AUSL Reggio Emilia

AUSL Reggio Emilia

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Sito ufficiale: www.ausl.re.it

 

Sanità e ricerca. Oncologia, Malattie infettive, Neuroscienze e Scienze chirurgiche: anche quest’anno l’Emilia-Romagna è prima in Italia per numero di progetti e borse di studio approvati e finanziati. Sono 23, per oltre 8 milioni di euro. Al traguardo ha contribuito il prezioso lavoro dei professionisti dell’Irccs di Reggio Emilia.

Reggio Emilia - 

Emilia-Romagna in cima alla classifica del bando per la ricerca finalizzata 2018 (fondi 2016-2017), indetto dal ministero della Salute. Anche quest’anno la Regione è prima per numero di progetti presentati (147) e per quelli approvati e finanziati (23, vale a dire oltre l’11% del numero complessivo), cui va un pacchetto di risorse da 8 milioni di euro. Si tratta, nel dettaglio, di 18 progetti di ricerca clinica e5 borse di studio (starting grant) per ricercatori alla prima esperienza, con età inferiore ai 33 anni. Al traguardo ha contribuito il prezioso lavoro dei professionisti dell’Irccs di Reggio Emilia. Soltanto pochi giorni fa davamo la notizia delle nostre 4 ricercatrici i cui progetti di ricerca su tematiche quali il tumore del polmone, il tumore della tiroide e la sindrome dell’Ovaio Policistico, selezionati tra più di 1.500, sono stati finanziati, per oltre 900 mila euro sui 93 milioni messi a bando a livello nazionale

I PROGETTI FINANZIATI

I 18 progetti dell’Emilia-Romagna approvati sono soprattutto nei campi della Ricerca clinica in OncologiaNeurologiaMalattie infettive e Microbiologia e nelle Scienze chirurgiche. 9 di questi hanno come destinatario la Regione, gli altri 9 sono destinati agli Irccs. Di questa seconda categoria due dei lavori scelti sono dell’AUSL-IRCCS di Reggio e sono quelli proposti dalla dottoressa Patrizia Ciammella medico della Radioterapia Oncologica e dalla dottoressa Francesca Cirillo, biologa del Laboratorio di Endocrinologia Pediatrica. Il primo progetto, che è stato presentato da Ciammella, ha ottenuto un finanziamento di 450 mila euro.

Il focus è sui pazienti con tumore al polmone in stadio avanzato e riguarda l’utilizzo della radioterapia stereotassica in associazione all’immunoterapia. “Questo tipo di radioterapia – spiega Ciammella – è molto ben tollerata e consente di erogare una dose di radiazioni direttamente sulla parte malata, con estrema accuratezza e precisione”. Il progetto si propone, inoltre, di approfondire i meccanismi biologici di questa combinazione, grazie alla collaborazione con le strutture di Ricerca Traslazionale e Oncologia del nostro IRCCS. Il secondo progetto, che è stato presentato da Cirillo, è incentrato sulla sindrome dell’Ovaio Policistico, una condizione dalle cause in larga parte ignote e dalla diagnosi difficile. La maggior parte delle donne adulte con Ovaio Policistico manifestano resistenza all’insulina. “Il progetto studia il ruolo di una particolare proteina, denominata HMGB1, che sulla base dei nostri studi precedenti pensiamo possa essere regolata dall’insulina – spiega Cirillo –. Se così fosse, potremmo essere in grado di utilizzarla per diagnosi precoci e per valutare l’eventuale risposta alle terapie”. Il progetto ha ottenuto un finanziamento di 270 mila euro.

LE BORSE DI STUDIO PER GLI UNDER 33

I progetti che vedono come vincitori ricercatori con età inferiore a 33 anni in Regione sono cinque, con un finanziamento complessivo di 650 mila euro. A ognuno vanno 130mila euro. Uno di questi è dell’Arcispedale di Reggio Emilia ed è stato presentato da Benedetta Donati, biotecnologa del Laboratorio di Ricerca Traslazionale. Il lavoro riguarda i tumori della tiroide ad alto grado. “A differenza della maggior parte dei tumori della tiroide – spiega Donati – questi sono molto aggressivi, tendono a produrre metastasi, resistono alle terapie convenzionali e lasciano basse probabilità di sopravvivenza. Il lavoro ha l’obiettivo di indagare il ruolo di un gene, chiamato BRD4, nella regolazione dei telomeri, un tratto genetico frequentemente alterato in presenza del tumore che ha un ruolo importante nel determinarne l’aggressività”.

