A seguire il consueto Bollettino con le principali attività organizzative dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena in riferimento al COVID-19. Per facilitare la comprensione è stato suddiviso in capitoli. Importante sottolineare che tutti gli interventi organizzativi sono effettuati in stretta sinergia con l’Azienda USL di Modena, in un’ottica di sistema.
Il personale impegnato
Tutto il personale che lavora negli Ospedali dell’AOU di Modena è impegnato nella gestione della crisi. Ovviamente i reparti più direttamente coinvolti sono le Malattie Infettive, le Malattie dell’Apparato Respiratorio, i Pronto Soccorsi e le Terapie Intensive. Tutta la struttura, però, è chiamata a collaborare per gestire la situazione, col personale sanitario, tecnico e amministrativo.
L'Azienda Ospedaliero - Universitaria ha previsto l'assunzione di medici per l’UO di malattie infettive, che è stata potenziata anche con l’aggiunta di due reperibilità H24. Una reperibilità aggiuntiva in fascia diurna è stata anche istituita presso l’UO di Malattie dell'Apparato Respiratorio, dove vi è stato un potenziamento dell’organico in servizio.
Negli ultimi 15 giorni sono stati inoltre assunti 52 tra infermieri, OSS, ostetriche e tecnici di radiologia. Le assunzioni continueranno anche nei prossimi giorni in base all'evoluzione della situazione. Questo si aggiunge alla riassegnazione ai reparti più coinvolti dei medici e degli infermieri recuperati a seguito della riduzione dell’attività chirurgica e ambulatoriale.
Al momento sono 9 i sanitari dell’Azienda Ospedaliera che sono risultati positivi, per contatti verosimilmente avuti all’esterno dell’Ospedale.
Posti in Terapia Intensiva
L’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena ha avviato un programma progressivo di ampliamento dei posti di Terapia Intensiva da dedicare ai pazienti COVID-19 positivi. Al momento al Policlinico, oltre ai 12 letti normalmente dedicati alla Terapia Intensiva, sono stati attivati 9 posti letto al 1° piano nell’area precedentemente occupata dalla Sub-Intensiva pneumologica. Dopo questa prima attivazione, è stata realizzata un’ulteriore espansione utilizzando il Blocco Operatorio del 1° piano, che ha permesso di dedicare altri 13 posti letto per il ricovero di pazienti intensivi.
Presso l’Ospedale Civile, sono stati attivati 6 posti nella Terapia Intensiva dedicati ai pazienti COVID-19: sarà possibile utilizzare se necessario, in modo progressivo e modulare, tutti i 24 posti intensivi per i pazienti COVID-19, mantenendo i posti letto necessari per l’assistenza agli altri pazienti attivando uno specifico settore di 10 posti letto ricavati nella Recovery Room e nelle sale operatorie del comparto operatorio chirurgico del 3 piano.
Quindi, in questo momento abbiamo attivi 22 posti presso il Policlinico più 6 posti all’Ospedale Civile, per un totale di 28 posti intensivi dedicati ai COVID-19. Attualmente sono ricoverati 15 pazienti, tutti in prognosi riservata. Saranno possibili ulteriori attivazioni in altri settori, in base all’evoluzione del quadro epidemiologico.
Settori dedicati ai pazienti COVID positivi e con polmonite
COVID positivi: attualmente in Malattie Infettive al Policlinico abbiamo la disponibilità di 51 posti letto: domani alle 12 saranno attivi altri 25 posti letto ricavati utilizzando parte di una degenza prima dedicata al settore chirurgico, per un totale di 76. I COVID positivi ora ricoverati in degenza ordinaria presso il Policlinico sono 43
Per la stessa tipologia di pazienti, presso l’Ospedale Civile di Baggiovara è stato dedicato un settore di 30 posti letto, recuperati per la riduzione dell’attività chirurgica.
POLMONITI: le polmoniti interstiziali in attesa del risultato del tampone vengono concentrate, per quanto riguarda il Policlinico, presso le Malattie dell’apparato Respiratorio con 15 posti letto disponibili, che si potranno ampliare utilizzando parte della degenza di Medicina Interna. All’Ospedale Civile di Baggiovara questi pazienti sono concentrati in un settore apposito presso la Medicina d’Urgenza del Pronto Soccorso.
