C.A.S.E.A.

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Sabato, 13 Aprile 2019 10:23

Plastica nel Canal Bianco

Plastica nel Canal Bianco, l'Autorità di distretto del fiume Po chiede e ottiene la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti presenti nell'alveo
Berselli (Autorità di Distretto Po): "Singole azioni territoriali locali volte a contenere l'immissione delle plastiche nei corsi d'acqua risultano molto rilevanti"

Legnago (VR), 12 Aprile 2019 – A seguito di un articolo apparso sul sito "Curioctopus.it" che riprendeva la denuncia di Greenpeace Italia la quale, con un post sul profilo Twitter del Responsabile della campagna inquinamento Giuseppe Ungherese, ha diffuso alcune foto in cui veniva mostrata una ingente quantità di plastica nell'alveo del Fiume Po, il Segretario Generale di AdbPo Meuccio Berselli si è recato sul punto esatto dove si è accumulata la plastica per verificare la situazione attuale: si tratta in realtà non del Fiume Po, ma del Canal Bianco, nella provincia di Verona, all'altezza della chiusa di Torretta.

Dopo aver verificato che la competenza del Canale è di Sistemi Territoriali Spa, Berselli si è recato negli uffici del Comune di riferimento, Legnago (provincia di Verona), per avviare tutte le possibili azioni più adeguate per risolvere l'evidente criticità: parlando con l'Ing. Gianni Zerbinati, Dirigente dell'Area Tecnica Ambiente; e telefonicamente con il Direttore di Sistemi Territoriali Spa, Ing. Alessandro Bonvicini, Berselli ha chiesto e ottenuto che la plastica nell'alveo del Canal Bianco venga raccolta da Sistemi Territoriali Spa e smaltita dal Comune di Legnago.

Ora l'Autorità di Distretto convocherà e coordinerà un tavolo tecnico tra gli enti territoriali e le associazioni ambientaliste locali al fine di trovare una soluzione condivisa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in questa importante via d'acqua.

"Oltre al progetto Po d'AMare – ha detto Berselli al termine degli incontri – le singole azioni territoriali locali, volte a contenere l'immissione delle plastiche nei corsi d'acqua, risultano molto rilevanti e in quest'ottica il contributo della cittadinanza attiva, delle amministrazioni locali, multiutility, associazioni ambientaliste e agricole è essenziale".

Venerdì, 12 Aprile 2019 11:40

Chiusa la seconda edizione di Cibus Connect

Raddoppiano le numeriche della formula smart di Cibus che porta alla annualizzazione di fatto della fiera – Tremila buyer esteri, alcuni in arrivo da Vinitaly – Soddisfazione tra le aziende espositrici

Parma -

Ha giovato a Cibus Connect la vicinanza con Vinitaly e con il Salone del Mobile di Milano portando a Parma 22mila operatori commerciali che hanno visitato gli stand di 700 e oltre aziende alimentari espositrici che hanno proposto mille marchi e 500 nuovi prodotti.

La seconda edizione di Cibus Connect, organizzata da Fiere di Parma e Federalimentare in collaborazione con ICE Agenzia, si è chiusa ieri tra la diffusa soddisfazione delle aziende espositrici che hanno confermato la propria adesione sia a Cibus 2020 sia a Cibus 2021. Particolarmente affollate le due grandi aree dell'International Buyers Lounge in cui le aziende italiane hanno sviluppato business con circa tremila buyer esteri, alcuni dei quali provenienti da Vinitaly, che hanno ritenuto funzionale il tasting dei nuovi prodotti nelle due grandi food court animate da cento cooking stations.
Cibus Connect viene allestita negli anni dispari come formula smart della fiera Cibus, ha debuttato nel 2017 ed è giunta quest'anno alla sua seconda edizione, raddoppiando le sue numeriche.

