Regione Emilia Romagna
Sito Ufficiale: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Sicurezza nelle città. Accordo tra Regione e Prefetture: controlli, scambio di informazioni Forze di Polizia-Polizia locale, aggiornamento professionale condiviso, integrazione dei sistemi di videosorveglianza contro furti e rapine, interventi per le periferie e prevenzione sociale. Siglato oggi a Bologna dal presidente Stefano Bonaccini e dal prefetto Patrizia Impresa: "Il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di azioni convergenti delle istituzioni nazionali e locali e di interventi integrati".
Bologna –
Più controlli attraverso lo scambio in tempo reale di informazioni tra le Forze di Polizia, grazie anche alla interconnessione con le sale operative della Polizia locale, e aggiornamento professionale condiviso. Integrazione dei sistemi di videosorveglianza, con la sperimentazione di piattaforme intelligenti capaci, ad esempio, di leggere le targhe interfacciandosi con le banche dati del Viminale, visto un obiettivo in particolare: prevenire e contrastare i furti in appartamento, imprese ed esercizi commerciali, e le rapine, reati sempre di più realizzati da soggetti in arrivo da fuori città. E ancora, progetti di inclusione sociale, prevenzione ambientale e rigenerazione urbana, in particolare valorizzando gli interventi regionali volti alla riqualificazione di grandi complessi edilizi o di aree degradate e ad alto rischio, così come le esperienze sostenute dal sistema degli enti locali come assistenti civici e controllo di comunità. Infine, programmazione e monitoraggio congiunto sull’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
E’ il nucleo dell’Accordo triennale per la promozione della sicurezza integrata siglato oggi tra la Prefettura di Bologna e la Regione Emilia-Romagna nella sede del Palazzo del Governo, in piazza Roosevelt. A firmare l’intesa il prefetto Patrizia Impresa e il presidente Stefano Bonaccini.
Un Accordo che ha come oggetto l'individuazione dei progetti e delle modalità operative per la promozione della sicurezza che il Ministero dell'Interno, con il sistema delle Prefetture e la Regione Emilia-Romagna, si impegnano a realizzare in collaborazione con gli Enti locali interessati.
“Con questo accordo definiamo il quadro di riferimento per una collaborazione importante, che ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza nelle città dell’Emilia-Romagna- ha affermato il presidente Bonaccini-. Un’esigenza fortemente sentita dalla Regione, tanto che abbiamo raddoppiato gli stanziamenti dell’anno scorso, mettendo a bilancio oltre 2 milioni di euro per la sicurezza integrata del territorio, a sostegno di nuovi progetti che puntano soprattutto a recuperare spazi urbani. Ma l’importanza di questa intesa è nella collaborazione istituzionale, convinti che il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di interventi convergenti delle istituzioni nazionali e locali. Controllo e prevenzione, rispetto delle leggi, inclusione, garanzia dei diritti e dei doveri, non sono un elenco di obiettivi astratti, ma gli elementi indispensabili per risolvere specifici problemi. Per questo come Regione abbiamo avviato, in questa legislatura, una nuova fase delle politiche regionali di sicurezza. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di integrarle sempre più con quelle politiche di settore che, pur avendo diverse finalità, possono tuttavia esercitare una significativa influenza sul livello complessivo di sicurezza di una comunità, misure preventive tutte giustamente ricomprese nel protocollo che firmiamo oggi. In un quadro di collaborazione che con le Prefetture e le forze di polizia abbiamo rafforzato già a partire dalla ricostruzione post sisma, sulla quale, insieme, in questi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati sul fronte della legalità, della trasparenza e della prevenzione- ha chiuso Bonaccini-, così come dello smascheramento di coloro che avevano ingiustamente ricevuto contributi”.
