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Grazie all'analisi degli anelli di accrescimento degli alberi fossili, rinvenuti sulle Prealpi Venete, nel sito di Revine, è stato possibile ricostruire le variazioni dei livelli del radiocarbonio atmosferico tra 18.475 e 17.350 anni fa con un livello di dettaglio mai raggiunto prima. Il risultato permetterà di ottenere datazioni più precise dei reperti fossili e stabilire più chiaramente la cronologia dei cambiamenti ambientali e climatici durante le ere glaciali

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Ritrovati in Sudafrica, si tratta della più antica testimonianza di batteri coinvolti nel ciclo del metano: la scoperta amplia le frontiere degli habitat che avrebbero potuto ospitare le prime forme di vita sul nostro pianeta, e potrebbe rivelarsi utile anche per la ricerca di tracce di vita su altri pianeti, a partire da Marte

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Sono stati battezzati "Frammenti Fossili del Bulge" e appartengono ad una classe stellare fino ad oggi sconosciuta: rappresentano i resti di strutture massive primordiali da cui circa 12 miliardi di anni fa nacque il centro della nostra galassia

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Eccezionale ritrovamento di resti di un ittiosauro del mesozoico all'interno del progettoInter Amnes, diretto dalla docente dell'Università di Parma Alessia Morigi.

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Giovedì, 02 Maggio 2019 06:57

Nuovi importanti fossili ritrovati nel parmense

Rinvenuto fossile di frutto, completo ed eccezionalmente conservato, in zona Medesano-Sant'Andrea Bagni.

Altro eccezionale rinvenimento da parte del Prof. Claudio Bennati e della moglie Doina Rusu, membri del Gruppo Mineralogico Paleontologico Parmense.
Dopo la scoperta, già pubblicata di un'impronta perfettamente conservata di ammonite in bassa Val Taro, nel Dicembre 2018, un'altro rinvenimento paleontologico davvero unico per il nostro territorio, sia locale che regionale, è stato effettuato dalla coppia Bennati-Rusu, membri del Gruppo Mineralogico Paleontologico di Parma.

Questa volta i due ricercatori hanno trovato nel territorio di Medesano un frutto su una matrice marnoso-argillosa, simile ad una noce, di oltre 4 cm, a forma di 'ciondolo' a due valve, integro e conservato in modo eccezionale, tanto da essere anche presenti il colore della capsula legnosa e le striature sulla superficie del frutto, che mettono in evidenza un particolarissimo disegno a rete visibile a occhio nudo.

Pur non avendo ancora dati precisi, tuttavia si ipotizza che il fossile possa appartenere ad una Pteridosperma oligocenica, circa 25 milioni di anni fa.

La scoperta è già davvero importante, dato che è assai raro trovare fossililizzati frutti o semi completi, oltre al fatto che per ora gli unici frutti e semi rinvenuti in Italia si concentrano per lo più nei territori del Veneto e dell'Alto Adige, ma di epoche eoceniche.

O!tre al frutto, sono stati rinvenuti altri vegetali perfettamente conservati probabilmente di Gimnosperme Glumifore sia nel fusto legnoso sia nei rami apicali, con ben distinte foglioline portatrici di relativa capsula con semi.

Tali reperti verranno al più presto sottoposti ad analisi più approfondite, al fine di datare con precisione il periodo in cui vissero e collocarli con precisione nella nomenclatura paleobotanica.

 

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Pubblicato in Archeologia Emilia
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