Tamponi
Da oggi il laboratorio di Virologia dell’Azienda effettuerà direttamente le indagini sui tamponi dei pazienti. Questo consentirà di ridurre notevolmente i tempi di risposta.
Terapie
Utilizziamo i protocolli più avanzati. In particolare, utilizziamo un inibitore proteas utilizzato già per l’HIV che ha alcuni enzimi con una struttura simile e, per abbassare la carica virale un farmaco utilizzato in reumatologia a base di idrossiclorochina. Nelle prossime settimane partiranno anche due protocolli di ricerca sui pazienti appena giunti oppure con un’evoluzione molto rapida dei quali daremo conto in seguito.
IL PROSSIMO BOLLETTINO È PREVISTO PER VENERDI’ 13 MARZO SEMPRE DOPO L’INVIO DELLA NOTA REGIONALE. POTETE INVIARE COME AL SOLITO ALCUNE DOMANDE IL GIORNO PRIMA. GRAZIE E BUON LAVORO
(Luca Sircana)
Firmata la convenzione tra Holostem e AOU di Modena. Si chiamerà EB Hub, nascerà al Policlinico di Modena e sarà un centro unico nel suo genere, capace di costituire il punto di incontro tra diagnosi, ricerca, assistenza e terapie innovative per l’Epidermolisi Bollosa (EB), o “malattia dei bambini farfalla”, una patologia rara ma molto grave che proprio a Modena vanta promettenti successi nella terapia genica, grazie al lavoro del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” di UNIMORE e dello spin-off universitario Holostem Terapie Avanzate.
Modena, 23 gennaio 2019 - È stata firmata oggi la convenzione tra Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e Holostem, che investirà circa un milione di euro per realizzare, entro il 2020 al piano terra del Policlinico, una nuova area di Dermatologia, dedicata ai bambini farfalla e agli ambulatori per la diagnosi avanzata e la cura dei tumori della pelle, da cui i pazienti EB sono frequentemente colpiti.
“La convenzione che abbiamo firmato oggi – spiega Lorenzo Broccoli, Direttore Amministrativo dell’AOU di Modena – è una grande opportunità di crescita per il nostro Policlinico perché contribuisce a un progetto di rilievo internazionale, con importanti vantaggi per tutta la Sanità provinciale e regionale. Essa, infatti, ci consentirà non solo di realizzare un centro di eccellenza nella ricerca, nella diagnosi e nella cura di una patologia rara, molto grave, e quindi di portare avanti una missione etica di grande rilevanza; rappresenterà anche un volano per le cure dermatologiche nel loro complesso perché ci permetterà di avere spazi dedicati alla diagnosi avanzata e alla cura dei tumori della pelle, nell’ambito della rete provinciale inaugurata proprio nei giorni scorsi. Desidero ringraziare, quindi, Holostem per la sensibilità e Unimore per l’impegno che ci consente di realizzare oggi questo progetto. Fondamentale è stato il ruolo della Regione che ci ha sostenuto e ci sosterrà, consentendoci di acquisire anche le risorse professionali necessarie a potenziare la Dermatologia nell’ottica di questa sfida in particolare ma a beneficio di tutti.”.
L’intervento consiste nella realizzazione di un’area ambulatoriale al piano terra del Policlinico di Modena (Corpo E) dedicata al servizio di cura dell’Epidermolisi Bollosa e di altre patologie bollose e genodermatosi potenzialmente trattabili con terapie avanzate a base di cellule staminali epiteliali; inoltre vi troveranno collocazione ulteriori ambulatori di dermatologia. All’area, di circa 550 mq., si accede direttamente dall’atrio principale dell’ospedale (ingresso 1). Il progetto prevede la suddivisione in due zone, la prima dedicata ad ambulatori di dermatologia per diagnostica oncologica e una seconda propriamente dedicata al Servizio di cura della EB, che presenta un ulteriore accesso dall’esterno dedicato (l’ingresso del vecchio Pronto Soccorso). I lavori dureranno circa sei mesi dalla consegna del grezzo che avverrà a breve, non appena definiti gli ultimi dettagli di progettazione e strutturali.
