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Sabato, 05 Luglio 2014 09:33

Parma - 391 imprese in meno nel primo semestre

Il tessuto aziendale nella nostra provincia continua a contrarsi. A soffrirne sono in prevalenza le imprese individuali. Crescono invece esportazioni (+3,9%), soprattutto nella meccanica, nell'alimentare e nel farmaceutico. I dati sono raccolti nei Rapporti sul sistema imprenditoriale e sull'export elaborati dalla Camera di commercio.

Parma, 5 luglio 2014 -

Durante il primo trimestre di quest'anno nella nostra provincia sono nate 839 imprese a fronte di 1.230 cessate. Si sono perse quindi 391 aziende, per la grandissima parte ditte individuali (-389), ma anche società di persone (-49); crescono invece le società di capitale (+55). Nello stesso periodo, il valore dell'export parmense, secondo i dati Istat, è cresciuto del 3,9% rispetto all'anno precedente.
Sono cifre messe in luce dalla Camera di commercio di Parma nell'ambito dei due elaborati periodici prodotti dall'Ufficio studi camerale, il Rapporto sistema imprenditoriale parmense e il Rapporto sull'export.

«Assistiamo da un lato all'affermazione nei mercati esteri di importanti produzioni parmensi che portano valore aggiunto sul territorio – commenta Andrea Zanlari, presidente della Camera di commercio – tuttavia questa dinamica non ha ancora innescato un ritorno immediato nel mercato interno, dove continuano a soffrire soprattutto le piccole e le microimprese. Attraverso forme innovative come i contratti di rete il sistema camerale è impegnato da anni nel favorire l'aggregazione tra le aziende di dimensioni più contenute al fine di permettere anche ad esse di cogliere le opportunità che richiedono una maggiore strutturazione».

Rapporto sistema imprenditoriale

In totale le imprese registrate alla Camera di Commercio di Parma, al 31 marzo, sono 46.306, di cui 41.619 attive. Il tasso di sviluppo imprenditoriale si è attestato a -0,8%, un po' più pesante del dato regionale (-0,5%) e di quello italiano (-0,4%). Ciò è dovuto all'alto numero di cessazioni registrate nel parmense, il terzo dato più alto degli ultimi 10 anni, a fronte di una debole dinamica di iscrizioni: nel corso del primo trimestre di quest'anno si sono iscritte nel Registro Imprese 212 società di capitale, 84 società di persone, 529 imprese individuali, 14 imprese costituite in "altre forme". Le cessazioni si sono invece distribuite in prevalenza tra le imprese individuali (918), ma hanno riguardato in modo consistente anche le società di capitale (157) e le società di persone (133). 22 le imprese costituite in "altre forme" scomparse nei primi 90 giorni dell'anno.
Commercio (-172), costruzioni (-134 unità), agricoltura (-139) e attività manifatturiere (-44) sono i settori che accusano le riduzioni più consistenti dello stock di imprese in termini assoluti. Hanno registrato piccoli segnali positivi solo, nei servizi, i settori della informazione e comunicazione e sanità e assistenza sociale.

Rapporto export

Nei primi tre mesi del 2014 il valore dell'export parmense, secondo i dati Istat, è cresciuto del 3,9% rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente. In valore assoluto, supera di quasi il 20% il dato del 2008, che è l'importo più alto dal 2004 alla crisi, manifestatasi pienamente nel 2009.

Migliori sono stati i risultati dell'Emiliia-Romagna (+5,9%) e della complessiva area Nord-Est del Paese (+4,5%) nell'ambito delle vendite verso l'estero. Gli oltre 1,4 miliardi di euro di merci esportate nel periodo da Parma sono in gran parte provenienti dai settori di macchinari ed apparecchiature (29,7%), prodotti alimentari (23,4%) e prodotti e preparati farmaceutici (11,3%). A migliorare in modo significativo le performance commerciali con l'estero sono stati proprio i prodotti farmaceutici (+11,4%), i prodotti alimentari (+8,1%), gli articoli in gomma e materie plastiche (+18,4%), prodotti in metallo (+13,8%) e un incremento più contenuto (+1,3%) per l'importate settore di macchinari ed apparecchiature.

Dal punto di vista dei mercati di sbocco, spicca l'incremento dell'importanza dell'Asia (+18,9%), che ha assorbito il 15% dell'export parmense. Le vendite in Cina sono balzate in avanti del 56,8%, mentre sono calate del 9,8% quelle in India e del 6,7% qulle in Giappone.

L'Europa con il suo 67,9% resta in modo netto il mercato più importante per Parma; la crescita del 2,7% dell'export verso i paesi europei assume pertanto un valore doppiamente positivo. Il risultato verso i paesi UE è stato ancora migliore (+3,5%). Aumentano le vendite soprattutto in Germania (+12,1%) e Spagna (+6,9%), mentre diminuiscono in Francia (-0,6%) e Regno Unito (-1,1%). Al di fuori dell'UE, il mercato russo cede un preoccupante 20,9%.

