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di Virgilio-
Parma, 12 Agosto 2013 --

Piacenza con Parma e Cremona, Reggio Emilia con Modena e Bologna.

3 ER secondo socGeografica


La proposta Monti di rivedere la geografia politico amministrativa dell'Italia rimane ancora tale. Non è stata completamente apprezzata per ragioni di puro campanilismo e per la necessità di una riforma costituzionale che tarderà a essere posta in campo. Fatto sta che dal dopoguerra ad oggi si è assistito un processo di "iperterritorializzazione" come l'ha identificato la Società Geografica nello studio pubblicato lo scorso mese. Una percorso che prende origine da spinte locali "delle attuali politiche pubbliche, le implicazioni territoriali dei nuovi ritagli sono state tuttavia eluse o affrontate finora in modo assai confuso dal discorso politico e nelle stesse pratiche della governance (Governa, 2005; Amato e Governa, 2005; Celata, 2008; Celata e Fardelli, 2009). In questo quadro, ci pare che l'analisi degli spazi amministrativi e l'impegno critico per un loro ripensamento non solo non abbiano perso di attualità, ma continuino a costituire una forte sollecitazione per la ricerca geografica, pur non potendo più, ovviamente, essere posti negli stessi termini del secolo scorso."

Alla nascita delle Regioni nel 1970 le province erano 94, tre in più rispetto al 1947 mentre ora si è giunti a 110 e con la loro lievitazione si sono trascinate anche le Comunità Montane, le unioni di comuni, le aree di sviluppo industriale, le circoscrizioni comunali e via a non finire con le istituzioni di parlamentini e mini governi locali.

5 Comuni lievitati
Ora la crisi e la necessità di ridurre i costi degli apparati amministrativi di governo sta spingendo per una razionalizzazione. Proprio a tale proposito, affinché si proceda a una reale e completa razionalizzazione che la Società Geografica Italiana ha inteso produrre una proposta funzionale e soprattutto globale, capace di intaccare realmente l'assetto geopolitico e amministrativo del'Italia. Un contributo alla riflessione come lo definisce il Presidente Sergio Conti. "Si tratta di un percorso complesso che non può chiudersi nel volgere di una stagione. La Società Geografica Italiana lo aveva già avviato nel decennio precedente e la pubblicazione di questo volume vuole ribadire un impegno volto al dialogo, all'elaborazione e, fondamentalmente, al confronto politico".

Il fondamento metodologico della ricerca è dato dall'individuazione dei «sistemi urbani» e, pur non stravolgendo il disegno attuale (che pur sempre conserva un'almeno parziale rispondenza con le aree di attrazione delle città) né entrando nel dettaglio comunale, oggetto semmai di una seconda fase di riordino, tende a razionalizzare la divisione amministrativa su 36 aree che, per l'intero Paese, costituiscono la base delle relazioni.

 

 

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