“Sulla base di una precisa indicazione del Presidente della Regione Emilia-Romagna alla realizzazione del progetto e conseguenti impegni presi per sostenerlo, è stata firmata la convenzione - ha concluso l’Avv. Broccoli – che riguarda la realizzazione chiavi in mano di una piattaforma assistenziale all’avanguardia per la diagnosi e la cura dell’epidermolisi bollosa. Si tratta di una convenzione tra un’Azienda sanitaria pubblica come la nostra e una società privata spin-off del nostro Ateneo. Noi forniremo l’area al grezzo, gli arredi, le attrezzature e il personale medico. Holostem ristrutturerà a proprie spese l’area individuata. Importante sottolineare che la convenzione è decennale e ci consentirà di portare avanti un percorso di ricerca e terapia che porrà la realtà modenese ai vertici a livello internazionale. Contiamo di poter inaugurare l’EB-Hub prima dell’autunno perché una delle caratteristiche di questa convenzione è proprio quella di consentirci di realizzare in tempi molto brevi la ristrutturazione di uno spazio che al momento era rimasto al grezzo e di dedicarlo a un progetto sfidante e di grande importanza etica”.
“Il nuovo centro – spiega il prof. Giovanni Pellacani Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia e Direttore della Dermatologia – costituirà un unicum nel panorama internazionale per la presa in carico dei pazienti dalla diagnosi alla terapia genica, grazie alla convergenza di competenze di eccellenza sia in campo clinico, sia nel campo della ricerca e dell’innovazione scientifica. Concentrare in un solo luogo gli ambulatori dedicati all’EB e gli strumenti di diagnostica non invasiva, campo in cui Modena è all’avanguardia, e di oncologia dermatologica consentirà una presa in carico più razionale ed efficace di questi pazienti particolarmente delicati”.
L’epidermolisi bollosa è infatti una rara e invalidante malattia genetica che provoca bolle e lesioni sulla pelle e nelle mucose interne. È accumunata alla fragilità delle ali di una farfalla proprio per come l’epidermide si stacca dal derma. Si calcola che al mondo siano circa 500.000 le persone colpite da questa patologia, con diversi gradi di gravità. Nei casi più severi questa patologia è incompatibile con la vita.
Oggi, grazie alla ricerca di eccellenza del team del prof. Michele De Luca del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” di UNIMORE e all’impegno di Holostem nel rendere disponibili per i pazienti i risultati della ricerca universitaria, esiste una speranza per questi pazienti, tramite innovativi protocolli di terapia genica che riescono a ricostruire in laboratorio lembi di pelle geneticamente corretta tramite le cellule staminali dei pazienti stessi. Fino ad oggi sono un’ottantina i pazienti, provenienti da tutta Italia, visitati presso l’Ambulatorio delle ferite difficili della Dermatologia del Policlinico, grazie a due progetti regionali di ricerca sull’EB del valore di quasi 2 milioni di euro, che hanno messo in rete realtà pubbliche e private come il Centro Interdipartimentale Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa e il Centro di Ricerche Genomiche di Unimore, l’AOU di Modena, Holostem, Chiesi e altre imprese del territorio. La nuova area che verrà realizzata, metterà a disposizione di questi pazienti le migliori tecnologie in una struttura di Day Hospital progettata sulle loro esigenze. Essendo l’EB una patologia sistemica e complessa i pazienti saranno seguiti da un’equipe multi-disciplinare che comprende anche neonatologia, pediatria, genetica medica, chirurgia della mano, ortopedia, fisiatria, diagnostica, ecc. e la collocazione nel cuore del Policlinico consentirà al paziente di non muoversi, perché sarà l’organizzazione a ruotare intorno a lui.
“Per il nostro centro – commenta Michele De Luca di UNIMORE, Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa – è fondamentale avere uno spazio clinico, a Modena, all’interno del Policlinico che consentirà a noi ricercatori di accrescere la conoscenza dei vari aspetti della malattia e conseguentemente applicare al meglio le terapie innovative che stiamo cercando di sviluppare, in collaborazione con Holostem, per tutti i pazienti con le diverse forme di Epidermolisi Bollosa e, in futuro, con altre genodermatosi”.
Proprio grazie a Holostem, nel 2015, è stato trattato con la terapia genica ex-vivo il piccolo Hassan, il bambino farfalla arrivato dalla Siria alla Germania, nel centro specializzato di Bochum che è valso ai ricercatori modenesi diversi premi internazionali tra cui i prestigiosi ISSCR Innovator Award, il Premio Black Pearl di Eurordis, il premio In Innovators in Science della New York Academy of Sciences.