Bonacinni con i Prefetti di Bologna, Fearrara, Reggio Emilia, Ravenna, Modena e Rimini
COSA PREVEDE L’ACCORDO
Nell’intesa si prevede: condivisione dei dati sull’andamento della criminalità; interconnessione delle sale operative della Polizia locale e delle Forze statali di Polizia, con reciproco scambio informativo avvalendosi anche dei nuovi sistemi tecnologici richiesti dall’introduzione del numero unico di emergenza europeo 112; uso in comune dei sistemi di videosorveglianza; aggiornamento professionale integrato per gli operatori di polizia nazionale, locale e di altre professionalità, specializzate nei settori di prevenzione dei fenomeni di devianza sociale o nel campo della mediazione interculturale. E ancora, attivazione di progetti di inclusione sociale, al fine di migliorare la qualità della vita e la riqualificazione socioculturale delle aree interessate, oltre allo sviluppo di progetti di prevenzione ambientale e rigenerazione urbana per favorire condizioni di maggiore sicurezza degli spazi pubblici. Infine, promozione delle attività di programmazione e monitoraggio congiunto delle azioni di valorizzazione dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
L’accordo intende valorizzare gli interventi regionali volti alla riqualificazione urbana di grandi complessi edilizi o di aree urbane ad alto rischio di criminalità e di degrado. Si tratta di una prevenzione basata sulla progettazione ambientale finalizzata a ridurre al minimo fenomeni quali la frammentazione urbana, l’isolamento, il degrado e l’esistenza di quartieri monofunzionali. Questo principio si è tradotto in investimenti regionali a sostegno di interventi a livello territoriale per la rigenerazione urbana e il recupero dei contenitori dismessi, sulla base di indirizzi e linee guida volti a incoraggiare la mescolanza sociale e funzionale e a favorire il recupero innovativo di spazi e edifici.
Per quanto attiene poi lo scambio di dati, verranno avviate sperimentazioni di crime mapping, peraltro già testate proprio da Prefettura di Bologna e Regione Emilia-Romagna sulla base di precedenti intese, che hanno fatto da apripista a metodi innovativi di analisi territoriale e valutazione di impatto di politiche pubbliche di prevenzione e sicurezza urbana.
Sarà promosso un incremento strategico dei sistemi di videosorveglianza esistenti, anche allo scopo di costituire reti integrate e tecnologicamente compatibili di scambio e condivisione di informazioni ed immagini.
Verrà privilegiata la sperimentazione di sistemi di videosorveglianza intelligenti, capaci della rilevazione dei transiti e di lettura delle targhe interfacciandosi con la banca dati del Sistema centralizzato nazionale targhe e transiti del Ministero dell’Interno e con quello di videosorveglianza cittadino a supporto delle Forze di Polizia (Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale). L’intervento tecnologico di videosorveglianza integrata, così concepito, intende prevenire e contrastare i reati e in particolare i furti in appartamento e a danno di attività economiche e le rapine, che sempre più spesso vengono perpetrati da soggetti che provengono da fuori città.
Verrà promossa la collaborazione con le associazioni di volontariato per la rivitalizzazione sociale delle aree urbane, valorizzando le esperienze sostenute dalla Regione Emilia-Romagna e dal sistema degli Enti locali come le figure degli assistenti civici e le diverse forme di controllo di comunità.
Fonte: Regione ER
Sviluppo. Emilia-Romagna attrattiva: 17 Gruppi e imprese pronti a investire oltre 56 milioni di euro nei settori automotive, biomedicale, meccatronica, mobilità sostenibile. Insediamenti, due centri di ricerca e 521 nuovi posti di lavoro. Anche la mitica Isotta-Fraschini decide di ripartire dalla Motor Valley emiliana. Conclusa la selezione dei progetti presentati col terzo bando della legge 14/2014 per la promozione degli investimenti nel territorio: 22 milioni il contributo della Regione. Anche Ferrari e Lamborghini realizzeranno ulteriori investimenti e assunzioni. Centri ricerche della Vis Hydraulics a Serramazzoni (Mo), per valorizzare gli scarti di produzione, e di Imal a Modena, per la sensoristica dei sistemi oleodinamici. Il 13% degli investimenti, per 7 milioni di euro, in aree montane.