Ai tre finanziamenti ottenuti se ne aggiunge un quarto che ha come capofila l’IRCCS-Ist Fondazione Pascale di Napoli e vede la partecipazione come unità operativa della Oncologia dell’AUSL-IRCCS di Reggio Emilia. Anche questo è focalizzato sul tumore polmonare non a piccole cellule con l'obiettivo di identificare un biomarcatore di risposta alla terapia. “Per curare questo tipo di neoplasia – spiega l’oncologa Angela Damato, che partecipa al progetto come responsabile dell’unità operativa di Reggio – è stata approvata l'immunoterapia. Lo studio vuole valutarne l'effetto su diversi tipi di pazienti”. Il progetto porterà a Reggio Emilia un finanziamento di 62 mila euro.

 

Fonte: Ausl Reggio Emilia

Giornata Mondiale del Rene: successo per l’iniziativa reggiana del 14 marzo scorso. Oltre 220 cittadini hanno ricevuto un consulto dai professionisti dell’Ausl di Reggio Emilia.

Reggio Emilia

Sono stati 228 i cittadini che il 14 marzo hanno approfittato della Giornata Mondiale del Rene per ricevere un consulto dai professionisti della struttura di Nefrologia e Dialisi dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia.

In occasione del tradizionale appuntamento annuale, previsto sempre nel secondo giovedì del mese di marzo, medici, coordinatori, infermieri e volontari della struttura diretta dalla dott.ssa Mariacristina Gregorini si sono alternati nella sede del Centro Commerciale Baragalla per incontrare i cittadini.

Con il supporto della sezione provinciale della Croce Rossa Italiana, sono stati offerti il controllo dell'esame dell’urina e della pressione arteriosa, due indicatori importanti nella prevenzione delle malattie renali. Alle persone che presentavano qualche anomalia è stato proposto un percorso di approfondimento già strutturato.

“L'identificazione precoce di alterazioni dell'esame urina è molto importante: in particolare, la presenza di proteine nelle urine in quantità significativa rappresenta un campanello d'allarme per la salute dei reni” - ricorda Gregorini - “Insieme al diabete l’ipertensione arteriosa è una delle cause principali di malattia renale cronica, per questo la misurazione della pressione è fondamentale nella prevenzione della malattia renale”.

L’iniziativa di informazione e prevenzione, promossa dalla Fondazione Italiana del Rene, ha visto 200 iniziative in diverse città italiane e ha ricevuto la medaglia della Presidenza della Repubblica a testimonianza della validità dell’impegno profuso.

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Sono 1800 i pazienti seguiti dalla Neurologia dell’Arcispedale su una stima di circa 5mila malati in provincia di Reggio Emilia. La neurologa Romana Rizzi: “Fondamentale sensibilizzare su una patologia che genera ancora imbarazzo”.

Reggio Emilia - 

Epilessia, per sensibilizzare nei confronti della malattia e informare l’opinione pubblica delle cure possibili, si svolgerà nell’Auditorium del Core, sabato 23 febbraio, un convegno gratuito e aperto alla cittadinanza organizzato dall’Azienda Usl Irccs e patrocinato dal Comune di Reggio Emilia.

Nell’ambito dell’iniziativa dal titolo “Epilessia: non solo crisi epilettiche” si parlerà di che cosa è l’Epilessia, quale impatto ha sulla vita di tutti i giorni e quali sono le terapie e gli strumenti per gestirla e curarla. Si affronteranno, alla presenza degli specialisti, i tanti problemi pratici collegati alla patologia e inerenti le ripercussioni di questa su lavorogravidanzascuola e sport.

L’evento organizzato dall’Ausl, è promosso dalle associazioni di volontariato AEER-Associazione Epilessia Emilia Romagna, LICE-Lega italiana contro l’epilessia i cui rappresentanti saranno presenti in sala. Al termine della mattinata sarà consegnato all’ospedale un Holter EEG donato dall’Associazione Epilessia Emilia Romagna.

L’Epilessia è tra le patologie neurologiche più diffuse ed è riconosciuta come malattia sociale dall’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità): nei Paesi industrializzati interessa 1 persona su 100. In Europa si stima che circa 6 milioni di persone vivano la patologia in fase attiva: con crisi persistenti oppure sotto trattamento, mentre in Italia si parla di 500mila persone, di cui circa 5mila Reggio Emilia1800 sono i pazienti seguiti dalla Neurologia dell’Arcispedale.