"Il gradimento da parte degli operatori verso data e formula del Cibus degli anni dispari è stato elevatissimo ma non ci ha sorpreso. Una standardizzazione dei moduli espositivi, una durata ridotta e una rigorosa selezione dei visitatori – ha commentato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – non poteva che venire incontro alle esigenze dei nostri espositori. Così come una calendarizzazione armonizzata rispetto a Vinitaly e al Salone del mobile che ha consentitoagli operatori esteri di visitare in pochi giorni le più grandi fiere italiane del vino, del food e del forniture".

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Grande interesse per la presenza delle startup alimentari, realizzate da giovani imprenditori, che hanno presentato le loro proposte nell'area Food Vision Lab, allestita da Future FoodInstitute e Federalimentare in collaborazione con ICE Agenzia, Cibus e Credit Agricole. Le nuove proposte sono state illustrate anche nel convegno odierno "ItalianFoodStartups – The power of innovation". Tra queste l'olio spalmabile della cosentina Reolì, un olio al 100% vegetale ottenuto senza alcun processo chimico, ma grazie al solo abbassamento della temperatura.

Agli studenti di Tecnologie Alimentari è dedicato il progetto "Escape" della Commissione Europea e della società KA2 nel contesto di Erasmus, presentato anch'esso a Cibus Connect.

Il tema dei rapporti tra aziende alimentari e grande distribuzione è stato al centro dei due incontri tenutosi ieri a Cibus Connect. Eugenio Puddu, partner di Deloitte Italia, ha presentato un'indagine su tremila adulti di età compresa tra 18 e 70 anni da cui risulta che il 70% dei consumatori legge le recensioni online prima di fare acquisti e il 58% dei consumatori a basso reddito sceglie di acquistare nel negozio fisico, mentre i consumatori a reddito medio-alto sono disponibili a pagare un sovrapprezzo per gli acquisti on line e la consegna a domicilio.

Le aziende devono inoltre adeguarsi alla nascita di nuove categorie di consumatori: in particolarei cosiddetti "responsible go getters", che hanno capacità di acquisto elevata, fedeli al marchio se ne percepiscono il valore; e i "discerningachievers" che spendono di più sui prodotti di consumo con elevate aspettative in termini di qualità e capacità di acquistare prodotti innovativi.

Di brand premium si è parlato nel convegno organizzato da Gruppo Food e da Fiere di Parma "Premium Brands & Premium Store Brands: drivers di sviluppo del retailfood". Marco Limonta, Business InsightDirector di IRI, ha sottolineato come in un quadro generale di consumi stagnanti del Largo Consumo Confezionato (+0,1% a valore, -0,6% a volume nel 2018), il segmento premium ha raggiunto una quota a valore del 19,6% con un incremento del 2,9 per cento. L'evoluzione del concetto di premium presso il consumatore è stato illustrato da Linda Corbetta, Head of BU-Qualitative Doxa, attraverso le tante declinazioni di questa importante fascia di offerta: biologico, artigianale, sicuro, sostenibile, buono.

Un patrimonio di autenticità sempre più apprezzato anche all'estero, come hanno dimostrato le testimonianze degli operatori internazionali BrandM e Jumbo Supermarkten, protagonisti di partnership di successo rispettivamente con Mutti e Gruppo Petti-ItalianFood. L'esperienza del presidio della fascia premium nella marca del distributore è stata raccontata da Roberto Nanni, Responsabile Strategia Prodotto Coop, con l'esempio della linea di vini tipici: una gamma di 17 etichette destinata a crescere, in cui il brand fior fiore affianca il marchio del produttore garantendo la totale tracciabilità di filiera. Valorizzazione della monocultivar italiane dell'olio e birre saranno alcune delle prossime aree di sviluppo dell'offerta premium firmata Coop. Le strategie dell'industria di marca sono state infine al centro della tavola rotonda animata dagli spunti offerti da Guido Cristini dell'Università di Parma con le testimonianze di De Cecco, Eridania e Zanetti.

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Galleria fotografica a cura di Francesca Bocchia 

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La 53ª edizione chiude con 125 mila visitatori da 145 nazioni. I buyer esteri accreditati crescono del 3% per 33 mila presenze. Presentata la nuova piattaforma Veronafiere Wine to Asia dal 2020 a Shenzhen.

