Gli americani cominciano a preoccuparsi delle libere iniziative di Kiev. Dopo l’attentato alla Dugina, dopo che il 70% delle armi mandate in Ucraina sono “sparite” e infine dopo l’attentato al ponte caro a Putin, Biden, prossimo alla prova del “medio termine”, manda segnali di “pace” o di preoccupazione. Rischio di terrorismo internazionale.
“Questi nostri splendidi alleati” continuano a dar prova della ferma politica di “Dis”Unione Europea. Tutti a criticare Viktor Orbán, il premier ungherese, e poi in molti suoi colleghi a comportarsi come lui, in difesa degli interessi della propria nazione. Tutti come Orbàn?
Lettere a Tito n. 424 – Grazie infinite e di cuore a tutti per questi dieci anni meravigliosi (2012-2022).
In attesa di conoscere chi, tra Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg [1] e Volodymyr Zelens'kyj, verrà insignito del Nobel per la Pace, e prima che il conflitto in Ucraina si estenda a tutto il mondo occidentale, proviamo un po’ a vedere a chi giova l’interruzione del flusso di gas e, intanto che ci siamo, proviamo a vedere la guerra dal lato economico. Qualche sorpresa interessante che, seppur nota, non viene rimarcata e resa “di pubblico dominio”.
La settimana che si sta concludendo lascia intendere che il conflitto ucraino stia per prendere una nuova direzione e gli scenari potrebbero mutare. Per cercare di fare un po’ di chiarezza abbiamo sentito un esperto di geopolitica, Claudio Mutti, direttore della rivista “EURASIA”.
Bergamo, 15 settembre 2022 - "Cari partiti politici, vi chiedo gentilmente l’impegno per raggiungere con urgenza l’obiettivo di fare cessare la guerra.
C’è un dubbio enorme che in questi giorni sta assalendo i vertici militari americani, non sanno dove sono finite il 70% delle armi inviate a Kiev.