Di Mita Valerio Roma, 2 marzo 2024 (Quotidianoweb.it) - Parliamo della dipendenza da social network o da internet, per dirla in maniera più generica, un fenomeno che negli ultimi anni sta coinvolgendo tantissimi individui.
Questa problematica, a livello internazionale, è meglio conosciuta con il nome originale inglese di Internet Addiction Disorder (IAD).
Attualmente non vengono annoverati tra le patologie, ma a causa della gravità con la quale a volte si manifestano, questi casi sono sicuramente oggetto di monitoraggio e di studio da parte della comunità scientifica.
Parlare di una vera e propria dipendenza da paragonare ad altri tipi di dipendenze ben più gravi non è corretto, ma bisogna tener conto di alcuni aspetti importanti per comprendere se è il caso di tenere sotto controllo alcuni comportamenti che potrebbero rischiare di sfociare in una patologia vera e propria.
I social network, nel momento in cui furono ideati e diffusi sembra avessero lo scopo di incrementare la socializzazione, ma, allo stato attuale e nel concreto, stanno diventando sempre di più strumenti di marketing e diffusori di pubblicità.
Quanto alla socializzazione assistiamo a fenomeni come quello avvenuto nel periodo della pandemia, durante il quale i social hanno portato piuttosto ad un maggior isolamento.
Altro aspetto fondamentale che si nota quando si è davanti ad una dipendenza da internet, è quello che emerge dal comportamento, una propensione a mettere al centro di tutto la presenza sui social e l’essere connessi.
Il resto sembra perdere importanza, tutto passa in secondo piano, lo stile di vita, le abitudini, tutto ruota intorno all’eccessivo “consumo” di internet.
Anche le abitudini riguardanti il sonno risultano fortemente modificate a causa di un eccessivo bisogno di controllare i post sui social network, come se la vita potesse dipendere esclusivamente da essi.
Un comportamento che talvolta diventa compulsivo e si auto-alimenta attraverso meccanismi psicologici che generano sensazioni temporanee di autostima-soddisfazione-piacere.
Un problema che trasversalmente riguarda più fasce d’età, anche se i più coinvolti risultano certamente essere i giovanissimi di età compresa tra i 12 e i 25 anni.
L’uso ormai smodato, alle volte, di smartphone e altri device è “causato” dalla facilità con cui oggi a tutti (o quasi) è permesso avere un pc o uno smartphone e collegarsi alla rete. Allo stesso tempo questo rappresenta, purtroppo, uno dei lati oscuri della tecnologia.
Non dobbiamo assolutamente dimenticare che un uso eccessivo, anche se non strettamente correlato ad una eventuale dipendenza, perché magari dovuto ad impegni continui di lavoro, non è del tutto esente, inoltre, da possibili effetti nocivi sul nostro corpo.
La scelta più consapevole che possiamo fare per il nostro benessere è cercare il più possibile di favorire i colloqui di persona rispetto alle telefonate.
Restare connessi meno ore durante le nostre giornate e spegnere ogni tanto smartphone, tablet e pc è un dono che possiamo e dobbiamo farci.
Preferire, almeno ogni tanto, una lunga passeggiata, regalarci i suoni e i colori che solo la natura è capace di regalarci e meravigliarci di tutta la bellezza del creato che ci circonda.
MICROPENSIERO:
Un problema sempre più attuale: la dipendenza da internet, meglio conosciuto come Internet Addiction Disorder
HASHTAG:
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