istante che un velo di sospetti inizia a serpeggiare nel correggese e un comitato cittadino inizia a raccogliere voci sulla reale situazione della Società appena ceduta, cominciano a interrogarsi e infine ad accusare di mancanza di trasparenza l'amministrazione comunale.
Il comitato "via la nebbia" inizia a raccogliere documentazioni e informazioni e a sua volta, anche attraverso il sito internet http://www.vialanebbia.it, a raccogliere firme per richiedere chiarezza e trasparenza, ma soprattutto documenti e scritti, al sindaco Marzio Iotti.
Una battaglia sulla trasparenza dei movimenti En.Cor ma anche di tutte le altre società come So.Er, ItalSenegal ed Encor-Senegal e per conoscere meglio i piani, gli impegni e le attività del Comune attinenti alla produzione di energia.
La prima testa a capitolare fu proprio quella del Direttore Generale del Comune e Amministratore Unico di En.cor., Luciano Pellegrini, annunciate a fine agosto e sospese per ragioni di opportunità sino a fine legislatura (primavera 2014).
Da quel momento la pressione si fa sempre più pesante e la voce dei cittadini sempre più forte.
Così, anche il Sindaco, piuttosto che rischiare la credibilità politica e personale ha avviato una fase informativa sul sito internet dell'amministrazione e dandone informazione alla stampa.
Un atto solo parzialmente apprezzato dal comitato "via la nebbia" poichè, scrive il comitato, " Risposte che non arrivano certo dal lungo documento (diviso in tre parti) pubblicato sempre nel sito del comune, ispirato più alla volontà di giustificare che di informare".
Il solco comunque è tracciato. Che la comunicazione abbia il suo flusso ordinario e che gli interessi politici convergano nell'interesse comune: la comunità di Correggio.
Staremo a vedere, ad ascoltare e a informare.
(In allegato alcuni dei documenti principali)
- di Redazione -
Parma 26 Marzo 2013 -
Iniziano i lavori per ampliare la rete di teleriscaldamento. Il periodo dei lavori e conseguentemente del disguido al traffico cittadino comprenderà il periodo da marzo a maggio 2013.
- Cosa -
Iren realizza gli scavi per posare i tubi che allacceranno gli edifici alla rete del teleriscaldamento; l'acqua della centrale di Levante servirà a riscaldare gli ambienti e l'acqua per usi domestici. Il tratto in progetto permetterà il collegamento diretto delle utenze su strada Farnesiana.
- I lavori si articoleranno su 3 fasi:
1. attraversamento via Farnesiana
tra il 21 marzo e il 6 aprile via Farnesiana sarà chiusa al traffico nel tratto compreso tra via Millo e via Rigolli. La viabilità in accesso alla città verrà deviata su via Rigolli e via Caduti sul Lavoro. I residenti potranno accedere nel tratto chiuso della via Farnesiana esclusivamente dalla parte di via Millo.
2. tratto su via Rigolli
tra il 26 marzo e il 5 maggio, i lavori interesseranno una parte della carreggiata di via Rigolli, che sarà percorribile in senso unico in direzione corso Europa.
3. tratto su via Chero
dopo la riapertura di via Farnesiana, e in base all'andamento dei lavori in via Rigolli, i lavori continueranno in via Chero, che sarà chiusa al traffico nel tratto compreso tra via Pollinari e via Rigolli.