“La nostra presenza in questo progetto e nella sua realizzazione è la testimonianza della volontà di effettuare un ulteriore importante investimento, dopo quelli sostenuti in tutti questi anni, con l’obiettivo di cercare di portare una cura alle persone che ne sono affette ed alle loro famiglie, di essere loro più vicino - ha dichiarato Andrea Chiesi, Presidente di Holostem -. Perché queste patologie si potranno affrontare solo così, insieme, al fianco dei pazienti, mettendo al centro loro e le loro esigenze, e cercando di fornire delle risposte concrete e di ampio respiro. Un approccio alla cura delle persone, non solo alle terapie. Per questo, per i Bambini Farfalla oggi è un giorno importante, che vale la pena festeggiare”. “L’EB Hub sarà essenziale per esportare in Europa e nel mondo il modello clinico sviluppato a Modena e portare le terapie dal laboratorio di ricerca a tutti i Bambini Farfalla” aggiunge Marco Dieci, Amministratore Delegato di Holostem. La realizzazione sarà affidata ad un’altra Azienda del territorio, l’Ing. Ferrari S.p.A. di Modena.
“Per noi famiglie di pazienti è fondamentale trovare un centro ‘a misura di bambino farfalla’ che sia un unico punto di riferimento per tutte le necessità legate a una malattia così rara e complessa come l’epidermolisi bollosa, dalla diagnosi alla gestione clinica fino alla terapia genica che rappresenta per noi l’unica speranza di guarigione definitiva” – commenta Giulia Schenetti, Vicepresidente dell’Associazione Le Ali di Camilla, nata a Modena in luglio proprio per supportare i pazienti che accederanno all’EB Hub e intitolata alla sua bimba, seguita a Modena dalla nascita fino alla sua prematura scomparsa dovuta ad una forma particolarmente aggressiva di EB.
“Ancora una volta la sanità modenese si posiziona all’avanguardia a livello nazionale e mondiale grazie alla proficua collaborazione tra istituzioni pubbliche e private – ha commentato Gian Carlo Muzzarelli, Sindaco di Modena e Presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria – che consente di mettere in rete la competenza del Centro di Medicina Rigenerativa e quella dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena per dare una risposta a questi pazienti che potranno venire a Modena da tutto il mondo. Per questo ringrazio Holostem per la sensibilità e tutti i professionisti coinvolti per l’impegno. E approfitto dell’occasione per congratularmi con Michele De Luca e Graziella Pellegrini per la notizia arrivata proprio pochi giorni fa del nuovo premio Louis-Jeantet, di cui hanno vinto l’edizione 2020 e che è da molti considerato un’anticamera per il Nobel, che sarebbe davvero un sogno per tutti noi modenesi e per tutto il territorio. Modena si augura che il meritato Nobel un giorno arrivi in città".
La piccola è stata trasferita in Pediatria dove rimarrà alcuni giorni in osservazione.
Migliorano le condizioni della bambina di 9 mesi ricoverata martedì 23 luglio in Terapia Intensiva al Policlinico di Modena, diretta dal prof. Massimo Girardis. La piccola è vigile e sabato pomeriggio è stata trasferita in Pediatria, diretta dal prof. Lorenzo Iughetti, per continuare le cure essendo al momento migliorate le condizioni cliniche. I medici sono ottimisti di poter sciogliere a breve la prognosi della giovane paziente.
La bambina era giunta in ambulanza al Pronto Soccorso Generale del Policlinico di Modena, diretto dal dottor Antonio Luciani, verso le 12,30, il 23 luglio scorso per un grave arresto respiratorio, causato probabilmente da un corpo estraneo. Il 118 era stato chiamato dalla Pediatra della piccola, residente a Bomporto, la prima ad accorgersi che i problemi respiratori della bambina erano dovuti a un corpo estraneo.
Gli operatori del Servizio Emergenza Territoriale 118 - Modena Soccorso hanno effettuato le prime manovre (rese difficili dalla giovanissima età della paziente) per liberare le vie aeree, rimuovendo il corpo estraneo. L’hanno quindi trasportata al Pronto Soccorso del Policlinico di Modena, Ospedale di riferimento (Hub) per le Urgenze pediatriche (traumatiche e non) in cui è necessaria la presenza di medici di emergenza, rianimatori e personale infermieristico addestrato a operare sui bambini insieme ai pediatri e ai neonatologi.