Va bene l'export verso l'America che, in crescita del 3,3%, raggiunge una quota dell'11%. In particolare gli Stati Uniti segnano un +2,6%. In diminuzione invece le vendite verso l'Africa (-4,6%), l'Oceania e altri territori (-24,3) che rappresentano tuttavia quote molto piccole del totale delle esportazioni.

(Fonte: Ufficio stampa Camera di commercio Parma)

L'incontro, tra il presidente della Regione Vasco Errani e l'ambasciatrice sudafricana Nomatemba Tambo, rafforza la collaborazione tra Emilia-Romagna e Sudafrica per quanto riguarda i settori della meccanica, dell' energie rinnovabili e della formazione.

Parma, 4 luglio 2014 –

Meccanica, energie rinnovabili, formazione. Sono i tre grandi settori in cui verrà rafforzata la collaborazione tra Emilia-Romagna e Sudafrica. E' quanto deciso oggi nel corso dell'incontro tra il presidente della Regione Vasco Errani e l'ambasciatrice sudafricana Nomatemba Tambo, giunta a Bologna accompagnata dal console onorario Luigi Belvederi.

Il presidente Errani ha sottolineato "l'interesse strategico della Regione Emilia-Romagna nel percorso di accompagnamento per l'internazionalizzazione delle imprese e per rafforzare i progetti già avviati con il Sud africa". In particolare, i settori portanti su cui si concentreranno le relazioni saranno la meccanica (agricola, impiantistica, alimentare e utensile), le energie rinnovabili (solare e fotovoltaico), la gestione delle acque, le bonifiche e lo smaltimento rifiuti. La formazione su questi temi avrà un ruolo centrale. La collaborazione e i progetti, che saranno avviati partendo da quelli già in corso (come Rew-SA realizzato in collaborazione con l'Università di Bologna, Green action South Africa con l'Università di Ferrara e SA-Mech con la Cna), saranno sanciti ufficialmente il prossimo settembre in occasione dell'annunciata visita di una delegazione economica in Regione.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Pubblicato in Economia Emilia

Quarto appuntamento alla Camera di commercio di Parma per il ciclo di seminari territoriali dedicati alla conoscenza e promozione dei contratti di rete. L'intervento di Francesco Maria Olivieri, docente di Universitas Mercatorum, si è focalizzato sul settore agricolo. 

Parma, 4 luglio 2014 -

Si è svolto ieri mattina, il quarto appuntamento presso la Camera di commercio di Parma per il ciclo di seminari territoriali dedicati alla conoscenza e promozione dei contratti di rete. L'iniziativa è promossa da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con le Camere di commercio della regione e con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum. Durante l'incontro, sono stati illustrati vantaggi e opportunità che offre la collaborazione tra PMI fondata sui contratti di rete.

Anche nel settore agricolo si è avviato l'uso di questi strumenti, circa 100 i contratti attivi in Italia. A più di quattro anni dalla costituzione della prima rete, oggi sono 7.900 le imprese italiane coinvolte, dall'edilizia alla sanità, dal tessile alle nuove tecnologie, per un numero totale di contratti che al 1 giugno ha toccato quota 1.590. A Parma le imprese che hanno adottato questo modello di aggregazione sono 73; in Emilia-Romagna si arriva a 1.038, seconda regione italiana dopo la Lombardia. Circa 100 contratti di rete sono stati stipulati nel mondo dell'agricoltura, settore sul quale si è focalizzato l'intervento di Francesco Maria Olivieri, docente di Universitas Mercatorum.

In tale contesto, l'organizzazione di reti di imprese, secondo il docente, può favorire il passaggio dall'agricoltura tradizionale a quella multi-specializzata, adottando una vera logica merceologica di prodotto e investendo in innovazione: "Tutto ruota intorno a un vero piano industriale; anche dal punto di vista giuridico è essenziale che le imprese aderenti definiscano il contenuto del programma di rete in modo che emergano chiaramente le finalità dell'accordo e le modalità di realizzazione degli obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva dei partecipanti", uno sforzo strategico che può ammodernare la cultura imprenditoriale su cui si fonda l'azienda agricola. La sinergia tra imprese in rete consente di affrontare meglio il mercato anche estero, di ampliare l'offerta e di dividere i costi. Si può partecipare alle gare per l'affidamento dei contratti pubblici, impiegare personale distaccato dalle imprese partner, assumere in regime di codatorialità il personale dipendente secondo le regole di ingaggio stabilite nel contratto di rete.

Il contratto di rete può anche prevedere la costituzione di un fondo di mutualità che partecipa al fondo mutualistico nazionale per la stabilizzazione del redditi agricoli (legge 134/2012 e legge 221/2012). D'altra parte i contraenti assumono anche alcuni obblighi, in campo ambientale (Attività ecocompatibili in grado di produrre lo sviluppo del territorio Legge Quadro n.394/91, tutela dei beni ambientali L.352/1997, smaltimento rifiuti D.Lgs. 22/97), nella tutela dei beni culturali e paesaggistici (Legge n. 137/2002) e nella tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Maggiori informazioni sui contratti di rete e sulle attuali esperienze italiane sono disponibili on line sul recente portale contrattidirete.registroimprese.it, piattaforma realizzata da InfoCamere che offre a imprese, associazioni, professionisti e istituzioni gli strumenti utili e i suggerimenti per valutare la costituzione di una nuova rete ed evitare errori prima di iniziare il percorso che porta alla realizzazione di un contratto.