“L’obiettivo - spiega Romana Rizzi, responsabile del Centro Epilessia del Santa Maria Nuova e coordinatrice regionale Lice – è quello di sensibilizzare sulla necessità di conoscere meglio la malattia per combatterla e superarla. Speriamo che al convegno partecipino in tanti e di potere rispondere apertamente agli innumerevoli quesiti, anche i più semplici, di pazienti e famigliari, oltre che di fare luce sulle modalità corrette di primo soccorso in caso di crisi epilettica”.

 

LA MALATTIA

L’Epilessia è una patologia neurologica che si esprime in forme molto diverse tra di loro, tanto che è più corretto parlarne al plurale. Le Epilessie si manifestano attraverso vari sintomi, le cosiddette crisi epilettiche, improvvise e transitorie. Tali crisi dipendono da un’alterazione della funzionalità dei neuroni, le più numerose e importanti cellule nervose che abbiamo, e comunicano tra loro attraverso scambi biochimici che si traducono in correnti elettriche. Quando i neuroni, per qualche ragione, diventano “iperattivi” scaricano impulsi elettrici in modo anomalo e ciò può provocare una crisi epilettica. Le crisi epilettiche rappresentano, quindi, una modalità di risposta di alcune aree cerebrali o di tutto il cervello dovute a cause lesionali di diverso tipo oppure a disfunzioni su base sconosciuta. Nell’Epilessia le crisi tendono a ripetersi in modo spontaneo nel tempo, con frequenza diversa e non sempre prevedibile. Si ritiene che cause genetiche siano alla base della maggior parte di quelle epilessie che fino a qualche anno fa venivano definite senza causa apparente (epilessie idiopatiche). Le cosiddette epilessie sintomatiche sono dovute, invece, a lesioni cerebrali che possono verificarsi in gravidanza o per sofferenza fetale durante il parto, oppure essere conseguenti a malformazioni del cervello, a esiti di malattie infettive del sistema nervoso (encefaliti), a traumi cranici gravi, a tumori cerebrali, a ictus, a malformazioni dei vasi cerebrali.

 

IL CENTRO EPILESSIA DELL’ARCISPEDALE

Il Centro Epilessia di Reggio Emilia, nell’ambito della Struttura Complessa di Neurologia dell’Azienda ospedaliera Irccs Santa Maria Nuova assicura una presa in carico dei pazienti affetti dalla patologia a partire dall’età post-puberale. Sono seguiti attivamente dal Centro circa 1800 pazienti con un’età media di 48 anni. Il paziente che abbia presentato una prima crisi epilettica dopo valutazione neurologica eseguita in urgenza, deve effettuare un percorso diagnostico che comprende: EEG (elettroencefalogramma) di base, EEG in privazione di sonno, RM (risonanza magnetica) encefalo, esami ematochimici generali. Possono aggiungersi ulteriori indagini (es. valutazione neuropsicologica, videoEEG, Holter EEG, studio genetico) per inquadrare la sindrome da un punto di vista eziologico. Una volta che sia stata confermata la diagnosi, viene indicato il trattamento terapeutico e il paziente viene rivalutato periodicamente per monitorarne l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali. In caso di epilessia farmacoresistente il Centro seleziona gli eventuali candidati all’intervento chirurgico da inviare al Centro Hub-Spoke per la Chirurgia dell’Epilessia recentemente costituito nella nostra regione.

Il Centro effettua le certificazioni per l’ottenimento della esenzione dal pagamento ticket o il rinnovo della patente di guida. Nonostante l’evoluzione delle tecniche diagnostiche, il 35-40% delle epilessie non ha una causa definita (epilessie da causa sconosciuta). Su questo fronte è attiva la partecipazione del Centro Epilessia a progetti di ricerca come anche su quello della sperimentazioni di nuovi trattamenti per le forme farmacoresistenti. L’Epilessia, tranne che per alcune determinate sindromi, è una malattia cronica e le crisi tendono a ripetersi per lunghi periodi o per tutta la vita. Una adeguata terapia medica aiuta a controllare le crisi in molti casi ma nel 20-25 % dei pazienti l’Epilessia è farmacoresistente, cioè non risponde alla terapia farmacologica. In alcune forme è indicata una terapia neurochirurgica mirata alla asportazione dell’area cerebrale responsabile delle crisi.

 

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