In questo caso, tutto si è risolto per il meglio, grazie alla prontezza della madre che ha portato subito la piccola dalla Pediatra, la quale ha riconosciuto immediatamente il pericolo. È stato reso così possibile un intervento tempestivo degli operatori del 118, che prima hanno rimosso il corpo estraneo e poi hanno portato la piccola al Pronto Soccorso più adatto alla sua giovane età.
Come previsto, sono entrate in funzione oggi 15 nuove telecamere all’Ospedale Civile di Baggiovara che raggiunge così la ragguardevole quota di 100 dispositivi di videosorveglianza. Se consideriamo che al Policlinico sono attive 189 telecamere, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è dotata di ben 289 dispositivi di video-sorveglianza.
L’istallazione dei nuovi impianti a Baggiovara rientra nel Piano di Sicurezza aziendale, varato nel 2015 al Policlinico ed esteso al Civile nel 2017, che ha visto la creazione di una vera e propria task force con lo scopo di migliorare la sicurezza nei nosocomi cittadini grazie al lavoro svolto in collaborazione tra la Vigilanza Interna e le Forze dell’Ordine.
Il Piano Sicurezza mira a far collimare la vocazione di accoglienza dell’ospedale con la necessità di tutelare non solo i pazienti e dipendenti ma anche le attrezzature che, essendo di proprietà di un ente pubblico, sono della collettività.
La maggior parte dei dispositivi vigila sugli ingressi e sulle aree comuni. Le altre controllano i parcheggi, e le aree più a rischio, tra cui i Pronto Soccorso.
Il posizionamento delle telecamere deve consentire il controllo, senza impattare sulla privacy dei degenti e nel rispetto di quanto previsto dalla Statuto dei Lavoratori. A questi aspetti tecnologici si aggiunge la decisiva collaborazione tra il servizio di Vigilanza Interna (Coop Service) e i poliziotti dei due posti di polizia interni agli ospedali e le forze dell’ordine, che vengono attivate in caso di necessità a rafforzare l’apparato preposto alla sicurezza.
Importante riconoscimento nel campo della terapia della Broncopneumopatia cronica ostruttiva. Il dottor Roberto Tonelli, medico in formazione al quinto anno in Malattie dell'Apparato Respiratorio, è stato selezionato dall'European Respiratory Society (ERS) e verrà premiato a Madrid, per il proprio progetto di ricerca, come migliore nell'ambito specifico. A Modena circa il 5-10% della popolazione è affetto da Broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Modena
La Struttura Complessa di Malattie dell'Apparato Respiratorio dell'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Enrico Clini, ha ricevuto un importante riconoscimento nel campo della terapia della Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Il dottor Roberto Tonelli, medico in formazione al quinto anno in Malattie dell'Apparato Respiratorio, è stato selezionato dall'European Respiratory Society (ERS) e verrà premiato per il proprio progetto di ricerca, come migliore nell'ambito specifico, al Congresso annuale che si terrà il prossimo settembre a Madrid.
Lo studio si intitola "Ruolo dell'elastanza polmonare nella disfunzione diaframmatica dei pazienti con broncopneumopatia cronica riacutizzata che falliscono la ventilazione meccanica non invasiva" e ha coinvolto una limitata coorte di pazienti seguiti nella struttura Semintensiva Respiratoria (UTIR) per grave insufficienza respiratoria acuta che ha poi richiesto intubazione delle vie aeree.
"Gli studi condotti dal nostro gruppo di ricerca – ha spiegato il prof. Clini - hanno dimostrato che durante le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), la funzionalità del diaframma (il "pistone" che regola la espansione del polmone) viene meno con aumento del rischio di fallire la cura che di solito viene adottata in queste situazioni (ventilazione meccanica non invasiva o NIV) e quindi di esito mortale".
La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia cronica e progressiva polmonare caratterizzata da limitazione del flusso aereo (ostruzione delle vie aeree) solo parzialmente o per nulla reversibile. È considerata la quarta causa di morte in Europa e negli Stati Uniti d'America (almeno 65.000 morti all'anno). I sintomi principali sono dispnea, tosse e produzione di espettorato. Al Policlinico, sono seguiti assiduamente circa 800-1000 pazienti affetti da questa malattia.
"In questo studio – ha aggiunto il dottor Tonelli - indaghiamo il ruolo delle caratteristiche meccaniche del polmone durante la grave riacutizzazione di malattia di questi pazienti e identifichiamo l'aumento anomalo e improvviso di volume dell'aria contenuta nel polmone quale causa principale della perdita di funzione del diaframma".
