Con sentenze emesse giovedì 23 luglio dalla Sezione Penale del Tribunale di Bologna, a conclusione del procedimento penale relativo a reati di tratta, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione a danno di due giovanissime ragazze nigeriane, una delle quali minorenne, è stato riconosciuto al Comune di Piacenza, costituitosi parte civile, il risarcimento del danno a titolo patrimoniale e non patrimoniale subito dall'Ente, oltre a quello riconosciuto direttamente alle ragazze, parti civili nel giudizio col patrocinio dello Stato.
La storia delle due è purtroppo tanto triste quanto frequente. Il reclutamento avvenne in Nigeria, ad opera della sfruttatrice processata, ora nel carcere di Genova, condannata a 8 anni di reclusione.
La ragazzina minorenne arrivò in Italia con un barcone dalla Libia, dopo essere stata in un campo profughi, convinta di trovare impiego come baby sitter o parrucchiera per essere invece costretta alla strada. Per il viaggio, i suoi sfruttatori le dissero che aveva accumulato un debito di 30 mila euro, e, con un rito tribale, l'avevano indotta all'impegno al pagamento prostituendosi, pena la morte. Rimasta incinta nel periodo in cui era obbligata a prostituirsi, fu inoltre costretta ad abortire.
L'altra giovane era stata venduta ai suoi sfruttatori direttamente dalla propria famiglia. Ribellatasi alla sua sorte già in Nigeria, per questo era stata più volte picchiata e poi costretta a venire in Italia, sempre col peso di un debito di viaggio di 25 mila euro, da riscattare prostituendosi.
Il Giudice, in accoglimento delle richieste formulate dall'Avvocatura, che a propria volta aveva ricevuto, dalla Giunta comunale, mandato per la costituzione di parte civile, ha quindi riconosciuto il diritto per il Comune ad avere il necessario ristoro sia dei danni che reati di tal fatta arrecano al buon nome e all'onorabilità dell'Ente e del territorio che rappresenta, sia di quello materiale, in ragione delle risorse economiche investite nelle azioni di contrasto alla criminalità e di sostegno alle vittime per il loro recupero umano e sociale.
La sentenza, che segue altre analoghe pronunce a favore del Comune, costituisce una ulteriore conferma, quand'anche ce ne fosse bisogno, dell'importanza e dell'efficacia del programma di protezione, assistenza e integrazione sociale "Oltre la Strada", all'interno del quale una delle due giovani è stata da subito inserita e a cui il Comune di Piacenza dà attuazione a partire dal 1996, anno della sua istituzione, fornendo sostegno, accoglienza e accompagnamento a quanti decidono di uscire dalla situazione di sfruttamento in cui si trovano.