Sabato, 09 Novembre 2024 15:25

Si alza il sipario sulla nuova stagione del Teatro Verdi di Busseto

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Teatro Verdi di Busseto Teatro Verdi di Busseto Ater Fondazione

Nuovi abbonamenti in vendita dal 29 novembre, singoli spettacoli dal 7 gennaio.

 Quattro i titoli di prosa per il cartellone 2025 del Teatro Verdi di Busseto, per una stagione che si realizza grazie alla collaborazione tra ATER Fondazione e il Comune di Busseto, giunta al settimo anno consecutivo. Un ciclo di spettacoli capaci di emozionare, far riflettere, intrattenere e divertire, con protagonisti di levatura: Caterina Guzzanti, Lodo Guenzi, Ascanio Celestini, Eva Robin’s.

Ad aprire la nuova stagione martedì 14 gennaio 2025 è Secondo lei, primo testo di prosa e prima regia di Caterina Guzzanti. Insieme a Federico Vigorito, in questo spettacolo Guzzanti affronta un tema universale ed eternamente dibattuto: le dinamiche nascoste che regolano i rapporti all’interno di una coppia. Una storia che invita a riflettere su come la società condizioni le donne e gli uomini nelle loro scelte fondamentali e nei loro legami più intimi.

Venerdì 7 marzo è di scena Toccando il vuoto. È la storia vera, ambientata nel 1985, degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yate che restano vittime di un drammatico incidente durante una scalata sulle Ande Peruviane. Il testo, firmato dell’autore scozzese David Grieg e rappresentato per la prima volta in Italia, pone il tema delle scelte, etiche e non, che condizionano gli eventi. Diretti da Silvio Peroni, sul palco Lodo Guenzi, Eleonora Giovanardi, Giovanni Anzaldo, Matteo Gatta.

RUMBA - L'asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato è il titolo in cartellone sabato 22 marzo: con il suo magnetico talento narrativo e sulle note composte da Gianluca Casadei, Ascanio Celestini tesse la storia di San Francesco nell’Italia contemporanea. L’autore immagina come sarebbe la vita di Francesco oggi, dove lo incontreremmo e accanto a chi: quali compagni di strada sceglierebbe il santo per non essere semplicemente povero, ma servo dei poveri?

La stagione si chiude giovedì 3 aprile con Le serve, un capolavoro firmato Jean Genet e diretto da Veronica Cruciani, liberamente ispirato a un fatto di cronaca che scosse l’opinione pubblica francese negli anni Trenta. La pièce è un perfetto congegno di “teatro nel teatro” che mette a nudo la menzogna della scena: nelle parole di Jean-Paul Sartre “uno straordinario esempio di continuo ribaltamento tra essere e apparire, tra immaginario e realtà”. Il ruolo di Madame è affidato a Eva Robin’s, mentre a interpretare le serve (les bonnes) sono Beatrice Vecchione e Matilde Vigna, due giovani attrici cresciute alla Scuola dello Stabile di Torino.

"Con l’arrivo dell’inverno, è tempo di dare il benvenuto alla nuova stagione di prosa 2025” - afferma il Sindaco di Busseto Avv. Stefano Nevicati. “Il nostro piccolo scrigno, custode di una storia affascinante, è il luogo ideale dove le performance possono regalare emozioni davvero uniche. Presentiamo una selezione di quattro spettacoli pensati per soddisfare un pubblico eterogeneo. Il nostro obiettivo è rendere il Teatro Verdi un rifugio per chi cerca un intrattenimento di qualità, dove emozionarsi e sognare. Abbiamo mantenuto prezzi accessibili, convinti che la cultura debba essere fruibile per tutti. Siamo pronti ad accogliervi in sala, impegnati a non deludere le vostre aspettative, consapevoli dell'importanza di nutrire la mente e l’anima attraverso l’arte. Vi auguriamo esperienze indimenticabili e vi ringraziamo per aver scelto il Teatro Verdi di Busseto per emozionarvi e divertirvi.”

Natalino Mingrone, Presidente di ATER Fondazione, dichiara: “Lo ripeto spesso e in varie sedi. Ci sono tre parole che segnano in modo significativo il lavoro di Ater: qualità, mescolanza, radicamento. Qualità degli spettacoli scelti, mescolanza dei generi proposti, radicamento sul territorio. Un territorio che Ater da sessant'anni a questa parte attraversa e sostiene con una linea culturale popolare ma al contempo rigorosa.

Sono le tre parole che hanno consentito di rilanciare un sistema culturale regionale divenuto punto di riferimento a livello nazionale. Ater crede nel proprio pubblico appassionato e competente, nei propri teatri portatori di identità, nel coraggio delle scelte. Continueremo a lavorare per le comunità perché oggi più che mai c'è bisogno di pensiero e di analisi critica. In altre parole, di cultura. Il nostro impegno è quello di raccogliere le tensioni, le necessità e le utopie della società contemporanea per fare cartelloni sempre migliori, per stringere rapporti sempre più stretti, per unire al giusto intrattenimento leggero parole non banali.”

 

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