I dati raccolti in questo studio aprono pertanto la prospettiva per una migliore gestione strategica della ventilazione meccanica in questi pazienti che si presentano con insufficienza respiratoria acuta. Questo studio fa parte di un filone di ricerca in cui la struttura clinica MAR è impegnata da diversi anni.
Nato a Modena nel 1988, il dottor Roberto Tonelli si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Ateneo di Modena (votazione 110/110 e lode) e medico in formazione specialistica al V anno presso la Scuola di Malattie dell'Apparato Respiratorio diretta dal Professor Enrico Clini. Ha svolto periodi di formazione all'estero presso il Royal Brompton Hospital di Londra e la University of California San Francisco di San Francisco. Nel corso della formazione ha approfondito in particolare lo studio delle patologie rare del polmone (specie la fibrosi polmonare idiomatica e della insufficienza respiratoria acuta. Tali studi hanno condotto a 21 pubblicazioni su riviste internazionali.
Infezioni batteriche nei neonati, un convegno al Policlinico di Modena. La Neonatologia coordina il progetto regionale di sorveglianza delle malattie invasive batteriche.
Modena -
Le infezioni batteriche sono al centro dell’evento “IPOKRATES CLINICAL SEMINAR – BACTERIAL INFECTIONS IN THE NEWBORN INFANT” che si svolgerà a Modena in data 6-8 maggio 2019. L’evento è organizzato dalla Struttura Complessa di Neonatologia dell’AOU di Modena, diretta dal prof. Alberto Berardi, su incarico di IPOKRaTES (fondazione internazionale no profit) ed è finalizzato all’aggiornamento professionale di Medici Chirurghi e Infermieri Pediatrici dal titolo. Appuntamento al Centro Servizi del Policlinico a partire dalle ore 7,45 del 6 maggio.
“Le infezioni batteriche – spiega il prof. Alberto Berardi - sono uno dei principali problemi neonatali. Esse colpiscono da 2 ad 8 per 1000 nati vivi e rappresentano tuttora una minaccia per la sopravvivenza e la qualità della vita dei neonati. Infatti, ad esse si associa un aumento del rischio di mortalità ed esiti neurologici a lungo termine (soprattutto nei neonati con età gestazionali più basse). Per questo motivo, nelle terapie intensive di tutto il mondo vengono attuate strategie per la prevenzione ed il controllo delle infezioni. Si tratta di un campo in continua evoluzione, che richiede un impegno continuo di tutto il personale, medico e non medico.
Il prof. Berardi coordina il progetto di “Sorveglianza delle malattie invasive batteriche dei primi mesi di vita, da alcuni anni finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, che ha come scopo il controllo delle infezioni neonatali e l’uso appropriato degli antibiotici. Una rete di Ospedali della regione Emilia-Romagna (cui si è aggiunta di recente anche la Puglia), unitamente ad altri ospedali sparsi nel Nord e Centro Italia, fornisce al centro coordinatore di Modena informazioni sulla tipologia delle infezioni neonatali e sulle misure di profilassi e terapia antibiotica attuate in ogni singolo caso. Il centro coordinatore elabora poi report annuali che vengono inviati all’Agenzia Sanitaria Regionale di Bologna. Inoltre, i ceppi batterici vengono inviati a Roma, all’Istituto Superiore di Sanità, che provvede a caratterizzarli ed a fornire informazioni sulle resistenze antibiotiche. La rete di sorveglianza ha infine elaborato strategie tese al controllo dell’uso degli antibiotici non necessari e delle resistenze.
Fonte: Ausl MO
La Sala Ibrida della Provincia di Modena è una realtà ed ora è possibile vedere e toccare con mano il frutto della generosità di tanti. Nell’ottobre 2017 l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena lanciò la Campagna di Raccolta Fondi “Tutti insieme per la Sala Ibrida” insieme a ROCK NO WAR ONLUS. I lavori, cominciati a luglio, sono terminati e la nuova sala operatoria, dopo i collaudi, sarà attiva entro i primi mesi del 2019.