(Fonte: Sec Relazioni Pubbliche e Istituzionali srl)

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La data ufficiale che segna l'inizio dei saldi è sabato 5 luglio. Il Codacons prevede un avvio dei saldi migliore di quello degli ultimi anni, ma a fine periodo le vendite saranno ancora con segno negativo. Stimata una spesa procapite che non supererà quota 90 euro.

Parma, 3 luglio 2014 -

Dal 5 luglio, per i successivi sessanta giorni, in Emilia Romagna i saldi estivi saranno un'ottima occasione per acquistare capi d'abbigliamento, calzature e altri numerosi articoli a prezzi scontati. Molti consumatori, gravati da una crisi che non sembra trovare una soluzione a breve termine, attendono questa occasione per acquistare prodotti di qualità a prezzi accessibili. 

In Emilia Romagna - si legge nella nota del Codacons - la contrazione degli acquisti sarà più contenuta rispetto agli anni passati, grazie al bonus da 80 euro in busta paga introdotto dal Governo Renzi. Il bonus aiuterà il commercio, contribuendo a contenere la riduzione delle vendite, ma non potrà fare miracoli, perché le famiglie della regione preferiranno dirottare i soldi su consumi primari. In ogni caso - continua il Codacons nella figura del presidente Carlo Rienzi –  si prevede un avvio dei saldi migliore di quello degli ultimi anni, ma a fine periodo le vendite saranno ancora con segno negativo, attestandosi tra il -6% e il -8% rispetto al 2013, con una spesa procapite che non supererà quota 90 euro".

Per il presidente di Confesercenti E.R. Roberto Manzoni "i dati sull'inflazione in questi giorni forniti dall'Istat significano indebolimento dell'economia, per cui l'opportunità dei saldi rappresenta sempre un momento per cogliere buone occasioni. In molti casi, purtroppo, i saldi diventano l'unica possibilità per molti di acquistare prodotti indispensabili per la famiglia. Speriamo che gli 80 euro in più in busta paga contribuiscano a ridare fiato ai consumi. Anche per i commercianti questa è un'occasione per recuperare le perdite causate dal calo dei consumi, dall'aumento delle tasse e dei costi di gestione. L'emorragia di imprese del settore è però un campanello d'allarme che speriamo venga ascoltato".

 

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Domenica, 29 Giugno 2014 11:49

Italia da riformare

A partire dal calcio l'Italia è tutta da riformare. La nota positiva è che esistono ampi margini di miglioramento. Palla al centro e via.

di Lamberto Colla -
Parma, 29 giugno 2014 -
Non poteva che essere altrimenti. L'Italia nazionale di calcio è stata anch'essa, come gli spagnoli, rimandata a casa, alla fine del primo turno mondiale, incapace di sostenere la competitività agonistica delle due squadre sudamericane. Affrontare le sfide con l'idea di portare a casa il minimo risultato è , come insegna l'esperienza, una sconfitta certa.
L'avventura della nazionale di calcio ha rappresentato la metafora dell'intero nostro Paese tranne che per una circostanza: la solidità etica di chi ha guidato, seppur fallendo, la compagine italiana. E non è stato necessario nessun tipo di pressione mediatica o giudiziaria per indurre il CT Prandelli a rassegnare le sue dimissioni. Un gesto che fa onore prima all'uomo e poi al tecnico.
Forse sono state errate le scelte degli atleti che hanno composto la rosa dei partecipanti, forse anche i cambi in corso di gara, fatto sta che mentre lui, Prandelli, recita il mea culpa, gli uomini che in campo non hanno saputo guadagnarsi nemmeno gli onori che si riservano agli sconfitti, tacciono o ancor peggio si giustificano ritenendo i 16 milioni di telespettatori tutti ottenebrati dall'alcool quindi incapaci id interpretare un misera e semplice partita di pallone.
Tutto questo, esclusi i comportamenti di Prandelli e di Abete, sono la fotocopia del nostro Paese. Responsabilità da scaricare sugli altri e gli immensi guadagni invece privati e, come è ovvio, ben meritati.
Così come l'Italia economica e politica anche quella del calcio ha vissuto questi anni di crisi nella sopravvalutazione delle proprie risorse, nella presunzione di possedere skills rilevanti e capaci di fare la differenza, di contare troppo sulla creatività dell'ultimo minuto, la stessa che tante volte ha contribuito a riportaci ai vertici mondiali sia che fossero le pennellate di Pablito Rossi o le performance di qualche illuminato imprenditore.
Troppo poco per emergere e poi restare a galla in sistemi sempre più competitivi. Sistemi nei quali ogni giorno entrano nuovi attori capaci, preparati, affamati di gloria e motivati dalla determinazione a emergere. E noi, piccola nazione cullata sul mediterraneo, abbiamo la presunzione di mantenere un posto al sole senza nulla fare e nulla cambiare.
In assenza di organizzazione, di senso di compartecipazione e di sacrificio, di rispetto delle regole e della consapevolezza che la vera forza propulsiva deriva dal gruppo, continueremo ad assistere a tanti e frequenti fallimenti e a pochi e sporadici casi di successo.
L'orizzonte è arrivare a sera, poi domani, sarà un altro giorno e chissà che qualcosa di buono accada. La pratica attendista è diffusa in tutti i settori e è entrata nella mentalità di molti. Non fare niente, cercare qualche scappatoia, cercare di creare delle piccole "lobby di villaggio" in grado di garantire qualche piccolo privilegio e intanto le grandi e potenti lobby, quelle vere, modificano le norme, penetrano silenziosamente nei nostri tessuti vitali, indeboliscono il nostro organismo e infine ci impongono una cura costosissima con l'unica medicina esistente per quel male. E allora giù a piangere a dare la colpa agli arbitri (leggi UE) o alle scorrettezze altrui.
Vivere costantemente sul filo del rasoio prima o poi ci si taglia. E' successo alla nazionale di calcio sta accadendo all'intero Paese.
Che si apprenda quindi dalla metafora calcistica un insegnamento: risvegliare l'orgoglio e mettersi a disposizione della nazione e del suo CT di turno Non possiamo più essere in balia di un arbitro o di una "troika".
Riprogettare il futuro!