Nella top five di Vinitaly delle provenienze degli operatori da Stati Uniti (+2% sul 2018) seguiti da Germania (+4%), Regno Unito (+9%), Cina (+3%) e Canada (+18%). Mentre il Giappone incrementa dell'11% il numero dei buyer.
Alla edizione più grande di sempre, per quattro giorni sono stati presenti 4.600 aziende espositrici (130 in più dello scorso anno) da 35 nazioni su 100mila metri quadrati netti espositivi.
A Vinitaly and the City 80 mila appassionati e wine lover tra Verona (70 mila) e i tre borghi storici della provincia: Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave (in tutto 10 mila presenze).
Vinitaly Directory, la business guide online in 9 lingue, supera le 18mila etichette (+20%); boom di visite del portale: in due settimane oltre 1 milione di pagine visualizzate.

Verona, 10 aprile 2019 – Il 53° Vinitaly chiude oggi a Verona registrando 125mila presenze da 145 nazioni, in linea con l'edizione precedente ma aumentando invece la qualità e il numero dei buyer esteri accreditati che quest'anno registrano ancora un aumento del 3% per un totale di 33 mila presenze.

«È stato il Vinitaly più grande di sempre con 4.600 aziende, 130 in più dell'anno scorso, e 100mila metri quadrati espositivi netti, ma da domani saremo già al lavoro per migliorare ancora – commenta Maurizio Danese, presidente di Veronafiere –. Continua la focalizzazione sulla selezione di visitatori verso una presenza sempre più professionale e internazionale. A riprova, sono aumentate di 20mila, per un totale di 80 mila, le presenze di wine lover al fuori salone di Vinitaly and the City. Registriamo molta soddisfazione da parte degli espositori e questo significa che la svolta intrapresa nel 2016 è la direzione da seguire. Dopo quella in Brasile, abbiamo lanciato la nuova piattaforma di promozione Wine To Asia attiva dal 2020 in Cina, a Shenzhen. Inoltre, il ruolo guida per il sistema vitivinicolo è stato confermato dall'attenzione istituzionale, con la visita del presidente del Consiglio, dei due vicepremier, del presidente del Senato, del ministro delle Politiche agricole e del Turismo, e a livello europeo con il commissario per l'Agricoltura».

«Una delle cifre anche di questa edizione di Vinitay è stata di sicuro l'internazionalità, con l'ulteriore incremento del 3% dei top buyer presenti tra i padiglioni – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. Merito delle ulteriori risorse investite sull'attività di incoming, con la selezione e gli inviti da 50 paesi target e la collaborazione con Agenzia ICE. Nella top five delle provenienze degli operatori primeggiano gli Stati Uniti (+2% sul 2018), seguiti da Germania (+4%), Regno Unito (+9%), Cina (+3%) e Canada (+18%). Su questo fronte molte bene il Giappone (+11%): un risultato che, sommato agli altri registrati dal Far East, supporta la nostra scelta di creare un nuovo strumento di promozione permanente dedicato all'Asia. Ma questo è stato anche un Vinitaly sempre più digital e connesso che ha certificato la centralità nella nostra community globale della Directory online in nove lingue che conta più di 4.500 aziende e 18mila vini (aumentati del 20%) e ha registrato oltre 1 milione di visite nelle ultime due settimane, senza dimenticare il debutto della geolocalizzazione nei padiglioni, per facilitare l'incontro tra domanda e offerta».

Ad integrare e ampliare l'offerta di Vinitaly, si sono svolte come ogni anno in contemporanea Sol&Agrifood, la manifestazione di Veronafiere sull'agroalimentare di qualità ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola, a cui quest'anno si è affiancata Vinitaly Design che ha proposto prodotti e accessori che completano l'offerta legata alla promozione del vino e all'esperienza sensoriale: dall'oggettistica per la degustazione e il servizio, agli arredi per cantine, enoteche e ristoranti, sino al packaging personalizzato.

La 54ª edizione di Vinitaly è in programma dal 19 al 22 aprile 2020.

 

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