Ekoclub International ONLUS

Ekoclub International ONLUS

Presidente: Avvocato Fabio Massimo Cantarelli
Telefono: +39 06 844094250
 

Associazione nata negli anni 70 per ricostruire un modo corretto di vivere e pensare la natura. Fondata da profondi conoscitori dell’ambiente e delle sue più sane tradizioni , liberi da preconcetti e lontani da visioni disneyane. Assolutamente senza scopo di lucro e confermata tra le ONLUS, annovera tra i suoi iscritti diverse decine di migliaia di persone.

La differenza di Ekoclub da altre associazioni ambientaliste è la centralità dell’uomo rispetto all’ambiente e di conseguenza la sua possibilità di raccogliere i frutti vegetali ed animali della terra, con rispetto e per reale necessità. Questa possibilità consente all’uomo di mantenere le sue abitudini ancestrali e di avere un effetto fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio ambientale.
URL del sito web: http://www.ekoclub.it

Le foreste costituiscono ancora oggigiorno un'importante fonte di energia per numerose comunità dei Paesi in via di sviluppo. Vi è anche in atto un'inversione di tendenza nei Paesi industrializzati, dove prodotti e sottoprodotti della forestazione giocano un ruolo fondamentale nella sfida delle rinnovabili alle fonti energetiche cosiddette convenzionali.

Fino a che punto la produzione di legna da ardere e di carbone non fossile contribuiscono al degrado delle foreste ed all'aumento delle emissioni antropiche climalteranti? Quali sono gli impatti sulla salute delle popolazioni? Promuovere l'accesso a servizi energetici moderni che mantengano l'utilizzo delle biomasse è una soluzione? Che dire della neutralità carbonica?
Proponiamo qualche dato e qualche semplice conto cercando risposte non semplicistiche.
Questo evento riprende il discorso aperto con la giornata di lavoro "Energie per l'Italia del futuro" svoltasi durante la manifestazione Ravenna2015.

Con chi studia, cura, vive e quindi ama l'ambiente che ci circonda parliamo di:

Le decarbonizzazione del settore energetico tra false credenze e reali prospettive di successo
relatore: Pierluigi Totaro [Fisico, Pres. Comitato Nucleare e Ragione]

Le biomasse sono una fonte di energia pulita e low carbon?
relatore: Enrico Brandmayr [Fisico, ricercatore presso North Carolina Central University]

Biomasse a chilometro zero - problemi e possibili soluzioni
relatore: Paolo Errani [Fisico Professionista ANFeA, Consigliere Nazionale Ekoclub International Onlus]

Ekoclub Ravenna collabora per Ravenna2017. Vi aspettiamo numerosi al nostro Workshop. Disponibile il programma di tutti gli eventi con informazioni sempre aggiornate al sito internet www.ravenna2017.it 

Appuntamento a "Fare i conti con l'ambiente" - Ravenna2017.
19/05/2017 ore 9:30 - 13:00
Workshop R
Il Bosco coltivato ad Arte - III edizione - Le sfide della decarbonizzazione
Sala 2 – Palazzo Rasponi dalle Teste – Piano Nobile (1° Piano), Ravenna

Domenica, 09 Aprile 2017 09:45

Di che rinnovabili parliamo


Di Paolo Errani – Roma 4 aprile 2017 - Secondo uno studio pubblicato di recente dal World Energy Council ("Variable Renewables Integration in Electricity Systems 2016 – How to get it right")

con il supporto del Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano (CESI, società italiana di testing e consulenza ingegneristica) "le energie rinnovabili, incluso l'idroelettrico, contano a livello mondiale per il 30% del totale della capacità di generazione installata e per il 23% della produzione totale di energia elettrica e con nuove tecnologie, nuove prassi operative e policy aggiornate ci può essere un incremento ulteriore."

Tali risultati nell'immaginario collettivo potrebbero facilmente essere associati a sterminati campi fotovoltaici o foreste di pale eoliche.
In realtà, esaminando la ripartizione per fonte rinnovabile della produzione di elettricità, si scopre che il ruolo dell'idroelettrico è ben saldo al 70%, seguito a grande distanza dal 16% dell'eolico, dal 9% delle biomasse e dal 5% del fotovoltaico. (Percentuali calcolabili da quelle del grafico qui sotto, che è fornito dalla rete di esperti e portatori di interessi nel campo delle rinnovabili riuniti sotto il nome di REN21.)

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Fig.1 Ripartizione per fonte energetica della produzione di elettricità a livello mondiale. Stime a fine anno 2015. Fonte: Renewables 2016 Global Status Report, Renewable Energy Network for the 21st Century (REN21), 2016.