Bologna -
Dopo 70 anni, riparte dall’Emilia-Romagna lo storico marchio milanese Isotta-Fraschini. Nata all’ombra della Madonnina nel 1900, la casa automobilistico insedierà due nuovi stabilimenti lungo la Via Emilia, uno a Bologna e uno a Modena, per progettare e realizzare autovettura elettriche “intelligenti” ad elevatissime prestazioni. Ma nella Motor Valley emiliana continueranno a investire in ricerca la Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, la Ferrari di Maranello e la Vrm (storica casa produttrice di sospensioni moto), prevedendo centinaia di nuove assunzioni di alto livello. Questo in una terra che può contare su professionalità formate nella Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), voluta dalla Regione Emilia-Romagna mettendo insieme i quattro atenei del territorio emiliano-romagnolo e le case motoristiche che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo, con le loro radici storiche qui, nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso. E poi anche la realizzazione di due nuovi centri di ricerca (entrambi nel modenese), uno per lo sviluppo di tecnologie sul riutilizzo di scarti dei prodotti lignei e vegetali e l’altro per sistemi oleodinamici. Ma anche rilevanti investimenti nel settore biomedicale, dell’intelligenza artificiale, del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e della logistica.
Sono gli investimenti che saranno realizzati in Emilia-Romagna - fra Bologna, Modena e Reggio Emilia - per oltre 56 milioni di euro con un cofinanziamento a fondo perduto della Regione pari a quasi 22 milioni di euro e l’assunzione di 521 nuovi lavoratori di cui quasi la metà laureati. I progetti presentati da 17 imprese (di cui 5 con proprietà straniera), e approvati dalla Giunta regionale, sono stati selezionati attraverso il terzo bando per l’attrattività, misura prevista dalla legge regionale 14 del 2014 sulla “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”, uno strumento normativo che porta a procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese.
“Siamo di fronte a realtà imprenditoriali importanti che decidono di potenziare la loro presenza nella nostra regione, o che scelgono di venire qui- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Gruppi che in Emilia-Romagna trovano le condizioni per crescere, soprattutto in settori ad alto valore aggiunto, nei quali come Regione abbiamo investito puntando su formazione, ricerca e sviluppo, oltre alla rete regionale dei Tecnopoli, basata sul forte collegamento fra i nostri atenei e il mondo produttivo. In una logica di sistema che è quella del Patto per il Lavoro siglato con tutte le parti sociali: una concertazione sulle scelte per una crescita sostenibile che ci consente di essere fra le aree più innovative e attrattive nel Paese e a livello internazionale. Le 17 imprese che intendono puntare sui nostri territori, dimostrano anche la validità degli strumenti normativi che mettiamo in campo, a partire dalla legge regionale per promuovere gli investimenti in Emilia-Romagna, che consente di avere procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese. Tutto questo con l’obiettivo primario di creare nuovi posti di lavoro, qualificati e stabili, contrastando la precarietà ed estendendo i diritti”.
Le 17 imprese
Le aziende che realizzeranno gli investimenti sono: Automobili Lamborghini Spa, Bellco Srl, Datalogic, Elettric 80(3 progetti), Eurosets Srl, Ferrari (3 progetti), Fev Italia Srl, Imal (1 progetto e 1 centro di ricerca), Injenia, Isotta Fraschini, Iungo Spa, Mind Srl, Nier Ingegneria Spa, Qura (5 progetti), System Logistics Spa, Vis Hydraulics Srl(1 progetto e 1 centro ricerche) e Vrm Srl.
Nelle prossime settimane saranno sottoscritti gli “Accordi regionali di insediamento e sviluppo delle imprese” che daranno il via ai progetti d’investimento fissando, nel dettaglio, le modalità di intervento. Nel prossimo autunno, la Regione aprirà una seconda finestra dello stesso bando con a disposizione ulteriori 12 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto per nuovi investimenti in Emilia-Romagna.
“Il parterre dei Gruppi che hanno investito in Emilia-Romagna negli ultimi anni, anche grazie alla legge regionale sulla promozione degli investimenti, è cospicuo sia numeri sia nella qualità della proposta- aggiunge l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi-. E la risposta a questo terzo bando rafforza lo sviluppo del sistema produttivo e territoriale dell’Emilia-Romagna, nell’ottica di creare nuovo lavoro e buona occupazione, generando anche ricadute significative nelle filiere delle piccole e medie imprese, asse portante e fiore all'occhiello del nostro sistema economico”.