Dopo la festa di mercoledì 19 dicembre in cui sono stati ringraziati tutti coloro che hanno partecipato alla campagna di raccolta, oggi venerdì 21 dicembre, i cittadini e le istituzioni hanno potuto toccare con mano il frutto del loro impegno. Sono oltre trecento i cittadini che nei giorni scorsi hanno contattato l’URP dell’Ospedale di Baggiovara per prenotare la propria visita guidata. Gli interessati, divisi in gruppi di 20 persone, verranno accompagnati dal personale dell’Azienda a visitare la Sala ibrida, dove saranno accolti dai tecnici dell’Azienda che illustreranno loro il funzionamento della struttura.
LA SALA IBRIDA: FUNZIONI, POTENZIALITÀ, COMPONENTI E LOCALIZZAZIONE
La sala ibrida è una particolare sala operatoria ad altissima tecnologia che include tecnologie diagnostiche dedicate. Nella sala così allestita si possono eseguire procedure chirurgiche e contestualmente effettuare una diagnosi immediata con possibilità di controlli e verifiche dell’andamento dell’intervento, senza spostare il paziente. Questo consente di agire con più precisione, tempestività e sicurezza sul paziente, in quanto l’intervento chirurgico può essere adattato all’evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale. La sala è pensata per essere compatibile con tecniche chirurgiche multidisciplinari e sempre meno invasive, cioè basate su piccole incisioni chirurgiche con conseguente riduzione delle complicanze e un netto miglioramento dei tempi di recupero del paziente. La Sala Ibrida di Baggiovara è dotata di un sistema diagnostico radiologico digitale di grande potenza (angiografo), l’Artis Pheno di Siemens. Tale apparecchiatura è unica nel suo genere in quanto dotata di tecnologia radiologica combinata con un sistema robotico che lo posiziona sul campo operatorio in maniera sempre ottimale in relazione alla posizione del paziente e dei chirurghi. Le indagini diagnostiche dei vasi sanguigni e tutte le procedure terapeutiche per via endovascolare in tutti i distretti corporei risultano più rapide e precise. È possibile inoltre eseguire esami TAC con ricostruzione tridimensionale dei settori anatomici interessati dall’intervento chirurgico.
Per realizzare la Sala Ibrida è stato ristrutturato e ampliato il Comparto Operatorio esistente, collocato al Piano Terzo del Corpo 09 dell’edificio ospedaliero, in un’area attigua alla Terapia Intensiva. La localizzazione della Sala all’interno del blocco operatorio esistente consente di ottimizzare le funzioni di supporto già presenti a servizio del comparto. L’area di intervento complessivamente è di 342,30 mq. di cui 85,15 mq per la sala operatoria, e i rimanenti per i locali di supporto e servizio.
Le tecnologie presenti nella sala sono:
Saranno garantiti i servizi minimi essenziali, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti alla partecipazione alle assemblee.
Si informa che l'Organizzazione Sindacale FSI ha indetto un'assemblea sindacale rivolta al personale del comparto dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.
L'assemblea si terrà giovedì 06 dicembre dalle ore 14:00 alle ore 17:00.
A seconda dell'adesione (non è possibile prevedere il numero dei dipendenti che parteciperanno) si potranno determinare rallentamenti delle attività, anche se i servizi urgenti saranno comunque garantiti su tutto il territorio provinciale.
Le assemblee, potenzialmente, coinvolgono tutto il personale del comparto dell'Azienda (personale infermieristico, tecnico, amministrativo). Come prevedono le norme vigenti saranno garantiti i servizi minimi essenziali e in particolare le urgenze, mentre le attività programmabili potranno subire riduzioni conseguenti alla partecipazione all'assemblea sindacale.
Tutti insieme triplichiamo la donazione: oltre 64.000 euro raccolti per la Sala Ibrida. Dal 15 maggio al 15 giugno chi ha acquistato una confezione di Parmigiano Reggiano Parmareggio o una bottiglia di Lambrusco della Cantina di Carpi e Sorbara ha donato per la Sala Ibrida.
Modena -
64.784,00 euro raccolti. Ecco il bilancio dell’iniziativa Tutti insieme triplichiamo la donazione, sostenuto dalla grande distribuzione cooperativa, per la raccolta fondi per la realizzazione all’Ospedale Civile di Baggiovara della Sala Ibrida della Provincia di Modena, promossadall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena e da ROCK NO WAR. Dal 15 maggio al 15 giugno nei punti vendita di Coop Alleanza 3.0 e di Conad di Modena e Provincia, acquistando una confezione da 500 gr di Parmigiano Reggiano Parmareggio oppure una bottiglia di lambrusco di Sorbara della Cantina di Carpi e Sorbara, è stato possibile sostenere la campagna di raccolta fondi Tutti Insieme per la Sala Ibrida. L’iniziativa è stata alimentata da tutti i consumatori attraverso l’acquisto dei due prodotti – identificati dal logo della campagna – dai due fornitori e dai distributori.
