Povertà non solo per i disoccupati. A rischio anche il 12,2% dei lavoratori italiani. Un dato impressionante che oltrepassa la media dell'Unione europea, pari al 9,4% nel 2017
La crisi permanente che attanaglia l'Italia che riguarda in particolar modo le fasce più deboli della popolazione e che lo "Sportello dei Diritti", non ha mai smesso di denunciare, numeri alla mano, oggi trova una nuova conferma. In un rapporto dell'Istituto nazionale di statistica (Istat) è rilevato che nel Belpaese il 12,2% degli occupati è a rischio di povertà, un livello superiore alla media dell'Unione europea (9,4% nel 2017). Solo Grecia, Spagna, Lussemburgo e Romania hanno livelli più alti.
La crisi del 2008-2014, si legge nel report «ha reso ancora più diffuso il lavoro "povero"».
In particolare, sono a rischio di povertà il 18,6% dei lavoratori occupati part-time, il 20,9% degli occupati con al più il diploma di scuola media, il 22,5% di chi ha un contratto di lavoro a termine e il 32,8% dei cittadini stranieri.
Insomma, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non sono solo i disoccupati a subìre le conseguenze della crisi permanente ma anche la fascia più ampia dei lavoratori. Ci auguriamo, quindi, che le misure avviate possano migliorare una situazione divenuta insostenibile per migliaia di famiglie.
(17 aprile 2019)