Pubblicato in Politica Emilia
Domenica, 29 Giugno 2014 10:50

Consorzio Agrario di Parma, bilancio in utile


Tra investimenti e prospettive. Il Consorzio Agrario di Parma è ormai ritornato ad essere il partner più qualificato per alcune delle filiere agricole più importanti del Paese

Parma - 26 giugno 2014
Si consolida significativamente il giro d'affari con un fatturato di circa 60 milioni di euro complessivi, si incrementano i volumi di vendita in una fase generale di prezzi decrescenti e l'utile cresce raggiungendo 1,8 milioni di euro. Un utile per lo più generato da quelle attività (vendita prodotti per l'agricoltura e produzione di mangimi) che intendono essere elemento di forza propulsiva e core business del Consorzio Agrario di Parma: sono questi, in estrema sintesi, i dati più rilevanti del bilancio 2013 del Cap votato stamattina all'unanimità dall'Assemblea dei Soci. Dati veramente positivi che rafforzano il presente facendo ragionevolmente ben sperare per il futuro del Consorzio Agrario che, grazie alle misure prese in tempo utile durante il periodo di commissariamento, si ripropone con slancio rinnovato come player di riferimento di un comparto agro-alimentare locale e regionale che vuole ulteriormente migliorare in volumi e rendimenti, pur in un quadro di evidente difficoltà dell'economia, tenuto conto di un'annata meteorologicamente sfavorevole.
Il Consorzio Agrario di Parma è ormai ritornato ad essere il partner più qualificato per alcune delle filiere agricole più importanti del Paese (pomodoro e Parmigiano Reggiano) e, più in generale, di un'agricoltura moderna che vuole crescere. E l'ottimo risultato economico dello scorso anno ne è la testimonianza più concreta. Il tutto in una cornice di trasparenza e tracciabilità dei dati e delle informazioni economico-patrimoniali e finanziarie, finalizzata ad una piena e necessaria ricostituzione del rapporto di fiducia con gli stakeholder esterni ed interni. Alle ottime performances economiche del Cap nel 2013 hanno contribuito in maniera determinante diversi fattori.In primo luogo la significativa riduzione dei costi operativi ottenuta attraverso quella gestione attenta ed oculata, di prospettiva e, quindi, strategicamente produttiva, indicata dal nuovo board guidato dal manager Marco Bellora nel ruolo di presidente e dal direttore generale Ivan Cremonini, unitamente a Enrico Francia (Responsabile Operation) e Tiziana Anziloro (Responsabile Amministrazione e Finanza) sostenuta dai Soci di riferimento del mondo agricolo e produttivo. Ne è un esempio il rilancio del mangimificio EMILCAP, che in virtù del scelte gestionali e di posizionamento prese già nella fase del commissariamento, rappresenta un punto di riferimento stabile per la qualità e la conservazione del prodotto a livello regionale per tutti gli imprenditori zootecnici padani.
Particolare rilevanza, poi, sul buono stato di salute del Cap ha avuto anche la rete vendita consortile che garantisce le basi logistiche qualificate alle diverse attività diffuse sul territorio del Consorzio Agrario. Non a caso le Agenzie del Cap sul territorio – accanto, naturalmente alla sede di Parma - si sono confermate, anche nel 2013, presidi attivi ed insostituibili per la vendita dei prodotti maggiormente utilizzati in agricoltura e in zootecnia (fitofarmaci, concimi, sementi per grandi colture, mangimi) e per la divulgazione capillare delle novità tecnico-scientifiche in agricoltura; per la promozione delle tipicità e per la diffusione di tutte le informazioni utili agli imprenditori agricoli (scadenze, normative, autorizzazione); oltre che per il disbrigo rapido delle pratiche che gravano la moderna azienda agricola.
Va ricordato, inoltre, che il 2013 è stato anche l'anno in cui si è avviata la chiusura della procedura concorsuale della controllata Produttori Riuniti (conclusasi nello scorso mese di marzo con un anno d'anticipo) che ha portato al pagamento del 100% dei creditori
privilegiati e del 90% di quelli chirografari, ben oltre ogni più rosea previsione del piano concorsuale che ne prevedeva la soddisfazione al massimo del 60%.
Una nuova vision di innovazione nella continuità di cui si è resa garante Coldiretti, la principale associazione di categoria, che dimostrando senso di responsabilità e lungimiranza ha sostenuto da subito le scelte del nuovi vertici del Cap puntando a mantenere nella nostra provincia quel presidio di innovazione, qualità e affidabilità che il Consorzio Agrario è dal 1893.
Ufficio Stampa Consorzio Agrario di 