Se poi si considerano i consumi energetici mondiali nel loro complesso, ossia tenendo conto anche di quelli ad oggi non ancora alimentati dall'elettricità (e.g. riscaldamento degli edifici, acqua calda sanitaria, cottura dei cibi, ecc.), ecco che il ruolo delle biomasse diviene preponderante.
Infatti, quando parliamo di "energia rinnovabile" senza meglio specificare, c'è un buon 50% di probabilità che stiamo parlando di legna e sottoprodotti di agricoltura ed allevamento!
È un dato di fatto di cui abbiamo già discusso in occasione del Workshop di Ekoclub presso la manifestazione Fare i conti con l'Ambiente-Ravenna2016.
Per la precisione le fonti rinnovabili oggi come oggi coprono circa il 19% dei consumi energetici globali. E di tale percentuale ben più del 50% è dovuto alle biomasse, di cui la gran parte sono legna e sottoprodotti di agricoltura ed allevamento; mentre l'idroelettrico vale un buon 20%. Le altre fonti rinnovabili hanno solo un ruolo marginale.

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Fig. 2 Copertura percentuale dei consumi energetici mondiali. Stime a fine anno 2015. Fonte: Renewables 2016 Global Status Report, Renewable Energy Network for the 21st Century (REN21), 2016.

Infine, è interessante notare che, sempre secondo le stime del REN21, confrontando i dati 2013-2014 con quelli 2014-2015 le rinnovabili hanno conquistato in un anno appena lo 0,1% della copertura dei consumi energetici mondiali, senza minimamente scalfire il ruolo dei combustibili fossili, ma limitandosi a sottrarre tale fettina di mercato alla produzione elettronucleare.

Insomma, c'è ancora molto lavoro da fare!

(Ekoclub International - sezione Energia)

Errore 2: smettere di usare i combustibili fossili è una necessità pressante ed impellente

Di Costantino De Contrariis – Roma 27 marzo 2017 -

Quando si parla di "farla finita" con carbone, gas e petrolio (le fonti energetiche fossili) si dà purtroppo per scontato che si debba smettere necessariamente di utilizzarli.

Sembra quasi che stiamo per smettere a momenti, che sia ineluttabile. In realtà non esiste alcuna necessità pressante ed impellente per fermare l'uso dei combustibili fossili.

Al contrario, avere e/o utilizzare combustibili fossili è tuttora una precondizione per la generazione di ricchezza – è un dato di fatto, poco importa che cosa i fan delle tecnologie energetiche alternative sostengano. I Paesi cosiddetti in via di sviluppo, in particolare, si stanno tirando fuori dalla povertà in gran parte (anche se, per fortuna, non del tutto) con gli stessi mezzi che hanno usato in precedenza i Paesi cosiddetti sviluppati: utilizzando le fonti di energia più economiche, più affidabili e disponibili, vale a dire perlopiù carbone, gas e petrolio.

Certo, questo potrebbe significare che Paesi poveri e Paesi ricchi finiranno per essere duramente colpiti dalle devastazioni del "clima che cambia e cambia male". Ma il problema qui ed ora è che nella mente dell'utilizzatore medio di combustibili fossili i vantaggi dell'utilizzo odierno annientano i rischi di un domani.

D'altro canto paradossalmente è molto difficile trovare un dibattito sull'energia dove non si assuma, almeno tacitamente, l'esistenza di una sorta di necessità imposta dall'esterno in grado di garantire che l'uso di combustibili fossili si fermerà. Il più delle volte senza neppure distinguere tra i diversi utilizzi possibili: combustione per produrre calore o elettricità, produzione di derivati per l'industria chimica, ecc.

Pertanto, quando si afferma che non possiamo continuare a bruciare "dinosauri morti" per sempre, non si dovrebbe dimenticare che molto probabilmente siamo in grado di farlo fino a ben oltre il punto di non ritorno fissato dagli "esperti", ossia anche dopo avere "demolito" il sistema climatico del pianeta Terra – date le riserve ad oggi note, la crescente domanda di energia, ecc.

In altre parole stiamo dando per scontato qualcosa che non lo è affatto. I dibattiti sull'energia sono completamente contaminati da questo errore basilare. Assistiamo ad interminabili discussioni tra sostenitori della tecnologia alternativa A e sostenitori della tecnologia alternativa B come se fossero eredi con l'eredità già in tasca.

Ma il vecchio re non è morto!
Per quanto si scrutino le statistiche del settore energetico, come fossero una cartella clinica, in nessun modo il vecchio malato appare moribondo. I combustibili fossili rappresentano ancora circa l'85 per cento della fornitura globale di energia, più o meno come negli anni 90 del secolo scorso, quando abbiamo incominciato a preoccuparci per i cambiamenti climatici.
Continua...
(Ekoclub International - Energia)

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