I risultati in sintesi
I 17 programmi di investimento (su un totale di 23 presentati) ammessi a finanziamento, per la metà riguardano il settore automotive (31,2 milioni di euro), il 25% il comparto delle tecnologie per la salute, il biomedicale, (circa 14 milioni di euro) e il 15% la meccanica e l’elettronica (8,5 milioni di euro). Il 13% degli investimenti previsti è realizzato in aree montane per complessivi di 7 milioni di euro di interventi e un contributo della Regione di quasi 3 milioni.
Si avvieranno due nuovi centri di ricerca dove le imprese potranno acquisire competenze e tecnologie in particolare nei settori della valorizzazione degli scarti di produzione (Vis Hydraulics a Serramazzoni, in provincia di Modena) e della sensoristica per sistemi oleodinamici (Imal a Modena).
I progetti dell’automotive puntano su attività di ricerca capaci di incrementare la competitività del settore e di collocarlo nei segmenti produttivi più avanzati. Presentate proposte per la realizzazione di super car che si orientino verso una maggiore sostenibilità e la possibilità di incrementare le prestazioni con l’utilizzo di tecnologie predittive. Previsti investimenti nella ricerca sui materiali che consentano un loro alleggerimento e un conseguente incremento dell’autonomia dei motori elettrici e ibridi. Per quanto riguardo le tecnologie predittive di assistenza alla guida, ricerca e investimenti si orientano verso la connettività ovvero la capacità di acquisire e condividere informazioni da parte delle diverse componenti del mezzo e verso la modalità e traduzione in comandi delle informazioni acquisite.
Analogamente, i programmi di investimento del settore biomedicale mirano al posizionamento sul mercato di nuovi prodotti: gli investimenti proposti riguarderanno la ricerca e la prototipazione di device e tecnologie. Gli Accordi regionali di insediamento e sviluppo accompagneranno le imprese nell’incremento della loro competitività aumentando, al contempo, la dotazione tecnologica del sistema regionale.
Anche nell’edizione 2019, viene confermata la vocazione del sistema produttivo regionale verso i settori della meccanica e delle apparecchiature ma anche la rilevanza degli investimenti nelle applicazioni tecnologiche nella gestione e nella movimentazione delle merci, così come nelle tecnologie per l’industria del legno. Presenti anche progetti in ambito informatico orientati allo sviluppo dell’Artificial intelligence attraverso i sistemi di machine learning.
Tre anni di attrattività
Sommando le precedenti analoghe misure di promozione degli investimenti in Emilia-Romagna (una nel 2016 e una nel 2017) a quella appena approvata, gli investimenti realizzati salgono complessivamente a quasi 218 milioni di euro (con un contributo della Regione di circa 75 milioni) con 1.720 le nuove assunzioni e 35 programmi di investimento (13 progetti nel 2016, 5 nel 2017 e 17 nel 2019).
Fonte: Regione Emilia Romagna
L'Emilia-Romagna spegne l'inceneritore di Ravenna. E avanti con la raccolta dei rifiuti in Adriatico, per difendere il nostro mare. Il presidente Bonaccini: "Qui iniziamo a chiuderli davvero, un passo vero e concreto verso il superamento dei termovalorizzatori". Il lavoro di squadra con il Comune di Ravenna e Hera. La decisione senza intaccare l'autosufficienza regionale nella gestione e smaltimento, garantiti dalla programmazione condivisa sugli altri impianti e dall'impennata della raccolta differenziata.
Bologna –
L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avrà fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto.
È il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione.
E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che porterà allo stop: il periodo da qui a fine anno servirà per gli adempimenti tecnici e organizzativi.
Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sarà garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente).
Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna è sempre più impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare.
Sono queste le novità principali annunciate oggi dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale.
“Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volontà e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre più per azzerare i rifiuti indifferenziati”.
Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Già 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti è strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, è addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, già sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.