 

Sabato, 28 Giugno 2014 06:11

I nuovi "Magazine" e i nuovi "Servizi"


EE Economia Emilia, l'almanacco mensile dedicato all'economia è il primo di una serie di periodici settoriali di prossima pubblicazione.

di Lamberto Colla

28 Giugno 2014 ----
E' trascorso poco più di un anno dall'inizio delle pubblicazioni della “Gazzetta dell’Emilia & Dintorni” e già sono pronti i nuovi strumenti che saranno al servizio dell'informazione delle imprese. Un nuovo step, a suo tempo programmato, è stato realizzato.

Dapprima fu la realizzazione della piattaforma ingegneristica, condivisa con "Gazzetta della Spezia.it", quindi il varo del giornale elettronico e infine il primo pacchetto di servizi tecnici a supporto delle imprese e degli uffici stampa dalla quale prende origine questo primo prodotto l'"Almanacco Economico".
Dal punto di vista tecnico, questo supplemento editoriale alla Gazzetta dell'Emilia & Dintorni, altro non è, si fa per dire, che la produzione di un periodico, in formato pdf, delle notizie economiche che hanno interessato le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena ma non solo. Dall'agroalimentare alla logistica i più rilevanti fatti degli ultimi trenta giorni sono raccolti in un unico prodotto, facilmente consultabile, archiviabile e semplicemente distribuibile via mail.
La piattaforma di Gazzetta del'Emilia & Dintorni si è quindi evoluta trasformandosi anche in un "service" per la realizzazione di nuovi prodotti editoriali tra i quali possono essere ricompresi gli House Horgan aziendali e i periodici di informazione ai soci di Associazioni, enti di diritto pubblico e privato, organizzazioni di categoria ecc...
Una piattaforma, o meglio, un servizio che Nuova Editoriale soc. coop., editrice di Gazzetta dell'Emilia e Dintorni, mette a disposizione  degli enti e imprese per la produzione del loro periodico digitalizzato in formato pdf e così immediatamente divulgato ai propri stakeholder senza nemmeno bisogno di un click.
E' sufficiente quindi concentrarsi sulla manutenzione e aggiornamento della propria banca dati mail, sulla qualità dei testi e il lavoro è già fatto. La nostra piattaforma distribuirà agli indirizzi e alla periodicità da voi programmata il vostro giornale.
Un mezzo per comunicare al momento giusto i migliori contenuti con la minor spesa in termini di tempo, di risorse umane e economiche.
Non è fantascienza ma solo l'evoluzione tecnica di una idea trasformata in progetto che si è realizzata pensando alle nuove esigenze delle imprese in tempo di crisi.
Tagliare i costi non vuol dire necessariamente interrompere il flusso della comunicazione. Con i nostri servizi si può sia l'uno che l'altro; abbattere i costi e aumentare la visibilità.
Come diceva un'imbonitore televisivo nei primi anni '80: "provare per credere"
Buona lettura e ricordate presto avrete altre sorprese. Noi non ci fermiamo. L'innovazione è l'unico mezzo per costruire il futuro.
Infine un grazie sincero ai lettori che stanno aumentando sensibilmente, agli inserzionisti che per primi ci hanno dato fiducia e a tutti coloro , familiari compresi, che ci hanno sopportati e supportati in questa impegnativa avventura ancora in fase di start up.
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Venerdì, 27 Giugno 2014 11:03

Unioncamere Emilia-Romagna vola a Bruxelles

A Bruxelles lancio dei network business EU-ASEAN. L'associazione delle Camere di commercio è partner dell'Evbn il consorzio che facilita le relazioni commerciali e produttive con il Vietnam -

Parma, 27 giugno 2014 -

Promuovere e supportare le attività e il business delle piccole e medie imprese europee alla scoperta di nuovi mercati. E' uno dei cardini della politica europea creare opportunità di crescita per le PMI e favorire la penetrazione commerciale. A questa strategia si collega la nascita di nuove strutture, specifici "business network" per l'area ASEAN, l'associazione di 10 paesi del Sud Est Asiatico con oltre 600 milioni di abitanti, che dal 2015 diventerà "Free Trade Area" (Afta) comunità economica sul modello europeo, vastissima zona di libero scambio con l'eliminazione di tutte le tariffe doganali.