La donazione
Come ha funzionato la donazione? Sui 10,50 euro della confezione di Parmigiano ReggianoParmareggio il consumatore automaticamente donava 1 euro al progetto, al quale si sono aggiunti un euro del produttore e uno del distributore (Conad o Coop Alleanza 3.0); mettendo nel carrello una bottiglia di lambrusco di Sorbara della Cantina di Carpi e Sorbara a 3,80 euro, il consumatore ha donato 50 cent di euro al progetto, il produttore e il distributore hanno aggiunto rispettivamente 50 cent di euro. Perciò per ogni pezzo di parmigiano acquistato presso i punti vendita Conad e Coop la donazione è stata di 3 euro, per ogni bottiglia di 1 euro e 50.
Cos’è la Sala Ibrida
La Sala Ibrida è una Sala Operatoria ad alta tecnologia, dove sono presenti diverse apparecchiature radiologiche tra le quali un angiografo di grande potenza. È un ambiente chirurgico dove si può effettuare una diagnosi immediata e, contemporaneamente, senza spostare il paziente, si possono eseguire le procedure chirurgiche. Questo consente di agire con più precisione e sicurezza per il paziente, perché l’intervento chirurgico può essere adattato all’evolversi del quadro clinico, controllando il risultato in tempo reale.
Il vantaggio della Sala ibrida è legato quindi all'urgenza, all'emergenza e alla traumatologia: il paziente arriva direttamente in sala operatoria non c'è perdita di tempo perché la diagnosi e la cura sono quasi contemporanee. La sala ibrida consente anche di svolgere una vasta gamma di interventi anche nelle patologie complesse di tipo vascolare, cardiologiche, neurochirurgiche, urologiche e gastroenterologiche.
La nuova sala operatoria sarà un gioiello tecnologico all’avanguardia, un grande spazio che racchiuderà apparecchiature tra le quali un angiografo di grande potenza. In questo unico ambiente gli specialisti potranno effettuare una diagnosi immediata e contemporaneamente, senza spostare il paziente, agire per le fasi interventistiche e chirurgiche in modo rapido preciso e sicuro.
I tempi di consegna e l’Open Day del 21 dicembre
I lavori di ristrutturazione necessari all’installazione della Sala Ibrida comporteranno la modifica di una zona del Blocco Operatorio principale dell’Ospedale Civile. Il 21 dicembre ci sarà l’Open Day all’Ospedale di Baggiovara dove, finalmente, verrà mostrato l’angiografo, il frutto dell’impegno di tutti e, più in generale, la cittadinanza potrà visitare le strutture dell’ospedale. L'ingresso agli ospiti nella giornata del 21 dicembre sarà possibile su prenotazione da effettuarsi presso l'Urp dell'Ospedale di Baggiovara oppure via mail o direttamente in loco il giorno dell'evento.
In riferimento alla morte di Giancarlo Benatti, deceduto improvvisamente alle prime ore di martedì 21 agosto nella propria abitazione, l'Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si unisce al cordoglio dei famigliari e delle Istituzioni cittadine.
Come noto, poco prima del decesso, il sig. Benatti si era rivolto al Pronto soccorso - Osservazione breve intensiva dell'Ospedale Civile di Baggiovara su consiglio del medico curante per un'intensa sintomatologia dolorosa, correlata a una patologia da tempo nota, risultata non trattabile al domicilio.
A seguito delle cure praticate e dopo prolungato periodo di osservazione, le condizioni cliniche del paziente sono risultate in progressivo miglioramento e ne hanno consentito la dimissione.
Le prime risultanze degli approfondimenti interni svolti dall'Azienda non hanno evidenziato criticità nel percorso diagnostico-terapeutico del paziente. L'AOU di Modena attende con fiducia gli esiti delle indagini avviate dalla Magistratura competente.
(Ufficio stampa Policlinico di Modena)
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13-11-2024 Comunicati Agroalimentare Parma
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24-06-2024 Salute e Benessere
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