Sono trascorsi 148 anni, da quel 15 ottobre del 1872 che sancì l’istituzione ufficiale del Corpo degli Alpini. In questa storica ricorrenza, il pensiero torna innanzitutto alla festa che dodici mesi fa, nel cuore di Piacenza, animava la città per il Raduno del 2° Raggruppamento Ana, simbolo dell’abbraccio spontaneo, accogliente e carico d’affetto con cui la nostra comunità rendeva il suo tributo alle Penne Nere.
Sembra passata un’eternità, inghiottita dal buio del lockdown e della sofferenza, dalle incertezze dell’emergenza sanitaria tuttora in corso. Eppure, se voltiamo indietro lo sguardo, quel cappello con la penna che sin da bambini abbiamo imparato a conoscere e amare non vacilla, ma resta – anche nelle circostanze più difficili – una presenza solida e forte in cui abbiamo potuto sempre riporre la nostra fiducia.
Verrà ancora, prima o poi, il tempo della convivialità con i nostri cari Alpini. Di certo, in questi mesi non si è mai affievolito il sentimento sincero della condivisione, della generosità, dello spirito di servizio e del senso di appartenenza di cui ci hanno saputo dare costante testimonianza. Mi sembra importante ricordarlo oggi, a maggior ragione mentre siamo chiamati a dare prova di responsabilità e rispetto delle regole, a tutela della collettività: in un cammino lungo quasi 150 anni, il Corpo degli Alpini si è fatto interprete di questi stessi princìpi, ponendo in primo piano il bene comune, il sacrificio nel nome di un ideale alto e concreto di Patria, la volontà di portare un aiuto anche nelle condizioni più impervie.
Alle Penne Nere e al loro coraggio, ai loro valori perseguiti con coerenza e onestà, guardiamo oggi più che mai come a un esempio da seguire. Lo sottolineavo un anno fa, nel rivolgere il saluto istituzionale alle autorità Ana presenti a Piacenza, lo ripeto ora con convinzione: abbiamo bisogno di ritrovare la nostra identità e il nostro orientamento in un modello positivo, costruttivo e coeso di società, di cui gli Alpini sono custodi nella quotidianità della loro preziosa attività in seno alle Forze Armate, così come nelle tante iniziative benefiche di cui sono protagonisti.
Lo abbiamo visto nella dedizione dei circa 300 volontari Ana emiliano-romagnoli che hanno supportato l’Agenzia regionale di Protezione Civile durante la prima fase della pandemia, così come nelle donazioni con cui le diverse sezioni locali hanno sostenuto la rete del primo soccorso e dell’assistenza sanitaria. Nelle immagini di Bergamo, dove il presidio medico avanzato al polo fieristico è stato realizzato in pochi giorni, nell’aprile scorso, dal personale sanitario degli Alpini e dalla Protezione Civile Ana. Nella commozione suscitata, sul nostro territorio come in tutto il Paese, dalla scomparsa delle Penne Nere che “sono andate avanti”, in molti casi avendo continuato a rappresentare sino all’ultimo, per la propria comunità, un pilastro su cui poggiare.
Ecco perché rendere onore al Corpo, nell’anniversario della fondazione, significa riconoscerne non solo il ruolo impresso nelle pagine della nostra storia e nelle Medaglie tributate, ma ancor più nel presente, ovunque vi sia necessità di ricostruire, di ridare speranza e conforto. Grazie a tutti gli Alpini, in armi e in congedo, in questa ricorrenza speciale.