A Bruxelles, nel corso di due giornate di lavori sono stati presentati i Network Business EU-ASEAN, i Consorzi costituiti per supportare le Pmi europee a intraprendere i percorsi di internazionalizzazione verso Indonesia, Filippine e Vietnam.
Al consorzio Europe Vietnam Business Network (EVBN), partecipano, in qualità di partner Unioncamere Emilia-Romagna, unico per l'Italia, e la Camera di Commercio italiana in Vietnam ( ICHAM).
Questi network forniscono informazioni e servizi per l'accesso ai mercati, e contribuiscono anche a una politica di dialogo, sviluppo di affari e relazioni commerciali.
L'EVBN, co-finanziato dall'Unione Europea e dai partner del Consorzio, svolge un'azione mirata e concreta per far conoscere alle Pmi europee le opportunità di business in Vietnam, Paese giovane con ritmi di crescita del Pil intorno al 6 per cento, e porta di accesso per il mercato ASEAN che è il terzo partner commerciale dell'UE. Si stima che la crescita degli scambi UE-ASEAN potrà salire per una percentuale intorno al 4% annuo, proprio grazie all'abbattimento dei dazi.

A Bruxelles, negli uffici di Eurochambres, l'associazione delle Camere di commercio e industria europee di rappresentanza imprenditoriale presso le istituzioni comunitarie, si sono svolti incontri b2b tra imprenditori europei e i rappresentanti dei tre Consorzi dopo l'evento pubblico a cui, davanti a 80 partecipanti, sono intervenuti come relatori il Segretario generale di Eurochambres Arnaldo Abruzzini, il chairman di EBO Jason Collins, esperti della Commissione Europea, e Michele D'Ercole, presidente della Camera di Commercio italiana in Vietnam (ICHAM) in rappresentanza del Consorzio EVBN assieme ai rappresentanti dei Consorzi di Indonesia e Filippine.Per le caratteristiche del tessuto imprenditoriale, composto in gran parte da piccole e medie imprese, manodopera con costi bassi e alta scolarizzazione, il Vietnam si propone come Paese competitivo e partner ideale per investire e commercializzare.
Meccanica, infrastrutture e turismo ecosostenibile sono i principali settori dove le aziende italiane possono trovare opportunità di affari. Negli ultimi anni, il valore dell'interscambio commerciale tra Emilia-Romagna e Vietnam, ha registrato un notevole balzo in avanti: lo scorso anno, l'import ha superato i 143 milioni di euro e l'export i 121 milioni (+27% rispetto al 2012). Ad oggi, il desk Vietnam attivato a fine marzo 2013 ha incontrato oltre 200 imprese emiliano-romagnole.

L'evento in terra belga è stato organizzato da Eurochambres, da Business Networks della UE e dall'Associazione Friends of Europe con la partecipazione dei tre Consorzi.
Per EVBN, è stata la seconda presentazione dopo la prima tappa europea che si è svolta a Parma organizzata da Unioncamere Emilia-Romagna, Camera di commercio di Parma, Regione Emilia-Romagna, MiSE, ICE Agenzia, ICHAM, UCIMA e Fiere di Parma.
Per favorire occasioni di collaborazione tra imprese, è stato messo in campo da Unioncamere Emilia-Romagna e Ambasciata d'Italia ad Hanoi in collaborazione con ICHAM, Regione Emilia-Romagna e Associazioni di categoria il progetto "L'impresa comunica con un ciak" che consiste nella realizzazione di un videotutorial e di specifiche linee guida utili a creare video aziendali per promuovere la propria azienda in Vietnam.

(Fonte: Unioncamere Emilia Romagna)

Mercoledì, 25 Giugno 2014 08:46

Inarrestabile Latte Spot

Non si arresta l'ondata di ribasso delle due principali DOP. Prosegue la fase ascendente del Latte Spot. Ancora stazionari i listini di zangolato e burro, mentre risulta in recupero la crema di latte.

di Virgilio Parma - 25 giugno 2014

Ancora una settimana contraddistinta dalla ripresa delle quotazioni latte spot. +7,79% l'incremento registrato a Verona lo scorso 16 giugno e un ulteriore +3,61% lunedi 23 giugno tanto da riposizionare la quotazione tra 43,82 e 44,85 €/100 kg di latte. In questo squarcio di giugno si è assistito a un recupero del prezzo medio sul mese precedente del 10,07% per quanto riguarda il latte nazionale e di ben il 19,40% relativamente al latte proveniente da Germania e Austria. Il buon andamento del latte spot non ha ancora coinvolto le materie grasse. Per il momento, in questa 25esima settimana, solo le creme (40% mg) hanno manifestato qualche segnale di rialzo mentre il burro e lo zangolato stanno ancora a guardare. Un primo segnale di rimbalzo l'hanno registrato il Burro CEE e il Burro da centrifuga recuperando 5 centesimi alla borsa di Milano il 23/6 consentendo di raggiungere quota 3,25 e 3,45€/Kg. rispettivamente.

