Si tratta di "New York, New York", dipinta nel 1981. Arrivata a Modena lo scorso 16 settembre, si aggiunge alle quasi 90 opere in mostra al MaTa, lo spazio dell'Ex Manifattura Tabacchi, dove oggi inaugura la mostra, che si potrà visitare fino al prossimo 31 gennaio. -
Modena, 18 settembre 2015 - Di Manuela Fiorini -
Si è fatto attendere, ma, alla fine, è arrivato in tempo per l'inaugurazione della mostra "Il Manichino della Storia - L'arte dopo le costruzioni della critica e della cultura", che aprirà i battenti oggi, in occasione del Festival Filosofia, presso il MaTa, lo spazio espositivo allestito nei locali dell'ex Manifattura Tabacchi di Modena e rimarrà aperta fino al prossimo 31 gennaio.
Si tratta di New York, New York, opera di Jean -Michel Basquiat, che si aggiunge alle quasi 90 opera di 48 artisti di paesi diversi, appartenenti a collezioni private e realizzate dagli anni '80 a oggi.
Firmata con lo pseudonimo di Samo, l'opera, che misura 128 per 226 cm, è stata realizzata con tecnica mista su tela dall'artista nella Grande Mela nel 1981. Nello stesso anno, è stata esposta proprio a Modena, alla Galleria Mazzoli, nella prima personale dell'artista. In seguito, è stata acquistata da un collezionista modenese.
Come tutte le opere di Basquiat, "New York, New York" è un quadro forte, sanguigno, nel quale traspare, tuttavia, l'armonia dei contrasti: il bianco e il nero, che si fondono nel grigio, il rosso e il blu, il caldo e il freddo. Il tutto ruota attorno a un volto centrale stilizzato da linee dure.
"In molti leggono la testa grigia simile a un teschio di 'New York, New York' come una espressione di rabbia", spiega il curatore della mostra Richard Milazzo, "Io vedo la rabbia, innegabile, ma anche il fatto che il grigio è ciò che si ottiene quando si mescolano il nero e il bianco. Ciò a cui dava più importanza Basquiat non era l'opposizione tra nero e bianco, ma la sintesi, anche se questa nelle sue opere prendeva onestamente la forma di una tensione implacabile. Quello che gli importava, e che la maggior parte di noi non vede e non vuole vedere, è quello che non è sempre presente in modo esplicito, quello che rimane oscuro (e 'oscurato' dall'artista, così da motivarci a guardarlo con più chiarezza e intensità). Vale a dire, questa sintesi tra nero e bianco, tra cultura nera e cultura bianca, tra pittura nera e pittura bianca in 'New York, New York' sotto forma di una testa grigia, una sintesi di rabbia e arguzia, di cecità e percezione, di sopravvivenza e trascendenza".
Già negli scorsi giorni, i modenesi avevano potuto avere un assaggio della mostra attraverso le sculture collocate all'esterno, parte integrante del percorso espositivo. Tra queste, Il Cavallo di Modena di Mimmo Paladino, il Solitario, scultura di Sandro Chia, e la fontana di Enzo Cucchi L'idolo della voglia.
Tra gli altri artisti in mostra, spiccano William Anastasi, Luigi Ontani, Mario Schifano, Donald Baekler, Jean Michel Basquiat, Carlo Benvenuto, Enzo Cucchi, Gino De Dominicis, Robert Longo, Andres Serrano, Peter Helley, Nana Goldin, Anselm Kiefer e il modenese Franco Vaccari, rappresentanti di diversi stili e movimenti, dal Concettualismo al Neo Pop, dalla Transavanguardia al Neo Espressionismo, passando per l'Iperrealismo, l'Astrattismo e il Superkitsch, nomi che la critica ha tentato di attribuire a movimenti successivi e veloci, a forme d'arte in competizione tra loro per intercettare umori e passioni del mercato e dei collezionisti.
INFO
Il Manichino della Storia - L'arte dopo le costruzioni della critica e della cultura"
c/o MaTa, via della Manifattura dei Tabacchi 83, Modena
18 settembre – 31 gennaio 2016
Ingresso € 5, gratuito 0-12 anni e durante il Festival Filosofia (18,19 e 20 settembre)
www.mata.modena.it