“A tre anni dall’approvazione del Piano regionale dei rifiuti- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo-, si conferma quanto sempre sostenuto dalla Regione: gli impianti si usano finché servono e si chiudono quando non servono più a soddisfare le necessità di cittadini e imprese, secondo una valutazione complessiva di sostenibilità ambientale che tiene in considerazione la loro anzianità, le tecnologie a disposizione, il livello di efficienza e quindi gli impatti ambientali. La chiusura del termovalorizzatore di Ravenna, il più obsoleto della regione, è una conseguenza diretta della riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati delle province di Ravenna e Forlì-Cesena: un dato positivo, frutto delle politiche regionali e dell’impegno delle comunità locali”.
“La conferma di un impegno importante preso nel nostro territorio che va verso una concezione più moderna della gestione del ciclo dei rifiuti- spiega il sindaco, De Pascale-. L’impianto di Ravenna non viene chiuso per un localismo, per demagogia o per una sindrome nimby, ma viene chiuso perché è un impianto troppo piccolo e il più vecchio della regione con le peggiori performance emissive. Ravenna è un territorio che tanto ha dato e tanto dà al sistema della gestione dei rifiuti dell’Emilia-Romagna e vede oggi un risultato importante sul territorio, che si sta abbinando a uno sforzo molto importante dei cittadini di tutta la provincia di Ravenna per il passaggio a un nuovo sistema di raccolta che aumenti significativamente la raccolta differenziata. I dati sulle percentuali vanno letti con attenzione. Ravenna- prosegue il sindaco- è stata una delle poche province che è andata a gara per il sistema di raccolta rifiuti. Questo ha impedito negli ultimi anni di effettuare cambiamenti radicali al sistema di raccolta che invece stanno avvenendo proprio in questi mesi e che già stanno dando risultati estremamente positivi. Quindi Ravenna vedrà la chiusura dell’Ire e vedrà al contempo un aumento molto significativo delle sue percentuali di raccolta differenziata”.
Per quanto riguarda invece l’impianto di Piacenza, sentita l’amministrazione comunale, per ora rimarrà in esercizio, anche in attesa degli effetti derivanti dall’aggiudicazione della nuova gara di affidamento del servizio.
“L’analisi del ciclo di vita del termovalorizzatore di Borgoforte- sottolinea Gazzolo- mette in evidenza che la cessazione del conferimento dei soli rifiuti urbani avrebbe un rendimento ambientale peggiore in termini di emissioni di CO2 e per il trasporto fuori provincia. La linea regionale è creare le condizioni perché – quando si decide che un impianto cessi il trattamento dei rifiuti urbani – si spenga del tutto”.
“Il monitoraggio- chiude l’assessore- evidenzia risultati importanti raggiunti dal Piano regionale dei rifiuti: ora avanti per introdurre in tutti i Comuni la tariffazione puntuale”.
Lotta alla plastica
La Regione scende in campo anche contro la plastica che inquina il nostro mare. I pescatori potranno raccogliere i rifiuti in Adriatico senza pagare la tariffa di servizio portuale. La disposizione è operativa da subito e permette di dare piena attuazione a quanto già previsto dal Piani di raccolta dei rifiuti prodotti dalle navi e dei residui del carico, già adottati dalla Capitanerie di porto d’intesa con la Regione per i porti di Rimini, Bellaria, Cattolica, Cesenatico, Goro, Gorino, Porto Garibaldi e Riccione. Un incentivo a difesa dell’intero ecosistema marino.
“L’ho già detto e voglio ripeterlo qui- prosegue il presidente Bonaccini- vogliamo diventare una regione senza plastica, plastic free: domani entra in vigore la direttiva europea contro la plastica monouso e già nelle prossime settimane approveremo in Giunta la strategia regionale per darne attuazione anticipata rispetto alla scadenza del 2021, con misure integrate e coerenti per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo gli esempi di alcuni comuni virtuosi, come Rimini e Coriano, che hanno bandito la plastica sulle spiagge o nei loro territori. Altri si aggiungeranno e noi, come Regione, faremo la nostra parte. Ma già oggi diamo un segnale importante verso quella direzione, senza perdere tempo”. /BB
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