Non sembra arrestarsi l'ondata dei ribassi che ha coinvolto il mercato dei due grana a denominazione. In attesa di valutare le ripercussioni connesse allo scandalo delle aflatossine, venuto alla luce a Parma nei giorni scorsi (13 caseifici, 63 persone indagate delle quali 4 in regime di restrizione), la 25esima settimana conferma la tendenza al ribasso dei listini del Parmigiano Reggiano. Il "principe dei formaggi" ha infatti registrato una perdita di 10 centesimi relativamente al "fresco" sia sulla piazza di parma (7,85-8,20€/kg) sia alla borsa di Milano (7,95-8,25€/kg lunedì 23/6). Mentre il 24 mesi di stagionatura a parma non ha subito variazioni (9,35-9,70€/kg) a milano ha ceduto altri 5 centesimi collocandosi tra 9,75 e 10,50€/kg.
Più contenute le perdite di valore del Grana Padano DOP .
Solo alla borsa di mantova i listini si sono contratti di 5 centesimi fissando il prezzo del 10 mesi a € 6,65-6,90/kg e del 14-16 mesi all'interno della forbice compresa tra € 7,45 e 7,75€/kg. Invariati invece i listini per entrambe le stagionature sulla piazza milanese.
Un'altra "tegola" sul mercato dei "grana" di tradizione potrebbe cadere dall'FDA americana, la potente organizzazione destinata al controllo igienico sanitario degli alimenti, a seguito della osservazione riguardo la condizione igienica di prodotti stagionati su assi di legno. Al momento nessuna "barriera" amministrativa è stata introdotta e l'export verso gli USA non è compromesso. Per ora si tratta solo di un monito ma un invito a aprire un confronto su questo tema. Il sospetto è che possa esistere un nesso casualità con la più ampia trattativa in corso tra USA e UE sul libero scambio, il TTIP (Transatlantic trade and investment partnership), che stenta a concludersi e già sospeso più volte per ragioni politiche ma che invece sta molto a cuore alla amministrazione Obama.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Protagonisti regionali a confronto al Meeting Italo-Tedesco "Verso una piattaforma meccanica europea", promosso da Confindustria Emilia-Romagna insieme con l'Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia. Un percorso di approfondimento su uno dei pilastri portanti dell'economia dei due Paesi: l'industria meccanica.

Parma, 24 giugno 2014 -

Si è svolto oggi a Bologna il Meeting Italo-Tedesco "Verso una piattaforma meccanica europea", promosso da Confindustria Emilia-Romagna insieme con l'Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia. Confindustria e BDI, l'organizzazione delle imprese tedesche, si incontrano da alcuni anni a Bolzano per discutere problemi e prospettive dell'industria nei rispettivi Stati, che rappresentano i due più importanti paesi industriali europei. In questo quadro, grazie alla disponibilità dell'Ambasciata di Germania in Italia, è emersa l'opportunità di avviare un percorso di approfondimento su uno dei pilastri portanti dell'economia dei due Paesi: l'industria meccanica. Il Meeting è stato organizzato con la collaborazione di UniCredit ed Alma Graduate School, la business school dell'Università di Bologna, e il contributo di BRT.

"Abbiamo scelto di organizzare questo incontro in Emilia‐Romagna, cuore dell'industria meccanica italiana – dichiara Maurizio Marchesini, Presidente di Confindustria Emilia-Romagna – perché le relazioni produttive e commerciali tra la Germania e la nostra regione rappresentano un ricchissimo interscambio di competenze e know how industriale, di cui abbiamo quotidiana conferma. Oggi abbiamo fatto un primo passo per avviare un confronto che ci consenta di mettere a fuoco esigenze e temi comuni, opportunità di collaborazione e proposte specifiche per stimolare politiche industriali più efficaci, a partire da quelle dell'Unione Europea. Penso ad esempio ai temi collegati al cambiamento tecnologico che già oggi sono realtà, come la manifattura additiva, l'Industria 4.0 e l'impatto che la digitalizzazione dell'industria avrà sui prodotti e sui processi produttivi, all'evoluzione globale dei mercati e delle filiere produttive, alle politiche per la formazione e lo sviluppo delle risorse umane e nuovi e diversi modelli di finanziamento delle imprese. Attorno al tavolo – conclude il Presidente regionale degli industriali – abbiamo avuto alcune delle più importanti imprese della nostra regione che operano nella manifattura meccanica ed hanno da tempo una presenza produttiva e commerciale in Germania, ed alcuni "testimonial privilegiati" dell'industria tedesca con interessi diretti in Italia."

Nel corso del 2013 il sistema regionale Confindustria ha avviato, con il supporto della Regione, un progetto di cooperazione tra imprese emiliano-romagnole e imprese tedesche in cui sono state coinvolte già 45 PMI italiane ed oltre 200 controparti tedesche. In questi mesi sono state organizzate 8 missioni imprenditoriali in Germania al fianco di imprese dell'Emilia-Romagna. Le aziende con sede in Emilia-Romagna partecipate o controllate da imprese tedesche sono oltre 140, e più di 260 quelle della nostra regione con unità produttive, commerciali o partecipazioni in Germania.

"Germania e Italia sono per tradizione il motore industriale dell'eurozona – afferma l'Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia, Reinhard Schaefers – Assieme in quest'area realizziamo il 45% del PIL. La prima sfida è il mantenimento, l'adeguamento ed eventualmente il ripristino delle capacità industriale nei nostri Paesi e in tutta l'Europa. Noi tedeschi e italiani, che viviamo in Paesi classicamente industrializzati, sappiamo già da tempo quali sono i vantaggi della nostra industria. In Germania l'industria contribuisce per il 22,4% alla creazione di valore aggiunto in termini lordi, in Italia questo valore, nonostante il calo già menzionato, si attesta ancora al 15,6%. Dobbiamo quindi parlare di re-industrializzazione come parte integrante degli sforzi per superare la crisi economica in Europa".

"Parte dalla conoscenza e dal confronto diretti il percorso di sviluppo che Unicredit vuole sostenere – spiega Giampiero Bergami, Regional Manager Centro Nord UniCredit – Per questo abbiamo deciso
di affiancare in concreto Confindustria Emilia-Romagna nella realizzazione del Meeting Italo-Tedesco che oggi porta a Bologna alcuni importanti esponenti del settore meccanico nostrano e tedesco, rappresentanti istituzionali, nostri esperti ed economisti. Per sviluppare strategie di crescita sostenibili riteniamo che sia determinante per le imprese del territorio percorrere la strada dell'internazionalizzazione. UniCredit, che è un grande Gruppo internazionale ma con profonde radici sul territorio, è in grado di garantire un enorme supporto operativo, grazie ad una capillare presenza all'estero – in Germania, ad esempio, con 848 filiali di Hvb – che ci permette di seguire le imprese italiane nei diversi aspetti dell'avvio e dello sviluppo di business di successo oltre confine".

"In rappresentanza di BDI – dichiara Matthias Kraemer – ritengo che l'iniziativa di Confindustria offra un'opportunità alle piccole e medie imprese di scambiare punti di vista e prospettive sulla sfida di un'Unione Europea integrata".

"L'iniziativa di oggi si tiene nell'ambito del percorso avviato da Confindustria e BDI a Bolzano dal 2011 - aggiunge Alberto Baban, Vice Presidente Confindustria e Presidente Piccola Industria - per un confronto operativo fra le rappresentanze imprenditoriali delle due maggiori economie manifatturiere d'Europa. Da queste iniziative può svilupparsi un percorso comune di proposte forti e condivise per porre al centro della politica comunitaria un industrial compact che porti verso un deciso recupero della crescita e dell'occupazione. Qui in Emilia-Romagna abbiamo voluto dimostrare che già esiste una piattaforma produttiva industriale che unisce i due Paesi in un unico ecosistema di business, che prescinde dai confini nazionali e richiede un approccio unitario di politica industriale. Sono certo che il 9 e 10 ottobre prossimi a Bolzano, con la presenza di Angela Merkel e di Matteo Renzi, si scriverà un importante capitolo nella storia economica europea e il semestre italiano potrà essere effettivamente il semestre della riscossa industriale".

"L'incontro di oggi – spiega il dean di Alma Graduate School Massimo Bergami - conferma ancora una volta come il nostro territorio sia un luogo di eccellenza industriale con una forte proiezione internazionale. Una caratteristica che si integra con l'eccellenza accademica, creando un ciclo virtuoso tra il mondo della formazione e quello della produzione. Qui lavoriamo da tempo a stretto contatto con le imprese del territorio, di cui molte di medie dimensioni nel settore meccanico, per sostenere questo processo e formare manager capaci di guidarle con successo nei mercati globali".

In occasione dell'incontro, moderato dal giornalista del Sole 24 Ore Alessandro Merli, è stata illustrata dall'economista Andrea Dossena la ricerca "Scenari economici e settori protagonisti nella meccanica. Struttura, rapporti produttivi e prospettive". Gli ospiti del Meeting, inoltre, hanno avuto l'opportunità di visitare due significative realtà aziendali, Lamborghini Auto e Ducati Motor, che rappresentano un esempio positivo delle possibilità di collaborazione tra Italia e Germania.

(Fonte: ufficio stampa Confindustria Emilia Romagna)

Pubblicato in Economia Emilia
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